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Full text of "I diarii di Marino Sanuto: (MCCCCXCVI-MDXXXIII) dall' autografo Marciano ital. cl. VII codd ..."

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e^I DIARn 
DI MARINO 

SANUTO ^ ^ ^ 

VOLUME XLVII 



VENEZIA M DALLA 
STAMPERIA DI VBEN- 
TINI CAV. FEDERICXa * j» 
EDITORE in ^ * jk Jt j» j^ 



DIARII 



DI 



MARINO SANUTO 






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L'Edizione è fatta a cura di 



FEDERICO STEFANI 



GUGLIELMO BERCHET — NICOLÒ BAROZZI 



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ti^JJt->'r. 



•*l^itìfA 






ALLA CARA MEMORIA 

DI 



FEDERICO STEFANI 

CHE L'EDIZIONE DI QUESTI DIARII DI MARINO SANUTO 

DELLA QUALE FU BENEMERITO 
PER SAPIENTE COLLABORAZIONE 

ED INDEFESSO LAVORO 

4 

NON POTÈ COME DESIDERAVA 
VEDERE COMPIUTA 



I COLLEGHI ED AMICI 

NICOLÒ BAROZZI e GUGLIELMO BERCHET 

QUESTO VOLUME CONSACRANO 



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TT^^ArSl 






DIARII 



DI 



MARIN-O SANUTO 



TOMO XLVn 



VENEZIA 



A SPESE DEGLI EDITORI 

MDGGCXCVIl 



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FRATELLI VISENTIN! TIPOGRAFI EDITORI — VENEZIA 



kl^rf.^k.ta4>£- T . ^ -•_- ./v-^"' lT<- ■■ '-•^•'.'X -. ^«-h....m^ ^. ^ _> . ......v^» _^^ ^ A-*C.- •^ - ~* ?■.■> »>'«C. Cf- 



DIARII 



DI MARINO SANUTO 



TOMO XLVII 



i 



DIARII 



I MARZO MDXXVIII. — XXXI MAGGIO MDXXVIII 



1 Del mese di Margo J538. 

Adì primo Marao, di Dotnenega. lotrooo 
Coi del Conseio di X sier Marìn Corner, sier Nicolò 
VeDJer et sier Hironimo Barbarigo, Uiili Ire stati 
altre «ade. Etiam iotrono li Auditori nuovi, io 
luogo di sier Nicolò Bo|ani, sier Jaeoimo Bar^^ro et 
sier Borloiomio da Canal, faozi partili de qui, ei 
vanno in sindicado; i qual di ordine di la Signoria 
comenzono andar a Mestre, ei poi a Noal, dove é 
molti rechiami, poi aodarano a Padoa. 

Veneno in Collegio li gaiioti di la gatia venuta 
a disarmar, dicendo voler tornar in armada et cod 
danari ei senza ; ma non voleno tornar cop sier 
Francesco Dandolo staio suo soracomiio. CI Sere- 
nissimo ti admonite ad andar con lui. Non so quello 

sarà. 

Di eompo di Casaan, di sier Toma Moro 
proveditor generai di 38 



1* Di Ravena di sier Alvixe Foseari prove- 
ditor, di 28. Come avisa de li andamenti di que- 
sti contorni. Pare die li gebelliui fomussiti di Cer- 
via, da alcuni giorni in qua hanno deliberalo di ro- 
bar quella cilli, si ludica con conseuiimenlo del 
Pontefice : et la sera de carneval, per quanio é sta 
ditto, se messeno a camino con zerca 800 fanti co- 
mandati, ma non poteno redursi per il tempo di 
pioza et vento grandissimo ei obscurità grande 
dove baveano messo ordine, ei ftN'OQO scoperti da 



alcuni cavalli leggeri di domino Zluan di Naldo, cbe 
lui li mandò de li, li qpli poco m^acò non fo$3eiU) 
svalisati; tamm la cosa non é reus^ta. Se intende 
pur che de novo vogliono tentare de iRljrarjirj. Li fo 
mandato due compagnie di fapii di più di quello vi 
erano, che in tutto potranno esser da 150 fanti, et 
damatina, piacendo a Dio, anderò fili li per regolar 
quelle cose, et me ne tornerò la sera qqi. Scrive, bi- 
sogna far qualche provisioQ di miglior presidio, 
perchè li tesorieri del Pontefice non poleno patir 
che la sia venuta ne le mani nostre, perdié se met- 
tevano in borsa assà danari per li sali. 

Et nota. Erano con ditte zenic Zim Battio 
Piva, Francesco ei Gardelin di Zervia, ei uno . . . 
Faiiteaguzo, fo nostro contestabile. 

Di Zervia, di sier Zuan Francesco Sagr$- 
do proveditor, di 38. Scrive etiam lui la cosa 
come é seguita, ut in litteris. 

Die primo Marcii 1538. In Maiori Consilia. 2 

Ser Marinus de Molino, 
Ber Joannes Aemilianus, 
Ser Daniel Renerius, 
Ser Marcus Minius, 
Ser Alojsius Mocenicus, eques, 
Ser Franciseus Donatus, eques, 
Oonsiliarii. 

EI fu provislo ne li superior mesi circa 1* aadajr 
ne le eletioni, che sicome per il passato non pote- 
vano andar salvo uno per ca^da, cussi de coeiero 



IfDXXTUI, MARZO. 



8 



possino andar dui, ma in diverse eledon, zoé ano 
per eletion. Et perché si observa da quel tempo in 
qua, che avanti la prima eletion sia partita dal tri- 
bunal l'occorre che uno altro tocca ballota d*oro 
a li capelli, et questo seguito se ne va sul tribunal, 
et senta separato da quelli dieno andar in eletion, 
indusiando fino che quella election sia expedita del 
suo numero ; al qual star in tal modo ricerca es- 
sergli fatto provision però che puoi d^ser in libertà 
de i ditti eleclori che siedono sopra la banca di 
parlar cautamente con quello o quelli che sedesseno 
separati et cussi e converso; la qual cosa seguendo 
vien ad esser contra le leze nostre, come cadauno 
puoi bene intender ; et però : 

L'anderà parlp, che quando V accaderà che to- 
chi alcuni ballota d' oro per andar in election, non 
possendo immediate andar a sentir sopra la ditta 
banca per esser occupata per uno altro de essa me- 
dema casada, etiam che'l monti sul tribunal, debbi 
esser fatto andar acompagnato da uno de li nodari 
nostri in quella eletion dove lì tocherà andar, et li 
stii serato fin che li altri electionari intranino in 
quella, et cosi sticcessive si babbi ad observar in 
cadauna de le election. 

t De parte 665 
De non 470 

Non sincere 126 

Dapoi disnar fu Gran Conscio, et non vene il 
Serenìssimo. Fu fatto Capitanio di le galle di Baruto 
sier Zuan Nadal fo patron a Baruto qu. sier Ber- 
nardoj qual vene dopio et rimase di largo, et do 
altre volte è sta tolto et sempre è sta nominato, et 
era meglio di altri ; bora é rimasto, et altre 6 voxe. 

Fu posto, per li Consjeri, una parte zerca quelli 
dopii di caxada vanno in electiohe, aziò non parlino 
a li elecionarìi, siano menati in la sua eletion da uno 
secretarlo, non potendo intrar in quella, ut in 
parie. Fu presa. La copia sarà qui avanti. Ave . . 
.... Et fo una cosa mal considerata, et fu presa 
di poco. 

Fo strida i ladri insta il solilo, prima Domenica 
di Quaresima, per sier Michiel Trivixan qu. sier Ni- 
colò Avogador di comun, et non fo slrldato sier 
Stefano Viaro fo camerlengo et castelan a Vela, 
qual é in preson condanato per il Conscio di X. 

In questa malina acadeto, che a la Scuola di 
S. Zuane Evangelista, tenendosi uno puto di anni 8 
a la corda di la campanella di Ri Scuola, quel di 

(ij La otrU S* è bianca. 



8ora tirò la corda, lui si lene fin soto i travi, poi 
lassò la corda, cazete, et atatim morite : caso oribile 
et spaventoso. 

Adì 2,\a matina, hessendo la peste a Cbioza 
et multiplicando, parse a li Proveditori sora la saniti 
bandizar le barche di Chioza, et quelli vieoeno di 
Chioza, per non amorbar la terra. 

Fo mandato i Savi! di terra ferma et Savi! ai 
ordini per li do oratori di Moscovia, quali volseoo 
venir a tuor combiato ^^r partirse, ai qual é sti 
dato il presente, preso in Pregadi. I quali richieseno 
certo bombardier, che'l Papa gè Y havia dato, qual 
é sta retenuto a Ravena, perchè voleno menarlo con 
loro. Et fo scrilo a Ravena di dargelo. 

Di sier Piero da àia' da Pexaro procura- 
ior, orator a monsignor di Lutrech fo lettere, 
di 21 da Sulmona, 22 da Civiin di Chieti^ et 
23 da Sulmona. In sumario, come inimici erano 
retrati 10 mia di là da Sanguigna, et se*l conte 
Piero Navaro havesse voluto dar la banda soa de 
italiani con li nostri, quelli erano roti; qual mai 
volse dar, dicendo non aver ordine da Lutrech di 
combater. Item, scrive come andò a Civita di 3» 
Chieti a parlar con monsignor di Lutrech. Et scrive 
colloqui hauti; il qual li disse queste nove di Fraiiza, 
esser di grandissima importanza la retention ha 
fatto rimperator di oratori, et il Re voi romper 
guerra di li, meglio saria V atendesse a expedir 
Italia prima, però scriva a la Signoria, persuada il 
Re a questo. Etiam lui scriverà a la Signoria. 
Item, li disse come si provedi di danari per pagar 
le zente, et che al passar il Tronto li lanzinech vo- 
leano al lutto retenirlo, et li capitani era di questo 
voler, unde si messe ad ordine, et poi vene li ca- 
pitani et acquietò le cose ; ma voiseno alcuni pati, 
videlicet non star da drio, ma andar avanti. Item, 
scrive, il cardinal Triulzi, che è a Napoli, haver 
scritto a Lutrech vadi in Puia, perchè havendo la 
Puia sarà signor del regno. 

Da Ravena, di sier Alvise Foscari procu- 
rator, di primo. Come era stalo a Zervia, et vislo 
la terra et Inrge fosse, ma amunile, *et a cavarle 
bisogneria far con burchiele. Li ha posto dentro 5 
bandiere di fanti numero 152; siche bisogna custo- 
dirla, perchè voriano volentieri haverla, che si pò 
ben considerar. Scrive, si mandi danari, eie. 

Fo parlalo in Collegio et proposto per sier Lu- 
nardo Emo savio di Conscio, di cresser altri 50 fanti 
a quel Manfron Manfron fo mandalo con 50 archi- 
busieri, et cussi fo scritto lettere li fazi; il qual 
però ancora non par sia zonto de 11. 



9 



IfDUVni, IIARZO. 



10 



Item, (o batlotii mandarli ducati 3000, et que- 
sta sera fono inviali. 

4 Dal Ceresara, data in la eiità di Chiete 
olii 21 di Febraro 1528. Come Pelro Navaro 
havea retirato Tuor di Y Aquila le gente sue et re- 
dutle a certi castelli II vicini per disgravar la cittì, 
non havendo in contrario che'l Viceré gli potesse 
pili nocere per le provisioni che ho scritto a vo- 
stra excellenlia ultimamente lui haverli fatto; et 
cosi lui vene a monsignor di Laulrech qua in Givi- 
tavechia di Chiete. Lo Viceré che ancor lui intese 
le genie del Navaro esser fuora di la terra, et se 
lui voleva usar diligeiilia la nolle seguente che gli 
potria de facil reussir la ini rata sua con quelli lanz- 
chencchi agiunti a quelle sue genti, non fece pili 
longa determinalione, che in un momento se ne 
voltò verso T Àquila un* altra volta per far il pos- 
sibile per entrare. Et venendo di longo, una spia 
vene a la cittì al signor Francesco Montorio con 
questa nova, et lui subito expedl al Navaro qua de 
tal successo. Il Navaro il quale era in Consilio con 
monsignor Lautrech, come ebbe questo aviso, se 
ne parli in posta per la compagnia, el fu Unto di- 
ligente che gli agiunse inanti che*l Viceré fosse 
presentato alle mure della citta ; ma ben gli era 
vicino. Et il Navaro, inteso che il Viceré non era 
ancor alla cittì con le gente sue agiunlo, se ne 
aviò verso il Viceré, et in quello scrisse a monsi- 
gnor Laulrech che la cosa era reduta in bon ter- 
mine, né più era pericolo che'l Viceré conseguisse 
alcuna sua determinatione, che al tutto era provi- 
sto, et che lui andava alla volta del Viceré con 
animo s* el poteva di abocarsi seco, benché non gli 
era bisogno tarlare molto più, perché lo Viceré 
era propinquo alla cittì. De li successi ne daria su- 
bilo aviso a Sua Excellentia. Cosi monsignor 
Lutrech, il quale non restava senza qualche impe- 
dimento di questo, é restato mollo satisfatto de la 
diligentia del Navaro, et pertanto si crede che sia 
fin ora fuor di dubio le cose di 1* Aquila. Questa 
4* nova il Navaro la rescrisse a monsignor Laulrech 
questa notte alle 9 bore. Quello che sia successo da 

« allora in qua non se ha inteso ; ma ben in questo 
progresso di questo esercito ogniuno desidera per 
beneBcio di questa impresa la diligentia, perché da 
questa in lai caso pare il resto senza dificulla lo ne 
ho voluto darne aviso a vostra excellentia, perché 
a me pare in questo proposilo nova de importanlia. 
El la signorìa vostra sapia, che quelle bone ope- 
ralione che si son falle da questo exercito sono 
successe mediante la diligentia, et ancor se*l Navaro 



non era diligente, lo Viceré gli haveria potuto dare 
qualche Impedimento, ancor che il male fusse con- 
vertito sopra lui. Alfine, per questo, li signori di 
questo campo dicono de li imperiali ancor non si ha 
aviso che siano ussiti di Roma. 

Bai Ceresara, da Civita di Chiete, date a 5 
li 22 de Fehbraro 1528. Per lutto hoggi raonsi- 
gnor illustrissimo de Lautrech é sii occupalo in 
assetare le cittì et castella del regno che sin qui si 
sono resi, riconfirmando alli loro ambasadori li pri- 
vilegii senza ponto alterarli, et concedendogli di- 
mande et gralie, el ponendo in ciascuna citi un go- 
vernai Te, talmente che tutti li mandati di cittì et 
castella si sono parliti molto ben satisfati secondo 
che si polca comprender. 

Il Facodera, che era commissario in questo 
exercito, é sii elelo residente in l'Aquila el gene- 
pale governator di Abruzo. Il signor Francesco 
Montorio, dappoi expedite le cose sue in nome de 
la comunilì de TAquila, é sii fallo condutliero de 
500 fanti de Monsignor illustrissimo per gratifi- 
carlo del bon animo^che in favore de la liga ha di- 
mostrato. L' ambasalore veneto è andato tanto 
inanti nel regno, che fin ora con quelie sue poche 
gente é intralo in un castello apresso Napoli 30 
mia che si dimanda Sanguie, né li imperiali sono 
ancor mossi di Roma : dove che non si vede diffl- 
culli alcuna de andare fin alle porle de Napoli, 
et sì se usa un poco de diligentia, secondo che di- 
cono questi signori, si oleniri il tutto facilmenle. 
Per via de Firenze se ha aviso de la pratica de la 
pace fra lo Imperatore et il Chrisliaiiissimo con 
maior discordia che mai, el che'l Chrislianissimo 
insta mollo Monsignor illustrissimo ad procedere 

inanti. 

Del ditto, date ut supra, alli 23 ditto. Lu- 
Ireclio hoggi, per una copia di lettere de V amba- 
sador del Chrislianissimo residenle presso la Cesa- 
rea Maestó, ha che, havendo il Chrislianissimo el il 
re Anji^lico mandato a disfidare alla guerra la 
Maeslì Cesarea per dui araldi in nome delle loro 
Maeslì et de signori Veneliani el Fiorentini el de 
la lega, lutti li oratori de questi potentati pre- 
aero licenlìa dalla Cesarea Maeslì il giorno se- 
guente dopo la anonliata guerra; del che lo Im- 
peratore sdegnato mollo comandò che la nolle 
seguente fossero presi tulli li ditti oratori, el il 
di seguente conduli sotto bona custodia ad un 
certo castello poco lontano dal loco dove dimora 
Sua Maeslì. Il che fu eseguilo per il Contestabile 
con 60 lanzcbenechi et 30 spagnoli archibusieri 



11. 



lIDXXTUr, UABIO. 



19 



5^ con una quantili di cavalli, né altro de li prefati 
oratori 9i é poi inteso, havendo ordinato anche la 
Cesarea Maestà a tutti li passi de li cooQni de Spa- 
gna che non sii lasciato passare homo, se prima 
non si vede o intende ehi sia et dove vadi. Per il 
che con molta fatica si ha potuto intendere questa 
nova di Spagna. Dicesi anche, che la Maestà Cesa- 
rea ordina grandissimo sforzo conira li prelati regi» 
et non può patire questa iniuria, et con periurì et 
altre acorozate parole minaza non volere mai ces- 
sare fin non sii vendicato over babbi perso ciò che 
ha al mondo, et la vita insieme. 

Lo Christianissimo ha bandita per il suo paese 
la guerra a T Imperatore, comaudando che per 
quelli delli confini sui sia mossa guerra a quelli de 
li confini dell* Imperatore, et cosi fin bora hanno 
cominziato ad damnificarsi V un 1* altro. Dioaane 
Monsignor illustrissimo si parte da Civita di Cbiete, 
et va a Lanzano. Il marchese di Saluzo si é partito 
da Todi, et vien verso questo exercilo per unirsi 
seco, et ben che esso non scrivi che imperiali siano 
ussiti di Roma, nondimeno da questo si comprende 
et si fa argomento che debbano merchiare verso il 
regno, havendosane anche aviso che sono ussiti, da 
loco degno di fede. 

Altri avisi di Franga, di 10, mandati per 
il ditto. Si ha che la Maestà Cesarea ha fatto pò- 
nere li oratori prefati separati V uno dell* altro in 
diversi lochi apresso Burgos. Et che' 1 re Christia- 
nissimo inlesa tal nova subilo per monsignor di 
Cavigni mandò ad captivare V ambasator dell^ Im- 
peratore, che era a Parigi, qual fu conduto nel ea- 
stello de la Oura, et ne fece dare aviso al re An- 
glico, soliritandolo ad resentirse di tal atto. Et da 
poi ha mandalo per ludo il regno a far comanda- 
menlo che le genti d* anne vadino alle loro guar- 
nison, pfT marchiare poi dove sarà il bisogno. Che'l 
re Anglico vole repudiare la Regina sua consorte, 
dicendo chela dispensalione che fece il Pontefice 
per bavere prima havuto per marito il fratello di 
esso Re, era diffetiva et invalida, et ancora per es- 
ser dilla Regina di tal età, che non si pò sperare 
da lei pid figlioli ; dove che per conservatione et 
bene del suo regno vole prendere la figliola di 
monsignor Bolan, quale é bellissima, intendendo 
che*l Papa é conlento de consertirglì, talmente che 
la nimicilia fra es^ Re et lo Imperatore, non sola- 
mente ha ad continuare, ma ancora ad augumen- 
tare. 
g De Alberto Gatto, in Santo Germano, alti 
12 de Fébraro 1528. 11 re Christianissimo ha 



mangiato ad principiare la guerra io le btode di 
Picardia, aziò che le gente d* arme et cavalli le* 
gieri che gli sono in guariiison vadino sopra li t>or- 
gognoni et fiamengi. Si aspetta la risposta de \f^t^ 
Anglico, quale se eslima sarà secondo che si 'de- 
sidera, zioé che babbi ad tendere alla guerra eoolro 
r Imperatore. Monsignor di Vandoma ritornò fa^ri 
qua a la corte per attendere alla expeditione uoi- 
versale. Monsignor San Polo aiiderà in Pieardia ad 
provedere alle cose necessarie là. La causa fier U 
quale principalmente il Re ha mandato ad prioei* 
piare la guerra verso Picardia, é stata per divertire 
le minazie che fonno lanzchenechi de volere andare 
in Borgogna, aziò che habbino pid presto causa de 
defendere la Fiandra che venire in Borgogea, per- 
ché è pili reputatone et è cosa pid seeura, perché 
descendendo in Borgogna facilmente potriano preo- 
dere il camino di Lione, quale non é forte, et po- 
trebono fare del male assai. Dilli laozcbenechi, per 
quanto intendo, hanno mandato a dimandare il pas- 
saggio al duca di Lorena. Il Re manda al presente 
al duca di Gelder 100 milia scudi per fare U guerra 
conira fiamengi, et cosi si darà a loro ancor tolta 
quella nK)lestia che si potrà. Sua Maestà similaseale 
ha expedito in Allemania per fare una levala di 
lanzchenechi pid grande die far si possi. Monsignor 
Liscut senescal de Genois debe partire per Cbieqa 
per riparare dove sarà il bisogno, et per quel che 
intendo, monsignor lo Orando Seuier uoii l^rdarà 
andare in quelle parte con autorità di provedere a 
li bisogni et forsi locolenente del Re. Li apagqalt 
hanno preso verso Baiona quatro navilii carictii de 
vilualie et mercanlie; siche da più bande si accende 
il foco. Il Re h detonine tulli li borgognoni, fia- 
mengi et spagnoli che sono in Pranza, con le loro 
mercanzie. Si comparliseno li canoneri et altri de- 
putati sopra r artigliaria con la della *arlegliarìa, 
per mandarne a tulle le frontiere di questo regp^. 
Monsignor lo Armiraglio senza fallo partirà domane 6^ 
per Borgogna, et la causa è che monsignor S. Polo 
non é andato nel Delfiuato per non aquislare la 
malivolentia Hi quel paese, dal quale si dimandaqo 
al presente li danari accordati alli Ire Stati. 

Da poi disnar fo Collegio di la Signoria et Savij 7 
per esser sopra le cose di la reformalion di la terra; 
et fo relele le do opinion, qual fono lode in Pre- 
gadi. 

Item, una parte di sier Carlo Capello Cao di 
XL, qual voi tulli li subdili da terra et da mar 
pagi per una volta marcello uno per caxa, videli- 
oet la exation si fazi dapoi rarcolto, et in questa 



i^ 



IIDXXVItl, HABZa 



li 



terra quelli paga di fitto da du<^ti 35 m suso, pagi 
ducati uffo, da 10 in suso ducati mezo et da 4 ìù 
20S0 sia conosotd per tre Procuratori da esser 
electi, ut in parte. 

Da Udene, di sier Zuan Basadona el dotar 
luogotenente, di ultimo. Maada avi90 di Venzoo, 
La copia sarà scritte qiiì avanti. 

Di Foligno, di eier Ahise Pixani procura- 
ior, proveditor cenerai, di i7. Come ti Capilamo 
zenerai è alozafto por a San OrachK li Ticino, et che 
li ha dfttò non It per di andar avanti, perché va eon 
poco suo onor et saria eolonello di monsignor di 
Lettrech. Scrive el soticita si mandi danari, ifem, 
spagnoli et lanzinecb erano ad Arnagni mia 30 km- 
tan di Roima, et fato la monslra haveaftò 1 1 milia 
fanti, et ptfr abt>tno hauto nel darli danari voluto (?) 
zurar di andar a trovar Lutrech. Item, scrive, il 
cardinal Campezo, che è in Roma, bavià hattiodu- 
caii 30 rÈfHia del eardiual di 9an Severino noviier 
creato. H Papia li scrisse non li desse si li cesarei se 
non in Gito volesse brosar Hotnt ete. IktH, par li 
cardinali Vt^M et Gesis, che erano obslagii H a Ro- 
ma é sta liberati ; ma li cardinali Pisani tè Trintei, 
che é a Napoli, è in gran slreta et in ima camera, 
li quali in zorori . . . . non li é st& conoésteo golum 
S volte aprir le finestre. 

Fé Mandalo in questa sera al prdcHrator Piiani 
pet corter ducMi 10 milia m oroj per la via de . . 



7« Di sièr IbtM Moro ptomMor ameraii dm 
CassfaHi di 29. H àuthario scrivevo di sotto per 
ma poterio bavei' baofto hozf. 

Del ffot^èrnùdot éifhor Jaims Maria di 
CnÉmpù Fregai, de^ éampo da Oa$sart, a di 
29 Fevrèr. Vidi MtCeii» sorilte ai redori di Brèxa : 

ClarhUfni domini honorandi. . 
Hora mi actadé signifi^r a quella, quallntento il 
signor Antotiio da Leva personalmente eon fantarìa 
et cavalhria grossa ussite Vkrì ftieri de Milano,» et 
sono stati q^i^ta noite ailogiali a PioHello, deaè- 
gnando^ lòH) questa matinà per tempo andar a Mel- 
zo pei^ prènderlo et svaiisa^ la compagnia dèi ceorte 
Qaudio Rangon de fanti el quelle del Vieoaro et 
Hannibat de Lenzo de leggeri. Queslà noUe babbiih 
mo fatto venir tutte k loro bagaie al eampo el le- 
valo quanlé tiluarie al vino era in easo loeo; quello 
cbe non ar è potuto levar, sjtarso. Bt cosi le ditte 
eo^a|^ (faeataf maUna ibansi d giorno bavemo 

fatto ritirare allo exeroilo per fare andir blito il 






disegno de li inimici. Ifondifneno essi inimici a bon 
bora gionsero a Uelzo, et personalmente il signor 
Antonio da Leiva al suo governo. A la glonta loro 
ritrovorno K nostri levati de li, et li seguitorno 
drielo a cavaHo el archibuseri in sua compagniai et 
cosi scaramuzando con loiro il prefalo eonte GIau* 
dio et li leggeri nostri sonosi retirati a salvamento. 
Venuti loro messi al campo a notificarci tal cosa, 
habbiamo fatto cavalcar contro li nemici el signor 
eonte da Caiazo el la compagnia del Castro, quali 
per bono spatio sono stali a le mani con li inimioi, 
el il prefato Conte ha preso uno capetanio de loro 
de cavalli l^eri et uno de Insegna, con alquanti 
homeni d' arme el cavalli leggeri, in tutto da 13 in 
14 bene ad ordine. De morti et feriti de loro non 
ne farò mentione, né de cavalli, perché mal si può 
sapere ; ma cerlanfente 3 Leyva era venuto molto 
grosso persuadendo far gran fatti et gii é andato 
MKto fi SBO pensiero, el spefasao faif line andar fal- 
liti ancor de li allri. De qoanlo ne segt^iri, vost#a 
signoria né bara aviso, a la qual moMo mi oflero 
el raeoMoandd. 

Sotloseritta : 

A cemandi de V. S. 
JéxM Masu di Gaitfo FiAbeso. 

Da Vdem^ di sier Zuem Bamdma el dee- g 
t&¥, ikog&tenmio, di ultimò Fevrer lS27é Man- 
dH questi avisi : 

Ék UHéHe VenMni ad elàrtaMmum dominum 
LdeÉfhtBnmtèmf die 98 FebrUarii 1528. 

Magnifico et clarìssimo signor nostro obser- 
vandisBimo eie. 

Per dui bebi*ei partili da Vienna eirea 13 zoniì 
fdnno, referiseono òhe in Vienaa se atrova el conte 
Nieòlè da 9olm« et ebe lo Re boemo el arciduca 
aUstriano se alrova in Strigonia eum poca zente, el 
cbe Sua Maestà el ancóra le Hefine^ zoé la sorella 
et la moglie se aspectavano a Vienna. Lo re Zuane 
angirioo, uIìob VaiyodalrànsRvano^se alrova su la 
Tiasa a quel ivogò ddve fu fadit la^ prima searamu- 
za Ira esso Re htongarico él lo Re boemdi el dice 
che il frreiifo re Zuanè esser polente di zente. 172- 
léWn^ ne riferisse ono nòstro cittadino, qua! vien 
dd qtiélfe parli superiore^ che da persone degàe di 
fede èsisèfff sti rerek*itbì el préfìilo re Zuane haver 
preso 4oi castani de l' aniedtfto Archiduca, el nome 
tm «eia Ai (Keli «iit^lli^ tanten ebe t^ Vayy oda 



15 



MDXXVin, UARZO. 



16 



traDsilvano subsliluilo da esso re Zuane, che prioia 
era Vayvoda, qual era rebelado da esso re Zuane, 
dice che é ritornato a la sua devolione et é inimi- 
cato eum el Re boemo ; et tal inimicitia è causata 
per la Regina. Né altro abbiamo per bora de signi- 
ficar a vostra signoria a la cui gralia, eie. 

Di campo, da Cassan, di ultimo Fevrer 1527. 

Come el signor Antonio da Leva beri ussite 
di Milano cum tutte le gente sue si da pé come 
da cavalo, et mandati 3000 Tanti per soccorer Leco, 
eum tutto el resto si é alogiato a Piantelo 6 mi- 
8* glia lontan da Milano. Nui subito babiamo expedilo 
bon numero de Tanti et cavalli sopra il bergama- 
sco per obviar al passo a quelli che vanno a la 
volta di Leco, come indubitatamente se Tari se 
vorano passar sul bergamasco, come cegnano di 
Tar. Et el carico de tal impresa é sii dato ai ma- 
gnifico domino Petro Longena eum diverse com- 
pagnie di Tanti, a la summa de 1500 et piiL Et 
bozi poi a cerca bore 20, ditto Leva cum bon 
numero de cavalli et Tanti se ne é venuto fin qui 
apresso, et come Turno per mezzo a Metz, comin- 
zorono a scaramuzare con la compagnia del conte 
Claudio Rangon, dove vi era anche lui in persona, 
et veniva de qui per ordine datoli dal clarissimo 
Proveditor. Et lui eum la sua compagnia se ha 
portato valorosamente, et sono venuti fin qui sem- 
pre combattendo et senza perder un homo. Come 
Turno propinqui a qui, si dete a Y arme et tutti 
corseno a li repari al solito. Gionse poi il conte 
di Caiaza et Zuan Battista da Castro. CMm parte 
di le sue compagnie, et si penseno Tuori drieto li 
inimici che già davano volta, et ne hanno preso 
zerca 15 tra homeni d'arme et cavalli leggeri, 
fra li quali vi é uno capitanio de legieri detto Pa- 
dr^;no, poi li hanno dato la Tuga più di 6 miglia 
luntan de qui. Et cusl riescono le bravarie loro; 
et sono ritornati a Plantello ; ma si tien non sta- 
rano molto a tornar in Milano. 

Q . Da Cassan, di sier Toma Moro provedi- 
tor Menerai^ di 29, hare 24. Beri scrisse la ma- 
tina quanto si bavea de novo, et de li inimici da 
Milano quali erano per ussir, et cussi beri a bore 
90 le zente inimiche, si da pie come da cavallo, 
uscirno et veneno in uno loco ditto Piontello, 
apresso Melzo miglia 4. Et li sol cavalli legieri 
corseno fino a Pozolo miglia 3 lontano di questo 
loco da CasiaDo» Et beri etiam 11 ioimici aodorao 



in battaia grosissimi da pie et da cavallo per an- 
dar a Melzo; et per esser sta cussi deliberato in 
consulto, el conte Claudio Rangone vene Tuori in 
battaia stretto sempre scaramuzando con loro fino 
qui a Cassano, et qui si dete a Tarme et si saltò 
Tuori con alcuni cavalli legieri, zoè il conte de 
Caiazo et missier Zuan Battista da Castro, et han- 
no preso da 13 de ditti inimici, tra i quali uno 
capitanio spagnol di cavalli legieri. Dicti inimici 
sono alogiati a Pozolo lontan de qui miglia 3 4 si 
dice sono da 400 cavalli et da 3 in 4000 Tanti, 
con pezi tre de artellarie, et la persona del signor 
Antonio da Leva. Si ha come lo resto de inimici, 
con il conte Lodovico Belzoioso et Pietro Birago, 
sono andati con 3000 Tanti verso Leco per socco- 
rer quello et passar sul bergamasco Qon 5 pezi 
di artellarie. L' é sta mandato domino Pietro da 
Longena al governo di bei^amasco, et doe altre 
compagnie di Tanti apresso a quelle erano za an- 
date, zoé el Vaylà et Cesare da Martinengo el do- 
mino Maria da Castelo. Scrive, creder si scaramu- 
zara con inimici et grossamente. Scrive si mandi 
danari per pagar le gente, che di altro non si du- 
bita niente. 

Di Cassano, pur di tdtimo lébraro. Come 
beri il signor Antonio da Leva ussite di Milano in 
persona con tutte le sue gente da pie et da ca- 
valo, et vene fino ad uno loco chiamato Piontello 
luntano da Melzo miglia 6, et per questo si Tu 
ordinato per bon rispetto che le gente nostre, 
che erano in Melzo, dovesseno levarsi et venir de 
qui, ita che il preTato conte Claudio oggi eoo le 
sue et altre gente che ivi erano, metutosi in bona 
ordinanza stretamente uniti, si è venuto a questo 
exercito, essendoli sempre alia coda scaramuzando 
le ditte gente cesaree, et si è portato bene, che é 
reussito senza danno et con onore, et tutte le gente 
inimiche spno fino apresso questi repari mezo mi- g< 
glìo. Et qui si é dato a 1* arme, et ussiti Tuora de 
li repari, alcuni de li nostri a cavallo hanno sca- 
ramuzato, ma Turno presi do tre de li nostri a 
cavallo, et poi gli andò el signor conte di Caiaza 
con molti de* suoi cavali seguitando li dicti cesarei 
che gii si partivano, et con loro scaramuzando ha 
preso uno valente capitanio di leggieri con 13 
homeni di valore ben ad ordine di cavali et altre 
cose, ut quelli con molta vigorìa ha condulti qui 
in Cassano, ita che inimici si sono partiti con poco 
onore et manco utile di questa impresa. Le gente 
nostre che erano in Lomelina» se sono tutte revo« 
cale et dimane agiongenmo de qui. Il coote Fi* 



17 



MDXXVin, MARZO. 



18 



lìppo TornielOy el conte Lodovico Belzoioso et Pie- 
tro Birago con tutte le gente italiane e 3 bandiere 
de lanzchenech si sono levate hìefi de Milano, et 
vanno con 4 pezi de artelaria ad coniongersi con 
quali altri che sono siati già molti giorni sopra il 
monte di Brianza et per soccorer Leco se polrano, 
et minazìano di buttar un ponte a Brevio sopra 
Adda et passare a danni del bergamasco. Si hanno 
mandati drio Adda sul bergamasco fanti 1500 et 
più. Al governo di quelli gli é mandato il magnifico 
domino Pietro Longena, ita che drio Ada sono 
da 8 compagnie di fanti et 4, o, 5 de cavali le- 
gieri, et quando inimici passasseno sul bergamasco 
si leveria de qui, tutto questo exercito per non 
lassar danizar quelli subditi nostri. 

10 Copia di una lettera dal campo, da Cassan, 
di 30 Marzo 1528, scritta per Hironimo 
Gago a domino Oioan Battista Manfredi 
secretarlo de lo illustre conte di Caiaeo in 
Venetia. 

Signor Gioan Battista mio bonorando. 

Sendo liieri el nostro signor illustrissimo an- 
dato per trovar la scorta de li nimici che veniva 
da Monza a Pioltello, imboscatosi con la compa* 
gnia et circa 200 archibusieri presso mezo miglio 
a la strada dove dovevano passare, mandò spie in 
Pioltello ove sta ancora el signor Antonio da Ley- 
va col campo, et parimente fece andare uno altro 
^ Monza distante Y uno dalP altro sei miglia. Quello 
del Pioltello riportò che'l signor Antonio con tutto 
el campo era in arme et in battaglia ; l'altro disse 
che in Monza era una grossa banda de cavalli et 
un* altra de archibusieri, et che qualclie 50 lanz- 
chinech stavano per partir con viluaglia per el 
campo. El signor havendo gran sospetto da duo 
canti, retirò la fantaria un miglio più securo, poi 
deliberò d* andare a combattere gli ditti pochi lanz- 
chinechi, et tolti solamente 25 archibuseri electì, 
con Bertolo andò sulla strada per aspettarli fuor 
de una villa a la campagna. Et cosi camminando 
Bertolo per entrare in essa villa, trovò che già 
erano arivati non tanto quelli lanzinech ma ancora 
spagnoli et italiani che venivano da Pioltelo, pur 
egli gli diede dentro, pensando che non fossero 
se non quelli 50 atamani; ma trovò grossissimo 
contrasto. Il signor veggiendo gli nostri archibu* 
sieri impegnati in una casa, carigò dati* altro canto 
con li cavali; tuttavia non puoté far niente, per 
avere già loro messe alcune botte sulla strada. 

Diarii di M. Sanuto. — Tm. UYIL 



Anzi in quello carigare furono amazati dui de li 
nostri cavalli, et (erito malamente quello de sua 
signoria. Fatto questo, il signor si retirò in cam- 
pagna, et montato su la cavalla determinò de so- 
correre gli nostri archibusieri gli quali anchora io« 
combattevano ne la casa, et cosi con li archibu- 
sieri a cavallo, che fece smontare, et la compagnia 
de cavali legieri cargo, de sorte che ributò gli ini- 
mici, talché gli nostri fumo ricuperati. De ti av- 
versari, secondo che se intende, ne sono morti più 
de dieci, de li nostri uno et feriti due, el come 
ho detto de sopra morti due iltri cavalli el ferito 
quello del signor de maniera che lo veggio a 
piedi, et sua signoria per ciò mi ha commesso 
che io debia scriver a vostra signoria, che stia a 
r erta con maistro Giovanni Pietro Mariscalco, avi- 
sandola se gli viene cosa al proposito. Et non altro 
occorrendo, a vostra signoria mi racomando. 

Copia di lettere del ditto campo^ di 30 Mar- 
BO 1528f scritta per 



Heri el signor conte de Caiazo cavalcò, ma la 
sua Imboscata fu scoperta et non potè exeguire 
quanto era ito per fare, pur fece slare in arme 
tutto el giorno li inimici al suo campo a Piontelo 
et a Monza. Quando fu la sera, el signor An- 
tonio da Leva mandò a Milano quattro forzieri di 
le miglior cose se avesse driedo, per non lenirle 
a perìcolo. El prefato capitanio ritornò con el suo 
cavallo ferito de arcobuso, che i forno però a le 
mano con alcuni lanzinechi che stano in Monza. 
Ad instantia del prelato Conte, fessimo heri sera 
uno salvoconduto a uno capitanio Antonio di Ca- 
stello qual al presente serve imperiali, che *1 po- 
tesse venire di qua el mandatolo. 

Monte in questa notte domino Leonardo Pon* 1 1 
tirolo francese, medico excellenle, el qual beri fo 
in uno collegio, et poi venuto a caxa cazete apo- 
pletico el monte. 

In questa matina la Signoria dele un poco de 
audientia, et li Savii si reduseno a consultar le 
parte de hozi. 

Da poi disnar fo Pregadi per expedir le parte 
de conzar la terra ; et fo lede le sopradilte let- 
tere, et di più. 

Da Padoa, di sier Ma fio Miehiel podestà 
et sier Santo Contarini capitanio, di .... ^ 
Come ha bauto la lettera nostra di baver T im« 

9 



19 



HDlX^ai, MAR20. 



«) 



presiedo, chiamono il suo Conseio, et lecla la let- 
tera tatti fono di un voler, el cusi porterano tm- 
mediate li ducati 10 milia. Et elexeno do oratori 
domino Antonio Caodivacca el cavalier, et domi- 
no .... da Lion dottor. 

Da Trevixo, di sier Stefano Magno pode- 
stà et eapitanio. In conformili, scrive nel suo 
Conseio tutti esser contenti de l' imprestito. 

Da Vicenea, di sier Zuan Pixani pode- 
stà et sier Zuan Antonio da chà Taiapiera 
eapitanio. Come, lecla la lettera et proposto nel 
suo Conseio, preseno servir la Signoria et . . 



Da Verona, di sier Zuan Emo podestà 
et sier Daniel Barbaro eapitanio. Come hanno 
preso nel suo Conseio di servir la Signoria, et 
venderano li vicariadi per haver presto li danari. 

Fo lecto etìam una lettera di dicti rectori de 
Verona con uno riporto hauto de le cose de so- 
pra ; et esser zonlo uno eapitanio chiamato .... 
per far 40 bandiere de fanti, se dice per condurli 
in Borgogna per romper guerra a Pranza. Et altre 
perticularità, ut in litteris. 

Fu lecto una lettera di monsignor Lutrech 
da Civita di Chieti, di 22. Scrive al Serenis- 
simo li progressi fatti, et non è di lassar Timpresa, 
però non si manchi al danaro per pagar le zente 
et tenir in Lombardia le zente si è ubiigatì di le- 
nir. Et più, havendo inteso el re Cbristianissimo 
voi romper guerra di li a V Imperador, che il me- 
glio sdrìa attender prima a V Italia, però si per- 
suadlla Christianissima Maesti a voler far questo ; 
con altre dssi parole et eonsegli a beneficio de la 
guerra, ut in litteris. Una savia et ben ditata e 
longa lettera, et sopratutto lauda summamente il 
procura lor Pexaro. 
1 1» Fu posto, per i Savii, una lettera a sier Zuan 
Battista da HoKn proveditor zeneral in Dalmazia; 
òhe quelli ha in prexon a Spalato, et formato prò* 
cesso, quel! meritano poenam sanguinis, li mandi 
de qui a le preson et li processi a li Àvogadori ; 
quelli eitra sanguinis remetemo a lui li debbi pu- 
nir, havendo rispetto a la calamiti di Spalato per 
la peste slata, et a la condilion di tempi, ut in parte. 
Et è risposta di sue lettere, di 6 Fevrer passato. 
Ave : IT^, 2, 2. 

Fu posto, per li Consieri, Cai di XL el Savii, 
mandar uno presente di cosequadragesiniala mon- 
signor di Lutrech, qual eosta ducati 60, ut in par ' 
^. Et fu presa» 



Fu posto, per i Savii lutti, che a Pandolfo Ce- 
nami luehese, qual li bisogna per una sua nave, 
patron Zuan Quarlano, con la qual conduceva Tor- 
menti in questa terra, et per fortuna ha dato in ter- 
ra a Puola, li sia dà di V Arseni una barca ve- 
chia, 5 tornali, 10 laie da temali, 5 pasteche, 8 
manti di galle solil, 5 argane fomite, IO pezi di sto- 
pazo, 6 meminali di cenlure, depositando in con- 
tadi eie. El de eoetero non si possi dar robe de 
r Arsenal ad alcun se non darano in conladi a T Ar- 
senale et scrivendo in Banco, li patroni li trazi in 
termine di 8 zorni. Ave : 181, 5, 1. 

Fu posto, una parte per i Savii, zerca quelli die- 
no pagar la tansa et non hanno il credito, il moilp 
dì pagarla, come in la parte si contien. La copia é 
qui avanti. Fu presa. J88, 7, 3. 

Fu posto, per li Consieri, Cai di XL, Savii del 
Conseio el terra ferma, che havendo sier Vetor Gri- 
mani procuralor oferlo prestar a la Signoria Destra 
ducati 500, questa oferta sia acciaia et la restitu- 
zion si fazi in le prime angarie. La copia sarà qui 
avanti. Fu presa. 173, 19, 0. 

Fu posto, per li Consieri, Cai di XL et Savi del 
Conseio et terra ferma la expedition del conte Ale- 
xandre Nogaruola et Tonm Colpano dolor oratori 
di Verona, et domino Francesco Losco dolor, cava- 
lier, et Vicenzo Feramosca dolor oratori di Vicen- 
za, che li debitori di le daie di i^ lanze da priorìe 
Marzo 1517 fin 15*27, li sia concesso a pagar la 
mila per tulle questo mexe et Taltra mila per tutte 
Aprii, melando a conto quffllo ha dato a li exatorì, 
non obstante sentenlie di Provedileri sopra le ca- 
mere, e le cause di Francesco da Ugnoan et Piero 
Venier exalori sia come le é, el sia revoca semplici 
mandali di rectori, et quello se scoderà sia ioiplicà 
a le presente occorenlie, sotto pena eie. Et a li Pro- 
veditori sopra le camere siano dati ducati 200, et 
la execulion sia eomessa al Proveditor sora i dana- 
ri et al Cassier di Collegio, ut in parte. Ave : 
160, 4, 7. 

Die tertia Martii, 1528. In Bogatis. ^ 

Sapientes Consilii, 
Sapientes Terme firmae. 

Fu preso, per questo Conseio, chela ultima tan- 
sa una el messa al Monte di subsidio fusse pagata 
una de sconte eum la tansa a restituir, et V altra 
roeza in conUidi, m fusse aceti il sconto a chi non 
pagaia prima ii eoQtudi» Et parchi « vede quelli 



SI 



KDXXVQI, UJMO. 



2S 



che mm hanno tansa dì scontar» andando duramente 
a la satisfat'tione esser raduti ad haver lassata pas- 
sar ii termine cum perdeda de (e 10 per 100 de 
don et dei prò'; et che lassandose cussi scorer saria 
a loro danno grande et a la Signoria noslra inco- 
modo, la qual desidera poter exigere da ogniuno 
cum presteza, ricercando cussi ii presenti bisogni ; 
et però, essendo ben prò veder che habiano el modo 
de satisfar li predili che non hanno il credito de la 
tansa a restituir preditta, per haver quella pagato, 
tagliato, over venduta, o per qualunque altra causa : 
L' anderà parte, che in loco de la ditta tansa de 
sconto, se possi pagar cum la infrascritta sorte de 
danari, videlicet con el prò' de Monte vechio paga 
di Septembrio 1481 nel sestier di Ossoduro nova- 
mente butado, con el prò* de Septembrio de Monte 
novissimo, che de proximo se dia pagar cum la 
prima rata del prò' de Moirte novo del 1513 che 
proximamente se die pagar, et ancora se possi pa- 
gar eum la prima rata dell* imprestedo de Gran 
Conscio che de proximo se ha da butar. I qual tutti 
danari siano acetati m loco de sconto, quali se possi 
far da li creditori di quelH in nome cussi suo come 
de altri ; ma non se possino acetar, se prima noa 
sari sti pagata la meza tansa di contadi, et de li dit- 
ti tutti sconti se li babbi a dar don de 10 per 100, 
cosi come è sti fatto del sconto de la tansa a resti- 
tuir. I quali tutti prò* el ogni altri simili danari siae 
obligati a la Signoria nostra, el oonze le scritture, el 
per li Governadori de le inlrade scossi eC portali a 
le presente oecorentie. El azió che tulli possino con 
comoditi far el compito pagamento de la ditta tansa 
una et meza, sia prorogalo a cadauno termine ie 
poter pagar la una tansa, si cum le dille sorte de 
credili come cum la tansa prefala a restituir, el la 
meza tansa in contadi per tutto di 15 del presente 
mexe con el don de 10 per 100, el cum el beoeflcio 
del prò* de Marzo presente. El passalo el dillo ter- 
mine non se possi scuoiier più con el dillo don, 
sotto le più strette pene che se contien in le parte 
sopra ciò prese ; ma se debino tirar immediate le 
marele nel zornal. 



t De parte 
De non 
Non sincere 



188 



7 
3 



Die tertia Marta In Rogatis, 13' 

Ccnsiliarii, 

Capita de Qaadraginta^ 
Sapientes Consilii^ 
Sapientes Terrae firmae. 

Hàvendo il nobii homo sier Vetor Grimani prò* 
curalor 1* altro zorno in questo Conscio cosi lauda • 
bile el promplamente o£ferlo a la Signoria noslra 
ducali 500 ad impresiedo per le presente occoreo- 
•ie, però; 

L* anderi parte, che per auloriti di questo Con- 
scio sia accepli ditta oblalione, el mandar debbi li 
ditti ducati 500 a 1* officio nostro di Canoerlengi a 
la cassa de le presente occorrentie, dove sta fallo 
creditor, et possi scontar el dillo suo credilo in ca- 
dauna di le sue graveze el angarie che de coetero 
se penerà, havendo lui rechieslo cum tulli i doni el 
eondition saranno poste dille graveze et angarie. 

De parte 173 

De fton 19 ^ 

Non sincere 

Die dieta. 

Omnes suprascripti. 

Ha scritto a la Signoria noslra lettere il Prove- 
ditor nostro Pexaro, haver mandato ad tare in que- 
sta città per ordine di monsignor illustrissimo di 
Lutrech alcune cere, specie el altre cose quadrage- 
simale per valuta di zerca ducali 80 ; le qual cose 
essendo a proposilo per gratiflcar Sua Excellentia 
mandarli a presentar in nome nostro ; 

L' anderi parte, che *l sia di faculli al Collegio 
nostro di spender fino a la ditta somma ducali 80 
ne le robe predille, da esser mandale ad apresenlar 
in nome de la Signoria noslra al prefalo monsigoor 
di Lautrech. 

t De parte 171 
De non 1 

Non sincere ^ 

Queste sono le cose rechieste per Lutreoh. j 3 



Fige 

Uva di Damasco . 



libre 100 
> 50 



S8 



MOXXVUI, MARZO. 



Si 



Avelaoe 

Altra sorte di uva' 

Zucaro per cucioa 

Ziicarofino 

Prune 

Torze di zer% bianca di peso libre 2 . 

Candele di cera bianca di 5 a la libra, 

di longeza d* un piede e noezo . . 

Riso • 

Pevere pesto 

Polvere di ogni sorte di specie . . . 

Garofoli 

Canela in cana 

Canela pulverizata 



libre 50 

> 60 

> 100 
pani 10 
libre 50 

> 80 






100 
50 
6 
6 
2 
1 
1 



14* Da Zervia, vene lettere di sier Zuan JFVa»- 
eeseo Sagredo proveditor, di , , , , Narra la cosa 
come fu di Tasalto volevano Tar li foraussiti di Zer- 
via, nominati per le altre, et quel SJefano Fanle- 
aguzo da Cesena To nostro contestabile con li danari 
hauti da li tesorieri del Papa, etc, et le provision 
lui fece, et come il Proveditor di Ravena è stato 
Il etc, ut in litteris. 

Di sier Toma Moro proveditor ^general, da 
Cassan, di primo, hore 6, Come beri scrisse li 
pregioni fatti per nostri de inimici forono 12, bora 
avisa sono 22, et do capitane! et do altri capitani di 
spagnoli feriti a morte, V uno don Alons capilanio 
di cavalli ferito di due archibusate, T altro capila- 
nio pur di cavalli legieri, taiato una mano, et do 
capitani furono presi. Li inimici sono allogiati in 
Piontello et li si stanno, né hogi hanno voluto in- 
sire, perché venendo di Lomelina el signor Cesare 
Fregoso et domino Paulo Luzasco sono corsi Gno a 
li muri di Piontello el li hanno tolti cavalli e( li 
muli del capitanio Zucaro, né mai loro inimici se 
hanno mosso de 11. Item, hogi inimici do volle 
hanno dato allarnìe, vexali da nostri carvalli, né 
però si sono mossi. Il conte di Caiazo con 150 ca- 
valli et 400 fanti insite fuora per trovar dilli ini- 
mici ; ma loro non li volseno venir. Scrive, 8 capi- 
tani de fantarie sono sta mandati sul bergamasco 
con le sue comitive, et è bona gente el in ordene. 
Scrive, hozi se ha sentilo tirar artellarie da longi, 
pur verso Leco ; ma non se sa dove. Scrive, za do 

. notte stemo a V erta; senza dormir. 

Bel ditto, di 2, hore 3. Come el signor Anto- 

. nio da Leyva é pur a Pionteila, el heri, come scrisse, 
passorno per de li le zenle nostre da cavallo, che 

(1) La carta 13* è bianca. 



venivano de Lomelina, et li feceno dar a Tarme, né 
mai volseno venir fuora. Si stari a veder ben oocu- 
lati ciò che '1 vor5 fare*. Heri inimici che sono per 
socorer Leco tentorno di passar Ada a Brevio et in 
altri lochi, et già alcuni di loro erano passali et fu- 
rono con loro danno et vituperio fatti tornare di 
là ; siche é sii fatto tale provision drio Ada, che 
non é da dubitar che dicti inimici habbino a passar 
Ada, né potrano soccorer Leco. Scrive baver baule 
li ducati 10 milia. 

La Brexaydisier Zuan Ferro capitanio, H 
di 2, vidi lettere particular, che dice. Da uovo 
si ha, el signor Antonio da Leva baver mandato per 
soccorer Leco 1200 italiani, do insegne di lanzioech, 
pono esser 300, el zerca 650 spagnoli, quali bozi si 
dieno trovar a Ulcina. Hanno doi canoni et dui roezi 
canoni. A l'incontro, a Caurinogli é el signor Piero ' 
da Longena, el conte "Crcule Rangone, Cesare da 
Marlinengo, Octaviano Vayli, Marian da Castello, 
domino Guido do Naido, Feracino el Balistin da 
Rimino, che sono zerca 1800 fanti. El cast^lan di 
Mus se li ritrova in esser fanti 800. Heri gionse in 
campo a Cassan il signor Cesare Fregoso, il magni- 
fico Luzasco con quelle gente che erano in Lume- 
lina quali riposaranno per uno giorno : et doman 
infallanter si farà una di due cose, o andarono a 
tagliar a pezi el soccorso di Leco, o faranno gior- 
nata con el signor Antonio da Leva che se ritrova 
a Piontello. Hozi o doman si tlelibererà qual de 
due cose barano a fare ; ma se indica farano quella 
di Leco. L' altrieri si fece una grossa scaramuza ; 
fu preso do capitani Ispani de leggieri con noolli 
altri homeni da bene, et loro inimici guadagnorno 
una insegna di gendarme che cascò a quello la por- 
tava, che era del conte Odo Brazo, giovane valente. 
Ma questa é la prima baruffa che ba fallo ; un* altra 
volta sarà piti advertito. 

Del capitanio del lago, Jacomo Barbaro, 
date al lago a dì primo Marao, particolar, 
vidi lettere. Come, essendo sta preparalo per el 
venir de monsignor reverendissimo Farnese a Salò, 
qual doveva venir, el tutto é sta venduto, el questo 
per haver ditto el suo spendador, che il Papa li ha 
mandato uno brieve che voi vavli da Sua Santità ; 
siclic ha convenuto andar verso Orvieto. Di sopra 
si fa una dieta nel conti de Tirud, per voler far 
gente. Scrive haver mandato doi, che uno non sa 
di r altro, per ved< r quello é, el sono persone che 
reporlerano la verità. Si fa le munilion rifrescar, 
tamen di union di gente non si ha. 

Del ditto, da Bordoìin, di 2, Come quel ca- 



96 



uDxxvm, lUBza 



se 



pitank) nominalo Dogano Grison si fece da merea- 
dante et apresenlossi al Proveditor di Salò, et an. 
dele a la corte del Principe, et non vene per il 
lago, ma smontò a Gargnaii, et per terra con guida 
15 sene andele. Et il Proveditor non Tarla lassato 
passar se non li fiisse sta ditto per alcuni di Salò 
che lo conoscevano, che era mercadante et homo 
di gran fazon et di guerra. De qui se ha, che il 
Principe ritorna in Hongaria per haver hauto la sua 
gente sinistro da le zenle del Vayvoda. Io ho man- 
dato a Trento dove si fa una dieta de li signori del 
conti di Tiruol, et quello sari risolto lo saperò 
benissimo. Dicesi che il signor Antonio da Leva 
scrive in Alemagna : soccorso, soccorso, altrimenti 
la fame lo strenzerà a pigliar partito. Se condu- 
cono biave a Riva et farine. É stati dui regenti in 
la vai Deben a veder quelli passi; non bisogna fl* 

darsi. 

Fu baloti iusta le leze sier Francesco Dandolo 
venuto Soracomito, haver ben servido et tenuto la 
galla. Ave 110, t. 
15* Fu posto, per li Savii del Conscio et terra 
ferma, excepti quelli nominerò di sotto, una parte 
di ritornar su le de«;ime, et altra siano tansadi ca- 
daun, qual poi sia incorporada et se intendi pagar 
tanto per decima, et questo per anni 5, con molte 
clausole, et duri questo per anni 5, ut in ea. 

Fu posto, per sier Zuan Matio Bembo, sier 
Carlo Cappello Cai di XL, sier Lunardo Mocenigo 
procuralor, sier Luca Trun procurator savii dei 
Conscio, sier Piero Boldi) et sier Filippo Cappello 
savii a terra ferma, una parte di retansar di novo 
tutti, con molte clausule, ut in parte. Et per esser 
do opinion, fu rimessa a ballolarle doman. 

In questa matina, in Quarantia criminal fo meni 
uno caso intromesso, una retention in caxa di sier 
Zuan Malipiero qu. sier Hironimo qu sier Zuane, 
qual Sabato passato fo retenuto per una sententia 
voluntaria fatta al Petizion in favor di fìoli fo de 
ser Homobon Oriti, per causa di certo colar ave et 
non gè lo rese. Et sier Michiel Trivixan avogador 
intromesse et parlò. Li rispose in favor di Oriti 
domino Cornelio da Feltre dotor. Andò la parte di 
taiar la retention, 19 de si, 1^ di no, 5 non sincere. 
Et fu presa di una baiota, perchè non si poi per 
debito tenir in caxa. 

A dì 4. Là matina fo gran pioza • et vento et 
calivo tempo. 

Di Brexa, di sier Antonio Barbaro pode- 
stà et sier Zuan l'ero capitanio. Come, nel suo 
Conscio haveano preso di dar li 10 milia ducati ri- 



chiesti ad impresiedo, iusta la parte, la qual ava 
tre ballote di no. 

Da Cremona, di sier Gabriel Venier ora^ 
tor, (Il ... . Come il Duca era montato in burchio 
per andar al suo camin verso Ferrara per andar a 
Loreto, con ordine dato a lui Qralor Taspettaria a 
Caxalmazor. Et cussi esso Orator, iusta le lettere 
haute di la Signoria nostra che1 vadi, con lui si 
partiri per andar insieme. 

Veneno in Collegio li do oratori padoani do- 
mino Antonio di Caodivaca el cavalier et domino 
Zuan Battista da Lion dotor, et portooo ducati 2000 
a conto de 1* impresiedo ; il resto sariano etiam 
presti. 

Da poi dìsnar fo Collegio di la Signoria per la 
cosa di becheri coati offici deputali, Oovernadori, 
Proveditori di Comun, el oGciali a la Becaria, et 
nulla fu fatto, rimesso a uno altro zorno. 

Da Fiorenza, di sier Antonio Surian dotor 
et cavalier, orator, di 24 et 27. Il summario di 
le qual scriverò di sotto. 

Da Vieenaa, dÌ4tectori. Come quelli voleno 
pagar Timprestedo, che 1* eslimo pagi di quelli 
paga da soldi 5 in suso, et voleno se comprendi 
etiam li venitiani hanno beni in visentina. 

Dei Cereaara, da LanBano, aUi 24 di Fé- la 
braro 1528. Monsignor oggi è venuto io Lanzano, 
dove fin qui non ho altro, se non che da li ho- 
meni di la terra se dice che li cesarei venivano 
verso il Oarìgliano, quali in tutto, con quelli di le 
forteze che sono uniti, sono da 16 in 17 mila fanti 
con una grande quantiti de artellaria, et che è bel- 
lissima gente; ma questo l'ho solo dal populo, né 
però ancor si ha di certo che siano ussiti di Roma. 

Del ditto di 25, ut supra. Beri s' ebbero av- 
visi da Firenze, da V Aquila, et dil signor Valerio 
Ursino, li cesarei esser ussiti di Roma, preso il ca- 
mino verso Napoli da Santo Germano costegiando 
la fiumara del Oarìgliano ; del che Monsignor si 
mostra molto contento, et dice non voler tardar 
più in loco alcuno fin che non si trovi presso loro, 
con animo di combatter ogni volta che gli venga il 
proposito. Cosi dihiane parte da Lanzano, et va al 
Guasto procedendo per l' avenir dìligenteotente. Et 
il capitanio di T artellaria ha ditto a Monsignor, che 
la fari caminar 15 mia al giorno dimodoché per 
r artellaria non si tarderà, di sorte che procede»* 
dosi a questo modo, a iudicio de ogniuno non potria 
passar molto che si vederi gran cose, né V impresa 
può andar molto al longo; che o li cesarei, o quelli, 
di la l^a sarano sforzati al combatter per la mot- 



S7 



MMXVqJt MARZO. 



MnAim di le gentil et per le viltuarie che a loago 
andar non bastarano. A nnio iuditio, tutto questo 
exerfito si trova molto voiUnteroso al combaler, et 
vi si trovano soldati da faetkme numerati da 21 ia 
93 milia eombatenti ogni volta che tutto lo eser- 
cito de la lega sii unito, senza quelli che non sono 
pagalK» che in tulio si tiene che ascendano più de 
50 milia fcoti ; cosa quasi incredibile. Et tutto que- 
sto esercito occupa apreaso 60 mia di paese; siche 
pensi Vostra BxceHentia se bisognerano di le vit- 
tuarie. Et medemamenle l' esercito imperiale unito 
sari Torsi da 17 milia combateoti de (actione senza 
la zurma ; si che difficile sari che vi sia viUuaria 
16» de inlertenirli mollo, ancor che ne ritrovino per 

qualche di. 

Dei diito, dal Guasto, dì aSFebraro. Hoggi 
monsignor Lautrech e venuto qui al Guasto, et per 
dimane potria sapraseder in ditto loco per bavere 
fetto hoggi un lungo camino da Lanzano sino al 
Guasto, che se gli fa 25 mia con V artellaria ; ma 
postdimane se partirà per Tremole, che se gli fa 
di strada 20 miglia. Cosi procedendo di questo 
modo, per quanto esso Monsignor dice, sino si ri- 
trova albi volta de imperiali. É venuto aviso hoggi, 
che gli imperiali mandano 3000 fanti con diligeotia 
verso Manfredonia per fare V intrata loro dentro 
prima di quelli di la lega ; nova di qualche impor- 
tanza, seeufido il iuditio di questi signori, quando 
la gK succedesse a li imperiali. Nondimeno è difficile 
che la gè reussiri ad eSecto, perché Pietro Navaro 
et il marcliese Saiuzo che si ritrovano in V Aquila 
non hanno mancato di celere provisione sin bora, 
io scriverei la importaotia di questa entrata in Man- 
ferdonka pid difusameiUea Vostra Eseeilenlia quan- 
do se bavesse possalo intendere piiì chiardmeute 
per il presente; ma quaulo ho potuto iulendere 
et più veriGcato lo scrivo, uon restando di darne 
ancor più copioso aviso, come si veda V elTetlo di 
tale cosa quanto T importi. 
17 Adi 6. Se intese esser morto sier Nicolò Bra- 
gadin qu. sier Vettor, era Pruvedador a la Zefalu- 
nia, fato V intrada di...' zorni io loco di sier Nicolò 
Halipiero, qual ha convenuto restar viceproveditor. 
Del Pexaro, fo lettere di 24 et 25, di Lan- 
gan^ et 26 et 27 dal Vasto. Scrive il suo venir 
n, et Lutreeh con T esercito seguitando eipaeifice 
hanno hauto quelli lochi. Item, colloqui hauti con 
Lutreeh, qual voi baver il dominio di la Puia, per- 
chè chi baveri la Puia sarà signori del R^no. 
Item, come hanno uno aviso, cbe li cesarei veni- 
vano in Puia, tamen non lo credono. Scrive, Lu- i 



I treeh baferìi ditto si scrivi In Pranza il Re naadi 
danari in Italia, perché havia deputi 240 milia 
fhinchi per la guerra in Italia al mese, et par che ne 
babbi tolto la siiti per far la guerra a li confini^ 
Scrive, ba inteso li danari esser zonti a Pesaro li 
ha mandi a tuor : de eoetero si mandi a Landino. 
Scrive, che si partirano per Maoferdonia, mia 100 
de li per mar, ma &0 per terra, et rechiede ordine, 
recuperando le terre erano nostre li in Puia, come 
è Monopoli, Mola, Trane, Brandizoel Otranto, se 
la Signoria voi le toy a nostro nome, o quello babbi 
a far. Et che Lutreeh qual li parlò, dicendo : < Qual 
é le vostre terre di Puia? » Lui li rispose : < So quale 
era, ma non so la parte vori al presenle la Signo- 
ria nostra. » Scrìve Taviso haver cbe*l marchese del 
Guasto eon 10 bandiere di fanti et 400 cavalli era 
venuto avanti, per venir in la Puia avanti di loro ; 
et altre particularili. 

Da Fuliffno, di sier Almxe Pixami procu- 
ratorproveditar general, di ultimo et ptr imo ds 
V istante. Come il Capitanio zeneral non sa quello 
babbi a far, né ha alcuna intelligentia da Lutreeh, 
né {sa) dove el sii. Scrive si mandi danari, et si bari 
da 4500 fanti. Avìaa a Orvieto esser zonti li do cardi- 
nali erano a Roma per obstagi, videlicst Cesia et 
Ursino, el il cardinal Cotona é partito di Roma el 
va a Napoli. Scrive, é sti preso da Zeotil da Ugii- 

bio mandato 11 dal capitanio, da Varano, 

qual andava per intrar iu Camerin, et il Capitanio 
seneral l' ha mandato preson a Pesaro. Itemy è sti 
prese alcune lettere cbe1 ditto mandava a quelli 
dentro, dicendo quel traditor del proveditor Pi- 
sano venilian manda zente in favor del duca di 
Urbin per haver quel Stado. Scrive, ba haute ad 
imprestedo dal signor Malatesta Raion ducati 4000, 
et spera haverne altri 1000. 11 Papa ha maudato a 
Roma 4 iH>nipagnie di fanti, et quelli erano fuora di 
Roma, poi che ussiti li inimici, ritornano ad babilar 
in Róma. 

Da Fiorensa^del Surian, di 24 et 27, Come ]7« 
il morbo prodede de li, et 14 case nove iufi^tade. 

Item, quelli signori li 4000 tanti con il 

signor Uoratio a trovar Lutreeh, et {adj alcuni di la 
casa di Medici erano in la cilti, li hanno fatto co* 
mandamento si parlino; hanno mandato uno orator 
alla comunità di Siena. 

Di Cotogna, di sier Nicolò da Canal po- 
destà. Come, nel Conscio loro, richiesto Timpreste- 
do, tutti fono di bon animo di darli per esser mem- 
bro di Veniesia, et mandano li ducati 500. 

Da Crema, dd Podestà et capitanio sier 



29 



MDIXTVf, MAR»). 



18 



Andrea Loredan, Come nel loro Conseio, non so- 
lum è sti conienti pagar li ducali ^300 limitatoli, 
ma voleno dar ducali 1000 di pid. 

Vene r oralor di Milan per saper di novo. 

Vene V orator di Fiorenza etiatn lui per saper 
di novo. 

Po letto in Collegio li capilolidi'la liga si ha 
con Pranza, zerca il reame di Napoli, et un' altra 
capitulation latta. 

Da poi disnar fo ordinato Pregadi et Conseio 
di X con Zonta, da poi credo per scriver al Pexaro 
per il Conseio di X. aziò sia secreta. 

Pu posto, per tutlo il Collegio, atento il danno 
patito per la inondation dell' Adexe li homeni et 
comun (li Castignaro et Carpi territorio veronese 
et di la Banchela sopra la Badia, pertanto li sia 
concesso exemption per anni 8 di ogni angaria real 
et personal, exceplo la colta ordinaria. Pu presa. 
134, 7, 93. 

Pu posto, per li Consieri, cerle permulation a 
Cardin Peramosca visenfin Tate con pre' Zuan Ma- 
ria Palcerio arziprete di S. Mtchiel di Brendola, et 
con pre' Iseppo di Gualdo, di alcune terre, sia con- 
firmata. Pu presa. 104, 12, 16. 

Die 5 Mariti 1528. In Bogatis. 

Ser Marinus de Molino, 
Set Joanes Emiliano, * 

Ser Daniel Eenerio, 
Ser Marcus Minio, 
Ser Aloysius Mocenieo eqttes, 
Ser Franciscus Donato eques, 
Consiliarii. 

Ser Joannes Franciseus Emiliano, 
Ser Joannes Matheus Bemho, 
Ser Oaroliés Cappel lo, 
Capita de Quadraginta. 

Ser Dominieua Trivisano eques, proeu- 

rator, 
Ser Leonardus Moeenieo proenrator, 
Ser Lueas Trono procura tor, 
Ser Franciseus Bragadeno, 
Ser Andreas Trivisano eques, 
Ser Leonardus Lauredano procuratore 
Ser Nteolaus Bernardo, 
Ser Leonardus Emo, 
Sapientes Consilii. 



Ser Valerius Margello, 
Ser Petrus BoldH, 
Ser Gabriel Mauro eques, 
Ser Petrus Mauroceno, 
Ser Philippe Capello, 
Sapientes ierrae firmae. 

Dovendosi per iustitia et universal satidfacCione 
de tutti li zentilomeni citadini et subditi nostri ve- 
nir a regolation delle laxe ultimamente create, come 
per lexe di questo Conseglio expressamente é stato 
provislo, aziò, se alcuno se trovasse gravato, over 
che in questo tempo havesse patito danno manife- 
sto, over per qualunque altro carico protrahendosi 
la retaxation in longo potria produr gniDdisstnu 
ruina nelle facoltà soe ; et cosi de converso, accre- 
sciute le loro facullà, o per qu-alcbe altra causa non 
conosciuta ne la prima taxatione cadauno possi 
esser reduto a quella laxa che sia lusta et conve- 
niente, però : 

L'anderà parte, die il primo Conseio di Pre- 
gadi sia electo per scurtinto una mano de XX 
Savii et il secondo Conseio l'altra mano de XV 
Savìi, cum tutti li modi et condizioni furono electi 
li precedenti, i quali subito electi redur si dcfaano 
in dui lochi separati da esserli deputati per ilCoi- 
legìo nostro, una mano de li quali, videlicet U 
XX, habbino a reveder per li sextieri leeonditioni 
de tutti li nobili cittadini subditl nostri et altii abi- 
tanti in questa città, nemine exeepto, si taxati 
come asolti, fazendosi dar in nota esse conditioD, 
sotto tutte le pene et strettezze T altra fiata de^hta* 
rite et prese in questo Conscio, fazendo revedar et 
scontrar quelle a li offici nostri, reineontrandole 
etiam cum le ultime polize date per loro alla pre«- 
cedente taxatione, aziò ben instrucli de le facoltà de 
cadauno, possino cum bon fondamento essef reso- 
luti ne la sua expeditione. Et medesimaiDente debi 
far r altra mano de li XV Savi, taxando li sol* 
toposti a loro cum ogni diligentia et sollecitudine. 
Et perchè ne le taxation preterite, per il variar de 
li iudrci et per la longeza del tempo fo fatto varie 
et differente taxatione, da le quale éinasciuta gratH 
de inequalità et discontento, dovendosi a questo 
ben proveder aziò la taxatione sia fatta cum ogni 
brevità, tome etiam rezercano le presente impor- 
lantissime occorentie, non si dovendo a modo al- 
cuno permetter la mutation de li taxalorì, sia* preso 
che quelli saranno electi iion possino lassar il ca- 
rico a loro imposto per qualunque causa, me 

etiam se ben tm»no tketi in «Hri offici d« éeth 



31 



iiDXXyn,|ifAR^. 



Si 



(ro per li quali si potesseno excusar de non poter | absenti et poi venuti in questa cillà, overo quelli 



conlinuar il ditto carico, nel qual debino continuar 
fino a la fine. Possi esser electo cadaun del corpo 
di questo Conseio, et de &idaun loco et officio, et 
etiam de oftitio continuo, excepli solanìente quelli 
del Collegio nostro, del Conseio di X, della Zonta 
del dillo Coiiseio, et li Procuratori enlrano in ditta 
Zonta. Quelli saranno electi non passino rerudar, 
solto tulle le pene contenute ne la parte ultima del 
nostro Mazor Conseio circa i rel'udanti ; ma subito 
elecli siano obligati redursi ogni nialina ad ora di 
terza, et ogni zorno da poi disnar quando non sia 
Pregadi, solto lutle le ditte pene, attendendo cum 
ogni sollecitudine alla expe<iitione, quale de ragion 
convenirà esser breve per la poca dislantia da la 
taxation precedenle a questa, da la qual si bavera 
molta inslructione, dechiarando che li laxadori sa- 
18* ranno electi del corpo de questo Conseio, come è 
ditto, se ben ussisseno de Pregadi avanti il finir de 
la taxa. Non debino però ussir di l'ufficio de taxar ; 
ma in quello debino continuar 6no alla fine, come 
di sopra é ditto. Et sapendosi che ne la preterita 
taxatione molti hanno expeclato le septimane de 
quelli laxadori da li quali li pareva che nel meter 
la sua parte de la laxa fusseno facili a metterla de 
piccola suma, sia preso che quando si dovere meter 
la parte di taxar overo de absolver alcuno siano im- 
bosolali li laxadori et extracto uno fuori, el qual 
debbi metter la parte, el non essendo quella presa, 
se debbi extrazer V altro, et cussi de uno in un'o 
fino sarà presa la parie, aziò ninno possi saper 
quelli che deveno meller ditta parie, non si pos- 
sendo in alcun tempo, sotto debito di sacramenlo, 
apalesar quello o quelli che haveranno messo le 
parie. Ne le altre cose veramente si debbi observar 
l'ordine consueto de li ebdomadarii per la bona 
regolation del Collegio, dovendo esser per loro ob- 
servata la parte de le pregierie in tutto et per tutto, 
insta la conlinenlia sua. Habino li ditti laxadori ad 
far nota ad uno per uno li taxati sopra il libro de 
carta bergamena, con silenzio sotto debito de sa- 
gramene, cum tulli li modi el conditione V altra 
fiata prese in questo Conseio. 

E perché è conveniente che tulli universalmente 
babblno a pagar la dilla angaria secundo la facuitè 
sua, non si dovendo permetter che alcuno, o per 
oblivione o per altri mezi che habino tenuto a la 
preterita laxa o potesseno lenir, babbi a passar 
senza esser stalo a la presentia de li laxadori, sia 
preso che lutti quelli che non fusseno sta chiuniati 

overo DOQ fusseno ^tali davttuli Ipro per esser stali 



che si de lochi alieni, come del Stalo nostro fus 
seno da poi venuti ad habitar in questa città, overo 
per qualunque allra'causa, debano fra lermine de 
mesi doi, da poi che se bavera dato principio a la 
taxation, haversi apresenlà a li laxadori predilli, 
dando le condilion sue in nota cum li modi el or- 
dini diti di sopra, quali siano laxati secundo V or- 
dine suo, et siano obligali pagar tulle le iaxe che 
da questo zorno adriedo saranno messe. De quelli- 
veramente che fra ditto termine non compare- 
ranno, sia comessa la inquisilione ai X Savii nostri 
sopra le Decime, li quali, secundo la consuetudine 
di r officio suo debano inquerir el lanxar tutti 
quelli sarano sta inobedicnti, tolendo le condilion 
soe in noia. El habuta sopra quelle ogni matura iu- 
telligentia insta li ordini sopra zio dispooenli, i 
qual inobedienti taxati da essi X Savii nostri deb- 
bano pagar non solum le Iaxe venture, ma tulle 
quelle sono sia poste dal principio de la laxalion 
nova in qua cum^b per 100 de pena, da esser 
divisa fra lo accusator el offilio suo, secondo il loro 
consueto. El perchè nella taxa da esser falla oguiuno |g 
die dar in nota principalmente per quello i paga- 
vano por decima, el poi per il resto de la facultà 
sua, sopra le qual cose i laxadori dieno far il suo 
fondamento ; essendone molti che da molti anni in 
qua per esser sia levata la decima hanno compralo 
et acquistato molti beni si di la Signoria nostra 
come possession de fuora da altre persone che non 
erano a le decime, ifem molli stabili fabricati da 
novo, qual cose è ben conveniente siano dechiarite 
ne le condilion loro, sia preso, che quelli non da- 
rnno in nota alli venti overo quindici laxadori pre- 
dilli simil accrescimenti, li X Savii sopradicli de- 
bano inquerir conlra di loro, azonzendo alla angaria 
sua per li dilli accrescimenti quel di più che have- 
rano ritrovalo, cum tulle le pene el modi de sopra 
dechiariti, aziò cadauno habbia causa de manife- 
starsi el solozazer a le leze el ordeni de questo 
Conseio. El per far pili prompto cadauno a dechia- 
rir dilli soi accrescimenti a quelli che li darano in 
nota tftim verità, possino etiam esser considerati 
in ditto accresciniento se havesseno altri sui beni 
deteriorali, sicotne per leze é previsto in questa 
materia a l'officio nostro di X Savii predilli. Prtne" 
terea^ besseudo molli mercadanli che vanno el 
vieneno in questa città non si Ormando per habilar, 
che non sono taxati el melono le sue mercantie 
senza graveze de decime, cosa non conveniente, 
però sia slaluilo che lutti quelli che per non ba* 



33 



HDXXVni, MARZO. 



34 



bitar in questa cillà non saranno (axati et mede- 
ranno robe in questa città, debbano pagar do per 
cento perse in loco di le decime che si soleva pa- 
gar ; le qual due per cento se babbi a pagar da 
tutti quelli lochi et de tutte quelle ròbe che sole- 
vano pagar decime al tempo che correvano le de- 
cime ordinarie. Et dille do per 100 non possino 
esser cresciute, overo diminuite per più o manco 
angarie che si metlesseno ogni anno. Et aziò non 
si usi fraude nel mudar dei nomi, servendosi del 
nome de quelli fusseno taxadi per fugir la ditta an- 
garia, sia preso che ultra il sacramento che se babbi 
a dar nel far de le bollele, che quella roba sia sua, 
overo de altri sui maestri drizata a loro, siano sta- 
tuite quelle mazor pene a le qual sono sottoposti 
quelli cascano alle pene de contrabandi ; a* le qual 
pene sotozazer debino quelli che muderano le mer- 
cantie da nome a nome et che interromperanno 
Tordine presente; et sia dechiarito, aziò alcuno che 
sia tansato non babbi causa de permetter che altri 
mettano robe in nome suo per liberarsi da le ditte 
due per cento, si per qualche comodo che potesseno 
haver, come per servir che quando si farà la refor- 
mation di questa taxa, quale de anni 5 in anni 5 se 
habbia a far insta V ordine za preso in questa ma- 
teria, veder se debi per li taxadori li libri di le 
doane nostre, come si suol far per veder le fazende 
]9« de quelli che fanno grossamente. Et se fra lab ne 
fusseno de quelli che escusandosi dicesseno haver 
permesso che altri meltino robe in nome suo, ultra 
le pene sopraditle a le quale se intendi esser in- 
corso, non sia admesso tale excusalione, anzi se- 
veramente siano lansali per quello si vederà portar 
le ditte fazende fatte in nome suo, et per quello 
porterà la facultà sua. Et il presente capitolo et or- 
dine sia mandato alle doane nostre da mar et da 
terra et a cadauno altro oflBcio nostro dove sì fa 
bollet^, et registrato ne li suoi libri, adciò ad ogniu- 
DO et sia noto et se possi far la executione contra 
quelli che defraudasseno o permetlesseno il permu- 
tar il nome nel tr.zer et meter le mercanlie sue, 
per esser de non piccolo danno a la Signoria no- 
stra, sì per causa de le ditte 2 per 100 da esser 
pagale, come etiam per altre fraudechese com- 
metteno per questa mutalione in diversi officii, 
siano obbligati li signori delti ofBcii cum le solite 
sue utilità farne la debita executione. Et perché 
nelle occorrentie se ritrova il Stato nostro, se ben 
é necessario per iuslilia devenir a la presente taxa- 
tione, non è però a proposito che se babbi ad im- 
pedir che la Signoria Dostr| non possi haver modo 

/ Di0rii di M. Sanuto. - Af». XlVJl 



de prevalersi de quella summa de danari rizercarà 
il bisogno, sia preso che se in questo interim ac- 
caderà metter laxe, quelle se debbano pagar inte- 
gramente come si fa al presente per nome di de- 
posito con questa dechiaration, che fatta la taxa 
nova, quelli baverano pagato de pili de quello sa- 
ranno taxali, possino scontar quel più si in le an- 
garie soe venture come in quelle de altri; quelli ve- ^ 
ramente sarunno taxati più di quello baveranno 
pagalo per la taxa presente, d« bano pagar fra ter- 
mine de mexe uno allora proximo quello resterano 
a pagar con il don, come bavera pagalo le altre. 
Etiam li taxadori prefati debbano nel laxar ca- 
dauno haver conveniente rispello alle spexe, nu- 
merosa famiglia et ogni altro carico che havessero 
li zentilomeni cittadini et subditi nostri, come se 
convien ad ogniigiuslilia ed equità. Et tìnila la ta- 
xalione* de tulla la cillà, siano elecli per questo 
Conseglio cum li modi et ordeni che saranno elecli 
li presenti altri XV Savii taxadori, quali debano 
laxar si li XX come li XV Savii predicli, aziò ca- 
dauno sia laxalo come é conveniente. 

De parte 163 

De non 34 ' 

Non sincere 2 

Fu posto, per sier Zuan Miani, sier Marco Minio, 20 
sier Alvise Mozenigo el càvalier, sier Francesco Do- 
nado el càvalier consieri, chel sia concesso a mai- 
Siro Marco Medico a Montagnana, che reusendo 
Tediricio fallo di segar legnami, li sia dato il sesto 
di quello al presente si paga in la caxa di V Arse- 
nal per ogni til che'l segarà et sii obligalo andar 
per li boschi, et questa gratia sia per anni 30. 

Et sier Marin da Molin consier voi, atento sia 
gran numero di segadori in questa terra sotto la 
sua scuola, qual vivono con le fameie, si observi 
quello é sta observato fin ora et non li sia concesso 
tal gratia La gratia 79, fu presa. Del Molin 58. Di 
non 4. Non sinciere 9. 

Fu poi posto per tutto il Collegio una sola parie 
di riconzar la terra al modo come appar in la parte 
qui av^ntf posta. Ave : 163, 34, 2. 

Et lìccnliato Pregadi, restò Conscio di X con la 
Zonla. Et fu posto dar certi doni a quelli condus- 
seno questo anno passato bestiame in questa terra, 
insta la parte, et non fu preso. 

Fu posto expedir TOrator che va al Signor 
turco, videlicet darli ducali 800 per comprar aN 
cuni presenti mancava» 

8 



• - •■ 



35 



HDXXVIIIi MARZO. 



36 



Questi sono i lochi et terre bandite per esser 
amorbate, per V officio di la Sanità. 

Roma con ia Romagna 

Fiorenza con la Toscana 

Ravena 

Rimano 

Faenza 

Forìl 

Cesena 

Bologna 

In veronese. 

San Bonifacio 

Soave 

Monleforle 

Isola di la Scala 

Sennion sul Lago 

La Campagnola di Caslion su Garda 

In padoana. 
Arsego sotto Camposampiero 



In el Piova questi do 



Bovolenta 
Blaran 



Item. 



Chioza 



OQ, Adì 6. La malioafo lettere del procurator 
Pexaro^ da Termini, di ultimo Fevrer. Come 
erano venuli 11 con Lutrecb, el come anduriano 
mia 18 a uno loco del Serre, qual si ha reso a la 
liga. Inimici par siano a Campobasso, mia 30 lon- 
tano, pur di là di monti Pirenei (sic). Scrive come 
Lutrecb ba la pratica con Sara CoIona, qual venirà da 
la nostra con Tanti 3 in 400, et però voria si pagasse 
per mila. Item scrive che ba parlalo con il ditto 
zerca il venir del Capitanio zeneral con le zente 11; 
qual non par li piacqui tal venuta. Scrive esso Pe- 
xaro haver pratica con molti baroni del regno, et 
tutti desiderano star sotto il dominio di la Signoria 
nostra. 

Fo mandalo per Collegio sier Piero Morexini et 
3ier Filippo Capello suvii a terra ferma a caxa di 



monsignor di Baius, qual ha le gole, per oonferir 
zerca il Capilanio zeneral quello si babbi a far eie. 
Il qual li dele alcune lettere li scrive monsignor di 
Luirecb. 

Da Brexa, di sier Zuan Ferirò capitanio^ 
di 4, vidi lettere particular. Come, per lettere 
del Governador date a Cassano a di 3, advisà a di 
2 cavalcò il signor conte di Caiazo el il conte Ce- 
sare suo Ggliolo alla volta del monte di Briaoza, el 
verso Monza, quali trovono una grossa cavalcata de 
inimici el stelero un gran pezo a le mano coniba- 
tendo, a la On per nostri fu preso uno capitanio de 
inimici nominato Todaro Albanese con ^ io 30 
altri boni cavalli el a bore 3 li condusseno a Texer- 
cilo. Item scrive, doman si aspetta qui a Brexa il 
clarissimo Avogador. 

Di Cassan, di sier Toma Moro proveditor 
aeneralf di 3 11 summario scriverò qui avanli. 
Scrive il successo di questa scaramuza. 

Del Capitanio del Lago, da Bardolin, di 3^ 
vidi lettere particular. Come le moniliun et pre- 
paration si fa di sopra, etiam si fa la dieta io 
Trento di questi si^noreii del Tiruol, qual se dia 
compir bozi. Io barò el certo di quello baranoo 
fatto. È voce quelle bandiere fatte di sopra de 
Ysprueh stanno cusi el attendono a pagarle; iudico 
certo vorano far qualche movimento etjo farà il 
conta di Tiruol, né le cose de Uongaria impNediri 
che questi non fazino motioo, come bo ditto. 

Del Ceresara da Termini, a l' idtimo 
Febraro 1528. 

Le due spie che venero bieri de notte a monsi- 
gnor de Lautrech, de che scrissi per le mie de 
hieri, hanno riportato che li imperiali erano giooti 
ad un loco nominato Nochiera, (?) lontano 36 niigUa 
da questo allogiamento, lì quali puono esser zerca 
13, 14 milia fanti. Dimane Monsignor parte di 
questa città el va ad Serra, dove poi non si sarà 
lontano da imperiali più de 15 miglia. Et li impe- 
riali die hanno sapulo che questo exercilo bavea 
ad fare Taltro allogianìento ad Nochiera (?) se visono 
redulti loro prima, perché quel loco, aucor che ooo 
sii forte, nondimeno è di importanlia per le entrate 
de le dovane, le quale polriano andare in sinistro 
a Monsignore el similiter a li imperiali, perché 
tutti dui li exerciti si trovano in essere tale, che 
ciascuno di loro le dissipare per non cedersele Tun 
a r altro, et far questo non si può, senza grandis- 
simo detrimento delia Pyglia, Et si fa iuditio elio 



2i 



87 



llDXtyUI, UAMZO. 



sé 



Monsignor non le potrik pid haver, opur quando ne 
habbia, sera una parie, ma sar& con grandissima 
difflcuUà. Àncora questa dovana dovea dare il Olio 
a questa Pasca, che saria stato apresso 100 miiia 
sculi a Monsignor ognivolla che Thavesse ottenuta; 
ma fin qui, per quel si ved^, é pid prsto in qual- 
che dubbio che altrimenti di poter haver riser- 
vata senza danno questa dovana, benché ancor si 
possi salvare per qualche bona sorta. Dicesi che 
sono sta inlercette lettere per le gente del mar- 
chese di Saluzo, che si riportavano da Napoli a 
Roma alli spagnoli, di tenore chel marchese del 
Guasto et il Viceré, havendo ricercali li baroni del 
regno che si contentassero di accettare una parte de 
li imperiali in Napoli per conservatione loro et 
della città et per interesse della Maestà Cesarea, gli 
fu risposto da tutti che erano contenti volendo 
stare ad bene et male per la Cesarea Maestà, con 
questo che loro imperiali vi mandassero tutte le 
loro robe, donne et tutti li loro monimenti riposti 
ne le fortezze loro, azi^ che~havendo ad esponersi 
a questa fortuna tulli egualmente vi si exponessero, 
et quando non vogliano essi imperiali fare questo 
risolutamenle, dicono non volergli consentire, nia 
volere la città libera. Il che vedendo imperiali che 
non gli [)uò succedere, hanno preso partito di re- 
dursi in questo loco, nel quale sono varie opinione 
se si combatterà. Dimani cominciarassi ad andare 
in ordinanza con tutto lo esercito per quanto se 
- dice, et hoggt tutti li capetanei sono andati ad unire 
insieme tutte le loro compagnie. 

e I » Del ditto, date pur a V ultimo lebraro. 

L'imperiali marchiano acanti con diligenza per 
prender loro prima la dovana di le pecore di que- 
sto exercito. Roggi monsignor Lauirech é venuto 
qui a Termine, et ivi ha bavuto avisi che li impe- 
riali erano lontani da monsignor Vandemonte pid 
de ^0 mia, et subito ha spazato al dillo che stia vi- 
gilante alle cose sue per tal rispetto. Petro Navaro 
e venuto da Lutrech, et hanno insieme statuilo di 
appropinquar le gente tutte pid unite insieme et 
marchiare inanti provedulamenle con lutto T exer- 
cito verso Manferdonia, et con quella diligenlia che 
gli conyerà. Se ha ancora aviso che 1* Imperatore 
h grandissima armata con fatha di mandarla per 
soccorer Napoli ; ma però che*l fin de Sua Maestà è 
di mandarla per Genua ; dove monsignor Lauirech, 
intendendo questo, subilo ne ha dato aviso al si- 
gnor Teodoro Triulzio, é in Genova, avvertendolo 



*ad star antiveduto se in Genua fusse qualche inten- 
dimento, et voglia provvedere a li bisogni oppor* 
tuni. Monsignor Lauirech postdimane marchiare a 
Serra, lontano 18 miglia da Termini, pur sempre 
pid accostandosi a li imperiali. É iuditio universal 
cbe'in breve se babbi a veder il fine di questa im- 
presa, perchè imperiali vengono polenti et con 
animo di combatter, et del medemo animo sono 
questi altri. 

Da Cassan, di sier Toma Maro proveditor 22 
general, di 3, hore 1. Hozi sono giontl qui al cam- 
po lanzcbenech 150, che vieneno da Lione nova- 
mente, et sono di quelli de la Banda negra, al quale 
si darano danari al solito de li altri. Questa notte el 
signor conte di Caiazo, essendo slato in scaramuza 
con inimici, ha conduto pregione el capilano Todaro 
Albanese, Con zerca 15 bomeni de valore. Il signor 
Antonio da Leva è pur ancora con le sue gente a 
Pionlello el con alcuni pezzi de artellarie, et fin qui 
non ha fatto cosa alcuna, et li inimici che sono per 
soccorrer Lecco, etiam non hanno fatto cflTecto al- 
cuno, né trovano modo de passar Adda, perché le 
gerite nostre gli stanno alP opposito con bona cu- 
stodia. Hozi le zenli nostre da piedi che erano in 
Lomellina sono andate a la volta di Lecco. In Brexa 
sono metlttti nd ordine 500 arcbibusieri de quelle 
valle per mandarli a la custodia di Beiamo In ogni 
occorentìa di biso;;no. 

Da Udene, del Loeotenenie, di 3. Manda una 
lettera che li scrive sier Lorenzo Morexini casteiau 
di la Chiusa, di 3. Come in questo zorno, da uno 
sier Daniel Gallo homo degtio di fede, che vien da 
le parte de Alemagna, {si sente) come el se tran- 
sferisse de Ala et de altri lochi molla fantaria verso 
Trento, benché in questi preteriti lorni intese che l'era 
adunato gran quantità di biave li a Trento, et s&diceva 
che ditta biava era sta conduta lì per causa di que- 
sta zente, che vanno per calarse in Lombardia. 
Questo è quanto bavemo inteso. Staremo atenti, et 
di quanto intenderemo, avisarò. 

Da poi.disnar fo Pregadi, el lecto «oZtim que- g^* 
sle do lettere, fo tolto il scurlìnio con bolletini di 
X Savii sopra la reformation di la terra, et si farà 
uno altro scurtìnio. 

1 92. Electi X Savii sopra la riformatian di la 
terra, con pena, iusta la parte. 

Sier Nadalin Contarini fo profeditor 
a! Sai, qu. sier Hironimo, qu. sier 
Stefano procnrator 76.104 



99 



Sier Francesco Àrimondo fo prove* 

dilor al Sul qu. sier Nicolò • • 

t Sier Andrea Mar/elio fo al luogo di 

Procuralor, qu. sier Antonio. . 

Sier Jacomo Badoer fo Consier, qu. 
sier Sebaslian e! cavalier . . . 

Sier Piero Malipiero To al luogo di 
Procuralor, qu. sier Micbiel . . 

Sier Nicolò Zorzi fo duca in Candia, 
qu. sier Bernardo 

Sier Maffio Bolani è di Pregadi, qu. 
sier Piero 

Sier Bernardo Moro fo provedilor al 
sai, qu. sier Lunardo .... 

Sier Alvixe Bernardo è di Pregadi, 
qu. sier Piero da san Fola . . 

Sier Alvise Malipiero fo cao del Con- 
seio di X, qu. sier Stefano prò- 
curator 

Sier Zuan Nadal Salamon fo savio a 
terra ferma, qu. sier Toma . . 

Sier Polo Valaresso fo podestà a 
Bergamo, qu. sier Gabriel . . 

Sier Hironimo Bondimier è di Pre- 
gadi, qu. sier Bernardo . . . 

Sier Andrea Marzello é di Pregadi, 

qu. sier Jacomo 

t Sier Antonio Venier fo Consier, qu. 
sier Marin procurator .... 
t Sier Toma Mocenigo fo capitanio in 
Candia, di sier Lunardo procura- 
tor qu. Serenissimo .... 

Sier Lunardo Venier fo proveditor 
al Sai, qu. sier Bernardo . . . 

Sier Filippo Bernardo fo savio a ter- 
raferma, qu. sier Dandolo . . 

Sier Daniel Dandolo é di la Zonta, 

qu. sier Andrea 

t Sier Hironimo da chà da Pexaro fo 
savio del Conscio, qu. sier Beneto 

procurator 

t Sier Marco Loredan fo avogador di 
Comun, qu.-sier Domenego . . 
t Sier Hironimo Querini fo savio a ter- 
raferma, qu. sier Andrea . . . 

Sier Andrea da Mula é di Pregadi, 

qu. sier Nicolò 

t Sier Antonio SanuJo fo podestà a 
Brexa^ qu. sier Lunardo . . . 

Sier Marco da Molin procurator, qu. 
sier Alvise procurator .... 



MOXXVUr, MARZO. 

I 



40 



83.110 



111. 68 



88. 93 



66.116 



72.117 



87.103 



82.106 



92. 96 



97. 92 
70.122 
81.109 
77.116 
80.107 
1 12. 79 



142. 43 



100. 86 



88. 99 



36.153 



121. 65 



109. 80 



101. 86 



75.116 



IH. 79 



65.121 



101. 93 
100. 85 
93. 92 
98. 87 
70.113 
88.100 
93 94 



91. 95 



59.117 



99. 88 



Sier Marco Zantani fo podestà et ca- 
pitanio a Trevixo, qu. sier Anto- 
nio 

Sier Priamo da Leze fo Cao del Con- 
seio di X, qu. sier Andrea . . 

Sier Andrea Barbarigo fo al luogo 

di Procurator, qu. sier Nicolò . 

t Sier Alvise Soranzo è al luogo di 

Procurator, qu. sier Jacomo . . 

Sier Alexandro da cbà da Pexaro è 
di Pregadi, qu. sier Nicolò . . 

Sier Francesco Valier fo cao del Con- 
seio di X, qu. sier Hironimo . . 

Sier Jacomo Bragadin è di Pregadi, 
qu. sier Daniel 

Sier Zuan Badoer doctor et cava- 
lier, fo capitanio a Verona, qu. 
sierRenier 

Sier Daniel Trivixan é di Pregadi, 

qu. sier Andrea ... • • 

t Sier Piero Trun fo Cao del Conscio 

di X, qu sier Alvixe .... 

non Sier Pandolfo Morexini fo podestà a 

Padoa, qu. sier Hironimo. 
non Sier Bernardin da chà Taiapiera é ai 
X Savii, qu. sier Nicolò. 



Fu posto, per li Consieri, una gratia a domino 
Zuan Aguslìn Pantheo di far stampar una sua open 
per anni 10, ut in parte, di la Purification di Vo- 
to, 106,26,9. 

Da poi ussite li Savii fuora et fono sopra una 

deliberation. 

Fu posto, p r i Savii del Conseio et Savii di 
terra ferma, excepto sier Filippo Capello, una let- 
tera a sier Piero da chà da Pexaro procurator ora- 
tor a lo illustrissimo Lutrech, in risposta de soe 
zerca a le terre nostre erano in Puia, che vedesse 
ottenendole di haverle, et di le altre digi a Monsi- 
gnor illustrissimo che saremo d* accordo con la 
Chrislianissima Maestà, et per sua instrulione li 
maiidemo li capitoli de la nostra ultima lega 
fatta col re Christianissimo z. rea partir del regno 
acquistandolo. Quando a le nostre zente è in Tosca- 
na, debbi persuader Lutrech che 'I Capitanio zeue- 
ral vengi con quelle zente per agunienlar rexercilo. 

Et sier Filippo Capello savio a terra ferma voi 
la parte bora lecta, con questo se scrivi una let- 
tera a parte al diclo Pexaro, che non volendo el 
Lutrech vadi el Capitanio zeneral, che si scrivi al 
procurator Pixani che vadi lui Proveditor eoo le 



23 



il 



IIOXXVUI. MARZO. 



a 



zente et el Capilanio zeneral con parie resti qui ìd 
Toscana a custodia di quella Provincia. 

In la qual opinione introno sier Piero Boldd, 
sier Valerio Marzello el sier Piero Morexini savii 
a terra ferma. Et da poi disputudo, etiam introno 
sier Marco Minio el sier Francesco Donado el cava- 
lier, coosieri. 

El parlò primo sier Gasparo Malipiero fu Cao 
di X, contradice.ido una parie el l' altra, et disse 
che 



Da poi parlò sier Gabriel Moro el cavalier, sa- 
vio a terra ferma. 

Da poi parloe sier Filippo Capello per la sua 
opinion, el li rispose sier Gabriel Moro el cavalier 
savio a terra ferma per la opinion di Savii. 

Da poi parlò sier Piero Trun fo Cao di X, el 

qual disse si mandasse el Capilanio zeneral; el poi 

S3« parlò sier Nicolò Micbiel el doctor, dicendo . . . 



Da poi parloe el Serenissimo per la opinion di 
Savii, in la qual enlroe insieme con sier Zuan Miani 
el Consier. 

Oa poi, sier Valerio Marzello savio a terra fer- 
ma per la opinion del Capello savio a lerra ferma, 
in la qual era inlrato con li do collega. Et ultimo 
parloe sier Carlo Capello Cao di XL, el qual disse 
voleva metter una opinion, qual fece lezer, la qual 
metteva sier Zuan Matlio Bembo el lui sier Carlo 
Capello Cai di XL, voler la lettera, con questo, sier 
Alvise Pixani procurator, proveditor zeneral con le 
zenle vadi immediate a trovar monsignor di Lau- 
trecb, et il Capitanio zeneral con la sua compagnia 
vengi in Lombardia, in réliquis zerca la lettera 
scritta al Pexaro volevano la lettera, et zerca le 
terre di Pula et di pagar la mite di Colonesi potendoli 
haver. Et disse che dovemo aricordarsi la discordia 
fo del 1509 fra el conte di Pitian et il signor Bor- 
tolomio, et da poi altre discordie seguile in li exer- 
citi : però voleva spartir el gran da la paia, far ve- 
nir el Capitanio zeneral in Lombardia et mandar le 
zente a ingrossar Lutrech con altre parole. Et ve- 
nuto zoso, letta la parte, andoe le tre opinion. La 
prima volta .... non sincere, .... di no, di 
quella di sier Marco Minio consier, et altri nomi- 
nati, 53, et questa va zoso ; di quella di sier Zuan 
Mallo Bembo et sier Carlo Capello Cai di XL fo 
61 ; di quella del Serenissimo 75. lierum, le due 
balolade fono : 8 non sincere ; 87 del Serenissimo ; 
100 di Cai di XL, et questa fu presa. Et con gran- 
dissima credenza fo ordinata. Si vene zoso a bore 5. 



Noto. A Pftdoa é grandissima mortaliti di pe- 
teehie, adeo ne muor 30, 40 et 50 al zorno, che é 
una extremilà. 

È da saper. Tanta è la penuria del viver, che 
sul Ponte di Rialto stano da ^00 villane con sol Soli 
una apresso V allra, el se li dà elemosine, et per 
pietà li lodesohi del Fontego fanno far calderoni de 
maneslra de legumi, o altro, et li mandano a dar a 
cadaun. È una grandissima pietà veder la quantità 
di poveri, et sopratutto quelle de Buran de mar, le 
qual vanno zercando con le visture in capo, insta 
il suo consueto, et più che hanno tolto la piuma di 
loro ledi, el in sachi stanno bon numero di qua dal 
Ponte de Rialto a vender quella piuma per viver, 
che è grandissima compassione. 

A dì 7 La matina, fo lettere di Padoa, di 24 
sier Santo Contarini capitanio, di heri Con 
riporti hauti di Trento zerca quelli preparamenti, 
come è motion el capetanei fanno zenle, ut in Ut- 

teris. 

Di Salò, di sier Hironimo Oradenigo prò- 

veditor. Con avisi, ut supra, di motion. 

Di Udene, di sier Zuan Basadona el dotar, 

luogotenente, di 3, di T instante. Qual manda 

questo riporto, qual dice cussi : 

A dì 3 Margo 1528, in Udine. 

Juri Brenaro mandato a li passati giorni per il 
clarissimo domino Zuan Basadona doctor luogote- 
nente de la Patria a le parte de Ongaria, parlile da 
Udene a li do Febraro preterito, hozi sera ritorna- 
to. Refferisse, come a li 14 del mese agionse in una 
campagna zomate due lontan da Buda, dove scon- 
trete alguni mercadanti acompagnati da 10 bomeni 
armati, da quali intese de 11 a Buda le strade non 
esser secure : per il che non li parse andar più ol- 
tre, ma accompagnato con essi, andò verso un ca- 
stello chiamalo Bistriza Todesca. Et in viagio ragio- 
nando di le cose del Vayvoda, li fu da dicli mer- 
cadanti diclo esso Vayvoda ritrovarsi in Buda con 
bon exercilo, et che tra 11 et altri loci avea apare- 
chialo da 15 mila persone, quale al tempo de l'erba 
nova per adunar insieme et venir contra todescbi, 
et le zente sue erano turchi, tartari, moscoviti, et 
hongari. Et da dicli mercadanti etiam intese el 
campo del principe Ferdinando ritrovarsi zomate 
due sopra Buda fra due acque. Et gionto a Bistriza 
Todesca castello fortissimo, luntan da Buda zornate 
quattro, vide 11 da 50 pezi de arlegliarie de esso 
Principe, parte grosse, parte menude. Partito de li 



éa 



MDXXVUI, 4IARZ0. 



U 



andò verso il campo, al qua! gionse a li 19 del 
mese, et riirovó quello esstir tra lo Danubio et la 
Mura Gumi grosissimi. Et stato in dicto campo una 
zornaia, vide quello esser da persone 10 milia in 
circa, gente desutile, mal in ordine et mal pagate et 
per la mazor parte infermi. Et dieta infirmila aver 
inteso esser processa da le uve, che al tempo de le 
venderne per bongari furono attosegate, et de tal 
infirmila esserne morti da 6000. Dice cbe in dicto 
campo era da 1000 cavalli, il resto fantarie, et tra 
li altri era il conte Zuan de Corbavia con cavalli 
300. Partito de 11, andò a Graz dove bavea inteso 
24* atrovarsi la persona del Principe, et gionlo là a li 
24 del noese, intese esser de li partito il dicto Prin- 
cipe et andato a la volta de Vienna. De li in Graz 
intese, a li precedenti zorni esser sti facta una dieta, 
et era sti electe 3000 persone, quale bavean tenuti 
ben 15 zorni senza danari et poi scossa per il paese 
certa quantità de danari de impositinn, li bavean 
data meza paga et mandati a la volta del campo, 
blese etiam, W Principe baver spazato ambasadori 
al Gran Turco per adimandar pace o tregua. Partito 
de li, vene a Gii, dove ritrovò esser sta intertenuto 
ano obe si asseriva ambasciator del noarcbese de 
Mantoa, et le lettere cbe li erano sta ritrovate era 
sta per il capitanio de Gii mandate al Principe, ben- 
cbé el dicto asserto ambasciator diceva taver nel 
cuor Quello I* bavea da dir al Principe ; con el qual 
esso referente parlò et adimandato di la causa del 
suo andar a quelle parte, li disse esser andato per 
comprar Tormenti. Intese etiam, come el Principe 
bavea posto una nova imposilfon al paese, et cbe el 
Vayvoda aveva dato ona stretta a le zente dei Prin- 
cipe, zoé a quelle 8000 persone mandate da Graz 
verso el campo. Et da Gii poi è venato de qui. Re- 
ferisse etiam, in diete parte baver inteso da diverse 
persone, cbe il Principe ba dimandalo danari a li 
sol baroni del paese per far la guerra, et loro ha- 
verli risposo non volerli dar più danaro alcuno per 
conto di far guerra. Et U popoli lutti dolersi de 
dicto Principe, digando obe mai non bavera Victo- 
ria per baver lui spogliato tutte le chiesie di arzenti 
et non li baver lassato salvo calici et patene de 
rame, et per pagar li soldati baver lui impegnati 
quasi tutti li sui castelli, i/em, riferisse baver in- 
teso, cbe tutti li bongari si son rebellati et ritornali 
dal Vayvoda. Àdtmaodato di le biave, riferisse es- 
serne abundantia et cbe qua a li confini ne vien 
conducte assai quantità. 



In questa matlna in Collegio fo parlato zera k 
deliberation di beri, et fatto le lettere, tra le qual 
una bona lettera al Capitanio zeneral, cbe *1 vì^dì 
in Lombardia, con dolze parole; su la qual el Sere- 
nissimo voleva pur che la opinion persa fuase li 
mior, iamen fo fatte le lettere et expedile si al Pe- 
xaro come al Capitanio zeneral et al Pisani. 

« 

Laus Deo 
A di 7 Marzo 1528. 

Referisro io Bernardin Gelfo da Bassan servi- 
tor de vostra signoria, de ordine de quella esser 
stato a le parte superiore per intendere quelli ao« 
damenli et movimenti de' inimici, et baver inteso 

ut infra : 

Et primo, a di 27 Febrer la sera mi ritrovai io Val- 
sugflna a Grigno, dove etiam gli era zonto misster 
Francesco Cnstelaltoel il signor Carlo Trapo (Trapp) 
capitanio de Bisen tutti dui commissari deirimpera- 
tore, quali andavano publicando alcuni munifesti 
del Principe, il lenor de li quali non naro a vostra 
signoria, perché quella é slata avisata del vero, 
perchè subito spadai uno messo apposta al magni- 
fico podestà di Biissan. 

Ifem, dico cbe a di ditto la notte zonse nel ca- 
stelo de Trento carete 4 lauzoni, et questo l' be 
per via de uno servitor di missier Andrea da Rezo 
comissario ut supra. 

Item, che a di Zoba 27 ui supra zonse a Tren- 
to missier Nicolò Traustelf capitanio sopra le arti- 
gliane, con alcuni bombardieri, et portò lui li sopra- 
ditti manifesti da Yspruch. 

lipm, cbe a li 29 ditto a Riva di Trento fìirno 
facte oride, con pena de 1 50 marchi uiun doves- 
se condor tignami fuora del territorio. 

Itenif che subito da poi de li fumo tolti in nota 
tutti li legnami segadi si ritrovava in man de li 
mcrcadanli, el da pc»i smi li, fattogli comandamento 
che sotto pena della forca non dovesse vender ditti 
legnami a niun fino non baverano altro in coio- 

mission. 

Item, ho inleso in Trento per più vie, come 
alcuni maislri di far barche cusi richiesti sono an- 
dati a Inspruch, per provvedere di alquante barche. 

Item, nel Luni, due del presente mese, mi re- 
trovai a Roveredo, el disnai con quel mio amico, 
qaal era con il conle Gerardo de Arcbo et il podestà 
di Rovereto, et disnai con loro el fu parlato de più 
cose circa la guerra, el tandem Uitte le sue raion 



45 



hduviii, marzo. 



16 



gè le faceva bone. El però a firmo a vostra signo- 
ri», a cerio hanno ileliberalo venir in llalia con fanti 
numero ^iO milin, el la sua ferma deliberalion é de 
dar il guasto per tutto dove potrano, affirmando 
non esser altro remedio in acquistar le terre della 
Vostra Signoria, salvo il preditto. 

Item, dico, che essendo a tavola soprazunse dui 
italiani imbavarati, el subito zonti, dicto Conte se 
levò da tavola et andò in una camera a parlar de 
secreto con loro, dove siete per spazio de forsi una 
bora, el poi se partìrno, el il Conte ritornò a tavola 
tutto aliegro. Et da poi dimandai quel mio amico 
se *l cognosceva dici! imbavarati et quello cercava* 
no : mi rispose non cognoscerli altrdimenle, salvo 
che indicava loro esser visentini over veronesi, et 
che di presto sentina qualche cosa da novo ; né 
altramente mi volse chiarire. 

Item, dico, che essendo andato con uno maistro 
Zuane professor di gramatica mio amico, qual gii 
è sta in Bassan, andassemo a veder una bella fabri- 
ca si fa in Trento per nome del Signor. Gli trova- 
semo uno missier Michiel maistro di caxa del Si- 
gnor, et parlassemo con lui de più cose circa la 
guerra ; qual me dimandò se io sapeva che fusse 
sii messo una part€ in Pregadi dì reteuir lo amba* 
sador de 1* Imperador, qual non era passato, lo gli 
SS* dixi non saperne niente, et lui mi dixe di ciò baver- 
ne habuto litlere da Venelia. El poi parlando de 
pid cose circa la guerra, lui disse: «Se veneliani sa- 
pessero lo inlrinsìco el deliberationi de questi signori, 
io zuro a Dio fariano altra provisione el delibera- 
tione al facto suo, di quello fano. El vi so dir que- 
sto, che de presto sentirete qualche gran diavolo 
verso di loro. > El qual dicto maistro de gramatica 
rispoxe per littera, el dimandoli se questo sarebbe 
in termine de zorni 15, overo SO, lui dixe non sa- 
per il tempo stabilito ; ma certo di brieve sentiria 
gran cose contra veneliani. 

Item, dico haver visto suso alcune zelare in 
Trento suso l'Adexe, farfossi de biave numero 35. 

Item, perchè haveva intexo doveva esser zonte 
alcune monilioni in alcuni lochi, me ne andai de li 
da r Adexe in uno nvonestiero di S. Lorenzo ; non 
li vidi altre monition, salvo barche numero 37 da 
far ponti, pur facli per avanti. 

liem^ similmente andai in un altro monestiero 
di S. Marco pur in Trento apresso T Adexe, et vidi 
in dicto loco assaissimi ponti da legnami el scale 
fatti etiam gii per avanti. 

liem, nel castello di Trento, artigliarle et nio« 
niliofi ga ne sono laute cbe iuipuwibìle é a crederlo* 



Ittim, dico, che subito zonto io a Trento intexi 
de certa quantità de biave doveva esser gionte a 
Igna, loco de sopra da Trento miglia SO. Subito 
mandai de 11 una mia guida, qual haveva menato 
con mi per intender de ciò la verili ; qual fino al 
mio partir de 11 non era zonto, perché io mi parlili 
pid presto dell* ordine dato, el questo per essere io 
9ti scoperto da unii guida, qual guidava quel secreta- 
rlo di TArchiduca questo Oclubrio a Mantoa, al qual 
gli fu drìedo per retenirlo fino a leTavarnele, come 
il tutto sa vostra signoria. Di sorte che n)i é sta 
forza fuzer et venir via per strade inusitude pur 
slravestido da molinaro, perché a tulli li mei abili 
io era conosciuto, et veni a la volta de Koveredò, et 26 
tolsi do guide qual mi guidò per la montagna di 
Valarsa sempre a piedi et per le neve gmndissime, 
dove mi é sta forza lassar il cavallo et venir a piedi 
flrfb a Schivo, et se io non avesse fatto tal viazo, 
in tulli gli altri locni era retenuto, né altramente 
gli era remedio a la mia salute. 

Item, dico haver inleso, come lo Imperatore 
ha scritto a 1* Arciduca che adoperi ogni suo inze^ 
gno et poterQ in recuperare ìlStado de Milano, cbe 
lui gè lo donava totalmente, né in quello più voleva 
baveri! a far domente lui lo recuperasse. 

Item, dico che a Trento gli erano reduti tutti 
gli castelanì et capitane! circonvicini, et ogni zonio 
erano fra loro in gran raxonament! secreti, et per 
questo intexi da uno servitor del capitanio da Per- 
zene dovevano redarsi dì presto a la volta di Boi* 
zan in uno certo conseglio da esser fatto tra de lor. 

Item, ho intexo per più vie a Trento, cbe l'Ar- 
zidoca die haver messo una imsà suso la Hongaria 
et Boemia de meza corona per fuogo : se dice per 
reparation de turchi, ma si pensa al contrario. 

Altro per bora non ho, salvo che supplico con 
ogni reverenza vostra signoria queUa si volgia var- 
dar da qualche futuro tradimento, perché a tutti gli 
andamenti el parole, per quello ho visto et inleso, mi 
dubito, né altramente mi posso immagtoare. A la 
qual bumilmente mi ricomando. 

Da poi disnar, fo Collegio con la Signoria et ai^ 371) 
tri offici sopra la Beccaria, et nulla feno^ Fo remeso 
a urrà altra volta. 

Da Canstantinopoli, di sier Piero Zen vi^ 
chailù, vene lettere per ma di Bagusi^ di 28 
Zener. Come era venuto uno oratore del Re vayvo« 
da de Hongaria, el qual aeonzò le sue cose con que^ 

(1) U o»U W* è MiBit. 



47 



IfDXXVIU, MARZO. 



48 



sto Signor, siche 1 voi re$ti in regno et darli aiulo 
conlra V Archiduca. Et prima el signor Vayvoda 
mandò do oralori, quali fono spoiadi el riturnorono 
indrio, poi uno che fu morto : questo è il quarto, 
il qual vene a dir il Re passado li voleva mal per- 
ctié diceva stesse bon con questa Maestà, et però 
voleva esser suo vassallo. £1 Signor li ha dato 1-2 
mila cavalli in suo aiuto di quelli è a li confini, et 
li manderà poi il bilarbei de la Grecia con 30 milia 
cavalli, el li ordinò non facesse fatto d'arme se non 
zonzeva il bilarbei. Scrive, esser slato da Imbraim 
a ringratiarlo de li salnitri et altro. Rispose, da 
amici non si poi sperar altro che favor, e lo trovò 
che *l parlava con una santessa rivolta in una schia- 
vina con vermi atorno, et li disse che la diceva an- 
dasse in Hongaria ohe V haveria vittoria. Item^ 
altre particularilà scrive, ut in litteris. 

Da Fiorenga, del Surian oraiar, di ultimo. 
Come la Banda negra di SOUd fanti con il signor 
Oratio Baion si m^tle ad ordine, et parlirano subito 
per andar a trovar a Lutrech. Ci come é aviso da 
Puligno, che *l proveditor Pixani col Capitanio ze- 
neral et il nostro esercito partirà a di ^ per andar 
etiam loro. Scrive, la peste é grande in la terra, el 
lui partirla per andar a star fuora poco lontano. 

Da Foligno, del procurator JPixani, vene 
lettere a Kore una di notte, di 4. Scrive, come si 
doveva levar con le zente per anelar a trovar Lu- 
trech a di 7 ; ma a di 6 partiva la Banda negra di 
fiorentini col signor Oratio. Scrive, il Capitanio ze- 
neral non voria atidar, el sopra queste parole fa 
longa lettera eie. 
27* Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor 
Menerai, di 5. Come hozi ei signor Antonio da 
Leva, aproximandosi più a noi, si é allogiato con 
tutto il suo exercito a Melzo el con molti pezi de 
artellaria, né ha lassalo in Milano pur uno soldato 
di niuna sorte, exceplo quelli del castello, et cre- 
dendo che questa notte o dimane faranno qualche 
demostralion, se indica habbino di andar a Trezo 
et ivi buttar un ponte el passar sopra il bergama- 
sco per favorir le altre gente sue che sono a la im- 
presa di Lecco, le quale fino ad bora non hanno 
operato cosa alcuna bona per loro, et manco, come 
tutti indicano, faranno efletto alcuno. Scrive, de qui 
tutti é di bon animo con tulli questi capetanei de 
combatter valorosamente, venendo Tocasione. Que« 
sta sera si aspectano de qui li 500 archibusieri bre- 
xani per tutela del bergamasco, de quali si servire- 
mo de qui al presente in questi bisogni. E sicome 

li inimici procederano, cussi saranno seguiti et fatto 



le provision necessarie. Da poi scritte, sono venuti 
de li leggieri nostri, quali referiscono lo exercilo 
del Leva non esser levalo da Piontello; poi è rilor- 
nati el conte di Caiaza el Paulo Luzasco, quali que- 
sta matina se partirono de qui el andorouo a la 
volta del campo de inimici, che sono ai Zina per 
soccorer Leco, el sono stati apresso loro el fattoli 
dar allarme, et ivi hanno preso 12 pregiooi di loro 
inimici, i quali avisorno a ditti signori, come una 
grossa scorta di loro era andata a la volta di Monza 
per condur al campo suo una molta quantiti di 
pane. Ita che inteso questo, essi signori si miseno 
andar a quella volta, et tandem ritrovomo essa 
scorta con il pane, et combattuti assieme, quelli da 
la scorta rimaseno perditori et di loro midli furuoo 
amazati, et molli prexi insieme con il pane che con- 
duceano, quiili pani erano numero 7000, la waior 
parte del qual é sia conduto insieme con zerca 60 
pregioni et zerca 150 cavalli boni et tristi a lo exer- 
cilo nostro ; sicché inimici patirano molto de vic- 
tuarie, che questa era la provision soa per do giorni 
el per più; siche le cose procedono bene et di bene 
in meglio. 

Copia di una lettera di Paulo LuMoseo, da 38 
Trevi, a dì 6 de Mareo 1528, scritta al 
conte Hironimo Savorgnano. 

Clarissimo et illustrissimo signor mio hono- 
randissimo. 

Ho lardalo tanto da scriver a vostra signorìa 
dopo eh* io li scrissi de la presa del Castel de Ne- 
biola confine a Novara, per non esserne acaduta 
cosa degna de aviso da allora sino al partir nostro 
de la Lumelina, et mafico so, né voglio scrìvere 
favole, ma solum la pura verità, perché non cerco 
con fucate parole far le cose maior che non sono 
però che anco non li bisogna usarle con quelli 
excellentissimi signori nostri voglio stiano un pon- 
to da drieto a li effetti, che ad ogni modo é fom 
se manifestino tale quale sono. Me satisfa molto a 
r anima narrare li pochi successi nostri come pas- 
sano elcon la debita convenientia. Come vostra 
signoria debbe haver inleso. Venerdì, che fu a li 
28 de lo passato, per comandamento de questi si- 
gnori illustrissimi se levamo de Mortura el invia- 
mosi a queste bande. Il Sabato fossemo a corer 
sino nel campo de nimici, nel mezo di quali loglies- 
semo alcuni cavalli, el facti alquanti pregioni dessi- 
mo volta. Lunedi che fu il secondo de lo inslantei 
noi medesimamente, pigliato longo camino ritomas* 






49 



MDXZVIII, lURZO. 



50 



28» 



semo pur ad assallare inimici nel campo loro così 
a r improvvisi), che li bomeni d* arme el altri sol- 
dati ebbero a pena tempo de imbrazar le cappe et 
metter man a le spade per defension sua, et alcuni 
fugiteno ne le case, altri sotto li portegi, di sorte 
che con fatica se salvoruo; ma non tutti, perchè 
parechi ne rimaseno pregioni. Detlero un grosso 
allarme, con non poca mia speranza che ne baves- 
sero a venir drieto, el dando in uno poco de im- 
boscata che havcvimo facto, perdessimo il 

de retirarse ne li allogiamenti, ma non furono cosi 
animosi che volessino venir troppo inauli. Heri, 
circa a le bore 10, el signor conte de Caiazo ed io 
usciiDo a ritrovare il campo inimico, qual batteva 
Usnago, el corendo sino nel niezo de loro facesse- 
mo alquanti pregioni, da i quali, intendendo che 
venivano victuaglle al campo in assai quantità con 
bona scorta da la via de Monza, gli audassemo a 
r incontro, el quelli rotti el fugati gli togiicssemo 
ogni cosa, el vino spandessemo per la incomodità 
de condurlo, pigliassemo capitani foreri generali, 
fanti et cavalli, de tal maniera, che de loro non 
campò la quarta parie. El penso che nel suo campo 
beri el tulio h zi generalmente se sii degiunalo. 
Altro non xé. Hebi a li di passali la undecima let- 
tera de vostra signoria, de 'i7 del pussato, et gra- 
tissinìe mi furono le nove che quella mi avisava, 
indicando per li presenti andamenti che le cose 
nostre babìno ad baver prospero exilo. Il signor 
Julio suo Ogiiolo é sano, se porla benissimo el lui 
et io se racomandamo in bona gralia de vostra 
signoria. 

Data in Trevi, a li 6 de Mareo 1528. 



Sottoscritta : 



Servilor minimo 
Paulo Luzasoo da Verona. 



A tergo: k\ clarissimo el illustrissimo signor 
Hironimo Savorgnano signor mio observaudisimo. 
In Venetia. 

29 Sumario di una lettera di domino Antonio da 
Castello, da Cassan, a li Mareo 1528. 

Per una altra mia notiGcai, inimici baver batulo 
una rocheta apresso Calzinà, et di poi che baltevano 
ditta Calzinà, quale Zobia notte li piantono Y arlel- 
laria grossa el Venere da malina comenzò a tirar, 
di sorte che a bora de disnar fu preso per forza. 
Circa a quelli che erano verniti a Piantello col si- 
/ Viarii il II. Sahuto. - Tm. UYIL 



gnor Antonio da Leva, heri se levorono el veneno 
verso Melzo ; fu ditto per alozar, tamen se tornono 
la sera a Piontelo. I nostri cavalli legieri lutti ha 
cavalcato, maxime il signor conte di Caiazo, Paulo 
Luzasco, i quali Irovorono circa 100 cavali de pan 
che andava a queli de Cnlzinà accompagna da zirca 
80 fanti, el deteno dentro, in modo che preseno 
tutti quelli cavali de victuarié et meseno de mal 
tutta la scorta, fazendone molti presoni. Penso che 
di brieve se risolveranno de la inlention loro, per- 
ché male poderano durar cosi per rispetto del vi- 
ver. Heri lanzinecb, che sono verso Leco, veneno in 
scorozo de mala sorte con il conte Belzoioso per 
non baver il pan ; siche bavendoli tolto questo che 
speravano, penso non possi star de bona voglia. 
Quelli de Lecco son saltati fora el forono rebaluli 
dentro da queli del castelan de Mus, con mortalità 
de molti de quelli de dentro. L* armata de Como 
per el lago in quel tempo si scover/i et quella del 
castellano andò per inveslirla^ in modo che se non 
fosse slato le gente che bavevano in terra restava 
tutta persa ; pur se sono retirali a salvamento in 
Como. Non dirò altro ; a la bona gratia, eie. 

Copia di una lettera dal campo, da Cassano; ^qu 
di 7 Febrer 1528, scritta per Hironimo 
Oago a domino Zuan Battista di Man- 
fredi caneelier del conte di Caiago, in Ve- 
netia. 

Signor Gioan Battista mio. 

Gli inimici sono andati a battere un luogo chia- 
n)ato Olzinà presso Ire miglia di Lecco, ove sta 
dentro un fratello del castellano dì Musso ; el per 
darli un poco di soccorso, il signor nostro illustris- 
simo {conte di Cajaeeo) el il signor Paulo Luzasco 
slamatina andorno a quella volta con qualche 200 
cavalli et molti archibusieri ; ma gionli, là hanno ri* 
trovalo il campo de nimici in luogo tanto montuoso 
et forte, che non li hanno potuto far niente. Pure gli 
fecero dare una grossa alarma per la quale venero 
fuora molti archibusieri; tuttavia vegiendo li nostri 
di non poterli offender, passo, passo relirandosi, pre- 
seno un gentiluomo del conte Ludovico Belzoioso el 
certi altri senza molte bagaglie9%che gli dissero che 
la scorta de spagnoli era andata a Monza per coudur 
vicluaria al campo, et che un giorno già ne era 
stato senza. Per il che il signor con li altri comin- 
zio a cavalcare verso Monza, et 11 presso trovò una 

(!) U etrto sa* è kimMi, 



51 



iinxxvin, MARZO. 



52 



compagnia bellissima di fanlaria ilaliana imboscala 
per scoria, et li da un canlo ratti dismonlare a piedi 
li nostri archibusieri et da V altro canlo mandando 
cavalli, da una parte et da 1* altra si cominziò a 
combatere generosamente. Et benché li nostri aves- 
sero grandissimo disavaiitagio per bisognare di 
campagna spazzata entrare in un bosco a combat- 
tere, nondimeno al modo solilo si sono portati tan- 
to bene, che hanno presa et ruinata tutta quella 
compagnia insieme col capitanio, et hanno mede- 
mamente guadagnati 150 cavalli. La victuaglia che 
se li è tolta non si potrebe dire, cosi di pane et 
vino, come d' altre cose ; ma so dire a vostra si- 
gnoria per cosa certa, che qui a Gassano se sono 
condotti circa 10 milia pani li più belli che mai se 
vedesse, da dui soldi V uno, di maniera che se gli 
beali inimici beri digiunorno, hozi non staranno 
30* troppo bene, et per forza, non havendo altro modo 
in quei paesi, saranno costretti a fare el corpo a la 
spagnola forse più che non vorrebono. 
Signor Joan Battista ! 

Qui havemo tanti capitane!, alfieri et altri boni 
soldati, che non potemo slare in casa, et per Dio, 
r bavere hozi Hisfala in tutto questa compajj;ma et 
preso il capitanio, V è stala come V altre una bellis- 
sima fazione ; del che son certo che 'I signor Anto- 
nio molto se ne dolere, si per haver persi tanti ho- 
meni da bene, come anche per il mancamento de 
victuarie; di che patiscono extremamenle. Altro 
non so che dire ; acadendo cosa degna, non man- 
cherò di dargliene adviso. 



Copia di una lettfra pur da Cassano, dal cam- 
po, di 7 Marzo, a sier Jacomo Antonio 
Moro di sier Lorenzo. 

Li spagnoli che sono a la volta di Leco per soc- 
corcrlo, hanno preso una certa rochela che è sopra 
Adda, detta Ulcinii, con cerca 20 fanti del caslelan 
di Mus che erano dentro; del che però se ne fa 
poca stima, et se vorano andar a Leco li inimici li 
bisognerà far uno altro conto. Et si atrovano tante 
gente di le nostre a quella volta, che nemici non 
saranno bastanti a contrastarli, et non si manca ogni 
zorno da le necessarie provisioni. Antonio da Leva 
con il resto di lo exercilo è ancor a Piantello. Si 
dice anche, che quelle poche gente che erano restate 
in Milano sono tutte venute lì; non so quello si 
pensano voler fare. Da quel primo di in fuora che 
yeneoo fio qui, mai più se hanno seutidi, et li nostri 



cavalli lizieri li correho ogni zorno fin su le porle ; 
ma ninno voi ussir fuora di Piantello. 

Copia di una lettera del Oovernador^ data al 
campo a Cassano, adì 6 Marto, a hare 5^ 
scritta a li rectori di Brexa. 

Claris^mi Domini honorandissitni. 

Voslre signorie per le presenti saraiio avisale, 
qualmente hozi el signor conte di Caiazo el missier 
Paulo Luzasco con le loro compagnie sono cavalca- 
le a Olzinà per romper li desegni a li nemici et 
farli dare a V arme sicome hanno fatto. A la sua ri- 
tornata al campo, sono passati per la via <ii Moiuea 
et ha ritrovati una insegna di fanti de inimici, die 
faceano la scorta a 150 in 200 some dì vicluarie et 
praecipue pane che si conduceva al campo cesareo 
a Pioniello, et haimo presa tutta la vicluaria et 
presi da zerca 50 de quelli fanti, il resto svaiisati et 
condulli al campo le victuarie, et ditti pregioni 
sicuramente. Altro per bora eie. 

A dì 8, Domenpga secunda di Quaresima, 31 
Zorno dedicato a d.ir il capello al reverendissimo 
Grimani. Et essendo sta inviduto tutto el Pregadi 
et altri zentilhomeni fuora et parenti et amici a 
compagnar soa signoria di Procuralia in diiexia 
et poi la messa a disnar a caxa di sier Vettor prò- 
cura'.or suo fratello a S. Maria Formuxa, fono 
invidiati etiam tutti li arziepiscopi et episcopi el 
prelati sono in questa terra, et fo teriuinuto non far 
Conscio, per il grandissimo pasto che si fa. £1 cussi 
reduli tutti in Procuralia, adeo non restò ultra la 
Signoria, Collegio, Avogadori, Cai di X et Censori 
so/um 7 zentilhomeni, che vanno in Pregadi con il 
Serenissimo, hor poi terza il Serenissimo, vestito di 
vesta di veludo ruosa seca, et cussi la bareta, con li 
oratori Papa, Anglia, Hongaria, Milan, Fiorenza et 
Manloa, mancò Pranza qual ha gote, et quel di 
Ferrara che é andato a Ferrara. Et cussi il reve- 
rendissimo Cardinal, vestito con manto di zambe- 
loto cremexin, capuzzo fodrà di varo, acompagnato 
da tutti li prelati et procuratori per numero . . . . , 
cavalieri, doctori, et altri senatori, poi zoveoi elsoi 
parenti un numero di più di 250 genlilbomeni. Et 
scontrato il Serenissimo a li stendardi, posto il 
Cardinal di sora; al qual il Serenissimo si cavò la 
bareta, introno in chiexia a la messa. La chiesia era 
conza a la porta et al coro, et a V aitar grando con 
arme del Papa, Grimana del Cardinal et del Sere- 
nìssimo, et San Marco, con zoie mollo belle, El ia« 



53 



IfOXXVUI, lUHZO. 



54 



Irati in coro, pochi polene star, àdeo si convene 
star a mezo la ciiiexia su banche, un gran numero 
di vechii, Ira li qual io Marin Sanudo. Erano nnoUì 
vestiti di seda, il resto di scarlatto, et uno solo di 
paonazo, qual fu sier Francesco da Leze é di Pre- 
ga li, che da lutti fo notato. Et ditto la messa per il 
Patriarca nostro domino Hironimo Queriui in pon- 
tificai, poi recitala una oration per prè Battista 
Egnatio molto exceliente, et compila la messa, fu 
fatto le cerimonie, et per domino Anzolo dal Bufa- 
lo romano, e qui col cardinal di Trane, li fo dato il 
capello a nome del Pontefice; poi cantato alcuni 
salmi et laude, si compile mollo lardi. CI ussiti di 
chiexia verso Marzaria, il Serenissimo con la Si- 
gnoria tolse licentia dal Cirdinal et tornò in palazo. 
El Cardinal con li oratori et prelati et altri invidalì 
andono per Marzaria a S. Maria Porrnoxa, passan- 
do per chiexia, sonando campano per alegreza fino 
a caxa sua, dove fu fatto uno bellissimo pasto con 
molte ferente et diverse bandison, preparale le la- 
31^ vole dì zoso el di suso el in camere. Et in la came- 
ra grande fu servilo a la corlesana, dove erano li 
oratori et prelati solamente, el fo cantalo; né altro 
fu fallo. Et compilo il pasto tulli si parlirno ; ma 
quelli oratori el prelati vi fono, a eterna memoria, 
qui avanti voio far nota. 

Noto. El cardinal di Trane non volse venir; 
licei al capello fo dato al cardinal Pixani vi vene il 
carlinal Adriano, che in questa terra si ritrovava. 
La causa perché non vene fu 



È da saper, che in questa malina con campano 
ìnlrò dentro le do gaKe di Alexandria, capitanip 
sier Berluzi Contarini, mollo carge, stale fuora 

mexi , É zonle a salvamento, ma hanno 

cargato da poi muda coulra le leze nostre. 

• 

Questi sono li prelati fono col Cardinal. 



Lo arzivescovo 
Lo arzivescovo 
Lo arzivescovo 
Lo episcopo di 
Lo episcopo di 
Lo episcopo di 

dinal, 
Lo episcopo di 
Lo episcopo di 
Lo episcopo di 
Lo episcopo di 
Lo episcopo di 



de Santa Severina, 

di Spalato, Cornaro, 

di Nicosia, ciprioto, 

Bailo, Pexaro, 

Concordia, Arzentino, 

Ceneda, Grimani, fradello del Car- 

Urbin, de Nordis, di Friul, 
Bologna, Campezo, 
Liesna, da chà Trivixan, 
Chisamo, Dolce, 
Torzello, Foscari, 



servivano. 



El primocerio di S. Marco, Barbarigo, 
L* abate di San Ziprian, da chi Trivixao, 
El cavalier di Garzoni. 

Questi aenfilhomeni da conto restono a disnar 33 
coi reverendissimo cardinal Grimani in la 
sua caxa a S, Maria Formosa. 

Sier Andrea Gusoni procurator, 

Sier Carlo Morexini procurator, 

Sier Andrea Lion procurator, 

Sier Marco da Molin procurator, 

Sier Francesco di Prioli procurator, 

Sier Antonio Capello procurator, 

Sier Antonio Mocenigo procurator, 

Sier Marco Grimani procurator, 

Sier Veltor Grimani procurator, 

Sier Polo Malipiero qu. sier Jacomo fradello del 

Serenissimo, 
Sier Tomaso Contarini el cavalier, conte del Zaffo, 
Sier Marco Dandolo doclor el'cavalier, 
Sier Nicolò Michiel doctor, 
Sier Sebastìan Contarini el cavalier, 
Sier Nicolò Tiepolo doclor, 
Sier Sebastian Foscarini doclor, 
Sier Andrea Mocenigo doctor, 
Sier Hironimo da chà Taiapiera doclofi 
Sier Nicolò da Ponte doctor, 
Sier Andrea di Prioli doctor, 
Sier Marco Morexini doctor, 
Sier Hironimo Polani doctor, 
Sier Francesco Morexini doctor, 
Sier Lorenzo di Prioli cavalier, 
Sier Marco Antonio Contarini avogador, 
Sier Michiel Trivixan avogador, 
Sier Ferigo Renier censor, 
Sier Daniel Moro censor. 

Di Pregadi et Zonia. 

Sier Francesco Arimondo qu. sier Nicolò, 
Sier Piero Badoer qu. sier Alberlin doctor, 
Sier Andrea Barbarigo qu. sier Nicolò, 
Sier Lodovico Barbarigo qu. sier Andrea, 
Sier Alvise Barbaro qu. sier Zaccaria cavalier pro- 
curator, 
Sier Antonio Bembo qu. sier Hironimo, 
Sier Alvise Bernardo qu. sier Piero, 
Sier Francesco Bernardo qu. sier Dandolo, 
Sier Alvixe Bon qu. sier Otlavian, 
Sier Andrea Bragadiu qu. sier Alvise procurator, 



ss 



Mfnxfm^ UAKox 



ȓ' 



Rf«r l/tfenzo Bfagi4in qa. ftef Ffineeieo, 

Sier Marco fìibriH qa. fier Zaccarii, 

Sier Simon Capello qu. sier Domenego, 

Sier D^irnenego Capello qu. sier Carlo, 

Sier Gasparo 0>n(arìni qa. sier Alrise, 

Sier ìjjfemi} Omimnì qu. sier Antonio, 

Sier Toma Contanni qo. sier 11 icbiel, 

Sier Aniofìio Dan^lolo qu. sier Hironimo, 

Sier Alexandro da Pexaro qn. sier Nicolò, 

Sier Andrea da Mula qu. sier Nieoló, 

Sier France-ico da Leze qu. sier Alvise, 

Sier Marco Antonio di Prìoli qu. sier Alvise, 

Sier l^orrnzo Falier qu. sier Tomi, 

Sier Francesco L/^ngo qu. sier Francesco, 

Sier Maflo Lion qu sier I»fJovico, 

Sier Marco Malipiero qu. sier Mann, 

Sier 2^an Francesco Marzello qu. sier Antonio, 

Sfer Andrea Marzello qu sier Jacomo, 

Sier Toma Michiel qu. sier Zuan Malio, 

Sier Franceseo Morexini qu. sier Nicolò, 

Sier Zuan Francesco Morexini qu. sier Piero, 

Sier Mario Morexini qu. ì^ier Piero, 

Sier Polo Ndni qu. sier Jacomo, 

Sier Hironimo Querini qu. sier Piero, 

Sier Mario Sanudo qu. sier Francesco, 

Sier Zuan Nadal Salamon qu. sier Tomi, 

Sier Filippo Trun qu. sier Priamo, 

Sier Daniel Trivixan qu. sier Andrea, 

Sier Polo Trivixan qu. sier Andrea, 

Sier Marco Zantani qu. sier Antonio, 

Sier Berluzi Zivran qu. sier Piero, 

Sier Hironimo Zane qu. sier Bernardo, 

Sier Lunardo Jusliniani qu. sier Lorenzo, 

Sier Tomi Mocenigo di sier Lunardo procurator, 

Sier Vicenzo Capello qu. sier Nicolò. 

Altri vien in Tregadi. 

Sier Anzolo Badoer di sier Piero, Raxon vechie, 

Sier Hironimo Ben qu. sier Alvise, X offici, 

Sier Vicenzo Baffo qu. sier Beneto, Provedador di 

comun, 
Sier Marco Antonio Barbarigo qu. sier Gregorio, 

Sopra le camere, 
Sier Anzolo Gabriel fo avogador, 
Sier Anzolo Corer vien in Pregadi, 
Sier Marco Corner qu. sier Doni, Provedador di 

comun, 
Sier Hironimo Centanni qu. sier Tadio, Sopra le 

camere, 
Sier Zuan Contarini da Londra, vien in Pregadi, 



Jicoaio^son i 



Sier Franeeseo da Morto qo. 
Bandii, 
Zuan Fraoceieo da Molio q«. sier Piero, t le 






Sier Francesco Diedo di sier Alme, Pniredador di 

comao, 
Sier F^go di Prioli, rieo io Prepdi, 
Sier Mann di Cavalli, Calaver, 
Sier Antonio di Prioli, vieo io Pr^gedì, 
Sier Setiastian Falier, vim in Pregadi, 
Sier Marco Antonio Grìmani, fo Savio a temfemit, 
Sier Hironimo Grtmani. Ct«9er, 
Sier Alvise Mirhiel fo Consifr, 
Sier Piero Morexini qu. sier BqitisU, vìeo io Pre* 

P^i, 
Sier Cbrìstofal Morexini, govemador. 

Si r Franceseo Sanudo, govemador, 

Sier Franceseo Soranzo di ster Jacomo procontor, 

vien in Pregadi, 

j Sier Stefano Trivixan, vien in Pregadi, 

Sier Bernardin Tatapiera, ai X Savii, 

Sier Fcrì;^ Valaresso, vien in Pregadi, 

Sier Marin Zusti^nan, Avogador extnordinariOi 

Sier SetMStian Z gogna savio ai ordini, 

Aitri fuma Pregadi. 

Sier Alvise Beml)o qu. sier Lorenzo, 
Sier Zuan Bartiarigo qo. sier Antonio, 
Sier Troian Bolani qu. sier Hironimo, 
Sier Alvise Capello qu. sier Hironimo, 
Sier Antonio Corer qu. sier Zuane, 
Sier Antonio da Pexaro qu sier Lunardo, 
Sier Fantin da Pexaro qu. sier Lunardo, 
Sier Beneto di Prìoli qu. sier Francesco, 
Sier Alvise di Prìoli qu. sier Francesco, 
Sier Zusto Guoro qu. sier Pandolfo, 
Sier Vicenzo Loredan qu. sier Lunardo; 
Sier Priamo Malipiero qu sier Dionise, 
Sier Francesco Mocenigo qu. sier Piero^ 
Sier Zuan Malipierò qu sier Polo, 
Sier Marco Memo qu. sier Andrea, 
Sier Vcttor Morexini qu. sier Jaooroo, 
Sier Domenego Pizamano qu. sier Marco, 
Sier Benedetto Marin qu. sier Marco, 
Sier Marin Sanudo qu. sier Lunardo, 
Sier Alvise d* Armer qu. sier Simon, 
Sier Francesco Zen qu. sier Alvise, 
Sier Jacomo Simitecolo qu. sier Anzolo, 
Sier Filippo Basadona qu. sier Alvise, 
Sier Piero da Molin qu. sier Jacomo dolor. 



57 

Sler &far!n ConlarinI qu. sier Bortolo, 

Sier Ferigo Contarìni qu. sier Ambruoso, 

Sier Hironimo Diede qu. sier Andrea, 

Sier Zip^i^D Malipiero qu. sier Hironimo, 

Sier Tonnaso Conlarìni qu. sier Alvise, 

Sier Perigo Morexini qu. sier Hironimo, 

Sier Ferigo Cioolarini qa. sier Zuan Alvise, 

Sier Vincenzo Zanlani qu. sier Zuane, 

Sier Lodovico Trivixan qu. sier Domenego, 

Sier Vincenzo Tiepolo qu. sier Francesco, 

, Sier Tonìà Tiepolo qu, sier Francesco, 

Sier Hironimo da Canal di sier Bernardin, 

Sier L»u nardo Foscari qu sier Nicolò, 

Sier Lu nardo Venier qu. sier Moisé, 

Sier Alvise Grimani qu. sier Alvise, 

Sier Beneto Grimani qu. sier Marìn, 

Sier A n<lrea Trivixan qu. sier Polo, 

Sier Alexandro Badoer qu sier Antonio, 

Sier Al vìse Badoer di sier Bernardin, 

Sier Polo Zusti(|;nan qo. sier Piero, 

Sier Zuan di Cavalli qu. sier Nicolò, 

Sier Bernardo Conlarini qu. sier Teodoxio, 

Sier Marco Grimani qu. sier Nicolò, 

Sier Bernardo Grimani qu. sier Hironimo, 

Sier Antonio Grimani qu. sier Hironimo, 

Sier Anzolo Boldd qu. sier Antonio cavalier, 

Sier SetMstian Griti qu. sier Francesco, 

Sier Alvise Basadona qu. sier Alvise, 

Sier Alvise Bembo qa. sier Zuan Butlisla, 

Sier Piero Maria Michiel qu. sier Piero, 

33 Sier Ck>rnelio Barbaro di sier Alvise, 

Sier Zuan Maria Pasqualigo qu. sier Marco, 

Sier Andrea Barbarigo di sier Gregorio, 

Sier Pi^ro Antonio Moro di sier Fantin, 

Sier Alvise Bragadin di sier Andrea, 

Sier Daviiel Bragadin di sier Andrea, 

Sier Ma reo Antonio Venier qu. sier Pelegrio, 

Sier Alvise Vendramin qu. sier Luca, 

mcesco Vendramin qu. sier Luca, 

locaria Vendramin qu. sier Zaccaria, 
Sier A.t 



MDnf UI, UàBXO. 



Sier 
Sier 



'Ctonio Alberto qu. sier Jacomo, 

bier P^ioolò Capello di sier Domenego, 

**' onimo da Molin di sier Piero, 



Sier H 



Sier Jaoomo da Molin di sier Piero, 

Sier Nicolò da Molin di sier Piero, 

Sier 2tjan da Pexaro qu. sier Andrea, 

Sier A.f izolo Maria di Prioli qu. sier Piero Alvise, 

Sier Ooinenego Trivixan qu. sier Stefano, 

Sier Nicolò Grimani qu. sier Alvise, 

Sier Hironimo Malipiero qu. sier Jacomo, 

Sier Zacaria Barbaro qu. sier Daniel^ 



Sier Piero Soranzo qa. sier Zuane, 
Sier Frane seo Soranzo qu. sier Alvise, 
Sier Nicolò Vendramin qu. sier Zaccaria, 
Sier Francesco Zustignan di sier Nicolò, 
Sier Lunardo Zustignan di sier Hironimo procu- 
ra (or, 
Sier Zuan Francesco Zustignan di sier Hironimo 
procurator. 

Altri pien in Pregadi. 

Sier Pandolfo Morexini, Proveditor soni V arnoar. 

Sier Lorenzo Zustignan vien in Pregadi, qa. sier 
Antonio. 

Sier Piero Trivixan vien in Pregadi, qu. sier Pòlo. 

Sier Vicenzo Grimani vien in Pregadi, di sier 
Francesco. 

Sier Piero Grimani vien io Pregadi, di sier Fran- 
cesco. 

Sier Andrea Morexini vien in Pregadi, di sier Ju- 
slinian. 

Sier Filippo Foseari vien io Pregadi, di sier Fran- 
cesco. 

Sier Alvise di Prioli vien in Pregadi, qa. sier 
Marco. 

Li XL OìMtMl. 

Sier Antonio Basadona qn. sier Piero. 

Sier Iseppo Badoer qu. sier Bernardin. 

Sier Zuan Barbo qu. sler Beneto. 

Sier Lunardo Boldd di sier Piera 

Sier Marco Contarìni qu sier Tadio. 

Sier Zuan Mallo Bembo qu. sier ^Ivisew 

Sier Cario Capello qu. sier Francesco el cavaliere 

Sier Zuan Franceseo da Canal qa. sier Piero. 

Sier Beneto da Mosto qu. sier Piero. 

Sier Marco Dandolo qu. sier Polo. 

Sier Antonio di Garzoni di sier Hironiax). 

Sier Lorenzo Gradenigo qu. sier Mario. 

Sier Francesco Foscarini qu. sier Piero. 

Sier Hironimo Malipiero qu sier Piero. 

Sier Zuan Memo qu. sier Trìbun. 

Sier Jacomo Marin qu. sier Bortolomio. 

Sier Nicolò Minio qu. sier Almorò. 

Sier Piero Orio qu. sier Bernardin el cavalie;r. 

Sier Hironimo Querini qu. sier Jacomo. 

Sier Alexandro Micbiel qu. sier Piero. 

Siér Mafjo Soranzo qu. sier Zaccaria. 

Sier Hironimo Bragadin qu. sier Andrea. 

Sier Sebasliau Taiapieni qu. sier Nicolò. 



my&Sfiu, uàMUU 



60 



Sier Aoiooio Maro qu. sier Zmoe. 
8ier SUtèùo Tririsao qiL sier BiUttsent 



33* Qmtttf(>minchi€Xia^mafumwnenoalpa$io. 

LiCoosieri. 
U Cai di XL 
U Cai di X. 

Sier Domen^ TriTixao ea? aliar procarator. 

Sier Lunardo Moceuigo procur^lor. 

Sier Lorenzo Lore<lao proeurator. 

Sier Alvise Paaqualijico procurator. 

Sier Lon^nzo Pasqualigo procuralor. 

Sier Hironimo Justiniao procuralor. 

Sier Polo Capello cavalier proeurator. 

Sier Zuan Baloer dolor el cavalier. 

Sier Andrea Trìvixan el cavalier. 

Sier Gabriel Moro el cavalier. 

Sier Piero ConUrìni qu. sier Alvise. 

Sier Juslinian Morexini qu. sier M^rco. 

Sier Nicolò Zorzi qu. sier Bernardo. 

Sier 2Suan Antonio Dandolo qu. sier Francesco. 

Si^T Michiel da Leze qu. sier Donado. 

Sier Polo Donado qu. sier Piero. 

Sier Almorò Donado qu. sier Piero. ' 

Sier Polo Valaresso qu. sier Gabriel. 

Sier JHComo Badoer qu. sier Sebaslian cavalier. 

Sier Valerio Valier qu. sier Antonio. 

Sier Alvise Gradenigo qu. sier Domenego el ca- 

valier. 
Sier Daniel Dandolo qu. sier Andrea. 
Sier Nadiilin Conlariiii qu. sier Hironimo. 
Sier Lunardo Eriio qu. .sier Zuan el cavalier. 
Sier Panlin Corner qu. sier Hironimo. 
Sier Nicolò Bernardo Savio del Conscio. 

Sier Valerio Marzello, 
Sier Piero Morexini, 
Sier Filippo Capello, 
Sier Piero Boidd. 

Savi a terraferma. 

Sier Harin da Molin, 
Sier Zuan Miani, 
Sier Daniel Renier, 
Sier Marco Minio, 
Sier Francesco Donado cavalier. 
CùnsierL 

Sier Zuan Francesco Miani, Cao di XL 



Sier Marìn Corner, 
.Sier Nicolò Venier, 
Sier Hironimo Barbarìgo. 
Cai di X. 

Dapoi disnar fo Collegio di b Signoria et ailri 
offici depuladi per le cose di la Berarìa, et non si 
fo in ordine il Collegio, et expediteoo h coromis- 
Sion a sier Cario Contarìni proveditor zeneral. 

Hozi fo trovalo a San Palriniao ano esser 
iDorlo da peste; il qual fo mandato a Lazaretto. 

Da Udm^, dei Loeoienenfe, di 5, manda qne- 
sii avisi dn Venzoo di 4 Marzo. 

Magni fice ei darissime, eie. 
Hozi é passato de qui lo viceeapitanio di Gradi- 
sca Lo4Ìovico de Braiidis de Qvidal, d qual viene 
da Villaco et mena uno suo fratello io sbarra ania- 
lato, che viene de Hongaria. Per uno nostro citta* 
dino suo amico fatto adimandar de le cose de Hoo* 
garia, dice lo Vaivoda si é potentissimo ; altro non 
é poleslo sotMzer. Et dice ebe uno ba bauto la 
Irata de 20 milia verìini de biave et meuari den- 
tro ; che Dio lo voglia. Et per diverse vie se ba, 
che'l Mudaro de la Trevisa ha dicto che le biave 
venirano ; ma li mette un dazio di niezo rayoes per 
verliiio. Beri parlai ad uno che veniva da Salzpurch. 
(Dice) che volevano far fanti per Hongaria, ma che 

non voleno andar ancor che non sia cose che 

se aspecta a le guerre. In Baviera el Salzpurcb sono 
grande heresie, zerca che se fano baptizar, ne api- 
cano a la zornata assai. Ste discordie non sono a 
proposilo del Prìncipe, et maximamenle in uno loco 
de Sbec sono da 6000 chinopi (?) de li IO, li 9 sono 
baplizali, né non se gè può metter sesto a (auto nu- 
mero; però lo Principe è contra sta sella, bavera 
dificulli ad exlirparla. Se alrova in grandi intrighi. 
Altro non se ba. 

Copia di lettere di sier Lorenzo Morexini ca- 
sfelan di la Chiusa^ di 2 Marzo^ al ditto 
Locotenente. 

Magni/ice eie. 
In questo zorno, da uno sier Daniel Gatto homo 
degno di fede, che vien da le parte di Alemagna, ho 
inteso, come el se (ransfei isse de Ala el altri lochi 
molta fantaria verso Trento, benché in questi pre- 
teriti zorni intesi che T era adunalo gran quantità 
di biave li a Trento, el se diceva che dicla biava 



61 



XDXZVin, MARZO. 



62 



era sia condutla II per causa de questa zenle che 
vanno per calarse in Lónobardia. Questo è quanto 
si ha. 

34* Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà 
et capitanio, di ... . Con uno avlso habuto da 
Trento ; ma per'dir meglio fo letto una deposition 
di uno Bernardin Gelfo sialo a le parte superior, 
et referisse de preparation grande si fa. il summa- 
rio scriverò poi. 

Da Fuligno, di sipr Alvixe Pixar^i procu- 
ratore, proveditor eeneral, di 6. Come attendeva 
a far le mostre a le zenle et pagarle, et scrive zerca 
danari, et come era slato dal Capitanio zeneral a 
S. Orachii, qujil W disse che Y anelar suo a Irovar 
Lulrech saria con po&i sutisfation soa, et Je sue 
zenle mal ad ordine per non esser pagate; però che 
se la Signoria o lui li comandaria, come bon ser- 
vì tor cava Ica ria. 

In questa sera in Procuratia di sier Marco Gri- 
mani fu fatto un festin con 10 donne de le belle di 
la terra, et vi era il fradello del ^Sardina! Cibo do- 
mino Lorenzo Cibo, qual studia a Padoa, el fo bal- 
lalo assai con mascare, et fallo il ballo del capello, 
et una cena a la corlesana. Fono da zerca 40 a la 
tavola, el durò fino a ore 9 di notte. 
35 Da Cividal di B^llun, di sier Polo More- 
xini podestà et capitanio^ di 6. Come, proce- 
dendo la fama de li andamenti cesarei el di soi 
preparamenti, li parse mandar a due bande per 
saper, videlicet da la banda di Tiruol et da la 
banda di Prissenon inGno a Yspruch. Per quel 
venuto da la banda di Tiruol, qual é stato a Boi- 
zan, Maran, Perzen et Trento, riporta: Di co- 
mandamento de li comessari de lo illustrissimo Fer- 
dinando, quali sono tre capitani de .\ugusla, é sta 
fatto la descrition di tulli quelli poleno portar arme, 
con ordine che a uno cegno siano io pronto; el che 
se aspectiiva in quelle bande bandiere 4 de fanti 
usali. Dice ancora de fermo esser fatto comanda- 
mento a Fren che debbino preparare da 16 mila 
pianconi per-(ar ponti. Et nel suo ritornar, passando 
per Canales, vene lettere al signor del ditto loco 
che dovesse mandar a Trento una gran quantità 
de brege similiter per far ponti et barche. Per 
r altro venuto de Yspruch, el qual, andaudo el ri- 
tornando é passiilo per Brunich, Persenon, el Ster- 
zen, dice, come già "20 giorni lo illustrissimo Ferdi- 
nando expedite il duca di Bransvich eletto da la 
Cesarea Maestà capitanio zeneral, persona de gran 
per»uuagìo oe le cose de gui^rra^ doq di gran valori 



et mandato a Ispruch et fallo capitanio de le lanze 
borgognone el capitanio Rochendolf et magnifico 
Sitim capitanio di le fantarie. Al qual Capitanio ze- 
neral sono andati per haver partido el conte Gi- 
rardo de Arco, el conte Zuan Battista da Lodron 
et il conte Parisoto da Loilron, messerJurida Pie- 
Irapiana, messer Nicolò Tranlstolfer. El dicesi che 
esso CapKanio zeneral se ritroverà a Trento a le 
Palme, con ordine de discendere in Italia, el con 
commissione di far bona compagnia a li popoli dove 
andarà ; el de vicluarie dice che novamente hanno 
mandalo in Baviera per una grandissima quautilà. 
Avisa haver operalo bono offilio con li confinanti 35* 
del ben vicinar, servando el modo datoli per lettere 
di la Sij^noria nostra di 27 del preterito. 

Adì 9 Là malina vene in Collegio sier Bertuzi 36 
Conlarini, venuto capitanio di le galle di Alexan- 
dria, patroni sier Zuan Alvise Badoer di sier Ja- 
como, el sier Nicolò Balbi qu. sier Zaccaria, sier 
Filippo Erizzo qu. sier Francesco, vestito damaschin 
cremexin, et presente sier Marco Antonio Conlarini 
el sier Michiel Trivixan. Fé la sua relatione et apre- 
sentò uno presente ligado, qual il seriflb, che fo 
causa di far romper muda a le galle, manda a do- 
nar a la Signoria do nose de India, in la (|ual è una 
pezza di sessa (?) sotilissìma di braza 60 V una, et 

uno corichilo. 

Et dito Capitanio et Patroni subilo per li Avo- 
gadori fono falli referir in V officio, overo lolseno 
come rei il loro consliluto, et formano .il processo 
per farli cazer a le leze per haver rollo muda. 

Vene sier Marco Foscari venuto oralor di Fio- 
renza, qual é sta a Muran zorni .... per venir 
di loco amorbato, et era vestito damaschin negro, 
et disse poche parole, remeteudosi a far la sua re- 
lation hozi in Pregadi. 

Vene V orator di Milan, dicendo haver lettere 
di Ferrara del suo signor Duca, del zonzer suo li el 
va a Kavena. 

Di sier Gabriel Venier orator nostro^ da 
Ferrara, di ... . Del zonzer lì col Duca et par* 
tiria per Ravena. É sta molto onorato dal duca di 
Ferrara, el con lui vien don Hercules primogenito 
del Duca. 

Vene il secretarlo di V orator di Ferrara, qual 
é ito a Ferrara, et monstrò una lettera del suo si- 
gnor Duca, di Li scrive besserli venula di 

Franza la confirmation del matrimonio di suo fiul 
signor Hercules primogenito in madama Keniera fo 
fia di re Alvise, sorella de la qu. reina di Franza, et 
la dvta li dà conladi ducali 50 oiiliai el uuo du* 



63 



MDXXTUI, MàSatO. 



64 



cato in Pranza de intrada ducali IO milia a V anno, 
qual il Re possi scuoderlo con darli (incuti 100 
milia, et veslida, senza però le zoie. Li richiede el 
palo, el novizo vadi in Pranza a sposarla iu termine 
di mexi .... liem, scrive voy dimandar la sua 
caxa dove sta il Legato, perché voi venir in questa 
terra. Il Serenissimo si alegrò di le noze, el di la 
caxa disse che per nui eramo contenti I* havesse ; 

ma 

Introno li Cai di X, el siete il Collegio con li 
Cai suso Bno passa nona Nescio quid. 
36* In questa malina in Rialto, da poi udito messa 
in S. Zuane, vene sier Antonio Capello qu. sier 
Lunardo, vestito di veludo negro, sier Alvixe et 
sier Pranceseo Vendramin qu. sier Luca, vestiti di 
seda, et sier .... Ventlramin suo Iradello a ma- 
nege strele, acornpagnati da sier Lunardo Moce- 
nigo procuralor el altri Procuratori el palrici ve- 
stiti di color, veneno al suo banco, qual fo levalo 

Tanno dorè era conzato et assà danari 

suso, tra li qual molti ducati d'oro veniliani et sa- 
cheti di monede el a refuso. Et venuti, con trombe 
el pifari (o fatto una crida, come sier Silvan Ca- 
pello el sier Luca Vendramin, il qual é morto, voi 
saldar il banco el pagar tutti quelli dieno haver, 
però si vegni a scontrar chi é creditori, die saranno 
satisfatti, perchè non voleno lenir più banco ; el poi 
sonato trombe a furia : siche è gran onor di la terra 
el suo. La ditta dice cusi el si disfà perché sier 
Luca Vendramin lassò per il suo testamento che in 
termine di uno anno li soi fioli dovesse saldar il 
banco, el cusl lo fanno. 

El noia. Sier Silvan Capello predillo, qual é ama- 
talo, el suo zenero sier Pilippo Capello qu. sier In- 
ferno, voleno levar loro il banco. 

Da poi disnar fo Pregadi, el letto le soprascritte 
lettere : 

Andò in renga sier Marco Poscari, qual é di la 
Zonta, venuto oralor di Fiorenza, el fé la sua rela- 
lione. Slete 4 ore in renga, disse assà cose di Pio- 
reoza, si iaclò molto, sicome dirò di sotto. Laudò 
Daniel di Ludovici stato suo sccretarìo. £1 compito 
con gran tedio del Conscio, il Serenissimo lo laudò; 
ma con poche parole, el sopralullo laudò il suo se- 
cretano. El compila, fo licenlià il Conscio a bore 2 

di tìolte. 

È da saper. Pu posto per sier Zuan Matio Bem- 
bo, sier Carlo Capello Cai di XL, sier Ruzier Con- 
tarini, sier Zuan Sanudo, sier Jacomo Pixani Prove- 
dilori sora la Saniti, una parte di far la provision 

del (moverlo el viver a UoU poveri sono io questa 



terra, el poner una angaria che tutti di le caxe dove 
abitano da ducali 10 di (ìlio in suso pagine per una 
volta soldi ^ per ducato; con certe clausole, ut in 
ea. Et sier Gabriel Moro el cavalier savio a lem 
ferma voleva conlradir; fo rimessa a uno altro 
Conscio. 

Sumario di la relation di sier Marco Foscari 3 
venuto orator da Fiorenaa^ in Pregadi 
fatta. 

Come Ire cose voi haver un bon seoator, ut 
tntdligat^ ut explicet, ut atnet. Di la prima» lui 
non ha la inlelligentia, la seconda manco, la terza é 
ben in lui, che di amor verso questa Repubblica 
niun lo passa, et é come un can, qual si beo ò t)a- 
luto dal suo patron et cazalo di caxa, come el trova 
un buso da entrarvi ritorna cim più amor che 
prima, cussi ha fallo luì, el in questa l^;atione de 
Piorenza, dove é stato mexi ... in grandissimo 
pericolo, si per la novità seguita di mutaiion di 
stato, come per fa gran peste vi era che ne aM>riva 
da ... al di, né si poteva si*hivar, ita che in la 
terra è morie anime 35 milia nel suo leaipo da pe- 
ste, nel conti ^5 milia. Questa cilli di Pioreoza ba 
inlrada 340 milia (?) di spexa 240 milia, li resU 100 
milia di pili. Ha 100 chiesie el 40 hospeiiali; sono 
li VIU che é al governo del Slado con il Conialo- 
nier fatto ad tempus, el li X di la Balia. Haouo il 
suo Gran Conscio che sono 4000 ; lutti inlrano. In 
una citli bisogna 4 cose : Cultus divinus^ vicUéB^ 
artifiees el milites. Meteno per Tordinario una tao- 
sa, et meza a utele el meza persa, la qual loro chia- 
mano arbitrii Hanno uno officio che si chiama 
Monte de le dote, dove, quando nasce una Sola che 
si di 104 ducati, el fin a 15 anni vieb a cresser 
durati 800, el a quel tempo si di un terzo di con- 
tadi et do terzi riman in camera, el se \\ dà tanto 
per cento ; ma morendo quella, si perde tulio. Vi é 
Monti di contrati che danno 7 per cento de intrada. 
El li zoveni Oo anni . . . non portano zipon di seda 
el da ... fin 34 portano zipon di seda et saio di 
veluto, et da li in suso non. Le donne hanno solum 
do vesture di seda. Si fa il meslier di la seda et 
di lana, el si spaza per un milion d' oro a Y anno. 
Sono tre parli in la terra, Piagnoni, cbe sono ipo- 
criti, Arabiati che sono armigH*i, Bisi cbe Simo da 
la parte di Medici. Li homini li sono magis lucida 
quam ferax. {sic) Piurentioi liesiderano star in 
liberti, el non amano molto venetiani. Sono assi 
ricebi. Uuo nominalo . . » . ba 300 milia dueali* 



65 



IIDXXVIII, UARZO. 



66 



38*) Da Vdene di sier Zuan Basadonna locotenen- 
le, date a dì 6 Marzo; manda una lei- 
lera haula dal capitanio et comunità di 
Venjson, di 5 Marzo. 

MogniGco el clarissimo, eie. 

L* é zonto in questa sera in questa nostra terra 
ser Bernardin de Berioiin bergamasco el cilladino 
de SaciI, cum uno compagno, el qua! vien de Àio- 
magna, et hozi sono 17 zorni che dice esser par- 
lilo de Slrygonia dove si atrovava il He bohemo, 
qual si dovea partir et andar a Buda; et dice che 
il zorno de San Malia apostolo esser parlilo da 
Viena, et che lo conte Nicolò de Solm è andato in 
Boemia per far zente. Che messer Nicolò da la 
Torre Cìim lo resto di le zente del prefalo Re 
boemo é andato a la volta de Casovia, dove é a 
campo lo re Zuane ungarico cum valoroso et po- 
tente campo. Questo luogo de Casovia a inteliigen- 
tia de vostra signoria é a li confìni de Polonia ; 
passo de grandissima imporlantia. Et subzonse, che 
ré grande numero de turchi a li confìni de Hon- 
garia, et indica, per li andamenti cheM vede del Re 
boemo, che non farà alcuna impresa degna contra 
il prefalo re Zuane. Questo è quanto che a cavallo 
ha referilo; il che ne ha parso significarlo a vostra 
signoria per esser dillo sier Bernardin persona ve- 
ridica et dabene, il quale era andato in quelle parte 
per haver la tratta di le biave mediante il favor 
de messer Nicolò da la Torre, tamen non ha po- 
tuto conseguir la gratia. 

Copia di uno aviso mandato al ditto Loco- 
tenente per il Provedador di Cividal di 
Iriul, de 6 Marzo. 

A lo magnifico messer Thomao Donato di- 
gnissimo proveditore et patrone mio honorando. 

In primis, la terra di Costanza si ha folto 
liga con sguizari contra el suo vesco, per la fede lu- 
terana. Item, la terra de layza se ha dato al Turco, 
per uno capitanio amico del Vayvoda. Item, hanno 
comandamento lo paese de slare in ordine con le 
loro arme, et a mezo lo mexe de far la sua mostra. 
Item, Salamanca si fa zente verso le terre franche 
et cavalli ; sino a queir ora se ne havea fatti 4000 
fanti, et si è non so che altro signor con lui che lo 
aiuta a far. Et non ho podesto intender a che via 

(i) U otrU 37* 4 bianet. 

/ Diarii di li. Sanuto. - Tm. IL VII. 



I sono per andare. Item, Io loro signore se ha dato 
licentia a uno mcrcadanto che possa menar 20 
milia verlini de biava dentro in le terre de la no- 38* 
stra Serenissima Signoria, ma lo paese vicino de 
qua non la vole lassar passare perché voleno an- 
cora loro la licentia, el si sono andati in contradi- 
tione a quello. Si crede lo mercadante otegnirA. 
Et questo ho inleso in Villaco, et secondo quello, 
referisco a vostra magnificenlia a la quale mi ra- 
comando. 

A dì 10. La matina fo lettere del procurator 39 
Pexaro da Serra di la Capriolala dì primo de 
Vistante, Come erano zonti li con monsignor di 
Lut>*ech et lo exercito, et partiriano la matina per 
S. Severo, qual è distante mia 26 da Manferdonia. 
Ne la qual terra di Manferdonia par 2000 fanti et 
alcuni cavalli di quelli erano in 1* Apruzo voles- 
seno inlrar, et non fono lassati inlrar da quelli di la 
terra, et sono andati a Barleta. Si tien etiam li non 
saranno admessi. Scrive, con noslri sono da 22 aii- 
lia fanti, el inimici erano a S. Germano dovefevano 
la massa; erano 10 milia in li milia tra lanzinech 
el spagnoli el 4000 italiani. Scrive, li danari se li 
mandò erano zonti in Ancóna, el li hanno mandali 
a tuor. Item, che sier Vetlor Soranzo con li ca- 
valli lìzieri ritrovandosi avanti, volendo tornar al 
campo, al passar di certa montagna fo tanta fortuna 

di neve et , che li cariazi fono persi et ne 

moriteno da 

Di Cassan, di sier Tofnà Moro proveditor 
zeneral di 7, hore 4, Come a li inimici si é resa 
la rochela di Ulzinà, mia uno luntan da Leco, in la 
qual erano da .... , fanti, el si reseno a descri- 
tione, et par li habbino morii lutti, et questo fu 
eri. Inimici, per gli forti contrasti che gli sono sul 
bergamasco non hanno fino a ora passato Adda ; 
ben e vero che si ha, inimici facevano gran prepa* 
ration di barche, che é segno voleno passar. Li fo 
mandalo in bergamasca 2000 fanti, olirà 300 ho- 
meni d* arme vi sono. Il signor Antonio da Leva 
con le sue gente é ancora a Piontello, né fin ora d 
facto effeclo alcuno. Scrive, inimici tagliono lutti 
quelli erano in Ulzinà a pezi ; si dubita molto oon 
vadino sul bergamasco. Non si manca di proveder 
et mandar zente ; ma sono malissimo pagale et 
molto si teme non voglino far le fazione. Scrive, li 
a Oissan si sta con molta guardia. Si ha mandalo 
2000 fanti con spalle di 300 homeni d* arme sul 
bergamasco. 

Vene roralor di Anglia, rechiedendo il pos«^ g^* 



67 



MDZXVm, liABZO. 



68 



sesso del veseoado di Cividal di Bellun datoli per il 

« 

Pìipa et r abakia di Verona a lui data per il Conseio 
di X, il possesso il Papa V ha dato al protonolarìo 
Gambara. El SereDissimo disse il Papa haverlo dato 
a domino Antonio Barozzi, dato entrasse in castello. 

Et nota. La parenti del ditto Barozzi, el qual é 
a Roma al presente, instano li sia dà il possesso ; et 
sier Alvix^ Mooenigo el cavalier, Consier, voi met- 
ter la parte, tamen il Serenissimo é contrario. 

Vene il Legato rechiedendo le nove si ha da 
Constantinopoli, dicendo voria haver li capitoli del 
re Vayvoda col Turco, per mandarli al Papa. Il Se- 
renissimo disse non si sapeva li capitoli, et se li 
havessemo, non gè li dassemo etc. 

Di Nicolò Barbaro eapitanio del Lago^ da 
Bardolini di 8. Come a le parte di sopra é ren- 
frescali li preparamenti per venir in Italia, et TaUro 
giorno passò uno eapitanio Tegaino grison, homo 
di gran fazion, et fu conduto al Proveditor di Salò, 
et per quelli di quel loco li fu ditto era mercadanti, 
li quali meriteriano mille morte, ma lui Proveditor 
non ha causa. Sono sta fatti capi di colonello de li 
fanti per Italia il conte Battista da LoJron era in 
Alexandria et Simon Auspurch, et eapitanio di le 
artellarie il signor Nicolo Strofor de Castelcorno, et 
altri capitani sono in ordine, et fanno lo sue cose 
molto scerete per poter venir ali* improviso^ per 
non haver obslaculo; siche indubitatamente per 
quel vedo, costoro farano movesla. Et si dice hanno 
fatto provision per veder di brusar le fusto di 
questo lago et amazarmi perché per questa via pò- 
triano farsi signori di la Riviera, et polriano coo- 
dur vittuarie et artellarie a loro modo, to non ho 
peosier, perchè son adverlito. 
40 Da poi disnar fo Ck)llegio di la Signoria et Sa< 
vii per ballotar uno contestabile a Corfù, in luogo 
di Aj;u:^tÌQ da Parma, è morto. Et alditi quelli vo- 
leno andar, visto non esser alcun di loro suGcieotc, 
Cu ballota se doveano ballolarli, overo non. 16 di 
DO, 10 di si. Et fu preso di no. 

Fono expedili li capitoli di 1* orator da la Cania, 
luato r autorità data al Collegio per il Conscio di 
Pregadi. 

In questo zoroo, in Quarantia Criminal fu expe- 
dito sier Lunardo Justiaian qu. sier Unfré, presen- 
tato per le bote dete a quel bastardo, fio de sier 
Vicenzo Zen in caxa sua. Et parlò sier Marco Anto- 
nio Contarini avogador. Li rispose sier Alvixe Ba- 
doer avocato. Preso il procieJer, fa posto 4 parte. 
Era sier Alvise Moceoigo el cavalier Consier di 
8ora et li do altri Consieri. Fu posta al secondo bai- 



lotar la parte del Cao di XL et vicecaOi videlicei, 
ch'el ditto sier Lunardo pagi immediate ducati 150, 
videlieet 50 a Tofeso, 50 a li AvQgadori, et 50 a li 
poveri sono in questa terra: et cussi ussite di prexoii. 

Adìll.lA matina, si vete in Rialto, di ordine 
di Provedadori al Sai, questa notte fu butta zoso 
tutti li reveteni a le botege. 

Dì Fiorenga, del Surian orator^ di 4 et 5. 
Come era ussite di la terra per il suo habitar, et 1 1 
peste cresceva in Fiorenza. Scrive che li fanti con 
il signor Orazio Raion (sic). Item hanno nova che 
Tabate di Farfa di casa Ursioa, fo fiol del signor Zuan 
ZorJan Ursino, con li soi partesani era intrato in la 
valle di Taiacozo et preso alcuni lochi et morti 
certi Colonesi et spagnoli ivi erano. 

Di Bavena^ di sier Alvise Foscari prave* 40* 
ditor di 9. Come quel zorno a bore SO zonse 11 il 
duca di Milan con 400 persone, qual va a lioreta 
L' honoroe assae et alozoe a S. Maria in Porto, il 
resto di zentilomeni per le caxe in la terra ; el qual 
aspettava la galla per poter passare a Loreto. Item 
scrive, come a Faenza domino Bernardin da la 
Barba et per nome del Papa feva 3000 fanti eoo 
fama voler andar a recuperar Rimano, dove è la- 
tralo dentro il signor Sigismondo ; per il che du- 
bitando di qual cosa, esso Proveditor ha scritto a 
Zervia mandi fanti, et a Raveoa si starà con bona 
custodia. 

Di FiUignOt del procuratar Fixani^ di 8. 
Come il di seguente si leveriano et andariano ad 
alozar a Spoleti. Del procurator Pexaro nulla io- 
tende per esser le vie tutte rotte eie. 

Vene in Collegio uno che portò una lettera da 
BitKkano del signor Sigismondo Malatesta. 
Avisa il suo intrar in la città et nel castello, perché 
il Papa non havia voluto observarli alcuna cosa di 
la capitulation facta con Lulrech, imo quelli ca- 
steli li dava, ha scritto brievi sieno consegnati ad 
altri, poi la sorella non havia la dota promessa ; per 
il che era disposto non ussir dal stato suo più, se 
non sarà trato per li piedi : però avisava come bon 
^rvidor questo successo, offerendosi, si racco- 
manda. 

Di Bavena^ di sier Gabriel Venier orator^ 
di 9. Avisa il suo zonzer U con il signor Duca, et 
desidera la galla, et parlando con Soa Excellentia, 
disse andarerao lemporizando, et potria esser nel 
ritorno venissemo a Venexia a far reverenlia a 
queir Illustrissimo Dominio. 

Noto. Herì fo expedila la fusla patron sier Ma- 
rin Malipiero, et mandata a Raveoa per levar il dillo 



69 



MDUinn, UAMOé 



70 



Duca, dove bavera altre bafche et st spaza I* altra 

fasta patron sìer . 

Item^ il capitanio del Golfo sier Àlmorò More- 
xìni è stii expedito, é in galla a Lio, manca darli li 
ducali 10 milìa va al Zeoeral. 

41 Copia di una ietterà dèi signor Sigismondo 
Malatesta, scritta a messer Matio et mes- 
ser Zuan Battista lidel 

Mollo magnifici messer Matio et messer Zuan 
Baplista mei sempre honorandissimi. 

Havendo per longa experientia quanto di bon 
core le magniOcentie vostre mi hanno sempre 
amato et amano, non mi acasca dubitar che quelle 
habbino sempre consolati et conlenti ad esser di 
ogni votivo et ben mio. Et però mi par con vostra 
magnificentia comunicar li caxi mei, et avixarli, che 
havendo.mant'/e^fe visto et conosciuto, che dovea 
esser ingannato di le promesse a me facte per rela- 
xar questa città antiqulssima di eaxa nostra a la San*, 
tità del Papa; et che*! sia vero, quando pensava ha- 
vet* r investitura di Meldola el quelli altri lochi, ho 
rtlrovalo esser uno breve di Nostro Signor in la 
persona del Prexidente, che di quelli lochi dovesse 
assignare il possesso al signor Alberto da Carpi. 
Quando pensava haver la tenuta di Berlonoroi ho 
ritrovato che li ministri di Sua Santità li hanno 
facto levar in arme con animo che io li habbia a 
combatter s' io li voglio ; il che noti penso di fare. 
Visti questi signali, mi ne son ritornato in Rimino 
con animo et firmo pensamento di voler morir qui 
dentro. El perchè vostre magnificenlie mi possano 
esser boni leslimonii quanta reverentia el fidelis- 
siroa servitù ho sempre portato a quel Serenissimo 
Senato di Venecia, mi ha parso scrivere questa al- 
ligata al Serenissimo Principe, el certificar Sua Su- 
blimiti di Y essere mio ; la quale per vostre manio 
sani a Sua Serenili consignata. El oltra questa, le 
magnificenlie vostre li agiungerando quelle amo- 
revole el accomodate parole quale rizerca el spe- 
rar mio in voi, et non solo con Sua Serenili, ma 
con tutta quella Serenissima Signoria, a la quale 
sempre me tenereli racomandalo, el in la loro bona 
gralia da fidelissimo servitor come li son el sempre 
insino a le cenere sarò, non desiderando mazor cosa 
che quella Serenissima Signorìa di me si serva, et 
di me facino qual volesse prova et experientie, che 
posso sperar de creder che diriano: NuUam in 
iUio tantatn invenimus fidetn, pregando vostre 
magnificenlie a non mancare a li caii mii che suo 



parliculare lo possono atribuirselo, et ancora non 
restare di avisarci di qualche vostre opere so fafeli 
per me : a le quale molto mi raccomando. 
In Rimino a di 7 di Mareo 1538. 

Non mancareli ancora consignare le alligate,. le 
quali sono per mio interesse, el procurare cum 
quelli ogni poder vostro. 

Di vostre magnificenlie tutto 

SlOlSMONDO MaLAITSTA. 

A tergo : A li molto magnifici messer Hatlio 
el Zuan Baplista Fideli, in Venezia, come fratelli 
honorandi. — Ricevuta a di 12. 

In questa matina, se intese a San Zane Bragola 42*) 
esser morto uno pulo el do femene amorbate con 
la peste in caxa serale : fo mandate a Lazareto. 

El hozi per li Proveditori sora la saniti fu de- 
vedalo più non si canti in banco in pidza, sotto 
pena di esser frustadi; el questo per non far adu* 
nailon di zente. 

Dapoi disnar fo Conscio di X con la Zonta 

Del procurator Pixani^ da Spoktì, di 9, 
hore . . . Come quella matina, parlilo T exercilo 
el il Capitanio zeneral da Fuligno, erano venuti 11 
mia ... . lontano él anderanno sequendo il ca- 
mino. Havia haulo lettere dal procurator Pexaro, 
da 

Del procurator Pexaro^ da San Severo^ a 
dì 3, Come partiti da sera, erano venuti 11 con 
Lutrech el lo exercilo, el nostri avanti cavalcati, 
zoè il conte Pietro Navaro, havia hauto Nocera, el 
hessendo venuto uno da Fogia a dir, andaaseno 
presto che Inimici volevano intrarvi, el dubitando 
nostri di Irati doppio, lui volse restar, el mandato 
le zente avanti, introno in Foia a lempo che Ini- 
mici volevano intrar per V altra porla ; i qual fono 
rebaluti. Sono entrali in Manferdonia 500 fanti per 
via di. la rocca, sicché Lutrech par non vogli an- 
darvi più. Li inimici sono a Troia, havendo lassi 
500 fanti in San Zermano. Siche scrive si ha hauto 
tutto TApruzo el il meglio di la Pula, maxime 
dove è il loco di la posta di le piegore, che si ba- 
veri 100 milia ducati, che se non si fosse sii pre- 
sti, inimici li hariano scossi loro. Il qual loco di 
Foia, per lettere intercepte, inimici facevano gran 
conto. Item^ scrive, il marchese di SqIuzo con le 

(1) Lft etrtft 41' è lUtaA. -' 



71 



MDXXVnr, MARZO. 



7J 



sue zenle esser zodIo al Guasto, el veniva al campo. 
Li danari se li manda non erano zonli; ma ben sa- 
pevan esser zonli in Ancona, el havia mandalo 
scorta a tuorli. Scrive si mandi danari ; Lutrech so- 
42« licita non si manchi. Item, scrive 



Di Bergamo, di sier Nicolò Salamon pode- 
sta, et sier Vicensfo Truncapitanio, di 9, Come 
inimici haveano passa Adda, et il conte Hercules 
Rangon, che era a quella custoiiia, si é retrato, et 
domino Petro di Longena; siche inimici é passali di 
qua. Loro fanno quelle provisioue che pono per con- 

servation di la cittì. 

Da Cassati, del provediior Moro, di 9. Come 
il Leva é ancor al loco solito. Le gente sue che sono 
air impresa di Leco, da pò che hanno preso quella 
rocbela de Ulzinate non hanno più fallo alcun bon 
effetto, ma ben tentano ogni giorno de voler pas- 
sar Ada, ma trovano obslaculo forte da li nostri. 

Postscripia. Come per multiplicati avisi si ha, 
inimici che erano a Olzinà sono passali Adda, el li 
nostri sono retirali a la volta di Caprino et di qui 
si ha mandato gente immediate alla custodia de la 
città di Bergamo. 

In questo Conscio di X, fu preso luor ducali 300 
di la cassa del Conscio di X per conzar il ponte de 
Rialto che minaza ruina. 

Item, fono sopra le biave per li zenlilomeni 
portano farine in terra ferma, el fo parlato a^sai, 
nihil conclmum, 

43 Del Ceresara, data in la Serra Capriola, 

a ìi 3 Marzo 1528. 

Scrissi per la mia de primo de Marzo a vostra 
cxcellenlia, come per doe spie s' havea haulo avisi 
che li imperiali tulli erano reduli fra Nochiera et 
Foggia per impedir la dovana a monsignor Lau- 
Irech, et con animo di combatlere. Non obstante a 
questo oggi sono venuti altri avisi, che e ben vero 
che 2000 fanti spagnoli erano venuti a Nochiera et 
a Poggia, ma se sono subito parlili verso Barlela. 
El dicevasi, che loro haveano mandali questi 2000 
fanti per impedir quando monsignor Laulrech ha- 
vesso mandato genie per obviare che lo exercilo 
imperiale non polcsse passare verso Barlela, el 
verso le terre sue forte, perchè pare che loro se 
vogliano redur nelle terre; cosi vedendo non poter 
star in queste terre di Nochiera el Foggia, né mon- 
signor havea mandale allre gente inanti verso loro, 
hanno preso il viaggio verso Barlela et Manferdo- 



nia apresso li altri imperiali. Questo é quanto bog^ 
se hu in leso. 

Del ditto, date in Santo Severo a li 3 

sopraditto. 

Monsignor Laulrech oggi è venuto qui a Sanlo 
Severo. Ivi ha havuto avisi che 2000 faDli che 
erano venuti a Nochiera poi s* erano partiti verso 
Mafredonia, che quelli di Manfredonia non li hanno 
voluti acellar ne la terra, nemmeno quelli di Bar- 
letta, dove loro se ritrovano verso V esercito impe- 
riale. Petro Navaro oggi se deve ritrovare a Foggia. 
Quando cosi gli sii* venuto, dice monsignor Laulrech 
haver recuperato la dovana. Post dimane lui si parie; 
ma non si sa ancora il camino, però dimane Io scri- 
verò a vostra cxcellenlia. Che quesli avisi de li impe- 
rjali siino veri noi posso scriver, perché può esser 
et ancor non ben loro spie così hanno portato a 
monsignor Laulrech. De lo exercilo imperiale, dove 
.è tutta la massa, in qual loco se ritrova non se oe 
sa, fin qui non se ne parla. TulVe le terre et città, 
da quelle piazze forte in fuora del regno, vengono 
a portar le chiave a monsignor Laulrech de torre, 
rendendogli obedientia. 

Del magnifico domino Oian Baptista Spiticmo, 44*1 
da Lodi, de 8 Marzo 1528, 

Il signor Antonio Leyva non si affirmò in Melilo. 
Andò a Gorgonzola demonslrando sempre designare 
allogiamenti, poi la notte ritornò a Pioltello. Il di 
seguente andò a Milan ad parlare ad alcuni oratori 
dei svizari, el si tiene fossero per cose de biade : 
cosi bavemo aviso da Milan. 

Il soccorso mandalo verso Lecco ha preso per 
forza la roca di Olzinate et taglialo a pezi tulli \\ 
si sono trovati, excetto doi, il nome di quali non 
scio. Minaciano nimici di passar Adda, et credo lo 
farano, dico quelli soli che sono stali alla expugna- 
lione d* Olginale, et lentarano di soccorer Leco. 
Ogni altro conato credo sarà vano, perchè non sa- 
ranno sufficiente ad turbare le cose di Bergamo 
2000 fanti, essendovi il presidio di quasi allralanli 
oltra li cittadini. Questo dico, perchè non è ragione 
che sua la che'l Leyva debba passare con tutte le 
forze, ci lassare uno Milan certo per acquistare Ber- 
gamo incerlo. Penso che tulle le aclione de inimici 
saranno vane al Gne, pur purché stiano franchi 1000 

(1) U carta 43* è biaooi. 



73 



IIDXXVlIIi MARZO. 



7i 



Tanli a Cassano et 2000 in l>ergamasca ; né di certo 
li fanti di quella Signoria illustrissima sono piti nu- 
onero di 3000, el la Signoria pensa siano cerca 
6000. Et questo procede per il Tar le page de 60 
di el 70. Stiamo atenti se qualche occasione ne 
nascesse con fundamento per occupare Milano, la 
qual cosa liora ne saria facile ; ma impossibile é il 
retenirlo per la tenuità delle gente nostre, però non 
si tenta. 
45* A dì 12, fo San Gregorio. Li oflSci, né la 
Quarantia sentano; ma per tutta la (erra si lavora. 

Vene Torator di Milan, et ave audientia con li 
Cai di X. 

Veneno sier Alvise Gradenigp el sier France- 
sco di Prioli procuralor, proveditori sora le biave, 
et con li Cai di X fono assai sopra biave el il gran 
numero di forestieri vien in questa terra et zenti- 
lomeni che trazeno farine di Fontegi et le portano 
in terraferma, dove é grandissima carestia el mo- 
reno da fame. 

La terra fo piena del desastro seguito in ber- 
gamasca a li nostri Piero di Longena con li ho- 
meni d' armerei Claudio Rangon el altri capitani 
di fantarie, el inimici, zoé il conte Lodovico Belzoioso 
el conte Cristoforo Torniello haver butà ponte so- 
pra Adda el esser passati di qua et ritrovarsi a . . 



Di sier Toma Moro proveditor general, da 
Cassan, fo lettere di 10, hore 20. Come tutta la 
gente d* arme é andata ad allogiare vicino a Ber- 
gamo per difensar quella città in caso che inimici 
se inviasseno a quella volta. Il roagniGco Longena 
et le nostre fantarie hanno fatto testa di sopra Ca- 
prino, el si crede inimici barano fatica di soccorer 
Leco, qual é reduto air estremo, perchè quelli del 
castello di Mus vorano combaler. Il Leva non é 
ancor partito da Piontello. 

Da Udene di sier Zuan Basadona el dot- 
tor, luogotenente, di 9. Manda queste lettere el 
prima una da Gorizia li scrive : 

Magnifico el clarissimo. 
L'officio mio si è, per esser servitore di la vo- 
stra signoria, per advisarvi quello é de utile el di 
danno di quella. Sapiate, come qui a Gorizia sono 
alcuni fanti spagnoli da 50 in zerca, li qual hngi si 
parteno el voleno andar in Lombardia el voriano 
passar per le terre vostre a parte a parte. Saria 

(1) La carta 44* è bianca. 



bona cosa a prohibir il passo a quelli. Altro di 
novo non e. lo vado in Hongaria el Transilvania 
per intender il successo de le cose Ira Ferdinando 
el il Vayvoda et poi per advisar al Stado vostro ; 
mi ricomando. 

Data a Gorizia die 8 Marci 1528. 

Sottoscritta : 

H£RcuLus MissoLus, dolma- 
tus, olim Faganae tri- 
remis praefecttM, 

Copia di una lettera di sier Toma Donado 45<» 
proveditor a Cividal di Friul al clarissimo 
Locoienente, di 7 Marzo, 

Magnifico et clarissimo. 
Da uno venuto da presso la Trevesa do miglia, 
se ha inleso a Vienna esser gionti cavalli da 700, el 
quelli di Gorizia hanno comandato che tutti stiano 
in ordine con le sue arme che ai 5 del presente li 
sarà facto la mostra, el che quattro homeni per 
villa andasseno a Gorizia, el questo risona per via 
di Coslao, et da queste parte finitime se ha etiam 
per persone fide dignae, che li soldati di Gorizia et 
Gradisca si levavano per andar a trovar il Principe. 
Io non scio che iuditio far sopra questa ultima 
parte ; ma el potria esser qualche stratagemi. Om- 
nino si voi star oculati, et sei parerà a vostra ma- 
gnificentia, la el farà intender a la Signoria nostra. 
Mi rimetto al suo sapientissimo iuditio el sine fine 
mi raccomando. Non voglio tacer questa parola, se 
questa patria havesse del grano, che lemeria i pen- 
sieri sui 

Copia di lettere di Antonio Biderueo capita- 
nio et la Comunità di Veneon, al ditto 
Locoienente, di 7 Marzo, 

Magnifico el clarissimo eie. 
L'è dui zorni, havemo inleso che le zenle del 
Principe siano sta rotte, el questa sera si è zonto 
uno da Villaco. Dice che Mercore viense la nova 
che li sia sta dato una gran tagliata, el che*l Prin- 
cipe è zonto a Vienna, ancora che non habbiamo 
cosa certa. Sozonze che stanno di mala vola a 
Villaco. 



76 



MDXXTni, MARZO. 



7fl 



Capitolo di una ietterà di sier Lorenno More- 
xini eastellan di la Chiusa^ al ditto Lo- 
cotenente, di 8 Marao. 

Da novo, in questi zorni, per avisi havemo in- 
teso, come el Principe ha hauto una rolla a la vòlla 
di Hongaria. 

Da poi disnar fo audientia di la Signoria el Col- 
legio di Savii per consullar certa maleria del Con- 

seio di X. 

Fo spazà lellere per Collegio in Pranza et in 
Anglia, al procurator Pexaro et al procurator Pi- 
sani. 

Da Fiorenza^ del Surian orator, di 5. Come 
la peste è grande in la terra ; lui é ito fuori ad abi- 
tar in uno palazo bellissimo datoli per quelli signori. 
Scrive nove de li campi, et come li fanti di floren- 
libi sono in ordine, ma li nostri é pochi ; et se do- 
veano levar et andar a trovar monsignor di Lu* 
trech. 

46 Copia di una lettera del magnifico domino Zuan 
Andrea Prato cavalier eolateral general^ 
data al campo a Cassan^ a di 10 Mar- 
BO 1528. 

Questa fazo per dirve di le cose che occoreno 
de qui, aziò particularmente intendiate di la vaio- 
rosila et pocagine de li capi nostri, sicome per il 
caso subseguenie potrete intendere. Saperete adunca 
per questa come heri passò Adda 3000 fanti de li 
inimici per soccorer. Leco. Sono passati sopra al* 
quante barche su le ripe del bergamasco : a T in- 
contro de li quali era 300 fanti del conte Hercule 
Rangone, qual tutti per dirve la verità, per quanto 
é referto, se misero in fuga, né feceuo uno contra- 
sto al mondo, ma solum se li oppose il magnifico 
Longena con la compagnia sua, et valorosamente 
con loro combattendo, rebutorono dicti fanti per 
tre volte tino in Adda, et se fosseno sta soccorsi da 
li fanti predilli del ditto conte Hercule, dico pur da 
35 archibusieri, li fevano saltar bona parlo in Adda ; 
ma essendo dicti homeni d* arme perseguiladi cum 
li archibusi da li fanti nimici, et già erano morii ca- 
valli 7 et feriti de dilli homeni d*arme 14 da lì ar- 
chibusi, li fu forza abandonar, dimodoché inimici 
passorno come ho ditto senza altro contrasto. Que- 
ste sono le valorosità che sanno fare li forestieri, 
quali sotto a li camini taiano a pezi li homeni, et a 
far li fatti, fugono come femine, che forse saria 



meio dar il pane a li nostri, che almen sodo fideli, 
che questi tali. Li inimici per questo hanno Iktto 
poco, perché dovendo soccorer Leco, é necesBario 
che combateno in uno loco nominato la Chiusa, il 
qual, il castelan di Mus, per quanto ha scrittoi ba 
fotta fortissima, et ha custodia di fanti zerca 1000 
tra ditto eastellan et nostri, quali spero si porte- 
rano di altra sorte di quello ha fatto li sopranomi* 
nati. Se doverano acquistar quel loco, penso li co* 
sterà. Sono eiiam in uno loco nominato Caurìno 
altri fanti de li nostri zerca 1500, quali sono U in 
caso inimici volesseno voltarse a li danni di berga- 
masca, over Bergamo, che li sarano a 1* opposito, 
che volendo esser quelli homeni che deno, non las- 4g« 
serano per niente che sia dato danno; tanto più che 
questi signori hanno fatto cavalcar tutte le genie 
d* arme a quella volta per segureza de ditto paese, 
et di Bergamo credo non sia da dubitar che pos- 
sano darli danno alcuno. 

Adi 13. La matina fo lettftre di Cassan del 47 
provedador Moro, di 11, hore 22, Manda co- 
pia di lettere del eastellan di Mus, et la risposta 
fattali, et si potrà comprendere li boni andamenU di 
esso castellano. 

Di Pranza vene uno corrier in zorni 7, con fe<* 
tere di sier Sehastian Justinian el cavalier^ 
orator nostro, di Poert, adi 4 et S. De colloqui 
hauti con Madama madre del Re et la sorella raioa 
di Navara et il Gran Maestro, etiam con il re Chri* 
slianissimo zerca Ravena et Zervia, quali in confor- 
mità li hanno ditto voler al ludo questo Stado babbi 
ditte città, et si dagi bone parole al Papa. Et ha 
scritto air orator in Anglia, parli a quel Serenìs- 
simo re, sia di questo instesso voler. Scrive, haverli 
ditto voleno far gaiardamente la guerra a Cesare 
di qua, et za li ha rotto guerra a li confini. Harano 
36 milia fanti, 3000 homeni d* arme, l'200 cavalli 
llzieri con artellarla a sufficientia. Scrive, haver ri- 
cevute nostre lettere zerca Ravena et Zervia, et di 
oratori relenti in Spagna. Tamen non va più drio, 
et risponde al Conscio di X. 

Di Anglia, di sier Marco Antonio Venier Ji;j9 
el dottor, orator, di 22 Fevrer, date a Londra. 
Come, essendo sta intertenuti alcuni navilii che cou- 
duceano vittuarie de lì da alcuni navili francesi, 
quali in questi mari hanno comenzato a far una 
bona guerra a Cesare, et hanno preso alcuni navili 
di fiamengi, et aziò ditte victuarie possano esser 
discargade, questo orator del re Cristianissimo é 
andalo tino a Dobla per far le vittuarie vengano qui 



77 



HDXXVm, UABZO. 



78 



per esser ora mollo necessarie per la carestia se ri- 
trova. Si rasona ancor die le oblalion che si fazeano 
a Cesare, per esser honorevole et utile si debbia far 
stampar. Per lettere di 14 di Fiandra si ha nova, 
come la strada di Cotogna in Anversa non sarà fin 
pochi giorni sicura, per mettersi ad ordine quelli di 
Geldria per Tar la guerra in quelle parte a li sub- 
diti di Cesare 

Vene in Collegio V prator di Firenze, dicendo 
haver lettere di soi signori. Come le zente erano 
ad ordine di loro et vanno a trovar Lulrech, et che 
non mancherano di quanto e obligati. 

Vene V orator di Hongaria dicendo, bora che'i 
suo Re prospera, saria bon questo Stado li man- 
dasse uno orator per darli reputalion, et tanto più, 
quanto é d*dcordo col Signor turco. Il Serenissimo 
lì disse li Savi consulteria. 

Da poi disnar fo Pregadi, et Ielle molte lettere 
fin tardi. 

Fu posto, per li Savii del Conscio, terra ferma 
et ordeni, acetar una offerta fatta per Michiel Bo- 
sco da Laurana, qual dice che al tempo fu occupata 
la maior parte di la Croatia da turchi, veneno ho- 
meni con li villani parte ad habilar sotto la Signo- 
ria nostra, et parte sotto alemani. Il qual Michiel ha 
parlato con molti di quelli stanno sul territorio im- 
periai, i qual veriano sotto el Dominio nostro a 
obedientia del capitanio di Raspo con uno bon el 
sufficiente cavallo, et star per tutta V Histria, ma 
el ditto rector li fazi raxon in civil et criminal, et 
cussi quelli erano sotto la Signoria, con questo siano 
esempli per anoi 5, el li sia dà a 1* anno una ca- 
saca a 100 nobil omeni, el cussi li sia concesso. Et a 
Michiel predillo, havendo principia a redur fin nu- 
mera 40 homeni con li villani, babbi ducali 10 per 
paga a page 8 alPanno a la camera di Raspo, el 
legni do cavalli. El li dicli babbino exemption per- 
sonal et non li sia tolto si non soldi 4 per uno, ut 
inpari0. Ave 153, 7, 9. 

^g Da Lùm, di 8 Marao 1538, del signor Pom- 
ponio TfivuUio a domino Evangelista Cit- 
tadino, 

El Slafileo parte de qui in qucsia bora per an- 
dar dal Papa. Come esso me ha dillo, va ambassa- 
iore del Ré el del re d'ingallerra. Et sono 3 giorni 
che per qui passorno dui secretari anglesi li quali 
vanno^ come si dice per chi lo può sapere, dal 
Papa per procurare la dissolulion del matrimonio 
de la Regina moderna el po^seroe fare uno allrp» 



Et chi dimandasse a me, direi che il Staphileo non 
va per altro, che per questo. 

Qua sono lettere de 22 da Auspruch, che non 
parlano punto de movimento de lanzinech, né per 
Italia, né per altrove, el il messo che ne viene dice 
che per li lochi dove é passato non ha inteso cosa 
che sia, et che se n)assa alcuna se havesse a fare se 
farla in quegli lochi dove egli é passato. De più, 
questi alemani me fanno sapere che ne la Atemagua 
se comenzava nna guerra molto grande fra li Ar- 
zivescovi di Magonza, Trevire, el Colonia contra il 
conte Tis che tiene le parte luleriane, qual dicono 
sarà molto favorito da comuni el paesi assai. El 
questo potria causare che lo Imperatore non po- 
lesse cosi fazilmente levare zente. EU di più me di- 
cono alcuni marcadanti, li quali sono tenuti el sono 
imperiali, che credeno che il re Ferdinando habbia 
adoperalo in suo uso li dinari die per lo Impera- 
tore erano in la Aiemagua per levare lanzinech, ci 
questo a beneficio di le cose de Hongaria. Et da 
qui potrebbe nascere che le cose vadano frede» ci 
che lanzinech non se levano. 

Da pò scritta la alligata, se sono haute lettere 4g« 
I da Fiandra de 2G, de Anversa, el ve mando copia 
de lo infrascritto aviso venuto a raercadaati. Vui lo 
interprelarete. Se io havessì lettere de corte, per 
avenlura saperla qualche co^a, el forsi che il corrier 
presente, che parti avanti beri da Paris porterà 
qualche nova cb* io poo scio per adesso^ |ierò mi 
riservo eoa le prinoie mie dirvi qualche oo3a di piiL 



Aviso di Anversa, di 26 Fevrer, 

El re de Angletera mandò alcuni soi per co- 
menzare la lite, el per quello se ha inteso, ha otte- 
nuto una senlenlia mollo favorevol. 11 re di Pranza 
anche lui (a il debito, el non la dubio cbe in breve 
non obtenga tulio queUo che vorà, peircbè lo Im- 
peratore par che Qon procniri a casi Stuoi e( cbe 
resti ki molta con^nmatia. 

In questo Pregadi fu posto, per li S^vii del Con* 
seio. et terra ferma, la conQrmalioA di 4 (^piloli 
presi nel Conseio di Verons^ di 13, el 40, zer^ il 
mestier di la lana. Fu preso. 152, 13, ). 

Fu posto, per li ditti, hessendo sta definito chi 
babbi ad haver la heredilà del qu. Filippo Moce* 
nigo fo prior di la Chà di Dio, per il che é sta de- 
ferito a pagar le texe, pei Unto sia concessa alli he- 
riedi del dillo che pagando fra quattro zoroi c^usbIo 
dieno iés^ le possino pagar integre el eoo il doa et 



79 



IIDXXVIII, MARZO. 



80 



senza pena, ut in parte. Fu presa. Ave: U6, 

17,2. 

Fu posto, per li elicli, hessendo le Procuralie de- 
bitrice di lanse per conto di commessane, sìa 
preso li Vili Savii debbino veder et terminar a chi 
loca pagarle, et per suplir al numero siali azonto 4 
di X Savi sopra le Decime. 157, 5, 0. 
49 Fu posto, per sier Alvixe Mocenigo el cavalier 
consier, sier Ruzier Contarini, sier Zuan Sanudo, 
sier lacomo Pixani provedilori sopra la Sanità una 
parte di proveder a la quantità di poveri è in que- 
sta terra, la qual ba molti capi. La copia sarà scritta 
qui avanti. 

Et sier Zuan Mallo Bembo Cao di XL, voi la 
parie con cerla condilion, sicome difuse scriverò 
qui avanti. 

El sier Gabriel Moro el cavalier Savio a terra 
ferma messe una altra soa oppinion, la copia etiam 
sarà qui avanti, la qual non fu accepla al Conscio. El 
primo parlò ditto sier Gabriel Moro predillo, el li 
rispose sier Alvise Mocenigo sopranominalo. Andò 
le parie : di quella del Moro 3, del Bembo 8, del 
Mocenigo et Savii sopra la Sanità el questa fu presa. 

Fu posto, per li Consieri, excello sier Daniel 
Renier, Cai di XL, et Savii, alento le oplime ope- 
ralion falle a la Signoria nostra per il magnifico 
domino Piero di Piero Labia habitanle a Fiorenza, 
sicome ha refendo sier Marco Foscari venuto ora- 
lor nostro de li, el qual desidera venir ad habitar 
in questa terra con soa facullà et fameia, et voi 
privilegio di esser ciltadin inius et extra, pertanto 
li sia conces"^, sottozasendo a qualunque carico, 
graveza et angarie et qualunque ordinatione de li 

altri citadini. 

Et contradixe sier Antonio Bembo é di Pregadi, 
qual é Provedilor sora la mercadanlia, dicendo 
questi forestieri tuo V inviamenlo a nostri, et non 
se die romper le leze. 

Et li rispose sier Marco Foscari, qual è di la 
Zonta, dicendo li meriti el bone operalion di costui, 
et li danari prestadi per spazar V armada. Andò la 
parte. Fu presa. Ave 139, 39, 26. 

Di Bergamo vene lettere, qual fo lette, di 
reetori ; eliam di sier Toma Moro proveditor 
zeneral, di 12. Come inimici passono quel di 
Adda el rebaleno li nostri et ha preso Agustin 
Cluson ferito et zerca 60 di so' fanti tra feriti et morii 
el malmenati, rota etiam la compagnia del Gagnolo 
et con gran bulino si sono levati el andati di là di 
Adda. Et scriveno dil castellan di Mus, sì tien si 
acordera con spagóoli. Lecco é sia soccorso. 



Et ditto proveditor Moro scrive. Esser ve- 
nuto li per haver danari, et a caso acadele questi 
disordini : provederà al bisogno eie. 

Ba Goyra, del Grangis fo letto lettere ne- 
nute per via di Bergamo. Come a grisoni diano 
venir 4 oratori di le terre franche per haver cerio 
numero di fanti da loro; pertanto saria bon far 
provision, el si toy a nostri stipendi di la liga 3000 
di loro, perchè non andarano con inimici, el che'l 
I scrive a la Signoria aziò sia presto, perchè scri- 
vendo al re Christianissimo è mollo lonlan, eie. 

In questo zorno, da poi disnar, atenlo per la 49* 
terra si refudava a tuor le monede lodesche da 
soldi 2, unde li pislori andono a li Cai di X per 
saper quello havessero a far, unde fu fallo far una 
crida a Rialto et a S. Marco, che niun possi refudar 
ditta moneda, sotto pena eie, et si debbi spender 
et correr come le altre. 

Fo ditto hozì esser zonta una barca con limoni 
è zorni 6 parli da Fortor Riporta nostri esser in- 
Irati per forza in Manferdonia et haver taìato a 
pczi li spagnoli erano 11. Tamen tal nova non si 
crete per non haverla per via autentica. 

Di sier Toma Moro proveditor zeneral^ da 
Bergamo, di 13. Ho scritto di sopra. 



Da Udene di sier Znan Basadona él dottor 
luogotenente, di 12. Manda una lettera hauta da 
la Comunità di Venzon, di 1 1 ditto. 

Clarissimo eie. 

Sono zonti in questa sera in questa Dostra 
terra dui preti hongari a piedi, quali vanno a la 
Madona di Loreto, el hanno riferito che in Hoa- 
garia se diceva che re Zuane ongarìco. Sabato 
avanti carlevar, haveva hauto la terra di Caso- 
via. Item che venendo a lor viazo, hessendo a 
Giavarin loco soKo Vienna 80 miglia, vene lettere 
del re Boemo, quale comandavano che tulle le ca- 
rde de quel contorno se dovesseno redur a Buda. 
J^€m, dicono che*l prelibalo re Zuane ungarico, 
alias Vayvoda transilvano, è polente ed ba polani, 
transilvani et serviani al stipendio suo. Soi coade- 
renti sono le vescovo de Varadin et quello de Xa- 
gabria, el tutti li baroni et nobeli che sono a la 
banda verso Transilvania. Item, se dice che al suo 
stipendio vengono ancora turchi in bona copia, i 
quali vengono con promissione de non offender per 
danniGcar ne la Ongaria, ma che tutto quello i 
acquisteranno fora de la Ongaria sia loro. Li pre- 
dilli preti nòo hanno referto dove ae atrova lo ra 



81 



MDXXVHI, 4IAR20. 



8-2 



BoemO) perché non hanno fatto lo camin loro per 
Viena, ma per la volta de Pelovia ; tamen per di- 
verse et più persone che vengono da le parie supe- 
rior se intende che Sua Maestà si è venuta a 
Vienna. 

)0 Die 13 Marcii 1528, In Bogatis. 

I 

Ser Aloysius MocenicuSy eques, 
Consiliaritis. 

Ser Rujserius Contareno, 
Ser Joannes Sanuto, 
Ser Jacobus Pixani, 
Provisores saniiaiis. 

Ser Joannes Franciscus EmiUani4S, 
Caput de Quadraginta. 

Gum sii che uiuna operalione che far se possi 
in questo mondo sia più grata al nostro Signor 
Dio che haver cura et carico de proveder a le mi- 
serabii creature sue, acciò da tanta penuria et inco- 
modi intollerabili che le ditte al presente patiscono, 
eum le bone provision et auxilio siano alquanto al- 
leviate; et vedendosi chiaramente che chi non pro- 
vede alla multitudine dei poveri che al presente se 
attrova in questa città, et che de «giorno in giorno 
etiam anderà multiplicando, non solum è per 
causar molto maggior carestia della presente, ma, 
ch'é peggio, è altacar il morbo della sorte che in 
molte città de Italia se ha visto esser accaduto, che 
poi cum alcun remedio human non si ha potuto 
estinguer. Oltra di questo, sentendosi tutta la notte 
tal poveri andar cridando sopra li ponti et per le 
contrade, dimandando elemosina cum grande igno- 
mìnia de questa città, il che è etiam cosa scanda- 
losa et di mal exemplo, et essendo necessario far 
una gagliarda et presta provisiooe a tanta confusion 
che causa ditta multitudine per tutti li loci di que- 
sta nostra città ; 

L' anderà parte, che ad laude et gloria del- 
r Omnipotente Dio et per honor di questa excelsa 
Repubblica, siano electi doi, o, tre, over più loci, 
come meglio parerà al Collegio nostro, dove siano 
posti tutti ditti poveri che vanno per questa terra, 
et li siano fatte le stantie de tavola cum assai paglia 
et altro per dormir, né de II se possino partir sotto 
pena a chi sarà trovato fuora de ditti loci et andar 
per la terra mendicando et cridando la notte, da 
esser subilo retenuto et messo in presoo, et il 

/ Diarii di M. Samuto. - 2\m ILVIL 



giorno seguente fatto frustar et condutlo fuora de 
la terra, et se'l ritornerà la seconda volta, sia 
iterum frustato et couduto fuora, et hoc toties 
quoties, et siano obligati tutti li barcaroli che con- 
duceno persone in questa città, sotto pena da esserli 
brusate le barche, quando leverano alcun, de farli 
intender che non vengino per andar mendicando, 
perchè se sarano trovati mendicar saranno frustali 50^ 
et mandali fuora. Ne più alcun povero che venirà 
de fuora possi esser alozato io li predilli loci, et 
siano obbligati tulli li officiali che vanno la notte 
et il giorno di relenir tulli quelli forestieri che tro- 
veranno, si de zorno, come de notte andar mendi- 
cando. 

Al viver suo veramente sia provisto in questo 
modo : che siano obligati tutti li habitanli in questa 
città nostra pagar per una volta sola per elemosina 
soldi tre per ducato a rason del Olio de la casa et 
bottega dove el stantia, et questo se intende de le 
case el botteghe che pagano de fìtto da ducati 10 
in suso esclusive. Li qual denari, sia obligato el 
piovan con un nobile et ciltadin nostro scuoder et 
notar sopra uno libro distinclo et particular a 
nome per nome de quelli de la sua contrà che pa- 
geranno, et quelli che non vorano pagar, siano 
messi debitori all'officio di Proveditori sora la sa-, 
nilà, il quali li facino pagar, et siano pubblicati le 
feste solemne a bora di messa grande per li pio- 
vani in le sue contrade in ecclesia. Li qual denari 
cusi come se scùoderano a zorno per zorno, cusl 
siano portali all'officio de li dilli Provedilori so- 
pra la sanila, de li quali uno li habbia a ricever et 
lenirne cassa sopra un libro distinclo per contrade, 
el siano dispensali per alimento de ditti poveri con 
uno bolletin, sottoscritto de man de tutti tre dilli 
Proveditori, come a loro parerà meglio, tenendone 
distinclo el particular conto. Et questo far de spese 
duri per tutto Zugno proximo, nel qual tempo 
siano posti lutti dicti poveri sopra barche et man- 
dati in terra ferma, con far publice proclame, che 
ritornando alcun di loro a mendicar saranno fru- 
stali da S. Marco a Rialto, et li barcaroli che li 
condurano siano puniti, come parerà a li dilli Pro- 
veditori de la Sanità, a li qual Proveditori sia co- 
messa la execution de la presente parte in tulio et 
per tutto, qual sia fatta proclamar sopra le scale di 
Rialto el S. Marco. 

Né per la presente parte et ordine non se in« 
tendi ponto esser ritardato, o impedito il misericor* . 
dioso officio che si fa de praesenti in cadauna 
conlrà per li piovani, nobeli et cittadini nostri in 





83 



HDXXyni, MARZO. 



84 



5i boDor et laude del nostro Signor Diodo cercar 
elemosina per li poveri vergognosi de le sue con- 
tri, anzi sia preso che scosso che sia tutti li sopra- 
ditti denari per el ditto officio de la Sanità et fatta 
la description di quel che bisognerà per li ditti po- 
veri serrati fino al mese de Zugno, il denar restante 
sia mandato per le contrade, a cadauna la sua parte, 
da esser dispensato per il piovan, un nobile et cit- 
tadin a li ditti poveri vergognosi, et de tal dispensa- 
tion ne sia fatto fede a li Proveditori preditti per 
una poliza sottoscritta de man de li ditti piovan, 
nobile et cittadino nostri, aciò il tutto se sappi esier 
sta dato per lo amor di Dio. 

t De parte 170 

52') Sier Gabriel Maurus eques, sapiens terrae 
firmae vuol che*l sia eletto tre del numero de 
quelli che possono venir in questo Conseglio, i qual 
habbino omnimoda auctorità di regular durante 
questa {s^me valide et incomparabili quelli delle no- 
stre terre et terrilorii, over de altre terre et ler- 
ritorii, cusi mendicanti qui come venuti signanter 
a viver in questa terra cum el suo denaro, come 
iudicarano per le conseienlie sue esser expediente 
al ben del Stato, et proveder che non gè uè vengi 
più alcuni de le soprascritte qualità, ac etiam pos- 
sino quelli mendicanti che vorano relenir qui, man- 
darli in qualche loco qui vicino, aut retenirli qui 
ne ti bospedali, et non possino andar a mendicar 
senza sua licenlia, et li sia subministrato dal Domi- 
nio il denaro necessario per ballolation de Collegio, 
et possino metter parte in tal materie in questo Se- 
nato. Et debbino far descriver tutti li forestieri che 
sono in questa terra cusi mendicanti, come non, et 
li mendicanti per nome suo et del padre cum espri- 
mer la età sua et qualche segno de la sua persona, 
et debbino far portar a li mendicanti seguo che di- 
stingua il terrier dal contadino, et dal forestier, in- 
tendando per forestier non nostro subdito. Volen- 
doli retenir qui, possino, oltra el presente coperto 
far a San Zuane Paulo uno, o do altri coperti de 
quella medesima longeza, o largeza, o maior, per- 
ché se trova li ei spacio commoJo a poterli far in 
quello medesimo àndedo, ne li qual debbino co- 
stringer li mendicanti che vorano tenir qui ad ha- 
bitar cum quelle regule che li parerà esser expe- 
diente, et sia commessa questa cura a la prudentia 
sua cum ogni auctorità. Debbi durar questo m^fgi' 



strato per tutlo Settembre. Li sia data in Terra nova 
la porta de uno altro magazen per luogo deli' offi- 
cio suo, cum tanto spacio dentro quello quanto é 
quello de T officio della Sanità. Possino tuor do 
fanti di altri offici che non hanno molte facende, et 
che hanno più fanti, et uno scrivao de quelli senza 
altro premio, come meglio li parerà, et li sia depu- 
tato uno nodaro de la Cancelleria nostra. 

De parte 3 

Ser Johannes Matheus Bembo, caput de 
Quadraginia, Vuol la parte in tutto et per lutto, 
cum questa addilion che li siano veduti quelli de 
ditti poveri che sono sani, et datoli un quarto de 
ducato el mandati via, li altri amalati et impotenli 
siano messi ne li ditti loci. 



De parte 
De non 
Non sinceri 



8 



6 



A d\ 14. Veneno li Sa vii Provveditori sora la 53»), 
sanità per dar ordine a la executione di la parte 
beri presa zerca li povereti, et fo parlato di tuor 4 
luogi, uno agumentar quello de San Zanepolo, qual 
é pien di poveri, el farli coperti de legname, uno al- 
tro drio rhospedal de Incurabeli, uno altro drio 
San Canzian dove si recitava le comedie, et uno 
altro a la Zucca, et fo termina praticaseno di ha- 
verli poi si concluderà. 

Di Bergamo, di sier Toma Moro prevedi- 
tar general, di 13, fo lettere, hore 5. Come beri 
et hozi é stalo qui in Bergamo et ad un tempo ha 
fatto dui boni effetti, uno fatto star di bon animo 
quel populo, che tutto era in timidità, et fatto 
molte provision, V altro é che ha cavalo de qui per 
conto de l' imprestedo in questi do giorni du- 
cati 2000 et più, quantunque sia mollo difficile il 
scuoder danari de qui da bergamaschi ; ma con bone 
parole usatoli li ha hauti. Le cose di Lecco vanno 
bene, et quel magnifico Castellan {di Musso) per- 
siste in bona fede. 

In questo zoroo, di ordine di sier Zuan Dolfiiv 
sier Marchiò Michiel, sier Mann Justinian avogadori 

exlraordioari fu fallo relenir do scrivani 

de r officio di Ire Savii som i offici, videlicet An- 
drea dal Corlivo et Zuan Ballista Costantini* 

Da Antonio di Castello capo di colonnellOf 



85 



vnnvm, iurm 



M 



del Mmpo, da Cassan^ di 13, vidi lettere. Come 
per le altre sue si bari inteso le dlmande fatte per 
il castellan di Musso; et al presente havemo ledere 
lai essere accordato con il Leva, et perché ditto ca- 
stellano non si fidava del Leva ; par che il Morone 
habta mandato tanto fnanzi et indrieto che hanno 
fallo li capitoli, et cosi ei si ha tacato a inimici. Da 
poi scrìtto, é venuto uno del castellano, qual refe- 
risse non. esser vero niente, anzi cheM se à lacato 
con inimici, qual erano a Calolzo et fatto lassar quasi 
tutto il bulino et cazatoli fino a Olzini, dove é 
morto dì le persone zerca 300, el più sono de ni- 
mici : et questo é certo. 
53« Da Savena, di sier Altixe Foseari prove- 
ditor general^ di . . . Come il duca de Milan é 
pur II et si disperava per non esser zonta la gallai 
et voleva andar per terra, ma non se ritrova haver 
pìQ dì 4 moli ; siche havendo con Soa Exoellentia 
400 persone, non sa come poter andar ; siche é in 
pratica di tornar indrio. liem, scrive come il Papa 
ha hWo far una proclama che tutti li subdrti de la 
Chiesa che sono a soldo de altri, debano tornar a 
casa loro sotto grandissime pene. Item^ che tutte 
le terre di la Chietia, le chiave de le porte, qual so- 
lcano tenir li cittadini, le siano date al govemador. 
Scrive come a Bologna era seguito chel Legato ha- 

via fatto taiar la testa a uno zovene di 

principali di la terra, qual fo quello fé certa novità 
r anno passato in Bologna, poi persa Roma. 

Et sier Gabriel Venier orator apresso ditto duca 
di Milan, scrisse in consonantia zerca il Duca etc. 

Vene P orator di Milan per saper di novo di 
Pranza, et solicitò il mandar la galla. Il Serenissimo 
li disse le fuste erano sta expedite, qual tenimo 
siano zonte 11 

Da poi disnar fo Conscio di X con la Zonta. 
Fu preso che a Padova, Treviso, Vicenza et 
(Bologna non si possano vender li formenti più del 
precio fo limita in questa terra, videlicet lire 17. 

Fu preso, che'l Collegio possi dar li doni a 
quelli conduseno animali per la beccarla in questa 
terra Tanno passato, et trovato li danari, el de eoe- 
fero il Collegio di la beccarla per li do terzi possino 
dar doni come li parere, acciò vengi carne in que- 
sta term. 

Fu preso, che li debitori di la comessaria del qu. 
sier Zaccaria Gabriel procurator, qual é li Procura- 
tori di ultra, debano pagar il loro debito a ditti Pro- 
coratori termine a zorni 4 proximi, aliter siano 
venduti li pegni, de' quali danari lì ditti Procuratori 
servirano li^ Signoria nostra. 



Fu posta certa gratta di sier Lorenzo Justinian 
qu. sier Antonio et sier Antonio Correr per ubliga- 
tion di formenti che non é venuti in tempo, vo- 

riano et ballotata do volte, non fti 

preso. 

Fu posto certe parte per la Zeca. 

Fu preso, che li debitori dei dazio del vin et 
Ternaria per conto di ferro et legname et oio et di 
la becaria pagino la metà per tulio il presente mexe 
l'altra mila per tutto Aprii; et passato, siano astretti 
a pagar 10 per cento di pena, la mila sia di signori, 
r altra roità di la Signorìa nostra, né si possi scuo* 
der il cavedal senza la pena, et passa il termine, li 
debitori siano naandati a le Raxoo nove^ Ave: 
24, 2, 1. 

A dì 15, Domeneffa. La malìoa fo gran 
pioza. 

Del proeuratar Pixani fo lettere date a 
Lauro, mia .... distante da Spoteti, di IL 
Come erano zonti 11, el ha solum di nostri ikn- 
ti 2500, che é pochi, di fiorentini numero 3000. 
Ba ricevuto le lettere del Senato, che'l Capitanio 
zeneral vengi in Lombardia et cussi datoli la let* 
tera, soa Excellentia fo molto contenta et però lui 
Proveditor la matìna partirà per uro altro aloza- 
mento mia 10 lontano, et a bone zornale seguirà il 
camino per esser presto a monsignor di Laiitrecb. 
Et come doveano andar in uno loco ditto Castel- 
franco, mia 28 di l'Aquila. Scrive zerca danari, etc. 

Del procurator Pexaro, di San Sovero di 5, 
6, et 7. Come inimici, zoé il marchese del Vasto 
et capHanio Arcone, oltra li fanti messeno in Man- 
ferdonia, sono intrati da 1500 in Troia, mia 12 
de II lontano. Et poi, per altri avisi, scrive sono da 
fanti ... Et come Lutrech era di opinion si an- 
dasse a expognar ditto loco, et metteno la cosa in 
consulto. Il campo grosso, era a Roma, di Beni- 
vento é venuto ad Ascoli, che é mia 16 lontano; 
ma per altri avisi hanno il suo levar et venir inanli, 
che sariano solummìti 8 lontano. Scrive zerca da- 
nari, et li lanzinech voriano un' altra paga, havendo 

inteso per lettere scritte al marchese del 

Vasto, come havia pagato li fanti di resti vecbii el 
datoli una paga nova. Item, scrive come inimici 
sono da 8000 archibusieri, videlicet 5000 spagnoli 
5000 lanzinech et 4000 italiani et hanno fornito Man- 
ferdonia et Barleta et lassato l'artellarie in uno ca- 
stello di colonesi ditto Castelfortin, et par vorano 
tuor le artellarie a Barleta. Item, scrive, come hessen- 
do l'artellarie a Foza (Fo^^ia) nostre alozate di fuora 
in uno monasterio, quel di la torre vete un gran spot- 



87 



MOXXVUIi MARZO. 



88 



verin, adeo tene fusse inimici et fé tirarle dentro et 
il campo slè in arme, et altro non fu. Hem, scrive 
come Lulrech feva metter la cavallaria in Poza, li 
fanti nostri et soi in Nocera, et le bagaie resteriano 
a S. Severo. Ilem, manda alcune lettere intercepte 
del S'gnor don Ugo di Moncada ohe di Ascoli scrive 
al signor Cesare Feramosca di . . ., per le qual 
par voglino venir lezieri per far zornala. Et scrive 
di una barca con ballote et polvere et altro di le 
artellarie di Lulrecb era in mar perida, per il che 
rechiede^e ne mandi ballote ctc, ut in litteris. 
54* Di sier Toma Moro provedi tor general 
Nulla da conto. 

Da Cividal.del Podestà etcapitanio, di 12. 
Come, hessendo venuto uno de li soi mandati, ri- 
porta esser sta fatte le cride, che tutti li italiani, 
quali sono in grande mulliludine, che vi è andati 
per fugire la suprema carestia di queste bande, se 
habbino a levar de la Memania, sotto pena de esser 
offesi ne la vita per tutta Domenica che viene, et si 
ragiona che fazino questo perche, volendo far adu- 
nution di gente, non habbino causa de riportare in 
Italia. Li conGnanti a queste bande fanno bona vici- 
nanza et permetterò portare qualche soma di biave, 
siche alcuni loci di queste montagne si prevaleno 
qualche poco. 

Da Udene, di sier Zuan Basadona dottor^ 
locotenente^ di 13. Come, per saper se li spa- 
gnoli erano a Gorizia si fosseno per partir per Lom- 
bardia come fo ditto, mandoe una sua spia. Il suo 
riporto è questo, ritornato a di 13 Marzo 1538. 

Ser Batista Filiteno da Cividal, mandato a Go- 
rizia et Gradisca per sotrazer quello che de 11 se 
intende, questa sera ritornato referisse : haver in 
Gorizia inteso, come li turchi hanno corso fino 
apresso Postoyna, et de anime haver fatto assai 
prede. Ha insuper visto non li esser più spagnoli 
né altri soldati a la custodia de Gorizia, ma esser 
tutti levati di quel loco et haver inteso esser par- 
titi, parte per le parte di sopra, et parte imbarchile 
a Trieste. Ha etiam inteso el Vayvoda esser po- 
lente ne le parte de Hongaria, con numero di 12 
milia in 15 milia persone Da poi, venuto a le porte 
de Gradisca, non hessendo sta permesso in quella 
intrar, ha de li inteso in ditto loco essef da cento 
soldati Ira spagnoli, borgognoni et bohemi, et farsi 
gran guarde. Né altro, etc. 



Del Ceresara, date in Santo Severo, 
a li 4 di Marzo 1528. 



55 



•De li avisi che si hanno per spie de li imperiali, 
hoggi il marchese del Guasto é inlrato in Troia 
cum '2000 fanti spagnoli, et altri 2000 fanti ita- 
liani sono andati a Manfredonia, et sono entrali 
ancor che con qualche resìstentia de li homeni di 
la terra habbino havuto difficultà, pur questi impe- 
riali con bone parole et persuasione loro, con dirli 
che non volevano mettergli dentro più di 400 fanti, 
come ebbero fatto entrare quelli pochi fanti gli 
andò drieto il resto de li 2000. Cusi sono questi 
imperiali in Manfredonia, et il marchese del Guasto 
in Troia con quelli altri, di la qual cosa alfln suc- 
cede che la dovana andarà dissipata et da loro et 
da questo exercito, perché più non si può conser- 
var, ancor che Pietro Navaro scrivesse a monsignor 
Lautrech, che da poi .che lui era entrato prima in 
Foggia et in Nochiera che T imperiali, che la do- 
vana era recuperata, et pur quando se ne conservi 
una qualche parte, sarà assai, perché tutti li be- 
stiami di questa dovala adesso si trovano in mezzo 
de Troia et di Manfredonia, terre de imperiali. Si- 
milmente li imperiali di questi lochi soprascritti 
hanno mandato in Barletta tutti li soi bagagli et 
robbe loro per sua maggior sicurezza. Il resto de 
lo esercito imperiale era partito da Benevento el se 
ne veniva a la volta di Troia. Il maestro di logi di 
questi ultimi imperiali che sono entrati in Manfre- 
donia era venuto a pigliar le stanze in Nochiera, 
credendo ancor non gli fusse entrato alcun di quelli 
del Navaro; per V imperiali volevano entrar se ha- 
vesserò potuto in Nochiera. Il maestro di logi del 
Navaro, che era entrato prima di lui, intese questo 
et incontinente lo prese et V ha condutto a monsi- 
gnor Lautrech. Costui ha confirmato il medemo 
che io scrivo a vostra excellentia, con adiunla che 
r in^periali risolutamente vene per combatter con 
monsignor Lautrech ; et questa banda de fanti che 
hanno spenti prima in queste terre do loro che lo 
hanno fatto per destruer li bestiami de la dovana, 55* 
aziò Monsignor non babbi questo utile perche era 
di grande importanza ; ma che come tutto lo exer- 
cito imperiale sia a Troia coniuncto col Marchese, 
venirà quelli altri fanti et disponense di conibattere. 
Monsignor Lautrech aspettarà qua in Santo Severo 
il marchese Saluzo, il quale é lontano una giornata 
da lui a Serra Caprioli, et seco viene il signor Ora- 
zio Baione con quelle gente di fiorentini, el in que- 



89 



MDtXVUI, MARaSO. 



90 



56 



sto mezo si vederà quello faranno quelli imperiali, 
ei ivi se determinerà quanto si bavera a fare. Ben 
▼ostra excellentia saperà che questo exercito é 
tinto disposto a combattere che altro non desidera 
dì questo, et se ritrova molto polente et animoso 
per 23, o H milia combattenti che sono capali, de 
li quali Petro Navaro in Foggia ne ha fanti 10 milia, 
ei questa Fogia non é lontana da Troia 8 mia. Mon- 
signor Vandemont con tutti li lanzchinech, che sono 
ancor forsi loro 10 miglia, se ne va a Nochiera 
poco lontana de Manfredonia, et il marchese di 
Saluzo con il resto di quelli di fiorentini appresso. 
Monsignor Lautrech se ritrova qua in Santo Severo, 
et se deterroinarì V ultimo loro parere. 

Del medesimo, date a li 5 Marzo. 

De novo de li imperiali altro non si ha inteso 
de importantia pid di quello scrivo ne la mia di 4 
qui alligata. Per dimane non se partirà de Santo 
Severo monsignor Lautrech Ancor non si è concluso 
quanto voglino operar questi signori contra impe- 
rlili. Come sarà determinato cosa alcuna, che presto 
sere, non mancarò a la giornata dar aviso a vostra 
excellentia. 

Die 11 Marta 1528. In Vicenza. 

Sier Petro Pagain habilador in Àrzignan, con- 
stituido davanti al clarissimo missier lo Podestà 
di Vicenza et interrogado de nuove cesaree, ri- 
spose : Beri ad bore 22 me parliti da Trento, do- 
ve son stato t>en 8 zomi per mie facenJe, dove 
ho inteso che '1 contado de Tiruol dà 20 milia 
doti pagati a la Maestà Cesarea; tamen non se 
fa movesti alcuna né preparalione, né se vede al- 
tro segno, salvo che in ditto loco esso constiluto 
hi visto 10 comessarii lodeschi, bellissimi homini, 
li quali sono sopra l' hostarie a spese de la Mae- 
stà Sua et sguazano. Dice etiam che Luni proxi- 
mo gionseno in dito loco 8 bo(e de segala et 2 
de formenlo, de raxon de mercadanli, et che im- 
mediate haveano dato principio a vender le segale 
a 30 carantani quel suo staro, et il formenlo a 
carantani 38. Et che la comunità de ditto loco ne 
aspeclava per conto di la terra due zatrc. Item^ 
che 'I se diceva che ad Ala erano zonle mille bol- 
le de biave p.T conto de la munition. Affirma de 
pid che Tera sta fatto capitanio di la arlellaria 
missier Nicolò Austolph, il qual ha visto a Trento. 
Hem^ ha etiam titolo de capitanio de colonello; 



et che 11 se faceva far una caxa in Trento, vista 
per ditto constiluto eum una fusina per far im- 
manegar archibusi et altre artellarie da metter in 
ponto ; ma che in Trento non erano gionle artel- 
larie salvo do carete de archibusieri, parte de i 
qual dicono de li haverli hauti da Vallrompia^ et 
per quello se ragionava, erano per far 6000 ar- 
chibusieri. Interrogato de altre munilione grosse, 
lanzoni et altro, disse, haver visto cum li sui oc- 
chi non esser artellarie, salvo quelle che erano 
per avanti. 

Summario di una lettera di Vicenza^ di sier 56* 
Carlo Contarini proveditor zeneral^ di IH 
Marzo. 

Come essendo qui a lo allogiamento con el 
magnifico Capitanio, é venuto uno genlilhomo de 
questa terra, et ne ha ditto che beri mattina pas- 
sò de qui uno mercadanle milanese qual diseva 
venir de Hongaria, el qual li disse che Marco 
Stringer era sta fallo capitanio de le fantarie ale- 
mane, le qual saranno 24 milia, et che *1 duca de 
Bresvich era fatto capitanio zeneral de la impresa 
de Italia et haveria cavalli 2500. Il capitanio Ri- 
zano era fatto capitanio di borgognoni et haveria 
cavalli 800, et ehe tutte queste gente doveauo 
per la oliava de Pasqua esser sotto Verona et 
questa terra, et che parie passeria per la via de 
.... sopra el veronese, el parte per la via de 
canal de Brenta verso Bassano. Poi disse che lo 
Apchiduca havea roto el Vayvoda, el che '1 trat- 
tava tregua col Signor turco per anni tre; la qual 
obtenuta, vcneria in persona a questa impresa. 

Copia di una lettera del castellan di Mus^ 57 
scritta al proveditor zeneral Moro. 

Illuslrissimo signor Prove.lilor, signor mio 
observandissimo. 

Ilo visto quanto la mi ha scritto, et cosi quello 
mi ha scrino il mio homo, che e apresso le si- 
gnorie vostre. Io conosco il bon animo de quella 
Illustrissima Signoria el cosi di vostra signoria; 
ma male d'assai exoguita et vi prometto che mi 
altrovo il più disperato homo del mondo. Io son 
molestalo da Antonio da Leva da più luogi, et per 
me non posso più di quello posso; loro mi molesta- 
no dal lago, mi bisogna tenere curato Lecco et la 
Riviera fino a la Chiusa, cosi la Chiusa et li monti, 



01 



MDXXVmi VARSO. 



n 



et non posso hre tanto. Eténim ho auto beri li ini- 
mici passomo II a Olgini per viltà de voslH ; siche 
io non scio che mi dica,* né manco quello mi fazia. 
Se io havesse a tendere se non a una banda, gii 
ha<rerìa resegata la fortuna, non già senza rasone. 
Da r altro canto Antonio da Leva me insta con lar- 
gìssimi partiti, dico tanli che vostra signoria non 
lo crederà, et mi molesta de tanti luogi aziò me 
habbi a risolvere con hii ; cdsa che non è mente 
mia de abandonare quella Illustrissima Signoria, ma 
se non sarò aiutato, sarò sforzalo a farlo. Per il che 
io gli scrivo liberamenle et resolulamente, che se 
tìon mi é mandato fanti 600 die siano homeni di 
gnerra per difertder questi loci fino si prenda Leco, 
che non può durare per tutto il presente mexe, et 
che ditti fanti non se habbino a partire di qua se 
lYon in caso che inimici se parlisseno de qua, et che 
io ne abbia a disponere, gli protesto come io sarò 
necessitato a fare il volere di Antonio da Leva ; cosa 
che io fazo mal voiuntiera, non sarà il caso di quel- 
la Illustrissima Signoria. Cosi volendogli vostra si- 
gnoria provederli, gli proveda por tutto doman, et 
se vostra signoria mandasse uno homo come é el 
conte di Gaiaza et qualche fante più, vi prometto 
che noi combatteremo costoro et li vinceremo. Io 
non scriverò più di questo a vostra signoria. 

Aspetto risposta resolula rtsosl vogtio esser excu- 
sato con tutto el mondo. Vi mando li inclusi bolle- 
tiDi da Milano. A vostra signorìa me rìcomando et 
offero. 

Dal Ponte, a dì 10 Marzo 1528, a ho- 
re 23. 



Sottoscritta : 



JoAN Jacomo di Medici. 



Prego la signorìa vostra ad farmi bavere li da- 
nari de la paga, et cosi quella che sarà fornita a li 
15 de questo, aziò mi possi valere de quello è il 
debito. 



57* Risposta del signor Governador et Proveditor 
general a V anteditto castellan di Mas. 

Molto magniOco signor castellano. 

Rabiamo questa matina riceputo le lettere de 
vostra signoria, de beri, per le quale havemo ve- 
duto quanto la ne significa et rizirca. A le qual 
rispondendo le significamo» che « noi é sia de graa- 



dissimo cordoglio che al passar de Inimici non se 
gli sia potuto far el debito obstaculo. Subito che 
intendessemo questo, Invìassemo a quella volta 200 
homeni d' arme con Io illustre signor Cesare Fre- 
goso, quali havesseno ad favorire quella impresa et 
far ogni provision possibile che inimici non sorti- 
scano efTetlo alcuno di quanto desiderano, el cosi 
havemo scritto al magnifico Longena, ita che ne 
hanno fatto intendere essere tutti de optimo animo 
et voler combatter et far intender a questi cesarci 
che sono homeni, per monstrarli la faza, come vo- 
stra signoria in puoche bore, accadendoli la occa- 
sione opportuna, la vederà. Habiamo etiam scritto 
al prefato magnifico Longena, che subito el vogli 
mandar a la Chiusa per defension di quella li 600 
fanti per lei richiesti, in questo modo : 400 li a la 
Chiusa, el SOO sopra il monte per custodia et de- 
fension de quel passo, et ancor maggior numero, 
siccome a la giornata sarà richiesto da quella et 
accaderà el bisogno, con farli moto che in ogni cosa 
se intenda con la signoria vostra, a la qual signifi- 
camo non ad altro fine haver spinto de lì li ^00 
homeni d' arme, se non per non voler mancar de 
fare quanto ne sia possibile per beneficio de quella 
impresa, debilitandosi de qui le forze nostre, ove 
ne possamo haver bisogno, quantunque non stima- 
mo Antonio da Leva, se ben havesse tre volte tante 
gente quante che Tha. Sictiè vostra signoria in- 
tende che noi non li mancamo, né di Don voler, né 
di boni efTetti, etiam ultra vires. 

Quanto al scriver de vostra signorìa che la vien 
sollecitata dal prefalo Antonio da Leva al pigliar 
partito con lui con largissime promissioni, questo el 
credemo, perché esso Leva per fare qualche suo 
effètto sapemo non manca da simel tratti et tenia- 
menti, ma ben se persuademo che vostra signoria, 
che é prad|ntissima et per la molla soa cxperienlta 
ha cognition de Antonio da Leva, la non sia mai per 
dar orechie a simel sue vane, quantunque grande 
promission, però che per lui fa il prometter el ma- 
xime di quelle cose che si puoi dir non esser sue. 
Vostra Signoria ha poi da considerar, che la Illu- 
strissima Signoria nostra mai manca ad alcuno. 

Quanto spetta a li danari per lei rechiesti, hab- 
biamo fatto far la provision per la via di Bergamo, 
quali si mandarano, et se quelli non baslerano, se 
lì manderano ancor de li altri. Et perchè ogni cosa 
per la molta pressa, sicon:e havemo in animo, non 53 
se può scrivere, gli mandamo a posta el presente 
lator nostro comesso, qual conferirà con lei, et la 
pr^mo ad prestarli quella fede che a noi medemi 



MDXXVni, MABZO. 



H 



U fSuria se li parlassemo, et a vostra signoria se 
racomandemo. 

IM eampo a Cassano, 11 di Marzo 1528. 

» 

SoUoscrilta : 

Janus Maria di Campo Freooso, 
gubemator — Thomas Mau- 
ro, provisor generalis. 

59* Da poi disnar etiam fo gran pioza fino al tardi, 
et fu Gran Conseìo. Vene il Serenissimo, ci non 
essendo alcun Avogador a Conseio, fo mandato a 
chiamar sier Michiel Trivixan V avogador, qual ve- 
oe, altramente non si potea Tar Conseio. Fu fatto 7 
TQXe, non cose da conto ; seguila a far li XL. 

Fu posto, per i Consieri, una gratia di 

Roy, al qual per incendio de la sua caxu a Santa 
JusUoa li fo dalo una .... in Fontego ; ma per 
esser lauti dimanda poter cambiar et baver mas- 
ser « li Cataveri, da poi 4 anni compie costui è ; et 
é presa per tutti i Consegli. Fu presa. Ave .... 

Da Tieenea, di sier Carlo Contarini prò- 
veditar eeneral, di 13 et 14, con reporli et avisi 
Dotadi qui avanti. 

Da Udene^ di sier Zuan Basadona el dot- 
tor, ìocotenenie, di 13. Manda una lettera hauta 
di sier Zuan Battista Minio podestà di Monfalcon^ 
data idi 12 Marzo 1538: 

Magnifice et darissime. 
Beri sera» per uno venuto da la Piuca, da uno 
loco chiamato Sclavataber sotto Postoyna, dice co- 
me Luni passato zerca 2000 cavalli turcheschi han- 
no corso per quelli contorni et preso anime assai, 
el brusàno ville et fanno danno excessivo, et che 
tandem se baveano alozati apresso ditto castello, 
et non se scia quello faranno. Insuper li dinoto 
esser sta dato principio a cavar li saxi per le for- 
nase, el iudico Goo Domenica proxima li sarano 
tulli cavali, et se procederà poi a cuoser de quelle 
el non se mancarà de ogni expedita provisionc. 

59« A, dì 16. La malina vene in Collegio V orator 
de Milan, per cose particular. Nulla da conto. 

Da Fiarenga, del Surian, di 11. Del partir 
di domino Alexandro Gualteroti dottor, orator de- 
stinato a la Signoria nostra in loco di questo domi- 
no Alexandro Pax!. Etiam è partito per Franza 
, • • • Palla, qual é inimicissimo de la casa de Me- 

(i) U «nrta ir è WaB« 



dici. Scrive baver nova de lì che 1 Papa voi andar 
in Ancona per certo voto, poi a Civita Castellana 
dove voi star. 

Del procarator Fixani, da Castelfranco^ 
di 12. Del zonzer li et del partir del Capitanio ze« 
neral da lui, et ha voluto do compagnie de fanti lo 

accompagni fino et poi le manderano al 

campo ; el qual voi venir in questa terra, andarà a 
Pexaro et de lì a Ravena. Scrive baver mandalo a 
dir al signor Oratio é avanti con li fanti di fioren- 
tini, lo aspecti per andar unito. Da malina si partirà 
et la sera zonzerà, Deo favente, a Y Aquila 

Vene domino Baldo Antonio Falcutio doctor, 
orator del Capitanio zeneral in Collegio, con lettere 
del suo signor, di 12; del partirse del campo,^el 
vera a far reverentia a questa Signoria, prima. 

Noto. Heri fo scritto a sier Domenego Lion po- 
destà de Chioza, vadi fino a Ravena coulra el ditto 
Capitanio zeneral per bonorarlo, et zonto a Chioza 
li fazi le spexe, etc. 

Da Ravena, del proveditor Foscari, di 14. 
Come el signor duca de Milan vedendo non venir 
la galia, era partito et venuto a Santo Alberto per 
aspectar ditta galla, con dir andava li per causa de 
la peste è in Ravena. Scrive del zonzer uno homo 
di la fusta patron sier Marin Malipiero a boca de 
Primier, per levar el ditto Duca, ma Soa Excelleu* 
tia non si satisfa e voria pur aspectar la galia. Scri- 
ve in quella sera é zonto li a Ravena uno oratore 
fiorentino, domino Alexandro Gualteroti, destinalo 
a la Signoria nostra. 

Da poi disnar, fo Collegio di la Signoria el li 
offici deputati per la beccarla, intervenendo li Cai 
del Conseio di X. 

Da Udene, del Locotenente, di 13. Come, per 
avisi hauti dal podestà de Monfalcon, turchi hanno 
corso fino a Postoyna et menato via assà anime 
subdite del principe Ferdinando. 

In questo zorno in Collegio de la beccarla, pre- gg 
sente di Cai de X, ma non ballotono, fu preso dar 
doni a tutti quelli per questo anno condurano ani- 
mali in questa terra, habbino de don per quelli da 
mar pizoli 4 per lire .... et da terra, pigoli 2. 
Item, con ditto Collegio fo termenà li taiadori h)* 
vesseno un bagatin per lira da li mercadanti de 
animali taierano ; et cosi fo expedito le cose de la 
becaria. 

A dì 17. La notte, la matìua et il zorno se? 
guente fo grandissima pioza. 

Di sier Toma Moro proveditor Menerai^ da 
Cassan^ fo lettere^ di 14. Come era ritornalo otà 



95 



ICDXXVm, MARZO. 



96 



da Bergamo. Et scrive che il Longena non è sialo 
rollo, perchè inimici passopno Adda per villa de 
alcuni fanli che erano a quella guardia. Il Longena 
con la sua compagnia fece el debito suo el ne mo- 
riteno da IO cavalli de archibusi, el se li fanli non 
se mellevano in fuga, non sariano passali. Scrive 
esser sialo a Bergamo per do cose, prima per sco- 
der danari, poi per andar Ono a Caurino per meler 
seslo a quelle genie che erano messe in fuga, et 
zonli veneno tulli quelli capitane! et li^vele tanto 
prompli al combaler, che non li parse luor altra 
fatica de andarvi. Il disordine seguilo fu per causa 
de alquanti fanli del conte Hcrcule Rangone, che 
erano a quella guardia; li altri feceno el debito ne li 
loci soi. Nemici come fumo passati andorno per 
soccorer Leco, ma non posseno, el se lien non pò- 
Irano per esser talmente fortificali et custoditi li 
passi, et maxime la Chiusa, che non è da dubitar ; 
ma loro vedendo non poter far nulla, andorno a 
Carem el tolseno quello trovorno el ritornando se 
incontrarono in la cotnpagnia del Cluson de zerca 
100 fanti, el lo preseno cum alquanti de loro : el 
non meritano impulalioue, perochè furono circum- 
dati da forsi 500 de inimici. CI con questo bulino 
passorno de qua né pid sono tornati de là, se non 
qualche uno, qual é sia rebaludi da li nostri ; ma 
con le sue artellarie havendo minali li nostri re- 
pari, mal se li potrà obviar quel passo. Tien non 
passeranno più vedendo non posser far frutto al- 
cuno. Io non manco a le provisione, ma le forze è 
legiere, convenendo tener dui campi con si poca 
zeole. In questi do di da Bergamo con fatica ho 
baulo ducati ^000, a conto de T io)presledo. La 
mila ha mandalo al castellan de Mus. Item, manda 
una lettera hauta dal Grangis, qual sarà scritta qui 
avanti. 
60* ^ poi disnar fo Collegio de la Signoria el Sa- 
vii, con li Capi di X, el fono sopra la commission 
se dia dar a sier Tumà Conlarini va orator al Si- 
gnor turco se V ha secreta per el Conscio di X, qual 
rba publicà per Pregadi; et parlato de far bailo ad 
Costantinopoli , o lassar questo è vice bailo sier 
Piem Zen, qual é in bona gratia con el Signor et 
Imbraim bassa. 

Da Bergamo, di rectori, di 15, horei. Co- 
me inimici sono ancora a Calolzo sopra Adda, et 
voleno tentar di metter soccorso in Leco. Item, el 
Leva, che era a Piontello, ha mandato parte de le 
gente con bulin fallo sul bergamasco in Milan. Scri- 
ve, li nostri da 1500 fanti sono a Caurino, mia 6 
loulano de Calolzo. El provedilor Moro é ritoroato 



a Cassan con ducati 3000 hauti da Bergahio per 
conto de V imprestedo. 

IH sier Toma Mero provedilor general, da 
Cassan, di 15, hore eie, : 

Copia de una lellera scrilla da Coyra, del 
Grangis, al dillo Provedilor general. 

Mollo magnifico signor Provedilor mio hono- 
randissimo. 

Da poi Y ultima mia eh' io scrissi a voslra si- 
gnoria di 5 di questo, per la qual li advisai de la 
dieta rechiesta da li imperiali a lor spese, qual li era 
concessa a li 2*2 de questo, non é succeso qua cossa 
de momento, se non che da le spie mie sono advi- 
salo che la levata de lanzinech non si farà cussi 
presto come era el rumore, perché ancor che lo 
Imperatore babbi remesso là certi danari per questo 
effetto, non é sufficienlia, per voler Marco Silich de- 
putalo capitanio loro generale e*l pagamento de tre 
mesi, el volendoli loro dar el pane per el pagamen- 
to de uno mese non lo ha voluto, et è^artilo in 
corozo. TJllra de questo, el Vayvoda de Trausilva- 
nia ha messo insieme uno bono exereilo a piedi et 
a cavallo et è intralo nel reame de Uongaria, del 
quale come sa la signoria vostra era sta coronato, 
per modo che io spero che haverano da far altro 
che passar in Italia, né andar in Borgogna come 
bravano voler far. De tutto quel accaderà a la zor- 
nala el che io potrò intender da ogni canto, né 
darò sempre aviso a la signoria voslra, a la quale 
{ quanto più posso me ofiero et ricomando. 
Da Coyra, d\ 10 Marea 1528. 

Sottoscritto : 

Tutto al piacer et servilio di Vostra Signoria 

De Grangis. 

A dì 18. La malina, fo grandissimo vento et g. 
nevegò, ma con pioza, siche la neve non si vele, el 
fo grandissimo fredo. 

Vene in Collegio V orator del duca de Milan, 
dicendo haver lettere da Santo Alberto dal suo si- 
gnor Duca, di ... . Come havia termenà non an- 
dar più a Loreto in questi tempi a compir el volo ; 
ma ritornava a Cremona et 



Noto. Intesi esser letlere da Orvieto, di , . . . 
particular. Come erano venuti 11 4 oratori di ro- 
mani al Papa a pregar Soa Santità volesse tornar 
a Roma, poi che li cesarei erano parliti, con la cor- 



97 



KDXXVIII, 1IAR20. 



98 



te; Soa Santiià rispose che per adesso non li pareva 
di andarli, ma ben li inanderia la Rota et la corte, 
et poi col tempo Soa Santità con li cardinali re- 
tomeria. 

Da poi disnar, fo Conscio di X con la Zonla. Et 
fa posto, per li Cai di X, l' opinion di sier Nicolò 
Venier è sora la Zeca, qual etiam è Cno di X, di 
bandizar tutte le monede forestiere se spende in 
questa terra, zoè da 8, da 7 Vj, da 4, da do soldi, 
siche non se possi spender altro che bozi et nostre 
monede in questa terra et nel Dominio nostro. Et 
fu gran disputation. Contradise sier Luca Trun prò- 
carator, savio del Conscio, iamen fu presa. Ave : 
Ì5, 11 et 3. La copia sarà qui avanti scritta. 

Fu scritto a • 



Di sier Zuan Mòro provediior di V arma- 
da, vene lettere da la Valona, di 26 Fcvrer. 
Scrive el suo partir da Livorno a di .... et na- 
vegando 16 galle nostre sopra . . . . , li sullo for- 
tuna, €uk^ con 1 1 galle zonse a Caxopo el poi le 
4 veneno, siche ha 15 mal in ordine etc. Manca la 
galla soracomito sier Alvise Sanudo, la qual non si 
sa dove la sia ; ma si tien non sia perita. Scrive ha- 
Ter trovato una nave .... con formenti, la qual 
r hanno presa, et lenirà li formenti per bisogno de 
r armada. Supplica li sia dà liecntia di venir a di- 
sarmar, per esser amalato. 

Noto. El ditto Proveditor non ha hauto ancora 
l'ordine de andar in Puia et si ticn lo troverà 
zonto el sia a Corfu. 
61* Di sier Toma Moro proveditor general, da 
Cassan, di 16, inanti eorno. Manda lettera ha 
bauta dal castellano de Mus et di Piero di Longena. 
Scrive sana tempo di cresser lo exercilo, et il Go- 
vernador aricorda tre capitani, zoé, Morgante Oen- 
tini, Zaneto Albanese, et Cesaro Farina, però saria 
ben comenzar, tanto più se el castellan di Mus vol- 
tasse, il bergamasco potria patir assà danno. Item, 
si mandi danari. 

Copia di la lettera del castellan di Mus. 

Illustri signori mei observandissimi. 

Li inimici sono ancora a Olzinà et Garlà. Heri 
gli gionse 5 bandiere che hanno il nome di spagno- 
li el hanno lassato le bagaie a Monza ; ma non sono 
più che fanti 300. Il disegno suo è pur di soccorer 
Lieo, ancora gli sia gran difficultà, facendo li soldati 
il debito suo, et é forza che inimici fazino eSetto da 
dooiBD a r altro aUramenle non la pono durare el 
JHaHi di U. Banuto. - 2\m. ILVII. 



\ 



non trovano il modo de viver. De qua da la Chiusa 
è passata la compagnia del Martinengo e del Vaylà 
et di Cosco, quali non sono più de fanti 300. 11 
Cagnola e a Carem et sta bene, ma voria pregar 
vostra signoria che mi desseno altri fanti 100 de 
qua de la Chiusa ed accrescere un'altra compa- 
gnia a la montagna con il Cagnolo. Se verano ini- 
mici a questa banda, come é il loro disegno, se 
farà el debito; se ancora venissero verso el ber- 
gamasco, gli prometto venir mi con quanto forzo 
potrò in servizio di quella Illustrissima Signoria. 
La prego quanto posso ad expedire el mio per le 
page, al qual gli scrivo più difusamente il tutto. 
Da la Chiusa, a di li Mareo 1528. 



Sottoscritta : 



JoAN Jacobo di Medici. 



A tergo: A li signori Governador et Prove- 
dador generale. 

Copia del bolletino hauto da Milano al ditto 

castellan. 

Tante trovate si fanno del vostro acordo che 
non si potria dire, per inlertenire questa città el 
dar animo al soldato ad passar Adda et dividere 
li vostri collegali da voi: però voi farete contra 
questo la provision vi parerà, et con quelli avete 
liga. Sapiate che li soldati et la città più se inter- 
tene de fabule che de danari. Hozi li lanzchinech 
hanno tolto el disnar (?) al Leva in campo per 
Gelten. Non si cerca altro se non cum tutte le vie 62 
de gabarvi. Se voi sarete homeni, questi sono per- 
si. Hozi per crida si é comandato che si pagine 
le contribution ancora per 5 zorni avenire. 

Copia di lettere di domino Pietro di Longena 
al Proveditor general. 

Signor clarissimo. 
Fino a questa bora non hanno proceduto al« 
tramente del solito. Il signor castellano mi fa in- 
tendere per el capitanio Feramolino che 12 ban- 
diere sono passate per quella gola del monte che 
é sopra P Agra ; qual via puoi gire verso Lecco, 
et poi rivolgersi verso Milano. Et dice ancora, es- 
sendo li esso Feramolino, che mandarano a veder 
una barca, la qual riporta haver veduta V artella- 
ria ; pur temendo io la sia una stratagema, ho re* 
forz\le le guardie driedo Adda, el pregato missier 

7 



9d 



MDXXVIII» ICARZa 



100 



62^ 



Guido de Naido vada a Careno, perché hozi se ha 
Tatto Torliflcar. Et rccevuta la lettera de vostra 
signoria. Cerca a Brevi, gli è Feracino et qualche 
uno di comandanti, et ho mandato Maria da Ca- 
stello con domino Guido de NaIdo a Careno et li 
gli é anco el Cagnol. Li a Brevi gli é el conte 
Oddo Fqrtebrazo ; staremo vigilanti. Penso la gira 
per bona via; dubito che inimici non voglino ten- 
tar a Leco et qui da noi. Et il signor castellano 
ha promesso occorrendo che inimici vengano per 
via de Careno ritrovarsi la sua persona con tutte 
le sue forze, lassando li soi passi custoditi, et af- 
ferma, se rompirano. 

Dal parto di Pladino, a dì 15 Marzo 
1528, hore 23. 

Piero Longena. 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro capiianio, 
di 16, vidi kttere particular a sier Gregorio 
Pigamano, Et manda una lettera dal campo di 
Cassan, di domino Antonio di Castello, di 16. 
Qual scrive cussi : Certissimo el castellao di Mus- 
so, per mezo di quello Rafaelo da Palazuol havea 
parlamento con el signor Leva ; ma non segui nien- 
te, et questo si e visto per gli boni eflecli che lui 
ba fatto in combatter con li inimici. Sabato a li 
14 li fu mandato li 800 ducati per la paga. Ini- 
mici sono a Olzinà et stasse cosi ; voriano a tutto 
lor potere soccorer Leco et maxime per la via di 
sopra a Calolzo, dove si é mandato el Cagnol a 
fortificar meglio quelli passi. Tre bandiere son sia 
mandate de là de la Chiusa, e*l resto de le nostre 
gente sono a Caurino et li vicino. Par che tra loro 
fusse qualche divisione, zoé fra li doi Rangoni et 
anche fra missier Piero Longena et missier Guido 
de NaIdo, perche dimane matina li cavalca el si- 
gnor Governador. Non é dubio che è necessario 
guardar Leco come le cose de la Signoria, perchè 
quando el se difende che M non sia soccorso, penso 
certo che M castellano starà saldo; che quando se 
perdesse Lecco, potria facilmente vacilare et saria 
di molta importanza. 

Da Bergamo, di rectori, di 15. Manda una 
lettera hauta da Coyra del Grangis, qual scrive a 
la Signoria nostra, di 10 del presente, et manda 
una lettera hauta di Baviera, di 5 di .... del 
Duca^ Come scrive, el capitanio Nicolò diSalm vo- 
leva 4 page, et loro voleno darli una paga di pani 
et una dì contadi, siche tien le cose sarano tarde. 

Da ConstaniinapoU, di 9ier Fiero Z$n vi» 



cébailo, di 5 Fevrer. Replica quello scrisse per 
le altre zerca Torator del Vayvoda cxpedito ad 
vota, honorato et apresentato et promesso dargli 
aiuto contra el principe Ferdinando; et ha fatto 
cridar la guerra et scritto a li sanzachi si prepa- 
rano per andar in Hongaria, saranno da 70 milia 
persone. Etiam vi andarà li ianizari. Scrive come 
Imbraim bassa li ha mandato a donar uno puto 
qual restò vivo di la nave griinana, prese Curto- 
goli, et amazò tutti, dicendoli esso bassa « questo 
tristo di Curtogoli non è fuori di pericolo de la 
vita > et ha ditto, se costui sarà mai torna a chri- 
stiani, voio renegar el mondo etc. 

A dì 19. Fo il zorno di S. Joseph, che se 63 
varda per la terra. 

Vene in Collegio sier Andrea Loredan venuto 
podestà et capitanio di Crema, vestito de veludo 
paonazo alto et basso, con barba, in loco del qual 
andò sier Luca Loredan per danari electo ; et refe- 
rite de quelle cose di Crema, et fo laudato dui 
Serenissimo. 

È da saper. Tre zorzi avanti che M ditto sier 
Andrea se partisse di Crema, havendo per avanti 
voluto procieder contra uno nominato Contin da 

, per certa cosa seguita a una festa, par 

che uno suo parente chiamato il Contin da Moza- 
nega, mettesse al muro in più lochi una pittura 
con il Podestà depento, vestito di scartato et tre 
diavoli atorno con lettere di sotto in modo di exeo- 
munica, con tal parole: Andrea Lauredanum 
hebreum visu et opere, cremenses bene memo- 
res lapidibus et fustihua prosequentur. Per il 
che, esso Podestà, inteso questo et hauto notilia 
lui esser sta il delinquente, fece il processo et lo 
fece retenir, et lo mandoe in ferri a li Capi del 
Conscio di X. 

Da Noal, di sier Nicolò Bolani, sier Ja- 
corno Barbaro et sier Bartolomeo da Canal 
sindici da terra ferma, di ... . Come erano 
stati a Mestre, dove feno bone operation, poi ve- 
nuti li a Noal hanno trovate tante enorme cosse 
et manzarie fatte per sier Francesco Pasqualigo 
qu. sier Marco Antonio è podestà d» li per da- 
nari, videlicei, fatto boleto a Treviso per conzar 
el castello et soa habitation, et nulla ha fato. Item, 
per iusticiar do, et li danari ha posti in suo uso. 
Item, haveva do, quali feva accusar persone per 
arme, che non era il vero, et li condannava: 
et altre assà extrusion et manzarie; al qual ha 
fatto restituir asaà danari. Il suo canzelier et cava- 
lier é fttsito via. Serive come erano venuti bomeoi 



101 



MDXXVIII, MARZO. 



109 



di Piove di Sacco, pregandoli dovesseno andar 11 
et cusd anderiano, perché inleodeno baverano li 
etiam da far assai. 
63* Et lecto questa lettera in Collegio, fu termi- 
nalo scriverli, che uno di loro Sìndici dovesse ve- 
nir in questa terra con il processo contra el ditto 
sier Francesco Pasqualigo per far provision, et 
poi ritornarà al suo sindicato. 

Da Brexa, di reciori, di 17, Manda una 
lettera hauta dal capitanio di Valcamonica, qual 
dice cussi : 

Magnifici et cìarissitni Domini, Domini 
observandissimi. 

Hozi, interogando uno grisone viene da le parte 
di sopra, mi ha referto che in Saxonia et Baviera 
se fanno 40 milia fanti a nome de V Imperatore, 
et che a Dragez, sotto Felchrich 15 mia, sono 
agiunte nove bandiere di le gente fatte in Baviera, 
et che non se intende dove vogliano andar, per- 
ché alcuni dicono andarano a Costanza et Lindo 
per la nova collegation hanno fatto cum sguizari, 
alcuni dicono a Roma, et alcuni Milano, et che sono 
queste gente state de molta admiratione a sgui- 
zari, perché sono fatte in un subito, et che per 
questo se fa una dieta in Ibenz, terra de grisoni. 

Da Verona, di Nicolò Barbaro capitanio 
del Lago, di 17, partieular, vidi, drieata a 
sier Gregorio IPieamano. Come le provisioni 
procedono avanti da le parte di sopra, et ultima- 
mente preparano le robe de le artellarie et ogni 
altra cosa, et sono in esser per voler venir in Ita- 
lia. Et per lo adviso io ho, quella gente pagata 
erano a la volta de Costanza et Yspruch, hanno 
pigliato il camin de Bolzano, che saria a voler ve- 
nir verso Trento; vero è che non credo questo sari 
avanti Pasqua, perché voi tempo et maxime fanta- 
rie in questi tempi a venir per monti. Le monition 
sono preparate. Se aspetta el clarissimo mis3Ìer Gir- 
lo Contarini proveditor general, che invero sarà a 
proposito la sua persona, et per remediur a quelli 
passi et farli conzar. 

g^ Da poi disnar, fo Pregadi, et lette le soprascritto 
lettere : 

Fu posto, per li Savii del Conscio et terra (erma 
et ordeni, mandato fuora del Conscio sier Toma 
Contarini va oratcr a Constantinopoli al Signor 
turco, come vadi el apresenti a li bassa prima, et 
poi al Signor li presenti dati el consignatoii,el cussi 
a li altri. Item, al Signor T altro presente, qual li 



dagi in qualche luoco se 'I potrà separalo da li bas* 
sa, et ringraciar Soa Excellentia de la Irata di for- 
menti data et donati et cussi di salnitri, pregando il 
magnifico Imbraim vogli per l' anno che ha a venir 
etiam darne Irata de formenti. Item, che se li dà 
il presente ne ha dato il SerifTo di Alexandria, qual 
ha fatto garbuio a la nation et fatto romper muda 
contra li soi comandamenti. Item, lamentarsi di le 
galle prese et la nave per Turcogoli ( Curtogoli ?), 
ut in commissione. Ave lutto il Conscio. 

Fu posto, per li Consieri, a provar una permu- 
tation fata per li frati di S. Maria Maddalena di Pa- 
dova et S. Maria de Lispia, territorio padoan, di 
r online di S. Sebastian, di certe terre con uno 
padoan ctc. 141, 6, 4. 

Fu posto, per li Consieri, Cai di XL el Savi loro 
che a Manoli Grecopulo el Tomaso Lusi, atento in 
Dalmatia si hanno ben portato, li sia dà, computa 
la provision el stipendio, ducali 5 per uno al mexe. 
Et lecto fede di sier Hironimo da Canal et sier Zuan 
Battista da Molin provedilori in Dalmatia, fo balolà 
do volte. La prima : 1 15, 20, 5 ; la seconda ; 136, 
17, 5. Et fu presa. 

Scurtinio di altri X Savi sopra la reformation 
di la terra, con pena. 

t Sier Zuan Badoer dottor el cavalier, 
fo capitanio a Verona, qu. sier 

Reriier 102. 88 

t Sier Francesco da Lezo fo al luogo 

di Procurator, qu. sier Alvixe . 96. 95 
t Sier Francesco Longo fo al luogo di 

Procurator, qu. sier Francesco . 129. 66 
Sier Jacomo Badoer fo Consier, qu. 

sier Sebaslian el cavalier . . . 83.102 
t Sier Andrea Barbarigo fo al luogo 

di Procurator, qu. sier Nicolò . 105. 87 
t Sier Polo Donado fo Consier, qu. sier 

Piero 108. 84 

Sier Nadalin Contarini fo proveditor 

al Sai, qu. sier Hironimo . . . 62.124 
Sier MaHo Bolani é di Pregadi, qu. 

sier Piero 85.105 

f Sier Bernardo Moro fo provedador 

al Sai, qu. sier Lunardo ... 97. 92 
Sier Andrea da Mula é di Pregadi, 

qu. sier Nicolò 82.112 

f Sier Domenego Capello fo Cao del 

Conscio di X, qu. sier Carlo . . 137. 50 
Sier Andrea Justinian el procurator . 78.109 



103 



MDXXVUI, MARZO. 



104 



Sier Filippo Bernardo fo Savio a (er- 

raferma, qii. sier Dandolo . . 93. 98 
t Sier Jacomo Bragadin è di Pregadi, 

qu. sier Daniel 117.68 

Sier Francesco Arimondo fo prove- 

ditor al Sai, qu. sier Nicolò . . 74.115 
64^ Sier Simon Capello To al luogo di 

Procuralor, qu. sier Domenego . 94. 93 

Sier Daniel Trlvixan é di Pregadi, 

qu. sier Andrea 66.116 

t Sier Hironimo Zane fo podestà et 
capilanio in Caodistria, qu. sier 
Bernardo 116. 67 

Sier Antonio Bembo fo Cao del Con- 

seio di X, qu. sier Hironimo . . 89. 99 

Sier Marco Antonio di Prioli fo pò- 
desta et capitanio a Ruigo, qu. 

sier Alvise 93. 94 

DOD Sier Zuan di Prioli fo Cao del Con- 
scio di X, qu. sier Piero procu- 
ralor, per parente. 

A dì 20. La matina, vene in Collegio sier Lo- 
renzo Salamon venuto podestà et capitanio di Fel- 

tré, vestito de , in loco del quale andoe 

sier Toma Lippomano, rimasto per danari, et refe- 
rite di quelle occorenlie. Fo laudato, de more. 

Noto. Beri sera partite sier Almorò Morexini 
capitanio del Golfo, al qual fo dato lì ducati 10 mi- 
lia, va in armada, et dia andar a dretura a Corfù, 
per trovar 1* armada et farla passar in Puia. 

Fo aldito li Patroni fo di le galle di Alexandria 
con sier Marco Antonio Contarini avogador di Co- 
muni zerca pagar le rifusure, et fo rimesso la cosa 
al Pregadi. 

Noto. Non fu lettere del Pexaro, né del Pixani, 
che molto pareva de novo a tutti, che di 7 del me- 
se in qua non si ha nova. 

Da poi disnar fo Collegio di la Signoria et Savi, 
con li Cai di X, in materia di debitori. 

Da Vicenea^ fo lettere di sier Carlo Conta- 
tini proveditor sfeneral, di heri. Come si partiria 
hozi per Verona, che per la pioza non havia potuto 
partir. Et manda una lettera con avisi di le cose di 
• sopra. 



I 



Copia di una lettera da Magrado, di 19 Mar- 
fso 1528, scritta per Zuan Fiero da Valle 
a domino Antonio da Porto vicentino. 

Putron mio magnifico et observando. 

Borjolamio Zanibon é venuto, et heri parlai, et 
mi ha ditto voler venir hozi over diman a Vicenza. 
Quello ho potuto cavar da lui é, che preparatione 
grande si fa di biave in Trento, et per adesso se 
conduse in Trento 500 farfossi di biave> benché la 
provision sia de 2000 et pensa certo, che subito {do- 
po) questi si condurà il resto. Le qual biave cargano a 
Ala et la conducono su carete fin a Bronzolo, che é 
de sotto da Bolzan, et ivi la metteno su li rei (?) et 
vien a Trento. In Trento continuamente se lavora a 
far archibusi, schioppi et ponti et altri preparamenti 
bellici ; ma né a Sbez, né a Yspruch, né altri loci è 
ancora asunanza alcuna di gente ; ma ben se pensa 
che ad un tratto fazino uno buso, che 1 dir et venir 
sit unum et idem. Ferandio, per quel se dice, é 65 
capitanio, el qual ha reduto a 1* ultimo extreminio li 
luleriani che erano messi insieme cum il duca de 
Saxonia. Io non ho potuto retrar altro da lui. 

Da Verona, di Nicolò Barbaro, capitanio 
del lago di Garda, di 18, particular. Come per 
uno mio venuto da le parte di sopra, frequentano in 
proveder di calare a la volta di Milan, et Luni prò- 
ximo passato li inimici, zoè loro capetaoei, se redu- 
seno ad uno loco ditto Avi verso la Crovara miglia 
6, et hanno visto quelli passi, poi ritornorono a 
Trento. Me ha ditto eiiam che l capitanio Tegine 
si aspectava da la corte del Principe. Il signor Ni- 
colò Astrofort di Castelcorno, fatto capitanio di la 
artellaria, di continuo sta nel castello di Trento a 
far conzar artellarie, et si aspecta quella gente pa- 
gata vien da Yspruch verso Trento. Credo però 
non vegnirano avanti Pasqua. Et el clarissimo pro- 
veditor Contarini non é ancora venuto qui, il qual 
voria venisse presto. 

Da Bergamo, di sier Nicolò Salamon po- 
destà et sier Viceneo Trun capitario, di 18. 
Come inimici hozi do squadroni grossi sono passati 
di qua di Adda et ritornali di sopra di Calolzo a 
quel loco di Caren» non se serano ancora al piano. 
Per fare aspectemo di bora in bora adviso, tamen 
non é da temer di questa terra, perché le zente 
d' arme é alozate sopra le porte et verano in la 
terra. Et Guido di Naldo et il Gagnolo se sono re- 
Irati in qua. 



105 



MDXXVUI, UABCO. 



100 



Da CcMan, di Antonio di Castello, capita- 
nio di colonello, di 18. Scrive, inimici beri per 
iTÌsi si hanno baiamo el ponle di Lecco, al qual 
non fece altro, el li mancò la polvere el ballote. Et 
per diversi prcgiooi risona che o soccorer Leco, o 
non, di brieve vogliono tornar a Milano, perchè 
non possono più star 11 per la fame. 
65* A dì 31. La malina, fo lettere del procurator 
Pixani, di 13, da V Aquila, Del zonzer lì, el 
come a di 10, hcssendo zonlo de li ci signor Oralio 
Baion con li 3000 fanti de Gorcnlini et alozali, par 
che a mezanoUe li fanti dove erano alozati comen- 
zorno a metter sacco et far pregioni, siche feno 
danno per più de ducali 50 milia. Scrive poi . . 



Del procurator Pezaro, da Nocera, di 8, 
9y 10. Come la terra di Beslize a Marina si havcan 
dato a la Signoria nostra, dicendo voler esser sotto 
de nui. Scrive il disordine di lanzìnech et altri era- 
no con sier Vetor Soranzo, volendo danari, et si 
mulinorono el poco mancò non V amazasscno, ta- 
men le cose fo conze con darli do page corcnle. 
Scrive sopra danari, et che esso Proveditor havia 
tolto danari ad imprcstCilo, et monsignor di Lu- 
trech li prestò ducati .... milia, et cosi altri, ut 
in Uiteris, per pagar le nostre zente. Inimici erano 
tulli in Troia redulli, et monsignor illustrissimo 
havia fatto far certa quantità di biscolo per bisogno 
del campo, qual si aspcctava, et cussi la mattina 
uaciriano in campagna andando verso Troia per 
fair ussir inimici de 11, et venendo a la zornata, ve* 
rano con suo gran disavantazo. 

68 Da Santo Severo, a li 8 de Marzo 1528, 

Gli imperiali, unitamente con tutto lo exercito 
loro sono redulli in Troia et in quei contorni vicini, 
et il numero loro non é meno de 15 unlia fanti, 
1000 cavalli lezieri et più, et 500 homeni d* arme 
con 8 pezi d*artellarie, come per cerlcza é sia refe- 
rito a monsignor Lautrech ; i quali imperiali sono 
venuti deliberati per dar la giornata a monsignor 
de Lautrech el per loro non si manchi di combatter 
per molti respetli, come più volle per mie ho scrit- 
to a Vostra Excellenlia. Et il primo é, che essendo 
loro venuti a Troia da Manfredonia con speranza 
ancor de prender Nochiera, Zogia, Saheto Severo 
e Termine per usurparsi la dovana, hanno trovato 
fallace la loro determinatione et consulla. Ora elli se 
ritrovano in Troia senza molta victuaria, et di quela 



che gli é non se ne ponno servire loro per non 
essergli instrumenli da macinare il grano, et non 
haver acqua se non con grandissima difficullà. Poi 
li lanzchenechi, che non sono pagali, vanno cercando 
occasion nova ogni giorno ; per la qu&l non se poi 
far molto buon concetto di loro ogni volta che '1 
andasse in longo, non havendo ancor da potergli a 
questa altra paga dar danari per non ne bavere. 
Poi se ritrovano molto vicini a questo exercito, che 
con honor suo non se pono retirare che non gli 
succedesse danno in la dovana, che in qualche parte, 
se potessero restar, ne haveriano qualche utile e ver- 
gogna poi de la retirala, el dariano ar lire a questo 
exercito maggior di quello el tiene, che non mo- 
strasse non grandissimo per quanto si può com- 
prender : unde per questi respelti et ancor perché 
parono confidarsi molto ne la fortuna, dicono ogni 
modo voler combiiltere, et monsignor Lautrech 
che ha inteso questo per pregioni che sono stali 
presi da quelli del conte Cesare Scollo, et per let- 
tere interct'pte de imperiali, ha preso queslo partito 
a far, zoc il marchese di Saluzo hozi si deve rilro- gg* 
var con tutte le gente d* arme, che sarano di nu« 
mero 1000 homini d* arme con le sue de Todi et 
300 homeni a la legiera ne la lerra di Fogia, lon- 
tano da Troia 8 miglia. El qual Marchese vole seco 
quelli 200 cavalli legierì per poter haver da scara* 
muzar con imperiali. Monsignor Lautrech hozi é 
parlilo el è andato a Nochiera con tutte le fanlarie 
et r artellaria, la qual Nochiera è vicina a Foggia 
10 miglia et a Troia altri 10 miglia. Questa fanlaria 
de numero sarà prima de lanzchenech, computando 
quelli de vcnetiani 9000 fanti, de syizeri 3000 con 
quelli del signor marchese Saluzo, de avenlurieri 
francesi el guasconi 3000 fanti, de italiani con quelli 
che mona il signor Oralio Baione a nome de fioren- 
tini, con quelli de veneliani, con quelli poi che guida 
il conte Cesar Scollo et il signor Hironimo Milanese 
saranno la somma apresso 10 milia fanti, che in 
lutto è 'SS milia combattenti. El per non esser an- 
cor gionti quelle bande de fiorentini che sono de 
imporlanlia, Monsignor polria andare ìnterlenen- 
dose sino a la loro venuta, la qual sarà fra 4, o, 5 
giorni. Poi, venuto che sia monsignor Lautrech, el 
marchese Saluzo, il conte Guido et tulli questi ca« 
pilanei, che li sono olirà questi el lutto il mondo 
da una parte et V altra chiama la giornata, el dico- 
no questi signori voler combattere, et Tuno el 
r altro exercito é vivo. El per iuditio di qualunque 
le cose di ambedue li exerciti sono redulli a tale, 
che 1 combatter è necessario. El ancor che si pò- 



ivr 



Monnui XABzo. 



108 



tesse fagire questa occasione da questo exereito di 
la liga', nondimeno se indica che a la bontà de le 
genti, al nnoriero magior de li imperiali, a la quan- 
tità di r artigliarìa di più di la cesarea et poi a li 
capi tutti disposti a questa impresa conQdandosi 
loro ne la bontà di queste zente, ne la iustitia et in 
Dio, che si combatterà presto et che quanto questa 
giornata vadi in longo 10 o 15 giorni, che la non 
debbi passar. 

Tutte le città che sono In obedientia a la Maestà 
Christianissima monsignor Laotrech ha fornite di 
genie fatte di novo, senza sminuir le bande ordi- 
narie. Tutti li ambassatorì sono restati in Santo 
Severo per comandamento di monsignor Laulrech, 
et con gran difiBcultà lo abbiamo potuto pregare' 
67 che ne vogli dire la causa de lo nostro stargli ab- 
senti : alflne lui dice resolutamente che M non volo 
ebe andamo seco, perché patiressimo. Noi li habia- 
mo risposto che se Sua Excellentia resta per questo, 
che noi non potemo patire stando apresso la per- 
sona sua et quanto a questo, che considerano per 
ogni modo s^ire Sua Excellenliu per poter scri- 
ver al nostri signori et per non mancar del nostro 
debito. Lui a Tultimo non ha voluto; cosi semo in 
Santo Severo tutti et havemo a la guardia de la cita 
600 fanti. A noi conviene per sua commissione ha- 
ver cura di conservar questa città da alcuni pochi 
bnti di Manfredonia che con il viceré di la Puglia 
li sono restati, che una notte non la pigliassero as- 
sieme con la parte angiovina, imperoché questa 
terra é debolissima d'ogni conditione. Noi adunque 
ci siamo divisi ciascuno a la parte sua. 



68') Dcs Bergamo^ di rectori, di 19^ hare 16. 
Come inimici non sono mossi dove i erano. Si ludi- 
ca facilmente soccorerano Lecco. La compagnia di 
Guido di Naido et del Gagnolo, quale erano a la 
defension di Carem, sono sta da inimici molto nial- 
tratlate, et le reliquie loro se hanno reduto ad 
Almen. 

Da Cassan, vidi lettere^ di 18^ partieular. 
Come il caslellan di Mus havia deliberà star saldo 
et usar a quelli di Leco la descrìtion lì usorno a 
li sol. 

Post scripta, È venuto nova, come inimici 
sono un* altra volta passati Adda et hanno spelato 
la compagnia del Cagnol et di missier Guido di 
NaIdo a uno loco nominato Carem, da qual potrano 

(i)Uotrtaa7*él>iMQiu 



andare a Lecco, se '1 castellan di Mus non li farà 
grossa resistentia. 

liem^ per un* altra lettera pur di Cassan di 1 8, 
scrive, la notte passata alcuni nostri fanti sbandati 
andomo a Melz, dove li era uno commissario a 
nome de imperiali con 15, o, 30 compagni. Assai- 
torno la stantia dove esso era a dormire, el quale 
havia la sua signora apresso, lo preseno et lo me- 
norono quivi pregione e lassorono la signora vedoa 
et sconsolata in leto, per non dar anco ad essa 
donna mala notte. 

Da Verona, di Nicolò Barbaro capiianio 
del Lago, di 19, parUcular, Scrive, cosd per 
avanti ho dillo di preparamenti si fanno per venir 
in Italia, né credo per sinistro del Prirveipe reste- 
rano ad venir, perchè que>li che hacmo T artellarie 
sono del conta de Tiruol et il contado ha fatto la 
provision et non fassi altro elle far archibusi in 
Trento, et pid per farli presto hanno drizato tre fu- 
sine di novo et non fanno altro che lavorare, et poi 
il mover hanno fatto quelle bandiere erano a la vol- 
ta di Bolzan é segno che venirano, che Dio non el 
voia per quiete de tutti. Già 15 giorni si ha de pre- 
paration che sono in ordine et che puMice dicono 
voler calar. 

Vene 1* orator di Hilan, dicendo haver Ietterò 68' 
del zonzer del suo signor Duca a Ferara ; el qual 

va a Cremona. 

Dal campo, da Cassan, di sier Toma Maro 
proveditor cenerai, di 18^ hore .... Il sumario 
scriverò qui avanti. 

Da Bigamo, di sier Nicolò Saiamon pò- 
desta, di 19, hore 15, vidi lettere, qual scrive. 
Come beri sera vene la nova di esser passalo ini- 
mici di qua da 2000 persone. Bora si ha la cosa 
più certa che camin i facevano, per lettere di hozi 
a hore 11. Come in questa matina inimici, da poi 
passati, haveano iterum preso quel passo di Careno 
a la guardia del qual era Guido deNaldo et il Cagnol, 
i qual non solamente hanno abbandonato il passo 
importante et forte, ma sono venuti fino Almen, che 
é mia 7 luntan di qua ; et par che dicli inimici len- 
deno a la volta di Lecco, perché sono alozati in 
Valseca questa notte, siche si pensa vadano ad 
quella volta. Questa terra è a la guarda solmn de 
60 villani cremaschi. Le nostre zente, che sono a 
la guarda di questo territorio sono messe in fuga, 
la nostra ventura é che atendeno per quanto se 
vede ad altro camin. L*é sta ordeoado a le zeute, 
che non possando resister a If inimici, debano ve- 
nir qui dentro; ma sono zente fugade : è da pensar 



109 



liDxrvni, ttARZo. 



no 



che soccorso é queslol che se ha vessa mo pur 500 
fanti, non li slimasemo eie. Havemo scrillo al tna- 
{^nìfìco Provedilor, pur speremo che 1 provedera. 

69 Da Cassati, del proveditor /general Moro, 
di 18, hore 4. Come era ritornato da Bergamo, 
dove gionto li, tutti erano in fuga, et li dete tanto 
animò che parseno resusitati et fece tor alcuni 
danari impresiedo, et ritornò I) a Cassan con bona 
scorta di cavalli legieri et homeni d' arme. Inimici 
sono andati al ponte di Lecco, et cum bra varia 
grandissima, et li tirono da 8 botte, et sono stuli 
sotto doi giorni in lo tirar. Volea insir due bar- 
che da Lecco cum gente dentro et la armata del 
castellano di Mus andò per incontrarla et loro ri- 
tomorono in Lcco, et inimici poi ritornorono a 
Ulzini, et voleno passar Adda et andare ad uno 
loco di la Chiusa, qual é di ditto caste lano, per 
tentar de intrarli et andar poi a Lecco per la mon- 
tagna. In la Chiusa, è do nostre compagnie, zoè 
e! Vayli et Cesar da Martinengo, homcnì zoveni 
et valorosi et una altra compagnia di Cosco (?). Si 
ha spazato a quella volta el signor HannibaI Fregoso 
con 350 fanti, quali sono venuti da Lomèlina, et 
vi sono da 300 el più homeni d* arme, et se li 
nostri soldati vorano far il debito suo, li inimici 
resterano confusi; ma li soldati mal pagati, male 
fano le sue facilone. Scrive, il castellan de Mus 
protestoe per avanti volersi dar a la devulion del 
signor Antonio da Leva se non se li mandava el 
' di seguente fanti 600, et esso Provedilor mandò 
uno suo. Qual zonto {il castellan) li usò assai parole, 
alegandoli la fede spagnola esser quanto la havea il 
suo intenlo, ma la Illustrissima Signoria manca di la 
promessa. Et questo era un principio a sua signoria 
a farsi grande. £1 qual a la fin promesse libera- 
mente voler mantenir la fede el far lo debito suo, 
et volse haver lettere di suo pugno, et poi ritornò 
ditto Duntio scaramuzando con inimici. CI essendo 
esso Proveditor a Bergamo andato, vene li a por- 
tarli lai nova. 

69^ Da Cividal di Bellun^ del Podestà et ca- 
pitanici di 15. Come, per uno venuto da Yspruch^ 
é refendo haver inteso per bon mezo, come li re- 
genti hanno habulo da la compagnia de li Fucari 
nynes 300 miglia a nome et per conto di le 
bachete (?) del Tiruol, de li quali ne dieno spender 
100 roilia in biave per subvenire a le bachete, 
et li altri 200 milia per subvenir a li soldati de 
le btcbete per Imprestedo a quelli non barano 
danari, perché li paesani vano di sua borsa, et non 
pagano altre colte. Da poi referissei esser li soldati 



assai a piedi et a cavallo ben in ordine, el che 
ogni giorno se assoldava gente et le mandava a 
uno loco de là da Yspruch, qual non sa il nome, 
a le stantie, perchè dicono a Pasqua voler discen- 
der in Italia^ et che se sforzano far fare armature 
per homeni d* arme. Venendosi poi in queste ban- 
do, passando per Brunech vide alcuni soldafì che 
andavano a Yspruch a toccar danari. Di poi gionto 
in Primiero, loco contiguo a questo territorio, vi- 
de far cerned(>, et se diceva che erano per nome 
del contado de Tyruol. 

Summario di una lettera del signor Cesare 70 
Fregoso, scritta ad Agustino Abondio, data 
a Tr avello sotto Bergamo, a li 17 de Mar- 
eo 1528. 

Missier Angustino carissimo. 

In questa bora ho recevuto una vostra de 14 
de questo, per la qual voi mi scrivete che li no- 
stri clarissimi signori hanno deliberato di voler 
fare qualche castiga demonstratione a quelle nostre 
gente che cbmmiseno tanta viltà in el passare de 
inimici da qua de Adda. Dio volesse che la Se- 
renissima Signoria una volta sola desse exempio 
a simil gente, perchè el me par de credere, che 
quando se costumasse punir simel persone, poi 
quando accadesse combattere, T homo farla il de- 
bito suo, overo non toria il danaro de la Serenis- 
sima Signoria, et quanto Y homo è maggiore et 
commette errore, el se voria cum muggior pu- 
nilione castigarlo, sebene el non commettesse er- 
rore per viltà,. ma lo commettesse per maligniti. 
Sapiate che il proverbio non mente: chi ne pu- 
nisse uno, ne castiga cento; ma non se ne fari 
niente. Et zerca questo non me posso contenire 
che non ve dica qualche cosa. Quando fu acadesto 
questo passare de inimici, il clarissimo signor Pro- 
veditore et il signor mio padre a questa volta con 
la gente d* arme, pensando aponto a tanta viltà 
che era sta comessa, che non se ne havesse a co- 
mettere una maggiore et maior sinistro, et per 
darli remedio, fui mandato qna, si per far spalle a 
quelle gente, come etiam per haver T echio a le 
cose di Bergamo. Et zonto qua et alozato le zente 
d'arme in poco de spatio, scrissi a li clarissimi 
signori rectori di Bergamo, et poi me ne montai 
a cavallo et andeti al Porton de là de Caprino, 
laddove atroveti el capitanio Longena^ che slava 
non troppo de uno volere cum quelli capi da pie, 
et uno pareva se lamentasse di T altro. El Lon* 



Ili 



MDXXVin, MAR^. 



113 



gena diceva che li fanti non baveva voluto con)- 
battere, li capi da pie.!! preva che volesse scusare, 
dicendo che 1 Longena mai partecipava cum loro 
alcun suo volere, né cosa che si havesse a fare. 
Può essere che *l sia vero, et non ; nr)a ben vi so 
dire, che quando fui da loro, al primo tratto gli 
arìcordai quello era debito suo per onore loro 
et beneficio de le cose de la Serenissima Signoria, 
che era a mettere da canto ogni rancore et odio 
che caso fusse Ira loro, et cum opra verile et vo- 
lere fraterno recercare de recuperare V onore suo. 
El poi me gli offersi, che volendo loro far questo 
et vedere di cazare fora di Calolzo gli nimici cum 
taliarli a pezi, mostrandoli il modo, et a questo 
me li offersi cum la persona mia cum 150 ho- 
meni d'arme che si poteva molto bene far com- 
battere lì su la riva de Adda et far* che le fan- 
tarie tolesse la volta de la montagna, et tore in 
mezo gli inimici ; parse che tutti fosseno contenti. 
70* A questo me risolveti cum loro, che dovesse far 
che lì capitani parlasse cum li soi capi di squadra 
et bandierai et lanze spezade, et visto loro voler 
combattere, che ditto capitanio Longlena me ne 
dovesse dare aviso per uno suo bollettino, adver- 
tendo se in questo mezo inimici passassino di là, 
overo le fantarìe fusseno in termine di non voler 
combatter, mi advisasse, aziò non conducesse le 
gente d'arme ad ruinarle per quelle montagne. 
Et cum questo me ne ritorneti a le gente d'ar- 
me per metter ordine di levarli a uno minimo 
cegno che io havessi hauto da dicto capitanio Lon- 
gena. Quando fu la mattina, vedendo non haver 
avixo alcuno, gli mandeti uno mio homo d' arme 
cum una mia lettera aricordandoli di novo come 
io era in ordine ad una sua richiesta et sempre 
prompto. El non mi fece risposta ; né per sua let- 
tera, né in parole. Io non contento di questo, gli 
remandetj uno altro mio homo d'arme; manco 
potè cavare costructione alcuna; basta, che li ini- 
mici sachizorno Caren et tutta la montagna ad 
quella parte dove era bestiami assai et altre robe, 
et poi cum lo bottino securamente se ne ritornò 
di là di 'Adda. Se il capitanio Longena aceptava il 
mio parere, certo si tagliava a pezi tutte quelle 
gente nemiche che erano di qua, né restava sachi- 
zato Caren et la montagna, né presone il capitanio 
elusone. La causa mo' che ditto capitanio non babia 
voluto che si facia una cosa si honorevole, non so 
da mi dar la causa ad altro, salvo per non volere 
che mi atrovasse partecipe de una si honorevole 
impresa. Me dote poi quaodo che la mia Sereoiasi* ' 



ma Signoria porla la pena della malignità de simil 
gente. Pacientia, da poi che loro signori voleno cosi. 
Altro non mi accade. Dio vi conservi. 

Cesare Fregoso. 

Da poi disnar, fo Conscio di X semplice, et bai- 71 
lotono quelli di le Scuole acceptadi, et in loco di 
morti li electi con la iuridition di uno per Scuoia 
per Cao di X et uno a li scrivani di bando. 

Item^ feno una gratia a uno Gol di maistro . . . 
sta a S. Luca, bandito per 15 anni, é stato 9, ti 
manca 6, che 'I possi venir in questa terra, con ob- 
bligation far netti le croxe et candelieri di la chie- 
xia di S. Marco, di bando. 

liem, fono sopra certi monetarii, et mandato il 
Collegio zoso a la corda, sier Marco Minio Consier, 
sier Marin Corner Cao di X, sier Antonio da Mula 
inquisitor, sier Marco Antonio Contarini avogador. 

Et il Collegio di Savii si reduseno a consultar. 

Da Bergamo fo lettere di sier Nicolò Sala- 
mon podestà et sier Vicenzo Trun capitanio^ 
di 19, hore 2. Come inimici andavano a la volta 
dì Lecco, et questa notte doveano allogiar a Postca- 
reno apresso Careno mezo miglio, lontan mia 7 di 
Lecco, di asperima montagna carga di neve, tamen 
havevano 3000 guastadori con loro per spianar. 
Diman venirà in questa città 250 fanti con il locote- 
nente di elusone, qual in questi giorni fu fatto pre- 
sone de inimici. Scriveno, de li ha nevegato doi 
giorni continui. 

A dì 22, Domenega. La matina, fo lettere di ji 
Bergamo, di rectori, di 19, hore 6. Come el 
capitanio Piero Longena scrive da Caprino, haute in 
queir bora, inimici haver soccorso Lecco, et che il 
castellano dì Mus se ne e fugito da la Chiusa per 
via del lago, havendose imbarcato con le gente. Li 
inimici hanno munito il ditto loco di la Chiusa, et 
doe compagnie di le nostre, che erano a la Chiusa, 
si sono redute a Caprino insieme con una compa* 
gnia del castellano preditto. 

Da poi disnar, fu Gran Conseio, et non fu il Se- 
renissimo. Fu fatto Proveditor sora il cotìmo di 
Damasco et niuu passoe. J^em, di Pregadi, in luogo 
di sier Toma Contarini va orator al Signor turco, 
el niun passoe. Item, a Y Insida, et quattro XL Zi- 
vii, con titolo. 

Fu posto, per li Consieri, una parte, che li Pro- 
veditori sora i conti presenti et futuri vengano in 
Pregadi non mettando ballota ; la qual é conira le 
leset di dar autorità a cbi é io officio, ma ben de 



113 



lIDXXVItl, MARZO. 



114 



poeterò, ci non Tu intesa da la mila del Conscio ; 
che quando la fussc s(ù intesa, la non era presa et 
bailotata. Ave : .... et fo presa. La copia sarà 
qui avanti. 

Da Vicenza, di sier Zimn Antonio da chà 
Taiapiera, di 21. Come, per uno Zuane da V Oio 
di Axiago, de li confìni, solilo avisarmi di le cose 
di sopra, mi scrive esserli venuto uno cxploralor, 
venuto da Bolzan, et dice de li non esser prepara- 
tion alcuna di soldati, nò se ne parla in ninna de 
quelle vallade, ma soìum sono sia mandati molli 
cari a levar biave a Ala, et vegnandoli il zoso, ne 
lassano per quelle terre. 

Fu mandato in questa sera in campo al procu- 
rator Pexaro ducati ^26 milia in scudi, per tre l)ar- 
che fino in Ancona et de li poi dove potrà. Oipi di 
le barche di Chioza fono Pasqualin Valaresso, Piero 
Corso et Mathio Tentor. 

72 Jesus. 

Magnifice et clarissime Domine semper 
óbservandissime. 

Non posso scriver a vostra magnifìcenlia quello 
che desiderava di dover scrivere, perchè le cose 
vanno roverse a li pensier nostri. Sperava dover 
scriver la constantia et probità de nostri soidali, di 
questo campo et del mantegnir di passi nostri, ta- 
men posso ben scriver de la viltadc et incostantia 
et de abandonar li passi, ita che li inimìzi hanno 
passalo di qua et hanno questo paese in sua balia. 
Heri passorno de qua et miseron ci ponte verso 
Caxalolzo de sopra et hanno passalo senza alcun 
contrasto, et poi se miseno assender a la montagna 
a trovar i nostri, i quali fezeno poche difese. El 
nome dì capitani erano a la guardia non lo scrivo 
per suo bonor, perchè almanco dovevano pur far 
qualche difesa, essendo cosi beile barbe de homeni, 
et hanno habuto un pozo d* oro da la Signoria no- 
stra, el poi se temeno a farse romper un poco la 
pelle et far saltim il debito suo. Mi dirò questo che 
ho desideralo, se pur li inimizi dovevano passare 
che fossero venuti da la banda nostra de breve, 
che se haveressemo fatto più honor. Noi siamo alo- 
zati in quello medesimo loco, dove sempre siamo 
stali el più periculoso, el habiamo patito assai in- 
convenienti. In questa notte azonse in Cavrino mis- 
sier Piero da Longena eum tutte le gente, et hanno 
abandonato el Portone, loco forte dove slasevano a 
far la sua residentia le gente d* arme et avanti ver- 
so Bergamo. Noi siamo li ullimi dal campo el più 
/ Diarii di M. Sahuto. — Tom. XI VII 



propinqui a li inimizi. Tutte le gente del paese sono 
fuzite ; li inimizi vanno verso Lecco per soccorerlo, 
tamen noi speremo che 1 castellano de Musso non 
li lassi passar, perchè el bisogna che vadano per 
alcuni lochi fortissimi, maxime a la Chiusa, dove 
sono homeni boni combattenti di guerra, che li 
renderà bon conto. Tamen hozi o domane saremo 
dentro, o fora. Che Mio faza quello sia per lo 
migliore! Son certo; magnifico patron, che vostra 
magnificentia per leltere del clarissimo Proveditor 
hahbia inteso come tulle le zenle di Valdesabia son 
absentade et partile, insalutato hospite, in le ma- 
zor faclione et in la mazor importantia che fosse, 
ita che non gc è rimasto gnanca uno homo, né la 
bandera, né 1 suo capitanio; cosa che è sta in gran- 
dissimo dispiacere al clarissimo Proveditor nostro. 
Non hanno haulo rispetto al bisogno di la Serenis* 
sima Signoria, né etiam al suo honor et utile, el 
tanto più che queste vallade sono adotlade de tanti 
privdegii, exentioni et altre preminenlie, che dimo- 
strano grandissime ingratitudini. De Valtrompia 
sono ancora partite le meitade, ma molti amaiali 
per la gran faclione, ma utcumque sit^ questa non 
è la fede et amor che doveriano haver verso el no- 
stro inclito Stato, et sono inmemori di benefici! 
ricevuti. Gè li dovevano dar questi archibuseri pa- 
gali per uno mexe a far el debito verso la Illustris- 
sima Signoria, et per far cosa grata a vostra ma- 
gnificentia a la qual humiliter me aricomando. 
La mura a dì 19 Marzo 1528, 

El tamburion de Castel prega vostra magnifi- 
centia el vogia haver per cxcusato se 1* é preterito 
el tempo che V ha tolto per non esser stato suo 
difetto. 

Magni fkentiae vestrae servitor 

JOANNES AnTONJUS DE VaLLAETROUPME^ 

Magnifico ac clarissimo domino 72^ 

Joanni Ferro , dignissimo 
Brixiae capitaneo, domino 
semper observandissimo, 

Brixiae 



Die 22 Marta 1528. In Maiori Consilio. 73 



Ser Marinus de Molino^ 
Ser Joannes Erhiliano^ 
Ser Marcus Minio, 



8 



115 



MDXZVUI, MARZO. 



116 



Ser Aloysius Mocenico eques, 
Ser Franciscus Donato eques 
Consiliarii. 

Ser Joannes Franciscus Miani, 
Ser Joannes Matheus Bembo, 
Ser Carolus Cappello, 
Capita de Qaadraginta. 

Havendosi da clezer uno a V officio di (re Savi! 
sopra la revision de' conti, è ben conveniente che 
i predilli Savii sopra i conti li sii ritornala la pri- 
slina prerogaliva de andar in Pregadi non ponendo 
ballota, qual fu data a V officio loro per el dillo 
Conscio in la crealion sua sotto dì 7 Zcner 1471, el 
coroborata per parte presa in questo Mazor Conscio 
dei 148'2 a di 13 Decembrio, continente, intercoe- 
tera, che per esso iterum dovcsseno eleger cum 
le condition solile ; al che non se poteva derogar 
per el ditto Conscio di Pregadi quando in esso fu 
deliberato che li dicti sopra i conti non andassero 
più in Pregadi, stante le leze disponente che le 
parte prese in questo Conseio non se possano per 
alcun altro inferior Conseio revocar, il che al pre- 
sente tempo etiam è da trovar nrìodo el forma che 
se habbino più voce da far che sia possibile, el far 
di quello sicome e sta fatto etiam de li officii di X 
Savii sopra le Decime et di Proveditori sopra le 
pompe, che i stiano uno anno ; 

L'anderà parte, che per auctorita de questo 
Conscio sia deliberato che li ditti Savii sopra la re- 
vision dei couti si presenti come quelli che de eoe" 
Uro saranno elecli ; star debano in dillo officio 
anno uno solamente dal zorno del prender la pre- 
sente parte indriedo, ancor die i presenti hanno a 
star molto più. I qual cosi contentino et possano 
essi Savii, cosi li presenti come li futuri de tempo 
in tempo, domenle i saranno in esso officio, perse- 
verar la sua anledita pristina prerogativa de andar 
in Pregadi, non ponendo ballota. — {Expulsi at- 
tinentes). 

De parte 425 

De non 164 

Non sincere 66 



numero 655 



74^ A dì 23. La malina fo lettere di Vicenza di 



(i)UotrU73*èbbUMi. 



' sier Zuan Antonio da cha' Taiapiera capita- 
ftio, di 21, Come hora é gionto uno exploralor 
mandato a posta, il qual riporta, haversi parlido 
Venere a li 13 drl mese da Yspruch el venuto a 
Ala, dove slete fino Dominica a li 15 ; el h^ver in- 
teso dir si a Yspruch come a Ala, esser sta fatto in 
la Baviera 15 milia lanzchenech, 2000 cavalli bor- 
gognoni, et 1000 corvali, et che el conta de Tirol 
die far 10 milia f^nti del numero de quelli che a li 
proximi passali giorni fumo scritti per venir in 
Italia. Et questo dirsi da tutti, maxime ne la corte 
de Yspruch. De vitluarie dice esser sta fatto co- 
nìandamento a Alla che non sia alcuno che ardisca 
levar biave, perchè le voleno per conto del signor, 
el tuttavia le carde cargavano per ditto conto, et 
conduseno in zoso. Et dice haver visto in Bolzan 
da 50 botte di biave discargate novamente. A 
Trento dice che se trovò Zobia a li 19, et andetc 
nel castello per tuor liccntia di portar fuora di 
Trento biava, el haver visto che li erano 24 maislri 
che lavoravano a nettar et metter in ordine arlel- 
lirie, et haveano fallo dì novo tre fusine. Del modo 
del danaro dice haver inteso che el contado del 
Tiruol, al qual é sta domandato 100 milia raynes, 
non havendo il modo de trovarli da S(>, ha ritro- 
vato signori che li esborsano, et dillo conta li dà 
a ra.xon di 6 per 100, fino a la restitulione. 

Da Fiorenza, del Surian orator nostro, di 
16. Scrive nove del campo del Pixani el del signor 
Oratio di 8. Item, nove di Pranza di . . . Come 
nui havemo et questo di più, che Madama Malgarila 
ha ordina in la Fiandra che a li confini non si (azi 
alcun danno. Item scrive, come io Fiorenza la pe- 
ste mulliplica molto eie. 

Di rettori di Bergamo, di 20, hore 2, Conje 
a Cassano in consulto era sta deliberalo che il si- 
gnor Mercurio vengi a la custodia di questa città 
cum alcune compagnie de fanti, et hoggi ne in* 
trarà una che é del capitanio elusone con 200 
fanti, quali dimani se pageranno, et etiam diman 
si aspecta ditto signor Mercurio con il resto. Et 
scriveno de li stanno de bona voglia, el senza 74* 
paura. 

De li ditti, di 21. hore 17. Come li inimici so 
inviavano per batter il ponte di Lecco, qual é for- 
nito di gente del castellan di Mus : la via poi che 
siano per pigliare non si sa. Hoggi intrarì in questa 
città il capitanio Feracino cum la sua compagnia, et 
il strenuo Filippino da Salò con 200 archibusieri, 
che vien da Brexa. 

Vene Torator di Milao et parloe zerca quel . . . 



117 



MDUVUlf IIABZO. 



Ì18 



di Slozanega mandalo in ferri di qui per il Podestà 
el capiUoio di Crema per la piUura posta, come ho 
scritto di sopra. 

Di Verona^ di Nicolò Barbaro capiianio 
del Lago, di . . . Del zonzer li a liore 21 il prò- 
vedador zeaeral Conlarini avanti li rectori li podes- 
seno andar contra ; ma si preparavano per andarli. 
Di le cosse di sopra, per uno venuto di Trento si 
ha li avisi za scritti, siche certo sarà garbuio. 

Di domino Zuan Andrea Prato el cavalier^ 
edateral general, da Cassan^ di 21, a li rectori 
di Brexa, Di qua non é altro di novo, salvo che 
li inimici hanno soccorso Lecco et hanno spontato 
la compagnia di messer Guido de Naido el una al- 
tra compagnia. Vero é che de qua se intende che 
non ga hanno dato soccorso de victualia perché non 
ne hanno, et questo sarà niente. Questi signori non 
attendeno ad altro, salvo a la conservation di Ber- 
gamo et bergamasca. Se altro occorrerà ne darò 
aviso a le Signorie vostre. 

Da Cassan, del proveditor Moro, di SO. 
Come inimici . hanno soccorso Lecco el bauta la 
Chiusa, la qoal cosa ha sempre dubitato, benché il 
castellan di Mus aiBrmava facea guardar li passi di 
la montagna dove mai passerìano: famensono pas- 
sati. Lo capitanio Cosco el Cesar da MaHineogo 
sono rìlornali da la Chiusa con le compagnie sue. 
El capitanio Vaylà se imbarcò con lo castellan di 
Mus et è partito, perché di ordine del castellan la- 
sorno la Chiusa. Scrive di provision non si manca, 
et bora bisogna vardar il nostro paese. 

Del ditto, di 2L Come inimici, poi soccorso 
Lecco si ha che voleno batter il ponte di Lecco, che 
SODO dentro quelli de! castellan di Mus, el quello 
bavoto voleno andar a Mandello et chi dice a Mon- 
guzo. Et è venuta una bandiera di fanti in Brevio. 
Li rectori di Bergamo sono in gran fuga et prole» 
stano che si vadi I), eie. Se li ha mandato da 800 in 
1000 fanti. Si dice inimici aspettano soccorso, el 
grosso. 
75 Da Cassan, di 20, hore 13. Come inimici 
essendo passali oltre Adda el ascesi al monte di 
Caren, hanno per via del monte trapassata la 
Chiusa, el deinde andati a Lecco V hanno soccorso 
senza alcun obstaculo, perché, vedendo il castellan 
di Mus non poter esister a V impeto de inimici, che 
haveano passalo li iuogi forti, fece intender ad 
quelli che erano a la Chiusa che si dovesseoo reti- 
rare el al meglio potesseno salvarsi. Et lui con al- 
cuni capi el fanti andò in armata sul lago. Il ma- 
gnifico messer Piero Longena el il conte Qaudio 



R^ngon con alcuni altri sono retirati el salvali a 
Caprino, el si hanno mandalo bora bora a dimao- 
dar li condutieri per consultar de qui quello si 
babbi a far. Heri il signor conte di Gaiazo, et il si- 
gnor Paulo Luzasco cum tutte le loro cavallarie el 
200 archibusieri andono a la volta de Ulzinà per 
divertire quelle gente che erano passale, et feceno 
presoo un capiianio Battistino da Castelnovo et • 
molti fanti el bagaie et dissipeleno molte vittuaiie 
de inimici ; ma questo non giova a la impresa, non 
essendo fatto altro effecto. 

Del ditto, di 21, hore 15, Come inimici, da 
poi soccorso Lecco, hanno levata Tarlellarìa che 
avevano a Olzinà et la conducono a la volta del 
ponte di Lecco per batter esso ponte. A nome del 
castellano di Mus si é mandato il magnifico conte 
Mercurio a Bergamo con alcune compagnie de 
fanti per defensioo di quella città, che sono da 
1500 fanlL 

Vene sier Bortolomio da Canal auditor nuovo 
et sinico di terra ferma, qual vien da Piove, el in- 
sta le lettere del Collegio é venuto con il processo 
fatto a Noal contra sier Francesco Pasqualigo po- 
destà de H, et fo parlato quello si bavesae a far. Al- 
cuni volevano andasse al Conscio el mettesse di 
retenirlo, el lui disse starla troppo in prexon fino 
compisseno il sindicà. Et fo dillo che li soi parenti 
ha ditto esso Podestà é contento venir via el vadi 
il successor, ancora che*l sia sta elacto per danari, 
el poi tornati li Sindici lo menarano ai Consegii vo- 
lendo. Niente fu concluso et fo rimesso a da ma- 
tina. El la mattina fo lettere del ditto Podestà, che 
a requisition di quel popolo per farii cosa agrala 
refudava, ito che li fo scrìtto per li soi, cosi fa- 
cesse ; et però il Sinico fo expedilo, et poi doman 
torna a Padova. 

Da poi disnar fo Conscio di X con la Zonta, el 75* 
veneno zoso a bore S4 el lexeno il processo fatto 
a Brexa per sier Alvixe Bon el dottor avogador 
contra sier Zuan Ferro capiianio de 11, per certe 
parole brute ditte a uno Halvezo citta- 
din de 11 é .... del Conscio, videlicet rebello 
el altro. Hor il processo non fo compilo, el fo ri- 
messo a uno altro zorno. 

Da Constaniinopoli, di sier Piero Zen vice- 
bailo, fo lettere di 19 et di 20 Fevrer. Come li 
preparamenti si fa grandi per Hongaria, el il Signor 
va in persona cum tutto lo exercito suo el la 
Porta, el uno numero excessivo di artellarie. Ha 
scrìtto a li confini lutti li sanzachi siano ad ordine, 
el si partirà questo Aprii per Andernopoli. L'oralor 



119 



IIDXXVUi, MARZO. 



120 



del Vayvoda é mollo honorato et carezato. Questi 
hanno mandalo 10 nave a cargar di formenli per 
far biscolti per lo exercilo et mandarli in mar ma- 

zor a la bocca del Danubio. Scrive come 

che i voleno andar a far vendella conlra quelli non 
ha serva la (ede al Papa di Roma et ha saehizà 
quella terra. Scrive li Tormenti de lì è montali. 

Da Ferrara di sier Gabriel Venier oraior, 
di . . . Del zonzer li con il signor duca di Milan 
per ritornar a Cremona. 

Fu posto, per li Consieri et Cai di X, che a 
quelli di la Patria di Friul, a conto de Timpresledo, 
li sia fatta la restilulion di danari del sai di Udine, 
si del presente impresiedo, come del primo impre- 
stedo posto adi 21 Zugno 1527, videlicet in anni 
tre, il primo comonzando questo primo Marzo 1528, 
ogni tre mexi la rata, siche in anni Ire siano pagati 
et in altri anni tre questo altro presente, quali del 
1531, 1532, 1533 siano satisfalli, zoé ogni Ire mexi 
tarata. Ave 21, 3, 3. 

76 Copia di una lettera di sier Toma Moro prò- 
veditor general^ data nel campo a Cassan 
a di 20 Marzo 1528, hore 10, scritta a In 
Signoria. 

Serenissime Princeps etc. 

Questa mattina expedii le ultime mie a vostra 
Serenità cum li avisi mi occoreno ; da poi non si 
ha habulo altro. Expectavemo qualche aviso dal 
castellano di Mus per esser meglio informati del 
successo, che non è venuta cosa alcuna, salvo che 
da domino Petro Longena habbiamo lui esser stalo 
fin sotto Ulzinà, et haver inteso lì come inimici 
hanno levata l' artellaria et conduta a la volta del 
ponte di Lecco per batterlo, dicendosi esservi an- 
cora gente del castellano. Pur abbiamo deliberalo 
lo illustre signor gubernatore et questi altri signori 
capilanei se hanno trovalo, che1 magnifìco conte 
Mercurio abbia andar a Bergamo, qual etiam- im- 
mediate si è parlilo, et li meneremo ivi 1500 
fanti, che sarano fra tutti questi capelanei domino 
Guido de Naldo, Baplistin da Rimano, Cesar da 
Marlinengo, el Cagnol, Cosco, quelli del Cluson, 
Maria da Castello, Feranino el el Vultrompia. El 
conte Ilercule Rangon é rimasto senza fanti; li altri 
faremo venir de qui, che e el conte Claudio et 
signor HannibaI Fregoso et Octavian de Vaylà 
quando ritornerà dal Castellano, che però non sa- 
pemo altro de lui. Et per inlelligenlia de Vostra 
Sublimila babìamo considerato che de qui non 



se hanno olirà 2500 fanti, dico senza quelli de* 
slinali in Bergamo; et questi inimici ogni giorno 
se ingrossano più, il che, come più volte gli ho 
dillo, posseno facilmente farlo per la libertà che 
hanno del paese. El da poi la venuta di questo 
conte Ludovico da Belzoioso havemo, nemici esser 
cressuti a più di 6000, el esserne almeno da 30(K) 
italiani et bona parie sono di questi nostri di Texer- 
cito che chi per le page longhe el chi per li pochi 
dinari tochano, ogni di se ne vanno per meglio pro- 
veder al facto proprio. Io mi dubito che per la 
poca gente siamo da poi malcontenti non segui uno 
giorno qualche inconveniente. Costoro sono ora in 
liberta, sempre che li piaze, buttar uno ponte et 
venirsene sul bergamasco el far paura a Bergamo. 
Et el primo loro obietto saria de farne abbandonar 
questo allogiamento. Nui per le forze nostre non 
siamo una volta per mancar dal debito, el tutto 
quello potremo far, si per manlenirsi in questo al- 
logiamento, come etiam in conservar Bergamo. 
Ma Vostra Serenità intende bora la importanza de 
le cose sue, che di poca gente non si. poi far tante 
cose che siano tutte bone. Li bisogna adunque pre- 
sta provisione si de danari, come di gente, lo li ho 
scritto più volle questo, el similiter ha fallo lo il- 
lustre signor gubernatore, né altro fin qui hab- 76* 
biamo avuto da quella, salvo di la expedilion di 
domino Tomaso di Costanzo con 50 legieri, el di 
uno conte Brunoro da Porlo che era a Vicenza a 
dover venir de qui cum la sua compagnia. De ca- 
valli, per gratia de Dio, siamo assai ben in ordine; 
ma fantaria adesso ne bisogna et danari da pagarli. 
Come p^rò ho reverenter fallo intender molle 
volle io non so ora che altro poterli più dir, salvo 
che cum tutto il core iterum atque iterum la 
supplico a non tardar più a far di quelle provisioni 
che ben lei medema intende horamai bisognar, zoj 
et de i.igrossar questo exercito de fantarie et di 
haver prompta et presta la provision del danaro, 
che altramente io non posso salvo, di ogni disordine 
seguisse, excusarmi con la Serenità vosli*a, la qual 
essendo sapientissima, ben mi confido non vorà 
mancar a le cose sue. Ho scritto etiam a Vostra Se- 
renità zerca la forlificalion di Berg-amo, che pur 
saria bono a questi .... tempi dar drieto in pro- 
seguir r opera già principiata, che ogni poca spesa 
p^rmi reduria el tutto a bon esser el perfilione. Par 
etiam che di ciò ne habbino scrino più volle li ma- 
gnifici rectori a Vostra Serenila, come mi hanno 
ditto, né haverne mai però habuta altra risposta. 
Io, Prìncipe Serenissimo, non posso far che non li 



131 



MDUVUI, MARZO. 



133 



ricordi con la debita reverenda mia quelle cose che 
al mio debol iuditio parmi siano et habbino ad 
esser de profiKo a lo cose sue. Quella mò dispo- 
Deri del tulio come a sua Siipicntia parerà. Àricor- 
doli etiam reverentemente la provisione per que- 
ste sue gente d* arme, la sa, come altre volle li ho 
serilto, che a la fin di questo mese doverano haver 
dui quartieri. La suplico a far che anche esse possino 
scorer contente et mantenirsi, o provedendoli de 
danari del quartiron, che sono cretilrice de pur, 
over concedendoli le taxe, però che non é possibile 
si possino mnntenir altramente in queste carestie. 
La suplico etiam a risolversi zerca quel capilanio 
di lanzinech, però che questo suo messo mi é ogni 
di alle spalle importunandomi per la risposta sua, 
qual dice molto dubitarse di averne carico apresso 
il suo patrone di tanta tardità et dimora. Scrissi 
etiam a li giorni passali a Vostra Serenità a rispo- 
sta di sue zerca quelle artellarie da campo che Vo- 
stra Serenità existimava fusseno de qui in lo eser- 
cito et sono de 11 a Venetia, che seria bono farle 
eoodur de qui per poter mandar queste in Brexa. 
Bora ne lo replico, pero che essendo quelle le;;ere, 
tomerano tanto più a proposito per li bisogni del 
campo. Gratie. 

Serenitati Vestrae humilHer me commendo. 

77 1528 a dì 20 Mareo. 

Questa è la relation di Pianceseo Depentor, 
mandato per la Signoria nostra in Hon* 
garia. 

Diee, come a di 6 Febraro arrivò a Buda, dove 
vide 11 il principe Ferdinando il qual havia Tallo 
Francesco Bacbiani Ban de la Crovatia, che é la 
prima dignità in Hongaria poi Conte palatino, et 
havia etiam fatto Valentino Turcich conte di The- 
uiisvar ; il conta del quale è sotto re Zuano, oìim 
Vayvoda. Dice, ditto Ferdinando ha in V Hongaria 
fanti 2500 in Ire città, videlicet Buda, Pesi et Va- 
cia, et poi li gionse 2000 persone boemi et lanzi- 
nech, le qual z:nte è pagale di angario poste per 
lui in Hongaria et Àlemania di 7 carantanì per 
testa. Dice, ditto Principe non ha un ducalo, ci de 
li arzenti di le chiese che è ora uno anno tolse, 
hanno paga li lanzinerh che per T bnperator vene 
in Italia. Dice poi, che Ferdinando parli di Buda 
per Vienna per andar a le terre franche, dove si fa 
una dieta per voler aiuto contra turchi, le qual 
terre li rispose non voler darli per far guerra con- 



tra hongari. Il qual va in Boemia per far un*altra 
dieta, et che il terzo di di Quadragesima si parti da 
Strigonia con la Rnina et portò via tutto, et las.sò 
in castello fanti 100, de li qual non è restati GO per 
non esser pagati. Dice, il re Zuane paga ben le 
zente sue, et di lanziiiech del principe Ferando ne 
muor assai, in 3 et 4 di si indica morino . . ., per 
il gran fredo é in quelle parte. Dice, ditto Archi- 
duca haver i4caretedi artellarie senza artellarie, 
et al suo partir le zonte era in Inovar, che é uno 
castello tra Pelovia et Viena, dove é la raina Maria 
vedova, sorella di TArchiduca, il qual ha lassa 
4500 persone in Hongaria. Le qual zente passava il 
Danubio per andar contra il Re. Et sono attorno 
Casovia ditto re Zuane con 14 in 15 milia persone, 
et 60 bocche di artellarie da battana et da campò 
et con lui è ratìani, polani, valachi ; i qual ratiani 
hahilano in Hongaria et tieneno la fede greca, sono 
fedeli a ditto re Zuane, con il qual é uno orator del 
re Cristianissimo, et va piando le forleze prese per 
1* Archiduca et havea preso per forza il castello di 
Nilria, et taià a pezi tutti, excepto il capilanio fallo 
pregion. La qual Nitria è sul passo va in Moravia. 
Item, ha preso etiam per forza un* altra forteza, 
si chiama Golgoza, la qual ò del magnifico Alexio 
Truso baron di Hongaria, che tien con PArchiduca, 
et ha taià a pezi tutti, excepto do, i qual ha lassati 
vivi aziò porli la nova al ditto Principe. Et queste 
forleze le ha ben presidiale di vituarie. Item, è 
andato poi a !* impresa di Cisovia, et le bombarde 
ha ruinà z«'rca do zerchii di muro, et quelli del loco 771 
ha dimandalo 15 di di termine, non li venendo soc- 
corso, di rendersi. Et ha mandato dal Principe, 
qual li ha inviato le 4500 persone dite di sopra. 
Dice, a li di passati alcuni cavalli de V Archiduca se 
imboscò per dove dovea passar uno Bodo Ferenz, 
capilanio del re Zuane, et cusi lo preseno solo vivo, 
et ne amnzò alcuni. Dice, che in la Alemagna se iu- 
dica, venetiani et la liga dia danari al re Zuane, et 
che ditto Re ha uno orator a Vcnecia. Dice, hongari 
sono inimici de todeschi et la Signoria li dà danari. 
Itfim, che turchi hanno preso layza, et alcuni fanti 
del ban dì Croalia ha preso do turchi, i qual li ha 
menati dal Principe et li ha ditto turchi vien in soc- 
corso del re Zuane con gran exercilo, et farà do 
campi, uno per la Alemagna, Pailro descenderà da 
Pelro Perini a uno loco se chiama Seclos, castello 
fortissimo, dove è li il tesoro del ditto Pietro, il 
qual subito inteso è andato al dillo' suo castello, il 
quale score pericolo di esser preso. Dice, si dice li 
in Alemagna nove di la confederalion del re Zuane 



198 



MDSxrm, lofizo. 



19^ 



eon Signor turco, el qaal vien in suo soccorso ; di 
che li prelati et baroni di TOngaria si doleno mollo. 
Dice che ultimate lo episcopo di Zagabria ha re- 
belato al re Zuane, qual oblene uno saivocoiidulo 
di l' Archiduca et li parlò in Strigonia. Il qual Ar- 
chiduca è mal voluto da li popoli di V Hongaria, et 
ha tolto li cavalli per condur vitualie in campo. 
Non ha danari, il suo tesorier ha tolto impreste<Jo 
in Hongaria ducati 180 da uno homo italiano. Dice 
el ditto rclator, haver da uno canzelier di domino 
Alexio Turso trato molte cose et porta la poliza di 
le oblalion di lochi ha fatto a V Archiduca. Dice, 
nel venir é stato a Gorizia et in Lubiana et che a 
Zagabria fo retenuto 14 di pregion, poi é sta lassa 
per mezo de uno altro pillor suo amico. Dimandato 
di zente in Alemagna, dice non ha visto preparation 
alcuna, et non si parla di soccorso babbi a venir in 
lUlia. 
78 Adì 24. La matina, (o gran pioza. Vene 1* ora* 
tor di Ferrara con lettere del suo signor Duca che 
li scriveva pregasse la Signoria li volesse Tarli dar 
la sua caxa iusla li capitoli fatti, perché non li par 
esser zentilomo non havenJo la sua caia, perchè el 
voria venir tre volle a 1* anno in questa terra ba- 
vendo dove alozar, et non se habi rispetto al Papa, 
perché el sa certo che *l non ha altri a chi el voia 
mal che a la Signoria nostra et esso Duca. Con al- 
tre parole. Il Serenissimo li disse, si vedcria etc. 

Po ditto esser nova in Fontego, per lettere aute 
da r Aquila, come li campi erano slati a le man, et 
il primo squadron di monsignor Lutrech fu rotto, 
et da poi il secondo cazò spagnoli, ita che si redu- 
geno io Troia. Et questo fo a dì . . . . , et la nocte 
senza alcun strepito si levorno el andono "20 mia 
più in li. 

Di Ravena, di sier Alvise Foscari pravedi- 
tor. Come Venere a di SO era zonto a Cesena lo 
episcopo Sypontinoy venuto governador io la Ro- 
magna. 

Da Bergamo^ di rectori^ di 21^ hore 17. 
Come li Inimici se inviavano per batter el ponte di 
Lecco, qual é fornito di gente del castellano de 
Mus. La via poi che siano per pigliare non se scia. 
Hozi inlrarà in la cita el capitanio Feraciuo con la 
sua compagnia et Filippino da Salò con 300 archi- 
busieri» che vien di Brexa. 

Di sier Nicolò Salamon podestà, di 21, ho- 
re 1, Come questa terra ha preso un poco de Oado, 
che prima erano tutti persi, vedendo esser abando- 
nadi et in tanto pericolo non haver pur uu fante. 
Hoà i venuto il conte Mercurio et 4 bandiere de 



fanti, chi con 100, 4A\\ con 50 et chi con 30, et 
hanno cadauno di loro pid di 300 fanti in condulla: 
et cussi vanno li danari di la povera Signorìa. Pur, 
come i sono, hanno consolario questa terra, et se 
inimici vegnivano di longo, ne fazevano gran fasti- 
dio. Li qual nemici sono passati di là di Ada parte, 
et bombardano el ponte di Lecco da la banda di là, 
el do bandiere sono andate a Brevio. Et beri al 
dispetto di nostri sono passati di qui et ruinade 
certe trinzee fatte per li nostri a la bastia per mezo 
Brevio, et poi sono passati di là. Alcuni allri hanno 
seguitato il castelan de Mus, che é ad uno luco no- 
minalo ci Mandelo sopra la riva del lago da la no- 
stra banda. 

De li ditti, di 21, hore 4 di notte. De inimici 76* 
nulla pili si ha. Come hozi el signor Mercurio é ve- 
nuto di qui al governo di queste gente et securtà 
de la città. Etiam è intrate dentro cinque compa- 
gnie, che sono da numero zerca 700, siche bora si 
potemo reputar securissimi. El nome de li capitani 
saranno scritti qui. Antonio Maria Castello fanti 160, 
Feracin 80, B^iptista da Rimano 80, Zuau Antonio 
Valtropia 125, Cluson hozi pagali 300. 

De li ditti, di 21, hore 6. Per lettere del ma- 
gnifico Longena siamo avisali che inimici altramente 
non vogliono batter el ponte di Lecco, ma che li 
lanzchìnech si sono partiti con I* arlellaria el andati 
a la volti di Milano, et che italiani et spagnoli zer- 
cano di fornir Lecco di carne et vino, perché den- 
tro havevano pane per lutto Aprii ; et fornito che 
r habino, essi spagnoli et italiani voghooo andare 
a Milano per andar in Lomellina; siche sperano non 
si bavera de qui più fastidio, mediante etiam le 
provision da ogni canto si fanno, le qual danno da 
pensar a U inimici. 

Fo lecto una parte in Collegio, di far 3000 fanti 
novi per il calupo di Lombardia, o dove acaderà. 
Et sier Filippo Capello savio a terraferma, vuol li 
capi si fazi per il Conscio di Pregadi. 

Da poi disnar, fo Pregadi, el lecto le lettere so- 
praditte, et vene : 

Da Feltre, di sier Toma Lippomano po- 
destà et capitanio, con avisi di le cose superior 
di preparamenti si fa, in consonantia di altri hauti. 

Da Bassan, di sier Gabriel Barbo pode- 
stà et capitanio. Avisi di Trento ut supra, pre- 
paration di biave, et fucine da far artellarie etc. 

Di sier Almord Morexini capitanio del 
Golfo, in galla sora i Breoni, a dì 22. Come 
navegando trovò una .... qual veniva di Trieste 
et andava in Pula, sa la qual era spagnoli 



195 



MDXXVIII, MARZO. 



136 



soUo alcuni capi, quali andavano al campo et quella 
prese, et examinali dicono esser stali al sacco de 
Roma, et venuti poi in Alemagna et stati nel campo 
He l' Arehiduca, et adesso tornavano a la guerra. 
Et esso Capitanio ne fece relenir .... capi et li 
mandò al conle di Puola, li altri lassò nel navilio et 
li fece tuor le vele et il limon. 

Fa posto, per li Consieri, Cai di XL et Savii, 
dar il dazio di anfore ^^, quarte 7 di vin fatto con- 
dur di qui per V orator fiorenlin. Ave : 140, 15, 0. 
79 Da Ccissan, di sier Toma Moro proveditor 
general, di 22, hore 16, Come lieri è venuto in 
Trezo alcuni cavalli de inimici et alcuni fanti. 

Etiam beri li cavalli del conle di Caiazo forno 
sotto Monza et preseno da 33 cavalli de b^'ai, et 
•mazomo da ^5 archibusicri, et li cavalli di dello 
eonte erano solum 8, et feno gran cose in li arclii- 
busìerì. Item, scrive, si rispondi a quel capitanio 
voi condur lanzincch nel nostro esercito, |)ercbé si 
vuol partir. El signor Antonio da Leva mollo brava 
voler venir a trovarne, nò fa però movimento al- 
cuno. Si sia cum gran custodie et vigilantissimi, 
acciò non seguisse qualche disordine. Scrive voleva 
andar Gno a Bergamo per rimediar a tanta paura 
è de li. 

Da Cividal di JBellun, del Podestà et capi- 
tanio, di 21. Come, per uno venuto da Brunici) è 
referilo che non cessano de li preparamenti di gen- 
te per venir in Italia, et che hi>nno preparado cavali 
800 per condurre rartellarie et danno fama de 
voler calar per la via di Verona, ci andar al primo 
viaggio verso Ferrara, cum animo Je recuperar ci 
capitanio Ivori con suo Gglio. Afferma la proclama 
fatta di sgombrar per tutta la Domenica V Italia eie. 
come scrisse per le altre, et dice che a T andar in 
là passando per Livinal longo, loco contiguo a que- 
ste bande, aldite far le cride, die alcuno alemano 
non ardisca praticar con h subdili di la Signoria 
nostra, da meza quaresima indrio, et che li italiani 
esistenti in Aleraania se habino a partir sotto pena 
grande. Scrive as|>eltar uno suo mandato a Yspruc 
di brevi ; et il riporto aviserà. 
80^ Dal' orator del Vayvoda è in questa terra 
fa letto una lettera, drigata al Serenissimo. 
Come la nova fo ditta di esser rollo il suo Re per 
via di Fontego, fo zanza levala et non é la verità. 

Fo posto, per lì Consieri, una taia a Bre.xa, let- 
tere del Podestà 14 Fevrer, di V bomicidio atroce 
JD Troian Averoldo uobii brexao, chi accuserà babi 

(i) U oirti 99* è Uuoa. 



lire 1000, et chi accuserà di compagni sia assolto. 
Item, inteso la verità, dar libertà di bandir di terre 
et lochi et di Venetia con taia vivi lire 1000, morti 
lire 800. Ave: 164,2. 

Fu posto, per li ditti, una taia a Goneian, che 
alcuni incogniti apresso il Castel di notte amazò 
Francesco Sermogna et Ferina so moier, li tolse li 
soi beni, chi acuserà lire 500 di taia, et uno com- 
|)agno accusando sia assolto, el chi sa cadi in pena 
et inleso li bandisi con taia lire 1000 et lire 500. 
150, 2. 

Fu posto, per sier Alvise Moccnigo el cavalier, 
consier, et sier Valerio Marzeilo savio di terra fer- 
ma, dar al predillo il posst^sso del vescoado di Ci- 
vidal di Bellun vacado per la morte del reverendo 
domino Calese ultimo episcopo defuncto, aleuto il 
voler del Summo Pontefice, come apar per verbo 
placet eie. 

El il Serenissimo parloe contro, dicendo non se 
dia far questo al presente per non irritar el Papa 
conlra de nui, et si voi temporizar, sìcome ha ditto 
il re ChrislianissinK) ; et che questo placet fu fatto 
avanti la morte di missier Calese a requisition di 
l'episcopo Gurzense barba di questo zenlilhomo da 
chà Barozi. Da poi volendo il Papa darlo a uno al- 
tro per renoncia di missier Galese, per questo Se- 
nato fo scritto a Roma a missier Domenego Venier 
orator parlasse a Soa Santità per questo Barozi, il 
qual mai volse dir gè lo darave, come etiam apar 
per una testimonianza falla per ditto orator Venier. 
Et fu lezer la dilla scrittura. Da poi seguita la mor- 
te, il Papa hessendo in castello dete questo vescoa- 
do a r orator de Ingalterra e in questa terra el una 
abatia di Verona, qual è sta dato il possesso per il 
Conscio di X con la Zonta al dito orator, par il Pa- 
pa r liabi dato al prolonotario Ganibara suo orator 
stalo in Franza et Anglia, et ha fallo mal offitii con 
questi reali per la reslilution di Ravena et Zervia, 
però non è da dar per il presento il possesso al 
ditto Barozi ; con altre parole etc. 

Et li rispose sier Alvise Muzenigo el cavalier et 
consier, longamente et senza alcun rispetto, dicendo 
le raxon del ditto Barozi, et il Papa gè V ba dato 
una volta et tanto vai placet quod fiat. El cargo il 
Serenissimo, che niqn li dice di Collegio cosa con- 
traria per timor hanno, et lui non teme niun al ben 
del Slato et al ben de la nobiltà, et non dà favore 80* 
a forestieri, come qualchesia altri. El biasmò che 
la Soa Serenità da sé havesse mandato ad examinar 
sier Domenego Venier el qual è reo preso per que* 
sto Conseio, vengi a le prexoD, et lui sta in caxa et 



127 



MDXXVin, MARZO. 



128 



h deposilion. Disse dil possesso del vescoà di Padoa 
al fiol di sier Zuan Pixani dal Banco nepote del 
Serenissimo, che si poi dir nominalo senza bolle né 
altro, eiiam ad altri è sta dato il possesso, et parlò 
altamente contra il Serenissimo con grandissima 
atlenlion del Conseio, mostrando le sue raxon et sì 
agitava non con il Papa perchè T ha dà il placet, 
ma da particular a particular, con altre parole etc. 

Et il Serenissimo iterum levò suso et parlò do- 
lendosi che un citladin li bastasse Y animo di par- 
lar si altamente contra di chi rappresenta etc, scu- 
sandosi che 'I non favorizava forestieri et che sem- 
pre l'invigilava al ben di la Republica come sa que- 
sti di Collegio nostro. 

Et sier Zuan Mattio Bembo ci Cao di XL messe 
la presente materia indusiar, et non si potesse dar 
il possesso del ditto vescoado ad alcun forestier se 
non con li tre quarti di le ballote di questo Con- 
seio, ut in parte. 

Et sier Alvixe Mocenigo el cavalier si levò sul 
tribunal el volse dir alcune parole, et sier Marco 
Antonio Contarini V avogador, lo Té andar in renga 
a parlar el non li. El qual andò in renga, el parlò 
su la opinion del Cao di XL che era cattiva, et più 
farla sdegnar ih Papa, et nulla rispose a quello havia 
ditto il Serenissimo. 

Et sier Zuan Matio Bembo si tolse zoso de la 
clausula di sopra notada, ma solum messe de in- 
dusiar. 
81 Andò le parte: del Consier di darli il possesso 
Iti, del Bembo Cao di XL de indusiar 71. Di non 
3, non sincere 17. Iterum balolala perchè il scon- 
tro andò zoso la parte sola di Consier 121, di non 
51, non sincere 29, et niente fu preso. La pende, 
andare a uno altro Conseio, voi baver li do terzi. 
Et si vene zoso a la terza campana. 

Nolo. Hozi se intese sier Zuan Contarini Caaa- 
diavoli esser in Golfo con do nave di formenlo 
cargate a Tunis et una piccola di vini. La qual nova 
portò certe nave con formenti zonte in Hislria ; si 
che in Histria é zonto 18 milia stara di formenlo. 

Item, per via di Curzola, per lettere di 14 del 
presente, si ha esser zonti 11 alcuni di Manfredonia 
parlino a di 12. Dicono come spagnoli a V intrar 
hanno sachizà quella terra et amazati più di 200 
bomeni di Manfredonia. 2fem, che il formenlo li 
valeva soldi 7 il slaro, che tutti voleva vender el 
formento per scampar con il danaro per dubito dì 
«serdU. 

AdìSS^fo U Marno di la Modena. La oocte 
M no po0o la matiDa fo gran* pioza. U Sereoissioio 



vestilo di veluto cremexin, et cussi la bareta, vene 
in chiexia a messa con li oratori : Papa, Hodgaria, 
Milan, Fiorenza, Ferrara et Mantoa et il Primocerio 
di S. Marco. Erano do soli procuratori : sier Dome- 
nego Trivixan el cavalier, et sier Lorenzo Loredan 
quali sono Savii del Conseio. 

Da Feltre, di sier Toma Lippomano pode- 
stà et capitaniOj et di Bassan, di sier Gabriel 
Barbo podestà et capitanio. Con avisi di prepa- 
ramenti sì fa di sopra, et come in Yspruch si pre- 
parava alozamenti per 10 milia fanti el 

cavalli per le cose de Italia. Item, a Trento si lavo- 
rava arlellarie, si feva scale, etc. 

Da poi disnar si predicò a S. Marco insta el 
solito per il predicator di S. Salvador fra .... di 
r ordine di S. Domenego. El Principe era vestito di 
veludo come questi matina, con li oratori soprano- 
minati, et di pili r oralor anglico, il vescovo Pexaro 
di Baffo, et non era il Primocerio, el solum do 
procuratori, sier Domenego Trivìsan el cavalier, et 
sier Lorenzo Loredan savii del Conseio. 

T>a Fiorenza, del Surian orator, di 19. Co- 
me quelli signori li hanno ditto haver nova da Or- 
vieto, di 12, che hanno de li aviso dal campo, che 
si è stalo a le ntan el crudel baiaia, el a la On fran- 
cesi è restali vincitori ; ma è nova non si crede. 

Da Bergamo, di sier Nicolò Salamonpo- gì 
desta, di 22, hore 19, vidi lettere. Manda una 
lettera hauta dal Longeiia, per la qual si vede il 
pensier di inimici esser di andar in Lomelina. 

Copia di la lettera di Piero Longena da 
Caprino, a li 21 Marzo, hore 24. 

In questa bora è gionto da me uno mio nuntio 
qual haveva mandato nel campo de inimici, per 
intender li andamenti loro. Mi ha referto, sicome 
ha parlato con il capitanio Valcerca dimostrando 
esser di quelli del sua campo ; dal qual ha inleso, 
sicome hanno fatto consulto et deliberalo di non 
voler batter el ponte, imo che li lanzchinech se 
sono partiti et vanno a la volta de Milano, condu- 
cendo seco r artillaria. Li italiani et alcuni spagnoli 
sono restati in Lecco et circumcirca, quali italiani 
li hanno a far dimora per tutto dimane, perchè con 
ogni lor studio zercano in diclo termine voler for- 
nir Lecco di carne. Da poi passato el ditto giorno 
hanno da parlirse et andare a Milano per conzon- 
zersi insieme con li lanzchenechi et poi andare nella 
Lumellina, digando anche che quelli erano in Lecco 
gli bavevano vicluaria de pane et vino per tutto el 



I2d 



HDXXVm, ¥ARZO. 



ISO 



mese de Aprile quelli pochi spagnoli hanno ad re- 
stare di qua, eompartcndose in Lecco, Brcvio et 
Ulzini. 

82 1528. Die 24 Mariii. In Rogatis. 

Ser Aìoysius Mocenigo eques, 
Cansiliarius, 

Ser Vaìerius Marcello, 
Sapiens Terrae firmae. 

Dete principio queslo Senato Gno a Decenobre 
1538, mosso da convenienle cause perlinenle al 
Stato, a cometer a TOrator in corte, dovesse eum 
non vulgar inslanlia procurar che lo episcopato di 
Gvidal fusse conferilo al reverendo et nobii no- 
stro domÌDO Zuane Barozi da poi la morte del 
reverendo domino Galese conslituto in età de- 
crepila, unde la Beatitudine del Pontefice, si per 
far cosa grata a questa Republica, si per compiacer 
al BallM) episcopo Gurcense barba del dillo Barozi, 
che di questo havea suplicato, si per Tar segno de 
lenir conto di una singular bontà et eloquentia di 
li qaal é ornato ditto nobiI nostro, li conferi per 
placet dillo episcopato poi la morte del Galese. 
Deinde Soa Santità per molto tempo et sino a la 
bma de la morte del dillo Barozi continuò cum 
▼ari modi a li sui Tavori, come é certissimo Tara 
etiam al presente modo da nui non sia abandonato, 
elperò; 

L'aoderà parte, che al prefato reverendo domi- 
DO Zuane Barozi, in execution de la collalione dal 
Pontefice fatta per placet, forma valida et favora- 
bile, sia dato el possesso delPepiscopato predillo 
eum responsioo de fruiti, iusla el solilo, maxime 
bavendo etiam lui Barozi za conseguito el possesso 
spiritual. 

De parte Ili 
ExpuiUis expellenàis. 

Ser Joannes Matteus Bembt43, 
Caput de Quadraginta, 

Tool che 'I sia differito per adesso. 

-- 71 

De non 8 

Non sincere 17 

/ Dierii di ìi, Sanuto. -* Tom, Il 711. 



Cum prior pars non habuerit duo teriia 
ballotarum, iterum ipsa cum non et non since- 
rae, sive scontro, iusta formam legis balotata 
fuit. 

De parte 131 
De non 51 

Non sincere 29 

Pendetpro, quia non hàbuit duo tertia bal- 
lo tarum. 

Die 27 dicio. 

Suprascripti duo, posuerunt seeundo par- 
tem suam suprascriptam, quod detur possessio 
episcopaius Civitatis Belluni reverendo domi» 
no Joanni Barocio ad litteram sicut continet. 



De parte 


139 


De non 


57 


Non sincere 


16 


t De parie 


144 


De non 


53 


Non sincere 


15 



Exemplum litterarum domini Joannis Barocio 83*) 
ad Petrum Justinianum, datarum Romae, 
16 Decembris 1527. 

NihiI ncque novum ncque insolitum ad me per* 
venit cum ex Antonii fratris litteris intelexi quan- 
tum in hoc negocio episcopaius bellunensis mihi 
sis patrocinatus. Habeo enim usitatum ac prope 
quotidianum abs te aliquid assidue proficisci, quod 
ad statum et honorem meum augendum conducat 
et quam turpe est in amore atque officiorum vicis- 
situdine superari. Iccirco magnopere mihi elaboran- 
dum censeo, ne aut acceptorum beneGtiorum im- 
memor aut tanti adolescentis amicitia indignus, 
ullo unquam tempore extitisse videar. Quod si ob 
meam tenuitalem prò tuis immortalibus erga me 
meritis pares atque decentes gratias refferre non 
poterò, voluntate certe atque animi affectione su- 
sceptorumque beneGtiorum memoria ab omni labe 
ingratitudinis me facile vendicabo. Quoniam autem 
%x hoc episcopaius omnis fulurae vitae meae ratio 
pendet iccirco te etiam atque etiam rogo ut ad 



1 (1) U 0urtt 82* è biiium. 



13t 



ifDXXVin, lURza 



133 



hoc negocium perfìciendum mihi velis praesto esse, 
atque omne tuum studium, operam, induslriam 
accomodare. Pro certissimo Ubi pcrsuades, si liuno 
episcopatum adeplus fuero, ex eo aliquid comodi 
alque emolumenti in te ipsum rcdundalurum. De 
meo autem statu, dcque meis infortuniisjicet grave 
et molestum sit scribore, facit tainen amicitiae no- 
strae vis et magnitudo ut aliquid recenseam ca- 
sumque mcum levandi doloris causa tecum com- 
municem. Quo die romana civitas ab hispanis et 
lancireris est expugnata, ego una cum aliis captus 
fui, atque omnibus meis bonis spoliatus et, quod 
est gravius, vario ac paene omni tormentorum et 
cruciatuumque generis dilaceralus. Tenuerunl me 
quidam milites bispani in quodam obscurissimo 
atque teterrimo carcere per XXXXIIII dies, vinc- 
lum gravibus cathenis et ponderosis. Inde, cum 
vetulae cuiusdam ope meas calamilates miseratae 
aurugiksem, in alios bispanos incidi, qui simulatquc 
acceperunt me esse venetum et offilialem urbis 
Romae, magnum talionem imposuerunt, ouius par- 
tem cum iam persolvissem ncque reliquum haberem 
aut ab amicis eamdem pcnuriam laborantibus inve- 
nirem, decreverat illi me caplivum in Hyspaniam 
secum atrahere. Et iam iter ingressi eramus illi 
equites et ego pedes, casu in quosdam milites ita- 
licos incidimus, qui ubi cognovisscnt illos bispanos 
et praeciosissimis spoliis onuslos, simul congressi 
sunt et per duas horas atrox utrinque praelium 
83^ comiserunt. Tunc ego optimam aufugiendi occa- 
sionem nactus, Roroam magnis itinerlbus contendi; 
quam ubi vidi adeo eversam dirulam deformatam, 
non solum dolui atque ingemui, sed etiam in uber- 
rimas lacrimas sum resolulus, cogitans praeclaram 
illam urbem atque olim rerum omnium dominam 
nunc ad tanlam tamque insignem miseriam redac- 
tam esse, tot nobiles atque ingenuas matronas 
stupratas, tot houestissimas virgioes violatas, tot 
senes iugulatos, pueros a complexu parentum evul- 
SOS, sacratissima Dcorum tempia profanata, nul- 
lunfMiue locum in tam ampia civitate extitisse, qui 
non caede atque ruinis, vaslatione atque sangiine 
redundarit, Vis scire quam miserabilis fuerit ista 
ruina et eversio urbis Romae? Vidi ego, vidi et 
diligenler obscrvavi ipsos etiam bostes lugeoles 
calamitates nostras. Non multo post tanta inopia 
rei frumenlariae laboratum est ut nobiliores atque 
potentiores ferinis carnibus vescerentur, pLsbei- 
autem homines herbas et vilissimas quidem berbas 
esitarint. lllud est scitu non indignum atque etiam 
ad declarandam fortunae varietatem $ili3 decorno- 



datum, visos fuisse quosdam opulenlissimosepiseo* 
pos et plerosque alios praeclarissimos viros panem 
hostiatim mendicasse ; et quod tunc gravius puta • 
balur non invenisse, hanc autem comunem cari- 
talem tanta pestilentia subsecuta est. Sunt enim 
ista mala natura inter se connexa, ut quolidie tre- 
centi et quadrigenti homines interipent, atque istuJ 
malum ita in dies magis, magisque invalescebat, 
ut vidisses loquentes homines mortuos in terrain 
labi, vias mortuorum cadaveribus refertas, arrep- 
tosque hoc morbo vii quattuor horas supervivere. 
Ego in tanta tamque communi infcctione non potili 
me tantum custodire quin in ipsam peslilentiain 
inciderim. Et quamvis de mea salute iam actum 
existimarem, nolui tamen mihi, quantum in me 
fuit deesse. Non defuit mihi medicus, non defuc- 
runt medicamenta, quibus brevi factum est, divina 
benignitate id praestante, ut prislinae valittidini et 
incolumitati sim restitutus. Et iam cogilabam ad 
vos reverti, et post tot prooellas, tot ac tantas 
tempestales in carissimam patriam, tamquam in 
tulissimum tranquillitatis portum redire. Oh quo- 
tiens vos felices, quotiens fortunatos et (er qua- 
terque beatos appellavi I qui ob stupendum ac peue 
divinum vestrum illum situm ab bis atrocioribus g4 
periculis tuti, summa illa quiete et dulcissimo illp 
ocio perfruimini. Tunc, quando eram apud vos, vcl 
privalam vitam agens, vel pubblico aliquo munere 
perfungens,libertatem illam cum dignitate coniunc- 
tam vix cognoscebam, et quemadmodum bona va- 
litudo gratior est his qui aliquando egro corpore 
fuerunt, et libertas carior his acerbissimum illuni 
servitutis iugum tolerarunt, et portus iocundior hia 
qui marinis tempestatibus aliquandiu iactitati fue- 
runt, ita ego post tot labores exhaustos, tot gravia 
infortunia tollerata, nunc ineipio, sentire nunc de- 
mum cognoscere quam duloe sit in patria sua ad 
vivere, quam dulce atque suave illud securitatia 
tranquillitatis, libertatisque nomen. Sed quoniam 
est in rebus bumanis vicissitudo servatque has vi- 
ces conditio mortalium, ut secunda ex adversis, 
adversa ex secundis oriantur, spero quod ist^e res 
aliquando componentur,et Romana Urbs,qua6 excel - 
lentissimis atque omni genere laudis ornatissimis 
viris semper floruit, brevi pristinum suum decus 
atque splendorem relinebit. Ego tamen, si itincra 
essent tuta et virea longioribus malia conflictatae 
labores ìtineris ferre posscnt, libens ad vos redi- 
rem. Oh I felicem illum diem et signandum albo 
lapillo, quo una esse, loqui et nostro more com- 
mentari polerimus, amplecliqu^ vet^a illa mea 



133 



MDXXVm, MARZO. 



lai 



bonarum lillerarum et eloquenliae studia, qaae ut 
in prosperis meis ornamento, ila in his meis tantis 
miseriis magno mihi Solatio fuerunL Cupio et vota 
fjcio ut interea felix vìvas et insignem aliquem 
magistratam geras, meique ab scutis memoriam 
summa cum benivolenlia teneas: vale. 

Rogo ut Francisco Molino, Joanni Landò, Aloy- 
sio Donalo et Hyeronymo Bernardo, relìquisque 
comunibufl amicis meo nomine salutem dicas. 

Datis Romae 1527, die 16 mensis Decembris. 



Subscriptio : 



Quam deditissimus 

JOANNBS BaROTIUS. 



A tergo : Magnifico domino Petro Jusliniano 
amico bonorando. 

85* A di 26. La matina, (o ditto a S. Marco esser 
nova, incerto auctore, ma uno napolitano la por- 
lava, parli a di 18 dal campo, come spagnoli lia- 
vendo Tento voler venir una parte verso Fogi^, loco 
tenuto per francesi, monsignor di Lutrech vi man- 
dò il conte Piero Navaro et monsignor di Vande* 
mon con eérto numero di 2ente, qual é state a le 
man, et presi li capi et feriti et morti molli dei 
nostri, etc. Tamen^ non si pota saper chi era. Et 
sier Andrea da Molin dai Banco la vene a dir in 
Collegio. 

Item^ da poi vene V orator di Milan, et disse 
et menò uno qual parli da Pexaro è zorni 3, che il 
fratello del castellan di Mus, partito da Orvieto a di 
21 li a Pexaro, parlando col maistro di le poste dil 
re Christianissimo, che li sopravene una posta con 
ledere di V altro maistro di le poste, dal campo. 
Li scrive mandi il presente pacbetto di lettere in 
Pranza subito, et si scusa non lì poter mandar da- 
nari per la pressa, et le cosse procedono bene. El 
qual pachetto era dato in Troia adi ITdePin- 
slanle ; che saria segno nostri si havesseno insigno- 
rito di quella terra, dove era spagnoli. 

Ikm^ il reverendissimo cardinal Grimani ave 
lettere da Orvieto, di 21, del cardinal ReJolfi, con 
uno brieve del Papa, el li scrive haverli dato do 
beneficii sul Stado de Milan vacadi, danno intrada 
ducati 1200 ; et ditto cardinal Redolfi ha bauto uno 
altro, qual scrive sarà del Grimani. Item, avisa ha- 
ver nova dal campo, che *\ principe di Orangie era 
sta ferito di uuo arcobuso et stava malissimo. 

(1) U otrta 84 * è blanoa. 



Vene T orator di Milan, come ho scritto, per 

Vene V orator del principe Ferdinando, per sua . 
excusation del caso seguido a di .... che fu ferito 
uno homo griego di la galla era soracomito sier 
Francesco Dandolo da uno di soi, di do ferite ; el 
qual partito andò a trovar esso orator, a dolersi. 
Or erano doi, tndelicBt il .... et par che uno di 
loro lusse compito di ferir di 17 ferite, T altro si 
butò zoso di uno balcon, et si dice l' orator proprio 
el ferite, qual sta a S. Zulian, et poi sì asunò pid di 
80 grìegi per amazar V orator et li soi, ma per dito 
sier Francesco fo acquietadi, unde per questa cosa 
d venuto in Collegio V orator. 

Vene T orator di Hongaria^ zoé del re Zuane, 8 5 

olitn Vayvoda, dicendo . . . , 

• . ..... 

Di sier Carlo Coniarini provedUor general, 
da Verona, di Si. Di quello ha operato de 11, 
fatto la mostra, visto li castelli, posto certi ordeni, 
poi si parti per andar a li passi confina con tode- 
sebi. Et manda una lettera hauta dal Proveditor di 
Anfo, qual dice cussi : 

Magnifice et élarimme tafnqwun frater 
óbiervandissime. 

Ne li giorni passati recevei una de vostra ma- 
gnificentia, da Vicenza, di 16 de 1* instante, et ad 
quella li feci la debita . risposta ; ma perchè vostra 
magnificentia me scriveva, che, se intendeva cosa 
alcuna da le parte superior, che subito el fesse asa- 
per a vostra magnificentia ; del che li dico che di- 
versi mercadanti brexani che erano passati per que- 
sto loco per andar a la fiera di Bolzan, sono ritor- 
nali indriedo el in questa bora passavano de qui. 
Et dimandalo per me la causa del suo ritornar, me 
refermò come in ditto loco di Bolzan era sta fatto 
le cride, che lutti brexani et subditi de la lllustris- 
sima Signoria se dovesseno partir de li loro loci ; 
siche questa é sta la causa del suo ritornar, et che 
per ditta via me è parso notificarlo a vostra magnifi- 
centia, a la qual di continuo mi raccomando et of- 
fero, pregandola che questa rocca vi sia recoman- 
data, azìò accadendo possiamo far el debito nostro. 

Data ex arce Amphi, die 12 Martii 1528. 



Sottoscritta : 



Daniel Taonus 
ards Amphi provisor. 



18$ 



MDUVIII, llAfiZO. 



136 



Di Nicolò Barbaro eapUanio del Lago^ da 
Verona, di 23, partioular, a sier Gregorio Pi- 
ramano. Di novo si ha, che tulle le carele da Bol- 
zan sono comandate per condure munilione a Tren- 
to, et ^e ha fallo la erida per esser la Aera al pre- 
sente a Bolzan, che niuno caralier ardisca condur 
mercadanlie, ne somiero, ma menar le munilion. 
Item, alcuni di Riva, calafai, sono mandali a Tren- 
to a calafatar le barche da ponti, et per quelle fucine 
nove se fanno molti archibusi et feramenli da guer- 
ra. Hanno etiam comandato et fatto andar careti 
86 et cavalli da Trento a Bolzan in bon numero per 
le munition. Non si può pensar altro che indubita- 
tamente sono per descendere. Questo clarissimo 
proveditor Contarini ha pagato hozi le compagnie, 
doman andarà a veder i castelli, poi se cavalcherà 
a li passi. 

Da Bergamo, di reofori, di 23, Del zonzer 
11 il Proveditor zeneral Moro, venuto di campo per 
scuoder danari dell' imprestedo. De inimici nulla 
hanno. É sta gran pioza 3 zorn^ continui. 

Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonta. 

Da Pexaro, di sier Domenego Lioth podestà 
di Chioea, di 24. Del zonzer del Capitanio zeneral 
Il a di .... Et lui li andò contra, et tutto Pexaro, 
fino le donne. El qual si partirà per Ravena, poi 
Chioza et Venelia. Né de li campi scrive alcuna cosa. 

Fu posto et preso una gratia di domino Todaro 
Paleologo va interprete con I' orator al Signor 
turco, videlicet le sue canzelarie li fo date. 

Item, fu preso donarli ducati 150perspexe, 
per andar a Constanlinopoli. 

Fu preso, limitar le biave menude in questa 
terra, a Padoa, Vicenza, Verona, Cotogna, Trevixo 
et la Patria di Friul con li soi territorii, videlicet 
la fava a lire 13 il staro venitian, la segala lire \'2, 
il meio lire 10, il sorgo lire 5, V orzo lire 5, soldi 
8, sotto pena di perder le biave, el ducato uno 
per staro, ut in parte. La copia sarà scritta qui 
avanti. 

Noto. Fu fatto vicecao di X, in luogo di sier 
Nicolò Venier, qual é morta sua fia maridà in sier 
Hlfonimo Morexini di sier Christofolo, sier Gasparo 
Malipiero stato altre fiale Cao di X. 

Fo letto una lettera de Constantinopoli . . . 
Come Imbraim bassa havia donalo pi*ze 2000 di 
zambeloti ad Alvise Grill fiol naturai del Serenis- 
simo, è de 11, et voi menarlo in campo in Hongaria 
et darli il vescoado di Strigonia, et donarli una 
terra di V Àrohiduca, che si piglierà. 
86* A di 27. La mattina per tempo, fo assà perso- 



ne a S. Marco per saper la nova, el se era lettere 
del Pexaro, le qual però zonse subito. 

Del procurator Pexaro, date in Campagna 
a di 12, 13, le et 16 de V instante. Il sumario 
di le qual scriverò di sotto. 

Fo mandati do Savii di terra ferma, sier Gabriel 
Moro el cavalier et sier Piero Morexini da monsi- 
gnor di a comunicarli quanto si havea, et 



Vene Torator di Milan, insieme con domino . . . 
da Corte dottor suo parente, leze a Padoa in . . 



Vene il Legato del Papd, con una lettera del re- 
verendo olim Datario episcopo di Verona, zerca 
quanto li fu fatto et il foco artificiale posto a la 
cariega a di 24, pregando si provedesse. Et in con- 
formità si bave lettere di reclori di Verona, utìde 
il Serenissimo con voler del Collegio, li disse hozi 
in Pregadi si darla gran taia. 

Da Udine, di sier Zuan Basadonna ci dot- 
tor, locotenente, di 23. Con avisi hauti di Venzon. 
La copia sarà qui avanti scrilla. 

Da Feltre, di sier Toma Lippomano pode- 
stà et capitanio, di 25. Di preparamenti si fa di 
sopra, et barche da ponti eie, tamen Castelalto li 
ha mandalo a dir si voi convicinar ben con Feltre. 

Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà 
et capitanio, di 25, hore 2 di notte. Come, per 
uno venutomi bora di Trento mi è referto, che de 
11 se crede doversi far la massa, et che de veduta 
au^ zonse Domenica malina a di 22 forsi 30 far- 
fossi de biava, quali forno scaricati su la riva per 
metterli poi in monition, et che Sabato avanti zonse 
alquanti altri farfossi, quali andorno de longo per 
r Adese a Roveredo. Et Luni malina etiam viste 
zonzer cerca 300 fanti, quali dicevano venir di so- 
pra. Et questo é quanto finora ho. 

Vene in Collegio el signor Cesare Fregoso con- 
dulier nostro, fiol del signor Janus, venuto di campo 
a stafeta et con li spironi in piedi. Fo in Collegio et 
parloe il bisogno del campo et si agumenli di fanti 
el boni volendo prender Milano, perchè a vardar 
Bergamo el Cassan queste zente basterà ; con altre 
parole, persuadendo il Collegio a far presto provi - 

Sion. 

Et cussi il Serenissimo lo laudò dicendo si faria 
et presto, el fo ditto per li Savii di prender hozi iu 
Pregadi di far 4000 fanti. 



137 



MDltTIII, MARZO. 



188 



87 Copia di una lettera di sier Andrea Zivran 
proveditor di la stratia, data in campo da 
presso Troia un tiro di bombarda^ a di 15 
Marao 1528, a hore 3 di nocte, scritta a 
sier Cristofolo Zivran suo fratello. 

Beri ve scrissi quanto bavea de qui. Nul hozi 
bsTemo acquisUlo il moute del nostro allogiamento 
a despregio de inimici et presentatogli le nostre ba- 
taglie in un bellissimo pian con tanto bono ordine, 
ebe ciascadun di noi ne cresea V animo ad comba- 
ter. Da poi salutatili con le arleilarie et loro sta- 
vano in battaglia nel suo alozamento forte, né mai 
volsero ussir al fatto d*arme. Il signor Lutrech 
vide loro non voler la zornata : nui siamo venuti a 
alogiar sopra un monte al Ganco di loro un tirar 
di bombarda, dove se sta, e chi bavera pane scaziarà 
il compagno di alogiamento. Fumo alacate assai 
scaramuze, sempre loro haveano la pegìor. Da poi 
allogìato lo esercito, per ordine de lo illustrissimo 
Lautrecb andai con la mia banda contra a le vitua- 
rie per farli scorta insieme con 100 bomeni d*arme 
francesi, dove se metessemo sopra una collina io 
battaglia. Inimici se spinseno a la volta de nui per 
seraroe che non potessimo ritornar al campo. Ve- 
dendo io la furia che adosso ne venia, dissi ai capi* 
tanei francesi che*l saria stato bono a retirarsi verso 
il campo ; ma per la loro superbia volsero slare 
fermi. Vedendo io questa sua òstinatione, nor) volsi 
mostrar viltà de animo ; cosi io andai a la volta di 
inimici et cosi li afrontassemo et amazassemo doi 
di loro, et assai lanze furono rotte in quello impeto, 
lo cominzai a retirarme per tirare li inimici ne la 
oostra zente d* arme ; pensandomi esser soccorso 
da loro, me voltai et feci testa. Allora mi fu tolto 4 
stratioti, et questo perchè el mio banderaro mise 
la bandiera dentro, talmente che fu preso il ban- 
deraro con la mia bandiera. Io vili persa la bandiera, 
cosi mi voltai verso nimici come rabiato cridando 
a slratiotì : e Hozi dobiamo morir tutti per honor 
nostro » et cussi se voltò da circa t20 slratioti come 

missier Andrea Mauresi, roissier Joanni Co- 

roneo, missier Nicolò Halli, missier Piero Frassina 
et il banderaro. Ne fu poi carcato troppo i panni 
adosso, talmente che ne convene voltar, et li fran- 
87* cesi non fazendo mai testa se misero in fuga, tal- 
mente che per spazio di uno miglio ne fu data la 
caza ; el de loro ne fu presi cerca 6 a venga me pen- 
sava havessemo receputo maggi(»r danno di quello 
babiamo bauto. Uonsignor di Lautrecb biasima 



mollo quei capitane! francesi, el lauda il nostro 
combattere, benché non eramo salvo 40, per esser 
stale mandate le compagnie in diverse factione. 
Biasma etiam li capetanei francesi, el che Tuno di 
loro la danno a 1* altro, el sopra questo se sono 
disfidati al combattere. Inimici aspectano 6 pezi de 
artellarie, quali Jovedl ussirno de Napoli per venir 
in campo. Nui speramo che rartellaria vegniri 
inanzi per lorglila per camino, el hozi li habiamo 
tolto assai victuarie, et etiam ancora loro ne hanno 
tolto assai a nui, come acasca nella guerra. Altro 
non mi accade, salvo che stago di malissima voglia 
per esser apresso inimici et mi sia stata sparpagnata 
la mia stratia. Non mancarò con questi che ho a 
far il debito. Nui siamo per far la zornata, el pia- 
cendo a Dio, siamo per vinzerla. Iterum^ vale. 

• 
Ex litteris domini Ludovici CeresarH^ die 15 88 
Marta 1528, sotto Troia. 

Beri il cavalier Pialese et io arrivassemo in 
campo da monsignor Lautrecb con tutte le gente 
di Vostra Ezcellenlia, le quale erano mollo deside- 
rale da lutto lo ezercito et sopra il tutto da Monsi- 
gnor prefalo. Cod lo cavaliere è sii tanto ben visto 
el acarezato da Monsignor el da lutti li capitane! 
quanto dir si possa, di sorte che apresso monsignor 
Lautrecb Vostra Excellentia non poteva mandar 
persona a lui più satisfaloria, per haver un bon no- 
me apresso li altri capitanei, el per saper monsignor 
Lautrecb che il cavalier gli ha conduto gente expe- 
rimentata el valente al combatter quanto altra ne 
sii nel campo. Per il che el ringrazia molto la Exce- 
lentia Vostra, et mi ha detto che quella li ha man- 
dato una bella genia el un capo che é mollo al 
proposilo suo per il bisogno del combatter, che se 
avicina, el gii é incominciato hozi di sorte, che la 
Excellentia Vostra per la mia prima pò aspettare la 
nova de la giornata. Et per narrare a Vostra Excel - 
lentia più diffusamente la grande scaramuza che si 
é falla con V onore grande de li soldati de Vostra 
Excellentia et del cavalier, quella saperi come hozi 
li doi excrcili erano vicini tre miglia el ambi doi 
potenti el disposti al combatter. Quello de li cesarei 
é in forte sopra un picol colle, distante de Troia un 
miglio, questo de la lega é in piano apresso un fiu- 
me sotto quello colle. Monsignor Lautrecb volendo 
torgli il passo de le victuarie da la banda de Napoli 
hozi é marchiato iuanti verso Troia, costigiando 
sempre il colle, el ha mandato Pietro Navaro con 
2000 archibusieri da l' altra banda a pigliare il col- 



Ì88 



uùxvnii, luaxo» 



140 



te. Ivi si credea cdrto iòrme fin* Id giornata, per- 
thè se havea inteso che II imperiali volevano venir 
a diifensar quello posso, perchè gli era de molta 
import&ntin ; questo colle fa do! branchi, uno dove 
é lo èxefcito imperiale, l*altro dove andò il Navaro, 
et qtìeslo branco è a lo opposUo de li cesarei, et 
tra questi doi è una valle di largetza di mero mi- 
glio, ma lòtiga assai pur verso Napoli. Hor qui nello 
assalire Pietro Nàvaro quella banda del colle, se 
incominciò Una grossa scaramuza di archibusieri 
che durò per spaoio d' un quarto d* bora, et cosi 
scaramikzando si vene sul monte tutto lo esercito 
in ordinanza et la prinka schiera che ascesi Tu li 
guasconi et fl^neesi venturieri che poteva essere 
SSOO, lo secundo fu li svizeri che pote^Va esser 3000 
et con italiani che sono 4000 era le Bande negre, 
88* la terza fu li lanzcheneth che sono 8000 di nume- 
ro) et tutte queste bande enlrorno il colle quasi a 
un tempo, poi in tre squadrodi gli hotneni d* arme 
seguirono et sono di numero 1000 et piiì et 2000 
cavalli leggeri pigliato il colle opposito incominciò 
r artigliaria de la lega a battere ne li allogiamenti 
de li cesarei et li fece qualche danno. Questo bat'- 
tere durò per ofieza hom ; tra questi doi colli nella 
valle comineiosse una scaramuza pid brava de pri* 
ma de cavalli leggeri et de homeni d* arme, talmen^ 
te che a poco a poco se ritrovava ne la scaramuza 
pid di 500 cavalli de V una et V altra parte, et ivi 
con tanto ordine era condute queste gente che era 
Cosa grande. Li eavalli leggeri de li cesarei per un 
péÉo se diportorono bene, poi gli sopragionse la 
compagnia di Vostra Ctcellentia, la qual entrò con 
tanta furia in quei che gli mite in Alga, preso de li 
homeni 6, pigliò una insegna de li cesarei et colui 
che la portava, la quale era del signor Ferrante. Il 
cavaliero ha btto cose grande, di manera che tutto 
lo campo don parla d' altro che di la compagnia di 
Vostra ExeeDentia et del cavaliere, che non menò 
è valente di quello era la expe<itatione di monsi- 
gnor Lautrech et di tutli li capltanei. Da V altra 
banda era apiziata un* altra grossa scaramuza de 
altri cavalli leggeri ; sopragionseli Uno squadrone 
de homeni d' arme con parechi archibusieri et ivi 
quest* alira se rinforzò grande, finalmente ne morse 
di qua et di là, ma de li cesarei restò pregione un 
nepote del cardinal Còlooa, il qual è grand* omo et 
vai assai, et molti spagnoli, forsi da 16 a 20 in su- 
so. Gli lahzchenechi cesarei, vedendo la scaramuza 
cosi inforciarse, voleano descendere ii monte in or- 
dinanza. L*arteliaria de la lega cominciò a batterli, 
cosi restornoict eosi scaramùeaado si prese lo allo- 



giamenlo designato con grandissimo honor de la 
leg'.i. Gli pregioni spagnoli dissero che veniva 2000 
lanzchenech da Napoli con 4 pezi d* artigliaria et il 
Maramaldo seco con alcuni cavalli legieri. Subito 
che foseno gionti, che risolutamente volevano de 
scender a la giornata. 

Monsignor Lautrech subito spense 400 homini 
d' arme, 3000 fanti italiani et 300 cavalli legieri a 
la volta de questa artigliaria per pigliarla; ma non 
vene mai artigliarla, solo pigliorno questi cavalli 
legieri, 8 muli carchi di vitluaria e 5 carchi de 
veluti brocati et 7 che pono valere da 800 scudi 
ih Suso questo botMno. Da la coda de le bagaie 
quésti de la lega hanno similmente preso sei cara 
di vicluaiia de li cesarei, che gli venivano da al- 89 
cuni castelli. Gli spagnoli al solito suo tengono 
svegliato il campò con far dare a Tarme mille volte 
a rhora et certamente combattono valentissima- 
mente, ancor che fin qui habino preso grossamente 
et non habino trovato questi soldati come se cre- 
devano. Il loco in che si trova V uno et V altro 
exerclto non poterla esser più idoneo per il com- 
battere come è, et è tanto vicino, che V arlellarìa 
danneggia da la parte de li cesarei et da questi 
doi piccol colletti io (brxi tutto il resto é spaciosa 
campagna, che non vi è pur un arbor che impe* 
disca, et cosi l' uno et V altro esercito si vedono 
tutti li movimenti che ciascuno ftinno, et tanto sono 
vicini, che se uno homo di una parte chiamasse 
uno di r altra, io credo se ibtenderiano il loro 
parlare. Ciascuno de la parte vogliono combatter 
et sono valenti. Èi Vostra Excellenlia sappia che 
è 20 anni che a la campagna non si vede mai cosi 
forbita gente et bello exerclto come è questo, a 
iuditio de tutti gli homeni da guerra^ talmente che 
fa spantare ognuno^ et è con tanto ordine condulo, 
che non si potria existimare. Io ho btlo tanto con 
monsignor Lautrech, che è restalo contento che io 
resti apresso lui, et cosi mi atrovo ora con il ca- 
valier qua al campo, et mi son ritrovato a veder 
tutti questi fatti, quale scrivo a Vostra Excellentia, 
et quella si degnerà prestarmi fede come vero 
servo, che né piò, né meno le cose sono passale 
di quello ho scritto a Vostra Excellentia, pur sem- 
pre pensand) io che quella fin qui habia inleso 
successivamente de di i progressi per non haver 
mai mancato di scriver ogni giorno per i continui 
spazi che correno per Venetia. Uno homo d'arme 
di Vostra Excellentia che si dimanda Comino è sta 
morto ne la scaramuza, altro non ha perso il ca- 
valier. Monsignor Lautrech tanto è ben restato 



ut 



MDXXmi, IIAIUEO. 



la 



salisfaUo dei cavalier, che non si polria exisUmare, 
et mi ha commesso che io scriva a Vostra Excel- 
lentia, che lui non polria desiderar altro capo a le 
geote di Vostra Excellentia di pid virlute et di più 
soa satisfatione del cavalier. Et cosi Iq confermo 
io per haverlo veduto far cose degne come è ditto, 
cbe veramente gli é con molta repulatione di quel- 
la apresso tutto questo esercito et tnoxime Tra 
francesi, perché lor meglio V hanno veduto dq li 
altri perché gli erano più propinqui. Quello che ha 
guadagnalo la insegna se dimanda Soncino alievo 
89* di Vostra Excellentia ; lo pregione che portava la 
insana d^l signor Ferrante si é scoperto fratello 
del cardinal Campeggio et lo tiene il Beneduso; il 
qual fu quello che 'I prese. Similmente in la pre- 
ditta scaramuza é sta morto un capitanio di cavalli 
le^ieri de li cesarei, et dieesi che era di gran 
conto, et è nominato Gioanne Francesco Castaldo. 

90 Da Cassan, di aier Toma Maro prQvedi- 
ior Beneral^ di 25. Come era stato do ^orni a 
Bergamo per recuperar danari de Timprestedo, et 
ha baoto dueati .... et posto ordine a qqelle 
cose, et é ritornalo li in campo. Et non havendo 
per lettere fatto fln hora provision la Signoria 
Doslra in agumenlar l*exercito, si manda io posta 
de qui il signor Cesare Fregoso per expooep il 
bisogno di questo exercilo perchè inimici ha deli- 
berato ca^rne di Cassano, il che potraoo eseguire 
facilmente, perché non vi é gente da difendersi, 
zoé Bergaoio, Cassan et sopra le rive di Adda; et 
si ha, ioimid, poi sono ussiti di Milano, ha fatto 
2000 (anli, et ogni zorno se ingrossano, et nostri 
98 sminuisse per non esser pagati. La compagnia 
del cQnle Hercules Rangoo é risolta in niente. Li 
nostri fanti fuzeno et vanno da inimioi, i qual ne* 
mici veleno venir a metter ponte a Trezo su Adda : 
non ai poi devedar. Tutto il loro intento é di venir 
a Cassano, qaal obteneodo hariano la mila de la 
impresa vinta. Sono zerca 3000 fanti io tutto tra 
Bergamo, Cassan et per le rive di Adda, siche 
non si provedeodo et presto, sarà forap abondonar 
Cissan per andar a ^oeoorer Bergamo se non se 
fa altra provisioe. 

Da Bergamo^ di reetori^ di 95. Nulla han* 
no de inimici, ma scriveno in conformità ioifnici 
voler far ano ponte a Trezo per passar sul ber- 
gamaseo, dove se li b^ mandato fonti a rincontro, 
capo .... Ikm, del partir del proveditor Moro 
con danari per Cassan. 

X^ Udm^ 9om homrUto, MlmgoteimU 



di 23. Manda do lettere haute da la comunità di 
Venzon, la |urima di 21, che dice: 

Magnifico et clarissimo etc. 

In questa sera é zonlo uno nostro ciltadin di 
Alemagna, referisse hiver parlato cpn zerti zeoti* 
loiTieni alemani, ha bonaamicitia con e^so, Affir* 
roano lo Principe si é a Vienna et che Y é bene 
vero r ha lassato di le sue gente in Hongaria, mj^ 
esser venuto per andar a far una dieta a Rayspurch 
zoé Ratisbona per dubito del Turco. Questo dicq 
che dubitano assai lo Turco non vegna pe T Au- 
stria. Circa il Vayvoda, dicono sia potente, et più 
sobzonze che li cavalli di le taglie de li zentilomeni 
de la Carintia vengono a caxa. Et per ditto ciltadinQ 
ha facto una ambasciata pqr nome del mvdaro de 90* 
la Trevisa, che é zentilomo, ad uno mio cugnado 
che sol far mercadantia de cavalli, che '1 vadi U. Ne 
vende sette, et cussi ditto mio cugoado va a ve- 
der per haverli, che me par da novo che '1 mudaro 
venda i cavalli, aleato non lassa passar oavalii sotto 
una gravissima pena. Me ha parso far intendere 
(al cosa a vostra magtiificenlìa, et più ho parlalo 
con certi nostri sudili sono stati in Alemagna |on« 
tani con n^erce. Dimandalo se hanno visto soldati, 
dicono de d, ma pochi, et quelli andavano zer- 
oando per Tamor de Dio, né havevano recapito ; 
che è segno di far poche faconde. 

Sottoscritta ; 

8eri^tore8 Antovius B(0£lnuzo 
capiianetis et Cotnuniias 
Veneoni. 

Di la ditta Comunità al preditto Loeotenente, 

di 22 Marpo. 

MagniBoo et elari|simQ ete. 
Hozi é zonlo de qui uno servilor del mudare 
de la Trevisa, et é venuto a trovar quello citta ^ 
dino che ho scritto a vostra magnifieenUa. El qnat 
servitor vien di Viene, dice che la seconda Do* 
menioa dì Quaresima zooae 11 io pripoipe di Hoo^ 
garia con la regina do Hongaria» non $m dir a1* 
tfo, ma ohel Principe veste tutta la ^ua coft^ et poi 
va a la dieta. Et ditto servitor ha portato lettere 
del Principe a Lontferbfisor de la Cariillja, 9oé qi^ 
pitanio zeneral del paexe. Quello li scrive npn la 
scia, ma ditto Lontferbeser a dittp s^vitor dette 
lettere che*l portasse al suo patrone, et cavalcato 

a trovar dillo LpnferiwMr «l che i fattori de la 



U3 



UDXXVm, MARZO 



ÌU 



muda dicevano iudicavano havesse mandalo per 
ditto mudano per metter una muda in su le biave; 
non che sapia di certo, ma cosi si parlava in la 
muda. Et perchè li zentilomeni hanno speso et non 
hanno dove trazer danari se non di le sue biave, 
et ditto servitore hozi è partito de qui et va a la 
volta de Venetia, me ha parso far intender a vo- 
stra magnificentia. Quella sapientissima torà quella 
parte li parerà. Et aziò vostra magniGcentia sapia, 
non bavemo altro apiacer di adoperarsi per lare 
cosa grata, che sia di honor di vostra magnifi- 
centia et ben de la Illustrissima Signoria. 

91 Di sier Carlo Contarini proveditor gene- 
ral, da Santo AmbrtMso in Valpolesella, a dì 
25. Manda una lettera hauta dal caslelian de la 
Crovara et una del castellan de la Chiusa, et scrive 
che aspectava Jaconieto da Novello, qual venisse 
per esser con lui a li passi : 

Magnifico et clarissimo signor. 

Aviso vostra signoria V è passato per qui uno 
et si è fator di la dona che fu del conte Piero da 
Non et si vien di Trento, et vien a Verona et 
alozarà in casa del signor Jannes et ha nome Si- 
mon dal Porto. Se li piase a vostra magnificentia, 
quella gè porà parlar, tamen a me el me ha ditto 
che in Trento el se fa gran provision de munition 
et fa far barche da far ponti assai. Non altro de 
qui al presente. Mi racomando a vostra signoria. 
Fatta in Crovara, ad\ 25 Marzo 1538. 

Sottoscritta : 

JOANNE ÀLEXANDRO DaL SoLOO 

castelan di la Crovara. 

Magnifico et clarissimo patron. 

De le cose de sopra, per uno el qual vien da 
Yspruch, dice hayer visto fantaria assà, etiam ca- 
valli et cari de moiiition et si é per venire verso 
Trento. De le cose dì Trento mi ha anche ditto, 
hanno trovado zerca 1000 archibusi et aparechìa- 
no circa 18 pezi de artellaria'di le più grosse se 
habino, et aparechiano barche 28 da ponti. A Ma- 
ran V è zonto 18 farfossi di biava per conto di la 
munition. Altro non ho per bora ; quello di vero, 
di zorno in zorno darò subito aviso a la magnifi- 
centia vostra. 

1528, a di 25 Marzo. 

B. 

Cimtestabile di la ChiMsa. 



Di Raspo, di sier Filippo Donado capi- 
tanio, di 11. Avisa come, per relation haute a 
di 8, cavalli 1000 di turchi corse su la Pinca 
loco de r Archiduca, et hanno menato via assae 
anime, femene et puli, et fatto danno grande et 
ancora non sono levati, et sono venuti dove cor- 
seno Tanno passato. Di quello succederà aviserà. 

Fo ditto, per uno navilio vien da Corfii, esser 9 
nova che la nostra armada, galle 17, proveditor 
sier Zuan Moro, era verso la Puia a S. Maria de 
Termedi. 

• Da Veia, di sier Marin Polani provedi- 
tor, di . . . . , fo lettere, con avisi di incursion 
di turchi, fatti a quelli confini su quel di Y Archi- 
duca, et depreda anime 300 in conformità de lo 
aviso di Raspo. 

Da poi disnar fo Pregadi con la Zonla, et co- 
menzono a venir li Proveditori sora i conti, iusta 
la parte presa in Gran Conscio. 

Po lecto le lettere sopra notate, et di più una 
relation di unu venuto di Hongaria. Il sumario sarà 
qui avanti posto. 

Fo lecto una lettera di rectori di Verona, et poi 
posto per li Consieri una parte, cum sit che a Ve- 
rona siano sta fatte alcune polize de libeUi infama- 
torii contra quel reverendo episcopo, et posto uno 
canon solto la sedia soa in la chiesia episcopal con 
polvere, dove dovea sentar, per farlo morir, per- 
tanto sia scritto a ditti rectori debino far proclamar 
chi quelli accuserà habino lire 2000 di soi beni, si 
non di danari di la Signoria nostra. Et si uno com- 
pagno accusi l'altro, sia libero di la pena, et hauto 
la verità di delinquenti, essi rectori li possi met- 
ter in bando di terre et lochi, navilii etc, con 
taia vivi lire 2000, et morti lire 1500. Et fu presa. 
Ave: 142,3, 10. 

Fu posto, per li Savii del Conscio et terra fer- 
ma, che 'I sia preso che '1 sia fatto di novo 4000 
fanti, solto quelli capi che parerà da esser ballotati 
in questo Conscio. 

Et sier Marin da Molin el Consier, messe che li 
capi si elezi per il Collegio, insta il solito. Ave : 33 
ballote, et li Savii .... Et questa fu presa. 

Fu posto, per li ditti, che Jacometto da Novello, 
qual è in campo in Lombardia con la sua compa- 
gnie, sia scritto al Proveditor zeneral Moro che *1 
mandi subito in Verona a star a custodia di quella 
città. Item, sia expedilo di qui uno Francesco Spi- 
nelli con 100 archibusieri, et mandato a Verona. 
Fu presa. 

Fo posto, per li CoDsierl, una taia a Zara per 9! 



145 



tfDXZym, MABZO 



146 



leilere di rectori, di 18 Decembrio, di certo caso 
seguile per Crislororo Trebentin, qual ha violato il 
porlo di r isola di Santa Maria et lolto di una mar- 
zìliana do hebrei subditi del Signor turco, et li 
tolse la loro roba, ut in liiteris, pertanto siali dà 
a dicli rectori autorità di poner il predillo in exilio 
di terre et lochi, con taia vivo lire 500, et morto 
300, ut in parte. Ave : 169, 3, 7. 

Fu manda per li oodari, per far eleclion di uno 
Pagador in campo del reame, iu luogo di sier An- 
tonio Bolani ba refudà, uno Proveditor sora le fa- 
briche di Padoa et 5 Savii ai ordeni, et aperti quelli 
non melteno ballota. ' 

Fu posto, per sier Alvise Mocenigo el cavalier, 
Consier, la parte che pende, di dar il possesso del 
▼eseoado di Cividal di Beliun a domino Zuan Ba- 
rozi, atento il placet del PonleGce. Et sier' Valerio 
Marzello savio a terra ferma^ qual etiam è iu opi- 
nion, per inadverlenlia non fo nominalo, volse se 
dicesse etiam lui mette la parie, et balotala, che 
non si poi conlradir. Ave : 137, 50, 16. Iterum ; 
144 di si, 53 di non, 15 non sincere. Et fu presa, 
et é conlra 1* opinion del Serenissimo, che T altro 
zorno parloe do volle. 

Da poi si andò a capello, et in questo mezzo 
vene lettere : 

Del procurator Pexaro, di 18, et 19, date 
in campagna, le qual, avanti si principiasse a ba- 
lotar, mandato fuora li nodarì, furono iecte, et scrì- 
ve in questa forma 



930 Election di Pagador in campo, in luogo di sier 

Antonio Bolani, 

m 

Sier Antonio Soranzo qu. sier Maflo, 
qu. sier Vetlor el cavalier, procu- 
rator 63.145 

Sier Vidal da Canal qu. sier Mann . . 42.169 

Sier Piero Maria Michiel fo camerlengo a 

Brexa, qu. sier Piero 117.89 

Sier Lunardo Mario fo savio ai ordeni, 

qu. sier Toma 69.153 

Sier Ambruoso Contarìni fo camerlen- 
go di comun, qu. sier Andrea . . 72.137 

Sier Zacaria Barbaro fo vicesoracomito, 

di sier Daniel 47.164 

Sier Jacumo Antonio Moro fo Piovego, 

di sier Lorenzo qu. sier Cristofolo . 99.106 

J OiaHi ii M. Sanuto. - Tom. XLYJL 



Sier Andrea Barbarigo qu. sier Grego- 
rio, qu. Serenissimo 135. 73 

t Sier Almorò DoIGn fo camerlengo a 

Padoa, qu. sier Alvise . . . . 146. 65 
Sier Zuan Lippomano qu. sier Hironi- 

mo, qu. sier Toma dal Banche . 106.106 



Ftovedador sora le fahriche di Padoa. 

Sier Hironimo Bragadin fo Cao di XL, 

qu. sier Andrea da Campo Rusolo 109. 97 
Sier Piero Maria Michiel fo camerlengo 

a Brexa, qu. sier Piero .... 72.1*26 
Sier Zuan Matlio Bembo el Cao di XL, 

qu. sier Alvise ....:.. 106.107 
Sier Alvise Balbi fo proveditor di Co- 
mun, qu. sier Marco 80.138 

Sier Anzolo Marzello fo Cao di XL, qu. 

sier Antonio 61.148 

Sier Zuan Francesco da Canal éi XL 

criminal, qu. sier Piero . . . . 72.137 
Sier Hironimo Malipiero fo Calaver, qu. 

sier Piero . tf7,112 

Sier Nicolò Minio fo Cao di XL, qu. sier 

Almorò 63.149 

Sier Zuan Barbo fo Cao di XL, qu. sier 

Bendo qu. sier Marco 89. 1 1 8 

Sier Alexandro Michiel fo Cao di XL, 

qu. sier Piero 92.113 

Sier Almorò Lombardo fo Cao di XL, 

qu. sier Julio ....... 100.113 

Sier Jacomo Mario fo auditor nuovo, 

qu. sier Bortolomio . . . . . 88.128 
Sier Zùan Memo el XL criminal, qu. 

sìerTribun 122.» 88 

t Sier Nadalin Contarini fo di Pregadi, 

qu. sier Lorenzo 125. 83 

Sier Antonio Contarini qu. sier Zenlil, 

qu. sier Andrea procurator . . . 105.102 
Sier Zuan da Molin el XL criminal, 

qu. sier Beneto 



92.116 



Cinque Savii ai ordeni. 



t Sier Almorò Barbaro fo savio ai orde- 
ni, di sier Alvise 138. 73 

t Sier Benedetto Boldu fo savio ai orde- 
ni, qu. sier Antonio el cavalier . . 1 17. 92 
Sier Francesco Venier fo savio ai or* 

deoi| di sier Pellegrin 110.100 

10 



147 IIDXXYIII, IfiBZO. 

Sier Piero Capello qu. sier Francesco 

elcavalier 98.106 

Sier Andrea Mocenigo qu. sier Lunar- 

do, qu. sier Toma procuralor . . 71.133 
t Sier Alvise Bembo fo ai XX Savii, qu. 

sier Zuan Ballista 128. 82 

Sier Bernardo Bembo qu. sier Alvixe 

da santa Maria Nova , . . . 89.122 

Sier Lunardo Marin To savio ai ordeni, 

qu. sier Toma 94.117 

93^ t Sier Zuan Francesco Lipporoano fo sa- 
vio ai ordeni, qu. sier Nicolò • . 129. 89 

Sier Aguslin Miani fo consolo di mer- 

cadanli, di sier Zuan Francesco . . 78.129 

Sier Benelo Balbi fo podestà a Lonigo, 

qu. sier Piero 76.131 

Sier Antonio Soranzo qu. sier Maffio, 

qu. sier Vetlor cavalier procuralor 78.127 
t Sier Piero Maria Micbiel fo savio ai or- 
deni, qu. sier Piero 126. 76 

Sier Orsato Hanolesso fo saliner a Chio- 

za, qu. sier Jacomo 113.97 

Sier Daniel Badoer fo avocato grando, 

qu. sier Bernardin 97.109 

Sier Polo Morexini fo podestà a Mula, 

qu. sier Zuan Alvise 92.111 

Sier Francesco Querini di sier Anto- 

nio, qu. sier Marco 89.114 



148 



94 Le vostre lettere mi son più care che quelle di 
alcun altro amico, come eh' io peni alquanto a leg- 
gerle et ve ne souo obbligalo et reslerovvi dopia- 
mente tenuto missier Giovanni mio bonorando, se 
continuarete Io scrivermi de le nove che vengono 
a Vinegia da V uno et T altro exercito, in scambio 
de le quali vi potrei io dipingere scrivendo la mi- 
seria de morti et affamati che si veggono qui ne la 
città nostra, nonché nel paese, che è viemaggiore 
assai, percioché certamente qualche giorno i reli- 
giosi della città non possono suplire a scpellire i 
nobili soli che morer.o, oppressi da una certa mali- 
gnità di humori nascosti et quasi incogniti a medici, 
di modo che molti se ne son morii col dir sempre 
di non sentirsi male alcuno, altri facendosi a primo 
tratto tulli immobili de la persona con gravissimo 
dolor di lesta, pur tutti senza febbre molto appa- 
rente ne le parli estrinseche, ma con una certa ma- 
lignità che va loro al core, et vince di subito la 
virtù vitale et animale a un tratto, tal che a molli 
s' ha potuto far poco, per non esser stali forti a 
portare argumento alcuno di medicina. A tali di 



questi si son scoperte le petechie, a tali no, a qual- 
ch* un larghe come becci et livide, a quaich' altro 
picciole come ceci et rossette et aitarsele et puntive, 
assai simile a le ferse che sogliono venir a fanciulli ; 
degli uni et degli altri ne é guarito alcuno. La vita 
é in sommo timore, et assaissimi temendo di sé stes- 
si, cominciano schifar lo aere, fanno far fuochi di 
legni odorali, portano odori di continuo in ma- 
no, altri si lavano spesso tutta la persona et si pro- 
fumano come se fosse tempo di pestilentia espressa. 
Ce ne ha etiandio che sentendo là dove non sono 
toccali (?) fanno i lor testamenti et si guardano de 
visitare infermo alcuno, senza pensar che alcun mai 
non poi esser molto lontan dal suo fallo. 

Vedonsi poi per la città una infinità di poveri 94* 
cogniti et incogniti, oltre quelli che son ne le case 
nascosti, che patiscono de desagio per fame, quel 
che non si crederebbe. A questi pensando li homcni 
di pietà si sentono struggere il cuore dalla stessa pietà 
sapendo lor bisogni, et la lor modestia et vergogna 
de la lor fortuna, da le quali son spesse fiate con- 
dotti a la morte. Gli altri si veggono di continuo 
molti correr qua et là domandando et accattando, 
quando a le case, quando per le strade, talché non 
e possibile tenerli fora, non dirò de le corti, ma 
for di le camere, dove vengono tuo malgrado con 
inusitata prosontione, et senza alcun timor de mi- 
naccia, fatta da la lor inusitata fame. Né li vai dare 
a 200 la limosina, che di subito ve ne son raunati 
allralanli ; né é lecito passar per strada fermarsi 
in piaza in chiesia alcuna, che tu non ne hahia 
molti et molti intorno che ti priegano elemosina, ai 
quali tu vedi la fame dipinta nel volto, gli occhi che 
pareno anella senza gemme, i miseri corpi che con le 
sole loro ossa informano la pelle. Molli de i quali 
etiandio si veggono morire non pur nei luoghi lor 
deputali, ma per le strade, per le corti, sopra le scale 
de le nostre case, ne la piaza € ne le chiese ancora, 
talché non si può andare in alcuno di questi luoghi 
senza sentire un certo strano fetore, causato dalla 
immondicia et tristo fiato di questi miseri, i quali 
cridano di continuo per la città, fanno ne gli animi 
de pietosi tutti venire un certo strano orrore, con uno 
iscutinimenlo di core troppo grande, percioché né dì, 
né nolle cessano i gridori ; siche noi non abbiamo 
riposo neanche la notte, il silentio de la quale slru- 
bato da i miseri lamenti dei poveri, non pò donare 
a gli humani V usato riposo. Taich' io non ^timo 
che sia contagion alcuna ne 1* aere, ma si bene ne 95 
gli anemi de li huomeni, causata da la pietà de tali 
cose, che poi face bumor venenosi nei corpi, et gè* 



149 



ITDYXVni, MARZO. 



150 



nera h morte poi cosi subitamente. Benché certo 
lutti cittadini fanno lor debito ne le elemosine; ma 
non si pò supplire, perciochò gran parte del paese 
è qui dentro, intanto che molle ville verso I' alpi, 
Ira per la morte, tra per la parlila de le persone, 
sono restate del tutto disabitate, ne ci sarebbe altro 
ordine a remediare in parte a tanta calamità, se non 
che non si mangiasse tanto per chi ha da mangiare. 
Ma non polendo esser questo per ingordigia de li 
homeni, resta solo che Dio ci aiuti et ci salvi da Itf 
futura peslilentia. Io non so come sia venuto a scri- 
vervi queste baie, che non ebbi in animo ul princi- 
pio de lo scrivere mio. Pertanto stale sano et con- 
fortate il compare mìssicr Àguslino ci il signore 
Giovan Battista a Tare il simile; ma non scordale di. 
racomandarmi inchinevolmente al signor Girolamo 
Savorgnano. 

Da Vicenza, a li 26 di Marzo 1528. 

Di voi 



Dile a missier Àguslino Abondio che habbia a 
cuore le cose mie, con quello amore ci sollecitudi- 
ne che si ricerca la nostra amistà. 

AfTezionalissimo 
Aloyse De Porto. 

95* Al mio quanto fratello hono- 
rando, missier Oioanne 
Morello. 
Alla Bolla in Venezia 

9g Adi 28. La matina, inlroe savio ai ordeni sicr 
Almorò Barbaro primo rimasto, in loco di uno 
mancava, che era sier Nicolò Boldù, inlrò XL Zivil 

Vene in Collegio ci signor Cesare Frcgoso con- 
dutlier nostro el aricordò molte cose zercu il cam- 
po di Lombardia, el aricordò alcuni capitani de 
fanti, homeni da bene, saria bon darli condula no- 
va. Item, sminuir le zenle d* arme, el far tanto più 
cavalli lezieri, i quali é quelli fanno a questi tempi 
le facilone. El aricònlò altre cose, ci tolse liccntia 
per tornar in campo. 

Non fo questa matina alcuna lettera da conto 
in Collegio. 
« Fo in S. Marco et in Rialto proclamato di orde- 

ne di Provedadori sora la Sanità la parte di le pom- 
pe di le donne. 

Da poi disnar, fo Collegio di la Signoria et Savi 



per far li officiali di le galle di Baruto. Rimase armi- 
raio Saba, el homo di conscio Piero Vilaii ; scrivani 
et paroni che qui non accade notarli. 

Vene iterum il signor Cesare Fregoso in Col- 
legio, dicendo haver haulo lettere di suo padre che 
li scrive dobbi dir a la Signoria si provedi a V exer- 
cilo di agumenlarlo. 

Da Vicenza, di sier Zaan Antonio da ckà 
Taiapiera capitanio, di 27. Come si ha per mezo 
di missier Tal ch*é uno di primari di Trento solito 
dar qualche aviso a uno suo amico de qui, che la 
crida fatta zerca il devcdar T andada di mcrcadanti 
di le terre di la Signoria nostra a la fiera di Bolzan 
e sta revocata. Che a Trento el capilanio Castclallo 
e sta fatto capilanio di le artellarie et fa cavar dal 
castello di Trento gran quantità dì artellarie, et che 
li e sia condulo assà archibusi. Che il signor Carlo 
di Besem, el capilanio di Roveredo, el conte Gi- 
rardo de Arco, el nevodo del signor Zorzi de Pra 
de Piana, quali sono sta falli capilanei di le fantarie 
sono parlili, el vanno a la volta de Yspruclì. Che 
bona summa de farfossi de biava che erano tra 
Igna, Salorno et Bolzan si cargavano sopra ray per 
condurle a Trento. Item, che quelli del conti de 
Tiruol, che forno scritti, hanno stretto ordine de 96^ 
star preparali. Et che a Sboz, Ala et Yspruch se 
facea preparalion de alogiamenti per gente assai el 
che se aspectava di la Baviera et Colonia. 

Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor 
generai, di 26 



Magni fice et clarissime Domine observan- 97 
dissime com. 

La lettera de Vostra Signoria è stata a mi gra- 
lissima per molli rispelli, el maxime per haver 
inleso la bona opera quella usa in le cqjse mie ; del 
che io ne era ben certissimo, per haver sempre co- 
nosciuto Io amor de quella esser grande verso di 
me suo servìtor. Per il che quanto io li sia obligato 
saria difficile ad scriverlo. Altramente al presente 
non so ehe dir, se "non rengraliarla quanto so et 
posso. Vostra signoria non se darà admiraliou dei 
mìo raro scriver, perchè non li è stalo cosa de mo- 
mento. Quella se deve ricordare, che quando il si- 
gnor domino Leva usci de Milano, ne scrìssi a la 
signoria vostra che la principal cosa era di socorer 
Lecco, come hanno facto, el anche il suo disegno 
era di veder de acquistar questo lozamento et le- 
varne de qui ; maxime fevano disegno che quelli 
fanti erano in Melzo fussero causa de far perdere 



ISi 



MDXXVni, MARZO. 



152 



diclo lozameoto. Et che sia vero, vene con animo 
di volerse meUer infra Melzo et qui, et far perder 
quelle gente erano in Melzo, over che col disordine 
di esse gente far V uno et V allro effecto de Melzo 
et de qui. Ma lo ìllustrissinìo signor Governatore et 
clarissimo Provedilor anticiporno il tempo, et sal- 
varon le genie, assecurandose qua. Ma questa fu la 
loro intenzione. Magnifico Capitanio, perfino che le 
nostre forze sono state insieme et grosse, nui semo 
stati patroni de la campagna, né posseano dir li 
inimici che M fiato fusse suo, perchè subito loro era 
fora de Milano erano presi. Da uno mese in qua, o 
circa, le nostre gente hanno cominciato a, sfilare et 
andar in campo de franzesi et de inimici; quella pò 
sapere, che da una hora a V altra sanno meglio le 
gente che noi semo, et più che da poi che hanno soc- 
corso Lecco, per haver visto gran poltronaria ne li 
nostri fanti ; et da novo ogni di sen vanno, de sorte 
che el Leva delibera dislogiarne de qui, o sachegiar 
Bergamo. Et se ha da più lochi, che*l prepara ponti 
da passar acque, scale et vicluarie, et più se ha che 
deve levarse da Pionlello et andar alozar a Vilmer- 
cato, et de 11 voi andar ad Trezo et buttar un ponte. 
Quella sapia, che da più lochi se ha, che '1 poi me- 
nar con effecto con seco 6 mili& fanti, et tuttavia 
ingrossano, perchè italiani tutti concorrono là. Vo- 
stra signoria pensi, che passando loro con questo 
numero, che modo havemo nui da tenir che non 
passamo 3 miliara, che per assicurar le cose di Berga- 
97* mo non vorremo esser per niente manco de 3 milia- 
ra? Indichi quella, che abandonan lo nui questo alo- 
zamento et non facendo altra provision, sarla forza 
che tutta Jeradada andasse in preda. Oltre che, non 
so come passasse le cose da Lodi et Pavia, che non 
gli è tutte quelle provisione bisognaria. Siche lo 
illustrissimo signor Governator et clarissimo Pro- 
vedilor ne sjanno di mala voglia de esser coodutli 
oosl miseramente ; del che è causa li captivi paga- 
menti et carestie. Pare che le lor signorie habino a 
questi di scripto a la illustrissima Signoria, et non 
ne hanno resposta. Et per questo par, che questa 
mattina se siano resoluli mandar lo illustrissimo si- 
gnor Cesare Fregoso a la Serenissima Signoria. Io ho 
visto in altri lochi far tutto quello si pò et se sa per 
vincer; qui me par sia tutto Topposito, che se fa ogni 
cosa per perder.Che'l sia vero,che di fa se parti di Lodi 
spetiarie, malvasie et salumi, chi dice per 6, chi per 
10, et chi per 18 milia ducati, quale robe andavan 
verso Milano et se imbatterò in certi cavali del 
conte de Gaiaza, et parte ne sacchegiaro et parte ne 
andò a salvamento. Io non ve dico de le salvaguar- 



de facte qua, et la fine in el monte di Brianza, che 
adesso parte ne galde li nostri inimici. Siche, ma- 
gnifico patron, non posso far non habbia passion, 
perchè ce vedo in male esser, in preda de poltroni. 
Pur il signor Dio ce mette la sua mano El se ba, 
che r altra nocte dui capi di questi Adorni si erano 
presentati verso Genua con 500 fanti et aspectavan 
la armata cesarea che s' era parlila da Corsica, qual 
non se intende dove la sia arrivata ; ma se li dui 
capi spingeano inanzi, per haver il signor Teodoro 
poca zente, si indica facii che banano preso Genoa, 
el uno de ca' Doria ha facto certa zente in favor 
di franzesi, le cose andavano poco bene. Et se ha 
ancora da qualcuno, che li inimici vogliono andar in 
su Lomellina. Apresso scrivendo questa, el se ha 
hauto, che le zente inimiche che voliano andare in 
Lomelina sono revocate et vengono verso Trezo 
per buttar el ponte, et già hanno comenzo a butar 
et gionger le barche insieme. El Leva doveva hier 
sera allogiare a Monza. Altro non scrivo per hora. 
De continuo a vostra signoria me ricomando. 

Dal campo a Cassano, a dì 26 di Mar- 
BO 1538. 

De Vostra Signoria servitor 
Antonio de Castello. 



A dì 29 Domenega. La matina, vene in Colle- 98 
gio I* orator di Milan con una lettera di Lodi, di 
domino Zuan Battista Spiziano, li scrive de prepa- 
ramenti de inimici, et se doveria far più numero 
di fanti, perchè il Leva voi venir a Cassan; et che 'I 
voi far più fanti a nome del signor Duca qual se 
aspecta a Cremona el torà danari ad imprestedo da le 
città, cussi doveria far la Signoria nostra in questo 
bisogno, far etiam le città contribuissa, et si fazi 
presto. Il Serenissimo laudò, et si faria. 

Da Bergamo, di rectori, di 26. Come con- 
tinua pur le voce che inimici voglino metter ponte 
a Trezo, facendo grossa preparation di barche et 
legnami. Il clarissimo provedilor Moro, dirnan fa 
intrar in la città domino Guido de Naido con fanti 
500, li quali tutti alogierano in Borgocanal di ordine 
suo, et dimane etiam si principia un reparo a la 
dieta porla de Canal per fortificar un poco quella 
parte, benché si spera non accaderà. Inimici fanno 
tutte queste moveste, solum per far mover l' exer- 
cito nostro da Cassano. 

Da Salò, di sier Hironimo Oradenigo prò- 
veditor et capitanio di la Riviera di brexnna^ 



153 



miamit uàsao. 



154 



di Con avisi di le cose di sopra. La copia 

sari di sotto. 

Di Nieoìò Barbaro eapitanio del lago di 

Garda, di Avisa che saria bon, essendo 

molion dì sopra che inimici siano per calar, buttar 
le ... . faste in lago, qua! le armerà ; ma si mandi 
de qui li patroni et 8 compagni etc. 

Di Verona, di sier Daniel Barbaro capi- 
taniOf et sier Zuan Emo podestà, di 27. Con 
avisi in conformità di le cose di Trento, et prepara- 
lion si fa et provision bisogneria per custodia di 
quella città." 

Da poi disnar fo Gran Conscio, et non vene el 
Serenissimo. 

Et a nona fo lettere del procurator Pexaro^ 
dal campo in Campagna . , . . , di 20 et 21 



990 Fu posto per li Consieri, la parte di far Savii di 
Zonta per tre mexi iusta il solito,, el fu presa. Ave i 
633, 360, 75, et fo papié non intesa chi la contra- 
diseva, era persa. 

Fu posto, per li Consieri, excepto sier Zuan 
Miani el li Cai di XL, concieder una galla soltil di 
r Arsenal, inavegabile, a li frati di S. Cristoforo di 
la pace per serar il suo orto, che il pare cascò. Et 
fu presa. Ave: 812, 195,94. 

Fu fatto eieclion di Podestà el eapitanio a Tre- 
vixo, con condition vadi fra uno mexe, el si fa per 
esser morto sier Francesco Zane questo mexe, qual 
poi Pasqua dovea far i' inlrada ; el niun passoe. 
Item, Proveditor sora il cotimo di Damasco, tolti 
gran scontri el niun passoe. Item, di Pregadi ri- 
mase sier Hironimo Polani el dolor, fo di la Zonta, 
qaal passò di ... . ballote : et si feva 4 XL Zivil 
ordinarli tolti con titolo quasi lutti, tamen non 
passoe solum tre. 

Da poi Conscio, ia Signoria si redusse in Colle- 
gio con il Serenissimo el Savii et Cai dì X, per far 
provìsion a la città di Verona. 

Da Bergamo, di rectori, di 27, hore 1. Co- 
me inimici non hanno fatto altro. Dicono voler but- 
tar il ponte su Adda. Li é sta manda zenle a lo 
incontrò. Hozi Guido di Naido entra de li, qual ha 
di conduta fanti 500, ma ne bavera almeno 300 ; 
siche la terra sarà assegurata. 

Di sier Carlo Contar ini proveditor general, 
de Val de Cavrin, di 27. Come é sta a veder 
quelli passi per dove poleno calar lodeschi, el non 

(1) U etrta 98* è bùmca. 



si poi proveder se non con zenle a l'incontro. 
Item, manda una lettera bauta del Proveditor di 
Salò, con avisi. 

Da Salò, di sier Hironimo Oradenigo prove- 
ditor et eapitanio de la Riviera di brexana 
di 26 Margo 1528, drisata a sier Carlo 
Contarini proveditor general. 

Magnifico el clarissimo tamquam frater ho- 
norandìssimq. 

Significo a vostra magnificenlia come, per una 
mia spia per me mandala a Trento et hoziè gionla 
da mi, son avisalo come lodeschi hanno comenzo a 
far gente per tulio il paese fin ad Riva et ad Arco, 
et che hozi il conte Girardo de Arco é cavalcato in 
•Yspruch. Et che a Trento se dice publicamente, 
ditto conte Girardo esser fatto eapitanio general di 
tutte le gente, et che il eonte Hironimo da Arco 
cusin del ditto conte Girardo va eum lui el fa zen- 
te. Et che ad Arco li sono 4 magistri di archibusi, 99* 
quali di et nocte lavorano in conzar zoè in cassar 
archibusi, et che a Trento li sono tre fusine che 
continuamente lavorano in conzar archibusi, et che 
li magistri sono de Valtrumpia. El che a Trento 
hanno tiralo fuori rarlellaria del castello. Dice etiam, 
che uno Baptista Spagnol, qual sta in Avi di so- 
pra de la Corvara in uno castello del conte Gi- 
rardo, fa fanti 500 in quelli loci circumvicini. Dice 
etiam, che a li 16 de 1* instante fu condulo a Tren- 
to cavalli numero 16, lutti cargi di archibusi, quali 
sono sta tolti in Valtrumpia. Dice etiam uno, qual 
vien da Castion, come el conte Aloysio de Castion 
é andato a Ferrara tre aut quattro fiate a stafella 
dal conte Zorzo et dal conte Ludovico da Lodron, 
quali son II a Ferrara, et che ditto conte Aloysio è 
soldato cum Ferandino, et ha commissione de far 
gente, et per quanto si intende ha dato principio. 
Io starò attento, et mandale de le altre mie spie a 
Trento et a Bolzano, el de quanto intenderò, subilo 
ne darò nota a vostra magnificenlia. El cosi prego 
quella, che bavendo alcuna cosa che sia de momen- 
to, me ne voglia dar adviso. Et a la magnificenlia 
vostra me racomando el ofiero. 

Salodii, die 26 Martii 1528. 

Da Sassan, di sier Gabriel Barbo podestà 
et eapitanio, di 28. Scrive avisi ut supra, quasi 
in conformità di questi di Salò. 

Da Vicenga, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiàpiera eapitanio, di 28. Come, per uno ve- 



153 



MDXXTUI, MARZO. 



156 



nato hozi da Trento, si ha di preparamenti ut su' 
pra, (àmen in caslel di Trento esser aolum 7 
canoni di 50, né altro si vede. 

Di Ravena^ di sier Alvise Foscari provedi' 
ior, di 28. Come ha haulo lettere di Rimano, di 
ano Monaldin. Come era lettere da Orvieto nel 
signor Malatesta di Àrimino, che il Papa havia be- 
nedl il suo nontio et voi perdonarli il tutto, et darli 
quanto fu capKulato etc. 
100 Veneno in Collegio sier Ruzier Contarini, sier 
Zuan Sanudo et sier Jacomo Pixani proveditori 
sora la Saniti, dicendo il Capitanio zeneral nostro 
duca di Urbi!), per avisi si ha, vien di Ravenna a 
Chioza per venir in questa terra, et atento a Chioza 
si muor molto di peste, pertanto non voleno che 1 
venga qui passando per Chioza, unde fu mandalo 
per missier Baldo Antonio Falculio orator del ditto 
Duca, al qual il Serenissimo li disse, scrivesse al 
Duca questo et non andasse a Chioza per causa di 
la peste ; et cussi fo expedite le lettere, mandate a 
posta per cavallaro. 

I)a Br^xa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
di 27, pariicular, vidi lettere. Come hi aviso 
che a Trento se fornisse et fasse archibusi, et esser 
fatto tre fusine da far ballote per persone che dico- 
no de veduta ha ver visto barche, etiam alcuni di- 
cevano che si fazeva fanti; tamen per un cittadino 
di questa terra, qual vico da Bolzano et ha menato 
certi cavalli, qual dice de 11 non se parlar, né farse 
preparatioQ alcuna; siche non sa qual si debbi 
creder. 
100« A dì30. Ia mulina, vene in Collegio missier 
Baldo Antonio orator del duca di Urbin, dicendo 
haver lettere dal Capitanio, dal Porto Cesenatico. 
Come ha haulo una lettera da Padoa, che la Du- 
chessa sua consorte a Padoa stava malissimo, però 
andava a stafTeta a Padoa et la sua fameia veueria 
de longo qui, qual zonta, lui poi vegniri in questa 
terra a far revcrentia. In questo mezo visiterà la 
Duchessa. 

Vene 1* orator di Mantoa per cose pariicular, et 
il Serenissimo li fece lezer la lettera del Pexaro, di 
91, con le nove. 

Da Bassan, del Podestà et capitanio, di eri. 
Con avisi di le cose disopra. 

É da saper. Sier Gasparo Malipiero vicecao di 
X, ussite, et tornò Cao sier Nicolò Venier, che per 
la morte dì la fia é stato in caxa. 

Da poi disnar fo Prcgadi, et lecto le soprascrite 
lettere. ^ 

Di sier Toma Moro proveditor general, da 



Cassan, di 28, hors 17. Come la compagnia del 
conte Flercules Rangon é risolta, et lui vien a la 
Signoria per far sua scusa. Scrive si mandi danari, 
è creditor di ducali 5000 tolti ad imprestedo, et 
molti soldati é andati via per non haver danari. Bi- 
sogna al mexe da 37 milia ducati per pagare le 
gente. Scrive é stè concluso, che giltando inimici 
ponte a Trezo, come tentano et prep^irano, giltar 
ponte da retirarsi nostri a Trovi col campo, mia 3 
de qui, et lassar in Cassan 800 fanti, et se inimici 
non passerotto, voleno far con la cavallaria et fanta- 
ria cossa honorevole. Ancor che si dica il caslellan 
da Mus esser d* acordo cum li inimici, per quanto 
ha dillo Lunardo Bordegello, qual dice do fanti 
venuti haverli ditto questo esser, ma si ha lettere 
del caslellan da Monguzo che dice tutto Popposito, 
et é fradello del ditto caslellan et lo ponte di Leco 
si lien gaiardamenle. Si ha, a Trezo esser a ordine 
ogni cosa per giltar il ponte, et tolta la mesura di 
r aqua di Adda, beri il signor Paulo Luzasco et il 
conte di Caiazo con domino Zuan Battista da Castro 
sono corsi sino apresso Milano, et hanno dissipato 
molle victualie, et preso alcuni spagnoli et lanzi- 
nechi. Lo campo de inimici molto patiscono de vie- [{ 
tuarie, et stanno pur per levarse; a qual volta siano 
per andar non si sa certo. Chi dice venirà a passar 
a Trezo sul bergamasco, chi dice voi ritornar in 
Milano, et non lassano andar li sui cavalli fuori, per- 
chè non pono star per fame et scamperano. Scrive, 
se fosse danaro nel nostro campo per far gente, 
tutti li italiani sono con inimici si dice veoeriano 
in questo exercilo, et saria oplima cosa. Conclude, 
inimici hanno compito di far il ponte, né li bisogna 
altro che buttarlo. Qual è in Trezo, pur le gente 
sono ancor a li soliti lochi, videlicet il signor An- 
tonio da Leva a Piontello con parte di le sue gente 
et r altra parie è ancor di sopra Lecco, et se inten- 
de sono per anJar a la expugnation di Monguzo, 
terra custodita da le gente del castellano di Musso. 
Scrive, Bergamo é in gran paura che ditti inimici 
non passino et vadino a quella volta. ^ 

Da Fiorenea, del Surian orator, di 23. i 
Come è stato con quelli Signori, et scrive colloquii 
habuli con loro. Quali si doleno cheM Capitanio ze- 
neral si parti per Lombardia, et il Pixani con lo 
exercilo ito a trovar monsignor di Lautrech, pero- 
che hanno, il Papa a Orvieto fa fanlarie et dubitano 
vogli venir contra di loro, et ha tolto .... Vitelli 
per suo capo. Et zi li popoli di Fiorenza cominziano 

(1) U oarU 101* 4 biinca. 



157 



IfDXXVlH, IfAJtZO. 



m 



a mormorare che sono in guerra, et quando erano 
sotto Medici stavano in pace senza pagar baiceli! 
eie, et che se fosse qualcheuno de la casa de Medici 
io la città, dubitariano di novità. 

Del 6rangi8^ da Coyra^ di 24^ vene lettere^ 
mandate per li rectori di Bergamo. Cume erano 
zoDli li 3 oratori de V Imperator, quali hanno auto 
audientia et portato ducati 600 di la pension li dà 
Soa Maestà a quelli grisoni. Hanno richiesto tre 
cosse: la prima, passo per venir zente in Italia ; la 
seconda, il transito libero di poter venir et tornar ; 
la terza, poter tuor a suo stipendio quel numero di 
grisoni parerà a Sua Maestà. £t questi signori han- 
no fatto una dieta per farli risposta, in la qual esso 
Grangis é inlralo, et a caso li era zonto 4500 scudi 
del re Cbristiaoissimo, che li mandava per le pen* 
Sion ordinarie, quali li hanno dato et pregato non 
voy assentir, etc. Unde hanno rimesso la risposta 
a una altra dieta, la qual si farà la Domenica di le 
Palme. liem^ sono venuti do oratori di sguizari a 
questi signori, a dir per niun modo si voy aderir a 
i' Imperator, perchè farlano cosa contraria al voler 
di loro ^uizarì, quali voleoo esser con il re Chri- 
siianissimo. 
103« Da Crema, di sier Luca Loredan podestà 
et eapitanio, fo letto lettere^ di 26. Come bora, 
havendo hauto da uno mio explorator come spa- 
gnoli da Milano si mettevano a V ordine a Mare- 
gnano per venir a li danni dì Lodi et lodesano per 
far buttini di bestiami et presoni, por haver gran 
penuria di carne, et che il capilanio Zorzi Stafer 
con 300 se ha partito questa matina per andar a 
Vegevano. 

Del ditto, di 28. In questa bora, per un mio 
explorator, ho hauto, come beri li nostri cavalli 
leggeri battettero le strade da Milano et Monza, et 
da Milano a Pianello, quali alrovorono che grfinde 
numero di vivanderì conducea vino, parte suso 
cavalli, et parte a spalle di contadini, chi con brenti 
chi con vin et pane, con altre cose vivatìce, che si 
conducea a Piontello. U tutto li fu tolto per nostri, 
et quello non si potè condur, fu sparso et rotti li 
amasi et svalisati tutti quelli. Et preseno ancor un 
genlilhomo spagnol suso una chinea ben ad ordine, 
qual andasea a spasso a dame, et a Cassano lo han- 
no condutto pregione ; né per dilla cavalcata si ha 
altro. Intendo per altre vie, essi spagnoli fanno uno 
grande bravare di voler far gran cosse, et fanno 
ancor preparation di barche et .Ugnami a Irezo, 
cegnando voler buttar ponte. Quelli di verso Lecco lo 
soceoreoo da vicluarie iu quello poco ponoo et mi- 



nazano pur voler andar a pigliar Monguzo, ove à 
dentro il signor Joan Battista di Medici fratello del 
castellan di Mus, qual scrive, se ti andarano, bon 
conto di se renderà. 

Da Orvieto, di 21, di domino Alvise Lip- 
pomano, vidi lettere partieular. Come de 11 
sono lettere al Papa, di Roma, del reverendissimo 
Campezo legato ; come sono avisi di Spagna, che 
Cesare manda uno gran personazo al Papa con 
autorità di far la pace con Sua Santità senza scri- 
ver altramente in Spagna ; il qual si tien sarà lo 
arziepiscopo di Bari. 

Fu posto, per li Consieri, una p&rte, che li Sin- |03 
dici di terra ferma è fuora, ancora che i com* 
pieno, possino continuar il sindicà, ut in parte. 
La copia é qui avanti. Fu presa. Ave : . . , . 

Fu posto, per li Consieri, Cai di XL, Savi del 
Conseio et terra ferma, una parte di uno candioto 
Zanin Tornari condulor del dazio de V Ibtrada et 
Insida di vini di Candia del 1529, qual voi ristoro 
per la guerra di Rodi et per la peste, però li sia 
fatto restoro di perperi 3763 et fatto del resto 
termine 6 anni a pagar 130, 11, 27. 

Fu posto, per tutti di Collegio, excepto Savii 
ai ordeni, havendosi exercitato Antonio di Zuane 
di S. Bonifacio ditto el Conte, nuirangon in TAr- 
senal in condur ponti fuora, et V anno preterito 
con il ponte posto sul Serio se infermò et in tre 
zorni morite a Bergamo, et ha lassa la moglie 
con 5 fiole et uno fio, però sia preso darli per il 
maritar di Anzola et Franceschina soe fiole ducati 
25 per una per suo maridar da poi le saranno 
transdule, a l'oficio del Sai di la casa piccola, a 
ducati do al mexe, ut in parie. Fu presa. liO, 
24, 13. 

Fu posto, per li Consieri, Cai di XL et Savii 
dil Conseio et terra ferma, alento la relation di 
sier Zuan Moro fo Luogotenente in k Patria di 
Friul, et per lettere di sier Zuan Basadona el do- 
lor è al presente di la ordinanza de li 3000 ho- 
meni archibusieri btta in la ditta Patria, di quali 
in ogni evento si potrà haver bon nuoo^ro di ar- 
chibusieri, sioome etiam i sta fritta io brexana, 
però sia preso, che 'I sia dà autorità al Collegio 
nostro di poter far le ordinanze predille, etiam 
ne li altri territorii nostri, come li parerà, prin- 
cipiando al presente dal trivixan per esser pili 
propinquo, et sia fato capo a disciplinarli et loro 
governador il fidelissimo Lodovico Malombra cit> 
tadin nostro, qual è sta nel roestier del soldo, el 
qual se intwli capo do l' ordioaim di trivixnoB, 



159 MDXXVUI, MAKZO. 

con ducali 12 di provision, a page 8 a Tanno a I 
la camera di Treviso, da esser pagato, et (axe per 
cavalli 5 nel territorio trivixan; il qual principii 
la provision come darà principio a far la ditta 
ordinanza. Et balotà do volte non Tu presa, per- 
chè la voi i Ire quarti. Ave la prima volta : 130, 
52, 12. Iterum: 137, 63, 9. 
103* Fo tolto il scurtinio di tre Savii del Conscio 
ordinarli, et Tono nominati sier Hironimo da chà 
da Pexaro, sier Zuan Badoer dottor et cavalier, 
et sier Toma Mocenigo, i quali sono sta electi di 
XX Savii a tansar la terra, et era in dubbio li 
Cnnsieri se poteano esser ballolati vel non, et a 
la fin terminorjno cbe i potesseno esser ballolati. 
Unde li Avogadori di Comun, visto esser disor- 
dine, et sier Alvise Mozenigo el cavalier haver 
balòlà, qual si cnzava, intromesse la ditta balola- 
tion, et andò in renga narrando al Conscio. Et 
parlò sier Marco Antonio Contarini V avogador, et 
insieme con sier Michiel Trivixan messe il terzo 
sier Alvise Don el dottor é a Brexa, di taiar la 
ditta terminalion, et fu presa. Ave: .... 

Da poi li Consieri messeno al Conscio, per 
viam declarationiSj se poteano esser questi tre 
nominali di sopra esser electi, overo non, et fu 
preso de si, perchè la leze di la loro creation é 
chiara, et cussi fono ballotati ; ma contradise sier 
Toma Mocenigo, dicendo la parte é chiara per loro. 



Scurtinio di tre Savii del Conscio. 

Sier Gasparo Malipiero fo Cao del Con- 
scio di X, qu. sier Michiel . . . 78.158 
t Sier Lunardo Emo el savio del Con* 

seio, qu. sier Zuan el cavalier . . 140. 78 

Sier Ferigo Renier fo avogador di Co- 
mun, qu. sier Al vixe . . . . . 55.155 

Sier Sebastian Justinian el cavaliere 
orator al Chrislianissimo re di 
Pranza 114.107 

Sier Zuan Badoer dottor et cavalier, fo 

capitanio a Verona 62.148 

Sier Marco Foscari fo ambassator al 

Sommo Pontefice 91.123 

f Sier Hironimo da chà da Pexaro fo sa- 
vio del Conscio, qu. sier Beneto 
procurato** 132. 97 

Sier Toma Mocenigo fo capitanio in 
Candia, di sier Lunardo procurator 
qu. Serenissin\p 107.107 

Sier Alvise Gradeoigo fo Cao del Con* 



160 

seio di X, qu. sier Domenego el 

cavalier 110.112 

Sier Alvise Michiel fo Consier, qu. sier 

Veltor 40.166 

t Sier Marco Dandolo dottor el cavalier 

fo savio del Conscio 134. 84 

Sier Jacomo Soranzo el procurator. . 94.127 
Sier Nicolò Michiel el dottor fo capita- 
nio a Bergamo 53.157 

Due Savii di terra ferma. 



Sier Lunardo Zantani fo a la camera 

d' imprestidi, qu. sier Autonio , . 94.122 

Sier Andrea Mocenigo el dottor, è di 
Pregadi, di sier Lunardo procura- 
tor qu. Serenissimo 118.98 

Sier Zuan Contarini fo podestà a Vi- 
cenza, qu. sier Alvise qu. sier Ber- 
tuzi procurator 113.110 

Sier Marco Antonio Contarini fo savio 

a terra ferma, qu. sier Michiel . . 95.118 

Sier Hironimo Grimani fo Cao del Con- 
scio di X, qu. sier Marìn .... 127. 99 
t Sier Nicolò Tiepolo el dottor fo savio 

a Terra ferma, qu. sier Francesco. 156. 68 

Sier Andrea da Motin fo a la camera 
de imprestidi, qu. sier Piero . . 

Sier Troian Bollani qu. sier Hironimo . 

Sier Ruzier Contarini, el proveditor 

sora la Sanità, qu. sier Bernardo . 

f Sier Bortolomio Zane fo a la camera di 

imprestidi, qu. sier Hironimo . . 

Sier Donado da Leze fo di Pregadi, qu. 

sier Michiel 81.135 

Sier Jacomo Antonio Orio fo a la ca- 
mera de imprestidi, qu. sier Zuane. 1 18.104 

Sier Vetor Pixani fo proveditor sora la 

revision de i conti, qu. sier Zorzi . 47.156 

Sier Zuan Nadal Salamon fo savio a 

terra ferma, qu. sier Toma . . . 117.106 

Sier Anzoto Gabriel fo avogador, qu. 

sier Silvestro 126. 97 

A di ultimo Marsso. La matina vene in Col- 
legio sier Domenego Grilli, venuto irector et pro- 
veditor di Cataro, in loco del qual andoe sier 
Marco Barbo electo per danari. Era vestito di ve- 
ludo ttegro, el referi insta il solito, el laudato dal 
Serenissimo. 

Di $ier Carlo Contarini proveditor sene* 



112.105 
103.118 11 

78.136 

135. 90 



m 



MDXXVni, MARZO. 



102 



raì, di 29, da Verona, fo lettere. Come era 
ritornalo li, stalo in Valpulesella et Val di Caprino 
a veder li passi. Et scrive le arteilarie sono io 
Verona, et altre provision accade far. 

IH reciori di Verona fono lettere eliam di 
W 29. Con avisi hauti di sopra. 

Da poi disiiar, fo Conscio di X con la Zonta, 
et fo fatti Cai del Conscio di X di Aprii, sier Ga- 
5pro Malipiero fo Cao di X, sier Vicenzo Capello 
fo Conf^ier et sier Uirouimo Loredan fo capitauio 
a Verona. 

Fu posto una gratia di sier .Andrea Bondi- 
mier, qual, hesst*ndo morto suo fiol sier Antonio, 
qual è sta ainaziito, et per ducati .... era stù 
electo castelan al Scoio di Napoli di Romania, 
che *l ditto suo impreste lo possi scontar in anga- 
rie per lui et per altri a ducati 100 per volta, 
Zoe per angaria : et balolata do volte non bave il 
numero, et non fu presa, et li fo fatto torlo, per- 
ché é sta fatto in altri rimasti per danari et morti. 

Fu posto una gratia di la moier fo di sier 
Renier Vituri qu. sier Piero di Cròia, a la qual 
per Gran Cooseio fu concesso la canzellaria di 
Zara per ... . rezimenti, per suslentation di soi 
(ioli et Se, bora dimanda li sia concesso per 5 
rezimenli, taxà sopra la canzellaria di Parenzo du- 
cali 5 al mexe, aziò possi maritar soe fie, eie. 
Ave : H et 6, et non fu presa ; voi li quattro 
quinti. 

Fu posto, per il Serenissimo solo, una parte 
di confirmar certo ordine fatto a Padoa per sier 
Mallo Michiel podestà, che atento la carestia gran* 
de, non possi li monari luor più il copo, ma soldi 
3 per staro padoan. Et perchè di quelli di !a Zonta 
erano molli cazadi, To reduta la cosa nel Conscio 
(li X semplice, et posta pur per il Serenis.simo, 
qual molto si scaldoe su questo per esser bene* 
ficio di la povertà di padoana. Et fu presa. 



105 



Die 30 Marta 1528. In Rogatis. 

m 

8er Marinus de Molino, 
Ser Joannes Emiliano, 
Ser Daniel Maineritis, 
Ser Marcus Minio, 
Ser Aloiaius Moeenieo eques, 
Ser Franeiacus Donato eques, 
Consiliarii. 

Ser Joannes Franeiacus Emiliano, 

1 Diarii di M. Sanutq. -> Tom. IL VII. 



Ser Joannes Maiheus Bembo, 
Ser Carolus Capello, 
Capita de Quadraginta. 

Essendo proximi al fìnir de V ofTilio suo i nobeli 
bomini Nicolò Bolani, Jacomo Barbaro et Bortolo- 
mio da Canal auditori et sindici nostri da terra 
ferma, é conveniente servar in loro quello che in 
ogni tempo et in simil casi sempre é sta servalo, 
maxime questa ultima volta, che furono Sindici li 
nobel bomeni Piero Morexiiii et Beneto Barbarigo, 
però; 

L* anderà parte,* che per auctorilà di questo 
Conscio, li preditti Nicolò Bolanì, Jacomo Barbaro 
et Bortolomio da Canal sindici, possino exercitarsi 
non obstante el compir de Tofficio di Auditori, eum 
la medema auctorìtà, condition et modi che i se 
retrovano al presente fino a la compita espeditione 
del sindicato suo, come per sue lettere cum io- 
stantia ne hanno rechiesto. 

De parte 158 

De non 20 

Non sincere 6 

Die dicto. In Rogatis. 

Ser Marcus Antonius Contareno, 
Ser Michiel Trivixano, 
Advocatores Comunis. 

Quoi ista ballotatio Consiliariorum, qua termi- 
natum fuit quod nobilis vir Hironimus Pisaurus 
qui est de Sapientibus electis super taxis possil pro- 
bari Sapiens Consilii, in quo casu etiam sunt 
nobiles viri Joannes Baduarius doctor et eques et 
Thomas Mocenicus, tamquam male et indebite facla 
quia nobilis vir Aloysius Mocenicus eques Consilia- 
rius ballotavit cum non potuerit, rationibus allegatis 
iocidatur auctoritate huius Consilii et anouletur. 

De parte i 5 1 

De non 38 

Non sincere 3 

Expulsi fuerunt supradieti tres nobiles cum 
eorum propinquis. 



11 



168 



IfOXXTIII, MARZO. 



164 



1061) Die dieta. 

Ser Marinus de Molino, 
Ser Joannes Emiliano, 
Ber Daniel Henerius, 
Consiliarii, 

Quonium verlilur dubium an viri nobiles Joan- 
nes Biiduarius doclor et eques, Hironimus Tisaurus 
et Thomas Mocenicus possinl probari Sapienles 
Consilii cum ipsi elecli sin! Sapienles super laxis, 
ideo vadil pars, per viam declarutionis, et primo 
quam ponunl, quod predicli Ircs nobiles non pos- 
sinl probari. 

— 42 

Ser Marcus Minio, . 
Ser Iranciscus Donato eques, 
Consiliarii. 

Ser Carolus Capello, 

Caput de Quadraginta loco Consi 
liarii, 

Quod possinl probari. 

— \n 



Non sincere 



8 



Expulsi fuerunt omnes nominati et suorum 
afflnes. 

1527 (?) a d\ ultimo MarMO. 
Seri tura data a la Signoria per uno di Bassan. 

Io Bernardin Gelpho dico a Vostre Signorie, 
che in questa malina a bore 14 ho scontralo in 
Marznria uno nominalo Zuane del Negro da Grigno 
de Valsugana, mio grandissimo amico, qual assais- 
sime fìade è stalo a manzare et bevcre in caxa mia. 
Et prima gli ho domandato quello lui é venuto a 
far in questa terra. Me ha risposo, esser venuto 
per comprare certo veludo et un puoco di malvasia 
per uno certo missier Maximian Petrapiana, con el 
quale dice esser eonzalo per capo di squadra, per 
esser lui Tatto eapilanio di fanti 300. Item, li ho 
dimandato se a Trento si fa alcuna preparation di 
zente, overo di altro, et che oppinione é la sua. Mi 

(1) U cuU i05* è Uinflt. 



ha ditto, che gran provisìone fina bora é fatta di fa- 
rine et biave, si de li quanto a Rovereto. Item, 
che assai pezzi de artellaria erano slati tirali fora 
del castello di Trento per veder se gli bisi^gnavu 
cosa alcuna, idest artellarie menute. Item, dice 
che in Trento in più fiade gli é venuto zerca fanti 
numero 350, venuti per suo iuditio de la Val de 
Non, et che de li se diceva expectarsi cerca lanze 
300, el che subito quelle zonte, se adunerà tutte le 
fantarie per avanti desi*ritte, le qual sarà a la suiti- 
ma de fanti 8000 et più, et che petisa certo non 
passi 24 de Aprile che tiebbaiìo calare, tlul i do- 
mantiato a che banda lui iudica liabbino a calare ; 
lui dice creder certo per la via di Verona, Schio ci 
Bassan, et che Zobia passata in Trento gli erd as- 
saissimi capitani el castellani di quelli castelli, quali 
feceno fra de loro gran reportamenti. Item, IkìIIì 
dimandato cerca V Àrchiduca ; me dice lui retro- 
varsi per fermo in Vienna, insieme con il vescovo 
di Trento, el eh*» le sue zente erano tulle ne la 
Hongaria. Holli dimandato se crede che T Àrchidu- 
ca sia per venir a la volta de Italia, overo mandare 
sue zente. Dice, per suo iu<litio, che*l dillo Principe ]( 
non venire lui, ma crede ben che sia per mandare 
una bona banda de cavalli. El io gli dissi se turchi 
venisseno a la volta de Hongaria, el bisogneria più 
presto che vui altri andaste a quelle bande, che cer- 
car de calare de qui. Me rispose el disse, di le 
terre franche oltra V Hongaria et Boemia aiuteraoo 
dillo Ardiiduca, et di zente quanlo di danari, el 
che certo cosi gli hanno promesso. Altro tion hO| 
salvo a Vostre Signorìe mi racomaudo. 



Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor 
general, di 29 Mar$o 1528, hore 20. Come li 
inimici stanno dove erano a Piontello, ne si move- 
no^ el patisseno molto de victualie. El conte di Caia- 
zo hozi ha cavalcato con la sua compa^nia el :K)0 
arcliibusieri, per andar di sopra verso Milano per 
romper una guardia fanno inimici al ponte di Lain- 
bro; il qual ancora non é loriiaio, non si sa quel 
opererà. Quelli da Trezo hanno in ordine il ponte, 
né però lo gettano su Adda, el stanno cussi. 
Manda la : 

Copia di una lettera da Copra, di monsignor 
di Qrangis, qual dice eusA : 

Magnifico el clarissimo signor Proveditor mio 
honorandissimo. 

Aviio Tortra signorili come qui g* é folto una 



l 



m 



HMXVni, M ABZO. 



166 



diefa generale a richiesta de li imperiali, come scris- 
si li giorni passali a quella se havea a fare, a la 
qual se li sono trovali tre oratori imperiali, quali 
hanno domun«Ia{o tre cose. La prima : che questi Ji 
voli'sseno dar passo a li lanzinecli per andar a Mi- 
lano; la seeunda : che questi signori vogliano far 
che dilli passi st ano aperti et sicuri per poter man- 
dar victunrie et monition a Milano et Como; la 
lerza : che possano levare di le gente di questi si- 
gnori per mandar con dilli lanzinech. Il che veden- 
do, subito andai in dilla dieta, et feci intendere a 
questi signori, che ancor cb* io Tossi certissimo che 
sue signorie, come homeni dabene et di fede, non 
fusseno per con iescendere ad alcuna de le doman* 
de de dilli imperiali perché sono disoneste et leo- 
denle contro V honor loro, nondimeno per il debito 
mio me pareva recordarli, che questo saria expres- 
samenle conira la confederatione fatta col Christia^i 
Dissimo re, pregando sue signorie a voler dar re- 
pulsa a dilli oratori. Et sopra ciò li dissi molle pa« 
role, che per brevtlè ometto. Da poi comparseno 
dui oratori de li Signori elvelii, che prr questa cosa 
^rano veuuti, quali in dilla dieta mollo gaiardamen- 
le huimo parlalo de non far quello che dilli impe« 
ridli domandano, perché olirà che saria contra la 
confederatione fatta col prefalo ChrisUaoissimo re, 
saria ancfae conira quella hanno dicti elvelii et loro 
li)7« che polria eausare una gran ruina tra epsi. Per ooq- 
ciusione, dicli signori di la dieta hanno ordinato 
ehe 1 tulio si referirà a le comunitade, poi se li 
far) risposta. Et instando dilli oratori imperiali da 
huver dilla risposta più presto sia possibile a loro 
richiesta, hanno statuito un* altra dieta per la Do- 
menica de la Oliva a Volane, dove, piacendo a Dio, 
me atroverò, et spero talmente operar, ctia dilli 
imperiali non conseguiranno efielto alcuno di le 
domande sue, et del successo di dilla dieta ne avi- 
sarò vostra signoria, lo ho del tutto avisata la 
Illuslrissima Signoria, cum farli intender vogli pro- 
veder a li passi de li, perché io dubito che quando 
dicli lanzehinecb vediTano non poter passar per 
questi passi di qua, cercherduo de descender de 
quelli de là ; siche vostra signoria il tulio intende, 
a la qual quanlo posso mi olTero et ricomando. 
De Cùyra, a 25 Marzo 1528. 

Soltoscrilla : 

Tutto al parere et servìlio de Vostra Signoria 

De Granois. 

Da Verona, di Nicolò Barbaro oapitanio 



fiél Lago, Si 3Ù Ma/00^ a sier Otegario Figa- 
mano. Da novo, da le parte di sopra comenzano già 
venir qualche cavallo, ma da .... et ti altri capcta- 
ner erano a Trento sono andati a Yspruch per con- 
sultar de la impresa hanno a far et dove dieno pas- 
sar Se comenza già far la monition, il biscotto et 
apparechiar i radi (ruote?) parto di Tartellaria cavala 
fora, le barche dei ponti in ordine, li daniiri sono tro< 
vati. Dieesì prima voler andar in Italia verso Milan, 
poi andar in Reame. Vieneno con gran iniquità, et 
par cegnano prender la riviera di Salò, et con quello 
presumano haver il laco, et se la Signoria li manda 
8 di le maistranze per metter in ordine le fuste per 
governo, per esser apli et darnie almen 300 archi- 
busieri per fornir le fuste et barche, spero farò co- 
noscere la servitù et fede mìa. De qui se cominiano 
a far preparamenti. Se la provision sarà fatta de 
fanti, non passeranno per qui ; et di questo vi acerlo. 



Signori de Ululo de tutto il reame de Napoli \q^ 
et li cognomi de le eaxate loro et le intrate 
che t^neno, et quelli che hanno li sette oft 
fici del regno, et quanta provisione teneno 
et quante habitatione de terre murate sono 
in ditto regno, et quanti casali aperti sono 
in dicto regno, et quanti archiepiscopi sono 
in dicto regno, et episcopi. 

Lo signor Àscanio CoIona gran con- 
testabile, con provisione de una 

onza al giorno, sono a V anno 

unze 3G6, ducali 2196, tene 

de inlrala ducati 98 miiia, con 

le dille provisione .... ducali 30.000 
Lo signor Vespasiano Colonna, tene 

xilolo di duca et non lo usa . . > 40.000 
Lo principe di Salerno, di casa San- 

severino » 20.000 

Lo principe di Bisignano, de casa 

Sanseverino > 40.000 

Lo principe de Squilaze, de casa 

Borges > 20.000 

Lo principe de Stigliano, de casa 

Caraffa > 10.000 

Lo principe de Sulmona, de casa 

de Lanoy ei gran canzelier 

del Reame, ha una unza al di, 

de inlrala » 20.000 

Lo duca de Ameife, de casa Picelo- 

mini, égran ìustitierdel Re- 



167 

gno, ha ducati 6 al di de prò- • 
vision de intrada 

Lo duca de Monteallo, de casa de 
Araj[!;ona 

Lo duca de Airi, de casa de Ac- 
quaviva 

Lo duca de Traiello, de casa Calc- 
iano 

Lo duca de Gravina, de casa Ur- 
sino 

Lo duca de Martina; de casa Cara- 

zolo 

Lo duca de Nerilo (Noci) de casa 
Acquaviva 

Lo duca di Santo Pielro in Gala- 
ti'ja, Scamlarbecco Gasinolo . 

Lo duca de Surama, de casa San- 
to Severino 

Lo duca de Ariano, de casa Ca- 
raffa 

Lo duca de Nocera, de casa Ca- 
raffa 

Lo duca de Castro Villari Spinello, 
et è prolonolario del Reame, et 
ha 6 ducuti al di di provision, 
et de intrada 

Lo marchese del Guasto et Pesca- 
ra, de casa Davalos de Aquino, 
è gran camerlengo del Reame, 

con sci ducali al di, 

et de intrala 

Lo marchese de Bilonle, de casa 
Acquaviva . 

Lo marchese de Telia, de casa Ca- 
razolo 

Lo marchese de Licito, do casa Pi- 
colomini 

Lo marchese de Quarata, de casa 
Aequino . . . . . . . . 

Lo marchese de Montesarchio, de 

casa Caraffa 

108* Lo marchese de la Tripalda, de 
casa Oislriolto ...... 

Lo marchese de Vuchiancio (?) de 
casa (^arazolo . . . . . .. 

Lo marchese de Pulignano, de casa 
Faraldo 

Lo marchese de Castalaneta, de 
casa Carazolo . . . . . . 

Lo marchese de la Padula et conte 
de Colisano 



MDXXVIUi MARZO. 



ducati 18.000 
8000 
18.000 
12.000 
14.000 
10.000 



3.000 



2.000 



5.000 



10.000 



6.000 



4.000 



20.000 
3.000 
2.000 
2.000 
5.000 

10.000 
3.000 
3.000 
4.000 
4.000 

19.000 



1 



Lo marchese de Laino, de casa 
Cardines 

Lo marchese de Oira, de casa Do* 
nifacio 

La signora duchessa de Bari, de 
casa Sforza et raina de Polonia, 
tiene del ducato 

La duchessa de Prancavilla, de 
Aquino 

La duchessa de Terranova, de casa 
Maich (?) . 

La duchessa de Sessa, de casa Cor- 
dul)a 

La duchessa de Termule, de casa 
de Capua 

La duchessa de Ferandina, de casa 
Castriota 

La marchesa de Civita Santo An- 
gelo, Castriota 

Lo conte de Potenza, de casa de 
Ivara et gran siniscalco del Rea- 
me, con provisione di una onza 
al di, et de intrada .... 

Lo conte de Oliveto, de casa Gar- 
dona, et grande admirante del 
Regno, ha ducali 6 al di di pro- 
visione, et de intrada. . . . 

Lo conte de Venafra, Pandone . . 

Lo conte de Ogenlo, de casa De- 
lasso (?) 

Lo conte de Nola, <ie casa Ursino . 

Lo conte de Gonza, de casa Je- 
sualdo 

Lo conte de Altavilla, de casa de 
Capua 

Lo conte de Morcone, de casa Caie- 
tana 

Lo conte de Melilo, de casa de 
Mendoza 

Lo conte de Capazo, de casa San- 
Severino 

Lo conte de Populo, de casa Can- 
lelmo 

Lo conte de Santa Scverina, de 
casa Caraffa 

Lo conte de Santo Angelo, de casa 
Caraziolo 

Lo conte de Montelione, de casa 
Pignatello 

Lo conte de Maialone, de casa Ca- 
raffa 



ducali 3.00^ 



4.0CKf 



16.000 



4.000 



9.000 



40.000 



12.000 



4.000 



2.000 



10.000 



8.000 
4000 

4.000 
8.000 

14.000 

6.000 

3.000 

3.000 

6.000 

4.000 

6.000 

4.000 

3 000 

10.000 



169 



icoxxvni, iiAiuEa 



170 



Lo conte de Policastro, de casa Ca« 

raffa ducali 3.000 

Lo conte de Rugo, de casa Caraffa . > 3.000 

Lo conte de Montecalvi, de casa 

Caraffa > 3.000 

Lo conte de Sarno, de casa Tota- 
villa > 4.000 

Lo eonte de Santo Valentino, de 

casa Litolfa ....'... > 2.000 

Lo conte de Hontorio, de casa Ca- 
raffa > 2.000 

LocontedeAliffi,decasa GaroIon(?) > 4.000 
109 Lo conte de Muro, de casa Ferrillo > 6.000 

Lo conte de Noi, de casa de Azia . > 4.000 

Lo conte de Arena, de casa Arena. > 3.000 

Lo conte de Migniano, de casa Fe- 

• rannosca » 2.000 

Lo conte de Monlurri, de casa Ci- 

vilu(?) * 3.000 

Lo conte de Hartorano, de casa 

Genaro > 4.000 

Lo conte de Falena, de casa de 

Capua > 5.000 

Lo conte de Nicastro, de casa Ca- 

razolo > 4.000 

Lo conte de Trivenlo, de casa 

Afllicto > 3.000 

Lo conte de la Grutlaria, de casa 

Caraffa > 6.000 

Lo conte de Conversano, de casa 

Acquaviva > 2.000 

Lo conte de Arenda, de casa Adorno » 3.000 

Lo conte de Sirobari (?) de casa 

Aierba i 4.000 

Lo conte de Sinopoli, de casa Ruffo > 3.000 

Lo conte de Condaianì, de casa 

Condaiani > 4.000 

Lo conte de Montella, de casa Ca- 

banillia > 6.000 

Lo conte de Aìrolo, de casa Ca- 
raffa > 2.000 

Lo conte de Gioia, de casa de Ac- 
quaviva > 2.000 

Lo conte de Oppito, de casa Or- 
sino > 2.000 

Lo conte de Buriollo, de casa Pi- 

gnalello » 2.000 

Lo conte de Suriano, de casa Ca- 
raffa » 2.000 

Lo conte de Aliano, de casa Ca- 

rafià > 3.000 



numero 


1558 


> 


1594 


> 


17 


> 


104 



Lo conte de Brucino (?) de casa Ca- 

razolo ducali 4.000 

Lo coiite de Aiello, de casa Siscar . > 3.000 
Lo conte de Cerilo, de casa Caraffa > 3.000 
La sip;nora contessa di Alessano, 

Balzo > 3.000 

La signora contessa de Campagna, 

de casa Cardona » 5 000 

La conlessa de Migianie (?) de casa 

Belirame * 2000 

La contessa de Manera, de casa 

Manera ... 1 ... . > 4.000 
La contessa de Avellino, de casa 

Cardona > 4.000 



Notilia cbe tulle le terre murate 
nel regno ^ono 

Et li casali aperti habitali nel rea- 
me sono • 

ifefii, li arzivescovi del reame 
sono • . . 

Li vescovi del reame sono . . . 



Dileeto fato nostro Marino S. R. E. presbUero 1 10*) 
cardinali Grimano. 

Clbmens Papa VII. 

Dilecle oli noster, salutero et apostolicam be- 
nedictionem. 

Gratas habuimus litleras cir.^ luae, per quas 
nobis gratias agii de cardinalatus dignitate, cui 
quid se in labore, Rde et officio responsuram nobis 
pollicetur id etsi fuerat indubium, tamen multo 
gratius quam ipsam gratiarum aclionem accepimus. 
Nos enim, (ili noster, in conrerenda bac libi digni- 
gnitate, plurimarum rerum rationem merito habui- 
mus, Tamiliae luae praenobilis avique et patrui tuo- 
rum scraper laudandae memoriae, luae vero impri- 
mis et doclrinae et virtulis, cumqu»^ ad deferendum 
libi hunc honorem superiora salis movere possent, 
ea quae tua propria erant lillerae et probitas tua 
nos iuslius moverunt. Unde et libi ipsi hanc digni- 
tatem haud minus quam nostro muneri rererre potes 
acceptam, cum talis foeris, ac sis, ut dignum te hoc 
bonore multo ante reddideris, quam ob temporum 
iniquas conditione» adipisci potueris. Quace, quod 
isti virtuti istum animum adiungis Iaborandi et co* 
nandi ut nobis et buie Sanctae Sedi prò tua virili 

(1) U carU 109* è bianca. 



171 



IlDXXVUf, APRILE. 



17? 



et ornamento et arliumento <iis, nos et p^urimum te 
oominendamus, et non iniiius id te praesliturum 
speramus : hahes enim plurima in hoc adiumenta 
eum apud luos auctoritalis, lum in te ipso dignilatis. 
Quod ut perRcias te ita adhorttimur, ut tamen no 
sira horliitione non inii^'nisse fateamur, qui prae- 
terita praestiteris fuluraque (am pie pollicearis. 

Datum in chi tate nostra Urbé^eiana, 
sub nnnulo Piscatoris, àie XIII Mattii 1528. 
Pontificahis nostri anno quinto. 

Dlosics. 

n r Sanctissimo ac Beatissimo Domino nostro 

Papae Clementi VII, 

Sanctissime et Beatissime Pater. 

Post pedum oscula t)eatoruni, ac mei humilli- 
mam commendationem. Tarn ppaeclarum mibi de- 
dit Tua Sanclitas affeclus sui testimonium, ut me 
sibi devinxerit perpetuo : tam ardua sunt benefìcia 
in me sua, quae nedum merila mea sed proprias 
etiam vires longe exuperant, ut oorum quidem 
magnitudini nulla ex parie possim aeque satisfacere. 
Dum enim me nuper in Sanctae Romanae Erclesiae 
Cardinalem suum assumpsit, non profeclo (|uae te- 
nuitati meritorum meoruni conveniunt, sed quae 
tuae polius Bealitudinis et clementiae erant, parles 
optimas consideravi!, funeta interim eadem Tua 
Sanclitas veri summi Patris officio, cuìus est omni- 
bus benefacere et larga manu suam diffundere 
gratiam. In quo quidem tam tale palet tuae Beati* 
tadinis benignitas, quam quae amplissima. Nam si- 
cui quae ad Rempubblicam 0)ristianam pertinere 
visa i;unt ah ea nunquam neglecta fuerunt, sic illa 
nullibi desinit filias suos etiam perexiguos pie favere 
et extollere liberaliter, eaque onmia summo Consi- 
lio ut sui beneficii utililas non tantum ad uuum 
hominem pertineat, sed ad uiiiversalis Ecdeiùae 
oommodum. Accedit ci ad suam gloriam ut non 
modo quod obtineri possit, sed magis quod opti- 
mum sit, largilur semper in alios, ita ut non soium 
divinitatis dispensatorem se se nobis praebeat, sed 
knmo auctorem repraesontel beueflcentia. Quocir- 
ca, Pater Beatissime, cum ego te uno summo auc- 
tore tanta sim dignitale amplificatus, ac rursus tua 
Sanctitas nullis a me provocala offlciistam promplo 
sii in me animo, meum erìt, quod referre nequeo, 
perpetuo meminisse, polliceorque buroillioiam ao 

(1) U ctrU 110* è bUDca. 



perpeluam, quam libi debeo, servilutem, curam, 
operamque meam, lum prò luis, lum prò Sedis 
Apostolicae votis expendendam. Et quod denique 
mihi oh forlunarum lenuitatem non licei, tofani 
vilam, qune mihi e(»nliger»t, in eiusdem tuae Beati- 
ludi lis ohservantia, in tulgenlia et assiduitate dedo 
et quasi consecpo. Pie ego deinceps praecabop, ut 
Deus ipse ouius viees illa gerii in terris, cumulale 
reterai graliam bene erilo et luauìet Sanclitatem 
diu fervei iiicohimem. Cuius sanctissimi< pedibui 
ilerum atque iterum me humillime conmiendo. 
Venetiis, die 19 Februarii 1528. 

E. Sancì ilas Vestrao, et devota 
creiilura, humilhmus servitor 
M. Caroinaus Grimanos. 



Del mexe di Aprii 1528. 

A dì primo. Introno Gonsieri di sopra sier An- 
drea Foscaririi et sier Domenego Conlarini, il terzo 
sier Francesco Donado el cavalier inlrò za ... . 
m xi. Item, Cai di XL, sier Nicola Minio qu. sier 
Almorò, sier Zuan Franoesw da Canal qu. sier 
Piero, et sier Bernar io da cM da Pexaro di sier 
Piero; Savi! del Conscio sier Marco Dindolo dottor 
et cavalier, et sier Hironimo da cha da Pexaro, il 
terzo restoe perchè era Savio di Zonta, sier Lunardo 
Emo. Item, Savio di lerra^ ferma sier Borloiomio 
Zane, V altro, che è sier Nicolò Tiepolo el dottor, 
non voi i itrar. Savii ai ordini, sier Benelo Boldù, 
sier Zuan Francesco Lippomano, sier Piero Maria 
Michiel slati altre fiate, el sier Alvise Bembo qu. 
sier Zuan Ballista nuovo, il quinto sier Almorò 
Barbaro inlroe a di *28 Fevrer passato. Etiam in- 
troc»o Gai di X, sier Gasparo Malipiero, sier Vicen- 
zo Capello et sier Hironimo Loredan, fo del sere- 
nissimo Principe. 

Da Verona, fo lettere di sier Zuan Emo 
podestà et sier Daniel Barbaro capitante^ di 
ultimo. Mandano un reporto di una spia stata fino 
a Perzene, mia .... di .... di Trento, qual 
referisse come il summarìo scriverò qui avanti, et 
di preparation si fa per cakir li lanzinech, et che a 
Trento si aspectava il conte Alvise da Gonzaga ; et 
altre particularità. 

Fo parlato di mandar zentilomeni 8 a le porte 
di Verona el farli per Pregadi, con salario per spe- 

(1) Le otrto Ili', 112, 112* sono bianche. 



I 



173 



MDXKVI^ APROS. 



174 



xe ducali 40 al mexe, con 8 homenì, et fallo notar 
hi parie, la qunl si niellerà in Pregadi. 

Del duca di Uròin capitanio aeneral no- 
stro, fa lettere, date heri a Padoa, drieate a 
domino Baldo Antonio Faleutio suo orator 
qui. Avisa il suo conzer li, venulo a stafeta, per 
visilar la signora Duchessa, qua! non sU bene et la 
sua famiglia havia inviata in quesla terra, siche 
pensa la sarà zonla» et Jovedi, a di 3 de V inslanle, 
vegnirà in questa terru. El qua! suo oralor za era 
parlilo per andarli cniilra a Pudoa, et diUo Duca 
arrivare a la caxa tien in affilio, zoè quella di sier 
Marco Dandolo doclor et cavaher, di la qual paga 
ducati ....al* anuo di fitto. 
113* In questa mattina se intese, et fo dillo, esser 
zonlo uno venulo per mar, qual è zorui 4 partì di 
Manferdonia, el dice che francesi erano inlrati pa- 
cifice in ditta cilti. 

Da poi disnar^ fo Pregadi per far li Savi! di 
Zonta, et avanti fosse letto lettere alcuna, ma posto 
alcune (aie et parte, fu tolto ci scurlinio, el qual é 
qui sotto. 

Fu posto, per li Coosierì, una taia a Treviso, 
cum 8it che di notte Jre inlrasse in ca.xa di prè 
Liberal di Ruzanoti al qual li feze darli le chiave di 
le casse, ei U tolse fuora zerca ducati ^0, pertanto 
chi quelli accuserà babbi lire 500^ et se uno com- 
pagno accuserà Taltro, dummodo non sia principal, 
sia assolto di la pena, et babbi la taia ; et ave : 
156, 0, 0. 

Fu posto, per li dilli, una taia a Mestre, di certo 
bomieidio perpetralo in la villa di Cornolea a uno 
vechio povero ditto Busichio da alcuni iocognilii 
ifltra^i in casa sia, et li tolse cerio carnier di pau» 
ut in ìiUeris del Podestà el oapiianio di Mestre di 
8 Marzo. Chi quelli accuserà babbi lire 5<)0, et se 
uno compagno accuserà Pallro sia ^lS&oMo, dummodo 
non sia il principal el babbi la taia. Et dillo Podestà, 
inleso li malfaclori, U t)ossi metter in bando di 
terre et lochi eie , con taia vivi hre 500, morti lire 
300. Ave: IxVJ, 0, 0. 

Fu posto, per li dillj, una taia a Chioza, cum 
sit che Domenego Ferro et Ceco Cunetleto da 
Chioza babbi perpetralo homicìdio in la persona di 
Ugolin di Ugolini col navìNo andando verso Puia a 
comprar biave, come apar per lellere del podestà 
di Chioza, però sia dà auctoriià al dillo Podestà di 
bandirli di terre ei lochi, con tara vivi lire 500, 
morti dOO. Ave : 155, 2, 4. 

Fu poslo, per li Savii, cum sit che siano sta 
inviati ai procurator Pexaro ducali 35 milia in tanti 



ori, quali sono a Chioza con (re bafche, però sia 
preso che con altre do barche li didi danari siano 
mandali con ditte 5 barche* Et fa presa. 

Fu poslo, per sier Benelo Boldù, sier Zuan 
Francesco Ltppomano, sier Alvise Bembo, sie^ Al- 
morò Barbaro, sier Piero Maria Micfaiel savii ai or- 
deni ; cum sit che per metter a carena una nave di 
sier Zuan CapeNo qu. sier Lorenzo, li bisogna im- 
presie^lo di T Arsenai alcune cose, però sia preso, 
che *i dillo sia acomodato, dt positando latili conta- 
di et pagando il frusto et mendo. l'2'i, 11,0. 

Fu posto, una parte, di fair uno Procurator do- 
man per il Mazor Coaseio, coti obialion di ducati 
10 milia, ut inparte^ da esser |>osta a Gran Con* 
seio. Fu presa. Ave: \6% 34, 4. 

Fu posto, per lutto il Collegio, che a Jacomo 
Antonio da Verona el compagiii daziari del dazio 
di le intrade et dj le porle di Padoa, debbi pagar 
il debito^ il terzo io contadi^ il terzo termÌDe 6 
! mexi, el V altro terzo, 6 mexi» siche in uno aoiio 
babbi ps«ato. 143, 8, 13. 

Die primo Mariii 1528. In EogaHs. n^ 

Ser Andmas lusearenus, 
Set Dominieus Contarenus, 
Ser Joannes Emitianus^ 
Sir Daniel Badnerius, 
Skr Frunciscms Donatus^ tqn^ 
Oonsiliarii. 

Ser Nieolans Minius^ 
Ber FroMeidcus de (Janaii^ 
Ser Bernardus de chà de Pexaro, 
Capita de QuadraginUk. 

Ser Dominicus Trevisanus, eqms procu- 
rator, 
Ser Leonardus Moóènioifs, procuraUr^ 
Ser Marcus Dandulus doctor, eques, 
Ser LuGOM IVaiiva, pr<imiraiùr, 

Ser Franciscus Bragadenus, 
Ser Andreas Trtpisanus, èqmeSi 
Ser Laurenfius lJiuredanus,pfèeurator^ 
Ser Rironimus Pisaurus^ 
Ser Leonardus Emo, 
Sapientes Consilii. 

Ser Petrus Boldù, 
Ser Petrus Maurocenus^ 



175' 



IfDXXViir, APRILE 



lU 



Ser Bartholomeus Zane. 
Ser Philippus Capello, 
Sapientes terrae firmae. 

La imporlanlia dei presenti tempi ricerca che si 
fazi presenlanea provision de danari per polor su- 
plir a le spese che occorrono far, et perhò ; 

L' anderà parte, che dimane sia chiamato el 
Mazor Conscio nel qual elezer si debba uno Procu- 
rator a la Procuralia de citra, el possi esser electo 
de cadaun loco, officio et rezimenlo, etiam de 
quel! de una islessa casada, con li Procuratori de 
ditta procuratia ; né possino esser provati quelli 
offerirano meno de ducati 10 milia. Quello rema- 
nirà sia obligato exbursar quanto V bavera offerlo 
in termine di zorni otto ; la reslitution parimente 
del ditto imprestilo se habbia :id far in questo mo- 
do che 1 ditto Procurator da esser electo possi 
sconiar ducati 1000 in le sue proprie a nga rie, de 
ogni sorte che se uìeteseno con tutti doni et modi 
come se l' havesse pagato in danari contadi ; né si 
possi la presente parte suspender o revocar, o in 
altro modo alterar per parte alcuna che fosse presa 
in contrario, la qual in questo suo caso se intendi 
nulla el de niuno valor. CI per il restante di quanto 
r bavera offerto, li sia obligato il datio di la ma- 
sena, pagati che sarano li Procuratori, oflicii et re- 
zimenti, che sopra ditta *mascna hanno obligatione, 
et da mò se intendi preso che la masena preditta 
habbia ad continuar (ino a compimento et integra 
satisfation de dillo Procurator, el li danni che se 
baveri da dillo Procurator siano deputati al far de 
ì fanti ultimumente deliberali per questo Conscio. 

t De parte 16*2 

De non 24 

Non sinceri 4 

In Maiori Consilio. Die iertio Aprilis. 

» 

Posila fuit suprascripla pars per Consi- 
liarios et Capita de Quadragint<i, et fuerunt : 

t De parte 1117 
De non 188 

Non sinceri 48 



Scurtinio di 3 Savii di Zonta ai Collegio 
mexi tre, iuxta la parte. 

Sier Zuan Badoer doctor et cava- 

licr, fo capitanio a Verona . . 57. ^^^^ 
Sier Nicolò Bernanlo fo savio del 

&)nseio, qu. sier Piero ... 77./ 
Sier Sebastian Justinian el cavalier, 
è ambassador al Cbristianissimo re ^^ 

di Pranza 9I.IC^' 

i Sier Domenego Trivixan el cavalier, 

procurator, fo savio del Conscio. 151. iC^ 
t Sier Piero da chi da Pe.xaro procu- 
rator et orator a lo illustrissimo 

Lutrech Ili». 08 

Sier Francesco Bngadin fo savio del 
Conscio, qu. sier Alvise procu- 
rator 97. 91 

t Sier Leonardo Mocenigo procura- 
tor, fo savio del Conscio . . . 119. 68 

Et chiamadi li do Procuratori electi iolrorno 
immediate. 

non Sier Alvise Mozenigo el cavalicr fo 
Consier, non si provò, per esser 
da basso. 

Fu posto, per i Consieri una parte, che bes- 
sendo bora rimasto savio del Conscio di Zonta 
sier Piero da clià da Pexaro procurator, qual é 
orator apresso lo illustrissimo monsignor di Lau- 
trech, per tanto li sia resalvà il locho a iutrar Savio 
del Conscio di Zonta, el de praesenti si lazi uq 
Savio di Zonta in loco suo ut in parte. Fu presa. 
Ave: 168, 13,0. 

Scurtinio di un Savio del Conscio di Zonta. 

Sier Alvise Pixani procurator, fo savio 

del Conscio 78.111 

Sier Zuan Badoer dolor et cavalier, fo 

capitanio a Verona 54.130 

Sier Nicolò Bernardo fo savio del Con- 
scio, qu. sier Piero 87. 98 

Sier Alvixe Gradenigo fo Cao del Con- 
seio di X, qu. sier Domenico ca- 
valier 87.106 

(l)UoirUil4* èUiBOt. 



in 



IIDXXVIII, Al>RlLÉ. 



178 



Sier Sebaslian Justinian el cavalier, é 
ambassador al Christiamssimo re 

di Pranza ••.... 99. 93 

f Sier Francesco Bragadin fo savio del 

Conscio, qu. sier Alvise procurator 105. 83 

El qual sier Francesco etiam introe immediate. 

El tulti li Savi! si levono etandorono a consul- 
tar, et in questo mezo fo ledo una lettera di sier 
Thomà Moro proveditor general, da Cassati, 
di 30. La copia é qui avanti. 

Seurtinio di 8 Savii a iansar, et il primo di 
ballote sia del numero di 20, et li altri 7 
del numero di 15, ut in parte, con pena. 

i Sier Polo ^laresso fo podestà a Ber- 
gamo, qu. sier Gabriel .... 106. 44 

f Sier Zuan di Prioli fo Cao del Conscio 

di X, qu; sier Piero procurator. . 105. 36 

t Sier Alvise Malipi^o fo Cao del Conscio 

di X, qu. sier Stefano procurator . 1 1 1. 42 
Sier Zuan Alvise Duodo fo Cao del 

Coliselo di X, qu. sier Piero . . 68. 80 

t Sier Hironimo da cbà da Pexaro fo al 
luogo di Procurator, qu sier Ni- 
colò 89. 6-2 

Sier Piero Marzello fo ceosor, qu. sier 

Jacomo 67. 78 

t Sier Berluzi Zivran é di Pregadi, qu. 

sier Piero 95. 57 

1I5* f Sier Zuan Francesco Morexini fo Con- 

sier, qu. sier Piero 113.33 

t Sier Jacomo Badoer fo Cousier, qu. 

sier Sebastian el cavalier . . . 81. 62 

t Sier Bernardo Marzello foCao del Con- 
scio di X, qu. sier Andrea . . . 103. 43 
Sier Daniel Trivixan é di Pregadi, qu. 

sier Andrea 76. 70 

Fo strida far doman Gran Conscio, et far uno 
Procurator insta la parte presa, et poi ditto, si farà 
doman Pregadi. 

Da Cassan, di sier Thomà Moro provedi- 
tor general, di 30. Il sumario scriverò di sotto, 
benché non sia di molta importantia. 

Da Cividal di Bellun, di sier Polo More- 
xini podestà et capitanio, di 30. Come, bessendo 
tornati da le bande di qua molti quali erano reduti 
in Alemagna per fuzir la carestia, cazadi per le cri- 
de fate, come scrisse, riportano alcuni di loro cbe 

/ Diarii di M, Sahuto. — Tom, XI VII 



hanno qualche inzegno et sono stati a Presenon, et 
alcuni a Trento el Bolzano, che in effecto non si 
manca di preparamenti et ma3\ime verso Trento, 
et a condurli ^biave et maxenar etiam legnami et 
tole per far barche et ponti ; et dicono haver inteso 
che hanno fatto dimandar il passo a sguizari per 
andar a Milano. 

A dì 2. La matina, a San Marco, fu fatto pro- 
cession per le gran pioze, et portato atomo la 
Madona fece San Luca, et questo si farà tre maline 
di ordine del reverendissimo Patriarca ; et questa 
notte fin la mattina piovete assai, et forte. 

Fo frustato do villani per li Provedadori sopra 
la Sanità perchè andavano zercando per San Marco 
contra le cride. 

É da saper. In 4 lungi son hospedali : a San Za- 
ne Polo, a San Zuane Bragola et a Santo Antonio, 
et a la Zucca in chà Donado, ne li qual sono da 
numero .... di villa poveri, di quali ne moreno 
assai al zorno. É sopra T hospedal di San Zane Polo 
sier Hironimo di Cavalli qu. sier Corado, et sier 
Hironimo Miani qu. sier Anzolo ; el su quel de la 
Zucca sier Piero Capello qu. sier Francesco el cava- 
lier ; et altri su altri. Tamen molti villani el dono 
et femene non voleno andar, et vanno per la terra 
zercando elemosina. 

Da Verona, di sier Carlo Contarini prove* 
ditor general, fo lettere, di ultimo Marzo, Co* 
me havia fatto principiar a taiar li passi ; ma biso- 
gna zente che li varda. Item, manda un reporto di 
una spia vennta di Trento, qual sarà scritto qui 
avanti. 

Di sier Aìvixe Pixani procurator, provedi* 
tor general, da sera, di 23. Come era zonto li, et 
havia hauto lettere da domino Joachin francese, 
qual é in San Severo, che lo avisa in ditta città es- 
ser gran morbo, el lo avisa di successi di exerciti 
sicome si bave per lettere del Pexaro di 21, et 
m^nda la copia di la lettera. Scrive come lui si par- 
tirà per andar verso Lutrecb. 

Da Crema, di sier Luca Loredan podestà 
et capitanio, di ultimo. Come da uno mio explo- 
rator venuto da le parte di Zenoa in questa bora 
ho, come Tarmata de Andrea Doria, havendo per 
spia che *1 viceré di Spagna venia a la volta di Na- 
poli con l' armata suso, la qual era da 3000 fanti, 
ditto Andrea Doria havea rotta et presa, ne la qual 
havea fatto etiam pregione il Viceré con molti 
altri. Et pili per via de Milano ho per un'altra spia, 
come spagnoli erano por gittar uno ponte a Trezo 
et passar di qui per scorere el sachizare suso el 

12 



116 



179 



UDXXVm, APRILE. 



bergamasco, et questo per far levar le zenle de la 
Signoria nostra da Cassano. Di le qual nove tal 
qual sono lo scrive. 
116* Da Verona, di Nicolò Barbaro capitanio 
del Lago, di ultimo Marzo, particular, vidi 
lettere, qual dice cussi. Habbiamo ogni zorno a 
le parte di sopra rinforzarsi, si che, per quel si vede, 
al tutto vorano venir giù et presto, che non posano 
mai venir. Si ha dato principio a taiar li passi, ma 
mancano gente a guardarli. 

In questa mattina, in la Quarantia Criminal et 
Zivil vechia rcduta a petizion di sier Zuan DoIGn, 
sier Marchiò Michiel et sicr Marin Juslinian avoga- 
dori extraordinari, per la relention di do scrivani 
di Ire Savii sopra il regno di Cypro, li. qual è sta 

relenuli, et tra et Consieri preso siano 

ben retenuti, et fo cazadi li parenti di sier France- 
sco Lippomano fo proveditor sopra i ofiBcii, sier 
Piero Loredan qu. sier Polo è proveditor sora i 
ofiBci, di sier Marco Antonio Contarini qu. sicr Al- 
vise, di sier Filippo Trivixan fo patron in Barbarla 

et 

• • ..... 

Et parloe sier Marin Justinian, ma non compite. 
Et aziò il Conscio non vadi vacuo, per li Avogadori 
ordinarii fo bandito uno in tutte do Quarantie etc. 

Da poi disnar, fo Pregadi, et lecto solum que- 
ste tre lettere. 

Fu posto, per li Consieri una taia a Vicenza, di 
certo bomicidio seguito in la persona di Lorenzo di 
Mioto Ballabon in la villa de Castelleto da Brianze 
per alcuni incogniti, come apar per lettere di sier 
Zuan Contarini podestà di Vicenza, di 19 Septem- 
brio passato, videlicet di quelli accuserà babbi lire 
500, et si uno compagno acusi Taltro sia absollo di 
la pena, et babbi la taia. Fu presa. Ave : 153, 5, % 

Fu fatto li 8 di XV Savii a lansar che mancha 
avanti si facesse alcuna altra cosa; el qual scurlinio é 
questo : 

Ekcti 8 di XV Savii a tansar, con pena. 

i Sier Nicolò Michiel el dolor fo podestà 

a Bergamo, qu. sier Francesco . . 130. 36 

f Sier Carlo Morexini ci procurator . . 100. 54 

t Sier Polo Trivixan fo Consier, qu. sier 

Andrea 123. 34 

t Sier Francesco Valier fo Cao del Con- 
scio di X, qu. sier Uironimo. . . 130. 51 
Sier Daniel Trivixan é di Pregadi, qu. 

sier Andrea 76. 81 



f Sier liorenzo Falier fo proveditor a le 
biave, qu. sier Thomà .... 

Sier Jacomo Michiel fo Cao del Conscio 

di X, qu. sier Thomà 

f Sier Nicolò Bernardo fo savio del Con- 
scio, qu. sier Piero 

Sier Andrea Mozenigo el dolor, e di 
Pregadi, di sier Liconardo procura- 
tor qu. Serenissimo 

Sier Zuan Alvise Duodo fo Cao del 
Conscio di X. qu. sier Piero . . 

Sier Antonio Capello el procurator. . 

t Sier Nicolò Moceiiigo fo proveditor al 

sai, qu. sier Francesco .... 

Sier Marco da Molin procurator, qu. 
sier Alvise procurator 

Sier Lorenzo Pasqualigo el procurator. 

Sier Vetor Minoto é di Pregadi, qu. 
sier Jacomo 

Rebalotadi. 



180 

112. 49 
69. 89 
97. 58 



105. 50 

47.108 
94. CO 

113. 39 

81. ee 

86. 61 
94. 69 



96. 61 



Sier Antonio Capello procurator. . . 
t Sier Vetor Minoto é di Pregadi, qu. 

sier Jacomo 99. 6 1 

Tolti et non siprovono, i quali tutti si cazano, 
et che non polena esser per intrar nel Con- 
scio di X. 

non Sier Andrea Gusoni procurator, 
non Sier Francesco di Prioli, procurator 
non Sier Antonio Mocenigo, procurator 
non Sier Andrea Justinian, procurator 
non Sicr Andrea Lion, procurator. 

Fu posto, per li Savii del Conscio et terra fer- 
ma, alento le oplime operalion del signor conte di 
Caiazo, li sia acresulo il numero di fanti sì che bab- 
bi 1000 fanti. Item^ domino Antonio da Castello, 
impido la compagnia al numero di fanti 500, et do 
corsi, videlicet .... li siano dati fanti 300 per 
uno ut in parte. 

Fu posto, per li ditti, atento il signor conte di 
Caiazo à hauto modo far venir nel nostro campo 
Antonio da Castello era in Milano a stipendio di 
cesarei, però sia preso che li sia dato di condula 
fanti 300 et ducati .... per la sua persona. Fu 
presa. 

Fu posto, che al signor Cesare Fregoso, oltra li 
50 bomeni d* arme V ba, io locho dì 30 hooieai 



181 



MDXXVm, APRILE 



183 



d' arme li fo dati di la compagnia del Baion, li sia 
dato 60 cavalli lizierì. Fu presa. 

Fu posto, per li ditti, che Jacometto da Novello 
debbi compir la sua compagnia di fanti 500, et 
vengi a la custodia di Verona. Ifem^ Hirooioìo 
Poeta é in Padoa li sia dato fio 200 fanti, et cussi 
altri 300 a .... i quali tutti tre vadino a la cu- 
stodia di Verona. Fu presa. 

Fu posto, per li ditti, che in Padoa, a Borgese 
che vi é li sia impito la compagnia fino fanti 300. 

Fu posto, per li ditti, che domino Balista da 
Martioeogo, qual fin bora é stato a la custodia de 
Verona eoo fanti .... debbi andar in brexana et 
esser capo di quelle ordinanze, et star a quella cu- 
stodia con ditte ordinanze. 

Fu posto, per li dilli, che 'I signor Alvixe de 
Gonzaga fo Sol del signor Rodolfo, stato a nostri 
slipendii, et desidera ritornar a servir la Signoria 
nostra, li sia dato 150 cavalli lizierl et fanti 1000, 
117« di qual ne fazi lui 4 capitanii con ducali 20 per 
paga, et esso Conte babbi provision per la sua per- 
sona ducati 1000 a Panno, et in tempo di paxe 
babbi cavalli 50, ut in parte. Fu presa. Ave: 

124, 40, 95. 

Fu posto, per sier Marco Antonio Corner et 
sier Marco Antonio Zen proveditori sora il cotimo 
di Damasco certa parte ; ma i Savii ai ordeni per 
000 baverla inlesa volseno rispello, et però non 
fu mandata. 

Fo chiamato 24 zenlilhomeni a dover doman 
andar conlra el Capitaoio zeneral a Liza Fusina, 
videlicet cavalieri et dottori et altri tutti che vien 

io Pregadi. 

Fu posto, per i Savii, atenlo le nove si ha, sia 
preso olirà li 4000 fanti presi di far siano fati altri 
6000. 

118 1528. A dì 19 Aprii In Pregadi. 

Fu posto, per li Savii del Conscio el terra fer- 
ma, una parte, di reformar le fantarie in questo 
modOj zoé : 

A) signor conte di Caiazo fanti 1000 

A domino .\ntonio da Castello ... > 1000 

Al conte Claudio Rangon » 500 

A Jacometo da Novello » 500 

A Hercules Poeta » 200 

AMariaaCorso > 200 

A Borgese Dal Borgo > 200 

A Batista Marlinengo, olirà le ordinanze > 200 



A Cesare Grison fanti 1 50 

A Piero Maria Aldovrandin .... > 150 

Canduti di novo. 



Al signor Alvixe di Gonzaga . . . 
Antonio da Castello venuto da Milan . 

Dui corsi 

Francesco Spinello , . 



fanti 1000 

> 300 

» 400 

» 100 



Summa numero 5900 



Capi veehi. 



Filipin de Salis .... 

Lanzinechi 

HannibaI Fregoso reimpia 
Otavian Vaylà .... 
Andrea da Corezo . . . 

Toso Purlan 

Cesar Martinengo . . . 
El Coscho. . . . ' 
Lodovico da Corte regia . 
Jacomo Antonio Pochipanni 
Bortolomio Avogaro . . 

Guido Naido 

Aguslin Cluson . . . , 
MafloCagnol 



archifousieri 300 
870 
350 
200 
200 
200 
200 
200 
200 
200 
100 
450 
350 
300 



Numero 3620 

Item, Baldissera AzaI deputado ] 1 8* 
a Tarmada, vadi in Lombar- 
dia con archibusieri 400 

Il signor Capitanio zeneral so- 
lito baver » 1000 

Ave la dita parte: 181, 6| 1. 

Da Udene, di sier Ztian Basadonna doetor^ 119 
lochoienenie, di 30 Marao 1528^ manda 
questo riporto a li Cai di X. 

Zuan de Piero Mauro fo de Pozecho arente Co- 
droipo, habilanle a Cremons, venuto dal clarissimo 
Locolenenle, referisse, come mìssier Hironimo vice 
capitanio di Gorizia et missier Raymondo Dorim* 
bergo il mandò a chiamar, et li dete sagramento 
strettamente, et li disse che *l dovesse esser servi- 
lor di la cesarea Maestà et ledei di quella ; et che 
se li bastava l'animo con certi compagni haver 



183 



lIDXXVni, APRILE. 



184 



Osoff, lo voleva far zentilhomo, ot non voleva che pìd 
il stentasse» digando: € non vedistu che venetiani non 
puoleno aver biave né comodità alcuna, et stenta loro 
et vui stentate con loro. > Et referisse, come sier 
Chrisloforo da Cremons stele segurtù per esso refe- 
rente, perché disse esso esser fidelissimo del Stato 
de lo Imperatore eie. ; et dice esso referente, come 
loro sano il tutto, però che dicono che li parenti 
sui che sono in Udine et de qui intorno li fan- 
no saper il tutto, et che lui sarà mandato ad OsofT, 
ma non sa quando, iamen che lui mandarà el 
Gol suo a farlo intender al prefato clarissimo lo- 
cbotenente, el che lo facia prender ancor lui quan- 
do se mandarà a prender quelli che andarano a 
Osoff per tuorlo, perchè voleno far imboschada, 
dicens mio Solo ha anni 14. 



120*) j^ eli 5. La matina, fo lettere del procuraior 
Pexaro, di 23 et 2i, da Oìfanto, in campagna, 
nel campo. Come, ha vendo inteso monsignor illu- 
strissimo Lutrech che M principe di Melfe era in- 
tralo in Melfe con 1000 fanti et alcuni cavaHi, de- 
liberò mandar el conte Piero Navaro el Camillo 
Orsini con 7000 fanti el 5 cannoni di 50. I quali 
andati, andorno 11 el comenzorno a batter; et avanti 
che fosse fatto gran rombo in le murale li fanti 
nostri desiderosi li deteno una baiala, el uno capi- 
lanio con 12 fanti montono in la terra el fono re- 
batuti ; el sequendo pur el trazer, a bore 22 ne de- 
teno una altra bataia, la qual e/mm fo rebatuta. Il 
che inteso, Lutrech li mandò altri 5 canoni di 50 el 
la compagnia di fanti fiorentini, i quali zonli poi a 
di 24 li deteno bataria el bataglia; el introno per 
forza dentro amazando tutti chi trovorono, fanti 
homeni el done, fino i putti, et fatti presoni, el sa- 
chizalo la terra, né alcun si salvò se non quelli se 
bulorono de muri, quali si amnzavano el erano 
etiam presi et morti. In la rocha so retirò il Prin- 
cipe con zerca 1000 homeni. Et scrivendo la let- 
tera, esso Pexaro avisa esser zonlo nova dillo 
principe haversi reso a descrition de Monsignor 
Illustrissimo. Scrive, che haveano mandato trombeta 
a tuor alcune terre, el qual trombeta nel ritorno 
ha ditto havea parlato con alcuni venivano di Arian, 
el haverli ditto spagnoli esser tutti li, el li lanzinech 
partiti el andati verso Napoli in disacordia con 
spagnoli. Scrive, il trombeta andò a Manferdonia 
per haverla non é ancor tornalo, el che Lutrech 
era sta conlento che 'I signor Camillo con li lanzi- 

(i) U otrU 119* è bianca. 



nech nostri vadi verso Tran! et Barletta per haver 
quelle terre, qual se bavera. Scrive, sotto Melfe 
esser sta morii de li nostri, zoè del campo, da 50, 
tra li qual 3 capitani, uno nominato Dantio da Fer- 
rara, el altri banderari, etc. Scrive zerca i danari 
non è zonli, el Lutrech se dispera. 

Bel procurator Pixani proveditor general, \ 
fo lettere, di Ascoli, di 24. Come parti con le 
zente nostre da sera di la Capriola, el per non lo- 
char San Severo, che era amorbato, fé altra via più 
longa, el hozi zonse qui ad Ascoli mia 7 dal campo. 
Doman vi andarà piacendo a Dio. 

Noto. Il corrier portò queste lettere, nominato 
Nicolò da Es(e, disse nel venir esser stalo a Fortor 
dove vele alcuni galioti de la nostra armada venuti 
con una barca a comprar alcune cose, da li qual 
intese Y armala esser zonla a Santa Maria de Ter- 
medi, eh* é su la Pula. 

Vene V orator de Mantoa, al qual el Serenissimo 
li disse la conduta in Senato, preso de darai signor 
Àlvixe de Gonzaga, et la qualità; el qual orator era 
sta quello havia Irata con la Signoria de condurlo, 
si che 'I mandi qui a stipular el haver danari. Esso 
orator ringratiò el aricordò Sotoy (?) uno altro 
nominato .... Et poi el Serenissimo li comunicò 
le bone nove si ha del campo. 

Vene V orator del re Christianissimo monsignor 
di Baius, else alegrò che le cose prosperava in 
reame. Item, mostroe una lettera de monsignor 
de Lutrech di ... . qual se lamentava molti de 
dinari per pagar le zente; et el Serenissimo le 
disse erano in camin el el numero, si che li bavera 
subito, etc. 

Da poi esso orator apresentò UDa lettera de 
credenza del re Christianissimo, di 10, el poi una 
lettera li scrive èl Re a lui, come vedendo le cose 
de Italia importar, el dubitando de sinistro, por 
agumeiitar V exercito suo et di la liga de 14 milia 
lanzinech feva di la compagnia, ne vo- 
leva mandar 3000 subilo in Italia, ma voi la Signo> 
ria pagi li do terzi el Soa Maestà un terzo, i qual 
do terzi el li lanzinech sarano a conto de li fanti è 
ubiigata tener la Signoria in campo. Il Serenissimo 
li disse de la gran spesa eramo, el se conscieria. 

Vi sier Carlo Contarini proveditor sene- 
ral,di Verona, di primo. Come ha aviso che in 
Trento li é preparado alozamento per 200 cavalli, 
el el conte Girardo de Archo el Caslelallo sono 
andati a Yspruch, el che a Maran é zonti 200 far- 
cosi de biava per conto de la munition. Se risona 
che Subilo compida la fiera se meleranno a camino. 



185 



lIDXXVin, APRUJ. 



186 



131 Da Udéne, di sier Zuan Basadona el do- 
ior, ìocotmenie, di ultimo. Manda questa lellera 
da Venzoo, di ultimo. 

Da Vemon^ di la comunità al ditto Locotenente 
di 30 MatBO 1528. 

MagDJfico el clarissimo signor. 
Questa sera sul tardi é gionto uno coriero de 
la maesti del re de Poiana, qua! dice, da Cracovia 
in Viena esser venuto in 7 giorni, el da Viena in 
questa nostra terra in 5 zorni, et aferma le zente 
del re Ferdinando esser sii rote el mallratade da 
le zente del re Zuane, alias Vayvoda transilvano, 
et che lo prelibato re Zuane se atrova in Buda, el la 
maestà del prefato re el principe Ferdinando si atro- 
va in Viena. Dimandato del Re polan, dice Sua Maestà 
esser al presente in quiete et pace, benché assi polani 
siano atrovati al predillo conflitto in favor del pre- 
fato re Zuane bongarico ; et che se divulga che le 
sae zente insieme cum le lurchesche in brevi habia 
a vegnir a Viena a trovar la maestà di Ferdinando. 
Questo é quanto ne ha referto ditto corriero. 
VenBoni^ die 30 Marcii 1528. 

Postserìpta. Sono zonli dui italiani, uno de 
loro si è mio conoscente ; lì fazo qualche apiacer 
quando passa de qui, et viene de Graz, eh* e a la 
volta de Viena. Adimandato del Vayvoda, dicono 
che a Graz si diceva hanno laiato a pezi le zente 
del Principe, el lo Vayvoda si è stato superior, el 
che *l ha dato un laion al ditto Graz, et haveva 
mandato- 600 (?) fanti a la volta de Viena, el che *l 
Principe se va a la dieta a Ratisbona se dice per 
cose del Luther, el che l' é grande sisma in quelle 
parte de le terre franche, onde coslori se conforma 
de la mia scritta a Vostra Signoria. liem, di l'abate 
di Vitrino, haver haulo lettere che li cavalli del 
Prìncipe erano malmenali. 

tìì^ Dei signor Governador cenerai Janus^ dal 
campo di Cassan, di . . ' 



Di sier Thomà Moro proveditor cenerai, 
da Cassan, di 31. Manda uno conto di danari ha- 
bull el la spesa, el si voi ducati 23 in 34 milia al 
mexe. Bozi se ha hauto per reporli, come el ca- 
stellan de Mus havea haute lettere dal signor An- 
tonio da Leva che 'I nostro campo in reame era 

(i)Uaurt« m'èbiaooa. 



Sii rollo, el li ha scritto esso Proveditor el conlra- 
rio, el mandato la copia- di le particularità di le 
lettere de la Signoria zerca le nove del reame aziò 
el stii saldo. El il signor Governalor et lui li scrisse 
una lellera molto ezortatoria persuadendo a man- 
lenir la fede ; ma crede habbia mutalo proposito : 
pur ancor non si sa certo, ma uno lamburlo de li 
nostri disse haver visto suo fratello dal signor An- 
Ionio da Leva a Pionlello ; el che seguendo saria 
gran danno et discomodo de le cosse da le bande 
de qui. Scrive haver provato li bombardieri iusla 
r ordine de la Signoria, et fatto allegreze assai con 
tirar artellaria el far fuogi per inanimar li nostri, et' 
sgomentar li inimici. 

Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà 133* 
et capitanio. Con a\isi di le cose di sopra, el a di 
5 principierano 



In questa matina, in le do Quarantie Criminal el 
Zivil, sier Marin Justinian avogador extraordinario 
compite di parlar, el doman si lezerà le scritture, 
over Luni. 

Da poi disnar fo Gran Conscio, el vene il Sere* 
nissiroo con dossi. 

Fu posto, per li Consieri el Cai di XL la parte 
di far un Procurator, notada qui avanti. Ave: .6 
non sinceri, 188 di no, 1117 di la parte, el fu 
presa. 

1415. Eleetion di Procurator di San Marco 
sopra le Comessarie de atra iusta la parte 
presa. 

non Sier Antonio da cbà da Pexaro fo 
podestà et capitanio a Treviso^ 
qu. sier Leonardo. 

non Sier Zuan Emo é di Pregadi, di 
sier Leonardo qu. sier Zuane 
el cavalier.. 
t Sier Francesco Mocenigo fo pode- 
stà et capitanio a Treviso, qu. 
sier Piero, el qual andò a offe- 
rir ducati 10 milia a ogni be- 
neplacito. Ave 1337.167 

non Sier Zuan da chi da Pexaro fo di 
Pregadi, qu. sier Leonardo. 

non Sier Marco Antonio Barbarigo fo 
podestà el capitanio a Ruigo, 
qu. sier Francesco. 

non Sier Zuan Corner qu sier Zorzi 
el cavalier procurator. 



187 



MDXXVm, APRILE. 



188 



133 



Et poi balotà do vote, fo chiama dal Serenissi- 
mo et esortato t portar li danari a li Camerlenghi 
questa sera, perché i bisogna mandarli a far queste 
fantarie. Disse farla, et cussi fo aperto con li soi 
parenti. 

Fo fato Podestà et capilanio a Treviso sier Fran 
Cesco Morexini fo avogador qu. sier Nicolò di zerca 
900 ballote, di sier Anzolo Gabriel fo avogador. 
Item, Provedilor sora il cotimo di Damasco sier 
Sebaslian di Prioli fo a le Cazude, qu. sier Dome- 
nego, et XL del Conscio di XL Zivil nuovi. Item, 
XL Criminal niun passoe. 

Da poi Conscio, il Serenissimo con la Signoria 
si reduse in Collegio, et fono sopra danari, et fo 
nota di meter una tansa il primo Pregadi liem, 
sopra il scuoder di debitori et metter parte zercba 
quelli che comprano li stabeli de debitori. 

Da Bergamo, di sier Nicolò Salamon pode- 
stà et sier Vicenjso Trun capitanio, di primo. 
Come il castellan di Mus era acordato con spagnoli, 
la qual cossa V hanno per molle vie. Et più, che se 
ritrovava li a Bergamo uno fradello del ditto easte- 
lan, al qual hozi vene uno cavalaro del ditto eastel- 
lan con lettere, et il ditto messo, da poi date, bave 
a dir che 1 castellan era acordato, et che V havia 
scritto a suo fratello si partisse di Bergamo aziò 
lui non sia retenuto 

Da Verona, di sier Daniel Barbaro tapi- 
tanio, di 2. Manda uno riporto di le cosse supe- 
rior. Conclusive, calerano al tutto questo mexe, a la 
pid longa sarano a di 3i Aprii ; et altre particulariti. 

Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitanio, di 2. Con avisi in confor- 
mità di lanzinech che calerano; tomen zente né da* 
nari ancora se vede in esser. 

Di Franaa, di sier S^Histian Justinian el 
cavalier^ otaior, da .... di 



123^ 



Hozi a Conscio fo chiamati 35 zentilhomeni de 
Pregadi, tutti, excepto, do doctori, ad andar da ma- 
tina a Liza Fusina contra il Capitanio zeneral qual 
di Padoa vien qui. 

Hozi fo il perdon di colpa et di pena a la Caritae, 
antico, et ne concorse assaissìme zente ; ma seguite 

una cosa che II in fo taiato il viso a uno 

• • •••••.•«••••••• 

Adid.lA matina, vene in Collegio sier Fran- 
cesco Mocenigo rimasto beri Procurator, vestito di 
veludo cremesin alto et basso, acompagnato da li 
Procuratori et altri soi parenti in scartato, non però 



I molti, et ringratiò la Signoria de la sua creation. 
Et poi ritornò a caxa con li Savii di terra ferma et 
ordeni. 

Vene il duca di Urbin capilanio zeneral nostro 
di longo con li zentilhomeni lo levò a Liza Fusina, 
che fono 16 in tutto, sier Cabrici Moro el cavalier, 
sier Andrea Mocenigo el dolor et altri ; qual volse 
smontar al ponte di la Paia et venne di longo in 
Collegio. Sentalo apresso il Serenissimo, disse era 
venuto a far reverènlia, et desiderava poter venir 
in Pregadi a far la sua excusation di le operation 
sue, ma poi che li ordeni erano in contrario non li 
voleva romper : al che il Serenissimo li disse che 
non si consueta in questo Stado, ma dicesse in Col- 
legio, perchè il tutto saria riferito in Pregadi. Et lui 
disse venirla un* altra mattina ; poi si parlò de le 
cosse del regno. Ditto Capitanio disse che inimici 
non si poteva salvar se non a Benivento, overo Ca- 
pua et 11 far testai, perché Taranto è lontano, el 
cussi Caieta. Disse la Puia é per nui, et volendo 
monsignor Lautrech passar i monti et andar di là 
driedo inimici, potrà haver viptuarie da la Puia che è 
grassa et aquistada quasi tutta per la liga, come è 
da creder sarà etc. 

Vene V orator di Franza Baius solicitando dana- 
ri per il campo, et disse che *l saria bon tuor per 
capitanio di la liga in Lombardia el duca di Ferani. 

Vene T orator del duca di Milan con uno aviso 
che *l suo Signor ha, che per via di Zenoa V Impe* 
rator ha mandato a Milan ad Antonio da Leva du- 
cati 36 milia. 

Die 2 Aprilis 1528, hora tertia. 

Ritornato da Trento D. F. L. explorator aian- 
dato, dice Luni a mezodi arivai a Trento et li stetti 
Marti, poi damatina ritornai in zoso. A Trento non 
li èra niun de signori, né el Castelalto né altri, ma 
erano parlili; per quello sentiti dir, el Venere avan- 
ti era andato il Castelalto cum quelli signorotti a 
Yspruch, né altro potè intender. Ma audetl per 
Trento vedando quello si faceva et dicea, et trovai 
nel monaslerio de San Marco barche 20 vechie, et 
artegliarie assai vechic et nove, tra le quale vi era 
da circa 400 archibusi lutti novi cum le sue casse 
in ordene, falchoneti assai ancor in ordene, et da 
circa 7 boche d* artigliaria grande, et assaissimo di 
vecbie che non erano in ordine.- In San Lorenzo vi 
sono barche vecbie 8 ; per la terra si lavora a furia 
di barche, et gè ne ho contade 37 complde, et se 
ne fa de le altre, et se fanno carri grandi per car- 



1 



i89 



MDXXVni, APROS. 



190 



gar dicle barche. Son etiam sia davanti el loco de 
U monition, perché allora era venulo Ire carra de 
baloUe che si discargavano in monilion, che é aran- 
te il castello. Et guardando dentro, vidi assai altre 
balole, arcbibusi et artigliane senza Gne. Visti an- 
cora molinari portar a macinar biave quale cavava- 
DO fora da le monition, el si diceva che inaxenavano 
per conto de essa monition ; el vidi che V era sta 
fatta una fuxina nova dove se fa ballote per arte- 
gliarie, et andando per quelle strade altro non se 
vede se non marangoni che lavorano. Se dice lì per 
Trento che '1 sarà guerra, el che presto voicno 
calar gente assai a la volta de Brenlonicho per tuor 
la Cbiusa el andar a Verona. Molte minacie se di- 
cono; ma non li é uno soldato uè fante da Ala in 
qua, el questo vi so dir perchè ho parlalo cum un 
vesentitt che se partile Venere da Ala» el dice che 
da Ala in qua non li è né cavalli né fanti, salvo 
mulatieri che vanno suso et zoso per biave : ben é 
vero che se dice die venir fanti et cavalli. lu Valsu- 
gina altro non vi è, salvo el scriver che hanno fallo 
per li lochi che stiano in ordine. Da Grìgno in su, 
tutti li marangoni sono andati per comandamento 
a Trento a lavorar. 
1-25' Da Verona, di sier Daniel Barbaro^ capi- 
tanio, di 2. Con avisi di le cose de sopra, el man- 
da questo riporto, come el parlamento a Yspruch 
per le cose de Italia era finito, el che se cominciava 
caroinar con le gente erano in quelle bande verso 
Trento, el che a Maran erano gionti *iOO farfossi de 
biave per conto di la monition, el fosine 7 sono 
drizale a Trento, el in tutte se lavorano diversi 
strumenti de guerra. I biscotti se fanno, li loggia- 
menti se preparano cosi a pé come a cavallo, ita che 
se tien, latte le feste, potrano venir a suo piacer. 
Dicesi serano da 20 milia fanti el da 3000 cavalli. 
Hanno preparato ponti el scale. Per quel se intende 
vogliono andar a Milan el stabilir quel ducato, poi 
andar dove li piace ; el si dice sono tre in Italia che 
fanno gente per lo Imperator. Vero è che non po- 
trano portar tanta vicluaria che gli basti. Presupo- 
neno pigliar la riviera di Salò, et pigliata esser si- 
gnori del Laco, el a questo modo poter condur vi- 
tuarie et ogni altra cosa a suo modo a lor bisogno, 
et vedeno poco ordine a la difensioo. 

El sier Nicolò Barbaro capitanio del Lago, di Ve* 
rona di i, scrive questi avisi di sopra, dicendo io non 
dubito del Lago, se'l venisse tutta la Alemagna poter- 
mi noeere, ma ben io essi. Tutte le barche le farò con* 

(1) U otfta Iti* è Umm. 



dur a Isola et le sfondrarò quelle mi parerano, farò 
armar da soi (miei?) le due fuste, la barca longa et 
barchette, et non bavendo li inimici inslìrumenti de 
aqua non potrano far nulla. Se vorauno la Riviera 
non forte da la banda de 1* aqua bisogna bone var- 
die, perché con 1* armata ruinarò el tutto ; et quan- 
do lor serano ad un loco io andarò a l'altro, perché 
el cenze 100 milia. Voria ben se usase più diligentia 
de quel se usa a preparatone di le nostre terre, 
che questo clarissimo Proveditor general non manca 
de diligentia eie. 

Da poi disnar, fo Conscio di X con la Zonta. 125* 
Fo ledo lettere di l'Oralor di Pranza nostro, di 
10 di Marzo, drizale al Conscio di X, zerca il mal 
officio ha fallo iterum il prolhonotario di Gambara. 
con il Re zerca Ravena et Zervia. 

Di Cypro^ di 6 Margo, di sier Silvestro 
Minio locoienente et Consieri. Come havia pio- 
vesto ile il la vizilia di Nadal, che era sta 8 mesi 
non havia piovesto et 



Fu preso, una parte, zerca li debitori di la Si- 
gnoria, videlicet con molte clausole. La copia sarà 
posta qui avanti, 

El licentialo dal Conscio la Zonla, restò il Col- 
legio con li Saviì zerca il conliu da Mozanega che 
é in preson ; ma poi nulla feno per esser cosa che 
voi pili tempo a la soa expedition. 

Hozi é sta cala uno contrabaudo de alcuni ze- 
noesi quali fevano condur in questa terra 14 peze 
di veludo zenoin el do sachi di seda, el statim 
li Avogadori di Comun lo partileno, el lutti bave 
la soa parte. 

In questa malina, a le do Quaranlie Criminal 
et Civil fo compilo di lezer le scritture ; et poi 
disnar iterum redute, sier Marin Juslinian avoga- 
dor extraordioario parloe, et poi insieme con sier 
Zuan Dolfin suo collega messeno che Andrea dal 
Corlivo scrivan ai Proveditori sora i officii fosse 
ben retenuto. Ave tutto il Conscio. Item^ Zuan 
Batista Constanlini el ave una di no; siche questi 
do fo preso fosseno ben retenuti etc. Item^ pre- 
seno relenir uno Zuan Paolo .... nodaro. 

Jfeifi, messeiK) de relenir Francesco Fabeni 

etiam nodaro, per intaco de ducati et 

haver fato bolelin a li di baver salda 

la cassa, et non esser vero. Fo U non sinceri» 
22 di no, el 28 di si la seconda volta ; si che la 
pende in so favor. 

Ma di sier Francesco Lippomano et sier Piero 
LoredaD olim è al presente Proveditori sora i 



Idi 



iiD3nrvnT, aprilb. 



m 



136 



ofBcii et di altri ha intacado, sier Francesco de 
Garzoni etc. nulla fo preso, per esser solum do 
Consieri, et voi la leze sia 3 Consieri a la Qua- 
rantla criminal a retenir alcun nobele. 

1528. Die 4 Aprilis. In Consilio X 
cum addinone. 



Essendo sia in diversi lenripi, si per el nostro 
Mazor Conscio come per el Conscio nostro di 
Pregadi, provisto circa la vendition de i beni de 
li debitori de la Signoria nostra che si fano per li 
offlcii de Governadori, Raxon nove, Cazude et X 
ofBtii, par che si risolgano a la zornada nove in- 
vention, et si inovano diverse cose per le qual 
sono tagliate le rendede, in modo che difficilmente 
se trovano compradori : al che dovendosi proveder ; 
L' anderà parte, che nel far de le vendede de 
li sopra ditti beni si habia ad observar il modo 
de la parte presa nel Conscio nostro di Pregadi 
del 1509 a di 36 Aprii cum le additione infra- 
scritte, zioè che, avanti che se Taciano le vendition 
siano obligali i deputati a quelle far a saver a li 
debitori de V ofìcio suo, over a sui heriedi, come 
i voleno vender la tal casa over case che fono 
over sono di tal, et similmente ogni altra sorte 
stabili et possession, dchiarando il locho dove li 
sono, la contrada et la qualità del stabele over 
possession, el non li trovando in persona mandino 
tre volte a la casa facendosi far la relation, et 
notar sotto le polize de li incanti come fanno al 
presente. Et debano far tre incanti, et delivrata 
che la sarà, habia tempo el debitor de scodar li beni 
sui venduti zorni 30 senza alcuna spesa deirincanto; 
passati i qual zorni 30 debba esser dato il possesso 
al comprador, et mantenuto in quello, et occor- 
rendo caso del taglio de la vendeda over revoca- 
.tion de essa, non possa esser tratto di possesso 
esso comprador se '1 non bavera tutto el suo ca- 
vedal integro cum tutte spese et meioramenti, 
come dispone la parte presa in Pregadi a di 17 
Novembrio 1533, a la qualsia agionto che 6<iam 
non se possa per la Signoria nostra, né per alcun 
Consiglio magistrato, molestarlo in ditto pos- 
sesso, ma sia mantenuto fln tanto che 1* baveri da 
la Signoria nostra eSectualmente in contadi tutti 
li sui danari. Et perchè a le Gade se vende con 
el terzo de sconto et dui terzi de contadi, se debba 
restituir per la Signoria nostra el tutto de contadi et 
non de sconto, aziò cum mazor animo se possa com- 
prar i dicti beni. Praeterea facte le venditione 
predicte non possano i officiali de li officii, passali 



dicti zorni 30, quella suspender o revocar, come 
è provisto per la parte presa irf Pregadi a di 6 
Marzo 1508, sotto pena a quelli contrafacesseno 
de ducati 100 ne li proprii sui beni, da esser 
scossi per H Àvogadori nostri de Comun, senza 
alcun Conscio, de la qual uno terzo sia suo, uno 
di TArsenal, et T altro di Taccusador. Habiano 
tempo i debitori de apelarsi mesi doi secondo la 
forma della parte presa in Pregadi a di 33 Mazo 
1507, et debano diete apeliation prosequir in tempo 
di mesi tre da poi interposta la appellation. CI man- 
cando da loro da solicitar i Consiglii, over non pro- 
sequendola in diclo tennine, over non apellandosi 
in tempo de dicti doi mesi, le vendition siano ina- 
pelabile; et aziò non alegino causa de non haver 
hauto notitia de dieta venSition, sia azonto che li 
deputadi a quelle da poi delivrade iterum fazino 
a saper a li debitori li dicti sui beni esser sia | 
venduti, el se pretendono recuperarli, che hanno 
tempo zorni 30, et poi li mesi do di appellarsi, 
et chi però pretendono comparino et usino di le 
sue rason ; et non lo havendo facto in diclo ter- 
mine i Capi de XL non li possino più dar el Con- 
scio, sotto pena de ducati 100 per uno, quali siano 
scossi et divisi ut supra. 

Et perchè si atrovano stabili conditionali quali 
non si possono per le leze nostre vender, debbano i 
dicti deputadi affittar quelli per anni doi, vender dicti 
6cti secondo la quantità del debito et cussi di tempo 
in tempo per li debiti de quelli che al presente venes- 
seno. Et perchè ne sono molli che habitano ne le case 
conditionale, et non vorano ussir né lassarle affiliar, 
debbano i dicti deputadi farli far comandamento 
che debano ussir de la casa aziò quelle se possioo 
affilar, et satisfar la Signoria nostra, el non volendo 
li fazino ussir per forza over li faziano retenir ìq 
persona, aziò siano a la condition de li altri. 

Et alcuno de coetero non possa andar fuora in 
alcun rezimento né officio nec etiam entrar in 
q.uesta città in alcun officio, magistrato over Con- 
siglio, se integramente el non bavera pagalo et 
portato li sui bollettini. 

Praeterea, essendo per li officii de Proprio et 
da Procurator facti molti pagamenti dotali de li 
beni de li debitori de la Signoria nostra, et date 
le possession over case exlimate molto manco de 
quel valeno, come in molli casi è intervenuto, 
siano obligali dicti offitii mandar de mese in oiese 
li pagamenti de le dote che farano a V officio de 
le Cazude, over quelli altri officii dove fusseno de- 
bitori, el quelli beo examinati, essendo slimato el 



193 UDXXVm, APULE. 

date io pagamento per il quanto manco di quelo 
raleno, possino li predetti officiali andar a 1* in- 
cacio et quelli vender, et pagate le dote luor el 
soprabundante et melerlo in la Signoria nostra, 
sia ben licito a le dotale over a soi beriedi volendo 
pagar el debito a la Signoria nostra over li sui beni 
come legamenti liberi senza alcuna conlradition. 

UlteriuB è introdutta una consuetudine, che 
qaelli sono debitori di la Signoria nostra, per fu- 
gir le decime et tanse assecurano le done sopra 
i sui beni ita che la Signoria nostra non se poi 
satisfar de alcun credito, però sia preso, che per 
li o6ciali preditti, siano viste le qualità del stabile 
et altri beni, et le assecuration facte, et essendo 
excessive de uno quarto più, come e dicto, de- 
baoo del suprabundante Tar satisfar la Signoria 
oostra del credilo suo. 

Et perchè sono molti che lassano passar 8, 10 
el 12 anni et più per i beni sui 'venduti, et cer- 
cano poi venir per via de gratia, sia preso che 
passali anni 5 non possi più esser facla gratia ad 
alcun de dirti beni per alcun modo over forma. 
137 Essendo ben conveniente che quando si pro- 
sequeno le appellatione de le vendite de compra- 
dori vengano et usino diligentia a la deffensione, 
il che non (ano, perché sequendo taglio li sono 
tassate le spese, le qual non si tassano a la Signoria 
nostra, sia preso che a li predilli compradori es- 
sendo' tagliate le vendede, non possa più essere 
laxato spesa alcuna né datoli per causa di la disfesa 
alcun danno over incomodo, aziò siano propri! a 
venir a la deflTension gagliarda et efficaze, non di- 
cendo solamente che fiat ius, ma usando ogni 
diligentia et necessarie deffensione. 

Il vigor veramente di la presente parte quale 
se fa per li bisogni de la presente guerra, durar 
debba fin che durerà essa presente guerra. 



194 



fì^i) Da Corphù, fo lettere, di $ier Zuan Maro 
proveditar di rarmada, di 7 Mareo. Come 
non bavìa hauto alcun ordine di passar in Puia, 

et 

IH sier Tkomà Moro proveditor eeneral, 
da Cassan, di primo Aprii, Kore 3. Come hozi 
é zonlo qui a bore zerca *20 el signor Cesare 
Pregoso, qual ha referito quelli de Collegio haverK 
dillo esser sta manda molli denari de qui, et più 
assai de quello é; ma il. tutto si poi veder per li 
mensuali za mandati et per li conti li qual di novo 

li) U earU m * é biaoòa. 

/ Diarii di M. Saicvto. — Tom. Il VIL 



si manda a la Signoria. Et queste gente, visto che 
hebbeno il signor Cesare xìoìì baver portalo dinari, 
stano suspese et di mala voglia, che credo in dui 
giorni si risolverano et anderano via ; el é passala 
la paga del conte di Caiazo, di domino Paolo Lu- 
zasco, de li lanzchenechi quali non bisogna passar 
un zorno, et pur se intertengono, et altri capi de 
fanti dieno esser pagali, che hanno passato il tempo, 
et de qui non é un ducatorSi manderà l'altro men- 
sual fra dui zorni. Inimici hanno mandalo a Milino 
le bagaie et cariazi. Si ludica vorano far qualche 
botta : nui stiamo a V erta meglio si poi con queste 
poche zente mal pagate. Scrive la nova si bave per 
lettere del podestà di Crema di 1* armata di Spagna 
esser sia rola da Andrea Doria eie. É venuto qui 
domino Zuan Batista Spiciano da Lodi, per nome 
del signor duca de Milano, dicendo é tempo di an- 
dar in campagna et é per far il debito suo ; ma bi- 
sogna gente et per questo il signor Duca ha mandato 
uno novo oralor a la Signoria. 

Del ditto, di 2. Per avisi bauli da Bergamo si 
ha, come el castelan di Mus é acordalo con spagnoli 
et ha mandato a rechiamar Angustino suo fratello 
qual era a Bergamo, et se n* è andato. Li spagnoli 
li danno Lecho et Trezo, et fanno suo fratello Joan 
Balista capo di colonnello, et é andati a Milano a 
firmar li capitoli, et spagnoli danno obstasi a esso 
castellano, quali deno star in la rocha de Mus. Eri 
il conte di Caiazo cavalchò, prese alcuni presoni et 
zerca 20 cavalli de bagaie. 

A di 5, fo Domenega di P Oliva. La ma- 138* 
lina, il Serenissimo, vestito di veludo cremexin, 
vene in chiexia a luor le palme et udir messa con 
questi oratori : Papa, Anglia, Milan, Fiorenza, Fer- 
rara et Manloa. Mancava Franza et Hongarìa. /fem, 
il Primocerio et lo episcopo di Bafo Pexaro erano 
tre procuratori : sier Domenego Trivixan el cava- 
lier, sier Polo Capello el cavalier, sier Lorenzo Lo- 
redan, et uno domino Pranceschin da Corto conduto 
a lezer a Padoa in leze di sora di cavalieri. Né poi 
messa Collegio si reduse. 

In questa mattina fo conduti 4 spagnoli, tra li 
qual uno e capitanio, mandati per il capitanio del 
Golfo sier Almorò Morexini, che fo di quelli prese 
che di Trieste andavano al campo. 

Da poi disnar, predicò a San Marco ti predica* 
lor di San Stepbano maistro Marco da la Mirando- 
la del suo ordine, et poi vespero si reduse la Signo- 
ria con ì Savii et Cai di X in Collegio, et steteno 
flnb bore una di notte. 

Di campo f da QassMi del proveditor Moro, 

13 



195 



KDXxnn, àPwajL 



m 



di 3. Blanda una lettera haata del conte Claudio 
Rangon, et per più vie hanno che 'I caslellan de 
Muss si é conzo con inimici, et Tra uno o doi giorni 
sono per andar a li danni del bergamasco o la via 
di Val Bremhana, et si ha ordinalo, non potendo 
far altro contrasto a inimici veneuilo per quelle 
montagne perchè li cavalli non poi combatter li, 
che se sgonibreno tutte le meglior robe de esse 
valle, aziò che inimici non se ne servino etc. 

Copia di ufM lettera da Caprino, del conte 
Claudio Rangon^ di 2 Aprii 1538, drimta 
al proveditor general Moro. 

Magnifico et clarissimo et patron mio òbser- 
vandissiroo. 

In questa bora mi é venuto aviso, per uno il 
qual è slato in Ulcinà, come ritrovandosi con licita 
scusa a la presenza de Filippo da Jrcino ivi capo, 
che gli Tu portata una lettera come gli significava 
che si havea deliberato in termine de dui giorni di 
passar di qua et andar a la volla di Bergamo, et 
che 'I castellano di Mus si era acordalo et sin bora 
havea mandato quantilate di pane in Leco. llora è 
venuto ancor il capilunio elusone, per il qual se in- 
tende il simile, et del passar et del castellano, et 
dicono che haveriano già sin ad bora passali se 
questi mali tempi non li bavesseno inlerlenuti ; et 
129 secondo egli dice haver inteso, dicono di volere 
passar questa notte che viene. Hozi si è visto che 
quelli da Brevio hanno botalo ne V aqua una nave 
assai grande, la qual polria portar da 50 a 60 bo« 
meni, et del tutto mi è parso subito darne aviso a 
le vostre signorie, et cosi non nìanco per meglior 
et più vie che io posso de intender quanto si può, 
et del tulio le ne darò aviso. Quelli da Brevio han- 
no pur quivi un' altra nave tale ; ma non Thanno iu 
aqua, ma sia in termine che tosto gli la possono 
ponere. In Ulcinà non sono altri che tre spagnoli, 
et questo Filippo et uno suo fratello con circa 8 
altri tra di la terra et del paese ; né altro per bora, 
salvo che a le signorie vostre cwn bumil reveren- 
tia bascio le mani et mi ricomando. 

Da Caprino, il giorno secundo di Aprii, 
1528. 

Le signorie vostre aapiano che qua non sono 
cavaltri, né altri. 

Di Vostre Signorie servitor 
CuuiMO Ramoonk. 



A tergo : Al molto OMgnifioo et dirissimo si- 
gnor Proveditore geoeraie et illusiriasinio signor 
Governatore, signori et patroni mei observandisimi. 

Da Vieenaa, di sier Zuan Antonio da ekà 
Taiapiera capitamo, di heri. Certo aviso che 
uno citadin de li li ha ditto, che queste zente si fa 
di sopra è con li danari del Papa per farle andar 
contra Fiorenza. 

Da Cremona, fo lettere di sier Gabriel Ve- 
nier, orator. Come il duca di Milan era venuto a 
trovarlo a caxa dicendoli non si fa provision aeres- 
ser r exercilo, et si patirà grandemente, et voria 
si facesse fanti et lui da la sua parte farà eie., et voi 
andar a star in Pavia. Item, che 'I manda per que- 
sto uno suo nontio aposta a la Signoria. 

Di AngUa, di sier Marco Antonio Venier 
el dolor, orator, di 2, 8, 10 et 11 Mareo. Come 
si aspeclava monsignor di la Moreta orator del re 
Cbrislianissimo, qual vien per metter ordine a far 
gaiarda la guerra a 1* Imperator, et si ha aviso iu 
Fiandra esser sta publicà la guerra contro la Pran- 
za et Geldria. Scrive esser nove de Italia de felici 
successi de monsignor de Lulreeb, et questi deside- 
rano vadino sequitando. De qui questo orator ce- 
sareo vien guardato. 

Scrive di colloqui hauti col reverendissimo car- 
dinal Eboracense, qual li ha dillo che T Imperator 
voi far la pace col re Cbrislianissimo et lassar nel 
slado di Milan il Duca presente ma voi ben Zenoa 
el Aste el un milion d' oro aj presente, el lassare el 
DoIGn, et poi che 1 re Cbrislianissimo dagi in wan 
di questo Re le terre di Borgogna sino che li sia 
dato uno altro milion d* oro, et poi restituirà el 
duca di Orliens ; ma sopra tutto non voi lassar el 
Dolfin se prima monsignor di Lutrech non sia par- 
lilo de Italia, dicendoli il Cardinal etiam il Re che 
uno nontio di Cesare li havia dillo cussi venuto a 
posta ; ma lui voi mandar al re Cbrislianissimo so 
cuxin con 6 modi, i qual V Imperator volendo la 
pace non potrà far di noen di acelarli, ma voi pri- 
ma, che 'I Re so cuxin sia contento. 

Di Iranga, di sier Sebastian Jusiinian el 
cavalier, orator, di 18, da Poesì. Cooie era 
stalo col Re, et parlalo voi far grajQ guerra né at- 
ti^ader a pratica alcuna, et il duca di Geler havia 
preso una terra di Y Imperator chiamata Aga .... 
io 

Scrive come lo episcopo di Pistoia orator del 
Papa, qual voleva andar in Spagna, sicome scrisse 
per le altre, andò a Lion a parlar al signor Alberto 



Ì9t 



MDXXnUi iPRlLB. 



198 



130* 



di Offif, par il Re Don voy el passi io Spagna. Seri- 
?e,a9pe(af lo episcopo di Bada oralor del re di An- 
glia mandalo a questa Maesli, et se aspetta intender 
il zonzer de monsignor di la Horeta in Ànglia, qual 
è sii mandato per metter ordine a la guerra, an- 
eora ebe quel Re liabbi fotto trieva per do mesi con 
madama Maturità per quanto aspetta a le cose de 
la Flandn, iusta però le conslitution antique, aziò li 
mercadanti si possino levar di paesi. Scrive, il Cam- 
bara tornato dì Anglìa riporta al Papa quel Re es- 
ser contento il Papa pratichi la paxe, et voleva 
efiam haver l' asenso del re Chrislianissiino, et aa* 
dar in Spagna lo episcopo di Pistoia per questo 
efecto, unde TOrator nostro contra operò dicendo 
al Gran maìstro, a Madama et al Re non é da me- 
lersi nel Papa, perchè el vorà Ravena, item Fio- 
renza per li Medici, et Modena dal duca di Ferrar»; 
unde il Re disse era vero, et però fé quel ho dito 
di sopra.* 

Ài Brexa, di rier Zuan Ferro eapitanio, 
di 4, hore 9, partieular, vidi lettere drìMate a 
sier Oregario Pissamano. Come à auto lettere di 
Cassan, di domino Antonio di Castello, continua di 
le preparalion di legnami fatta per inimici per gitar 
d ponte a Trezo, et come uno signor di quelli di 
Adorni aparse a Zenoa, el qual par sia andato a 
Bassa; et seri ve che Antonio da Leva par sia refredito 
in gettar el ponte a Trezo ; ma ben é vero che *1 
castelan de Mus tenta pratiche strette con inimici, 
et se intende che il signor Alvise di Gonzaga et il 
signor Piero Maria di Rossi con alcuni altri fanno 
certa gente a piedi et a cavallo a nome de l' Im- 
perator. Li nostri fanti et cavalli ogni di sono in 
campagna verso Milano et toleno vituarie assai a li 
inimici, di sorte che li faoo molto patir, et spando- 
no molto vino per le strade per non poter portarlo ; 
la qual lettera é data in Cassano a di primo. Item^ 
esso Capitanio scrive come é sta ditto per uno che 
rien di terra todesca, el duca di Zenoa ritrovarsi U 
io terra todesca. 

AdìS.lA matina, vene in Collegio il Capitanio 
zeneral ben acompagnato da li soi, et stele più di 
hore 3, intervenendo li Cai di X et 



El qual parloe dal zorno se parti de qui prima, 
Gno questo zorno 



Da Verena^ fo lettere di rectori, die 



Die € Aprilis 1528. In Bagatis. 131 

Serenissimus princeps^ 

Gonsiliarii, 

Capita de Quadraginta, 

Sapientes Consilii, 

Sapientes Terrae firmae. 

Quanto sia il bisogno quale si ha de danari per 
le presente occorrentie del Stado nostro ognuno 
benissimo lo intende, si che è necessario far provi- 
sione aciò si babbi modo de supplir a le tante spese 
che ocooreno : 

L* anderà parte, che sia posta una tansa al Mon- 
te del subsidìo la qual si debba pagar da tutti li 
tansati a li Govemadori de le intrade in contadi, 
con don di 10 per 100 a quelli che la pagerano per 
tutto di 25 del presente mexe, con don di 8 per 100 
a quelli la pagerano per tutto di 10 del futuro mese 
di Mazo, passado el qual termine siano tirate le 
marcile immediate si che alcuno non possi più 
haver ditto benefitio. 

De parte 87 — 90 — 88 -* 88 

Ser Leanardus Emus^ 
Sapiens Cansilii. 

Havendo questa nostra citti per si longo tempo 
sostenuta et bora pid che pid sostenendo una insù- 
portabel spesa ne le cose di la guerra, é ben iuUo 
et condecente che la sii in qualche parte sublevata 
da quelli la eonservation de li ben! et intrade di le 
qual dipendono da quella del Stato et cose nostre ; 
et praesertim a li presenti tempi essendo necessa* 
rissimo con <^i prestesa ritrovar una grosisBima 
summa de danari, come a cadauno é noto; et però : 

L' anderà parte, che per aoctorità di questo Con- 
scio sii dimanda ad imprestedo al clero, si di que- 
sta città et dogado come de qualunque altra cita et 
loco nostro di terra ferma ducati 100 milia, da es- 
ser esborsati con tutte quelle eompartition, modi 
et condition che fu observà et exequl ne 1* ultimo 
imprestedo rechiesto per deliberation di questo 
Conscio, qual in ogni sua parte si babbi ad unguem 
ad observar et ezeguir. Et tutti quelli che impre- 
sterà no la portion et rata a se spoetante, siino facti 
creditori al Monte nostro del subsidio, et haver de- 
bino ogni anno il prò corrente a rason di 5 per 
100 fino che li Barano restituiti li danari prestati, 



199 



MDXXVm, APRILE. 



300 



131 



et quelli che pagerano per lutto di 20 di l'instante 
la rata a se spedante, habbino 8 per 100 di don, et 
per tutto il mese 5 per 100. 

De parte 89 — 95 — 102 — f 105 

De non — 8 

Non sinceri 14 — 17— 16—15 

Die anledicto, 

Posita fuitper 

Serenissimum Prineipem^ 

ConsiliarioSy 

Capita de Quadraginta, 

Sapienies Consilii, 

Sapientes Terrae firmae, 

la parte di la tansa presa ad Uiteram, excepto dan- 
no termine al pagar per tutto il presente mese con 
il don, ut ante, di 10 per 100. 

De parte 157 

De non 39 

Non sinceri 9 



132 



Die 5 Aprììis 1528. 

De parte de monsignor reverendissimo Patriar- 
cha, sia data notitia a tutti li fedel christiani, come 
el luogo di greci posto ne la parocchia de Santo An- 
tonio, dove loro convengono ad aldir i divini offici, 
é luogo prophano cum ninna authoriti eretto, non 
benedetto et non consecmtJ, nientedimeno el se 
celebra messe et altri divini officii i quali cele- 
brar non se dieno, praesertim perché sono etiatn 
celebradi da do preti greci excomunicati et publi- 
cali, et irregular, i qual celebrano in preiuditio de 
le lor anime inganando le anime de altri christiani. 

Per tanto sua signoria excomunica et pronun- 
tia excomunicafi tutti li altri sacerdoti si greci come 
latini che non debbiano andar al ditto luogo come 
in luogo prophano et inhabile, et eh' in quello non 
debbino celebrar ne* altri oflScii divini exercitar, nec 
etiam i corpi di christiani defuncti a quel luogo - 
compagnar, né cum i ditti preti greci excomunicati 
et irritar participar. 

Probibendo ancora sotto quella istessa pena de 
excomunieation tutti e ciaschedun laici, che pratica- 
noo eum i ditti preti et laici si greci come latini, i 
quali jmdarano al ditto luogo et participarano in le 



cosse divine eum i ditti sacerdoti greci ezcomuni- 
cali, come ne le lettere patente de sua signoria 
fatte et publicate più largamente se contien. 

Jo. Franciscus Zentiunus 
Cancellarius subacripsi. 

Da poi disnar fo Pregadi, et lecto lettere fin i; 
bore una di nocte. 

Da Cjfpro, di sier Silvestro Minio luogote- 
nente, di 28 Fevrer. Come bavia pioveslo assai, 
siche si spera haver bona anata; ma li orzi apena 
apareva fuora di la terra per la gran secura stata. 

Fu posto, per li Consieri, Cai di XL, el Savii, 
dar il dazio a lo episcopo di Baius orator del re 

Christianissimo il dazio di anfore di vin, 

in tutto... a conto di la Signoria nostra, ut in parte. 
Fu presa. 

Fu posto, per li Savii del Conscio, excepto sier 
Leonardo Emo et Savii di terra ferma, una tansa 
al Monte del subsidio, a pagarla per tutto 25 Aprii 
presente, con don di 8 per 100, ut in parte. 

Et a r incontro, sier Lunardo Emo savio dei 
Conscio, voi sia posto uno imprestedo al clero ut 
in parte. La copia sarà scripta qui avanti di la 
parte. 

Et parlò prima sier Lunardo Emo dicendo il 
bisogno si ha di denari, et questo è niente a li frati 
et preti che sono richissimi etc. 

Et li rispose sier Marco Dandolo dolor et cava- 
lier. Savio del Conscio, dicendo non é tempo, per- 
ché il Papa non comporterà sia posto angaria ai 
clero contra i capitoli fatti con papa Julio, et l' im- 
prestedo fo messo questo Avoslo al clero siete beo, 
perché era a difender il Pontefice; con altre parole. 
Et il Serenissimo, Consieri et Cai di XL erano 
etiam in la parte di Savii. Andò le do parte, el 
ballota 4 volte, a la fin quella di sier Lunardo Emo 
ave 105, del Serenissimo 88, non sinceri Ib, si che 
di una balota fu presa. Et per saper il tutto, la 
prima -volta ave 1 4 non sinceri, 8 di no, 87 del 
Serenissimo, 89 di 1* Emo ; la seconda 17 non sin- 
ceri, 90 del Serenissimo, 95 di 1* Emo ; la terza 16 
non sinceri, 88 del Serenissimo, 102 di l'Emo; la 
quarta come ho scritto, 15 non sinceri, 88 del Se- 
renissimo, 105 di r Emo, et questa fu presa. 

Fu posto poi, per il Serenissimo et per li Con- 
sieri, Cai di XL et Savii tutti, una tansa al Monte 
del subsidio con don di 10 per 100 a pagarla ler- 
ci) U ctrU 132* 4 biaoot 



301 



MDXXVUI, APBItS. 



902 



mine per (alto del presente, ut in parte, con don 
IO per 100. Ave : 157,39, 9. 

Fu posto, per li Consierì, Cai di XL et Savii, 
una parte, che tutti quelli sono debitori di la Si- 
gnorìa nostra che hanno officii o Consegii in questa 
cillà, nemine excepto, si nobeli come populari, si- 
come fu preso a di 18 Zuguo 1527, debano per 
(otto il presente raexe haver porta a Daniel di Vido 
5 boletini, videlicet Govemadori, Cazude, Sora i 
officii, Raxon nuove, et X officii, sub pena, ut in 
parie, k^e: 155,27,4. 

Fu posto, per li ditti, dar il dazio del vin, di 
anfore 70, bigonzi 4, a monsignor di Baius oratór 
del re Christianissimo, ut inparte. Fu presa. Ave: 

153, 33, 4. 
ia3» Da Fiorenza, di sier Antonio Surian do- 
lor et cavcUier, orator, di primo et do di V tn- 
Biante, Come per via di Zenoa, da . . .et etiam 
da Livorno si ha esser zonto a Sardegna 20 galle 
di l' Imperator con 20 barze, sopra le qnal erano 
da 8000 fanti col Viceré che veniva a Napoli ; la 
qual nova quelli signori gè T hanno falla intender 
ancora che non la credeno. Item, del zoozer 11 il 
protboùotario di Gambara venuto di Pranza, va dal 
Papa, qual li ha ditto 



Item, che volendo quelli signori angarizarli 
preti et clero del suo Stado, il Papa li ha mandalo 
UDO bripve admonendoli non lo fazi. 

IH sier Toma Moro proveditor general, da 
Casean, di 4 Come fin questa bora non si ha no- 
va che inimici et con loro il castellan di Musso sian 
passali Adria per andar a li danni del bergamasco ; 
se intende ben che se metteno ad bordine per voler 
passar. Quello babbi a seguir Iddio lo sa ; ma non 
li vede obstaculo a questo povero territorio berga- 
masco che inimici non possino andar a suo piacer 
a sachegiar le valle di bergamasca, perché li cavalli 
nostri non li poleno obstar né farli danno ne li 
monti ; poi si ha molto poche fantarie. Manda la 
copia di lettere di missier Gioan Batista Spedano, 
date a Lodi, a li 3 di questo, a missier Santo Ber- 
tio comissario ducal, qual conleneno alcune nove, et 
sono queste : 

Gionlo qui, ho ritrovato li seguenti avisi di lo 
amico nostro di Milano. Li mando aziò li conferiati 
con quelli signori. Per lettere di 29 et 30 da Milan 
se intende, che in la Mirandola, apresso il signor 
Anloniotto Adorno et lo ambassaJur imperiale che 
era in Genoa, gli son 30 milia scudi portali da 
Bortolamio de Tassis de Spagna a li preditti signori 



che si exborsino al Leva, et si atende haver questi 
danari In Milan il foi'mento vai lire 50 el mozo, et 
passata Pascha, se non ne viene per la via de Seron, 
poterla valer olirà lire 60 de imperiali. Per leltere 
tre di 31 si certifica et assicura, che esso Bortolomio 
di Tassi ha portato lettere di Cesare al Leva che gli 
domanda 6000 fanti italiani per mandarli in Spagna 
contra le gran preparation di guerra di logillerra 
et Pranza, et che non speri più da Sua Maestà altri 
danari, che non se ne tiene per defender la Spagna se 
non si mette diverse angarie. Et olirà, il magnifico 
Casliono presidente di Milano é morto. 

Item, ditto Proveditor general scrive, pur di 
4, Kore 20. Come scritte le aligale, è sopragionto 
il capilanio Cluson, et manda la relation. 

Die 4 Aprilis 1528, 

Il strenuo capilanio Cluson stato pregion de ini- 
mici, et partito da loro al primo di T instante da un 
loco chiamato Asso del monte di Brianza, referisse 
come adi 29 del passato il castellano de Mus con 
r armata sua, che é de legni 17, 9 grossi et 8 bre- 
gantini, s* incontrò con l' armala di Como, in la 
qual era il conte Ludovico di Belzoioso con fanti 
zerca 300 in 4 barche grosse. Venuti a le man in- 
sieme, il castelan predillo fece discargar Tarlellaria 
et fece anegar una di esse barche, un' altra de le 
qual si retirò a la ripa et li homeni fugirono. Le aU 
tre due veramente ne le quale era esso conte Lu- 
dovico se relirorno a la volta de Comò. Et fallo 
questo efeclo, esso castellano si rivoltò ad un*allra 
villa che é sopra la ripa del lago dove allogiava li 
spagnoli et lanzchenech, et tirò molti pezi de arlel- 
laria in ditta terra, dove amazò da 5 o 6 di loro 
cesarei ; et in questo tirar sopragionse al dillo ca- 
stellano uno bregaotino venuto da Como con teiere 
di r acordo del signor Antonio da Leva con lui 
castellano, qual accordo lui capilanio Cluson ha in- 
leso esser in questo modo : Prima, el dillo signor 
Antonio da Leva contenta di dare ad esso castellano 
Lecho con tulle sue habentie et pertinenlie, confer- 
mandogli etiam la terra de Mus, Monguzzo et al- 
tre terre che al presente galde et possiede, promel- 
tendogli etiam di fargli haver la investitura da lo 
Imperalor, et che però esso castellano debbia dar 
immediate al prefato signor Antonio da Leva du- 
cati 30 milia in conUdi/ Item, che '1 sia obligalo 
dargli 3000 Tanti pagati per tre mesi, da essere 
mandati dove esso Leva vori, de 2000 de li quali 
sia colonello el fratello di esso castellano, et che 'I 



134 



908 



MBXtfUlf APSOA 



301 



già étiam tenuto pro?edergIi di yfctusrki dove an- 
dassero, et che il dlUo castellano gli babbi ad far 
condur in Milano per li suoi danari some 5000 de 
formento. Esso capitanio Cluson dice haver da uno 
capifanio del campo cesareo suo amico, et publica- 
mente etiam si dicea, che hogi doveano agtf)i>ger 
tutte quelle gente inimiebe die erano andate al 
soccorso di Leco a la folta di Brevio per passar 
13^* Adda et andar in bergamasca. Dice ancora che li 
fanti del castellano di Mus che bora se atrovano in 
esser et sono da e rea mille, dieno insieme con 
questi altri passare, quali tutti tra italiani, lanzche- 
nechi et spagnoli potrano esser da 3500. Ben è fero 
che altri 9000 grisoni se dicea doveano calar fra 4 
giorni a nome del ditto castellano insta la obliga- 
tion sua, quali gionli andariano a ritrovar questi 
altri 3500 dove che fusseno, et che il prefato signor 
Antonio da Leva con 1000 lanzchenech et 500 spa- 
gnoli si dovea ritornar et star in Milano. 

135 Copia di lettere di domino Zuan Andrea da 
Prato eavalier, Colateral general, dal cam- 
po de Cassano, a di 3 Aprii 1528, scritte 
ad Augustine Àbondio. 

De novo non habbiamo altro, solvo che boxi 
alcuni cavalli de la compagnia del signor conte de 
Caiazo sono scorsi de la strata de Lodi a Milano, et 
hanno preso molti muli cargi de roercantie, et 18 
mercadanti che condusevano, che se iudica el bo- 
tino non esser manco, tra roba, danari, et talia che 
Tarano li mercadanti, da 13 in 15 milia ducati. Per 
quanto s* é ditto, certo questa compagnia et quella 
di domino Paulo Luzasco et domino Zuan Baptista 
di Castro meritano grandissima laude, che sempre 
sono fora et valorosamente combuteno con li ini- 
mici, con li qUdli (in qui mai hanno perso, ma ben 
ne hanno menato de loro pregioni et toltoli del suo. 
Io sarta contento che almanco 300 homeni d*arme 
de quelli che se Irovamo al presente fusseno redutti 
in 600 cavalli di questa sorte, che vi prometto la 
fede mia che se li fusseno stati haveressemo fatto 
morir li inimici de fame, et la impresa saria fornita. 
Io saperla laudar a la Illustrissima Signoria el faces- 
se sicome li aricordai de li, perché li tornariano pid 
al proposito di quello fano. Tamen al suo sapieo- 
Ussimo iuditio mi riporto. 

Et per lettere di 4, lauda el condur del signor 
Alvise di Gonzaga, perché é homo di bonore et 
menarà compagnia cosi da cavallo come de fanti 
cba 000 torà sia inferiore di quella del Caiazo et 



I Lnzaseo, a li qual eerto non si potria opponere. Et 
ditto signor Alvise feva coadunation di gente eo^ 
da cavallo come da piedi, et non si steva de qui 
senza qualche suspecto. Hozi el signor Gubernator 
andò a Bergamo et questa sera é ritornato. 

A dì 7, Marti Santo. La mattina fo Gran 1 
Conscio, iusta il solito, non vene il Serenissimo, 
vice doxe sier Andrea Poscarini vestito de scarlato. 

Po posto .... gratie, tutte spese, tra le qual 
una de Zuan Balista Sechini atende a Gran Conseio, 
al qual fu concesso una expectativa de fanti primo 
vacante a 



Item, fu posto, per li Consieri, una conflrma- 
tion di una termination fatta per sier Piero Landò 
capitanio zeneral da mar, che li homeni di Grisi- 
gnana, per manco spexa, de coetero le appellalion 
de quel Podestà nostro vadi in Civil et Criminal al 
Podestà et capitanio di Caodistria sicome vanno 
quelli de Portole, Buie et Do Castelli, ut in parte. 
Fu presa. Ave : 86-2, 15t), 70. 

Fu fato 7 voxe tutte per do man de eielion. 

Et in Collegio, dove fu el Serenissimo cod li 
Savii, vene el duca de Urbin capitanio zeneral no- 
stro, con el qual fu conferito de le presente occor- 
rentie del calar de lanzinecb, el letoli li avisi. Lui 
disse che bisognava a l' incontro, venendo sì grossi, 
far valide provision et un bon esercito, et vorìt 
sopratutto fosse fortifica Vicenza azid inimici non se 
insignorisseno de quella. Disse voria baver o land* 
nech sguizari numero 10 milia per poterli obstar, 
et altre parole zerca V impresa, et se fazi condur le 
biave in le cita maxime in brexana, dove questi 
cegnano de passar et per el veronese Et come se 
partirla questa sera per Padoa poi Vicenza, qual 
vista, scrìveria el bisogno. Et tolse licentia et fo 
acompagnato a caxa da li Savii de terra ferma, et 
parti da poi cenalo per Padoa. 

Da poi disnar, fo Conscio di X con la Zonta. 

Fu preso la gratia di sier Andrea Bondimier, 
che ^uo fiol sier Antonio rimase castellan al Scoio di 
Napoli di Romania per deposito, et fu morto, voi 
poter scontar ducati .... per ogni angaria sua et 
de altri, et fu presa. 

Fu 

Fu preso, che sier Alvise Bon el dolor, avoga- i; 
dor de Comun, qual se ritrova in Brexa, fazi la 
descrition de le biave, et ritirar le biave in la citlài» 

(i) U otrta i85* è ìàtìMk. 



905 



Mnxivnii énoM. 



m 



Fu presta che per il Cooseio de Pregadi sia eie- 
Io uuo ProveiiKor in Brexa eon quaalo al mexe 
parerà al Collegio di limitarli. 

Da Bergamo^ fo lettere di reetori^ di . , . , 
coD avisi bauli 



Ite Corfò^ disier Zuan Moro proveditor 
a P armada^ di 22 Marzo, Come non bavia 
baule aleuQ ordine, et fio 4 zorni el Capitanio ze* 
neral saria li per avisi hauti. 

In questo zoroo, poi disnar, le do Quaranlie se 
reduseoo a petilion de Avogadori estraordinari, el 
lileleoo assai ad aspetar obe sìer Daniel Reoier el 
8ier Marco Mjnio Consieri de sopra venisseno in 
dicto Conseio, quali erano nel Conseio di X in loco 
di Consieri cazudo uno, el T altro manca, perché 
uoD se poi tralar contra alcun nobile se non é Ire 
Consieri. 

£1 primo parlò sier Zuan DolGn avogadur estra- 
ordinario, qu. sier Lorenzo, in risposta de quello 
disse sier Vicenzo Malipiero XL Zivil in favor de 
sier Piero Loredan proveditor sora i oflìci qu. sier 
Polo, il qua! ditto sier Zuan Dolfiu et sier Marin 
Juslinian avogadori estraordinari meteno di rete- 
oir. Et li rispose iterum sier Vicenzo Malipiero, in 
favor dei Loredan. Andò la parte de reteuirlo, 43 
' desi, 4 de do, 18 non sinceri Ma del Lippomano 
fa posto il procieder, et sier Piero Orio qu. sier 
Bernardin el cavalier andò io renga, et fo rimesso 
a uno altro Conseio. 
137 Da Cividal di Beliun, di sier Foto Mo^ 
rtxini podestà et capitanio^ di 2 Aprii. Come 
hozi é ritornalo il mio mandai a Yspruch. Riporta 
che Domenica a di ii zonse a Curverà una di le 
bachete dove alozoe, et senti dir pubJieamenle 
che se faceva zente a Ysprueb et Alla per veuir 
in Italia. El Luni seguente andò in Gaderna dove 
aldile il flirniie. El Marti gionse a Pers^noo, et li 
vide assai hiave in bote cbe bavea la insegna de 
riroperalor, el aldi dir a li carelieri cbe venia 
gran sente, per il che pensavo scontrar soldati 
per la strada ne V andar verso Motes dove gionse 
el Mercore pbe iion scontrò alcuno, ma ben pas- 
Mdo per li monili di Prever ei Trevol scontrò 
careie ei tome assai de biave et corami crudi, e( 
li carelieri dicevano ehe erano per far ponti et li 
portavano verso Bolaan. La Zobia gionse a Yspruch 
a mezo giorno, dove intese che li regenti Qgai 
giorno fiMsevaoo eooaiglio, el in esso giorno li vele 
venir zoso da consiglio, né vele soldato alcuno né 



altra preparalione. Cerca una bora de note gionse 
uno corier a li regenli, qual venuto ad elogiar a 
r hostaria dove alozava esso esploralor, el aldite 
a die ehe dubitavano de turclù a le bande de la 
Hongaria Da poi hessendo a tavola, sentite nsonar 
che da poi Pasqua voleano deseender in Italia per 
tre bande, videlieet Trento, Cadore et Villacho. 
El giorno sequenle andoe ad Alla per vedere se 
faeeaoo sente el nulla vite, unde la Domenica poi 
tornò a Persenon el fu in corte del vescovo et 
li nulla vele, unde ritornò de qui. 

Summario di lettere di Brexa^ di sier Zuan 1351) 
Ferro capitanio, di 4 Aprii 1328. 

Da novo se ha de qui per bona via, esser ino- 
vesta de sente molto grossa, et dicesi cbe ad Ala 
sa sono sente a pie et a cavallo, el le sente da 
eavsllo sono borgognone, et che hanno intertenuto 
in quelle bande da 1000 cavalli per condur mu- 
nition et victuarie, et che preparano molte barche, 
el che hanno alcune bote con biave, el per ogni 
uoa di esse se conduce una soma de archibusi. Et 
per quanto se indica, vegqirano per la via del ve- 
ronese, el che M conte Batista da Lodron é capo 
de 30 baadiere, et ohe se zudejja sarano insieme 
per lutto questo mese, et sarano mollo grossi el 
assai più numero de quello se esistima. £1 scri- 
vendo la presente, m'é sia presentado et mostralo 
una lettera de persona degna de fede <be coiifer- 
ma quanto e de sopra scritto. 

Leiiera dd ditto, di 6 ApU 

Per uno messo habiamo dal Ponte di legno, 
quale é a confini «de grisooii come ditti grìsoai 
nulla hanno concluso de la dieta fatta per le pe- 
(ilione li tacevano imperiaiii el cbe dimane 4ieno 
far un* aitna dieU per qonchider a diUe ricbiesLe, 
Quanto intenderò de ditlA dieta, aviserò» 

Jkl ditto, di », kore 7 di notte. 

In questa bom, bo bauto 4e cmfo ì» oove 
infrascritte. Par fetAere dj 99 e( 30 4e Miiai)o ^ 
intende, cbe in la Mirandola, apreaso el sip^r AH- 
tpftio Adorno et lo aminssador imperiale cbe era 
in Genoa, gli soao 30 milia #cvdi portai da Bar* 
tolomio de Taxis de Spagna a li predMti sonori 



207 



MDXXyin, APRILB. 



208 



che li exbopsano al Leva, el si alende haver que- 
sti danari. Per ieltere di 31 se certifica et assi- 
cura, che esso Bartolomeo de Tassis ha portalo 
lettere di Cesare al Leva che li dimanda 6 milia 
fanti italiani per maialarli in Spagna, conlra le 
gran preparation de guerra de Ingallera el Pranza, 
138* et che non speri più da Sua Maestà altri danari 
che non se ne tiene per deffender la Spagna, el 
ne mele diverse an;,'arie. Il magnifico Castion pre- 
xidenle de Milano è morto. 

Lettere del provfidifor general da Cassati, di 4. 
Itpfn, per altre ÌHfere pur di campo, dpi 
Coìlateral general, di 3. 

De qui havemo el castellano de Mus esser ac- 
cordato con el signor Antonio di Leva, ma del 
modo di r acordo non havemo ancora; ma sia 
comò si voglia non pò esser a nostro proposito, per- 
ché per la gelosia del dillo la Uluslrissima Signoria 
sarà sforzala star con grandissima spesa, volendo 
guardar Bergamo el bergamasco el le vallale. 

Hozi li cavalli lezieri del conte di Gnazo hanno 
scorso la strala tra Lodi el Milano, et hanno preso 
18 mercadanli, per quanlo dicono, el molle some 
de robe che andavano a Milano, che, per quanto 
ha dello el signor Conte, lo botino non sarà man- 
co tra robe el dinari et talie de ducati da 12 in 
15 milia. El gè sialo un bonissimo ristoro, el 
cerio meritano ogni bene perchè voleno veder li 
inimici ogni giorno. El similmente fanno quelli di 
domino Paulo Luzasco el domino Zuan Balista da 
Castro; che saria conlento havessemo cambiato 300 
de li nostri homeni d*arme in 600 cavalli lizieri 
di questi, che se fosseno stali a questi lempi, el 
signor Anlonio da Leva saria morto da fame. 

Da Verona, di Nicolò Barbaro capitanio 
del Lago, di 6 Aprii. Come la dieta se dovea 
compir a li 5, el quanto al sinistro de .... non 
impedirà che questi non calino, perchè in Augu- 
sta se fa una dieta per le cose de Uongaria, a 
Yspruch per le cose de Lombardia ; tuttavia azou- 
zeno farine et biave assai, el de continuo si lavo- 
rano in strumenti da guerra a le fusme, el sono 
preparali gli alozamenli, et vi dico indubitatamente 
costoro calerano, et da San Zorzi comenzarano a 
venir a Trento a far la massa, lo vado sul Laco 
per 6 giorni per haver armato una fusta, el tor- 
nare il Sabato santo, et secondo le cose succede- 
raoo tornerò, né soq per mancare. Mi piace del 



signor Alvise di Gonzaga eh* è conzo, el qual facea 
zenle, el la fama era per Cesare, el io lo so da 
uno suo familiarissimo. 

A S\ 8, fo Mercore Santo. La matina, non 
fo lettera alcuna. Po ditto per la terra et in Col- 
legi!», che sier Marco Bragadin dacier havia par- 
lalo con uno patron de una barca vien dal Gua- 
sto parte a di primo de T instante, el ha dillo 
francesi haveano haulo Trane el Barletta. Tamen 
non e* è lettere del Pexaro, che a tutti pareva 
stesseno assà da venir. 

Vene V orator de Milan con uno altro novo del 
Duca nominalo .... dicendo il suo signor re- 
chiedeva a questo Stado ducati 20 milia ad im- 
prestedo, dando caution sicure, el voi lenir 4000 
fanti per ultimar V impresa di Milan, et ne ha do 
et voi haverne altri do. Il Serenissimo disse se 
consulleria. ♦ 

Vene V orator di V Archiduca, pregando il Se- 
renissimo volesse tralar ben questi presoni man- 
dati per el capitanio del Golfo, et quasi rechie 
dendo siano liberati. Il Serenissimo li disse non 
potevamo liberarli per esser in lì capitoli de la 
liga che tutto sia comune; ma se li farà mior com- 
pagnia et è posti in li Cabioni etc. 

Di campo, da Cassan, fo lettere de sier 
Toma Moro proveditor zeneral, di 6, Kore 16. 
Come Anlonio da Leva con le gente sue che *l 
teneva a Piollello, cossi constretli da la penuria 
del vivere, che li legieri nostri ogni giorno gli 
tolevano le vitualie et gli davano de continuo mo- 
lestia, sono ritornati a Milano con grande paura 
de li milanesi, quali il prefalo Leva cerca di le- 
nirli confortali con dirli che non lemino, che 30 
milia lanzchenech sono gionti a Trenlo quali vo- 
leno calar in Italia a favor suo. El questa -loro 
retirata in Milano 1* hanno falla perché li lanzi- 
nech etiam, oltre le ragion predille, non sono vo- 
luti star fuora più, ma voleno slar in Milano, et 
danno fama di voler andare a la expugiiation di 
Biagrassa. 11 castellan di ... che è in Lecho, non 
ha ancor voluto dar la terra al castellan de Mus, 
né anche gè la voi dar se prima non gli dà 7 
page per 100 fanti che sono dentro, che dicouo 
dover haver, et beri esso Provedilor mandò dal 
ditto castellano di Lecho ad farli proponer partili 
per nome di la Signoria nostra, se *1 voi dare 
quella terra di Lecho a nostri ; che Dio vogli che 
el sii. 

Da Verona, di sier Carlo Contarini pro- 
veditor general^ di 7. Zerca quelle fabricbe, et 



209 



MBXXVIir, APRILE. 



SIO 



atende a fortificar la terra con guastadori, ut in 

ìiiteris. 

Da Vicenea, di $ier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitanio, di 7. Come di le cose di 
sopra non ho certeza alcuna, se non di la diela 
che si Ta. È |)assato hozi uno citadino da Berga- 
mo, quale dice haversi parlilo da Viena a li '27 
del passato, et che 11 se alrovava T Àrchiduca con 
cavalli 300, qual dovea el seguente zorno cavalcar 
verso Bohemia ; el che l' ha parlalo col iradello 
de lo episcopo de Trento che allogiava in la in- 
slessa hostaria dove era dillo da Bergamo, qual 
gè disse esser aparechiala verso Yspruch assae 
genie, el doveasi far una diela per deliberar se 
la si dovea mandar in Italia opur in Hongaria, 
perchè turchi erano corsi fino nel dominio del 
profato Àrchiduca. Et li disse ancora, che de gcn'e 
ne haveano numero assai ma poco denaro, perché 
la mjzor parte de la Alemagna, hessendo lulhe- 
rana, non presta obedientia al Principe. 

Di Antonio di Castello, da Cassan, di 6, 
partieular. Come el signor Antonio da Leva beri 
malina se levò da Pianlello dove era alozato, el 
se ne ritornò a Milano le gente che erano andate 
a la volta di Lecho. Li spagnoli sono tornati in 
Milano ; ma li italiani con li cavalli sono andali a 
la volta di Lomellina. El caslellan di Mus, quale 
s'è acordalo con loro,* li da 5000 some di grano 
per Milano per li loro danari, et loro li han pro- 
messo Lece ; ma per quel che si intende, non glielo 
hanno ancor dato. Scrive, li pnr mille anni che noi 
pigliamo OD poco di forze per andar inanli, et re?e 
rar costoro in Milano, che star a questa fogia ce par 
che non meritamo el pan che mangiamo. 
)40 Da poi disnar, fo il Serenissimo vestilo di tabi 

cremesin a V oficio in chiesia con questi 

oratori : Papa, Pranza, Anglia, Milan, Fiorenza, Fe- 
rara el Manina, i) Primocerio el lo episcopo di Baffo 
da chà da Pexaro con 6 Procuratori ; sier Dome- 
nego Trivixan cavalier, sier Lunardo Mocenigo, sier 
Polo Capello el cavalier, sier Alvise Pasqualigo, sier 
Lorenzo Loredan, sier Marco da Molin, el altri pa- 

Iricii. 

Item, si bave aviso da LIon, di primo, in mis- 
sier Evanzelista Ciltadin, la copia del qual sarà qui 

avanti poste. 

A dì 9, fo il Zuoba Santo. Io lettere da 
Pinguento, di sier Filippo Donado oapitanio 
di Raspo, di ... . Con avisi di le cose turche- 
sche, el che Segna si havia capitolalo con turchi, ut 
in litteris. 

Viarii di M. Bàkuto. * Tom. IL VII. 



In questa note parti sier Toma Contarini va ora- 
tor al Signor turco, insieme con domino Todaro 
Paleologo suo inlerpelre. Andò con do fusle, pa- 
troni sier Marin Malipiero el sier Jacomo Marzello, 
et tre barche, acciò vadi sicuro fino a Sibinico dove 
smonlerà. Porta il presente et ducali .... milia 
per il tributo di Cypro de veneliani. 

Vene el Serenissimo in chiesia, vestilo di velu- 
do cremexin a la messa, con li oratori: Papa, Milan, 
Ferrara el Mantoa, il primocerio di San Marco et 
lo episcopo di Baffo el li 6 Procuratori fono beri, 
et altri patricii. El poi messa et_vespero con li piali 
Soa Serenità con tulli andono a Y hospedal de li 
Incurabeli al perdon. 

È da saper. Come hozi a Santo Antonio a Tho- 
spedai non fu il perdon solito esser ogni anno, per- 
chè non è sta rechiesto al Papa ; ma a San Giacomo 
di Rialto, per uno perdon antico concesso per papa 
Alexandro III quando fo in questa terra, fo il per- 
don, el ave gran concorso. 

Da poi disnar, il Serenissimo vene con li ora* 
lori : Papa, Pranza, Anglia, Milan, Ferrara el Man* 
loa, el il Primocerio in chiesia a T oficio. 

Et da poi se reduse in Collegio con li Savii et 
la Signoria per aldir Torator de Milan, qual à haute 
lettere dei suo Duca, et disse che M solicitava rispo- 
sta zerca li 20 milia ducati, el non é tempo de. 
aspectar che lanzioech calano, perchè non se potrà 
far la ricolta. Il Serenissimo li disse questi zorni 
santi impedisse, ma si consulteria. 

Da Cremona, di sier Gabriel Venier ora* 
tor, di 6. Scrive in consonantia di quanto ho scrii* 
lo di sopra. 

Da Orvieto, si have aviso, per via di V ora* 
tor del duca di Ferara. Come inimici haveano 
voluto inlrar in Napoli, el quelli de Napoli non li 
haveano voluti acceptar, dicendo non voler esser 
come Milano. 

Da Udene, di sier Zuan Basadona dolor, i4o« 
luogotenente, di 7, Manda una relation, la qual e 
qui sottoscritta. 

Uno prete potano referisse, le genie de la mae- 
stà del re de Bohemia quale erano in Hongaria, es- 
ser sta conflitte. Item, referisse che Martino Sa* 
voiese capo de fanlarie cum el Gosmar, qual é slato 
in Venzon molti giorni, è andato fuori con salvo- 
condutto del predillo re de Bohemia, portalo per 
uno suo fratello, qual referìva, el prefato Re dover 
andar a la dieta de ^^tanfurt terra franca, et non a 
Ralisbona come era sta dillo. El che la maestà del 
re Zuane bongarico ba usalo gravissime et severis* 

U 



211 



MDXXVDIi APtaUL 



512 :S 



sime puniiione conlra quelli che li sono slati rebeli, 
el Sua Maesli non confldarsi in altre gente che de 
polani, li quali sono al stipendio su(», et la sua guar- 
dia esser de polani et non bongari. Referisse etiam^ 
che el principe Ferdinando attendeva a iniponere 
graveze et dimandar danari ad iniprestedo a li ca- 
stellani per la impresa de Ilongaria. 

141 Da Lion, di missier Pomponio TriuUi, di pri- 
mo Aprii 1528 f a domino Evaneelisia Cit- 
tadino, et manda una lettera hauta da 
Paris, di 29 Marzo 1528. 

Illustrissimo signor mio observandissimo. 
Heri poi il disnare, al Re andorno in corte tulli 
li ambassatori, quali, più giorni sono, erano stali 
adverlili se dovevano trovare ad uno acto publico 
voleva fare Sua Maestà, et che fu, secondo intendo, 
il Re prò tribunali in publico parlò a Y ambassa- 
lore de lo Imperatore, quale fu rilassalo et datoli 
licentia de tornare dal suo patrone, et li disse aver 
inteso più volte el da diverse persone degne di fede 
come lo Imperador havea più volte sparlato el det- 
to io esser un mancatore di fede, il che ad esso 
Imperatore più pesava quanto che le veniva man- 
cato da uno suo pregioniero. Et però io per una 
mia sottoscritta de mia mano, quale vi prego a por- 
tare el presentare ad esso Imperatore, convien che 
mi resenti, et ad fin che ognun sapia quel che con- 
tiene, vui intenderele. Et cussi fece leggere alta 
voce al bayli Roberlct la lettera. Il tenore era che, 
bavendo inleso Sua Maestà bavere sparlalo et dello 
essere mancatore de fede et suo pregionere, che 
quante volte Io baveva detto el diceva, lanle volle 
ne bave\'a mentito et mentiva, perchè non fu mai 
né mancatore de fede né suo pregionere, che non 
lo vide mai al campo che gli havesse possalo pro- 
metter cosa alcuna nò rendersi ad esso. Intendo la 
lettera esser mollo ben composta el bene iusliOcata, 
né vi è stalo farina de persona che de esso Re. La 
risposta de lo ambassalore fu, che li rencresceva 
grandemente die fra loro Maieslale acascassero si- 
mele cose: quanto al portare la lettera, che lui non 
era più ambassalore sendo occorse le cose che era- 
no occorse, el che però non ti pareva conveniente 
a portar simele lettere. Gli rispose el Re che vole- 
va che la portasse. Non so se usò questo vocabulo 
141* che voleva, basta die li replicò che la dovesse por- 
tare, et che se mandarla o uno araldo o aliro a 
questo effetto. Intendo che *l Serenissimo de Inghil- 
terra! dal quale el Re nostro voleva el suo parere 



et conseglio come se haveva da governare in questo 
caso, li rispose che li parerla se dovesse resenlire 
con parole et con fatti de quel che po' haver spar- 
lato Cesare contra Soa Maestà ; el ideo non doveva 
lassar de rcsenlirse come quello magnanimo el ge- 
neroso Re che V é, et che quando Sua Maestà 
la infermità passata non fosse cosi presta ad venire^ 
a le mani, che li dava la sua fede di pigliare la que-- 
rela el combatterla per lui. Il Re nostro lo ringra— 
tiò et li rispose. Mio mercè non fui mai tanto san(^ 
el cussi gagliardo come al presente, el cussi è in 
effecto, ci piacesse a Dio che lanle guerre Ira Chri- 
stìani si bavessero a terminare per cosi nobile 
duello, che sperarla molto in la insta querela et 
virtù et posanza sua el bontà di questo re Qiristia- 
nissimo. Dopo V alto publico, intendo che 1 Re se 
retirò ad partem con li ambassalori, et li pregò 
fussero contenti di nuovo scrivere a li loro mag- 
glori ad perseverar in questa guerra contra esso 
Imperatore, perchè Sua Maestà deliberava farla 
con tutto el suo potere, et maximamenle per mare. 
Non altro. 

Da Parisi, a li 29 Martio 1528. 

Sottoscritla : 

De Vostra Signoria servitore 
IliW)NiMO Francho. 

A d\ 10, fo il Venere Santo. La mattina, fo u 
lettere del procurator Pexaro et di ùer Alvixe 
Pixani procurator Cadaun separado scrive, et in 
quelle del Pexaro, di 26, 27, el 28, da dfanlo, 
come havendo scritto pe * le altre la presa di Melfe, 
avisa in quella vittoria fo morto de inimici da 3000 
il forzo italiani, et il Principe é preson. Inimici sono 
a la Tripalda andati mia 30 lontano da Napoli, el 
etiam è sta fatto preson a Melfe el conte Alexandro 
de Nuvolara. Scrive, Monsignor Illustrissimo man- 
doe a luor Trani per il signor Camillo con 50 ca- 
valli el Barletta, el quelle terre maodooo oralor a 
darse, el in Trani ha mandalo sier Velor Soranzo 
al governo. In Venosa par sia mtradi spagnoli, et 
il conte Piero Navaro è andato con zente per ha- 
verlo. Monsignor voi lor T impresa di Manferdouiai 
dove è fanti 1500 intrali. Scrive che tarocca de 
Trani si lien, in la qual li é intrado el marchese di 
Quarato con alcuni fanti, el è sta manda li cavali ti- 
zierì nostri el fanti a quella volta per baverlo. Seri- 
ve come a di 25 il procurator Pexaro fo a far re- 
verenlia a Lutrecb el tornò ad alozar ad Ascoiif 



313 



ICDXXVUI, APRILE. 



914 



dove é il eoo le zeule nostre, et scrive haver hauto 
li ducali IO iniiia ; et altre particularilà. 

Di siénr Ahixe Pixani procuraior, provedi- 
tor general^ et ditto sier Piero da chà da Pe- 
xaro proeurator, oratoti di 28^ uniti. Dei venir 
ili campo ditto Pixani con le zente nostre, et che 
Lulrecb li havia ditto baria voluto più presto danari 
da la Signoria per pagar quello la é ubiigatai che 
più zente. 

Da FionnjM, del Surian arator nostro^ di 
6. Conae quelli signori li hanno ditto haver fatto 
taiar ia lesta a tre capitani nonainati in le lettere, quali 
messeno a saco V Àquila lì in canopo, et uno di loro 
r hanno fatto condur di qui a Fiorenza. 

Et leto queste lettere, il Sercnissiroo, vestito di 
14^* scartalo la veste et la barela insta el solito, vene a 
la Riessa in chiesia, con li oralori Pranza, Anglia, 
Milan, Perara el Mantoa, el lo episcopo di Baffo el 
altri palrici, el li Procuratori soliti, zoé venuti questi 
altri zomi dal Mozenigo in fuora, el poi il Collegio 
tutto si reduse col Serenissimo et Signoria a lezer le 
leltere. 

Da poi disnar, fo predicato a San Marco per fra 
Bonaventura da Venexia di 1* ordine di San Fran- 
cesco observante, die predica a San Polo. 

Di sier Oarlo C&ntarini proveditor Menerai, 
a 8y^ da Verona^ fo lettere con uno aviso hauto 
dal Capilanio del L.ago, qual sarà qui avanti. 

Da Cassan, di sier Hironimo Moro prove- 
iitor Minerai, di 8. Coaie si vede molto cruciato 
per esser scorso li tempi di le page di le genie si 
da piedi come da cavallo, non havendo modo di 
satisfarli ; per tanto si proveiii eie. Questi cesarei 
sono levali da li contorni di Leco dove erano, et 
sono andati apresso Milano, dando fama el etiam 
ini'iandosi a la volta di Lomeliua per intertenirsi 
ivi fin che gli venga socorso. 

Da Antonio da Castello, da Cassan, di 7, 
partieular. Replica, Antonio da Leva manda certe 
genie in su Lomelina et maxime verso Vigevene con 
certi pezi de arlellaria. Questi nostri signori lianiio 
scrito al duca de Milano che voglia far qualche pro< 
visione in assicurar le cose di quelli lochi, perché non 
bavendo loro il suo intento di lochi da la banda di là 
da Milano, le loro cose non possono andar bene da 
le bande di qua ; ma fino a questa bora par non ce 
babbi fata provisione alcuna, et di novo li é sta scri- 
to che ce voglia .far qualche provisione, el quando 
non la possi far, a visi che ce la farà no loro. 

Da Grignan, di Nicolò Barbaro capitanio 
del Lago, di 8, particular.Cofue, da alcuni venuti 



di sopra si ha, se dia far la monstra di 800 bomeni 
d*arme a la borgognona ad uno loco ditto Fieso 
apresso Yspruch. El capitanio dice esser el duca di 
Precisburg (?). A Trento se continua a lavorar et non 
si fa altro che ballote al presente et masenar. Dicono 
al tulio voler venir dal veronese, et che haveano 
inteso la viteria de la santissima lega in reame, 
el di la presa del principe di Melfe, el che dubitano 
grandemente di quella impresa, et cussi del discon- 
zo del Principe, benché dicono esser sta una scara* 
muza con le gente del Vayvoda. 

Sumario di una lettera scritta per Nicolò Bar- 143 
baro capitanio del Lago a sier Daniel Bar- 
baro capitanio di Verona, et sier Carlo 
Ccntarini proveditor general, di 8 Aprii 
1628. 

Che bavendo parlalo con uno suo molto amico 
el qual vien da Yspruch, qual mi ha ditto che an- 
dando in suso scontrò che etiam andavano Zuau 
da Napoli habita a Verona, el qual fu cercalo da 
alcuni agenti del conte Girardo di Arche se bavia 
leltere, el fo^condulo dal Conte, il qual li dimandò 
cl)e si fa a Verona, et quanta quantità de biave se 
atro va. Li disse che gè ne erano per mexi 10; al che 
li rispose haver nolitia non esserne più che per 
mesi tre. Et volendosi partir ditto Zuanne, li disse 
t andate con Dio perché preslo si vederemo in Ve- 
rona »• Praeterea, die gè ha aOirmato che da Yspruh 
in qua non sono gente di guerra, ma che li era sta 
ditto che'l si dovea atrovar a li 4 del presente el duca 
de Puerslang (?) capitanio de li cavalli in un loco 
apresso Yspruch nominalo Fiche, a far la monstra, 
et die erano da 20 milia fanti el da 800 lauze a la 
borgognona; ma per quello havea inteso, che quella 
zente non volea metersi a camino se non haveano 
3 page : li fu promesso 1 ^',, ma non veleno con- 
sentir. Disse ancora, che a Trento si butta ballote 
assai, et che lui ha visto quadreti di ferro che poi se 
copre de piombo le barche de ponti grandete. El 
per qu mio ha veduto, tien indubitatamente cale- 
rano per il veronese et per il Ligo. Item, che il 
conte Lodovico di Lodron li dovea mandar danari 
el bavea fatto il suo (orzo de luor al soldo de lo 
Imperador signor Alvise Gonzaga da Castion ; ma 
che a Bohsan si havea inteso é conzo con S. Marco. 
Item, che vele do pezi de arlellarie portar a la 
velia de Augusta, et che a Riva dieno venir 200 
fonti subito da poi Pasqua. 

Data a Orignan, a dì 8 Aprii 1528. 



315 



MDXXVIU, APRILE. 



916 



143* Copia di una ietterà data nel campo apresso 
Mélfe^ scritta per il conte Francesco Ran- 
gon, a dì 28 Marzo 1528, a Zuan Morello. 

Missier Gioanni carissimo. 
Più flale vi ho scriUo come passano le cose di 
questo nostro campo, et aziò la intenda il tutto bora 
abbiamo presa Melfu et preso el Principe et il conte 
Alexandro da Novelara con tiiolti altri capitani, et 
poi morti tutti gli soldati et quelli de la terra con 
assà villani, de sorte che se pensa sono morti più 
de homeni 4000. Dopo questo, il signore Pietro Na- 
varo andete al castello 4ì Venosa a bater, ove den- 
tro gli erano 400 fanti spagnoli et todeschi, et gli 
é stalo atorno tre giorni et poi si é reso a discre- 
tione, di sorte che tutto el mondo sin qua é no- 
stro. Barleta e nostra, Trani é della illustrissima 
Signoria, et penso (ra tre di la Illustrissima Signo- 
ria bara tutti li soi porti fuora Manferdonia, che 
dentro gli é Tanti 1500 et gli é dentro il Viceré di 
la Pula et il figliolo del cardinal Farnese, el signor 
Petro Aloviso et altri capitanei, siche quella si po- 
trà tqner qualche di. Li spagnoli sono andati a la 
Trepalda apresso Napoli. Si dice voleno partirse 
parte in Napoli, in Gaeta, in Gapoa, et due altre 
terre, fio a tanto pensano gli habbiano a venir soc* 
corso. Ik * 

144 Copia di una lettera di sier Zuan Ferro capi- 
tanio di Brexa, di 6 Aprii 1528, scritta a 
sier Gregorio Pieamano. 



Come, per uno venuto di Trento, el qual dice 
farse grande preparation de farine, et dice che sono 
piene 16 fnrfossi che sono botte che tieneno 8 in 9 
some per una ; et dice che se dice volerne far fin 
a la suma de 1800 farfossi, et ogni zorno arivano 
biave, et che hanno preparato 4 carri mali su la 
piazza, et para 30 de beri che sono carri con do 
raode per condur artellarie, qt che 1 gè un maga* 
zen con pur assai artellarie di più sorte et ballote 
di. ferro, et fanno ballote di piombo per falconeti, et 
che fanno gran preparation de barche et che lavo- 
rano mollo in pressa. 

Lì capi sono Castelalto todesco capitanio di pae- 

90i d eonte Girardo de Arco, el conte Batista da 

LodroD» el capitanio tegen de grìsoni, et questi 

qotlro 9000 fotli eolonelli. Et se dice che *l capita- 

> To^eo n eoo 4000 de la banda de grisoni per 

iiliii» et uno Trocbo Astolfo é fatto mae- 



stro de campo ; li qual cinque preditti sono andati 
in Yspruch a li YI del passato a stafeta. Si dice che 
Castelalto, per esser capitanio del paese non se par- 
tirà, et che 'I duca di Brambis (?) è fatto capitanio 
zeneral d^ tutto lo exercito, et che a li 37 del pas&ito 
zonseno dui forieri a Trento che preparano alza- 
menti per cavalli 2000. In la valle de Non, del Sol 
et Valsu;^na non e* é movimento alcuno, et se fa 
iudilio che a mezo Mazo vegnerà molto grossi, et 
che vegnerano da tre bande, da li Pomi in visentina 
et da r Adise con barche et mouitiou per tuor la 
Chiusa et la Corvara, et da Lodron per tuor la Ri- 
viera per spgurar el Laco, et dice che ad Ala et da 
Yspruch in qua non è preparation alcuna di zente ; 
ma che fanno grande minaze et hanno suspeso li 
mercadanti che non vendino furmento. 

In questa bora 23, per lettere del clarissimo 
Proveditor, el signor Antonio da Leva è partito con 
la sua gente da Piontello et é andato a Milano. Le 
altre gente inimiche che erano apresso Lecho, non 
sono ancor mosse. 

Copia del comandamento del sanzacho de Bos- 1 
Sina, fatto a quelli di Clissa. 

Dal felice nobile et potente signor Usref Bequi 
signor di Bossina, a lo viceconte de Clissa et al 
Conte et al resto de li grandi et picoli del borgo. 
Adesso sapiate come a mi e stato comandalo dui 
felice Imperator che io manda da voi tre lettere et 
homeni, che vui mi dovete dar la forteza al felice 
Imperator. Di bona volontà se voi la dareti, io dal 
felice Imperator vi trazerò timari per quelli a chi 
se rechiedeno i timari e chasache d*oro, et a cadau- 
no il suo patrimonio et privilegii dal felice Impera- 
tor come voi soli voresti, se anche non vorete, el 
noi per parola et comandamento del felice Impera- 
tor faremo. Et voi sapete ben quello é sta fatto del 
re de Ilongaria et del suo dominio et de la sua 
terra di Buda. Ecco: havete inteso come ha verno 
renovato Obbrovazzo et Castelnovo el Vovigaio. 
Adesso voi sapete come è stata tolta la vallada del 
Ban et Izuognan et il resto di Sava. Si confidono ne 
le gran forze, et le loro forze a gran ruina li hanno 
condulti e molta ruina aspottorono. Adesso voi fate 
come homeni <ia ben sanno, et considerano quello 
che da poi valeno, et a nui rescriverete. 

Questo comandamento si ave per lettere di 
sier Zuan Batista da Molin proveditor zene- 

(1) LA carta 144* 4 bianca. 



217 



MOXXiriU, APfilLK. 



219 



rat in Dalmaiia^ per iu$ lettere date a di uh 
timo Marsfo 1528 in 

I^') A dì 11, Sabato Santo. Il Serenissimo, iusta 
il solilo, vene io chiesia con li oratori, vestito di ve* 
lodo cremexin, videlicet Papa, Pranza, Anglia, Mi- 
lan, Ferrara et Mantoa, et lo episcopo di Baffo. 

Et nota. L* orator de Hongaria é andato a Rezo 
a la sua patria a veder li soi parenti ; tornerà fio 

zoroi Era etiatn con la Signoria li 6 Pro 

curatori nominati di sopra. 

Da poi disnar, To Collegio di Savii, né volseno 
far Pregadi. 

Di campo di Puia.del Pixantet Pexaro, 
di 30 Marsfo, fo lettere^ date a Oìfanto. Come 
il signor Cnmillo Orsini havia haulo la rocba di 
Tran! a pati. Item, si havea haute tre terre de la 
Puia, Holfeta, Jovenazo et Bexagai. In Manferdo- 
niasono 1300 Tanti, et Lutrech voi ha ver quella 
terra, et havendo inteso che quelli dentro se vo- 
leano partir su certi navilii, per questo si era dimo- 
rato andarvi con le zente. Inimici sono a Benevento 
et la Trìpalda vicini mia '\6 da Napoli, dove havea- 
Da zi principiato a mandar le bagaie et eariazi, et 
era venato in campo loro don Ugo di Moncada per 
farli rìtrar, sicome si ha bauto per li cavalli lizieri 
corsi 11 apresso. 

Scrìveno, da reatina il campo nostro si leveria 
per vicinarsi a loro che é mia 35 lontano, et si an- 
dare ad uno loco ditto Santo Antonio, mia 8 de 11. 

Scrìve, il campo havia patido di vitualie, pur era 
sti fatta provision. Item, ordinato biscoti a . • . . 
per la nostra armada, la qual con desiderio viene 
aspetata. 

Et per lettere di sier Domenego Bolani qu. 
sier Alvise vice pagador, di 30, vidi come io 
campo nostro si trova in esser questo numero : 

Lanzinech et sguizarì numero 8000' 

Guasconi et italiani » 4000 

Lanze > 600 

Balestrieri > 1000 

Cavalli lizieri > 400 

Fanti fiorentini contadi .... > 2600 
Fanti di la Signorìa nostra ... > 3000 
5 compagnie erano prima, zerca . > 400 
et in summa fanti 19 milia et più. 

Cavalli lizieri nostri t 500 

Lanzinech nostri > 1300 

Homeni d'arme > 

(1) U etrU 145* è biaooa. 



Item, inimici sono da 13 milia, et tutti boni 146« 
fanti, alozati a Bonivento et la Tripalda mia 25 
da nui. 

A dì 12, Domenega, fo il $orno di Pasqua, 
Vene per tempo lettere di campo di Puia, del 
Pixani et Pexaro, di primo, date a le Orote 
di là de Santo Antonio. Come, partiti da Otfanto, 
lo esercito erano venuti a \ alozar li, et si havia 
Inimici esser levati di Bonivento et la Tripalda, et 
andati a Nola mia 12 lontano di Napoli, con opinion, 
per quanto hanno inteso, che li spagnoli se pailiran 
una parte in Capua et V altra in Gaeta, et li lanzi- 
nech in Napoli. Et per uno venuto da Napoli si ha, 
napolitani haver fatto 4000 fanti, né veleno che 
intrano in la terra ; la qual cosa non la credono. 
Scriveno che a di 2 si leveriano per andarti driedo, 
et sarano mia 38 lontano da Napoli. Scriveno aver 
hauto lettere del signor Camillo Orsini, come Mono- 
poli si ha reso a la Signoria nostra, et cussi Mola 
et Pulignano, et li oratori di la comunità di Mula, 
mia 40 de II, d venuti con gran iubilo a darsi a 
San Marco. Scriveno, come in Tran! erano assà sal- 
nitri et formenti, et vedere esso Pexaro dfstro 
modo haver da Lutrech la Irata di ditte cosse. Scri- 
veno, in campo patir di victuarie per esser un nu- 
mero grandissimo di venturieri, et vederano far 
pr ^vision etc Scrive che Lutrech solicita V armata 
nostra, la qual non apar ; et altre particularità ut in 
litteris. 

Itfm, si ave nova, per uno vien di Hislria, ivi 
esser zonto uno gripo da Corfù con lettere del Ca- 
pitanio zeneral da mar, che a di 29 Marzo di Can- 

dia zonse a Corfu. 

Da Verona, fo lettere di rectori et di sier 
Carlo Contarini proveditor generai, di 9, hors 
.... Mandano uno riporto di uno stato a Trento, 
la copia sarà qui avanti scrita. 

Reporio di uno exphrator venuto hosi, a dì 9 147 
Aprii *1528, da Trento, qual ha comercio 
con una perdona de autorità, venuto a mi 
Zuan Emo podestà di Verona. 

Come Dominica passata zonse a Trento a mezo 
zorno, dove è stato Luni et Marii, dove ha visto far- 
fossi 250 di biave, et che dentro continuamente si 
metteva formenti di la monilion, et che di tre bote 
di Tormento ne fanno do di farina buratada, et che 
ha visto in tre lochi che lavorano barche da ponti, 
et che zi ne erano fatte 30, et erano bianche exceto 
do che sono impegolade, una de le qual é cargata 



Il» 



ìmama, à»BnM. 



320 



su an caro eoa il suo ponte sotto sicome h se vo- 
lesse alora condur via, et V ahra 11 apresso in terra, 
et dicono volerne fino al numero de 60. Et liaver 
etiam visto su b piaaa del castello circa 15 carri 
da condur munilionc, ponti et barche, et che nel 
loco di U monition si lavora tuttavia In far de ditti 
carri et cassoni da porlar ballote et barili da pol- 
vere, et baver visto gran numero di scale, da 300 
in suso, de scalini 98 in 30 numerali per lui, et in- 
cassar molti archibosi et moschelli. E( che essendo 
z) 8 zorni partito il Caslel^lto, sono sta scritti allo- 
zamenli per cavalli 1500 per le eaxe, et si dice 
esser sti fatto comandamento che si conzino le 
scalle. Et haver parlata con uno partilo Sabbaio da 
Yspruch, qual dice che el conte Girardo de Arco, el 
Castelallo, el signor Carlo de Bixem el il conte An* 
tonio da Lodron erano andati a Ift'es do zornale di 
sopra de Ysprucli tra Yspruefa et Augusta, per 
esser in consulta con il duca di Brusvich el con 
Marco Scilh ; li quali a di 3U de Mai'zo passato non 
erano ancor zonti in Augusta, el dicevasi per tro- 
var il modo del danaro da levar le zente. Et che sa 
divulgava tra alcuni soldati, che volevano dissender 
in Italia per andar a sacfaiaar Fiorenza; la qual voce 
indica quella persona de auloniti, che sia aziò che 
pia facilmente cum pochi danari li fanti et soldati 
vengano. Né si erede che cus» facilmente desoent 
dano in Italia, essendo mossa la guerra per il duca 
di Geler, qual haveva za lolla una cita chiamata La- 
già in Olanda ; el che le strade tra Cotogna e( An- 
versa erano rotte, el ogni zorno se facevano coni* 
rie. Et che volendo lo Imperalor proveder al dillo 
paese facilmente, bavendolo caro, polria luandarli 
U7* per soeorso queste gente per esser provisione pre- 
stissima. Dicendo etiam, che havendo la Svevm A 
molti aonù dato lioentia a Marco Scith di far 10 
milia fanti era sul paese, el promesso de prestarli 
qualche danaro, bora ha revocalo buvendo suspelto 
che *l dura de Vertimberg li mova guerra ; qual 
bessendo ceaado dil Stado suo fa zenle. El hanno 
fatto intender al dillo Marco Sietb che non voleno 
che levi li ditti fanti del paese per potersene loro 
prevaler a li soi bisogni. El che in Yspruch non li 
era uniun alcuna de fanti, ma ben si diceva che Do- 
menica passata se doveria comenzar a dar li tam* 
burli, benché per avanti era sta ditto il simile, et 
iamen non era ancor seguito cosa alcuna. Ben é 
vero ohe lì in Yspruch erano zonti alcuni soldati a 
cavallo venturieri quali erano venuti per aooo^irsi 
ewn il ditto duca de Brusvich, et haver visto anco- 
ra io Trento alcuni fanti ferraresi et fnodeuesi ai 



numero de t5 che erano venuti per toebar danari, 
et che di bora in bora si aspectaoo li ditti conte Gi- 
rardo Castelallo et altri capitanei, quali porteranno 
la resohitione del tulio. Ben affannano, che quan lo 
ben volesseno venir in Italia, non puoleno esser più 
presto die 8 over IO de Mazo. 

Et poi h'to le tlilte lettere, ci Serenissimo vestito 1 
di restagno d' oro vene in rhiesia a la messa pa- 
squal con li oratori : Papa, Pranza, Auglia, Mibn, 
Fiorenza, Ferrara el Modena, el Primocerio el lo 
episcopo di Bafo ci altri, etc. 

Da poi disnar, Soa Serenità con li ditti oratori 
et episcopi et di più lo episcopo di .... da chà 
Dolze, vestito con nianlo di soprarizo d' oro bellis- 
simo, el cussi la barda, con le cerimonie ducal el 
la barela di zuie avanti portata in una confeliera da 
uno scudier, porto la spada sier Domenego Piza- 
mano va podestà a Brexa in veludo cremexin, fo 
suo compagno sier Alvise Capello fo di Pregadi qu. 
sier Hironimo etiam in veludo cremexin, et poi 
altri patrlcii di seda et S'^arlato, non però molti, 
vene in chiesia a la predica. Predicò Marco Damian 
di r ordine di San Zane Polo, predica a San Zane 
Polo, qual laudò molto il Serenissimo; ma biasemò 
la terra, né si fa pid institia etc. Non si observa leze; 
cose da non dir in tal pergolo. Et da poi ai andò a 
vespero a San Zacaria insta il solito, lieet ivi non 
sia al presente alcun perdon. Et in questo meio li 
Savii si reduseno in Collegio a lezer le lettere et 
consultar quid agendum. 

Da VieenBa, di sier Zuan Antonio da chà 
Tinapiera eapiianio, di 11. Come aspetta Anto- 
nio da Castello, qual dal campo, di ordine de la Si- 
gnoria nostra dia venirli, el il provedilor zeneral 
Conlarinì, per esser con il signor Capilanto zeneral 
che si aspeta per veder di forlifioar quella terra. 
Di novo di sopra continuano le voce di le prepara- 
tion di munition et vituarie, el beri bebU da homo 
degno di fede, qual dice che di cerio vegnirano fanti 
30 milia et cavalli 1500 in 2000 borgognoni. Li 
ditti fanti tO milia sono del conta ile Tirol, el 10 
milia vien di la Baviera, si che in questa terra ste- 
rno a la speranza de Dio. 

Da JJdene, di sier Zuan Baxadona el do- 1 
(or, luogotenente di la Fatria, di 10. Manda 
queste lettere di avisi : 



23! 



uDXxvini Arane 



S33 



Da Venzon^ al darissimo Locotenente. 

Magnifico et clarissimo eie. 
Beri passò de qui uno sler Cesare milanese qual 
Jiabila in Treviso, homo da bene, persona cìrcura- 
specla et che frequenta in Allemagna, ii qual alias 
ne ha riferito coso degne de signilìcalione* Hora 
viene da Salspuirb, et ha riferito che in quelle parte 
se fa zente per Milano, et altro non ha ditto perchè 
nn lava in pressa per far le feste a Treviso. Praete- 
rea, V è un fiolo die uno nostro citadino a Buda, 
qual scrive al padre per una di ^6 Marzo, che in 
Buda non se fa facende imperochè hozi Buda è 
del Vayroda, doman del prìncipe Ferdinado. Hab- 
biamo a la volta de Sboz uno «Uro citadino il qual 
di zomo in zorno lo aspettano, ei subito zoiito, del 
suo riporto daremo aviso a vostra signoria, a la 
cui gmtifl. 

VenMoni, die 9 Aprilis 1528. 

Da TulmeBO, al ólarissimo Loeotenenie. 

Magnifico et clarissimo, etc. 

Hoai^ ad hora prima di nocte habiamo ricévuto 
lettere di T^stra magnifieentia, circa lo inquirirdi 
le preparaiion et viluarie eum adunation di zeiite si 
fanno in Allemagna ; del che rispondendo a quella, 
dicemo che hozi a le 2*2 bore vel circa p ssò de qui 
p r Tolmezzo uno Paulo Zaneto de Muta de Alle- 
magna s immaro, et adimandalo per sier Virgilio 
Janise citadin nostro, li rispose esser da novo da 
le bande di sopra in Allemagna che Luni proximo 
passio li allemani comenzorno a levar le biave et 
munitione, quale sono siale assà zorni passati a Slan- 
fels et a Traburch et loci eircumvicini apresso DraU| 
condusendole in freta a la volta di Trento, dove 
disse che debano calar in Malia da 30 milia (ode- 
sebi eie. 

£tp TulnuUo, die 8 AprUis, hora Uriia 
nectts 1628. 

De la ditta ewmnità di !MmeMOp ùl prefaio 

LoeoteHente. 

Magnifico et prectarissimo etc. 
149 Bozi è venuto uno nostro maistro Zuan chirur- 
go da Tolmezo,.il qual, il primo Venare di la pre- 
sente quadragesima se parti per andar in Allema- 
gna ad esercitar V arte sua in le parte di Pinzecba 
sotto il dominio del reverendo episcopo de Salz- 



purch. liem^ a Chizpil, in Arzilont et Milei sotto il 
dominio di Yspruch, dove é stato Sn al pre^nle. 
Et quando se parti de qui, bave da mi special co- 
missino di intravenir se alcuna movesta sì feva di 
venir in Italia per barbari, et che subito dovesse o 
mandar o venir in persona a dar adviso ; onde il 
ditto maistro Zuanne disse che ancora non saria 
ritornato a casa, ma perché, segondo la comission 
nostra vete che feva de bisogno a dar aviso, e ve* 
nulo. Et dice che za sono zorni 15 vel circa passati 
che in Mitet sotto il tenir de Yspruch comenzorao 
a menar biave et carne seche, polvere et altre mo- 
nition assai a la volta di Bolzan et de Trento, et 
cussi ab inde dira hanno menato et menano. EI 
tutti li saumari et oaruzari solevano venir per la 
strada de qua, sono astrecti a condur le ditte mo- 
iiitlon et vicluarie a la volta di Trento et Bolzan. 
liem^ disse che in lo domin.o de lo episcopato de 
Salzpurch é fatto uno editto, che tutti vogliano star 
prompti et atenti con le loro arme io ordine, et che a 
San Zorzi siano a uno son di campana preparati, et 
dove ne è tre in una caia dui slagano con le arme 
et uno rimagna a casa. Et cussi è fatto uno editto a 
Il chinopi, che non se debtMno partir da le mioere 
et loci dove se ritrovano esser, sotto pena de la 
forca. Et di continuo in quelle bande si asolda zeole 
et soldati, quali ntandano a la volta de Trento, et 
dicono che vanno a Milan. Quelli veramente de 
Rausis sotto Salzpurch che sa asoldano j)ii&/i0e, si |49« 
dice in quelle parte che sono per venir a la volta 
del Friuli, et grandi tumulti sono in quelle region 
di far adunation di gente et preparation di munì- 
tion et vicfuaHe. Et uUerius dice, dje in gran par- 
te di le ditte vicluarie et munitìon se cooduseno hi 
barca et meteno in barca a Rolhumberg qual e 
arente Sbez, qual aqua deriva a la volta di Bolzan 
et intra in lo Adese. Et li fu ditto per uno di Ho- 
thumbercb, che oeuìis propriis havea visto barche 
15 carge di munitìon et biave, et tot barche porta 
cadauna da stara 900, nee alia^ 

Ex Tìdmetio, die nono ApfiUe 15ìè8. 

Copia di una ietterà da Vimuta, di Ahiee da 150 
Porto, di 11 Aprii 1598, BeHtla ad Agm* 
etin Ahondio. 

Odo che io illustrìssimo duca di Urbino é per 
venir qui postdoman per starci tre giorni o qualro, 
et designar la fortification di questa travagliata cita, 
la quali per quanto mi dice aldun sue^ voi ebe in 
termiAe di 3U giorni ella aia redoUa te forieia* 



228 



MDZXVIII, inutE. 



224 



Quel che dul)ilai già molto averra al presente, zoé 
che dovesse venire adosso di lei un d) una fortitica* 
tion tosta tosta subito in uno tratto, la qual fatta da 
Euclide et Leon Batista insieme non posso creder 
che fosse perfetta. Pur mi conforta lo excelleotissì- 
mo ingegno del Duca, al qual, quando si obslasse, si 
potrìa racordare alcuna cosa con ogni reverentia, 
che forsi farla fiorire ne la elevala suave niente al- 
cun pensiero, cerca zio che in 3 o 4 di non può 
cosi venirci, et maximainente lo rffecto de le no 
stre aque, eh' e di somma importatilia, et chi non 
gli lo dimostra harà fatica in cosi brieve tempo 
a vederlo da sé, et saria cosa di grande utile a 
la Illustrissima Signoria el a la città nostra, et 
ancora se vera destro di dirlo a chi lo sa, si farà 
volentieri, (ieri vene da Bolzan uno bergamasco 
chiamato Piero Guagino, che usa con mercautie ne 
la Alemagna, homo che ha senno, il quul dice gran 
cose della preparalion che ivi si fa per venire in 
Italia, el la bravaria. Dicono di voler venir per tre 
vie, zioè il Frioli, Biissan et L.ombardia, che non 
credo Dice costui, esser a Bolzan venuto da Ala el 
da altri luogi assaissime segale el altre biave in 
gran quantità. Item^ che ivi si butava balle de ar- 
tigliarla assai; iiem che a Trento egli ha veduto 
da 400 opre che lavoravano a far carri si da soma 
come de artigliarla, et barche delle quale ne ha nu- 
meralo più che 50 falle a scale con loro rudelle in 
zima el ferale dal pe*, et alcuni legnami da ponti. 
Dice etiam che hanno nel contalo di Trento el in 
quel di Bolzan da 2000 carri che son mollo mag- 
gior de nostri, che mi par gran cosa el non lo 
credo ; pur e la verità. Che hanno relenuti i so* 
150* mierl di quel paese usati di portar le merze in Ita- 
lia et da una fiera a V altra, el fannoli star sospesi 
tanto che costui non ha potuto portar sua mer- 
canlia in qua se non pocha sopra cavalli condutli 
de qua ; el questo dicono fare per poter haverli in 
un subito per portar vituaria in Italia ; tra la quale, 
olirà la molta farina che è a Trento, hanno gran 
numero de bestiame grosso. Dio el la Illustrissima 
Signoria ce aiuti, ne quali dui solamente mi fido, el 
mi doglio esser zoppo ; pur moslrarò eli' io vaglio 
ancora a bisogni di signori nostri. 
Qui segueno di continuo strauii mali. 

151 Copia de uno capitolo, de 2 aprii 1528, scritto 
a Venetia, data in Nurimergho, 

Da novo non é altro, salvo che intendiamo es- 
06»! subleveto il duca di Oeldrea in Fiandra af- 



fecionato a francesi, demodoché se stima la guerra 
in esse parte. Questa Alemagna tutta è in moto, et 
ogniuno se prepara et fanno fanlarie et non si sa la 
causa, salvo che per quello si vede si slima guerra 
tra signori lutherani contra li signori episcopi el 
papali. Questi signori de Nurimbergha fanno tut- 
tavia fanlarie, el al ritorno de fiera de Franchforle 
vole fare mostra^ generale de persone a cavalo che 
ad uno bisogno poirano bavere. Hanno già più de 
fanti mille pagati, quali tieneno ne la terra. 

Copia de uno capitulo del primo de Aprile 

de FranchforL 

Harele prima inleso de alcune carette state 
prese da quelli de Gheldres, li quali sono tutti in 
arme el hanno sachegiato una ciià de Olanda ri- 
ehissima. Questa Allemagna pare slagbi per tumul- 
tuare, el gli sono cose scerete quale male se poleno 
intendere. La dieta imperiale cotnenzerà dopo 
Pasqua a Ratisbona, dove sarà il re Ferdinando el 
molli principi di Fiandra ; et ogni cosa in tumulto, 
el in ogni loco se sta in grande expectalione de le 
cose de Italia. Harele de brevi vicino la furia di 
questo novo esercito, quale, a le preparatìone si 
fano, credo debbia templare il paso di la Chiusa 
de Verona. Sarano fanti 10 milia, cavalli 1200 con 
grande provisione de victualia, munitione et altre 
cose necessarie. Svizari intendiamo si melleno ad 
ordine per passare a V opposito di costoro. 

Adì 13 Aprii, Luni di Pasqua. Damatina 15-2') 
vene in Collegio Torator di Milan, solicitaodo la 
ricevuta di ducati 20 milia. 

Da Brexa, di sier Zuan Fero capitanio, 
di 10. Come el castellan de Musso ha haulo Le- 
cho senza dar danaro alcuno; ma ben li dà certa 
quantità di formento. In questa bora, scrivendo, ho 
haulo lettere da domino Scipion Pochipanni, qual 
è capitanio*in Valcamonicha, qual mi scrive, che 
zerca a li preparamenti de la guerra, che ha per 
lettere di un domino Zuan de Jacomo da Veza, chel 
se fa grandissime preparalion in tulle le terre di 
la Alemagna de navete de corame el de rote, de ar- 
tellarie, el monilion, di biave. Tutte se riducono a 
la volta di Trento, el che li capi electi a questa im- 
presa sono andati in Ispruch, zoé el conte Girardo 
de Arco, el caslelan di Castelalto, el uno domino 
Nicolò Lietistener, el parte de li Lodroneschi el 

(1) U otrtt IM' k Uioct. 



225 



MDXXVm, APROB. 



296 



molti alili de questi mazori ; et che se dice, falle le 
fesle de Pasqua durano el lamburiiio per congre- 
gar lai genie ; el similiier se fa preparaliun de 
lanzoli, alabarde, schioppi et archibusi in diversi 
luogi, ma più a Trento. Idio non voglia che ven- 
gano. 

Di Nicolò Barbaro capitanio del Lago^ da 
Maìse$ene, di 9. Come ei se alrova li con una 
fasta, per dove passano molti mercadanli che vie- 
neno di sopra, quali riportano da Ispruch in qua 
non esser gente de niuna sorte, né quelli sono 
andati alla dieta sono ritornali, et ohe la fama è 
grande de farsi genie, et che a Trento sono in or* 
dine 59 barche da ponti el scalle assai, ei bulasse 
ballote da 15, bon numero de piombo. Quelli de 
Val Trumpia conducono per Lodron gran quantità 
de archibusi ; li aiozamenti sono fatti per 2000 ca- 
valli Se dice a San 2^rzi comenzerano a moversi. 
Hanno bauto dispiacer il signor Alvise da Gonzaga 
esser conzo con la Illustrìssima Signoria, con dir 
esser Iraditor, ei che havea promesso a loro. Ce- 
gnano, come più volle ho scritto, pigliar la Chiusa 
qui da le nostre bande, dove si alrova messier Uer* 
cules Poeta. 
itiìÈ Da Cassan^ di sier Toma Mòro proveditor 
tewralt di 10. Manda una lettera haula da Trevi 
di domino Paulo Lusasco, et come una grossa 
bjin<la de inimici con tre pezi di arlellaria sono an- 
dati in Lomelina con fama di voler expugnar Vege- 
vaiio, Morlara ei Biagrassa, el a richiesta del si- 
gnor duca di Mdan si è deliberalo di mandar a suo 
soccorso ire compagnie di fanti, 150 homeni d'ar- 
me, el 100 cavalli lizierì. Il castello di Leco non é 
ancora dato al caslellan di Musso, perché quel ca- 
slelan voi 8 page, si conzerà in 5. 

Copia di una lettera di domino Paulo Luaa- 
8C0, data in Trevi a li 8 di Aprila scritta 
al clarissimo Froveditor general. 

Per adempir quanto mi ha imposto vostra si- 
gnoria, agionlo che sou stato a casa ho parlato con 
io anticti zerca la materia che quella desidera saper. 
Cossi lui mi ha narralo la cosa star in questo modo. 
Che Sabbato passato il caslelan di Mus si trovò fl?l 
porto del Lago con alquante barche, et ivi ben nella 
sua fu a parlamento con il governalor di Como ei 
altri comessi del signor Antonio da Leyva, et con- 
cluseno li capitoli sui in questa forma, zioé : che il 
prefato signor Antonio gli dà Leco, Monguzzo ei 
uu* altra terra di la qual non mi ba saputo dir il 

/ DiaHi di M. Sahuto. - 7\m IIVII. 



nome, et lo fa capitanio del Lago, dapoi lo fa colo- 
ncllo di una frotta de fanti, et in osservation di la 
promessa gli dà nelle mane il signor suo fratello el 
qual é nel castello di Mus sino che gli ha dato il 
possesso di Leco. Da Tallro canto, il caslelan exborsa 
al signor Antonio una grossa summa de danari ei 
una gran quantità de formenli el de sale. Quelli 
soldati che sono in Lecco dimandano esser satisfatti 
di 8 page; ma pensa la cosa si aconzerà in 5. 
Apresso dice, che beri mattina cesarei passorono in 
Lumelina con tre pezi di arlellaria grossa con dis- 
scgno di andar a pigliar Vigevano, perché togliendo 
il modo de le viluarie a Biagrasso sperano obte- 
nirla pili facilmente; pur audarano de longo a 
Morlara. 

Da Cividal di Bellun, di sier Polo More- 153 
xini podestà et capitanio, di 10. Hozi, per uno 
venuto da Trento, é riportalo non si mancava di 
preparamenti el in esser (?) haver visto apresso iL 
castello far fosse, zoé bote de fanna numero 7 milia, 
el arlellarìe de varie sorte cerca numero 40, ei fa- 
bricare barche per ponti. Ei non vedendo soldati 
de alcuna sorte, parloe con uno citadino di questo 
loco qual già alcuni mesi é andato a star de li, el 
qual li h:i affirmalo che hanno asoldato fanti 12 
milia, cavalli legieri 800, el homeni d' arme 300 ; 
et che li fanti non sono in appareniia imperoché 
non sono ancora levati di <^xa, ma tulli scrili, ei a 
San Zorzì dieno far la massa a Trento per descen- 
der in Italia, et cosi li ha preparado li allogiamenti 
a Trento et loci circumviciui. Per uno altro venuto 
da Marano, qual é slato a Livinallongo, Passafren 
et Gardena et altre bachete de queste bande, dice 
che ne la dieta fata per 6 giorni a Marano é sta spa* 
zalo mesier Leonardo Felzer capitanio di leTorreie, 
cum licentia de venir a nostri danni come el 
campo se pari) da Trento per andar in Lombardia, 
ei però stiamo aleuti ; de li quali lochi hanno levato 
lutti li cavalli el mandati a Ala per cargare ancora 
biave. 

Da poi disnar fo Pregadi et telo le lettere so- 154*) 
prascrille. 

Di Antonio Maaaruol seeretario, vene lei- 
tere di 8, di Ancona. El qual e andato con li du- 
cati 25 milia in oro in campo. Avisa il suo zonzer 11 
con le 5 barche, et si partirà, ei andarà a la volta 
di Trani. 

Fo letto una lettera metteva li Savi del Conscio 



(1) Uowta 159'èbitiiQft. 



15 



22r 



HDZzmi, inuuB. 



OAII 

ZTO 



et terra ferma di scrirer a sier Alvise Pixani etsier 
Piero da clià da Pexaro procuralor in campo in 
Puia in risposta di soe, laudando monsignor di 
Lulrech di le operation soe, et vo^li solicilarlo 
andar avanti, et vedino si babbi la trata di Tor- 
menti, et si loy li salnilri. Et a Trane praeterea 

havendo inteso la doana di le pecore, 

che dicano a esso Lutrech sarà boni per pagar li 
lanzinech, cussi a beneficio del re come nostro con 
altre parole. Et inteso la ricuperation di 4 terre 
fono nostre, havemo deliberà di elezer 4 zenlilho- 
meAi nostri quali invieremo al Capilanio zeneral 
che li metti in quelle terre li parerà, ut in litteris. 
Et da mò sia preso, che per scurlinio in questo 
Conscio siano elccti 4 Proveditori in do scrutinii, 
li primi con ducali 50 al mexe netti per spexe, et 
do con ducati 30 i quali vadino dal Capitanio zene- 
ral, da esser posti al governo di quelle terre dove 
li parerà. La qual parte non fo mandata, et fo ri- 
messo a doman. 

Fo leto eiiam una lettera a sier Sebastian Ju- 
stinian el cavaiier, orator in Pranza, in risposta di 
soe. Et laudar la Christianissima Maestà in mandar 
li 3000 lanzinech in Italia, et havendo nui deliberà 
di far 6000 fanti tra sguizari, grisoni et lanzinech, 
per tanto Soa Maestà vogli scriver al Grangis e 
apregso Grisoni, voy solicilar si habbia nostri sii- 
pendii. Item, si scrive altre cosse ut in litteris. Et 
da mò sia preso, chd sia tolto a nostri stipendii, in 
loco di 6000 fanti fu preso di far de italiani, tanti 
sguizari, grisoni et lanzinech. Tamen, etiam dilla 
lettera non fo mandala. 

Et fo ditto che doman si chiameria questo Con- 
seio per expedir ditte parte, et si vene zoso a 
bore 24. 

Noto. Za 4 zorni morite domino Zuan Balista 
Brocardo avocalo di Procuratori, el hozi li fo fallo 
le exequie ; in loco del qual avocalo con il salario 
intra domino Santo Barbarigo» videlicet di la Pro- 
curatia di supra^ elelo senza salario za 

anni. 

Item r altro bori morite Malhio Brexan prolho 
di albori di V Ài*senal, homo ne V arte soa excel- 
lente et assà operato per la Signoria nostra. Fu 
sepolto honorifice a San Francesco di la Vigna. 
154* Fo mauilato hozi a Lazarelo tre morii a San Gas- 
san in corte di la iiezina, locho novo el 

uno a San Luca 

Di Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
di 12. Come inimici sono insiti de Milano cum tre 
pezi de arlellariai el se dice che souo per audar a 



Vigeveno el a Biagrassa. Dio veglia che le cose ra- 
dino bene. Il castelan di Mus bt hauto Lece senza 
danari ; ma li dà certa quantità di formenti come é 
sta dillo de qui. Beri sera le petichie è date fora a 
questo magnifico Avogador, domino Alvise Bon 
dolor. 

Di Nicolò Barbaro capitanio del LagOf da 
Verona, di 11, particular. Come é venuto qui 
a far le Teste. Avisa a le parte de sopra sono ancora 
a Ispruoh tutti quelli signori, et si dice |>er quel 
s' inleuiic, che al tutto voleno calar. El tanto più mi 
fa creder, quanto che a Trento di continuo se lavo- 
rano monition da guerra, el queste zatre el scale 
fa suspelar che vogliano far uno assalto qui a Ve- 
rona, benché saria niente per esser in tal maniera 
che poco se ne incurarà. El conte Girardo d* Arco 
é fatto comissario di lo exercilo imperiai, et si 
aspetta, fatte le feste, el vescovo a Trento. Di 
continuo se masena el li alozamenti sonn preparati 
per li cavalli, tamen da Ispruch in qua non si vede 
union di zente. Da poi scrila, per uno venuto di 
^pra si ha, che la dieta de Ispruch era eiiam per- 
chè li citadini non voleno exborsar li 100 milia rai« 
nes, el che voleno loro andare in campo ; ma si 
lien che convegnermo condescender et pagarli. Ben 
mi doglio che quelli de Val Trompia socorano li ini- 
mici ; però bisogna aprir li ochii bene, et il maior 
travaio si bara sarà sul Lago, dove son stalo con la 
fusta, et havea fato che li bomini del Lago facesseno 
le fazion a beneficio di la Signoria, ma il Podestà 
per urlarmi ha dillo: « Se direte mal del capitanio 
io non voglio faciale le zurme a vostre spese >, to- 
men non guardo et fazo il debito mio. 

Ora f ione fatta in Collegio per don ino Bar- 
thotomw Gualterotti dolor, orator fioren- 
tino, fatta adì 14 Aprii 1528. 

El sapientissimo Creatore di questo universo, 
Serenissimo Principe el Illustrissimo Senato, invano 
harebbe creato questa machina mundiale et le 
cose che in quella sono a uso et comodo de la crea- 
tura rationaie, se non havesse posto in quelle udo 
ordine determinalo el Oxo, el qual non fusse inai 
Iransgresso o prevaricato, et se non bavesse unito 
le cose contrarie el posto fra le cose create utia 
ferma unione de concordio, secondo la quale cia- 
scuna procedendo al moto suo et servando P of* 
dine stabilito aiutassi la conservalione del . . . 4ie« 
condo le leggi di sua eterna sapienlia. Percbò, sendo 
li contrarli inclinali ad combalere insieme, il più pò* 



1 



£9 



MDUVUI, APRILE. 



930 



lente et forte ad superare il pìd debole, senza dubio 
girano rìtomeria ogni cosa nello antiquo caos et 
nelli pristina confusione, né sarebbero li elementi 
fornisti né le altre cose di quello composte, senza le 
qoali r huomo non può vivere, né alcuna delle cose 
creale durare. Ma la divina sapienza, per il suo infa- 
libilcel admirando ordine, unì et proptirtionò le cose 
runa a Paltra in tal modo, che Tuno contrario non 
combatte con Taltro; ma stando contenti al termine 
loro posto hanno quodammodo amicitia et confe- 
deralione insiome. La medesima unione fu posta tra 
li animali irrationali, li quali benché combatino 
molte volte insieme, non solo in genere, ma ancora 
quelli di una specie medesima in tra loro, non di 
manco tale concertatione o combatimento non 
fann » volunlarìamentp, ma tirati et sforzati dalla 
necessiti del cibo et del coito, come diflusamente 
si tratta p^r li sourtatori delli naturali secreti, de 
quali non è nostra provintia o intentiooe al pre- 
sente parlare. La medesima unione et confedera- 
tione fu posta intra li homeni nel principio di la 
loro crcattone, li quali si vivevano pacificamente et 
tranquillamente, né si cognosceva sospetto intra 
loro, non si haveva notitia di guerre, non si sapeva 
che fusse avarilìa, ambilione et li allri monstri della 
bnmana specie, anzi ciascheduno senza alcuna sete 
godeva el suo conlento della liberalità della terra, 
la quale largamente subministrava loro i loro biso- 
gni, onde meritamente fu questa età denominata 
155* la eti de Toro. Ma quando lo appetito inordinalo di 
dominare insito nel primo bello fece che rompessi 
la naturale et universale quiete movendo guerra 
allì vicini, naquono a V bumano comerlio infìoili 
mali, et pare che da quel tempo in qua il mondo 
non babbi havuto diuturna quiete et pace, perché 
la unione insila nelle menti di ciascuiH) per natu- 
rale instinto, fu alora primieramente curropta, né 
da qtiel tempo in qua si é goduto la pace né la in- 
dennità di tali pericoli, se non per quelli populi che 
hanno mantenuto la unione con li vicini, la quale co- 
me prima hanno cominciato a maculare, cosi hanno 
cominlialo a sentire le calamità di la guerra et 11 giogo 
di la misera servitù. Li Hebrei furono un popuio po- 
lente el inviclo el mentre che le 12 tribù fumo unite 
crebbe tanto il loro dominio che superorono et feron 
Iributarii li loro vicini. Ma quando si divisono et co- 
minciorno a combattere le dua con le 10 tribù, in- 
debilirno in tanto le forze loro, che non solo per- 
deriio lo imperio propagalo loro dalli antiqui loro, 
ma etiam fu loro tolto il terreno nativo, et furon 
menali in longtssima captività. In Grecia, li Lacede- 



monii et Atheniesi poterono con la unione che era 
tra loro quasi soli scaciare il potentissimo re Xerse, 
che havea col suo inumerabile esercito potuto non 
solo muovere guerra alli vicini et longinqui, ma 
eiiam subverlire li monti et far ponti sopra il 
mare, et non solo una volta (vinsero?) epsi persi ma 
molte, di che acquìstórno tanta fama che ancora vi- 
vono le opere loro gloriose. Ma quando comincior* 
no a emularsi insieme et combatere T una cita con 
Paltra, si debilitorno tanto, che presto 1* una et Tal» 
tra manco, né poterò esser defesi dalla potentia né 
dalla sapientia loro, con la quale havevano facto si 
belle et opportune legge venute poi in uso di tutto 
el mondo, ma V una et V altra vene in mirabil cala- 
mità di servitù. Ma a che Gne vo io ricercando le 
cose extranee longinque et antique ? Considerisi un 
poco Italia, laifuale é stala tanto potente che ha su- 
biugato tutto il mondo^ non di manco la divisione et 
disunione di V una cita con V altra la hanno lacera 
in tal modo, che più volle é andata sottosopra. Las- 
siamo stare li Golhi, Hunni, Vandali et Eruli et al- hq 
tre genti che V hanno afflitta, ma dico pure de li 
tempi moderni. Non pensi alcuno, Serenissimo 
Principe, che si abbiano più volte vista h Italia 
preda dalli ultramontani, che questo sia nato per 
altra potentia che de italiani medesimi ohe si sono 
volti Tono contra Taitro et oppressansi et emulansi 
V uno r altro. Hannibale fu sapientissimo el poten- 
tissimo capitano, tenne la guerra in Italia 17 anni, 
scorse 6no su le porte di Roma, et fece molti facli 
per li quali la lama sua sera eterna, et poi che fu 
vinto in Africa da Scipione, sendo lui apresso il re 
Anlbioco el da lui domandalo in che modo si po- 
tesse mover guerra alli Romani, rispose non ci esser 
altra via efficace se non primeramente porre la 
guerra in Italia, perché la lunga experienlia li havea 
mostro che era impossibile vìncere Italia con al- 
tre forze che di lei medesima, et quando ìì animi 
italiani sono inclinati alla discordia el disunione. Per 
tanto, Serenissimo Principe, si può fermare que- 
sta conclusione manifesta, che la discordia deli po- 
puli de Italia é sUta quella che 1* ha depressa, 
r ha debilitata, et Analmente a buona parte di essa 
imposto el giogo della barbara servitù. Conoscendo 
adunque per queste et altre ragioni il perirolo che 
ne soprastava, et che a scaciare questa malatia era 
nec(*ssario oporli un remedio di contrarie forze, parse 
a Vostra Serenità et a questo Illustrissimo Senato di 
fare lega el unione con la nostra excelsa Republica, 
mediante la quale se defen ieseno le cose de V uno 
et de r altro dominio el si salvasse da la misera 



231 



IfDXXVllI, APRILE 



932 



servila questi allri membri d' Italia che sono re- 
stali sino a qui liberi. Per questa causa p.irse a 
Tuno et al* altro Senato destinarsi invicem ora- 
tori in segno che la liga et unione si faceva ex 
corde, et per questo li mei excelsi Signori et quello 
excelso dominio mi hanno mandato oratore alla 
celsitudine vostra, in luogo del magniGco mio co- 
lega et precessore Àlexaniiro de Pacii, per dichia- 
rare che la Republica nostra unitamente desidera 
mostrare a la Serenità Vostra di quanto bono animo 
epsi siano in verso quella et verso questo Illustris- 
simo Senato. Vorriano possere mostrare il core loro 
et senza cerimonie possere operare qualche cosa in 
beneficio et comodo de la Serenità Vostra et di 
questo Illustrissimo Senato in testimonianza della 
156* fede loro: et a questo desiderio é spincta quella 
excelsa Republica non solo dalla mutua fede et 
amicitia, il quale vineulo debbe esser assai a ogni 
generoso core, ma etiamdio dalla proporlione che 
la Illustrissima vostra Republica ha seco, parendo 
etiamdio tal confederatione et unione sia non solo 
utile ma eiiam necessaria a salvare 1* una et V altra 
republica et il restante di Italia dalli iminenti pe- 
ricoli ; la qual cura pare che si aspecti principal- 
mente a queste due republiche per esser li princi- 
pali membri di Italia, anzi V una il capo, P'altra il 
core. Né è nova al presente la confederatione di que- 
ste due republ)liche, anzi molle volle per li tempi 
passati é stalo fra loro lega de unione. Mastino da 
la Scala augumenlò tanto lo stato suo che la sua 
tiranide era formidabile a ciascuno, lenendo lui Ve- 
rona, Vicentia, Padoa, Parma, Luca et molti altri 
luogi : a questo male si occorse per una lega ne la 
quale la vostra Illustrissima Republica et la nostra 
furon parte prin«'ipale. Ilavea Galeazo Maria Vi- 
sconte occupato per gran parte la Lombardia, Ro- 
magna et Toscana, quando providamenle in questa 
regia cilii si Iralav» la pace fra lui et noi, benché la 
opportuna sua morte anichìiasse ogni mentione di 
pace. Di poi, al tempo de Filippo Maria, in tanto 
fumo unile queste due potentie quanto si può per 
le storie vedere ; nella quale unione quella Illustris- 
sima Republica li tolse Brexa. Al tempo de la guerra 
che questa Republica hebbe dillicillìma con li Ge- 
noesi, parse al Senato nostro che questa guerra 
fusse pernitiosa a tutta Italia, et però non solo trac- 
lorono tra voi pace, ma si offerseno fideiussori di 
gran summa di danari che si dovea pagar(\ Queste 
cose ho cosi brevemente discorso per mostrare 
che la amicitia et confederatione presente non e 
nuova, anzi per molto tempo aoliquala, suscitata el 



rinovala al presente dalla conformità et proporlione 
delle noslre republiche el dalli evidenti et eminenti 
comuni pericoli, et da un desiderio di potere, 
quando che sia, riposarsi in pace. 

Vostra Serenità «duncinc. Serenissimo Prencipe, 
el questo Illustrissimo Senato consideri in persona 
mia il nostro populo fiorentino, il quale ex corde 
desidera la perseveralion della presente confedera- 
tione et unione con quella fede el sinctrilà che é 
conveniente a republiche tale, et vuole che la 
Serenità Vostra et questa Illustrissima Republica si 
prometta di lui quel tanto che alla mutua confede- 
ratione et benivolenlia el alli mutui beneficii si ri- 
cerca. Questo è quello che per el presente ho a 
exporre alla Vostra Celsitudine per parte de miei 
excelsi Signori ; le altre cose che ne oecorerano 
a la giornata si farano intendere a quella, la quale 
prego che per sua benignità mi excusi se lìei Qiio 
parlare son stato tedioso o molesto. Dixi. 

Adì 14, Marti di Paaqua, Fo lettere venute 1 
heri sera del campo di Futa, del Fixani et Pe- 
xarOj da Crrottatnenafa, di 2 et 4. Come si Ic- 
vono di Santo Antonio et sono venuti con V exer- 
cito. Inimici sono a la Tripalda et per quelli lochi 
alozati, et hanno una grossa aqua davanti, el par, 
per uno reporto che mandano, che siano andati 
verso il Garigliano et spagnoli alozati in li caxali 
vicino a Napoli. Et per uno riporto, par che quelli 
di Napoli siano in tumulto per n>n voler inlraiio in 
la terra. Nui havessemo cavalcato, ma per il leiiipo 
cativo non si ha potuto; pur non si è slato indarno 
et si ha fatto boni ordeni perchè le vituarie siano 
mandate drio al campo. É qualche uno che tien 
inimici ritornerano in Lombardia. Nui si leveremo 
da qui da malina per aproximarsi a li inintici, et fa- 
remo 10 miglia. Scriveno ha ver parlato con mon- 
signor di Lulrech zerca haver Irata di formeuli di 
la Puia ; el qual disse bisognava prima far provisiou 
per il campo. 

Vene in Collegio Toralor nuovo di fiorentini 
nominalo domino Rartolomio Gualteroli, qual per 
dubito che vien di terra infelada. fu fato star a San 
Chimento alcuni zorni. Era vestito di veludo cre- 
mexin con manege ducal molto grande, a la fioren- 
tina. Vene insieme con Torator vecliio domino 
Alexandro dì Pazi vestilo di zambeloto negro, et fo 
mandati a coinpagnarlo alcuni cavalieri dolori et 
altri chiamali beri in Pregadi; ma fono numero t4 
solamente. Questo è venuto per star, et il vechio 
partirà. £1 qual venuto in Collegio, el fatoli le aco- 



933 



MDIXnn» APRIU.' 



984 



glieoUe per il Serenissimo, sentati, esso orator 
DO'o parloe, poi ha presentata la lettera di cre^ienza, 
come la union cresceva le republiche et la discor- 
dia le ruìnava, et che sempre che questa Republica 
è slaCa uiflla con la excelsa Fiorentina la éagumen- 
tata di slato, però li s<»i signori voleno perseverar 
^^'* in questa amicilia, et V ha mandato qui a far resi- 
denlia in locho di 1* altro che andare a repatriar; 
con altre parole. Et il Serenissimo li rispose verba 
prò v^hisff poi partirono. 

Da poi disnar fo Pr^gadi el. leto le leftere di 
campo di si^r Piero Landò capitanio general, 
date in galla apresso Candia^ adì 15 Fevrer 



Vene l' orator di Mantoa con una lettera del si* 
gnor Alvise di Gonzaga da Castion, qual li scrive 
acetta la eondutta datali, el aspetta li danari. In 
questo mezo scriverà la compagnia. 

Fu prima Taclo scurlinio con boletini de do sora 
le cose di frati di Cnriziiola, in luogo di sier Marco 
Dandolo dolor et cavalier é intrado Savio del Con- 
scio, et sìer Toma Mocenigo é rimasto di XX Savii 
a tansar la terra, el qual é questo. 

Do Auditori sopra la eausa di frati 
di Coriguola, 

f Sier Gabriel Moro el cavalier, fo Savio 

a terra ferma, qu sier Antonio . 137. 55 
Sier Antirea Mocenigo el dolor, é di 

Pregadi, di si(T Lunardo procura- 

tor qu. Serenissimo 90. 98 

Sier Hirouimo Polani el dotor, e di Pre- 

gadi, qu. sier Jacomo 72.1*20 

Sier Zuan Francesco Miani fo a le Ra- 

xon vechie, qu. sier Hironimo . . 63.134 
t Sier Zuan Marco Foscari fo ambas- 

sador a Roma, qu. sier Zuanne . 130. 57 
Sier Anzolo Gabriel fo avogador di 

Comun, qu. sier Silvestro . . . 106. 86 

Fu posto, per li Savii del Conscio et terra 
ferma, essendo conveniente et per molti urgenti bi- 
sogni et cause necessario, mandar al presente uno 
Proveditor nostro zeneral ne la cita nostra di 
Brexa et brexano, quale é di quella importantia al 
Slato nostro che ciascuno per prudentia sua ben 
comprende, però : 

L*anderà parte, che per scrutinio in questo Con- 
scio elezer si debbi uno Proveditor zeneral a Brexa 



et brexano con servitori 10 computi il secretano 
di la canzelaria et il so* fameio et 6 cavali con du- 
cali 190 al mexe per spexe, stagi in Brexa, parti 
immediate con quella conoitnissiou che li sarà data. 
Ave 194, 14, 0. 

Fu posto, per li Savi del Conscio et terra ferma, 158 
una lettera a li proveditori Pixani et Pexaro in 
campo con Lutrech od litteram come quella che 
beri fo letta, e da mò sia preso di elezer 4 Prove- 
dilori in do scurlinii, li primi con ducati 50 al mexe 
per spexe, et li do seeundi con ducati 30 da esser 
mandati al Oipitanìo Zeneral, il qual debbi meterli 
al governo di quelle terre li parerà. 

Et sier Zuan Miani el consier messe voler la 
lettera; ma indusiar a far li Proveditori fino si babbi 
risposta da Lutrech. Andò le parte . 

Fu posto, per li Savii del Conscio et terra 
ferma una lettera a sier Sebastis<n Justinian el cava- 
lier orator in Franza in risposta di soe, et zerca li 
3000 lanzinech il re Christianissimo voi mandarli 
in Italia li mandi presto, et semo contenti pagar li 
do terzi. Item, Soa. Maestà voy mandar olirà di 
questo immediate altri 3000 lanzinech che nui li 
pagaremo, et questo perchè si fa gran preparution 
di lanzinecb a nome di Tlmperator per calar ai 
danni nostri, come appar ne li sumarii che se li 
manda. Et perchè putrià esser che calasseno in 
gran numero, Soa Maestà voy scriver al Grangis et 
far stiano preparati altri 3000 sguiz^iri che secondo 
il bisogno li faremo venir in aiuto nostro; con altre 
parole, si come in ditte lettere si coulien. 

Et sier Filippo Capello savio a terraferma voi la 
lettera, con questo si dicht che questi altri lanzinecb 
si pagi per terzo, uno terzo Soa Maestà, uno terzo 
la Signoria nostra et 

Et primo parloe sier Filippo Capello per la soa 
opinion. Li rispose sier Francesco Bragadin savio 
del Conseio. Dapoi parloe sier Alvise Mozenigo el 
cavalier fo Consier, el qual voleva che non si to- 
lesse sguizari. 

Et poi li rispose sier Lunardo Emo savi«) del 
Conseio, et iterum parloe sier Filippo Capello. Da 
poi sier Alvise Gradenigo è del Conseio di X, qua! 
non li par si scrivi di preparar sguizari et non tuorli, 
perché |>olria seguir che se li fassemo inimicissimi. 
Et li rispose el Serenissimo dicendo non é da exa- 
sperar li sguizari quali tien con il re Chrislianissiuio, 
che non si possi bisognando tuor qualche parte. 
Andò le parte: .... non sinceri, 98 di no, 17 158* 
del Capello, 153 di Savii el questa fu presa, et si 
vene zoso a bore una di notte. ' 



935 



IIDIIfin, AFEIU. 



98S 



Ih Orf>ieto vidi lettera di damino Alvise 
Lippomano canonico di Bigamo, di 6. Come 
il Papa si parie con li cardinali per andar a star a 
Viterbo, peroché la roca si ha resa', qual si teniva 
per spagnoli. 

E( conte era zonto II a Viterbo il reverendissinìo 
(*an1inal Farnese venuto del suo vescoado, et il 
Papa ollrd la cnrie ha mandato a Roma, mandava 
etiam il reverendissimo cardinal Cesis 

Scrive, il Papa la Dominica di V Olivo in la so- 
lennità di le Palme exortò li cardinali et pr lati a 
voler mutar vita et far penitentia di soi.pecati, per- 
ché per li pecati era venuto il flagello di Ruma. 
Scrive nove si ha de 11, del reame per lettere di 30. 
liem^ esser morto .... Serapica fu favorito 
di papa Leone. 

A dì K.L» malina, fo grandissima pinza. 
Di B^gamOj di rectori, mandano lettere 
haute dal Oratigis, 

Dal Grang/'s, da Coffra, di ... . Come la 
dieta fatta pnr grisoni era risolta non voler dar il 
Iraitsilo ai hmzinech de T hnperator passano, nò al 
castellan di Mus, nò ad altri sicome più difusarnente 
scriverò di sotto. 

Da Verona j di sier Carlo Contarinipro 
veditor general, di 13, Come è aviso la dieta 
esser risolta che si è fatta a Yspruch, et concluso 
non voler darli danari, ma ben IO milla fanti del 
conta di Tyrol pagati per loro per venir in Italia; 
et che 'I duca di Brexvich et Marco Sielb erano an- 
dati a Fres lige 5 di là, et haveano mandati alcuni 
capitani in Augusta per li fanti. Item, che erano 
tornati el conte Girardo di Arco, Caslelalto et quel 
di Lodron ai so* castelli, et fevano zente. Scrive dal 
suo explorator non ha hauto altro aviso, qual a di 
15 io aspecta, et li ha nuindato questo a dir a bocà. 
Da Salò, di sier Hironimo Qradenigo prò- 
veditor^ In consonanlia di quanto ho scrito di sopra. 
1 59 Da Vdene, di sier Zuan Basadona dotar ^ 
locotenente^ di 12 : 

Manda una lettera hauta da la comunità di 
Tulmeeo, di 12, con una relation, guai 
dice cussi: 

Il zorno de Pascha de resuretion 1538, a bora 
de mezod), Antonio de Ronco de Rivo, in execution 
di la rechiesta fatta per lettere del magnifico et 
elarissimo domino Locumtenente, mandato Zobia 
proximo passato avanti zon)o da Tolmezo in Ale- 
magna per spia a veder et intender se 1 feva zeote 



altro aparato di guerra, et verso che logo et cen- 
tra de chi, il quale referile che in quella Dotte zon- 
se a Troburch in la hostaria de Jacomo Feoz ce- 
nando, et da poi cena parlando cum alcuni mer- 
cadanti che erano venuti de là del Tauro de Roslutli, 
et cum alcuni altri falzari lì quuii erano venuti da 
Pris}(raz, il qual logo è zuso verso V Hongaria, da 
ditti falzari sentile afirmar come per il campo de 
r Imperatore overo del fratello era sta preso el 
Vayvoda, et cussi se diceva, el che tulle le z»'ule 
che so IO de li logi de Staymoreh in zuso vanno 
verso r Hongaria per cazar li turchi. £1 poi quelli 
merc^idanti che erano venuti de là dal Tauro, disse- 
no loro haver visto gran quantità di zente che 
venivano verso Bolzano et Marano ; il qual loco de 
Marano é zerca 12 migliara sopra Bolzano, et che 
II vi si conduseva gran quantità di arlellarie, dicen- 
do lor saper come lo Imperador haveva determi- 
nato far \ìr\ grossissimo campo che forse vm se ne 
vite uno simile, per andar a la volta de Mdano. 
Dein'tC in domane ditto Antonio se partile de 
Trahurch et andò verso Lotiz, et a caso per la via 
se scontrò in do niureri da Como li quali oogno- 
scendoli per avanii li salutò, et dimandò di che loco 
loro venisseno, et se havevano qualche cosa da novo. 
Li quali risposeno come venivano da Como per la 
volta de lago de Garda fora per la volta de Valto- 
lina, et de li a Bolzan, in el qual luogo de Bolzano 
erano stati fermi tre d), et poi erano venuti a 
Bronich et da Bronicb a Persenon, el da Persenon 
a Thoblach el de li a San Candido, el de Santo Can- 
dido a Lonz, dove per quelle strade hanno visto \ 
condur gran quantità de biave. Et hanno dimandali 
li caradori a chi conduseno tal biava ; li quali li 
hanno risposto condurle per le muoition del campo 
de r Imperator il qual se preparava andar verso 
Lombardia, elgran quantità de boi per monition ; 
et che haveano aldilo dir che fevano condur do 
carette de creppello di ferro, li quali li nostri chia- 
mano grifB, che se metteno ai piedi per substentarsi 
in logi de clivi. El che cadauna de ditte doe carete 
erano tirate da 5 cavalli, el un* altra caretta simi- 
liter Ciirga de scale, de catene di ferro ; et che in 
Marano soprascritto erano zonti da zerca 1000 fanti 
lanzchenech. Altro dillo Antonio non sapete referir. 

Di sier Piero Landa capitanio Menerai da | 
mar, da Napoli di Romania, di 15 Marao. 
Del suo andar li etc, per haver biacoli, età haulo do 
lettere del Senato zerca venir in Pula essendo in 
Caodia, unde subito si levò et vene li. Scrive, sier 



m 



MHXtnii APBOA 



S88 



Hironimo Corner capitanio di Candia nort era li ma 
andato a la Canla, el ba expedito quelle cosse et 
sedale, el lo lauda assà. liem, scrive 

Nolo. Per le nostre fuste é sta retenuto uno ga« 
iion con formenti vien di Sicilia di nostri roerca* 
danti» el qoal voleva andar a Ferrara. 

Di 8ier Thùmà Contarini oraior^ va al Si- 

gn&r tmeo, da . . , . ^adì 11 

. • • ■ • « ■ 

Veneno in Collegio tulli do li oratori fiorenlini, 
el mostrono lettere da Paria, di '2d, più fresche di 
le nostre^ con la disfida Tata per il re Christianissi- 
mo a P oralor de V Iinperator etc. La copia de le 
qual, potendole haver, scriverò qui avanti. 

Da Salò, di sier Hironimo Gradenigo pro- 
redi f or et capitan io di la Riviera^ di 12» Come 
in questa matiiia e giunta una mia spia per mi 
mandata a Rovere el a Trento a intender li anda- 
menti di alemani, et mi ha referilo come il conte 
Girando de Arco ha dato principio a far zente el 
ha fallo fanti numero 500, et U ha dato danari ; 
el dice esser principiato ad arivar cavalli et venir 
gran numero di gente a Trento, el che fanno gran- 
di<(simo preparamento di alozar cavalli ei fanti, lo 
starò atento, che se altro intenderò subito a viserò etc. 
Scrive, haver scnlto in campo al clarissimo Prove- 
dilor zeneral a Brexa, al Ciipilauio ti mandi polvere 
el piombo, acciò acadendo alcuna cossa mi possi 

prevaler eie. 
lgQ« Da Verona, di Nicolò Barbaro capitanio 
del Lago, di 13^ particular. Come, per uno venuto 
di Siipra tia Yspruch si ba, si meteano ad ordiuci 
et dicesi publice che erano per calar a la volta di 
Lorohardiu, el il conte Oirardo di Arco era venuto 
di la dieta ad Arco, et che era contrasto che ti con- 
tadini non Vulcano exborsar danari ma voleuo ve- 
nir in persona in campo, et su questo è grande 
contrasto. Tamen, a Trento 2»i fa preparamenti 
grandi et di continuo si maseoai et lavorano 7 
fusine fatte di novo, et fano scale in gran quantità, 
el alcuni cari mali et ballote assai. Scrive, qui in 
Verona si (orlitìca assi, queste cose comenzate, et 
non si manca di solicitudine questo clarissimo Pro- 
vedilor zeneral. Se hanno pagato hozi la compagnia 
di Marian Corso fanti numero 300, el cussi si andari 
pagando tutte le altre che vengono et se remeleoo, 
el invera a questi tempi questa terra non si dia lassar 
senza bona guardia. Mi piaze ben veder missier 
Jacoroelo da Novello a questa impresa, per esser 
fidelissimo et homo da ben. 

Noto. Fo mandato beri a Laureto uno polo 



morto da peste a San Pantalon over Santa Croze, 
né si sa dove 1* babbi presa ; si ludica da Piove di 
Sacho, dove di novo è apizato il morbo. 

Da poi disnar, fo Cooseio di X con Zonta di 
Savi! di Collegio. 

Fo expedito il Conlin di Mozanega, che fixe il 
Podestà di Crema excomunicato eie. Che *1 dito sia 
liberi di preson et vadi lui et la sua fameia, é di 
quei »... ad habitar altrove. 

i/em, fo spazato uno .... di Friul, el qual 
disse vilania a missier Hironimo da la Scrova dolor 
fo vicario con sier Zuan Moro locotenente in questa 
terra, videìicei che *1 sia cavi di prezon et dagi 
securti di non ofender il ditto» et compi il bando. 

Nolo. Hozi po^t prandium, in Quarantia Crimi^ 
nai segui, che essendo sii menalo uno presonier 
nominato Francesco Croxe, qual ferite uno Zuan 
Mari» liiiaruol su la testa, et lo menò sier Mict»iel 
Trivisan avog:idor, li rispose sier Sebastian Veuier 
avocalo di presonieri. Andò la parte di procieder ; 
fo Vi di .si, 19 di no, et 1:2 non sinceri, che fo cosa 
nolanda che la Quarantia si parti in tre parte. An- 
dari ad un altro Conscio. 

f^opia di ietterà di domino Judian Soderini 161 
episcopo, oratore fiorentino presso ti Chri- 
8tianis9imo, de 29 di Marso 1528, da Pa- 
rigiy a Signori X di libertà et pacd 

L* altre nuove sono più maravigliose che perti- 
nenti a la salute universale, la quale pare che con- 
sista nel exito di questa impresa, la qual, havendo 
nel reame felice successo» darà non solo sicurli di 
le cose vostre, ma oplima ricompensa di mali pre^ 
senti et passati. Nondimeno, perché molli non si 
contentano, a quello che io intendo» de la substantia 
dì le cose secondo la comoditi del scriverei abre** 
viando dirò, come dua di sono la Maestà Christia* 
nissima, havendo fatto intender a ti oratori che qui 
si trasferisseno, se ne vene, dove, dopo mangiare 
parecbie bore comparse Hcbissimamente vestito in 
dna gran sala o galleria bene ornata di tapezzariei 
sedie preparate per li principi et cardinali» et altri 
luogi per II ambasciatori et gentilhoitaeni de prin- 
cipali in assai gran numero. Ove postosi a sedere 
oum tutti li eircumstanti, comandò tSoa Maesli ohe 
lo ambassatore di V Imperatore fosse conduto ^ il 
qoal in vista assai turbalo, dopo le debite reveren- 
tie fatto sedere, si rilevò dicendo haver ricevute 
lettere di V Imperatoret il quale li scriveva che 
seDdo alato sfidato per b due araldi^ non era bm- 



939 



MDXXVm,' APRILE. 



240 



gno che più stesse in Francia, onde deliberato di 
chiedere liceiitia, fu preso senza bavere mai potuto 
intendere la causa, però pregava Sua Maestà li 
volesse fare intendere in che havesse peccato, et 
non lo trovando in errore, li volesse dar licentia et 
salvocondulo. A che poi cheSoa Maestà Thebbe fatto 
coprire et se lere, rispose : non p. r difecto suo par- 
ticulare, ina per leggi violale a causa de la relen- 
tione de li aml>assalori in Spagna 1* haveva in quel 
medesimo modo fallo pigliare et Iralare come 
quello, benché gli disputasse ; che altro per suo 
honore f.ire non poteva, et che bora mlendeudo 
per la liberatione sua bavere occasione di mettere 
lì altri in libertà, non voleva diferire al mandarlo a 
Baiona, ove barebbe il debito salvocoudulto quan- 
do li altri fossino restiluili. Ma perché lo Imperator, 
161* volgendosi a lo araldo di Francia dopo la dislida 
facla haveva ditto più cose coiitra T honore di Sua 
Maestà, lo pregava che li volesse portar una lettera 
in risposta, la qual era scripta et sigiiata di sua 
propria mani», con certe anibasciate di boca che 
con il tenore di la lettera erano in sostaiilia tale, 
che in quanto lo Imperatore havea dillo che Soa 
Maestà era suo pregione et però non poteva de- 
nuntiarli la guerra, se ne meravigliava, essendo sta- 
to innanzi et poi che er.t vetiuto a la corona in mol- 
te battaglie et in nessuna ha ver mai trovato lo 
Imperatore, volendo inferire per conseguentia che 
chi va a la guerra li advi^n di le disgratie simili 
piti che a quelli che si stanno ne le terre murate et 
ben sicure. Oltra qneslo, che non era possibile, non 
hessendo lui stato in persona a la battaglia, li haves- 
se dato la fede come li presuponeva. Quanto a lo 
haver ditto che non li haveva tenuto promessa, che 
mentiva per la gola, noa solo di quello che ne ha- 
veva dicto, ma che tante volte, quante dire lo vo- 
lesse tante mentirebbe, come expressamente el 
contenuto per la lettera, la copia de la quale, po- 
tendosi a tempo bavere, si manderà con questo. Il 
ministerio (?) fu grande, et la risposta a tutte le parte 
facta per questa Maestà fu eleganlissima,persuadeiido 
lo ambasciatore che lo recusava ad volerla portare, 
con dirli che farebbe dispiacere al padrone suo, 
il quale non harobbe ditto a lo araldo suo tali pa- 
role senza aspettare la risposta, il che hessendo, pa- 
reva verosimile nel portargline li havesse a fare 
cosa grata. Li altri capi furono tre o quattro, come 
de la scusa del sacco di Roma che fa lo Imperatore, 
et altri* cose prolisse et manco necessarie ad racon- 
tare per il presente. Le quali, poi che furono rim- 
provate et rimproverale di boca, si venne a la conclu- 



sione de la lettera, la quale era, che in luogo di risposta 
li mandasse il campo ad Gne che Sua Maestà si potesse 
trovare in tempo determinalo per defendere Tonore 
suo come ad un gentilhomo si convien. Et che poi 
che lo ambassatore recusava farlo, li manderebbe 
lo araldo, al quale, quando non volesse dare sai- 
vocondullo, protestava il dishonore dovere rima- 
nere sopra di lui, come quello che impediva la 

iustificatione della Et di tutto questo di 

sua boca chiamando la compagnia per testimo- 
nianza del vero, chiese del suo dire acto el in- . 
strumento publico, El quanto a quello che appar- 
teneva al Serenissimo d* Àngliterra, disse che per |( 
cono>cerlo virtuosissimo el da non bavere bisogno 
d'altri che defenda Thoncre suo, non si ingeriva 
per lui se non in caso cbe per indisposilione oti 
altro accidente da sé fare non lo potesse, mette- 
rebbe sempre la sua persona al cimento, stiman- 
dolo pld che fratello, non che nuovo et bon pa* 
rente. 

Hoxi e arrivato il vescovo Bolhoniense homo 
prudente el dedito a le facende quanto altro ho- 
mo d* Àngliterra, oltra a lo essere in fede con 
quel Serenissimo el Reverendissimu, il quale di- 
scorrendo assicura V impresa a beneficio de la 
lega in caso che in Ghiena el in Fiandra si muova 
gagliardainente, concludendo nondimeno parergli 
impossibile che costoro possino supplire a la spe a. 
Onde pare che se ne possa cavare una coniectura, 
che el sia venuto con animo di persuadere sì trova 
le difficultà tali, che è presupponerlo che queste 
imprese di qua si abandonino per unire ogni forza 
in Italia, parendo ancora a quel Re, secondo il 
dire suo, che chi vince in Italia habbia a restare 
vittorioso per tutto, che sarebbe tutto secondo il 
desiderio et bisogno nostro, perché da noi, come 
altre volte si é scriplo, non siamo sulicienti né di 
tanto credilo insieme con li Venetiani a persuadere 
né dissuadere uqf tale deliberatione, la quale oii 
fa più verisimile per conoscere quanto mal volen- 
tieri per causa di loro mercantia li anglesi muo* 
veno la guerra a li fiamenghi, onde lo indugio 
che potesse fare monsignor di Lutrech non seri 
pericoloso, sperando suplimento di homeni el di 
danari, el la giornata ancora meno essendo lui 
più forte et li nimici più dediti a conservare pen- 
sando stracarlo che arischiarlo in uno di quello 
che in tanti anni et con tanta fatica hanno aqui- 
stalo. Et perché questo discorso pare tanto fondalo, 
e non debbo mancare hessendo fuori de la mia 
usanza ne lo scrivere, non mi é parso tacerlo» 



Uì 



IIDXXyUI, APRILE. 



2tó 



Nondimeno fra IO di saranno passati il mare 1000 
faiid anglesi per cominciare, che non é Unto nu- 
mero clie non si possa ancora fare ritimre age- 
volmente servirsene altrove che in Fiandra ; si 
che in tanti dubii non si potendo i' buomo sicu- 
ramente risolvere, mi è parso di scriverne quanto 
intendo, con opinione di stare a vedere qualche 
poco il resto. 
16^ Monsignor di Guisa partì con ferma speranza 
di condurre 7 o 8000 lanzineeh, li quali non sa- 
nno per costoro difficili a cavare quanto per li 
adversariì, perché vogliono di questi limiti, a la 
richiesla di questi signori, che non possono es- 
sere prohibiti come li più intrinsichi di Àleniagna, 
li quali hanno expresso comandamento, per quel 
che di la si intende, di non uscire dal paese per 
eausa di le discordie di molti lulberiani centra lì 
signori dei paese etc. 

L* armata di mare era per partire a ogni bora 
verso il regno, ma ritraggo che costoro non lasce- 
nno per questo di non ne mandare una parte 
verso le parte de Spagna per abruciare quella di 
Cesare, et una altra parte darla al signor Rentio, 
il quale non può essere ancora a ordine fra !20 di. 

163 Ex IHteris Francisci Ooneagae, datis in 
Orvieto die 9 Aprilis 1528, 

Lo esercito cesareo si relira verso Napoli con 
gran confusion, maxime per esser discordia tra 
toro et poca inlelligenlia tra il principe di Orangie 
et il marchese dal Guasto. Napoli é in grandissimo 
timore, et di quella città si sgombra molte robe, 
et si mandavano io Ischia con molle persone et 
con grande furia. Ancor che la inlentione del po- 
polo di Napidi fusse di non tuore dentro più dì 
4000 fanti, non di meno parca che entrati quelli 
lutto il resto vi volesse entrare. Francesi proce- 
deno pure inantì con vitoria. Il Consiglio di Napoli 
havea proposto a lo exercito cesareo (re parliti: 
r uno che in Napoli si ponesse qualche pressidio, 
affirmarne parte a Guadi, loco apresso Nola, et 
deliberar di fare la giornata venendo francesi inanti 
per poter voltar lo exercito a la via di Calabria, 
per passare in Sicilia quando la necessità li co- 
stringesse; il terzo di redurse verso il Garbano 
piiese largo per metersi in la Puglia et 11 ìnterte- 
nirsi fin che intendessero li progressi dì Napoli, 
et secundo quelli governarsi et forsi aspetare la 
venuta dì lanzebenechi ; ma ninno di questi partiti 
SODO stati pigliati. Si ha aviso che Oratio Baglione 
/ Diarii di U. Sanuto. - Tom. XLVIl 



con le Bande negre ha preso Salerno, il che, quan- 
do sia vero, a li cesarei é troncata la via di andar 
più in Calabria. In la rocha di Venosa, in Barletta 
et in Manferdonia non si é fatto altro per esserli 
dentro 2000 fanti, et é parso a monsignor Lau- 
trech meglio di seguire verso Napoli. Le cose di 
Viterbo hanno pur preso assetto con Nostro Sif 
gnore ; la rocha é in mano dì Sua Santità. 

Del medesimo^ di 10. 

Clie al primo di questo lo exercito cesareo 
era retirato a Cere, lontano da Napoli 12 miglia, 
con disegno ettam contro la volutila dei popolo 
redursi in la terra ; che per la descritione fatta in 
Napoli si ritrova 100 milia tumuli di gr<iuo, altre 
misture assai, et vino medesmianiente assai. In Ca- 
pua era poca viluaria, et però non designavano 
mantenerla. Che cesarei forti6cavano uno loco no- 
minato Santo Honofrio a la costerà d* uno monte, 
non obstante che ne havesse uno altro a lo in- 
conlru quale da francesi polria esser occupato, che 
sarà cavaliero a questo di cesarei Le nave che 
questi giorni venero in Siirdegna non portarono 
più di 1000 fanti, la maggior parte non soliti a 
la guerra. 

A dì 16, fo San Stfdro, La matina fo fatta ig^i 
de more la procession a mezo la piaza, con li 
comandadori, con li 13 torzi impiadi avanti. El 
Serenissimo vestito di veludo cremexin con li ora- 
tori : Papa, Anglia, Milan, li do fiorentini, et Fer- 
rara et Mimtoa, il vescovo di Bafo, et non era 
alcun Proourator et pochi patricii con la Signoria. 
Era uno dolor in leze vestito damaschin negro, 
nominato domino .... 

Et ne Pussir di chiexia, li galioti si butono a 
li pie<ii, di le galle di Alexainlria, dicendo essere 
pagati di la sua mercede. 

Da poi il Serenissimo con li Consieri si reduse 
con li Savi! quali za erano reduti in Collegio, a 
lezer le lettere : 

Da Trevixo, de sier Sikfano Magno pode» 
sia et eapitanio. In risposta di la parte del clero 
del subsidio, come tutti pagerano. 

Da Brexa, di rectori. Come ditto subsidio 



Da Verona, di rectori^ di 14, Come il ve^ 
scovo é contentissimo pagar, et 



(f) U otrU laa» è bliBCB, 



16 



3i3 



MDXXVm, APfULB. 



iu 



Da Vicenea^ di reciori, di 15. Come quelli 
si rendono diflcili, dicendo 



Da Verona, di reciari, di 14, Mandano 
una deposilion di uno tornato di la dieta di 
Ysprucb, come é risolta in far loro 20 milia fanti 
per venir in Italia, di quali za sono fati 8000, et 
si principiava a dar danari. 
164* Di sier Toma Moro proveditor general, da 
Cassan, di 13. Come, bavendo scrito al castelan 
di Mus do lettere per haver V artellarie li fo im- 
prestate di Bergamo, le qoal fo date per battere 
Leoo, però li vogli restituir, etc. Il qual castelan 
li ba risposto, come non voi scriver per bon ri- 
spetto, ma manderà uno suo messo a parlarli; al 
qual li darà fede etc. 

Da poi disnar fo Pregadi, et vene lettere di 
Vieensa, di sier Carlo Contarini proveditor 
generai, di 13, hore 2. Del suo zonzer quella 
malina li, et ancora non é zonto il signor Capi- 
tanio zeneral, qual doman sarà, né domino Anto- 
nio da Castello. Manda una relation di uih) suo 
explorator veridico ritornato. La copia sarà scrita 
qui avanti. 

Fu posto, per li Savii del Conscio et terra 
ferma, una reformation di pagamenti di le fantarie 
in campo é con il provedilor Moro et altrove in 
Lombardia, videlicet de coeéero babbino per paga 
scudi 3 a raxon di lire .... l'uno, come coreno, 
che prima haveano lire 18, et siano pagali ogni 
36 zorni, et si dagi di page morte a raxon di 15 
per 100 da esser pagali a la bancba a li homeoi 
et non dati al suo capitanio, ut in parte. La co- 
pia sarà scritta qui avanti. 

Et sier Francesco Morexini fo savio a terra 
ferma contradise, dicendo non è tempo di far 
questa movesta al presente, non vien pagate le 
lire 18, li volemo dar 21 per tanto manco pagarli: 
però sia bon indusiar. 

Et il Serenissimo si levò, dicendo si non si 
fa questa provision il campo si disordinerà, con la 
carestia che è non poi viver un faiHe coti lire 18, 
laudando la pnr^e, etb. 

Àn>lò la parte : .... di si, 33 di no, 9 non 
sinceri, et fu presa. 

165 Di 8tPr Carlo Contarini proveditor general, 
da VicenjM, di 15, hore 2. ibwnda questo 
riporto di uno suo explorator . 

Questa notte é ritornato a me il oiio ho man- 



dato za alcuni zorni a Yspruch, qual mi riporta, 
che a li 8 del presente mexe la dieta di Ysproch 
si risolse molto confusa et con mal eonteolo di 
quelli signori capitanei, perché si risolseno al tulio 
non voler dar danaro alcuno per non haver il 
modo; ma che dariano le gente ubiigate et li cf>- 
mandariano ad ogni sua istanlia. Queste gente di ^ 
cono esser fanti 10 milia. El signor duca di Br^^ 
svieh et domino Marco Sieth con il Casleialto,e^^ 
il capitanio Tegen et alcuni altri ca|Htanei sonC^ 
andati a Fres loco del reverendissimo episcopo d^ 
Augusta, lontan da Yspruch lige 5, dove eUu^^ 
il ditto mio ne andò, et lì fece prima la monstra 
de le gente del dura di Bruxvicb, quali sono ca- 
valli 800, quali subito furono aviati a la volta di 
Yspruch per venir a Trento, et fece eiiam b 
monstra di alcuni cavalli mandati per il duca Viei- 
mo di Baviera, de li quali é il capo uno suo ni- 
pote che si aconziò con il principe Ferdimindo;lì 
quali cavalli erano *2(X), ma questi andariano verso 
Yspruch per imbarcarsi per andar a Viena a tro- 
var il Principe. Quelli signori che erano reduti B, 
subito expedirono uno in Augusta, cussi dicea per 
luor denari, tan^n lui dice haver iolfso che I 
mercadanti di Augusta non voleano dar fuora da- 
nari se non erano segurati, perché le lettere di 
cambio di la Cesare Maestà dicevano per altra- 
tanti si doveano pagar de lì, però voleano esser 
chiari fosseno sta pagati, aut esser e:iuti di quello 
dariano ; ma che non po.sevafio per adesso dar pia 
di fiorini 50 milia. Dice etiam che, besseodo hri 
a Fres, gionseno dui quali si diseva venivano dal 
signor Antonio da Leyva et castelan di Mus, el si 
dicea haveano portato danari assai; ma si forzò 
intender il numero de i ditti dinari, et li fu ditto 
erano ducati 10 milia. Questi erano acompagnali 
da doi mantoani. Li fu ditto erana bomiiii del si- 
gnor Alvixe di Gonzaga. Si parti poi esso mio 
messo et tornò a Yspruch, et li vele erano alcuni 
che si diced esser capi di gente comanckiii, a li 
qual era sta imposto si melesseno ad online asió I 
subKo diiamati si dovesse metter a camino ; li quel 
si partirono molto mal conlenti. Si parti poi per 
venir a Trento, et dire che a Bolzan et Persenon 
ha veduto sopra alcuni balconi certe bsndiene, 
non però ha veduto gente alcuna in esser, né gionti 
A Trento ha trovato che si dicea esser sii pre- 
parati molti alozamenti; eUam vele da zerea 
fanti 20 italiani quali erano venuti per locar da- 
nari, con li qual parlò lunganieiile, et li diseeoo 
die erano venuti per tal effecto, et ebe li erano 



345 



MDXXVIII, AKULB. 



946 



sta promesso subito z^nlo lo episcopo di Trento 
che si aspetava li, li saria dato denari. Dice eiiam 
che li a Trento pur si solieitava in lavorar barche, 
et che uè erano circa 8 compite et poste sopra 
K carri con il suo ponte, si faceva etiam prepa- 
ratlon di scale assai Di vituarie non vele lui al- 
tre fino el stete II: ben si diceva cbe ne erano 
gionte assai et poste in San Marco. Dice baver 
udito dir che 1 principe Ferdinando mandava lo 
episcopo di Trento II per far provision di gente 
et danari per le cose del Turco, et questo intese 

da domino di Vechii qual è vicario del 

ditto episcopo, el qual alozò con lui. Dice poi che 
venendo a Verona, ad uno castello chiamato Servi 
che è del conte di Arco, vete da lerca 100 ar> 
chibusierì italiani tutti mantoani, quali diceano 
haver haulo danari dal conte Girardo di Arco, 
quali erano sti posti a la guarda di ditto loco. 
Altre partioolariti non' riporta. A costui si pò dar 
fede per esser homo pratico et homo de bon in* 
lelletto. 

ISS SeurHniù di un Savio di terra ferma^ in luogo 
di aier Nicolò Tiepcio dotar, non è intrado. 

Sier Vetor Pisani fo proveditor sora 

la revision di oonti, qu. sier Zoni . &0.Ì66 

Sier Do&ado da Leze fo di Pregadi, di 

sier Mifhiei 66.141 

Sier Alvise di Prioli fo proveditor al 

sai, qu. sier Francesco .... 50.155 

Sier Andrea da Moltn fo a la camera 

d* imprestidi, qu. sier Piero . . . 110.96 

Sier Jaoomo Antonio Orio fo a la ca« 

mera d' imprestidi, qu. sier Zuane. 103.106 

Sier Troian Boilani qu. sier Hironimo . 85. 137 

Sier Leonardo Zantaui fo a la camera 

d* imprestidi, qu. sier Antonio . . 95.1 17 
t Sier Andrea Mosenigo el dotor é di 
Pr^di, di sier Leonardo procura - 
tor, qu. Serenissimo 139. 77 

Sier Marco Antonio Contarini fo savio 

a terra ferma, qu. sier Michiei . . 76.137 

Sier Ansolo Gabriel fu avogador, qu. 

sier Silvestro 100.113 

Sier Ruzier Contarini fo a le Raion 

vechie, qu. sier Bernardo. . . . 70.136 

Sier Zuan Contarini fo podestà a Vi- 
cenza, qu. sier Alvise qu. sier Ber- 
iuzi proeurator 101.104 



Sier Hironimo Grimani fo Cao del Con- 

scio di X, qu. sier Marin . . . . 118.98 

Provedador cenerai a Bréxa, insta la parte^ 

eon ducati 120. 

Sier Marco da chà da Pesaro fo pode- 
stà et capitanio a Bassan, qu, sier 
Caroxo 80.176 

Sier Alvise Michiei fo Consier, qu. sier 

Vetor 51.155 

Sier Polo Valaresso fo podestà a Ber- 
gamo, qu. sier Gabriel 67.143 

Sier Andrea Zivran è proveditor di ca- 
valli lizieri, qu. sier Piero . . . 39.183 
j Sier Piero Trun fo podestà a Verona, 

qu. sier Alvise 73.136 

Sier Francesco da chà Taiapiera fo pro- 
veditor zenerai in Dalmatia, qu. 
sier Andrea 60.153 

Sier Filippo Trun fo savio a terra fer* 

ma, qu. sier Priamo ..... 70.140 

Sier Nicolò Zorzi fo duca io Candia, 

qu. sier Bernardo 88.174 

Sier Lorenzo Bragadin fo Cao del GoD- 

seio di X, qu. sier Francesco • . 73.136 

Sier Zacaria Bembo fo savio a terra 

ferma, qu. sier Daniel 15.196 

Sier Alvise Bembo fo proveditor di 

cavalli lizieri, qu. sier Zorzi • . . 43.170 

Sier Simon Capello fo al luogo di Pro- 

curator, qu. sier Domen^o . . • 67.140 

Sier Alvise Barbaro fo Cao del Conscio 
di X, qu. sier Zacaria cavalier e 
proeurator 111.103 

Sier Polo Justinian fo soraoomito, qu. 

sier Piero 67.157 

Sier Sigismondo di Cavalli fo provedi- 
tor in campo, qu. sier Nicolò . . 85*137 

Sier Nicolò Trivizan fo proveditor ze- 
nerai in Dalmatia, qu. sier Piero • 44.163 

Sier Nicolò Justinian fo bailo et capita- 
nio a Napoli di Romania, qu. sier 
Lonardo 73.133 

Sier Piero Boldd fo podestà et capita- 
nio a Crema, qu. sier Lonardo . . 98.1 13 

Sier Andrea Loredan fo podestà et ca- 
pitanio a Crema, qu. sier Bernar- 
din 44.168 

Sier Piero Trìvisan fo podestà a Vi* 

senza, qu. sier Polo ..... 40.165 



247 



MDXXVUI, APRILE. 



Sier Hironimo Ha Canal fo capilauio 

al Golfo, (li sìer Bernardin . . . 67.14^ 
refudò f Sier Polo Nani fo podestà a 

Verona, qu> sier Zorzi . . . . 1 3 1 . 8'2 
'66* Sier Valerio Marzcllo fo savio a terra 
ferma, qu sier Zuane Antonio ca- 
valier 75.13-2 

Sier Andrea Arimondo fo proveJilor 

a Felire, qu. sier Simon .... 16 194 

Sipr Michiel Morexini fo savio a terra 

ferma, qu. sier Piero 89.114 

Sier Francesco Pasqualif?o qu. sier Ve- 
tor, fo capilanio di le galie di Ale- 
xandria 93.114 

Et chiamato prima sier Andrea Moccnigo dolor 
rimasto savio di ferma a inlrar, andoe et inlroe. 

Da Verona, di Nicolò Barbaro capiianio 
del Lago, parficular, di 14, Come beri sera è 
venuto adviso che '! conte Girardo di Arco è ve- 
nuto a Roveredo, dove comcnza a unir le zenle et 
far aparechiar alozamenli et metter le artellaric su 
le rode, cargar le farine, far pan et tutte le altre 
cosse metter in ordine. Et hozi quelli de là de 
Yspruch si doveano movere, lo ho richiesto li 500 
archibusieri, perché lassandomi con vilani Tarmata, 
in lubitatam nte meglio é afondarla, perché i vilani 
me abandonerano, ma havendo gente di guerra io 
farò che li vilani me obedirà et conservare el Laco 
con gran utilità di la Signoria et la riviera di Salò 
non starà tanto mal. Li inimici non harà comodità 
di condur munition per il Lago; voria pur si cono- 
scese la importanza del Lago. 

Fu posto, per li Savii, cum sif, che ne Timpre- 
stedo mandato a la città di Udine et Patria di Friul 
di ducati 5500 il terzo paga il clero, el havendo 
posto uno altro impresledo al clero non e conve- 
niente dillo clero pagi do volte, per tanto sia preso 
che ditto clero sia assolto del menor impresledo et 
pagi il maior, et il resto del clero pagino iusla la 
comparlilion fatta de li. 137, 4, 3. 

Fu posto, per tutto il Collegio, atento la supli- 
cation di Anzolo Tealdini fiol di Vicenzo, citadin 
venilian, quale bavea la scrivania di la mascna di 
Padoa concessali per questo Conscio del 1515 a di 
ultimo Marzo, et liesscndo morto il padre, rimasto 
con do Boli et Ire Ce, per tanto sia preso che in 
loco del defunto sia posto Antonio suo fradello, ut 
in parie. 164, 15, 4. 

Fu posto, per li Consieri, una taia a Mestre, 
atento rhomicidio seguito contra Michiel Dubio (?) 



citadin venilian per uno Pallao od lerrtlorio 
Mestre in un loco ditto la Gatta, per (auto sii bii 
dito con taia lire 500 vivo, 300 morto. Ave 
100,0,3. 

A dì 17. La matìna^ Vene in Collegio Y orat 
di Milan, dicendo haver lettere del suo Duca, co 
sua excellenlia si scusa non poter pagar il terzo 
lanzinech dia venir di Pranza. 

Vene Y orator di Ferrara 




Vene Y orator di Mantoa 



Da Consfaniinopoli, di sier Piero Zen v^^ 
cebaylo, di 21 Marao, fo lettere in lepublic^^ 
Scrive zerca sier Pandolfo Contarini patron di ^M 
sua nave,qual a Sechines cargo zerlo formeiito et 
fo posto garbuio eie , per il che Imbraim bassa ^^ 
ha dolesto ut in litteris. 

Item, conie é sta gran teramoto a di 

qual durò per 8 zorni fino a Galipoli, el ba ruinat^^ 
assà. 

Item, per altre drieate al Conseio di 
di 18. Come Y orator del Vayvoda era partito, e^ 
era zonlo uno oralor del re di Poiana per confer-— 
mar le trieve, non sapendo quel del Vayvoda le ^ 
havpssero oblenute. 

De Pranza, di sier Sfbastian Justinian 
el cavalier, orator nostro, da .... ^di 39. In 
conformità di 1* aviso notato di sopra di la des&da 
fatta per il re Chrisliaiìissimo a 1* Impemtor, et la 
liberation del suo oralor qual va a li confini, et 
quel di questa Maestà etiam lui vanirà et si cam- 
bierano. Item, come il Re voi far guerra gaiarda, 
et li 3000 lanzinech per Italia a di 8 di Apri! pre- 
sente sarano 

• . . • • • 

Di Anglia, di sier Marco Antonio Venier I 
el dolor, orator, da Londra, di ... . MarMO. 
Con una letlera del Cardinal a la Signoria, zerca 
restituir Ravena et Zervia al Papa. * 

Da poi disnar fo' Conseio di X con la Zonla. 

Da Feìtre, di sier Toma Lippomano pode- 
stà et cnpitanio, fo lettere, di ... . Con «visi 
di le cose di sopra La copia scriverò poi. in con- 
formità di altre, et più principiavano a moversi. 

Vene Valerio Vacha, qual uno suo zenero no- 
minalo .... hozi é zonlo, qual vien di Molfetla, 
per .... , parli Sabato a di 11 di T instante. 
Dice come il Venere da sera gionse lì una stafeta 
che aniava in Pranza con lettere, et disse che 
Napoli haveano mandato da monsignor di Liiutrech 



949 



MDXXVIII, APRIUL 



350 



a darsi al re ChrislmDÌssimo« et che spognoli, da 
zerca SOIH), parie andavano in Capua et parte a 
CaieU. Onesto é mercadanle di oio, sta a San .... 
fo {pandato a tuor la deposilion per Zuan Jacoofio 
Caroldo secrelario. 

Fo posto parte di elexer 4 altri exatori, uno 
per oficìo, olirà qnelli 4 sono elecli per questo 
Conseio, videìicet^ Raxon nuove, Cazude, X officii 
et Sora i officii, quali insieme con li allri debano 
scuoJer da li debitori con 3 per 100 di utilità, et 
quel di loro fari la executioo babbi Y utilità ut in 
parte^ et fu presa. 15» 13. 

Item, il primo Exalor di balote scuodi li debi- 
tori del dazio di le biave 17 et 18. 

Fu posto, una gratia, di la moier fo di sier Renier 
Viluri, qual voi per 5 rezimenti su la canzelaria di 

.... ^ et di ducati 5 al mexe per una 

per Ave : 22, 5, 2. Iterum : 22, 6 et una 

et la pende. È il secondo Conscio. 

Fu posto et preso una gr^jlia, che in luogo di 
sicr Zuan Contarini qu. sier Alvise da sani* Ago- 
stin che veniva in Pregadi et e morto, possi venir 
sier Zuan Antonio Halipiero qu. sier Nicolò. 
168 Fu fato altre cose, non di mollo momento. 

Fu poi licentialo li Savii et quelli non mettono 
ballota, et tolto il scurtinio di 4 Exatori, et chi é 
primo di ballote toy qual officio li piace, et fo tolti 
numero 10. 

t Sier Bernardo Pixani fo exalor a Governadori, 

qu. sier Francesco dal Baneo^ 
t Sier Alexaniro Marzello qu. sier Francesco da 

Santa Marina, 
t Sier Hironimo Marzello fo exalor a le Raxon 

nove, qu. sier Fantin, 
t Sier Alvixe Barbo fo exalor a le Cazude, qu. 
sier Zuanne, 
Sier Andrea Balbi fo Sopragaslaldo, qu. sier 

Stai, 
Sier Bortolomio Pixani fo castelan a Padoa, di 

sier Zuanne, 
Sier Bortolomio Morexini fo a h doana di mar, 

qu. sier Andrea, 
Sier An irea Querini fo Cao di sestier, qu. sier 

Piero, 
Sier Velor Pixani qu. sier Fra^sco dal Baneho, 
Sier 



Da Feltre, di sier Toma Lippomano pode- 
stà et capitaniOy di 16. Come questa matiua, in< 



teso il giongpf di dui cittadini mercadanti di qui 
questa notte venuti da Bolzano, et dimandatogli de 
li progressi di sopra, dicono che, ritrovandosi a 
Bolzano il Sabato Santo, steteno eum uno pesca- 
dor il qual é da Torbole, veniva da Ysprucb, et 
diceva haver visto II da 800 cavalli da guerra che 
erano gionli 11, et ragionavasi esser venuti per de- 
scender a le parte de Italia, et doveano gionger de li 
altri cum fantarie. Et hessendo li a Bolzano, par- 
landosi di guerra, trbvorono il vicario di quel loco 
quale conoscono et ha bona lingua italiana, et tra 
le altre cose li dimandorono che cosa c^era, et so 
loro doveano fugir a Foltre. A ti quali rispose: 
€ Non vi dubitale, attendete a le vostre mercantie, 
che a le terre di San Marco non li sarà dato impa- 
zo ; state sopra la mìa testa, salvo se baverano con- 
trasto di non poter andar al suo viagio, » Jicendoli 
che gente assai doveano venire, et il zomo di San 
Zorzi parte faranno la monstra qui, et parte a 
Trento. Et già venuti erano in ditto loco di Bolzan 
da fanti 200 in zerca et venivano a 20 a la volta ; 
il capo di le qual gente si diceva era Marco Sich, 
parente del signor Z^rzi Et Luni di Pasqua li ditti 
mercadanti si parlirno et veneno a igna, nel qual 
loco il Martedì sequente a bonbora giouse uno ca- 
vallaro a pie con liniere patente, che comandava a 
castellani, vicarii et altri che dovesseno proveder 
di biava, fieno, paglia et allozamenli per li cavallr 
haveano a passare, et vìtuarìa per le persone et 
fantarie. Secondo, che sentiteno lezer ditte patente 
a r boste de Igna, et tale patente se extendevano 
da Bolzano fino a Trento. Et tllman torno al ditto 
coriero quello era et quanto persone potevano ve- 
nire. Rispose : assai, ma non saper il numero. Il 
Marti veneno a Trento, dove alcuno non hanno ve- 
duto né allro inteso, salvo che li preparamenti già 
per altre scritti, salvo che si fa del pane come se 
dice per le gente hanno a venire, et che poteva 
esser 11 a Trento da botte 1000 di biava di stara 
20 veneliani T una, et si maxinava continuamente, 
come per le altre sue scrisse. 

Di Nicolò Barbaro eapitanio del Lago, da 
Lacise, di 15. Come, per lo adviso di beri si ha, 
che a Ysprucb sono in quelli contorni da 10 milia 
fauti iiagati, et perchè quelli del contado di Tyrol 
non li voi dar li 100 milia fiorini, ma li 10 milia 
fanti comandati, Marco Silh eapitanio zeneral di le 
bntarie si corozò et andò ad uno loco poco luntau 
da Ysprucb ditto Frez, mioazando che li (ara tal 
cossa che convignerano dar il danaro per non vo- 
lersi fidar di villani ; et che a Sboz si fece la mon- 



lb8< 



353 



HDIXTII^ APULE. 



S6i 



dcrano via, et li aimlaU meUerano in loco di aob- 
venirli 

Vene io Gollf'gto molti piovani di Veniexia a 
dolersi di la tansa posta, et perché non era sier 
Leonardo Emo savio del Gonseio et proveditcnr sora 
i danari, il qaal ba messo la parte, fo rimesso al- 
dirli un'altra malina. 

Vene l' ontor di Prama monsignor dt Baius^ 

Veneiio li do oratori fiorentini, et il veehio do- 
mino .... di Pazi tolse licentia di repalriar; par- 
tiri doman di sera per Fiorenza 11 Serenissimo li 
fece grate parole eie. 

Del Guasto, per uno venuto per mar, fo rein- 
frrsrada la nuova che francesi baveaiio t^uto Na- 
poli. 

Th Brfxa, di reeiori^ di ... . Come sier 
Alvixe Boti el dolor, avogador di Comun^ stava in 
ixiremié 

Vene sier Polo Nani eleclo Provedilor zeneral 
I Breka, per il qual fo mandato et refudò ; non fu 
fatto con pena. 

Ba Bas$an^ di sier Gabriel Barbo podestà 
ii tapiiania. Con avisi di le aoae di TreivtOi al 
preparation a la guerra, ut in litteris. 
170* Di sier Vetcr SorcmMo pr^veditor in Tra- 
ni, di 7 Aprii* Scrive il suo iiilrar io la terra, 
mandato a quel governo, conf^an iubilo di la terra, 
li veline coiitra gridando : e Mareo, Marco >, el 
basandoli li panni, el quelli non poteva tochar lui, 
tocbava ehi T t»af ia locbà ; el che alcuni però é sia 
malconienli, pereliè strido sotto Cesare manzavano 
quella terra eie., ut in litéeris. 

Vene domino Guido Naido capo di (anli in Col- 
legio, vien dal campo da Cassan, el voria baver il 
loco havia Baboii suo fralelk) di esser capo di colon- 
nello, ei dve suo nepole Uierimia bavesse la compa- 
gnia, dolendosi cbe akune compagnie i bauto il suo 
avanfeo et la sua aou eie» 

Narrò la eosa del passar ÌAimid Adda, come (u. 

Bt il Serooissimo li usò grate pa^'ote, di«eiNlo 
noft è leoipo^ ei tornò ia campo. 

Da poi disaar, fa Pregadi, per for Provedador 
aBres». 

Dal Ghungis^ da Gayra^ di 13. Con avisi 
del ealar li iMiinech, sicotfie dirò di sotto difusa - 
meifttt. 

Fu poakH fsc li Goosieri^ alenlo fusse preso in 
ques4o Conieio a li di passati dar il possesso del 
vescoado di Zervia al reverendo domino Anzolo de 
Cesi»! el beasendo venula in Collegio il reverendo 
Leg»to dieeodo dillo vescoado vasaio per la norie 



del reverendo domino Peiro deFliseo, il Papa queHo 
dele al reverendissimo cardinal di Cesia, appar le 
bolle date In caste! Santo Angolo a di 6 Decembrio 
passato, et hessendo il dillo domino Anzolo suo 
padre morto, per (anto sia preso, cbe 1 dillo ve* 
scoado di Zervia il possesso sia dato al reverendis- 
Simo cardinal di Cesia, overo suo eomesso. Ave : 
116,^0, aS. Elfo preso. 

Pu posto, per li Savii del Conseio et terra fer- 
ma, essendo stato 2à mexi .... orator in Aoglia 
sier Mar^o Antonio Venier el dolor, el qual desi« 
dera repalriar, però sia preso cbe *l primo Conseio 
di Pnegadi sia eleclo Imo orator al serenissimo re 
di Anglia in loco suo, con ducati . . « . al mese 
d* oro in oro, n^eni con se t'avalli .... do slafierii 
uno secretarlo con il suo fameio Ut in parte Fa 
presa. Ave: . . .\ 

Fu past<i, per li Savi), atenlo le presente nove 
di calar di lanzinecb, siano inan>lali 8 zeiitiAioiiieui 
nostri a Verona da esser elecli per scurtinio in 
questo Conseio con *i5 arelNbusieri per uih^ pagati 
a scudi 3 però al mese, et il zeulilbomo babà»i per 
spese ducali ^0 a soldi 1*24 per ducalo, di quali 4 
siano a le porte, do a la piana, imo in cìttadeUa^ el 
uno al baslion di le Cadectif o^ in parte* F« presa. 
Ave: . . . - 

pQ posto, per li Savìi del Cowseio et Wra fer- 171 
ma, hessento reus^lo la ordinanza di dOOU ari'bi- 
busicTi ne la Patria del Friui et cussi nel territorio 
brexan, è bon segair u fari» hi li altri kititort; jper 
tanto sia preso et di fatuità al Collegio iio^ro di 
poter far le ordioamie in li altri lerritorti con licUi 
li modi el ordeni parerà al Collegio Fu presa^ Ave : 
173,5, I. 

Fu posto, per li diUi, una lettera al capiinnio di 
Padna in risposta di soe, di "27 Marzo passalo^ zerca 
lo affilar di arzeri, zòé dentro dr Fossa lovam ^ per 
tanto volenao che si debbi alitar cofoe é sta atilà il 
pescar dentro li arzeri per tulio il mene di Sep* 
tembrio proxirao, el quello A iralert di diltn afl- 
Ustom, tadi in reparnlioir di araeri et don in altro. 
15a, 0,2. 

Fu po^, per li Cnoeiefi, Cai di XL él Savii, 
aCéntlola suplicalion lecla di Alvixe Mvaiopopu- 
lar venilian, sia pipalo sorivén in vita de II daeii di 
Piove di Saebo con anhrio ducali 50 a f mmo, da 
ensir pagalo da li dacieri ut in parte* Fu presa. 
112,19,21. 

Fn posto, per li ConSifri^ cbe il caso di sier Sle* 

I fano Micbiel el sier Sebaslian Pasqualigo (o soraco- 

mito, cbe si dovea inlrodur n questo Consei^i li 



255 



MDUVUIy APRILI. 



956 



Avogarlori di Comui, pos^i inlrodur quelli in una 
o (lo Quaninde, con\e li piirepà. Ave ; I7J>, 11, 1. 
J)a Civfdtiì (ìi Bpììwi, del Poàesfà et copi 
tanto, di 1/). Como, hessenHo venuli all'uni •!;» le 
luindf* Hi Alemani», rifiTiscono non si niiini*Hr 'le li 
prepHrameiid di hiave et far barche per ponti ; ma 
genie alcuna no si vede in esser. 
172' Fu posto, per lutto il Collegio, che il Proveda- 
dor zeneral a Brexa da esser electo m luogo di sier 
Po!o Nani ha refudado, sia electo con li modi et 
eondilion fu preso, exceplo che habbi ducali 140 al 
mexe per spexe, meni cavalli IO computa il secre- 
lario con il sut) fameio, el legni do slafiefi ut in 
parie, el sia eleclo con pena di la parte presa in 
Gran Conscio a di 7 Mazo 15-27, eie. Fu presa. 
Ave: 165, 19,3. 

El fu tolto il scurlinio et aperto a chi non ballota. 

Etiam fu tolto il scurtiuio di 8 da esser man- 
dati a Verona. 

Scurlinio di Proveditor cenerai a Brexa et 
hrexana^ con ducati 140 et con pena. 



Sier Polo Valaresso fo podestà a Ber- 
gamo, qu. sier Gabriel .... 75.140 

Sier Marco Fos(*ari fo ambascialor i 

Roma, qu. sier Zuane . . . . 101^.100 

Sier Nicolò Justinian fo baylo et capi- 
tanio a Napoli di Romania, qu. sier 
Nicolò 73.134 

Sier Zuan Moro fo lu(^olenenle in la 

Patria, qu. sier Damiao . . . . 90.119 



Sier Michiel Morexini fo savio a terra 

ferma, qu. sier Piero 94.1 14 

Sier Marin Sanudo fo di la Zonla, qu. 

sier Lonardo, ....... 28.181 

Sier Filippo Trun fo savio a terra fer- 
ma, qu. sier Priamo 78.135 

Sier Si^ii^moodo di Cavalli fo provedi- 
tor in campo, qu. sier Nicolò . • 101.1 15 

Sier Alvise Mocenigo el cavalier, fo 

Consier 65.144 

Sier Marco da chà da Pexaro fo pode- 
stà el capilanio a Bussan, qu. sier 
Caroxo 37.131 

Sier Francesco Pasqualigo fo capitain'o 
di le galie di Barbaria, qu. sier 
Vetor 98.116 

Sier Piero Boldd fo podestà et capila- 
nio a Crema, qu. sier Lunardo . . 102.1 13 

Sier Alvise Barbaro fo Cao del Conscio 
di X, qu. sier Zacbaria cavalier ei 
procuralor 104.110 

Sier Hironimo da chà da Pexaro savio 
del Conscio, qu. sier Beneto procu- 
ralor 108.100 

Sier Hironimo da Canal fo capilanio al 

Golfo, di sier Bernardin . . . . 74.138 



El chiamato sier Marco Foscari dal Serenissimo 
a risponder subito, si excusò el la Signoria non 
volse aceplar la scusa, ma lo mandò in renga ad 
excusarse. El qual andò in renga scusandose esser 
sl5 oralor a Roma el a Fiorenza, di la qual legalion 
é venuto novamente al presente; non poi servir al 
presento per non esser suo exercitio el haver doia al 
fianco. 

Fu posto, per li Consieri, una parte di questo \Tì 
lenor : 

Quod auctoritate huius Consilii aecipietur 
excusatio nóbilis viri Marci Foscari electipro- 
visoris Brixiae, atenta indispositione personae 
et propter alias eausas ab ipso allegaias, el 
mandati fuora li sol parenti. Ave : 108 di si, 97 di 
no, 5 non sinceri. Iterum : 1 14 di si, 86 di no, 6 
non sinceri. Nulla fu preso. La pende ; el qual poi 
acelò. 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro eapitanio, 
di 16 Aprii. Come uno nostro prete de domo 
nomiiìato missier pré Batista Cliizolla, (lersoua de- 
gna di fede, pratica et di inzegno, Mercore Santo 
parti di qui et andò a la pieve di Condia per esser 
suo quel benefìcio, el il Jove Santo mandete il suo 
cappellano persona sufficiente a Trento a tuor la 
crcsma per la sua parochia, dove siete fino a Ve- 
nere. Referisse esso reverendo missier pré Batista, 
per la relatione del prenominalo suo capellano, che 
a Trento si masenava a gran furia per la mouition, 
et che erano preparate molte barche, ei tuliavta 
ne lavoravano, el etiam erano preparati molti cari 
el scale longe con rode in zirna, et assai foriiiiiienti 
per far ponti. Et che a Trento era venuto nove che 
a Carene di sopra di Trento erano gionti el gion- 
gevano cavalli et fanti, et che erano in gran prepa- 
ratione di vituarie et cose belliche. Dice esso prete, 
haver da poi iideso che il giorno di Pasqua comen- 
zono a far il pan per la monitione, el che heri parlò 
col conte B.iptisla da Lodrone quale era venuto de 
la dieta fatta iu Yaprucb^ et diceva cbe a la fio di 



357 tfDXXviii, 

questo mese le genie loviesohc pnrlinano di Ale- 
magna per Venir a la impresa di Italio, et che lui 
era maestro di eampo, el elie passava assai più nu- 
mero di "20 milia fjinli; et che li disse che Coslanza 
s'era acordatn con svizari, et expediln la iniprosn di 
Ualia, ad ogni moilo la ruinariano. Ilozi ù giotito di 
qui; el ousA precise ne ha referilo il magnilico do- 
mino Alvise Bon dolor, avogador, sia niollo male, 
el per comune opinione di medici nulla é da sperar 
dì sua salute sei signor Dio non raiuln. Li è sia 
fatto ogni provisione che si ha saputo et poduto ; 
nulla giova, et molto duhilano di lui. 

J/aw, scrive ha ver lettere ili Valchamonica di 
domino Scipion Pochipanni capilanio, qual scrive, 
la diela di grisoni esser compila, et hanno licen- 
liato il nuntio di 1* Archiduca et concluso de non li 
voler dar il passo. Item, che il castellan di Mus ha 
hauto il possesso di Leco, el haver n andato al duca 
di Milan et a la Illustrissima Signoria per voler es- 
ser con la liga. 

Di Nicolò Barbaro capitanio del Lago, di 
16, particular. Come ho da lo parte ili sopra, il 
conio Girarilo esser venuto con altri capitanci a 
Trenlo, et fa solicitar al compir quelle harche da 
ponli, et volea mandar uno a veder (juante barche 
bisogna a bular per far il ponte sul Po verso Cre- 
mona. Se fanno intender voler moversi a San Zorzi, el 
voler una parte venir a prender la Chiusa el parte 
per il Lago. Io vegnirò questa sera a Verona per 
alrovarmi per la venuta del signor duca di Urbino, 
per veder quello ordmarà sua e.xcellentia. Le scale 
fanno, sono in guisa di quelle se arcoglie le olive, 
toè uno canton longo busato con el legno longo da 
un canto el V altro una quarta per andar in suso, 
si che ogni canlier fa una scala. Tamen, ancora da 
Yspruch in qua non sono gente da guerra, ma come 
si moverano presto, verano a Trento. Si lia ancor 
nova, che si ha a condur a Riva bon numero di la 
munilion da Trenlo per il calar farano in queste 
bande, el preso la Riviera possano condurle per il 
Laco : cussi pensano, ma se bavero il modo non 
dubito di non conservar a confusion di inimici. 

Di Coyra, di monsignor di Grangis, di 13. 
Scrive esser II gionla la sua spia di Allema','na. Ri- 
porta il duca di Brensvich eleto capitanio general di 
cavalli, et il capitanio Marcho Sieth di gente d.i piedi, 
lullavia marchiano verso Trenlo, dove a li "24 del 
presente si debino trovar per far la mostra di 10 
milia Ipnzinech et 1500 cavalli por passar in Italia ; 
el benché loro fazano bravarlo che siano molto 
m&ior numero, non sono più di quello ho ditto di 
/ Diarii di M. Bawuto. - Tom. XI VII. 



At>RILfi. 



258 



sopra. Il qual aviso V ha da Baviera per una lettera 
a lui scritloli, et man la la C(»)>ia. 

In questa matinn, in la Quaranlia Criminal et 
Civil redula a requisition di si(T Zuan Dolfin, sier 
Marchiò Mirhiel, sier Marin Justinian avogadori 
extraordinari, fu posto di relenir sier Francesco 
Lippomano qu. sier Zuane olim Proveditor sora i 
oflicii, per le cosse lede et dille. 

Et sier Piero Orio el XL Criminal, qu. sier 
Bernardin el cavalief, andò in rcnga et lo difese. 
Et perchè sier Zuan Dolfin avogador voleva rispon- 
der el hozi era Pregadi, fo rimesso a Luni da 
mrtina. 

A dì 19, Domenrga di Aposioìi. Il S.renis- 174 
Simo, vestito con manto di raxó cremexin et bavaro 
di armolini, con le cerimonie andò a udir terza a 
San Zumiiiian, el poi la messa in pergolo a S. Mar- 
co. Portò la s[)ada sier Francesco Morexini va po- 
destà et capitanio a Treviso, fo suo compagno sier 
Domenogo Trivixan fo avogador, vestilo di veludo 
cremexin, et il Morexini di veludo violeto. Erano 
oratori: Franza, Anglia, Milan, Fiorenza, Ferrara et 
Manina, Primocerio el lo episcopo di Baffo. Non era 
alcun Procuralor et pochi altri palricii. 

Da poi il Serenissimo con la Signoria si redu- 
seno in Collegio ad aldir le lettere venute questa 
mattina. 

Fo mandalo per sier Marco Foseari rimase Pro- 
veditor a Brexa, s'il voleva andar poi che1 Conscio 
havia non acelii la sua scusi ; el qual disse pendeva 
la sua parte. Il Serenissimo ci il C(»llcgio lo per- 
suase ad andar: lui tolse rispello fin da poi disnar. 

T>a Brcxa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
di 17, hore 2, Como si dice il signor Antonio da 
Leva esser mollo agravato di febre, el quelle zenlo 
cesaree che l'altro giorno andarono in Lomelina, 
danno fama di voler andar dira Po. Il caslelan di 
Mus intrò in Leco, el cr^jilo voria tornar in la liga 
perchè ha mandato a tuor salvicondulli di mandar 
soi nontii a la Signoria nostra et ni signor duca de 
Mdan, el al magnifico Proveditor Moro a Oissano. 

Item, per lettere di Fili|)po Zamberti nodaro 
di r Avog.iria, andò con sier Alvise Bon el dolor 
avogador di Comun, a Brexa, si ave il dillo esser 
morto in quel zorno di 17, a hore .... a cui Dio 
perdoni. 

Di Verona, di Nicolò Barbaro capitanio 
del Lago, di 17, particular. Qui habbiamo quello 
pili volle vi ho scritto de li preparamenti se fa a 
Trento, el il tulio ^'\ è con saputa del principe Fer- 
dinando per esser inimico nostro. 

17 



m 



ìfDxvnii, aPbbx 



260 



Vero é obe da Ispruch in qua non sono genie 
174* si possa dir da guerra; ma presto sarano, et va pur 
conGrmandosi che a San Zorzi Tarasse lo assalto 
zoé la mos^a, et fin che la mouilion sarà a Trento, 
se dia creder barano parte a passar per il veronese 
et parte per il Uco, perchè se dia conJur a Riva 
bona parte di la nrionition è a Trento per condurle 
poi a Salò per il Laco. Ma se mi daoo il modo, si 
venisse tutta la Alemagna, voglio conservarlo et 
defenderlo ; ma per la penurKi, questi vilani sarano 
su le fusto scamperano per la fame, et io rimana 
solo ; ma havendo gente da guerra saperò prove- 
.der. Et voria se li desse il biscolo almen per tutto 
Mazo. 

Da Vicenga, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capiianio^ di 18. hore 23. ilo da 
uno mio e][plorator, qual dice partir da Ispruch 
Marti passato ad otto giorni, che in ditto loco erano 
gionti da 400 cavalli borgognoni, et il giorno avanti 
erano sti ^spediti 10 capitanei mandati a far fanti 
per qiielli contorni, et se aspectavano le gente che 
doveano venir di Baviera a Trento. Incominziavauo 
a cavar le artellarie fora dei castello, et se a(en- 
' deva a masenar per le monilione ; dal qual loco di 
Trento el partite Mercore proximo passato. £1 ma- 
gnifico Proveditor general Contarini, in conformità, 
ha lettere dal signor Janus di Campofregoso, li 
scrive haver per bona via che a li 34 di questo 
saraao a Trento ad ordine 10 milia fanti et 1500 
cavalli. Item scrive, il signor duca di Urbio capi- 
tanio ge^ral non e ancor zonto. Credo domaq 

sari q^i. 

Da Cremona^ di sier Gabriel Fenier ora- 
ti^, di ... . Manda uno aviso à haulo da Milaq 
il signor Duca» che in Milan sono 



175 



Da Cas^an, di sier Toma Moro provedi- 
tor Menerai^ di 16. Come de qui altro non bah- 
biamo, sq oon che se intende il signor Antonio da 
Leva essier infermato di febre, et quelle gente sue che 
roandoe io Lomellina stapno cosi, né fanno altro pro- 
fitto. Scrive, lui Proveditor a rictiiesta del signor 
duca di Milano ha mandalo a quella volta di Lome- 
lina tre cpr^pagnie di fanti, videìicet il signor Haa- 
nibal Fregoso, Cesar da Martinengo et il capitanio 
Chjson, quali bora si a trovano a Pavia da esser* 
spinU ove sera il bisognor In qu^ta bora sono 
gionte lettere di monsignor di Graogit, el manda 
h copia, qual d questa : 



Copia di lettere di monsignor Qrangis da 
Coffra, adì 13 Aprii 1638, scrite al Pro- 
veditor general Moro. 

Da poi le ultime mie scrissi a vostra signoria, 
me sono gionte hoggi le mie spie, et me hanno 
fatto intender come el duca de Bransvich electo 
capitanio generale di cavalli, et il capitanio Marco 
Stich de gente da piedi tuttavia marchiano verso 
Trento, dove a li 34 di questo si debt>ono trovare 
per fare la mostra de 10 milia lanzinecbi : benché 
loro faciano bravane die siano molto magiore nu- 
mero, non sono più di quello ho dittò di sopra. Io 
ne do aviso a la Illustrissima Signoria ad ciò se 
possa far provedere a quelli passi de là. M' é parso 
anche scriverne ad vostra signoria, qual prego me 
voglia avisare ampiamente de le nove del reame, 
et come se deporta el Papa con la lega nostra. 

Da poi disnar fo Pregadi el leto le sopradilte 175* 
lettere : 

Da Bassan, di sier Gabriel Barbo pode- 
sta et capitanio, di , . . Con uno reporto molto 
copioso di le cose di sopra in consonantta de li al- 
tri avisi, ma di più che calerano per il canal vien a 
Bassan, et che il principe Ferdinando ha\'ia dato 
una rota al Yayvoda, il qual Vayvoda, bavendo poi 
haulo cerio socorso, rupe le zente del Principe, 
ita che esso Principe era venuto in Viena. Et par 
si fazi una dieta a .... per le cose de Hongaria. 

Di Fiorenza, di si^ Antonio Surian do- 
tar et eavalier, orafor, di 13 et 14. in la prima, 
come era morto uno fameio del suo secretano . . 

da peste, et come fiorentini é stati et 

sono in sospeto asal per questo calar di lanzinecb, 
et dubitano non vadioo in Toscana. Scrive, il Papa 
havcrli mandato una brieve per il qual li conciede 
poter scuoder dal clero la inipositìoq posta, et di 
pili ^solve quelli per questo fo^epo incorsi in al- 
cuna excomunicaiione. il qual molto ha piacesto a 
loro Signori fiorentini. 

Item^ per 1* altra lettera, scrive haver da Or- 
vieto il Papa doveva partir per Civilacasleilana ; 
poi essendo aquietà le cose di Viterbo el haver 
haulo* la roca, si tien Soa Santità andarà li con li 
cardinali per vicinarsi a Roma. 

El per uno fiorentino venuto da Napoli, parli 
adi primo, si ha che spagnoli erano vicini a Napoli 
siche potevano intrar et ussir al suo piacer, el ha- 
veaoo eoo loro 6000 femeoe. Et coma Napoli era 



..\ 



m 



laxarm, untOM. 



m 



\ 



sfato io ramor et mandato il suo ben fuori, e( al- 
tre parliculariti ut in liiteris. 
Fu posto, per lì Consieri, una taia a Portole. 

Cum sii che Zanelo de Sibinico olim del 

podestà di Portole babbi ferito sopra il capo a 
ftfarco Antonio de Lugo era in loco de sier Beneto 
Da Mosto podestà de 11, come apar per lettere eie. 
Che*l ditto sia posto in exilio di Portole, Gaodistria 
et suo territorio et distrato cots taia lire 300 a 
quello lo prenderà et apresenlerà al podestà di Por- 
tole. Are 169, 5, I. 

¥o scrito a Malatesta Baion capitanio di le fan- 
tarie, qual é a Perosa, vengi in Lombardia con 1000 
fanti che i sarano pngati, et non volendo venir, re- 
scrivi aziò si possi far provision. Fu presa ; d qual 
si acordò col Papa. 
176 Fu chiama sier Marco Foscari electo Pìroveditor 
a Brexa et acceptoe, et si voltò al Conseio dicendo : 
€ Signori andarò a servirvi ; ma si non farò quello 
voresle, sarà che non saperò più, ma la voluntà sarà 
optima >. 

Fu posto, per li Savii del Conseio et terra 
ferma, che al signor Cesare Fregoso, a soa compia- 
sentia, in locho di 30 homeni d'arme li fo dati 
apresso li 50 havia, li siano dati li 70 cavalli lezieri 
havia il strenuo Hannibal di LiOnza bolognese morto 
in campo a Cassan, et compii fin al numero di 100 
lizieri, siche babbi di condula 50 homeni d*arme el 
100 lizieri in tempo di guerra, el in tempo di pase 
li sia ritorna li soi 80 homeni d* arme ut in parie. 

Fu presa. Ave : 

Fu posto che a Tognon de la Riva veronese, li 
sia dato fanti 400, qual é a provision. Ave .... 

Fu posto, che al signor Astor di Manfredi li 
siano dati fanti 400 ui in parie. Fu presa. Ave : 
!53, 38, 9. 

Fu posto, che a uno Bello di Belli di Fortino (?) 
li siano dati fanti 300. Fu presa, Ave : 160, 15, 0. 
Fu posto, che a uno capitanio grixon nominato 
Picliardo il qual é sta recomandato per le lige de 
grisoni, li siano dati 300 fanti grisoni. Ave: 165, 
53, 0. Fu presa. 

Fu posto, che a sier Piero Sagredo di sier Zuan 
Francesco qual fa V exercitio di le arme, li siano 
dati fanti 150, el stagi a la custodia di Padoa. Ave : 
1 lO, 37, 9. 

Fu posto, che a sier Hironimo Diodo qu. sier 
Zuanne el qual fa el mestier di le arme, li siano dati 
fanti 150, et stagi a la custodia di Treviso. Ave: 
163, 51, 4. 

Fu posto, per li ditti, che al conte Hironimo 



li sia dato 200 fanti ut in parte. 

Ave 188, 8, 1. 

Fu posto, che a uno padoan nominato Hironimo 
li siano dati 200 archibusleri et man- 
dato su Tarmata in Iago di Garda sotto Nicolò Bar- 
baro capitanio del Lago etc. 

Et sier Piero Orio el XL andò in renga per con- 
tr^ir, el li Savii conzò darli solum 100 archibu- 
sleri, et lui vene zoso. Andò la parte. Ave 97 di s), 
75 di no, 8 non sinceri el fu presa di pocho senza 
parlar. 

Fu posto, per li ditti, che a domino Hironimo di 176^ 
San Severino fratello del conte di Caiazo, li siano 
dati fanti 200. 

Fu posto, che a 

qual e sta ricomandato per il signor Janes di 
Campo Fregoso governator, li siano dati fanti . • 
• •••■••' 

Fu posto, per li Savii, aziò vadino persone di 
grado a la defension et custodia di la dtà di Ve- 
rona, per tanto li 8 zenlilhomeni da esser electi 
habbino ducati 30 al mese per uno per spexe, in re- 
liquie sicome si conlien in l'altra (Kirte. Ave : . . 



Fu tolto il scurtinio, nomina 104, nunoero gran- 
dissimo. 

Fu posto, per li Consieri, atento il numero 
grande de li electi et si starla assà a' balotarli, per 
tanto sia preso che*l primo Pregadi siano decti per 
scurtinio di la banca et 4 man di eletion, ut in 
parte. Ave: 

Fu posto, per li Consieri, Cai di XL et Savii, 
che tutti li debitori di la tansa numero 8' et Vt 
tansa al Monte del subsidio, possino pagar quanto 
dieno dar per tutto il presente mese; qual pas- 
sato siano tira le roarelle et siano scossa con 10 
pei* 100 di pena. 156, 5, 1. 

Et fo licenliato Pregadi a bore 23 ^g. 

Die 19 AprUis 1538^ in Kogatis. 177 

8 nobilee miitendoe Veronae iuoota formam 

partis. 

Sier Hironimo Sagredo fo di XL, di sier Zuau 

Francesco 
Sier Ambruoso Contarini fo camerlengo di co- 

mun, qu. sier Andrea 
Sier Mann Micbiel fo castelan a Mestre qu. 

sier Alvise 



263 



MDXXVJII, APRILE. 



26i 



Sier Polo Morexini fo provcdilor a Muia, qu. 

sìcT Zuaii Alvise 
Sier Borloloinio Pixani fo caslelan a Padoa, di 

sier Zuanne 
Sier Alexandro Micliiel di sier Nicolò ci dolor 
Sier Nicolò Balbi fo patron in Alexaniiria, qu. 

sier Zacaria 
Sier Benedelo Balbi fo podeslà a Lonigo, qu. 

sier Piero 
Sier Marco Marzello fo podeslà a Pcscbiera, 

qu. sier Marin 
10 Sier Francesco BoIJù fo vicesoraconiilo, qu. 

sier Ilironiaio 
Sier Anzoio Trun fo provedilor ai Orzi novi, 

qu. sier Andrea 
Sier Zuan Lorcilan qu. sier Toniaxo 
Sier Alvisa Grimani fo Cao di XL, qu. sier 

Alvise 
Sier Zuan Zane qu. sier Alvixe 
Sier Jacomo d'Armcr fo vicesoracomilo, di 

sier Alvise 
Sier Alvise Salomon fo .XL Zivil, qu. sier Vido 
Sier Velor Soranzo qu. sier Zuane, qu. siiT 

Nicolò qu. sier Velor cavaiier, procuralor 
Sier Zuan Corner fo podeslà a Noal, qu. sier 

Alvise 
Sier Zuan Balista G; adenigo elgrando qu. sier 

Tadio 
20 Sier Iseppo Badoer fo Cao di XL, qu. sier 

Bernardin 
non Sier Michiel Salamon è provedilor a T arma- 
mento, di sier Nicolò 
Sier Francesco Querini di sier Antonio da la 

Madona di VOrio 
Sier Marco Donado qu. sier Hironimo dolor, 

qu. sier Antonio cavaiier 
Sier Lunardo Marin fo Savio ai ordeni, qu. 

sier Toma 
Sier Domcncgo Bragadin fo a la doana di 

mar, qu. sier Andrea 
Sier Zuan Falier fo podeslà a Monlagnana, qu. 

sier Bernardin 
Sier Piero Barbaro fo podeslà a Ixola, qu. sier 

Alvise. 
Sier Zacaria Bembo fo provcvlitor a Bassan, 

qti. sier Francesco 
Sier Domenego Contarini di sier Marco An- 
tonio da San Feìixe 
30 Sier Marco Balbi fo vicesoracomilo, tju. sier 

Zuane <|u. sier Jacomo l'ilippo Zen qu. sior 

Bortoloniìo. 



Sier Domenego Diedo fo saliner a Cbioza, qu. 

sier 

Sier Simon Arimondo di sier Andrea qu. sier 

Simon 
Sier Zacaria Mudazo fo castelan a Corfu 

— Sier Alexandro Bondinuer fo soracomilo, qu. 

sier Francesco 
Sier Lorenzo Sanudo qu. sier Anzoio 
Sier Marco Antonio Zen el provedilor sora il 

colimo di Damasco qu. sier Alexandro 

— Sier Zacaria Barbaro fo pagador in eanìpo, qu. 

sier Daniel, qu. sier Zacaria cavaiier pro- 
curalor 
Sier Orsalo Manolesso fo saliucr a Cbioza, 

qu. sierJaconìo 
40 Sier Francesco Bolani fo V di la paxo, qu. 

sier Julio 
Sier Anzoio Querini qu. sier Zanolto 
Sier Zuan Pixani fo avocalo grando, qu. sier 

Benelo 
Sier Zuan Balista Moro fo a la custodia di Pa- 
dova, qu. sier Fanlin' 
Sier Vidal Miani qu. sier Polo Antonio 
Sier Velor Pixani qu. sier Francesco dal 

Banco 
Sier Velor Salomon qu. sier Hironimo qu. 

sier Nicolò 
Sier Alban Zane fo Cao di XL, qu sier Andrea 
Sier Alexandro Basadona qu. sier Piero 
Sier Francesco Viluri focasielan a Trau, qu. 

sier Rcnier 
50 Sier Sebastian Salomon fo al dazio del vin, 

qu. sier Vitio 
Sier Thomà Permarin fo patron in Fiandra, 

de sier Nicolò 
Sier Francesco de Mezo fo conte a la Braza, 

di sier Luca 
Sier Zacaria Orio fo Cao di XL, qu. sier 

Zuanne 
Sier Almorò Barbaro savio ai ordeni, de sier 

Alvise qu. sier Zacaria cavaiier procuralo!* 
Sier Francesco Boldù fo Cao di XL, qu. sier 

Hironimo 
Sier Francesco Jusliniau di sier Nicolò qu. 

sier Bernar.lo 
Sier Marco di Garzoni di sier Francesco qu. 

sier Marin procuralfir 
Sier Marco Briani qu. sier Zacaria 
Si(?r Marco Antonio LureJan fo provedilor a 

Salò, qu. sier Tomaso 
CO non Sier Zuan Barbo el XL zivil, qu. sier Bendo 



.> 



177' 



963 MDXxnu, apsuie, 

Sier Fsiniin Pixaiii di sier Vetor qu. sìer 

Zorzi 
Sier Nicolò Salamon fo Zudcxe di mobile, qu. 

sier Hironimo 
Sier Nicolò Mariii qu. sier Antonio, qu. sier 

Zuanne dolor 
Sier Àlexandro Donado fo soracomilo, qu 

sier Polo 
Sier Francesco Pisani di sier Velor, qu. sier 

Francesco dal Bancho 
Sier Bertozi Pixani di sier Aloxandro 
Sier Zuan Da Molin el XL Criminal, qu. sier 

Benelo 
Sier Silvestro Trun fo soracomito, qu. sier 

Matio 
Sier Marco Moro fo Signor di notte, qu. sier 

Bortolomio 
70 Sier Zuan Alvise Salomon fo XL, dì sier Fi* 

lippo 
Sier Zuan Balista Zorzi fo camerlengo a Tre* 

vixo, di sier Nicolò 
Sier Andrea Ferro fo podestà a Pinguente, 

qu. sier Piero 
Sier Zuan Pasqualigo fo a la doana di mar, 

qu. sier Marin 
Sier Zuan Barbo To XL Zivil, di sier Alvise 
— Nicolò Donado fo capilanio di le galle di Ba- 

ruto, de sier Andrea qu. sier Antonio el 

cavalier 
Sier Antonio Calbo fo podestà el capitanio a 

SaziI, qu. sier Hironimo 
Don Sier Stefano Michiel fo soracomito, qu. sier 

Zuanne 
Sier Donado Zivran qu. sìer Piero 
Sier Andrea Barbarigo qu. sier Gregorio qu. 

Serenissimo 
80 Sier Antonio Gixi di sier Zuan Piero 

Sier Zacaria Barbarigo fo a Tarmamento, qu. 

sier Francesco 
Sier Zuan Malio Bembo fo Gao di XL, qu. 

sier Alvise 
Sier Zuan di Prioli fo XL, di sier Nicolò da 

San Ftìixe. 
Sier Zuan Gradenigo qu. sier Zuan Paulo qu. 

sier Zuslo 
Sier Zacaria Vituri di sier Benedetto qu. sier 

Zuanne 
Sier A^ustin Conlarini fo patron in Barbarla, 

de sier Marco Antonio 
Sier Nicolò Quirini fo patron di nave, qu. 

sier Andrea 



S66 

Sier Ziprian Gabriel di sier Francesco qu. 

sier Berluzi el cavalier • 
Sier Stefano Griti fo pastelan a San Felixe di 

Verona, qu sier Francesco 
90 Sier Hironimo Dolfin qu. sier Marco 

Sier Marco Antonio Semitecolo qu. sier Anzolo 
Sier Aguslin Manolesso qu. sier Lorenzo 
Sier Piero Antonio Moro di sier Fantin . 
Sier Alvise Lippomano fo a la doana di mar, 

qu. sier Antonio 
Sier Marco Venier fo visdomjno in Fontego, 

qu. sier Lauro 
Sier Antonio Valicr di sier Beneto 
Sier Zorzi Memo fo a le Cazude, qu. sier 

Lorenzo 
— Sìer Alvise Griti fo proveditor a Lonà, qu. 

sier Francesco 
Sier Aguslin da Canal fo proveditor a Roman 

qu. sier Polo 
100 Sier Jacomo Antonio Moro fo Pìovego, di sier 

Lorerzo qu. sier Christofal 
Sier Piero Capello qu. sier Francesco el ca- 
valier 
Sier Hironimo Michiel qu. sier Nicolò 

Da Crema di sier Luca Loredan podestà et lyg 
capitanio, di 17 Aprii, Manda questo ri- 
porto qui sotto scritto. 



Referisse uno mio nuntio, il qual hieri mattina 
parti da Milano, qnal dice come el capitanio Hiro- 
nimo cusino del signor Antonio da Leyra Martedì 
proximo passato ritornò da Musso in Milano, al 
qual loco era andato ne li zorni precedenfl per 
osfagio in luogo de un fratello del castellano de 
Musso, qual era venuto in Milano per tratar acordo 
tra esso castellano de Musso e *l ditto signor An- 
tonio^da Leyra, et che era ritornato senza con- 
clusion alcuna, et erano in tutto rimasti discordi, 
come esso nontio reierisse haver aIJito dal so- 
prascrito capitaiìio Hironimo. Referisse ancor, che 
spagnoli in Milano danno fama di esser 3000; ma 
che in verità al presente non si ritrovano in Mi- 
lano olirà fanti 700 al più. 

Item^ che publicamenle in Milano si dice che 
il signor Lodovico Bclzoioso et il conte Philippo 
Torniello, con bandiere ^0, tra li quali è uno 
capitanio nominato Valcerca con fanti 150, et il 
resto di le bandiere, non arivano al numero de 
fanti 70 per una, i quali erano andati a la im- 
presa di Vigcvenc. Tamen^ Bn'hora non se in- 



287 



MDKXnU, IFRILL 



968 



teodeva che havessero fatto altro. Circa le vitua- 
rie, referisse esseroe gran pcDuria ; che il s(er di 
la farina si vende lire 6 soldi 10 el sl^o de Mi- 
lano, qual pesa lire 16 grosse, videUcet di unzc 
S8; el vino più Iristo che si alrovi cosla soldi 
4 el bocale ; la carne tristissima el de vacca sol- 
di 6„ el quella di vedello soldi 9, ma pochi ne 
pono haver, el che da giorni 4 in qua in Milano 
non sono inlrale vicluarie di sorte alcune per ri- 
speto de le gran guardie fanno li soldati veneziani. 
Dice ancora, che spagnoli fanno voce che aspeclano 
soccorso da le parte di sopra, et t<imen, per 
quello ha inleso da molti homeni da ben, non é 
vero che al presente siano per haver socorso alcuno. 

178* Ba Gividal di Bellun, del Podestà et Ca- 
pitanio, di 17, Come hozi, per uno venuto da 
Trento, li é sta referivio esser li preparalo come 
scrisse gran quantità di biave in bote et artellarie, 
scale da man longe el corte, et gran numero de 
barilli di polvere, el haver visto qualche soldato; 
el el Venere santo ritrovandosi a Bolzano, vide 
circa homeni d' arme 20. Per uno altro venuto da 
Ala si hav che passando per Slerzen vide da 50 in 
60 fanti li quali rasonavano che a San Zorzi do- 
veano haver fallo la massa a Trento de circa il 
milia persone; el venendo ha visto per strada con- 
dur ancora botte di biave el barili assai di polvere 
verso Trento. 
179 Ad\ 20. La malina. Vene dal Serenissimo in 
camera sier Mafìo Bernardo fo dal Banco con uno 
suo amico Sorcnlino, qual disse esser venuto col 

Capitanio zeneral di a Corfù, et zonse 

Il adl«3 di r instante, el feva cargar alcune artel- 
larie su le gallo lolle di castelli, et adi 6 mandoe 
le galle a tuor aqua per passar in Puia, el havia 
mandalo .a incontrar il Capitanio del Golfo qual por- 
tava li ducati 10 milia. # 

In questa malina, in Quarautia Criminal el Civil 
vechia, con li do Gonsieri di sopra sier Daniel Re- 
nier et sier Marco Minio, per expedir la retention di 
sier Francesco Lippomano fo proveditor sora i of- 
fici posta per li Avogadori cxlraordìnari, la qual 
pende, et pirlò sier Zuan Dolfìn avogador in ri- 
sposta di sier Piero Orio el XL, et poi posto la re- 
tention. Ave 21 di si, 12 di no, 33 non sinceri, 
Iterum 31 di si, 14 di no, 20 non sinceri ; el il se- 
condo Conscio a doman. 

Da Verona, di Nicolò Barbaro capitanio 
del Lago, di 18, particular. Come, di novo non 
zè altro, solum le provlsioo grande si fano a Trento, 



et il conte trirardo di Arco beri era t Padoa con tre 
capitani, il qual ha mandalo a Trento 40Qarchibu- 
sierì di Arco, el per tutto si parla in le parti supe- 
rior che il giorno di San Zorzi comenzeraRO a me- 
terse in via a venir a Trento quelli* sono ia Alle- 
magna, et pagarasse Se masinano di continuo di 
le monilion, el va ogni giorno verificando quel si 
dice, che una parte voi calar per il veronese et ve- 
nir a bater la Chiusa, et domino Marco Sietb capi- 
tanio general di fanli era andato per le poste a par- 
lar al Principe, et pot tornando se aviari al tempo 
di Sim Zorzi per Trento. Il suo pensier è venir una 
porte per dove veneno P anno passato, et li altri 
per Boemo el pigliar la Riviera ; et scrive bavendo 
iicentia di la Signoria di tuor Riva. Li basta Tanimo 
di haverla eie. 

Item, per un'altra lettera dei ditto\ di 18. 
In questa bora una di nocte é venuto aviso, che de 
là da Ispruch si è fatta la mostra di 12 milia fanti 
et 1500 cavalli, el che il giorno dì San Zorzi li pa- 
garanno, poi verranno a la volta di Trento. Sta- 
remo a veder, perchè legno che maior numero di 
fanli non vegnirìi, che non vorano fidarsi de quelli 
villani del conta de Tlruol. 

Questi capilanii a Trento si fano gaiardi et par- r 
lano gaiardamente ; pur spero che i se pentiraoo. 

Da Vicenza di sier Carlo Coniar ini pro- 
veditor Menerai, di 19, hors .... Come el si- 
gnor Capitanio Zeneral quela malina era zonto 11 
venuto in posta di Padoa, che non se li potè andar 
contra ; qual smontato, il Capitanio Taiapiera et 
lui Proveditor andò a visitar Soa Excellentia et par- 
tono insieme etiam con domino Antonio da Ca- 
stello, qual dice, ha vendo le zente ba ditto io Col- 
legio farà un forte, el si potrà resister. 

Scrive, poi sono andati atorno la terra, et visto 
dove bisogna, Soa Excellentia ò di opinion si for- 
tifichi; ma per la gran penuria bisognerà far le 
spese a li villani eie. Doman aviserano la descrition 
bisogna el la conclusion : 

Da Cassan, di sier Toma Moro provedi- 
tor general^ di 18. Come beri zonse qui Torator 
del castelan di Mus, el parlò con lui Proveditor as- 
sai ; ma non vene a le strete perchè cussi dicea 
haver in comission, et che hozi il dirla il tutto libe- 
ramente; et quanto exponerà aviserò. Da poi 
scritta, è venuto nova come li inimici che erano in 
Lomelina, non potendo exequir cussi facilmente la 
impresa di Vigevano, Mortara et altre terre de li 
per esser fornite di gente, prendeno camino al pas- 
sar il Po per andar a qualche lochi deboli. 



369 



MDXXVIily APmtB. 



Sto 



Dal Zante^ di sier Zuan Francesco Ba- 
doer provedi far ^ di 6 Aprii. Come adi 2 zonse 
il Gapilanio Zeneral con galie li vien di Napoli di 
Romania, el ha cardato biscolo sopra te galle che 
lui li havia preparalo, el pariiria per Corfii. 

Da poi disnar, (o Pregadi el venequesle lellere: 

Di Vieetufa, di sier Cario Contarini prò- 
vediior zeneral^ di 19, hore . . . Come è sialo 
atorno la terra col Capilanio Zeneral, Podestà el il 
Gapilanio et domino Antonio di Castello, et scrive 
la gran penuria del viver. Bisogna far provision vo- 
lendo forlificar la terra, et a li fanti bisogna siano 
capi suBcienti. 

Ifem manda una lettera hauta di Verona, 
di 18, del Capitarne del Lago, qual scrìve cussi : 

Magni fice et clarissime Domine colendis- 
8ime, 

El presente lator é uno di le maistranze mandai 
sopra le fuste, qual vien per tore li denari per li 
compagni. Vostra magnificentia si degni Tar far una 
lettera che lui conzerà quelle bombardele di (ero, 
per saperle conzar eie. Da le parte di sopra, per 
180 quelli vieneno da Ispruch el Trento dicono che il 
giorno di San Zorzi si darla principio a dar danari 
a 1^ milia Tanti, el comenzerano venir a la volta di 
Trento questo mese, el voler venir a li lochi noslri. Il 
conte Girardo si atrova a Peneda con 3 capitani et 
va da Trento a Peneda, et beri ha mandato uno 
caro de archibusi numero 400. Vostra magnificen- 
tia e sapientissima, farà il iudicio li parerà ; a la qual 
mi ricomando. 

Veronae 18 Aprii 1528. 

Di Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitarne, di 19, hore 2, particu- 
lar. Come hozi il signor Duca ha cavalcalo a veder 
il lutto con il Podestà, Provedilor Zeneral el io, et 
domino Antonio di Castello et inzegnerì. Dimano 
tengo si delibererà quello si ha a far. Di novo, di 
le parte di sopra ho, per certe lettere che uno 
9crìve a uno mio amico dal confin» che l' havea in* 
teso esser gionli a Ala cavalli 500, a Bolzan ban- 
diere tre di Tanti, et a Trento inlcrtenevano quelli 
che vogliono soldo ; ma per adesso non gli dano 
altro che le spexe. Aspetto di bora in bora più 
certi avisi et K notificherò. 

Del duca di Ferrara fo letto una lettera, da 

Ferara, di al suo orator. Come ha 

nuova da Orvieto, che il Zuoba santo il Papa usò le 
eerimonie solite di loomaoicar eie. liem quelli 



ha no sachizì Roma, et le suspension fo fate le re- 
muove; me ben, perchè il cardinal CoIona havia la 
legation di la Marca et Tu morto il suo comissario, 
voi la gè sia restituita; el Soa Santità ha tolto can- 
tori et altri, et rinova la corte et spera haver la 
roca di Viterbo dove voi andar. Item, si ha di Na- 
poli di primo, come quella terra era in confusion, 
et quelli potevano mandavano la sua rc^ba a 
Ischia eie. 

El compilo di lezer le lellere, siér Zuan Dolfin 
avocato cxlraordinario andò a la Signorìa dicendo 
é morto sier Alvise Don el dolor avogador di co- 
mun, el loca a lui a inlrar. Et visto la leze, che li 
Avogadori extraordinarii dia star uno anno almen 
da basso, To per li Consieri ballotato, el tutte le ba- 
lole di no che*l non inlrasse, et To strida Tar Dome- 
nega uno Avogador di Comun. 

Fu posto, per li Consicri, Cai di XL, et Savii, 
expcdir sier Marco Foscari va Provedilor zeneral in 
brexan el brexana, videlicet per spexe di do mexi 
ducali 280, per cavalli ducali 140, per il secretano 
ducali 30, per forzieri el coverte ducali 30 ; item 
possi portar con se argenti per ducati 400 insta il 
Consuelo. 

Noto. In el comprar di cavalli, To dechiarido 
che ducali 40 sia per uno per la sua persona, SO 
per il secretarìo, et 10 per la fameia. Ave: 
163, 3, 0. 



Election di 8 deputadi a la custodia di Verona ]go< 

iusta la parte. 

Sier Zorzi Contarini fo provedilor sora 

i extimi, qu. sier Lorenzo . . . 39.178 
f Sier Ambruoso Conlarìni fo patron di 

la Tusta, qu. sier Andrea .... 136. 81 
t Sier Iseppo Badoer el XL Criminal, qu. 

sier Bernardin 134. 76 

Sier Lunardo Malipiero di sier Biro- 

nimo, To di sier Piero . .... 53.156 
t Sier Agustin da Canal fo provedilor a 

Roman, qu. sier Polo . . . . 140. 76 
t Sier Almorò Barbaro savio ai ordeni, 

di sier Alvise . 135. 89 

Sier Zuan Loredan qu. sier Tomaso 

da San Caneian 70.137 

Sier Domenego Morexini fo podestà a 

Portogruer, qu. sier Zuanne . . 69.140 
Sier Zacaria Zantani fo camerlengo in 

Cyprì, qu. sier Zuane 100,111 



271 MDXXVin, 

Sier Orsato Manolesso fo salìner a 

Chìoza, qu. sier Jacomo . . . . 81 155 

Sier Francesco Boldù fo XL Zivil, qu. 

sier Hironimo 75.140 

Sier Marco Marcello fo provedilor a 

Peschiera, qu. sier Murin . . . 113. y5 

Sier Antonio Donado di sier Marco fo 

camerlengo et castelan a Gilaro . 42. 170 

Sier Marco di Garzoni di sier France- 
sco, qu.'sier Marin procuralor . . 48.167 

Sier Zuan da cha' Taiapiera fo viceso- 

racomilo, qu. sier Bartolomio . . 107.105 

Sier Nicolò Querini fo patron di nave, 

qu. sier Andrea 76.134 

Sier Zuan Barbo fo XL Zivil, di sier 

Alvixe 94.119 

f Sier Filippo Corner qu. sier Hironi- 
mo, fo Zudexe di pclilion . , . 167.44 
f Sier Lorenzo Sanudo qu. sier Anzolo, 

qu. sier Francesco 116. 92 

f Sier Zaccaria Orio fo Cao di XL, qu- 

sier Zuanne 123. 91 

Sier Marco Donado qu. sier Hironimo 

dolor, qu. sier Antonio el cavalier 72.139 

Sier Piero Barbaro fo podestà a Ixola, 

qu. sier Alvise 32.178 

f Sier Alexandro Donado fo soracomito, 

qu. sier Polo 127. 87 

Sier Zacaria Bembo fo proveditor a 

Bassan, di sier Francesco . . . 40.173 

Sier Antonio Valier di sier Beneto, qu. 

sier Antonio 91.122 

Sier Vidal Miani qu. sier Polo An- 
tonio 95.111 

Sier Ferigo Barbarigo fo a T arma- 
mento, qu. sier Francesco . .• . 66.145 

Sier Zuan di Prioli fo XL, di sier Ni- 
colò da San Felixe 73.116 

Sier Polo Morexini fo podestà a Muìa, 

qu. sier Zuan Alvise 69.135 

Sier Alvise Lippomano fo a la doaL3 

di mar, qu. sier Antonio ... 54.155 

Sier Benedeto Balbi fo podestà a Lo- 

nigo, qu. sier Piero 6'3.149 

Fo tolto il scurtinio di un Proveditor a TArse- 
nal in luogo di sier Hironimo da clià da Pexaro é 
intrado Savio del Conscio, el orator in Angiia ; n)a 
per r bora tarda, li Cai di X volseno il suo Conscio 
con la Zonta qual era sia ordinato, unde feno licen- 
liar Pregadi et non ballotar altro. 



APRILE. 



9tì 



Da Udene, del Loeotenente^ vene lettere di 

Con avisi, come dirò qui avanli, le 

qual non fono lecte. 

Copia di lettere di la Comunità di Venson, Il 
di 18 Aprila al Locotenente. 

Magni fice et ci arissime 

Heri sera alle due bore di notte zonse Andrea 
Valentino nostro citadino che é venuto da Sboz, è 
stato a tuor rame, et é stato de lì 8 zorni, el il 
zorno de Zobia Santo se partite da Sboz. Prima 
dice, de visu baver visto cavalli 200 in arme 
bianche Mercore Santo passar per Sboz ; ben si 
diceva dover passar a la summa de 15(X); el che 
in Sboz erano zonti tre capetanii per far fanti el 
volevano dar uno raines per fante. Nisuuo non 
volse levarse, et uno di quelli capitanei andò a 
Ispruch et tornò, et se diceva li dariano la paga in 
Trento; ma fìno al suo partir non baveano dati da- 
nari; el si diceva dover venir de Sbabia a la summa 
(le 10 mila fanti, et che per lo zoruo de Santo Zorzi 
dovevano trovarsi a Trento. Et erano andati in dui 
altri lochi del vescovo de Saizspurch a far fanti, 
dove sono minere, a Uauris et Castano; ma non era 
partidi nisuno. 

Venaoni 18 Aprilis 1528. 

Sottoscritta : 

Servitor Antonio Bidernuzo 
capitanio et Comunità di 
Venzon. 

Copia de ìetttre de Gasparin Zanus date in 
la Trevisay adì 13 Aprii 1528^ driaate a 
domino Antonio de Brazaco citadin di 
Udene. 

Salute a vui messier Antonio amico caris- 
simo. 

Io ve haviso, come semo sani tutti de casa no- 
stra, cusl desidero de vui lutti de casa vostra, lo ve 
aviso da novo, come V è stato in Subida in la Tre- 
visa uno capitanio che si chiama Boltstaner che era 
capitanio a Pavia, el vcgnudo de Ispurcb, sì e stado 
a certe noze. Item, de Hongaria se dice come se 
farà la monstra a Bolzan, adi 19 de Aprii, de fan- 
tarie. Se dise ancora, che l'è vegnudo a Uspriih 
uno fìolo del duca de Pranshanich che fo sollo 
Udene con 800 cavalli tutti armati, Se dise che mai 
non vene la pii) bella gente. Lo minimo de sue seole 



.1 



273 



UDXSVin, APRILE. 



274 



181 



182 



si ha si bon cavallo et arme come lo Signore. Io 
non sai dove che andarà quesla zeule, mai non fu 
in tsil campo de zenle ; non altro per aviso. Dio sia 
con vui. 

* Da poi liccntialo Pregadi reslò Conscio di X 
con la Zonta, et non fo ditto altro. Credo Tusseno 
sopra le cose di Verona di levar li citacKni de I), 
overo del casteinn di Mus, qual ha mandalo suo 
Tradelo qui. 

Adì 21. La matina. Se inlese per lettere di 
Brera di 16, particular^ come Sabato di noie 
fo amazò domino Antonio da Martinengo fo Sol de 
domino Bernardin zentilhomo nostro, qual hessendo 
in lelo con una garzona et uno ragazzo io camera, 
introno in casa 4 stravestidi et li deleno assù fe- 
nde, et cussi a la pula ; etiam il garzon fo morto 
et poi andorono via. Questo amazoe la prima soa 
moglie : merita baver fatto questa morte. 

Di Verona^ di rectori, furono lettere di 19, 
con reporti di le cose di sopra. 

Di campo, di Puta, del Ptxaniet Pexaro, di 
Acell, di 6, et di Ponte Triporta adì 7, venute 
per via di mar replicate. Par babbino scritto per via 
di lerrp, qual non si ha haute. Scrìveno liaver spa- 
gnoli esser intrali in Napoli et baver mandato fuori 
li napolitani erano dentro, et e>ser venuto per mar 
stara 20 milia formento et da zerca 800 in 1000 
fanti di Sicilia. Li lanzinecb non erano ancora in- 
(rati ma . r ' 

Scrìveno, nostri con Texercilo ritrovarsi mia 
27 di Napoli, et la matina si leveriano per andar 
mia 9 in uno altro alozamenlo dove sarano mia 18 
di Capua et Gliela lontani, et vi consullerano quanto 
dieno far. 

Vene in Collegio 1* orator di Milan per . . . 



Vene sier Zuan Vituri fo Provedilor zencral in 
campo, stato poi. Il vene sempre amalato di mal 
franzoso, et è varilo alquanto. Fo in Collegio, tochò 
la man al Serenissimo f*t quelli di Collegio, né altro 
disse. Veneno li Cai di X et sleteno assai. 

In questa matina, in le do quarantie rcdute con 
li do Consieri di sora, sier Daniel Renier et sier 
Marco Minio et sier Mann da Mollo ordinario Con- 
sier di la Quarantia, vene sier Francesco Lippo- 
niano fo Provedilor sora i offici, qual si mena per 
li Avogadori extraordinarii di retenir, dicendo non 
acade retenlion, confessa 11 tulio, et lo debbi me- 

/ DiaHi a II. Sàmuto. - T^ ILVIL 



nar. A rincontro li Avogadori extraordinarii che 
questa non é la via, et mandato fuora messeno di 
relenir. Il dillo sier Jacomo Boldù ci 40 Zivil qu. 
sier Hironimo parlo, dicendo si poteva andar per 
via di capìtoli. Li rispose sier Mann Justinìan avo* 
gador e.\traordinario, et posto la parte, ave 28 di 
si, 10 di no, 26 non sinceri ; la seconda volta 26 
di s), 13 di no, 25 non siiiceri. La pende, et questo^ 
è il secondo Conscio. 

Noto. Heri sera introe 4 galle bastarde venule 
a disarmar, zoè lo infrascrille : 

la galla fo del capitanio Marzello, vicesoracomito 

sier 

la galla di sier Zuan Bembo soracomito. 

h galla fo di sier Alexandro Donado vicesoraco- 

mito sier 

la galla di sier Bernardo Grìmani soracomito. 

Di Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
di 18, Come, per uno nostro venuto di Alemagna, 
quale ha molti amici in quelle parte, con li quali 
dice hnver parlato et dimandatoli di le cose di la 
guerra et per che loco calerano queste gente quan- 
do vegnirano, li fu risposto che andariano a Ve- 
rona et che erano chiamali da veronesi, benché len- 
zerìano di far calar gente a questi confini, le quale 
sariano comandale in Val di Sol, Val de Non, la Zu- 
dogarla et altre vallale, et queslo per dimostrar di 
venir per queste bande. Tamen, che caleriano per 
il veronese, et che conduceano a Trento 300 bovi 
di carne, et a Bolzano già era gionlo da zerca 300 
lanze bergognone. Scrive, beri sera a bore zerca 2 
il magnifico domino Alvise Bon dolor avogador 
passò di quesla vita, cuius anima obdormiat in 
Domino. Ozi siamo stati a le sue esequie. Li è sta 
fato summo honore. 

Del ditto, di 19, hore .... Come, per let- 
tere del presente gorno del Provedilor general 
Moro, da Cassan, qual ne scrive come : e heri fu 
qui a me uno agente per nome del castelan di Mus, 
et mi fece intender che quello havia fatto ei ditto 
castelan con Anlotiio da L va era sia sforzato ad 
farlo, et che per questo non voleva restar et di 
esser bon amico et servitore di la Illustrissima Si- 
gnoria, ne patirla, quanto aspetta a lui, che le terre 
et subdili di quella fusseno mai danegiali. 

Postscripta, date a hore IL Heri, zerca hore 
do di noie, el magnifico messier Antonio Marti- 
nengo mandole a luor una garzona, la quale li fu 
menata in casa (fa uno suo servitor acompagnata 

18 



182* 



ars 



gpxxvm, A^Bius. 



276 



183 



di la madre, et gìoDti oe la camara di esso mesier 
Ànlonio, immediate li fu drio alcuni armali et 
amaxorno dillo oiisier Anlonio di ferite 18, et si- 
militer amazeleno la garzona et colui la bavea 
condutta, et la madre de ditta garzona se ascose ; 
Desi resta de inquerìre de iulravcnir in li mal- 
faclori. La qual Dova domino Batista Marlinengo 
vene a dirla a loro rectori, lì quali feno star le porte 
serate fin queir ora undecima per trovarli. 

Nolo. Heri et questa malina domino Hirooimo 
Savorgnan fo in Collegio con li Cai di X, per certe 
lettere intercepte in la Patria di Friul. 

Par, inimici volesseno venir a tuor Osoph ca- 
stello fortissimo del ditto domino Uironimo ; et fo 
parlato insieme, et provision da esser fate venendo 
in la Patria. 

Da poi disnar, fo collegio di Savii ad consu- 
lendi4m. 

Da Verona, di reciori, di ... . Con uno re- 
porto hauto di le cose superior, et dieno venire 
6000 grisoni per via del lago di Como con il passo 
li darà il castellan di Mus, et andarano a Milan, et 
li lanzinech passerano di qua et voleno intrare in 
Vicenza ; et altre pirtìcularili. 

Noto. Heri per il Conseio di X con la Zonta fo 
deliberà di mandar in Verona stara 4000 Tormento 
et slara 4000 orzi, alenlo in dilla ciUà, come si ave 
da li rectori, è poca viluaria. 

Del Capiianio Menerai da mar sier Piero 
Landò, da Cor fu, vene lettere per grifo a po- 
sta, di 4 et 5 di V inHante. Del zonzer li con 
galle... et ba trovato il proveditor Moro con galle ... 
a k qual mancava 170 bomeni, et chiamato il Con- 
gelo di Corfd, quelli li hanno oferto darli 100 bo- 
meni per interzarli. Scrive, baver tòlto di uno gro- 
po mandava il duca di Nixia a sier JaconM> Pisani 
ducati 450 d' oro di quali ba compra formenli 
a lire 5 il slaro, et fato far biscoti, cb*é sta mollo 
a proposito. Par tanto siali pagati di qui al dillo 
Pixani li danari. 

Di procuratori Pixani et Pexaro, del cam- 
p^, in reame, di 8, 9 et 10, le ultifì%e date 
in campagna a Canaello, mia 22 di Napoli. 
Come erano venuti con io exereilo. Capua et Nola 
si haveano resi et Cere ei mandali obslagi a 
monsignor illustrissimo di L*ulreeh, et alcune allre 
terre, et erano venuti molti baroni ussiti di Na- 
poli nel nostro campo. Spagnoli et lanzinech erano 
a Pozoreal vicino a Napoli dove pareva si forti- 
ficasseno^ ni però erano inlrati in Napoli, Item, 
aom'ìì mrcbeae del Guaato, finendo a parole 



nel campo de inimici con il conte di Potenza; lo 
ferite, et il fìol del dillo Conte, volendo aiutar il 
padre, fo morto dal prefato Marchese. Si dice però, 
è sii inimicilia vecbia. Scrivono, la malina anda- 
riano in uno altro alozamenlo mia 14 di Napoli; 
et scrive poi a di 10 esser reduti al ditto aloza- 
menlo mia 1^ 41 Napoli, et esser venuti in campo 
do baroni fioli del conte di Traieto, non obslanle 
il padre sia in Napoli etc. 

Da Brexa, di 19, vidi lettere partieular. 
Qual scrive il caso ocorso al signor Antonio Ma- 
ria Marlinengo, il quale lieri sera, zerca bore 2 di 
note, fece andar tutta la sua famiglia a dormir, et 
tene in pie li uno suo favorito al qual comisse che 
dovesse andar a tuor una certa garzona. Et lui li 
an.lete et menò la garzona et la matre, et come 
furono inlrati in caxa, andorcno di longo io ca- 
mera, et lassò la porla «perla. Et stando li, sopra- 
zonse 4 armali con arme inastate et inlrorono in 
camera et amazete il ditto signor Antonio et la 
pula et il famiglio. Per bona sorte, la vecbia ma- 
dre si ascose et stele per 6na a le 6 bore de 
notte che mai disse niente, né persona se acorse 
di niente. Poi la vecbia comenzò a cridar, et la 
cosa si discoperse. Li signori rectori sier Antonio 
Barbaro podestà et sier Zuan Ferro capiianio, tutto 
bozì hanno fallo star serate le porte di la terra, 
et si va cercando et par non si trovi indieio al- 
cuno (ermo, et hozi é sta fatto la crida che chi 
acusa li malfalori babbi 1000 ducati, et sarà te- 
nuto secreto; et se uno de li malfalori, domente ^^i 
non sia il capo, acusi li altri, sia liberado et va- 
dagni li ducati 1000 di la taia. 

Da Feltre, di sier Toma Lipomano pode- 
stà et capitanio, di 20. Con uno riporto di le 
cose di sopra. La copia sarà qui avanti. 

Da Vieenga, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitanio, diJÌO^ hore 22. Mi riporta 
una persona di mollo discorso et di qualche re- 
putation» venuto di Trento, che ritrovandosi Mer- 
core passato de ti col sigi>or Francesco Castelalto 
qual diccsi esser capo di questa impresa, vene da 
lui signor Francesco uno capiianio di fanti diceih 
doli baver a Bolzano li sui fanti preparati, et per 
interlenirli ebbe scudi 300 da ditto signor Fran- 
cesco. Dioe ancora, che olirà le ntonitione zoé vit- 
tuarie, vide pezi d'artelìaria grandi et picoli più 
di 100 da carri 60 cargf di pichci et da ^cargi 
di legnami a suo iuditio da far zatre. Et per quan- 
to r ba possalo sotrazer et per suo iuditio, farano 
il camioo driedo V Adeie per deaceadefi affirman- 



377 



MDXXVUr, APBlUt 



278 



domi che li ditti corri et le carrette d* artellaria 
SODO tanto largi che non potriano esser cooJuti 
per il canal di Brenta, quando volesseno calar de 
II. Il signor duca dì Urbino ba parlato con li in- 
zegneri zerca la fortification di la terra, tamen 
non é fin bora risolto ; fatta lu resolutione avisarà. 
Da Cassan^ di sier Toma Moro prevedi- 
tor generiti, di 19. Da novo, li inimici quali an- 
domo in Lomelina sono passati Po, maxime li 
cavalli lizieri, et sono andati per far fillò (?) a la 
marchesana di Monreri per haver viluare et di- 
nari; ma esso Proveditor, previsto questo, scrisse 
a la ditt» Marchesana et V advertite del lutto, ita 
che g;iiardamente si ha escusuto con loro digando 
non haver né danari né vitualie. Il signor Antonio 
da Levva ha scritto a la ditta Marchesana mina- 
zandola di focho et sachegiar li soi paesi, et lei 
ba mandato uno suo nontio qui in campo per 
richieder soccorso, et credo se li darà qualche 
cavallo legier. El castellan di Mus, per suo comeso 
ha fatto intender a esso Proveditor, che quello l'ha 
fatto é sta sforzato zerca lo acordarsi con inimici ; 
ma che luì non voi molestar in cosa alcuna li 
subditi di la Signoria nostra, el ha etifim man^ 
dato uno suo orator a quella, et le cose sue a 
Venetia traterasse. Si dice che Tarmata de ini- 
mici sopra fi laco di Como ha dato la fuga a una 
184 barca del castellano di Mus ne la qual era Juan 
Batista di Medici fratello del castellano per ama- 
zarlo; si ludica esser con sentimento del signor 
Antonio da Leyva. Si dice spagnoli non aver ateso 
a la promessa al ditto castellano in far ditto Zuan 
Battista suo fratello colonello, come li promise. 

Ba leltre, del Podestà et capitanio^ di 20, 
Scrìve come, hesscndo in questa bora gionto uno 
explorator mandato li di passati a Bolzano, et Zo- 
bia 16 di l'instante partite dal ditto loco di Bol- 
zano, referisse che in Bolzano si diceva che se 
aspettava di bora in bora 500 homeni d* arme et 
bandiere 18 di fantarie, et che gii come ha visto, 
era zerca 900. Qual giorno 16 el ditto vene a 
Trento dove dimorò el Venere et Sabato fino al 
vesparo, et a Trento ba visto che si prepara el 
lavora di barche a furia, et già in l' aqua di Adese 
ne erano butate 20, et scale grande si fanno di 
hr^nz che due persone ad un tratto poleno ascen- 
der, eum alcune rote da piedi da potersi spingere 
in qua et in là. Dice che per la strata da Bolzano 
a Trento sono infinite carette carge di botte con 
biave quale tendeno a Trento per la « monitione, 
et tutti li moliui da Trento masenano per conto 



di ditta monitione con furia el prestcza. Né ad 
altro si alende, ma in Trento non vi è gente da 
guerra, né ancor venendo per Valsugana ba visto 
né inteso cosa alcuna. Altri exploratori aspetto. 
Di quanto si bavera degno di signiflcatiooe lo 
avisarò. 

Da poi serale le lettere, é zonto un'altra mìa 
spia quale si parti beri a terza da Trento. Dice 
come Venere over Sabato doveva zonzer 11 tulli 
questi signori et castellani di Valsugana, et che li 
era 11 el Castelalto, conte Girardo d* Arco, et uno 
altro non li sa il nome; et che lui ba veduto In 
aqua barche 94 contado con ponti suso, el se ne 
preparava di le altre assai, et che tutte queste feste 
di Pasqua si ha lavorato. Fraetereaf dice haver 
veduto assaissimo scale, et già ne aveva caricato 
uno caro, arlellarie infinite, biave assaissime ^t 18V 
non lasava altri masenasse se non quelle di la 
municione; ma non si baveva principialo far an* 
cora pane, ma metteva dille farine in botte, et 
che non li era 11 niuna sorte di zente. Che Andrea 
Calepin era II io Trento, et si diceva aver bauto 
condutta di 600 archibusieri italiani ; ma non era 
andato ancora a farli. Dice poi haver inteso da 
uno quale si parti Venero da Bolzano, che *1 si ba- 
veva dato a do bandiere di Ainti uno fayoes per 
uno, et che li baveva mandati a li alozaménti di 
sera, et che ne doveva zonzer de li altri, et che do 
capilanei di cavalli che venivano da Ysptuch erano 
zonti a Bolzano per preparar li alozamenti. Et cosi 
etiam si dava in Trento li ditti alozamenti ancor 
che non li era niuna persona da guerra, el che tutti 
dicono mai lo Imperator fece siroil preparamenti, 
et tutti pubblice dice 11 a Trento é per andar a 
Verona. 

Date a d\ 30, Kore 19 Vt- 

Queste sono le exequie fatte a Brexa a do- ig5 
mino Alvise Bon dolor Avogador di comun, 
a dì 19 Aprii 1528. 

Le sue exequie fo comenzate a le 21 bora, et 
ba durato per fina quasi una bora di notte, et é 
stale dignissime, poi il sermone é stato iongissimo 
et bello fatto sul pergolo di San Francesco. L'or- 
dine de le ditte exequie é sta : prima tutte le Scuole 
di questa terra, drielo a loro tutti i Batudi caotaD- 
do le litanie, poi tutti li frati di ogni religioo, die- 
tro li preti di diverse chieste, poi li nodari di Col- 
legio et dietro li dottori tutti. Poi li canonici di 
domo, dietro sei grose {sic) grosse con una infinità di 



279 



MnXXiriIl, APBOK. 



S80 



candellieri grandi chi d*arzen(o chi doradi; et per 
inleligenlia, queste (al grose {sic) grosse sono apresso 
di noi per grand ssimo honore. Poi fo porla il corpo 
del clarissimo Avogador defunto con ^0 genlilomeni 
atorno il cadeieto con torze grosse in mano; il qual 
cadelelo era portato da sci gentilhomcni de li boni 
di questa terra vestiti di negro. Il clarissimo defun- 
to havea una vesta di veludo cremexino allo et 
basso, con doi libri aperti, uno da capo V altro da 
piedi ; seguiva poi doi episcopi et zerca 30 incapu- 
zati che l' hanno acompagnato drielo. Era il Pode- 
stà et il Capitunio con il fior di questa città ; le stra- 
de dove si passava erano tanto calcale di gente, che 
non so quanto più. Ancora, per coman lamento de li 
deputati de 1^ cita si ha fallo serare tulle le bolege et 
cesar li artisti di lavorar. Il clarissimo corpo està por- 
tato a San Francesco et posto in chiesia sopra una 
ballresca tutta coperta di negro, et con una cuba di 
sopra alta tutta coperta di torzi acesi, et simiiiter 
la magior parte di la chiesia era coperta di negro. Et 
finito Poficio, fu messo il corpo in, una cassa, et 
posto in lo coro a man manca su alto. Non so di 
che sarà coperto h cassa, tengo di velulo negro; 
ma questa è coperta di negro. Si che questo é sia 
uno di belli exequii che za molli desena di anni sia 
185* sii fallo tra noi. Li é sia grandissima abondantia 
di cera, però che non é venuto alcun ad acompa- 
gnar il corpo che non avesse uno candelaio overo 
torzo. Et la nostra città ha fatto la spesa di tulio, 
et se 1 fusse volunlà di Dio, questa cita lo riscata- 
ria per 10 milia ducati. Li portamenti soi è sta 
optimi, et li povereti vanno pianzendo per questa 
(erra : V è morta la rasone a morir questo Avo- 
gador. 

186 Copia di una lettera da Orvieto^ di 18 Aprii 
1528, scritta per Cesare Acursio canonico 
di In Cerra (sic) a domino Bonifacio Mi- 
liono cavalier di V ordine di San Jacomo, 
in Venetia, 

Magnifico eie. 

Hozi é gionlo nova come spagnoli sono inlrati 
in Napoli senza li lanzinech, et li dilli lanzinech si 
sono restali al Poggio real lutti perchè hanno dillo 
che non si voleno includere, et li francesi sempre 
sono venuti a le pedale de li spagnoli, einc/e quando 
li spagnoli introno in Napoli et li francesi gionseno 
a la ferra di Poiitigliano, et per tutta quella cam- 
pagna se staimo. Hanno haulo Nola et Capua et 
Aversa, et se estima che subito comò li francesi li 



apresenta V arlellaria abattere le case di Napoli, sì 
renderà a patti, perchè si slima per certo che per 
patigiarsi sono salvati loro. Et quando volesseuo 
fare prodeza per tenersi, ch'io noi credo, sera 
Napoli et tutte le sue massarie di fuora ruinato et 
disfatto, et maxime quelli belli giardini con quelli 
belli palazi che almeno non zè più ameno loco, et 
poi ultimamente ruinarà la terra propria con T ar- 
lellaria ; SI che volendose far quello che a me pare 
impossibile, li poterà avenire quello sarà possibile : 
la sua desolatione. Era gionlo de Cecilia 20 railia tu- 
muli di grano et da zerca 600 fanti, lo qual grano lo 
hanno parlilo per li Seggi per lo popolo ; poco 
baslarà, et certo si crede che monsignor di Lutreeh 
abbia voluto cussi che siano transiti {sic) li spagnoli 
in Napoli et parlili da li lanzinech, perchè bora sarà 
sopra di Napoli ci farà tutto uno eflfecto, pigliar la 
terra et consumare la fanlaria, come ha zereato, 
che certo el sarà, senza andare a remengo in qua 
et in là. Vui sapete la qualità di Napoli senza che 
io la scriva, che per nulla via si po' leuere al parere 
di tulli quelli hanno cognitione di la terra. Quello 
sucederà darovi aviso. Mi dolle veder quelli belli 
lochi esser minati da questi barbari. Ci ponemo in 
ordine, che credemo Domenica che vcnirà, chp sera 
a li 20 del presente, la Santità di Nostro Signore 
anderà a Viterbo. Dio facia lo meglio. Per Y altra 
credo sentirete cose più compile con bon efifetto. 

A dì 22. Da melina, fo lettere di Verona, di \ 
rectori, con avisi di le cose di sopra. 

Di Nicolò Barbaro capitanio del Lago, di 
20, particular, vidi lettere, qual scrive cussi. Di 
novo de qui si ha pur come ho scritto, che 1 gior- 
no di San Zorzi sono per cominciar a venir a la 
volta di Trento li lanzinech, et per lo aviso si ha, 
vogliono far uno assalto a la Chiusa qui sul vero- 
nese, aziò le zatre si conducano a salvamento fin IL 
Per le munitione si ha provislo, et messo in la 
Chiusa domino Hercule Poeta con la sua compa- 
gnia. Dicono ancora che parte calerano per il Vi- 
sentin, et vogliono fermarsi a Vicenza per qual- 
che di per li racolti. Queste sono le bravane che 
fanno ; non però si vede ancora gente di guerra. 
Da Ysprueh in qui pur li alogiamenti sono mar- 
chiali ancora ; il proveditor zeneral Contarini é a 
Vicenza voria el fusse di qui, perchè il Capitanio ha 
la febre, et cussi suo fiol. La Illustrissima Signoria 
ha scrino io fazi li 200 archibusieri per la custodia 

(1) La carta 186* è bianca. 



S81 



MDXXVllI, APRILB. 



28S 



del Lago, et cosi gionto di qui il Provéditor zeneral 
si fari. 

Vene monsignor di Baius oralor di Pranza per 
dar il possesso di V abulia di Rosazo al reverendo 
olim Datario episcopo di Verona, dicendo é bon 
dargela eie. 

Vene V orator di Perara, solìcitando il possesso 
di la caxa dove sta il Legato, et li fo risposto U si 
daria perché cussi si ha di Pranza dal Re che la gè 
sia data, et si zerca caxa da habitar il reverendo 
Legalo altrove. 

In questa malina zonse et smontò in terra ieri 
sera di la sua nave sier Zuan Contarini Cazadiàvolif 
vieo di Barbarie con rormenli, cuori et schiavi et 
robe, si che é fato rico, el con un*altra nave É stato 
fuora mesi 9 di 15. Ha vadagnato benissimo, fatto 
cose assai, et Perigo Grimaldi zenoese mercadante, 
qual ha compagnia con lui, farà beii. La nave soa 
et la presa sono 



In questa malina etìam in le do Quaraolie fo 
tratato di retenir sier Prancesco Lippomano, fo 
Provéditor sora i offici!. Parlò sier Zuan Dolfln 
avogador extraorlinario, li rispose sier Vicenzo 
Malipiero el XL Zivil in favor del Lippomano. An- 
dò la parte : 36 di si, 20 di no, 9 non sinceri. Et 
fu preso. 
187* Di Brexa, di sier Zuan Ferro capi tanto, 
di 20, manda una lettera hauta da domino 
Antonio Cavriol, da Cavriol, qual dice cussi : 

Magnifico et clarissimo signor mio. 

L' e passato di qui uno servitore del conte Pau- 
lo da Trilaco, qual vien et va a una poss ssìon del 
ditto patrone che Y ha in mantuana a Guidizolo, et 
inlerogato da me di le cose di sopra, me ha certi 
la venula di 15 milia lanzinechi pagati, el di più de 
5000 venturieri, et che di questi ne veniri ancora 
più se i volesseno, perché si credeno diventar tutti 
richi come hanno fallo quelli di Roma, el coA lo 
credono, che gii fin bora se lieneno richi perchè li 
prometteno ogni cosa in preda, et li pare haverla 
già fatta. Io li dissi che li saria troncale le vie et 
che haveriano altro che fare, che tanti turchi se 
inviavano a la volta di Hongaria che t>isognariano 
pigliar altro camino. Mi rispose che là ne har)no 
notitia, et che le terre franche di Bohemia el stali 
altri di Ferdinando hanno ordinalo et provisto al 
bisogno, el eh* io sappia questo, che costoro non se 
divertirano ad altra impresa eh* a in Italia, perchè 
vieoeno con dinari ; quali son per conto di 1* Impe- 



ratore, che non hanno a far le facilone di Ferdi- 
nando ma le sue, et eh* io el vederò nel principio 
del mexe di Mazo perché cosi é ordinato di dar i 
danari et inviar le genti, et che i colonelli saranno 
cinque : duca di Bransvich, Caslelalto, Marco Sitti, 
conte Baplista da Lodron et conte Girardo di Arco, 
el le cose si governarano per il duca di Bransvich 
el Marco Sitti. Li domandai se '1 sapeva la via che 
i volesseno lenir : me disse di non, ma che *l cre- 
deva teneriano quella de la Scala è sopra Vincen- 
tia. Io non so se sera come elo dice o no, ma quelo 
che io ho tal qual l' è lo do a vostra signoria {come) 
li ho dillo piò volte ; a la qual continuamente mi ari- 
comando. 

Sottoscritta : 

Di Vostra Signoria bon servitore 
Antonio Capriolo. 

Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonta 188 
fin bore 24, et fono sopra nelar Vicenza el Verona 
di cittadini suspetti et farli venir in questa terra, et 
fo gran disputalion. Et tandem, preseno di eometer 
al Collegio di far venir in questa terra quelli li 
parerano el quando vorano. 

Item, hozi fo conduti qui da Padoa per Borgese 
dal Borgo contestabile deputato a Padoa il guar- 
diai) del Santo di Padoa, qual é padoan di caxa di 
Lazara, con 9 altri frati mandati a tuor per li Cai 
di X, et fono mandali a star a li Prari, el questo 
per , 



Da Vicensa, fo lettere, di sier Carlo Con- 
tarini provéditor general, di 21, et di rectori 
insieme. Di quanto il Capitanio zeneral con domino 
Antonio di Castello hanno consultalo di fortificar 
Vicenza, el voleno 3000 guastatori el darli da viver 
el far un numero di fanti, siche lui Capitanio possi 
star a la campagna calando inimici ; el altre parli- 
cularilà ut in liiteris. 

Del capitanio sfrneral duca di Urbin, da 
Vicenaa, di 21. Scrive 



Da Feltre, di sier Toma Lippomano, di ]g(^n 
20, Kore 23, del mexe di Aprii, manda il sot- 
toscritto reporto. Battista qu. Marco Antonio da 
Como partite Mercore 15 di 1* instante per le parte 
di sora, andele in Primier, la Zoba a Montagna, el 



(1/ U ctrU 188* è bianca. 



m 



HDlXTm, APHUJL 



984 



189* 



Venere a Rolsan, dove vide da fanti zerca 400 zonti 
in quella bora di mezo zomo, quali furono expo- 
diti chi in qua chi in li a i lozaménti, et intendete 
che'l dovea di hora in hora gionger cavalli 500, et 
che di sora di Ala fina a Bolzan dovea esser fanti 
pagati 16 milia. Il Sabato vene a Trento, et per 
strata vide nnolti careloni cargi di biave che vegniva 
a Trento, et contoe su la piaza di Bolzan bote 55 
di biava contade per esso, et vide venir zoso sopra 
4 zatre che erano carge di botte ; una ne contò 30 
bolle, r altra 16, V altre do 15 botte, che crede era 
biava. Li cavalli 500 che si aspetava a Bolzan ve- 
niva ditto che erano a Sboch, et a Bolzan intese 
che queste gente parte doveano anJar a la volta 
del lago di Como per esser reso al caslelan di Mus 
et andar a Milan, et parte dovea venir con quella 
vitualia a la volta di Verona, dove poi il campo di 
Milan li venirla contra et se conzonzerave insieme, 
dicendo che conducono tante biave che supplirà a 
tutti, credendosi che come si apresentano in Italia 
che tutti li dia obedientia per la vituaria portano 
seco, et quelli che non venirano a la obedientia fano 
conto di darli il vasto et far se rendino per forza. 
Et parlando lui cum mulattieri che vieneno di Ala, 
dicono che per straJa da Ala in qua non si vede 
altro che soldati et vituaria assai, molte carne di 
porco, 1500 boi che, dicno venir zoso, né altro si 
vede che questi preparamenti, che mai pid da Impe- 
rator alcuno fu fatti li simili. A Trento si masena 
eum gran furia per le monitione et non per altri, 
et tutti li molini da Trento et fora lavora per la 
munitione, talmente che li citadini moreno di fame 
che non pono masenar. Non si parla di altro che 
di guerra, et credesi che subito i siano in Italia de- 
bano haver ogni cosa ; ben é vero che altri dicono 
che descendcno per divertir il campo di francesi, 
che nel reame é ruinà ogni cosa. Ueri slete a Tren- 
to dove solum è missier Francesco di Castelalto et 
il conte Ginrdo di Arco, et intese che il di di San 
Zorzi, over il di drio, tutte le zeute serano calate fin 
a Bolzan, dove parie farà la mostra 11, parte a Ma- 
ran, parte a Trento, et parte in quelli altri lochi, 
perchè a Trento non voleno si fuzi la mostra pe; 
sparagnar la spexa, et che la vituaria e a Trento 
tutta la voleno condure da basso, et si dice conduri 
parte a Milan. Fatta la mostra, subito calerano et 
andarano di lougo senza retenirsi a Trento. Heri 
sera siete a Lievego, et siete con uno cavalaro 
da Trento qual li disse che il Caslelallo el spazava 
a Venetia da li mercanti di le (erre franche cum 
lettere, dicendoli che dilli mercanti per nome di le 



terre franche doveano esborsar danari assai per 
pagur ditte gente. In loco di gente dieno dar a lo 
Imperator, li danno danari, et in Valsugana ha 
scontra molte persone che vanno a Perzene a farsi 
scriver per canopi. 

Summario di lettere da Cassan, di sier Toma i( 
Maro provedi f or generai^ di 20^ hore 22. 

Lo illustre signor Gubernator si sente greve et 
si parte per Brexa. 

UCapilanio zeneral a li 15 scrisse lettere a lui 
Provedilor molto amorevole, dicendo desidera es- 
ser insieme. Manda una lettera hauta dal signor 
HannibaI Fregoso. 

Clarissimo signor patrono. 

A questa hora ho ricevuto una del signor mio 
padre, eum effeclo li dovesse dar aviso de li anda- 
menti di inimici, si che per altre mie ho dato aviso 
al dillo signor mio padre qual dovesse participar 
eum vostra signoria, si che come li inimici che 
erano intorno a Mortara si sono levati excepto tre 
insegne, qual sono allogiate nel borgo di ditta Mor- 
tara, parte nel borgo Lavezar parte in Santo An- 
gelo et in Lumel et in quelli loci dismitrati (?) II 
circumvicini, et 11 stano intertenuti et non fano cosa 
alcuna. Habiamo adviso per via di Milano, come il 
signor Antonio da Leva sta di hora in hora per 
levarsi cum il resto di quella gente ha in Milano, 
el andar a Lomelina cum animo di passar il Po et 
andar a la volta di Alexandria, et forsi ancora per 
dar spalle a li signori Adorni aciò meglio faciaoo 
lo eflTecto suo, et al creder mio penso che avanti 
passino Po polriano attentar di pigliar Vigevene et 
Mortara et non lassarse retro le spalle. Et per po- 
ter meglio assigurar le sue vituarie, questa note 
passata ho mandalo alcuni mei compagni verso 
Milano per certi botini ; daremo adviso a vostra si- 
gnoria Heri el Birago dette una stretta a la com- 
pagnia di Piero Georgio da Cere apresso Sealdasol, 
et si dice ancora lui é preso ; pur non lo ha verno 
per certo. Non altro, salvo che a vostra signoria 
me ricomando. 

A Pavia, 19 di Aprii 1528. 

Postscripta, Io aricordo a vostra signorìa, che 
voglia mandar el pagamento di la compagnia del 
Cluson perché in verità. si sia eum grandissima 
speia et bisogna comprar il sole, et uou veneodo 



m 



MDXXYin» Apanj. 



m 



di curio li danari, mi dubito non venga a cascar 
qualche disordine per la penuria del vivere. 



Sottoscritta : 



Di Vostra Signoria servitor 

HaNNIB^L FR£00S0. 



191') Ccpia di una ietterà di sier Zuan Antonio da 
ehà Taiapiera eapitanio di Vicenea^ di Jil 
Aprii 1528, a hore 3 di note. 

Herl il signor Duca volse saper tutte le opinioni 
de li inzegneri, et perchè fu pronnosso che lo iùuto 
di le aque saria il principal a questa forliGcation, 
$04 Efcelleniia deliberò si facesse la livellalioncs et 
cosi fu dato il carico a roissier Antonio da Castello 
insieme con li inzegneri, qual fece la livellatione. 
£l poi questa malina introdutto a la presentia del 
signor Duca, ove eramo nui rectori et il clarissimo 
proveditor Contarini et li inzegneri, referite, che 
facendo dui sostegni uno ai Reiron, 1* altro ili Ba- 
ehion, abgaria atorno la citli, removendo però 
certo teraio fatto per la cavation di la fossa ordinò 
gii il qu. signor Bortolomio Alviano, con far però 
una fossa in dui pezi di pertege 300, et inundando 
le fosse vechie. Ditta questa relatione, et haveodo 
ogniuno parlato sopra il suo parer, mostrai quel 
disegno che ho mandato de li ; il qual visto et exa- 
minato da Sua Excellentia, gli ha aparso sia molto 
al proposito et lo ha summaroente comendato per 
il preseotaneo bisognoi cometendo cife si procedi 
secondo quello. Il ditto missier Antonio da Castello 
ancor lui è intrato in tal opinion. Ma perchè lo ef- 
feeto rizerca provisiooe di 3000 guastatori almeno 
et bisogna provederli del viver perché de qui Don 
lièinodo de substeDlarli, habbiamo scritto a la 
Illustrissima Signoria si degni proveder et di qual- 
che danaro, perchè senza non si può far, etiam a 
mandarci qualche numero di fanti per possersene 
servir, oUra a la defensione di la città, per eseguir 
quanto farà bisogno, et solicitar la fortificaliooe, et 
habiamo scritto io nome di nui rectori et Provedi- 
tor. Lo illustrissimo signor Duca dimane partirà 
per Verona con ditto clarissimo Proveditor. Per di 
qui non si fa provisione di custodia di fanti, et se 
inimici calaseno, iudico li andariuno incontra con 
le ebiave, k) farò quello potrò dal canto mio, né 
191* mancherò di ponto; ma io solo non mi basta lo 
animo difender una città. L'opinion del Duca è 

il) U euta tfO* è Uaaoa. 



che questa terra si fortifichi per esser importan* 
tissima. Se daranno il modo del viver, si lavorara, 
ne li bisogna perder ponto di tempo a questo 
effecto; pur basti. In questa città il tutto è sotto- 
sopra adeo tutti fuzeno, et se non vien provisto 
moriremo da fame. Io non posso suplir a tanto. 
Hozi ho comenzato a incantar le boiege di la co- 
munità et de li beni de li exalori ; ma credo con 
dificulti si troverà compratori per questi moli. 
Questi sono duri, né curano a far provisione al« 
cuna si di le colte vechie come del restante di 
r imprestedo, et li debitori sono per zerca ducati 
3000. Hozi bo mandato li cavalieri atomo; pur 
qualche uno ha portato qualche ducato. 

Di sopra non li é altro Ano beri, né è zonli 
fanti a Trento né cavalli alcuni. Ben seguitano il 
masenar, ma iudicasi per il lago di Como anda- 
rono fanti expediti et si unirano con quelli di Mi- 
lan, et venirano poi di qui per vituarie et far 
quello li parerano. 

A ài 23 y fo San Zorai. In questa terra, né 192 
senta li uffici! né i banchi; ma si lavora per la 
terra. 

Da Verona, di rectori, di 22, hore ... fo 
lettere. Con avisi hauti di sopra di barche 33 bu- 
tade in V Adexe et poste do vicine una a V altra 
da far ponti suso, et preparation si fa li a Trento, 
et metter farine in le botte eie ut in litteris. - 

Di Cadore, di sier Filippo Saìamon capi- 
tanto, di 2L Come passano H apresso gran quaif- 
tità di zerite le qual vanno t Bolzan et Trento, 
et dicono venir in Italia a vestirsi. Ha mandato 
uno suo per saper. Et avisarà il suo riporta 

Da Breza, di sier Zuan Ferro oapitanio, 
di 21. Come il signor Janus di Campo Freguso 
govemator nostro vien de li indisposto, et é zonlo 
a .... né altro hanno di novo. 

Vene Torator dì Hantoa per certa Irata voi 
di bestiame voi far venir di Allemagna et passar 
per le terre nostre. 

Da poi disnar fo Pregadi» el vene queste let- 
tere: 

Da Trani, di sier Veior Soranfo prone- 
ditor, di 13. Come, per tutta la Puiv la Signoria 
nostra é adorata, et che zerca hav«r formenti de 
Q et mandarli in questa terre, olirà quello ha man- 
dato, et orzi, et ohe spera haveroe da 40iK> stera 
et li manderà ; ma bisogna vadi con destreza, per- 
ebé li comisaarìi di Lulrech ha poeto 7 ducali di 
Irata per caro, Item^ ha trova 140 miaia di oio 



SKT 



liÙXXyOI, APRlIiE. 



588 



spetante al signor. Tien sia di la Si$(noria et vo- 
lendo li manderà. Item^ zonla l' armada, (u(ta la 
Pula si render «à. 

Di sier Piero Landò capitanio general da 
mary da Caxopo, di 9. Come a di 6 vene lì con 
r armala galle 20, et per il tempo é stalo li, ma 
per esser acquietato, partirà la notte per Puia. 
Non ha hauto ancora li danari, etc. Scrive zerca 
lettere li ha mandato li Avogadori, che *1 mandi 
il processo fato conlra sier Alexandre Donado 
privato per lui di Soracomilo quando Fo in Sicilia ; 
cosa che non si può far a li Zenerali, né a do- 
mino Benedelo da chà da Pesaro, qua! fece. 
I9'2« Da Fiorenza^ del Surian orator, di 18 et 
19. Scrive coloquii hauti con quelli Signori, quali 
dubitano di questa venuta di lanzinech in Italia, 
che non vengino in Toschana, unde hanno ter- 
minato meler in ordine certe ordinanze et zente, 
aziò in ogni caso si possino defendcr. Item^ scri- 
ve, per quelle di 19, monsignor di Villi el qual 
é orator del re Christianissimo de lì, haverli co- 
municato haver aviso da Orvieto di 15, che'l no- 
stro exerclto di la liga vicino a Napoli era stato 
a le man con iiiimicì, morti 2000 di loro, et di 
nostri da zerca 800. Scrive, quelli Signori haverli 
ditto, che questi lanzinech, per aviso hanno da 
Orvieto, il Papa li fa venir in Italia per farli pas- 
sar in Toschana et mutar stato in Fiorenza pro- 
^ mettendoli darli danari, perchè non pensa in altro 
che a rimeter Medici in Fiorenza. 
^ Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitanio^ ài 22, Kore .... Con avisi 
di le cose di sopra ; la copia sarà qui avanti scritta. 

Et poi al tardi, vene, del ditto, un' altra let- 
tera, di 23. Con avisi. La copia, sarà scritta qui 
avanti. ^ 

Da poi letto le lettere, fu posto per li Con- 
sieri, cum 8it che a papa Lion fosse renoncià il ca- 
nouichà di Padoa et la capella di Santa Maria 

di per il reverendo domino Chrisloforo 

Marzelio arziepiscopo di Corfù a suo nepote do- 
mino Antonio Marzelio, con regresso però come 
apar ne le bolle fatte del 1523 a di 26 Novcm- 
brìo ; il qual domino Chrisloforo essendo morto, 
el fatto il processo per il reverendo domino epi- 
scopo Haliense del subseculorial ut in parte, per 
tanto al dillo domino Antonio Marzelio di sier Hi- 
roninio li sia dato il possesso del canonichà di 

Padoa el capella di Sanla Maria di et 

scrino a li reclori di Padoa gè lo dagi, ut in 
parte. Ave: 123^ 3, 14. 



Summario di lettere da Vicenza, di sier Zuan 193 
Antonio da chà Taiapiera capitanio, di 
22 Aprii, hore 3 di notte. 

Vi dinoto, hozi haver habuto spia, partite Sa- . 
bado da sera da Trento, el perchè non osano ve- 
nir cussi a la distesa per le guardie si fa a li passi, 
riporta la preparntione di inimici continuar, el che 
a Perzene ha vi^to descriver fanti et ponerli so- 
pra le hoslarie a far le spc.x ? fino al dì di la mo- 
stra che debbe esser Venere. El driedo I* Adexe 
verso Bolzan enno cavalli, quali non conducevano 
a Trento per non consumar le viluarie, el con- 
ferma tutti li altri reporti de la sorte di munition. 
In questa hora, che son 3 di note, mi è zonlo uou 
mio fidato et veridico, qual sempre mi ha ripor- 
tato il vero, partito beri matina da Trento. Dice 
haver visto gitade io aqua da barche 40 con le- 
gnami da ponti et scale sopra, con le cilele in zima 
in cavo a le scale. Item, in Trento non vi esser 
fanti, ma a Perzene esser il conte Paulo da Tri- 
lago qual levava li fanti descrilti. Item^ haver 
visto darli raynes mczo per uno per condurli a 
uno loco chiamalo Tremen, niia 20 lontano da 
Trento verso Bolzan, dove è uno piano bello per 
far la mostra el zorno di San Zorzi, et darano la 
paga zeneral a tutto el campo per aviario dove 
parerano. Item, dice, tra Venere et Sabato se 
dieno adunar in ditto campo li fanti del conia di 
Tirol et altri fanti expetavano da le parte di so- 
pra, el li cavalli doveano venir verso Trento per 
haver soli preparatosi il strame come io aloza- 
mento. Item, el signor Francesco Castelallo esser 
fatto capitanio sopra li fanti del conta di Tiruol. 
Ben dicono voler prender la Chiusa ; ma questo è 
impeto loro. 

Scrive esso Capilanio : dubilomi forte de qui 
non sia robata questa cita, perché tutti fuzeoo, el 
son nudo senza presidio si de fanti come di cia- 
scaduoa altra cosa, et più so che sentendo questi moli 
ninno mi ubidirà né si potrà far provisione. Vede 
questi credeno mantcnir città con parole, et calan- 
do in queste parie vederano come si potrà con- 
servar città senza zetite. Ho una vita el quella non 
sparagnerò, come ho fatto sempre in ogni ocorren- 
tia. il signor duca di Urbino hozi si è parlilo et ha 193* 
dato ordine si exequisca; el che, senza aiuto [neppurfj 
di biava da dar a manzar a li guastadori, mal si pò 
né principiar el meno finir. Et quanto li ho dimo- 
stralo per il mio disegno tutto ha laudalo molto, 



w 



VBtVìm, APRtLE. 



S90 



/ 



el hami dillo nel suo parlir : < fate voi, perchè cono- 
sco non nirincarete al bisogno. Desidero inleniier 
U resoludon di la Illustrissinr)a Signoria et V ordine 
ìì piacerà, et se non se dimostrerà con qualche 
opera el presidio di fanti di voler conservar quo- 
$Uf polrà inlravenir quello che poi si slenliria con 
uno mar di oro a ritornar nel esser Té al presente, n 

m 

Copia di lettera del ditto di 23, hore IL 

A questa bora è gionto uno messo, qual riporta 
haver visto Marti proximo a mezo zorno in PAdese 
a Trento barche zerca 50 in ordine, con li legnami 
da pònti sopra; et per alcuni venuti da Perzene ha- 
ver inleso, come si dava mezo raines per cadauno 
de li Tanti descriti per adunarli ; et haver visto an- 
dar alcuni di questo terilorio, de quali dice non 
saper il nome, ma solum conoscerli per vista, per 
locar danari. Ilem, haver visto dui capi di cavalli 
che erano venuti per tuor li alozamenti per li ca- 
valli bOO si aspetavano da Yspruch ; et sogionge, 
che uno missier Antonio Tesin dolor suo an)icissi- 
mo, che é uno dei Consieri di Trento, li ha ditto, 
oemici esser per discender a danni di la Signoria 
nostra, et che ad expugnar terre non iudica se 
mellerano, salvo se non se ponesseno a questa citi 
per esser la più debole, et questo islesso haver in* 
teso anche da altri. Di valuta di biave dimandatoli, 
dice valer el Tormento carantani 40 el suo staro, 
che saria lire 12 el staro venetiano, et esserne qual- 
che penariH. Di zatre, dice non haver visto per esser 
stalo solum uno giorno de 11. Scrive, io mi atrovo 
di qui senza presìdio alcuno ; suplica di gratia, pa- 
rendo bisogno di conservar questa cita provedi al 
bisogno, perché lui non mancherà di tutto quel li 
sera possibile eie. 

194 Fu posto, per li Sa vii del Conseio el terra ferma, 
una lettera al serenissimo re di Anglia, et in confor- 
iTìilà al cardinal Eboracense e al Venier oralor nostro 
in Anglia, in risposta di la lettera ne ha scritto ditto 
Cardinal che vogliamo restituir al Papa Ravena et 
Zervia, et se li risponde che {per) la observai»lia di 
qiieslo Slado haula sempre verso il qu. Serenìssimo 
suo padre et Sua Maestà, qual é protetor di la liga 
nostra, la dia saper che nui lolessemo queste terre 
convolunlà di P oralor del re Christianissimo et 
del suo oralor Caxalio, aziò non capitasse in man 
di cesarei, et con spexa V havemo tenute, et se me- 
raveiemo di questa richiesta del Papa che, adesso 
che semo in ardente guerra, ne domandi queste 

Piarii di M. Sawuto, - T^m. IlVIL 



terre ; che si doverla atender a far eie, per liberar 
Italia ; però Soa Maestà sarà contenta acquietar il 
Papa per adesso, in retiquiis TOrator nostro sup- 
plirà. Al qual Oralor si scrive li parli eie. Fu presa. 
Fu posto una lettera alPOrator nostro in Franza, 
persuadendolo quella Maestà attender alle cose de 
Italia perché in questo consiste la vittoria conira 
r Imperalor el farlo venir alle pace, comemorando 
a Soa Maestà molte cose eie. Item, se li manda 
quanto é sta scritto in Anglia zerca Ravena et Zer- 
via, et la copia di la lettera ne scrisse il Cardinal, 
pregando Soa Maestà vogli far bon officio in Anglia 
per non esser tempo di parlar di lai cosse. Item, si 
continua a exortar Soa Maestà a mandar forze in 
Italia, perchè in questo aquisto del reame dipende 
ogni ben de V impresa. Fu presa. 

Fu posto, per li ditti, una lettera a monsignor 
di Lautrech laudando le operation di sua excellen- 
lia, exorlandolo a perseverar et scriverli quanto é 
sta ordinalo al Gapitanio zeneral fazi con l' armata 
come soa excellentia vorà, el che in la celerilà con- 
siste, aziò non li venisse socorso ; con altre parole, 
ut in litteris. 

Fu posto, una lettera a sier Alvise Pixani prò- 
curalor proveditor zeneral, et sier Piero da chà da 
Pexaro procurator oralor a Lulrech, in conformità 
parli a monsignor di Lulrech etc. Ei fu presa. 

Fu posto, per li Savii, etiam li Savii ai ordeni, 
una lettera al Gapitanio zeneral da mar, come semo 
certi al ricever di queste sarà zonlo in Pula eoa 
r armata. 

Et perchè poìria esser che monsignor di Lu« 194* 
Irech volesse V andasse overo a Napoli in Sicilia, 
per tanto con Senato li dicemo vadi con 16 galle, 
lassando in Golpho sier Agustin da Mula provedi- 
tor con il resto di le galle per custodia del Golfo. 
Fu presa. 

Fu posto, per li Savii, che per conservation di 
la città nostra di Vicenza sia scritto a domino Zuau 
di Naido capilanio di cavalli lizieri.qual è a Ravena, 
debbi subilo venir con la sua compagnia a Vicenza, 
el corr 500 fanti quali li debbi far sotto quelli capi 
li parerà a lui ; et aziò per farli el non demori, che 
subilo lui si parli con la compagnia et vengi a Vi- 
cenzii, lassando il iarc^i fanti a chi li par, quah lo 
vengano a trovar a Vicenza. Fu presa. 

Fu posto, per li Savii, che pubi ice sia procla- 
malo per le terre et lochi nostri da terra, che tulli 
li subditi nostri quali sono setto altri et sia chi es- 
ser si voia a stipendio, exceplo quelli di la lega, 
debano fra termine di zorni 1 5 ritornar a casa 

19 



S91 



HDIXVm, APfiUJB. 



292 



sodo pena dì conGscatioo di iMì i loro beni, et di 
perpetuo exilio di terre et lochi nostri, et de eoe- 
iero niun subdilo debbi andar ut in parte. Ave : 
185, 5, ì: 

Et nota. Fu fatto questo per il conte Brunoro di 
Ganìbara qual è a Milan con cesarei et altri, etiam 
molti di Valsabia et altre valli, che vanno tuor da- 
nari da todeschi. 

Fu posto, per li Savii tutti, che andando 5 nave 
in Levante Tra 3 zorni, et intendendo che ne Taque 
di Caomalio é per venir 30 fuste di B'^rbaria, per 
tanto sia preso che ditte navi vadino unite fin lì, et 
sia Capilanio di quelle sier Hironimo Querini qual 
va su ditte nave retor a la Cania, ut in parte. Fu 
presa. Ave: 156, 5, 0. 

Et licentialo Pregadi a bore 23, restò Conscio di 
X con la Zonta, et fono in materia di danari, et 
nulla fu fatto 

In queslo Pregadi, fo chiama 10 zentilhomeni 
cavalieri, dottori et altri di Pregadi, et comessoli 
per il Serenissimo, atcnto il cardinal Trane, qual 
sta a Muran, si voi partir per andar a Orvieto dal 
Papa, però lo vadino a visitar per nome di la Si- 
gnoria, scusando Soa Serenità non poter venir da 
Soa Signoria reverendissima per convenir diman 
andar in cbiesia a vespero insta il solito, vigilia di 
San Mafco. EX volendosi partir da matiua, questa 
sera vadino a Muran in chà Gueruzi a far tal oOlio. 
195 A di 2i. La matiua. Vene in Collegio monsi- 
gnor di Baius orator del re Christianissimo. 

Introno il Cai di X et steteno assai in Collegio a 
consultar in materia di trovar danari, et ordinaron 
far Conscio di X con la Zonta bozi da poi vesporo. 

Da Udene, di sier Zuan Basadona el do- 
tar, locotenente di la Patria, di 20. Manda uno 
riporto di uno suo explorator, Nicolò da Venzon. 
Partito a li 10 del passato per llongaria et bozi ri- 
tornato referisse, come a li ^G Marzo gionse in 
Vienna dove stete giorni 3, et de li partito andò a 
Posonia in barca per il fiume Danubio lonlan da 
Viena miglia GO laliane, dove etiam stele 3 giorni, 
et ritornò a Vienna in caretta ; et stato li fino a li 9 
de r instante, poi s' é partito et ritornato de qui. In 
Viena, a li '26 del dillo vide partir el principe Fer- 
dinando eum circa cavalli 300, lutti homeui da 
conto, per andar a Praga in Bohemia a sedar certe 
discordie di beresie, et come alcuni dicevano etiam 
per far gente. Et da Praga poi si dovea partir per 
andar ad una terra franca ne la alta Allemagna, 
Rangspurch in lingua todescha chiamata, el in lin- 
pua taliaoa Ralisbona, dove si diceva dover;»! re- 



dur tutti li signori de la Allemagna el di le terre 
franche ad far una dieta fino a Pasqua de Uazo. 
La Regina etiam da Viena era partita, et la Dome- 
nica di le Palme si dovea ritrovar a Cremas loco 
sopra Viena miglia 60 tuliani per andar poi a Rati- 
spona, et lui la vide partir da Viena in barca per 
il fiume Danubio cum poca compagnia. Referisse 
etiam, come le» genti d' arme del principe Ferdi- 
nando sono ritornate a casa, et lui ne ha viste in 
parte partir da Viena et venir a li sui castelli. Dice 
che Buda si tien per nome del Principe, é la custo- 
dia de la qual li sono 4 bandiere di lanzinechi ; et 
che in ditto loco di Buda, Slrigonia, Posonia, et 
altri loci di THongaria li sono restali da 1500 ca- 
valli lutti hongari per nome di esso Principe, lu 
Slrigonia li sono da 700 Itoemi, el lo Vayvoda se 
ritrova in Transylvania cum poca gente, qual ogni 
altro zorno stracorre fino apresso Buda. In quelle 
parte de Vienna el Posonia se divulgava, a Belgrado 
esser gionli gran numero de turchi et todeschi. Di- 
cono che la Serenissima Signoria é fradellala cum 
il Signor turco, el lei esser quella che li fa venir a 
li loro danni. Referisse etiam, nel ritorno suo ha- 
ver visto condur da Jurimburch a Villacho grande 
quantità di biave. 

Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor 
general, di 22. Come li inimici sono levali da 
Morlara come scrisse, et si aproximava al Po per 
cegnar di andar verso Alexandria, et é slato adver- 
tito il signor duca di Milano di queslo. El qual scri- 
ve esser ben fornita, el etiam ranno di là per fa- 
vorir li Adorni, perché la città di Zenoa si ha fallo 
intender volerse rczer a populo, el li capitani di la 
guardia sono rctirati in roca el castello insienie 
eum il gubernator. Scrivo, domino Paulo Luzasco 
et il Castro hozi sono cavalcali verso Milano. Quello 
sucederà aviserà. 

Di Nicolò Barbaro capitanio del Lago^ di 
21, da Verona, vidi lettere. Lauda il mandar li 
8 zentilhomeni a Verona, perchè si vede ogoi di 
che si va certificando inimici voieno ealar, et gii a 
Maran sono da 4000 fanti et cavalli, el il conte Ci- 
rardo di Arco si dia partir per andarli incontra, et 
tuttavia si prepara le monitione et si lavora. Io, 
zonto sarà qui il clarissimo Proveditor zeneral Con- 
tarini, comenzerò ad metter ad ordine li ^00 ar- 
chibusieri per il Lago, et poi monterò su la fusta, 
et spero se intenderà quello farò con bonor di la 
Illustrissima Signoria. Il magnifico Capitanio et suo 
Qol e pur in letto. 

Del Hitto, date a dì 22. Come boxi qui m 



m 



VDXXVm, APRILE. 



99i 



aspeta lo illustre signor Duca et il magniflco Pro- 
vetiilor, et gionli si consulterà quid agendum. Lau* 
iè la election di 8 gentilbomeni, perché in verità in 
questa terra i bisogna. Di le parie di sopra si ha 
quel che di continuo ho scritto, che sono per calar 
et si moverano a San Zorzi per venir a la volta di 
Trento. 

Di reetori di Verona, di 22, Con avisi ut 
supra. 

196 Copia Utterarum ex Tulmetio. 

Spetlabiii signori. 

In Bolieniìa (?) (rovandome a una finestra di la 

cusina di sier Bolchon Lesacar che responde in la 

$tua in la qual erano a visitar sier Bolchon, che 

iaeeva in letto, Piero de Somp, Lac D?gan, Pravil 

Mudar, et Bolchon Smirisolil et lo pollar (?) de Tra- 

barchet uno messo di Lonz, eh* era vegnuti da 

Lonz, che sier Bolchon L^sachar andasse a partir 

certa roba dì una sua sorella morta a Lonz, et uno 

fameio del ditto Bolchon f..esachnr eh* era vegnuto 

da de li, quali a parlamento dicevano che 1 va 

muKitudine di soldati a Enspruch et a Prexin over 

Preseoon, et a Trento a tuor soldo, et che 3 done 

di essi soldati et dui soldati erano morti per fredo 

Zobia sera passata, et che per apresso Lodrao et per 

Zeglia coreno assai soldati a tor soldo, et parte mi 

gè ne ho visti andar 50 in pid volte, et menano 

tifava assai per vituaria ; et dice che la mazor parte 

de ditti soMati vano de oltra II tutti suso, et che 

noviter in la dieta è sti presa parte che olirà 14 

milia che doveano esser in campo si die ingrossar 

etiam 1 1 mitia Bno a la summa di 95 milia, o forse 

pili, quali deno andar a la volta di Verona o Milan. 

I quali a li ^ di de Mazo dìeno esser in ordinanza 

eum artellaria et tutto quello fari de bisogno per 

uno campo ordinato a ditta volta. Et se più sentirò, 

subito darò aviso a le spetabililà vostre, a le qual 

sempre mi ricomando. 

Data a dì 21 Aprile 1528, in lo tnerchà 
de Muda. 

Il vostro fldelissimo 
ÀuoosTiN qu. sier Polo Zoto de Paluza. 

A tergo : Magnifica et vi.:ilanlìssima comunità 
et conseio di Tulmezo magiori et quanto padri sem- 
pre honoratissimi. 

196* Leonardo de Torri de Rivo mandato a la volta 



de Lonz per spia, referite a di 33 Aprile 1538, come 
lui é passato a la volta de Lonz et più oltra da 15 
megliari, per li quali logi ha visto passar in più 
schiere soldati a pie circa 300, et in qualunque . . . 
de 35 si hanno uno a cavallo ; li quali armati cum 
schiopetti, lanzoni et alabarde assai ben vestiti, et 
si ha sentito dir che se die (ar et conzonzer a la 
volta di Verona uno campo de numero 3500 et più 
in breve, et che lo Archiduca si ha hauto lettere del 
re de Spagna suo fratello de suspender la impresa 
de Hongaria, et ricorrer con ditte zcnte a la volta 
preditta di Verona over Milan. Et più disse haver a 
quelle volte viste condur per vituaria del campo 
gran numero di biave, le quale, come referile, le 
Fano masenar di et notte a la volta di Trento per 
quanto lui intese. Item, ancora a quelle bande lui 
vide passar da circa 300 ho da carne, li quali se 
diseva condurle per la munitione de ditto campo. 
Et ita reffert, ex relatis, speetabilis co- 
munitas Tulmetii. 

Da Caodistria, di sier Piero Morexini pò* 
desta et capitanio, di .... Con avisi bauli che 
a Trieste erano zonti 400 cavalli. 

Fo parlato in Collegio di hr venir in Istria et in 
Friul li 300 cavalli de stratioti sono in Daimatla. 

Fo ditto questa mattina, es3er verificata la nova 
si bave da Fiorenza, et è per una lettera di Or-, 
vieto, di 17, partieular, et dicono fono a le man 
volendo nostri prender certo monte, et di spagnoli 
è sta morto alcuni capi. Ira li qual el marchese 
del Guasto. Tamen tale zanza io non la erodo. 

È da saper. Li formenti calano, vai lire 1 1 soldi 
10 il slaro, et si dice sier Zuan Contarini Cagadia- 
voli ha venduto stara 3000 portati con la nave 
di Barbarla, et li danari li tocha Ferigo Grimaldo 
zenoese con il qual ha compagnia eie. 

El qual sier Zuan Contarini, volendo il Collegio 
armarlo et mandar Proveditor in armada, et beri 
b parie fatta notar per li Savi ai ordeni in Collegio 
fo leta ; el qual però non voria armar et offeriva 

prestar ducati 500 per anni et si facesse 

uno altro, et poi lui armerìa. Quel sarà, scriverò. 

In questa terra sono assaissimi villani perle 
strade che moreno di fame, oltra quelli sono in li 4 
hospedali de li qual ne mor assai ; adeo in barche 
grosse vien mandali a sepeiir a San Job, San Jere- 
mia, et non ne pono più star, et dubito non fazino 
venir il morbo qui. 

A San Nicolò é morti do puti da peste presa 
I da uno Marco Scarpa, overo Sepa, venuto dà Ghio- 



197 



295 



tfOZXVUI, APBILE. 



996 



za, dove si muor, da atia soa sorella et li ha apizà 
il morbo. 

Da poi disDar, per esser vizilia di San Marco, il 
Serenissimo vene in chiesia a vespcro con le ceri- 
monie ducal, vesli^o di rcslagno d* oro, con li ora- 
tori Papa, Pranza, Anglia, Milan, Fiorenza, Perara 
et Mantoa, il Primocerio et lo episcopo di Baffo. 
Portò la spada sier Zuan Bulisla Grirauni va pode- 
stà a Chioza per danari, vestito di ... . Suo com- 
pagno sier Polu Loredan qu. sier .\lvise, vestito di 
.... Po solum sier Jacomo Soranzo procurator ; 
non fu alcun Censor, et invitali ul pasto, computa 
questo Podestà di Chioza et il conìpagno, 20 sola- 
mente, r ultimo di qunl fo sier Marco Contariiii 
qu. sier Zacaria el cavulier. 
197* Da poi vesparo se reduse Conscio di X con la 
ZoDta, et steleno fino bore una di note. 

Pu preso, tuor ducali 100 milia del dazio del 
vin deputalo a la Camera d'impreslidi non obstan- 
le altra parte in contrario, comenzando da Septem- 
brìo proximo in là, et il Collegio babbi libertà di 
trovar di haver .danari, con la restitution di ditti 
ducati 100 milia ut in parte. 

Item, preseno tuor 10 milia ducati del Monte 
vecbio, di quelli è deputadi a la fraocation del Mon- 
te nuovo. 

Item^ preseno una gratia, che in luogo di sier 
Marin Capello qu. sier Batista, qual veniva in Pre* 
gadi per ducati .... debbi venir sier Marco An- 
tonio da Leze qu. sier Francesco, con tutti li modi 
et titolo veniva il qu. sier Marin Capello. 

Item^ preseno una gratia, che in luogo di sier 
Stephano Querini qu. sier Piero, qual non voi più 
venir in Pregadi, intri ut supra sier Alvise Bra- 
gadin di sier Andrea. 

Item^ preseno una grafia, che sier Hironimo di 
Prioli qu sier Lorenzo da san Jacomo di V Orio 
eleto per danari Podestà a Bergamo et dovea an- 
dar z)i . . . . mexi el non voi andar al presente, et 
voi prestar ducati 200 a scontar per ogni angaria 
sì melerà ducati 16, el li sia concesso cheM sia 
electo Podestà a Bergamo, qual vadi di presente ; el 
perché sier Marco Morexini el dolor rimase il se- 
condo per danari, ex nunc conlenta di andar poi 
Podestà a Bergamo in loco di sier Marco Morexini 
sopradilto. 

Item, fu posto et preso, che de coetero non si 
possi per questo Conseio far piti tal gralie di quelli 
sono rimasti nel nostro Mazor Conseio, sotto pena 
a chi metterà etc. 

Item, preseno di mandar Andrea Rosso secre- 



tano in Franca, qual vadi a stafeta a Paris dal Chri- 
slianissimo re, a solicitar li pressidii per Italia, et 



I 



Item, fu posto, una gratia di sier Agustin Nani 
di sier Polo, vadi in Pregadi in loco di sier Mar- 
chiò Michiel avogador exlraordinario, il qual prestò 
ducati .... et za fo ballutata et pende,, et cussi 
hozi ballotata non fu presa. 

A ài 25, fo San Marco. La malina piovete j^g 
alquanto et poi tutto il zoruo. Il Serenissimo vene 
in chiesia con vesta di restagno d* oro et manto di 
raxo cremesin, con il bavero di varo, con li oratori 
Papa, Pranza, Anglia, Milan, Fiorenza, Ferrara et 
Mantoa, il primocerio Barbarigo et il Pexaro ve- 
scovo di Baffo. Portò la spada sier Christofsil Ca- 
pello va capitanio a Brexa vestito di veludo creme- 
xin . . . . el suo compagno sier Stefano Tiepolo 
vestito damaschin negro. Poi li Consieri, Cai di XL, 
Avogadori, Od di X, sier Ferigo Renier censor solo, 
per esser sier Daniel Moro suo collega amaialo za 
pili zorni. Et soìum 26 altri deputadi et invidati al 
pranso, Tultimo di qual fo sier Marco Contarini qu. 
sier Zacaria el cavalier. Et passado le Scuole, si levò 
el andò suso adeo le 4 arte che suo' venir a oferìr 
li torzi a la chiesia sempre essendo il Serenissimo 
in pergolo, veneno da poi partito di chiesia, che piò 
non é seguilo questo. El al pasto seguite che sier 
Andrea Bragadin qu. sier Alvise procurator li vene 
certo acidente, adeo si levò di tavola, fo mena in una 
camera el non fo altro, il pasto «fato in sala di palazo. 
In questo mezo, li Savi si reduseno in Collegio a 
lezer lettere. 

Da Verona, fono lettere di 23, di sier Car- 
lo Contarini proveditor generai Colloqui hauti 
col Capitanio zeneral, et avisi di le cose de sopra, 
che a Trento za comenzano a venir zente eie. 

Et il Capitanio zeneral etiam scrisse lui veder 
te cose mal in ordine, non esser fanti né provision, 
et se provedi. 

Noto. In questa note, morite Tuzo Sandeli aten- 
deva a la porla del Collegio, qual ha di salano in 
tutto ducati .... a r oGcio .... oltra le altre 
utilità Et etiam in questa note morite uno sugi ca- 
rissimo compagno, pre' Francesco da san lelixe, \ 
quali più volle tanfaruzavano insieme. 

Da poi disnar, poi el pranso, se reduse el Sere- 
nissimo, Consieri, Savi con li Cai di X fin bore 23. 
Da Bassan, fo lettere del Podestà et ca- 
pitanio, con avisi di le cose di sopra ut in litie- 
ris, in consonanza di le altre. 



287 



MDXXVUIi APRILE. 



S98 



198* A iì 26. La matina, piovete. Fo ledere di le 
poste. 

Da Verona^ di sier Carlo Centanni prò- 
vediior general, di 24. Con uno reporlo di le 
eose di sopra mollo copioso, sicome dirò di sotto 
difusameote. 

Di sier Toma Donado provediior a Cividal 
di Friul- Con aviso hauto, che in Lubiana è fatto 
la monstra di 800 cavalli et 1500 fanti, si dice per 
le cose de turchi. 

Vene sier Marco Foscari va prpveditor a Brexa 
el qual si parte doman, et 

Fo dito una nova, esser lettere nel cardinal di 
Trano, qual e partito de qui per Orvieto, ma V ha 
haute domino Anzolo del Bufalo é reslato qui per 
acompagnar la madre et sorella verso Roma, et 
par babbi aviso che il campo de la liga babi com- 
baluto con li cesarei ne V aquislar de uno monte, 
el che prima il signor Horalio Baion con li soi fanti 
fono rotti da li cesarei, et poi sopravene Piero Na- 
varo con la sua banda el rupe cesarei, morto el 
marchese del Guasto, el obteneno el monte. 

Tamen non si veiie le lettere. 

Da poi disnar fo Gran Conscio, non fu il Se- 
renissimo. 

Fa Tutto eletion di Podestà a Bergamo iusta la 
parte presa nel Conscio di X con la Zonta, et sia 
tenuto partir in termine di uno niexe, et rimase 
sier Antonio Surian dolor et cavalier, fo podestà a 
Brexa, che sitr Àgustin suo fradelo el tolse. 

Item, Avogador di Comun, in luogo di sier Al- 
vise Bon el dolor, a cui Dio perdoni, sier Piero 
Boldù fo podestà et capitanìo a Crema, di 15 balole 
in scurtinio da sier Marco Loredan fo avogador, et 
in Gran Conscio, di 10, da sier Ferigo Renier fo avo- 
gador : el qual (o chiamato a la Signoria a iulrar et 
zurar. 

Item, fo fato altre 5 voxe. 

Fu posto in questo Conscio, per ì Consieri et 
Capi di XL una parte, di risarvar a risponder a 
sier Antonio Surian dolor et cavalier rimasto po- 
destà a Bergamo, qual é Orator nostro a Fiorenza 
senza alcun salario, 3 zorni da poi sarà zonto in 
questa (erra, et sia eleto Domenega proxiina uno 
altro Podestà a Ikrgamo qual si parli fra un mcxe. 

Et ditta parte non fu mandala perchè li Cai di 
X la suspeseno, atento non si poi riservar la pode- 
staria predetta si non da poi sier Marco Morexini 
dolor et sier Hironimo di Prioli, in loco del qual 
hozi è sta electo insta la parte presa nel Conscio 
di X con la Zonta ; si che non fu mandata. 



Fu posto, per li Consieri et Cai di XL, fo electo 199 
per il Conscio di Pregadi il nobel homo sier Filippo 
Corner qu. sier Hironimo uno di nobeli ad andar 
a le porte di la cita nostra dì Verona ; el perchè 
non è conveniente che *1 ditto, qual é pronto ad an- 
dar a li servici de la Signoria nostra domenle non 
perdi il loco de la Quarantia Civil nova, aziò ale- 
gramente et con mior animo el vadi : 

L' anderà parte, che per autorità di questo Con- 
scio, al ditto sier Filippo Corner li sia reservà il 
ditto loco di la Quarantia Civil nova Ano al suo 
ritorno di servici nostri di Verona in questa città, 
non corendoli tamen per il tempo che 1 starà 
fuora alcun salario di la ditta Quarantia, come é 
conveniente. Fu presa. Ave : 780, 445, 48. 

Da poi Conscio, la Signi»ria con li Cai di X se 
redui^eno in Collegio con li Savii, et vene etiam el 
Serenissimo per consultar la materia di danari per 
li 100 milia ducali tolti del dazio del vin, a farli ve- 
nir in danari. 

Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà 
et eapitanio, di 25, Con avisi di le cose di sopra, 
et di zente zonte a Trento, el in consonantia di quel 
si ha auto da Verona. 

Di Cadore, di sier Filippo Salomon capi- 
tanio, di 24. Come a di 19 avisoe et bora, essendo 
venuta una sua spia da Bernic, la qual dice .et con- 
ferma di la grande adunazion di zente vanno verso 
Trento, el hozi se dia far la mostra in molli lochi, 
et per quanto li ha ditto ditta spia hanno locbato 
carantani 30 per uno fin dove si farà la mostra, el 
poi li darà la sua paga. 

Etiam ha ditto come a Trento si aparechiava 
molle Zaire et zatroli a che fin non se inlende, et 
questa r ha per bocha de alcuni lodeschi suo amici, 199^ 
et etiam a questi conlini sono relenule gente assai 
che non passano più avanti. Scrive, dubitar non vo- 
glino far qualciie arsalto a Cadore, perché in quella 
forleza non vi è provisiou alcuna, el esser mal in 
ordine di tulle cose ; si che prega Idio che lo aiuti. 

Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitanio^ di heri. Vene lettere dri- 
zale a li Cai di X, nescio quid. 

A dì 27. Ia malina, fo lettere di campOy da 
Cassan, di sier Toma Moro proveditor gene- 
ral, di 24. Il sumario dirò di sotto. 

Vene V orator di Anglia, dicendo 



Vene Michiel Gosmaier capitanio de lanzinech, 
provisionalo nostro sta a Padoa, perchè *l vene dal 
campo de Toschana dove bavia la sua compagnia, 



999 



MDXXVIII, APRILE. 



300 



et sta in Padoa con la moglie. Hor il Serenissimo 
et altri di Collegio partono con lui zerca .... 

Vene l' orator di Munloa, per 



Ba Brexa, vidi lettere dil Capitano, di 25, et 
del Capitanio del Lago, di 24. li sumario di le 
qua! scriverò di sotto. 

Da poi disnar fo Pregadi, ma prima fu fatto el 
parente a San Severo de la fia di sier Francesco di 
Prioli procurator in sier Francesco Querini qu. sier 
Zuanne Stampaliay lu qual era sta prima promessa, 
etiam dà la man et fatto parenlà in sier Baldissera 
Valier di sier Bortolomio, ma poi ditto sier Fran- 
cesco di Frinii fé disfar le noze el lui si maridù in 
la fia qu. sier Zuan Francesco Juslinian qu. sier Be- 
lieto, et mò lei e maridada, zoè hozi fo compito le 
noze ; la qual havia uno diama le in dedo. Vi fu 
lutti li Procuratori, excepto sier Luca Trun, el altri 
di Collegio et assi numero di zentilhomeni el pa- 
renti. 
200 Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio di 
Brexa, di 24 Aprii, particular. Come, per uno 
capitolo mostratoli per il secretario del guberna- 
lor signor Janes, si ha che si fa zeole ne le monta- 
gne di Zenoa per far la impresa de 2^noa, et fasi 
preparation. De Àlemagna, de li in qua, non é 
gente alcuna, ma ben fasse gramle preparation a 
Trento per una lettera di Verona da la corte del 
signor Duca, qual manda copia de una lettera di 
Verona. Todeschi par travagliano per voler calar, 
el del nostro lato si é fatto provisìone di 6000 lao- 
* zinech de li quali 4000 al primo di questo se 
mossero da Parigi el vengono a bone giornale, che 
si aspectano al primo de Mazo 2000 altri dietro 
a questi si sono solicitadi, el 6000 altri se sono 
provisli tra sguizari el grisoni, de modo che ha- 
veremo 12 milia fanti alemani et 10 milia fanti 
taliani, cum li quali vedo el signor Duca cum una 
grande speranza da far che siano ntal venuti per 
loro. Se preparano li cavalli per l'artellaria et di 
lutto. Dicesi che a San Zorzi dia arrivar a Trento 
el marchese di Bransvich capitanio de cavalli 1500 
el magnifico Sielh capitanio de li fanti per far la 
mostra de IO milia lanzinech. Àlctmi dicono che 
calerano grossi al numero de 20 milia, alcuni di- 
cono de 10 niilia ; ma io sto de bona voglia, per- 
ché havendo el signor Duca qua provisione, come 
Soa Excellentia solicita continue, non teme niente 
de questa guerra, el disegna balerli senza lassar 
guastar el paese el li recolli. 



Copia de una lettera del campo, da Cassan, 
di 22 Aprii 1528, scritta per Zuan Ba- 
tista da Castro. 

Beri fussemo in cavalchada cum el magnifico 
missìer Paulo Luzaseo, el habbiamo piglialo 4 ca- 
valli del castellan de Mus i quali venivano fuora 
de Milan cum ci fralello del ditto caslellan ; el 
qual fuzile por machie in una scorta de zen'ha 
20f> fanti archibusieri. La sorte volse che li tro- 
vassemo Iroppo apresì^o i fanti. Havea uno botin 
cum lui de più de 20 milia ducati : i quali tro- 
vassemo milia dui a la via de Milan. Cum dispia- 
cer ho inleso el mio carissimo fratello missier 
Piero Frastina è morto. 

Copia di lettere di sier Zuan Ferro Cfipitanio 
di Brexa, di 25 Aprii 1528. 

In questa bora ho ricevuto lettere del claris- 
simo provedilor Moro, date a Cassano, a li 24, 
per le quale mi dice le nove infranotate. 

Questa notte ho ricevuto lettere de li claris- 
simi di Bergamo, cum alcune copie di lellere del 
vicario de Valtolina, date in Sondrio, a li 19, de 
tenore che li lanzinech danno fama de passare a 
Trento per venir a Milano, el che la magior parte 
de loro sono gii venuti ^ Bolzano, et che voleno 
venir a li danni de la III iStrissima Signoria ma- 
xime a la volta de Bergamo, el che tra le altre 
molte preparation hanno fatto, hanno redutto in^^ 
sieme 3000 carri de buovi per loro vituarie. Item, 
che a lì 18 el capitanio Tegen, venendo dal ca- 
stellan de Mus, fece transito per ditta terra de 
Sondrio andando verso ditti lanzinech in molta 
pressa; qual si è acordato et va a li servilii de 
essi lanzinrchi contra el volere de li signori gri- 
soni. Inimici che erano in Lomelina hanno jiassalo 
il Po, el vanno a li danni de quelli paesi del si- 
gnor duca de Milano. 

Copia di lettere di Nicolò Barbaro capitanio 
del Lago, date a Bardolin, a li 24 di Aprii 
1528. 

Li inimici gii una parte è venuti a la volta di 
Bolzano, si che ben so di breve spirano a Trento, 
el hanno buttale quelle barche hanno fatte per li ^( 

(1) U oirU »0* è bUnot. 



301 



MDXXVm, APROE. 



80^ 



ponti su r Adexe, el hanno provato se sustcnta le 
arlegliarie, hanno imbolato sego assai che par vo- 
giiìino dar guasto, el hanno comandalo da 300 
guaslatiori per conziar una via verso Nago apresso 
el Lago ; si che polemo dir indubiiamenle che i ve- 
gncrano. Io non sou per mancar dal debito mio, 
el oceurendo la occasion Deo dante se vederà eie. 

^2 Copia de lettere del campo da Cassan^ di sier 
Toma Moro proveditor general^ di 24^ 
hare 23. 

Scrissi per le altre di la cavalcala de domino 
Paulo Luzaseo el il Castro. Preseno alcuni presoni, 
et Zuan Balista fratello del caslellan de Mus li 
campò di poco. Manda una lettera de domino 
Hartmo Bovollno, qual dice cussi : 

Copia de lettere a li recioti de Bergamo^ scritte 
per domino Martino Bovolino vicario de 
Valtolina, date a Sondrio, a dì 19 Aprii 
1528. 

Magnifici signori reclori eie. 

Per esser nui sempre boni amici de quella 
lilaslrìssima Signoria, avenga sapiamo che habiale 
aviso da più cauti, ne ha parso darve nolitia de 
quello intendiamo. Viene uno esercito de Alemaniu 
conlra vostre signorie, et benché vociferano an- 
dar a Milano, veneno de certo per gueregiare 
cum vui, et menano grandissima quantità de vie* 
(ualie. Int^r alia, hanno 3000 bovi, et dicono de 
calar per Trento el sono bona parte zonti a Boi- 
imo et per li. Queste cose pensamo vi siano no- 
tissime et per queste sole non vi haveramo scritto; 
ma perché beri el capitanio Tegen, el qual senza 
licentia, imo conlra li comandamenti de nostri si* 
gnori va al servitio de lanzioech, passò per qui,, 
che veniva da Musso, el é anima el corpo dn 
quello homo da bene dei castellano da Musso, el 
è stato a conferir cum lui, et cum frela va verso 
ditti lanzinechi, se dubitemo non ordisca qualche 
cosa dal canto di sotto conlra vui, però ne ha 
pars<> adverlirvene a bon fine. Ben sopiamo che 
sete prudenti, in lutto havereti li ochi aperti. Dal 
eanlo nostro persisteremo in fedel amicilia et vi 
cinantia, el se cossa importante intenderemo, ve 
ne adverliremo etc. 

Item^ scrive poi esso Proveditor zeneral, come 
per altri avisi si sa come alcuni soldati del caste- 
lano de Mus sono venuti a Fornovo, loco sotto 



I 



Bergamo in vai olirà Lagucliia, el hanno sache- 
gialo uno loco ditto Nullo, el dicesi el castellano 
in lo accordo fallo cum spagnoli haversi servato 
Valtorla el Avrea, qual sono lochi de la Illustris- 
sima Signoria nostra. Scrive esso Proveditor, ha- 202* 
ver scritto in bona forma al predetto castellano 
de Mus zerca tal cossa. Di Lomelina, per lettere 
del signor Hannibale Fregoso de 2*2, se ha come 
60 cavalli el 200 fanti erano passali Po solum 
per prender missier Zuan Batista Spedano, qual 
andava in Alexandria per provederli, ma discoperti 
li inimici se ne ritornò sano el salvo; el scrive 
come lutle le lor gente erano etiam passale Po 
excepto due insegne, el crede che Tortona sera 
in suo dominio, el chi non provede de cavalli el 
fanti baverano etiam altri lozi. Da poi scrive i 
soprastano cussi, la causa non sa. 

Per lettere del Carissimo oraior Venier da 

di 23 si ha, come è gionle nove alla 

excellenlia del duca di Milano, che inimici dominano 
lutto di là da Po, et dubita sia per huver Tortona 
el Torsi Vogera, che seria uno grandissimo danno el 
ruina al Stato suo, el che inimici sono acresuti de 
ì\ 300&, el rechiede esser acomodato di 200 ho- 
meni d'arme, 100 cavalli legieri el 1000 fanti; et 
che la excellentia del Duca ha mandalo al signor 
duca di Urbino poi a Veuetia domino Scipion da la 
Telia; sopra le qual cosse é sta fato consulto el 
mollo disputata la materia. É sta scritto al signor 
Janus guberuator a Marliuei^, che si atrova de 
11, che tanto quanto scriverà tanto sera fatto. È sta 
scritto al signor duca di Milan die a Pavia sono 
700 fanti di nosin per li bisogni sia, el el Vi- 
coaro cum 60 cavalli legieri beri mandato, el che 
Sua Excellenlia faeia ancor le» provisione di genie, 
et se li ha mandato edam uno a posta. 

Postscripta. A bore 2 di notte soiu) lettere 
de li reclori di Bergamo, li quali mandano questo 
reporlo : 

Che Luni el Marti proximi passali si levorono 
insegne undeci da Leco gente del castellano de 
Musso, el avenga lor fazino il nome de mille, ta* 
men non sono più di 600 el apena gli^arivauo, quale^ 
andorno a la volta de Monza per locar danari dal 
signor Antonio da Leva, el in Lecho restò solum 
il capitanio Mella eoo compagni cerca 80 ; el che 
Luni passò per li il capitanio Tegen cum do servi- 
tori solanaente che andava con grandissima fretta 
a la volta di Milano^ el che Mercore da sera tarda 
bora ragionò assai cum il castelan predillo di Mus 
pur in Lecho, qual dopo molto parole gli disse ; 303 



m 



IfDXXVniy APRUE. 



30 



e Ben, dove fugirete voi da qui a vinli giorni ? > per- 
ché e suo grande amico et fanniliarc, et harebbe di- 
spiacer se havesse male. Qua) referenUs gli rispose: 
< Mo perchè? chi sono coloro che mi voglino cazar? > 
et lui disse : « Vcnirano lanzinech assai assni, » ma 
non disse il numero, quali si rilroverano in la campa- 
gna verso Verona a 10 del futuro. Et tulli, li spa- 
gnoli, lanzchonechi et ilaliani sono nel Sialo di Mi- 

• lano venirano a le bande voslrc de Bergamo per 
inlorlenire la genie de la llluslrissima Signoria a le 
baie de qua, aziò quelli possino più facilmenle et 
senza impedimento calare, et io alora farò tal de- 
mons(i*alione verso la prefala llluslrissima Signoria 
et bergama>chi, che eonosoerano mi essere suo 
amico. Et alfine concluse per sue efricaoìssime pa- 
role, che lutto quello havea dillo venirano ad efletio. 
204*) Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capifanio, di 26^ hore 2 di note. 
Come hozi, con il nome di Dio, havia fato dir una 
messa del Spirito Sanlo, et con pioza havia comin- 
ciato in el loco li ha parso più necessario princi- 
piato a fortificar con cerca 100 guastatori, iamen 
questa sera vi è zonti assai et spera dimane ne ba- 
vera da 2000, perchè questa notte ne venirano 
molli; ma bisogna se li mandi soldati et danari da 
spender in ferramenti, maistri, marangoni et mu- 
rari da fabricar li repari di lolthe (?) et a far li so- 
stegni, el hozi bisogna far il sostegno a BaJrion. 
Voria etiam se li mandasse biave et maislro Ber- 
nardin inzegner da Treviso. Itetn^ rechiede alcune 
cosse altre ut in litteris. Di novo si ha, todeschi 
esser adunali fra Maran, Bolzan el Trento; de quan- 
tità non poi saper, ma aspeda il suo Farfarello. 

Di sier Alvise Pixani procurator, provedi- 
tor general^ et sier Piero da cha* da Pexa- 
ro procuratore orator, di 12 et 13^ date in 
campo in campagna a Cere. Come erano ve- 
nuti Il con lo cxercilo, né mai inimici aparseno, et 
fo scaramuzalo poi con inimici, videlicet era il si- 
gnor Valerio Ursini con 150 cavali conlra li cesarei 
che erano 400, et 50 arehibusieri. Fo morti et presi 
21 di nostri et ferito il signor Valerio Ursino, el de 

•inimici 9. Ilemy genlirono un gran trazer di arlel- 
larie verso Napoli ; iudicorono fossero inimici per 
provar le arlellarie. Scriveno haver certo, esser 
zonle a Napoli .... nave venule di Sicilia con 
formenti et fanti. 

É venuto li in campo da monsignor illustrissimo 
Lautrecb li oratori di Aversa a darsi, et il mar- 



chese di Bilonle. 7fem, per lettere di 13, avisan 
esser zonto uno messo del capitano Andrea Dc»ri^ 
qual era a la Madalena con 9 galle, el a colpi di ca — 
nonate havia falò intrar spagnoli con gran furia i 
Napoli, el aspectava le altre galle. Scriveno, sono 
mia lonlan da Napoli: da matina si leverano el an- 
darano mia 2 più in là. 

Nolo. Sier Sebasliiin Bolani qu. sier Zuane sa- 
liner di Chìoza venuto hozi da Chioza con queste 
ledere, disse come era zonta li a Chioza questa ma- 
lina una barca vien di Bestize, partita adì 23. Dice 
come era nova li il campo di la liga esser inlralo 
in Napoli, ma prima haver rolo essi cesarei la 
banda negra di Oralio Baion et altri, et a la Gn spa- 
gnoli erano slati tibiali a pezi. 

Fu posto, per li Savi, che'l sia scrito al Prove- 
dilor zeneral in Dalmalìa mandi di quelli cavalli di 
slratioliéde 11 de li piùelecti cavalli 150, quali smon- 
tino in Istria da esser operadi dove aparerà il bi- 
sogno. Fu presa. 

Fu posto, per li Savii del Conscio el terra ferma, 
cheM signor Cesare Fregoso con la sua compagnia 
di homeni d* arme el cavali lizieri vengi in la Pa- 
tria del Friul, el sia di quella gubernalor. El il ca- 
valier di la Volpe qual è gubernalor in Friul, per 
ritrovarsi in questa terra indisposto, cedi la com- 
pagnia, tamen lui babbi la sua provision di du- 
cali 1000. Fu presa. 

Fu posto, per li ditti, che al signor coDte di 
Caiazo, olirà quello ha, li sia condutto altri 100 ca- 
valli lizieri è in una parte. 

Fu posto, per li dilli, che a Hironimo suo fralelio 
naturai, al qual fu dato 200 fanti el non si contenta, 
li siano dati altri 200, si che babbi 400 fanti. Ave 
168, ... 4. 

Fu posto, per li ditti, che a Malatesla di Mala- 
testi fiol terzo del signor Pandolfo di Rimano, li 
siano dati 600 fanti. 168, 17. 

Fu posto, per li dilli, che al signor conte Mala- 
testa da Solano li sia dato di condula cavali 200 
lizieri. Ave 23 di no, 1 52, 4. 

Fu posto, per li ditti, che al signor Zuan Fran- 
cesco Ursini fo fiol di uno fiol del conte di Pitiano 
capilanio zeneral nostro, li siano dati fanti 600 et 
100 cavalli lizieri. Ave 145, 5, 3. 

Fu posto, per li dilli, che al magnifico Paulo 
Luzasco, olirà li cavalli lizieri V ha et 1000 fanti, li 
siano dati altri 500 fanti. Ave 182, 7, 2. 

Fu posto, per li dilli, cl)e a uno Zuan .\ntonio 
da la Rocba, corso, li siano dati fanti 300. Ave 
179, 2, 2. 



dos 



MDltfnt, AiAflA 



ioé 



205 



Pa posto, per li Constem, Cai di XI^ et Savii 
tulli, ebe a sier Gasparo Gonlarini qu. sier Alvise 
et fradelli, qual fa una nave a Curzola et li bisogna 
alcune cose et legnami et altro, mandar de qui a 
Curzola, per tanto il dazio sia messo a conto di la 
Signoria nostra aziò si fazi di le nave, come é sta 
fato ad altri. Ave 147,27,8. 

É da saper. In questi zornl, il signor Alvise di 
Gonzaga To fiol del signor Redolpho, qual fo eon- 
Huto a nostri stipendi! come ho scrito di sopra, et 
fo per intertenirlo aziò non si acordi con cesarei, 
che pareva facesse gente a nonie di l' Imperator a 
uno suo castello nominato Castion : hor non ha vo* 
luto acceptar ditta eonduta fazendo intender che 
volendo far più il meslier di le arme voria 500 ca- 
valli lisieri et 3000 fanti et la provisioo in perpe- 
tuo, et non volendo la Signoria darli questo, ser* 
vira II suo supremo signor, videlicet Tlmperador. 

Et per lettere di sier Zuan Emo podestà di 
Verona et sier Carlo Oontarini proveditor gè* 
neral^ di . . . par cerca questo il Capitanlo cene- 
rai li babbi serito caldamente voy acetar a servir la 
Signoria nostra, perché questi lanzinech è come uno 
fulgore etc. 

Et licentiato Pregadi a bore 98, resti Conscio 
di X con la Zonta, et steteno poco. 

HozI si parti sier Ifarco Poscari va proveditor 
zeneral a Brexa. 

Adì 28, La matina. Fo lettere di Verona di 
sier Zuan Emo podestà^ et sier Carlo Oonta- 
rini proveditor general, di 28. Come era se- 
guito uno caso stranio a le Cavalcasele, che venendo 
ai Capitanio zeneral et a la Signoria nostra uno 
orator del signor duca di Milan, nominalo Scipion 
Da la Telia, seguite che si vene a parole con alcuni 
villani .... adeo fono a le man, et ditto orator 
fu ferito di uno spedo etc. Per il che, inteso que- 
sto, lui Podesti spazò il capitanio del Devedo con 
35 archibusieri per trovar i malfattori, et mandata 
una sbara a tuor I* orator. Scriveno esser eonti 11 
sier Almorò Barbaro et sier Lorenzo Sanudo de- 
puladi a la custodia, et zontl li altri li metterano 



et 



Di le cose di sopra, scriveno non aver altro di 
quello scrisseno per le altre, fomeM a Trento non 
è zonte ancora zenle, et questo perché fanno la 
mostra a et non é compita. 

Vene I* orator di Mantoa con lettere haute dal 
signor Alvise di Gonzaga, qual si scusa aoq acetar 
la eonduta datali per questo Biado. 

/ DiaHi di M. Banuto. — Tm. ILYIL 



Da Vicensa di sier Zuan Antonio da cha' 
Taiapiera capitanio^ di 27^ Aor a una di notte. 
Come hozi havia fatto fsf do beroaldi {fHxluardf) belli 
et grandi in parte importantissima di questa cita, et 
li sono sopragionli al ngmero di 2500 guastadori et 
più, ma voria venisse fanti usati. Di novo, di le 
parto di sopra ha come sono andati a le mostre da 
fanti 3000, et per uno ha visto Venere fo 24 di Tin- 
stante, altro non' se intende. Ben dicono expetarsi 
fanti assai. Scrive, aspetta li soi messi et masUme 
Farfarello dal qual si sapere la verità* 

Da Feltre, di sier Toma Lippomano pode^ 
età et capitanio, di 27^ hore J.3. Come za tre 
zorni, de 11 di et notte non ha fatto altro cha piover, 
et manda uno cavalaro aposta con una lettera a li Cai 
del Conscio di X la qual li é sti mandata da uno, 
et gè l'à forte racomandala- Questa matina, dice, mi 
é venuta una spia da Trento, non di quelle però ho 
mandate a veder far la mostra et venir con loro 
Dna I prendano la strada. Costui dice, ohe tutti 
quelli erano a Persene et a Trento sono andati a la 
mostra per il di de San Zorzi, et li cari andavano 
suso quali dovevano esser per tutto hozi a Trenlp 
tutti, et che hanno comandato guastadori che siano 
per tutto doman a Trento, ita che é segno questi 
vogliano immediate aviarsi. 

Dapoi disoar fo Pregadi, et fo lelo solum tre 206 
lettere di Verona, di Vicenaa et di Pellre, et fo 
prìneipift a far Pregadi in Gran Conseio. 

Fo mandati zoso quelli che non metteao ballota. 

210. Scurtinio di Orator al Serenissimo re di 

Anglia, 

Sier Antonio Contarini fo podestk a 

Vicenza, qu. sier Carlo .... 62.101 
Sier Carlo Capello qu. sier Francesco 

el cavalier 99. 92 

Sier Lorenzo di Prieli el cavalier, fo 

ambassator a la Cesarea MaeaU, 

qu. sier Alvise 98. 95 

Sier Anzolo Gabriel fo avogador di 

comun, qu. sier Silveatro . • • 94.106 
f Sier Lodovico Palier é ai X 6av», qu. 

sier Thomado 114, 84 

Sier Alvixe Polani é al Isogo di Pro* 

curatori qu. sier Jaeomo \ • . 42.159 



20 



307 



MDXXyin, APRILB. 



308 



Un Savio di terra ferma^ in luogo de sier Piero 
Boldit è intrado Avogador per 2 mesi, 

Sier ZaaD jContarini fo podestà a Vi- 
cenza, qu. sier Alvise, qa. sier Ber- 
tuzi procurator . . . . . . 77.116 

Sier Velor Pixani fo ai (re Savìi sora 

ì conti, qu. sier Zorzi .... 44.155 

Sier Hironimo Grimani fo Cao del Con- 

seio di X, qu. sier Marin . . . 109. 95 

Sier Jacomo Antonio Orio io a la ca- 
mera dMmprestidi, qu. sier Zuanne 93.108 

Sier Lonardo Zanlaui fo a la camera 

dMmpreslidi, qu. sier Marco . . 86.113 

Sier Marco Antonio Corner fo prove- 

ditor di comun, qu. sier Polo . 80.120 

Sier Troian Bolani qu. sier Hironimo 85.115 

Sier Ruzier Contarini fo a le Raxon 

vechie, qu. sier Bernardo . . . 61.131 

Sier Anxolo Gabriel fo avogador di 

comun, qu. sier Silvestro . . . 102.100 
f Sier Andrea da Molin fo a la camera 

d' imprestidi, qu. sier Piero . . 126.73 

Fu poi posto, per li Savii del Conscio et terra 
ferma, una parte di luor impresiedo da tutta la 
terra con don di 16 per 100 et la reslitulion di 
danari del dazio del vin da Septembrio in là, con 
molte clausole, et si possi meter ori et arzenti in 

Zecha limitado il precio, vien a per 100 

ut in parte. Fu presa. 

Fu posto, per sier Luca Trun procurator, sier 
Andrea Trivìxan el cavalier et sier Lunardo Emo 
Savii del Conscio et Savii a terra ferma, una parte 
di dimandar imprestedo al clero da mar, come é 

sta al clero da terra ferma, per ducali 

et esser fati creditori al Monte del sussidio ut in 
parte. Fu presa. Ave 133, 23, 24. 
206* ^^ posto, per li Savii, far per le nostre terre 
arcbibusieri numero 20 milia, fata la compartition 
ut in parte^ videlicet le ordinanze. La copia etiam 
di tal parte scriverò qui avanti. Fu presa. 

Fu posto, per li Savii, che a Vicenzo da Novara 
é in Monblcon con 50 fanti, li sia cresuli altri 50, 
si che el ne babbi 100 

Fu posto, per li Savii, che a domino Marco Gra- 
denigo et Galin da Bollo, conteslabeli in Cividal 
di Friul con 50 fanti per uno, li sia cresuli 50 altri 
fanti per uno, si che ne habbino 100 per uno per 
custodia di Cividal Fu presa. 



Fu posto, per li Savii del Conscio, terra ferma 
et ordeni, che le mcrcadantie sono in doana ve- 
nute con le galle ultime di Alexandria si possi 
trar, et il nolo da ducati 25 in zoso lo debino de- 
positar a doana, et da 25 in suso dar una piezaria 
ut in parte. Fu presa. Ave 95, 7, 2. 

Fu posto, per li Consieri, , havendo il 

PontiGce dato V abazia di Rosazo vachada per la 
morie del reverendissimo cardinal Grimani al re- 
verendo episcopo di Verona olim Datario, come 
apar eie, et havendo inslado ti Legato et lo epi- 
scopo di Baius orator del re Christianissimo li sia 
dato il possesso, per tanto sia scrilo al Luogotenente 
di la Patria di Friul li dagi il possesso di la ditta 
abbalia. 

Et sier Alvise Mocenigo el cavalier, fo Consier, 
conlradisc dicendo ditto Datario baver haute il ve- 
scoà di Verona, li basta, et molli prelati nobeli che 
non hanno da viver el Papa doveria aiutarli, exor- 
tando il Conscio a non voler prender la parte. 

Et li rispose siér Andrea Mozenigo el dolor 

Savio a terra ferma, qual era in settimana 

Andò la parte, ave el iterum baio- 
tata ave 128, 50, 19, non fu presa di 3 ballote; 
et fo di questo sagramentà il Conscio et comanda 
grandissima credenza. 

In questa matina parti Andrea Rosso va secre- 
tano a slafelta al Christianissimo re, con la comis- 
sion datoli per il Conscio di X. 

/fem, di ordine di Cai di X, andoe a Osopbo 
domino Hironimo Sovergnan qual si parli questa 
notte, per dubito di perder quel locho per alcuni 
avisi hauti di trattato era di prenderlo. 

1528 die 28 Aprilis in Bogatis. 207 



Ser Dominicus Trivisanus eques^ procu- 



ratore 



Ser Leonardus Mocenicus procuratore 
Ser Lucas Tronus procuratore 
Ser Marcus Dandulus doctor^ eques, 
Ser Franciscus BragadenuSe 
Ser Andreas Trivisanus eques, 
Ser Laurentius Lauredanus procuratore 
Ser Hironimus Pisaurus, 
Ser Leonardus EmuSe 
Sapiefites Consilii. 

Ser Andreas Mocenicus doctor, 
Ser Petrus Maurocenus, 



309 



UDXXVlIi^ APRIIS. 



310 



Set Bartolomeus Zane, 
Ser Philipptis Capellus, 
Sapientes terrae firmae. 

La qualità di presenti (empi ricerea che se fazi 
ogni provisione expedienle al Irovar danari per 
supplir a le molle spese quale ocoreno per bene- 
ficio del Stato nostro, et cadauno etiam dia esser 
prontissimo ad volunlariamente dar quella maior 
summa de danari che portano le forze sue, per coa- 
diuvar in questo urgentissimo bisogno a la patria 

sua, et perhò : 

L'anderà parte, che siano chiemati a la pre- 
sentia del Serenissimo Principe et della Signoria 
nostra tutti li habitanti in questa nostra cittì, 
si nobili come citadlni oc etiam Torestieri, a li 
qual premesse quelle parole che parerano a Soa 
Serenità, si debba domandar ad imprestedo da- 
nari, ori, over argenti per quella maior summa 
che cadauno potrà, per li presenti importantissimi 
bisogni del Stalo nostro. Et quelli che offerirano de 
imprestar, possino dar per tal suo imprestedo tanti 
argenti de la bontà de la lega a ducati 7, grossi 8 la 
marca, a lire 6 soldi 4 per ducato, et quelli che da- 
nno ori a Gn debaoo haver quella medema utilità 
che haverano quelli i quali depositerano argenti, che 
sono 16 per 100. Quelli veramente che darano 
danari, possino esborsarli a ducali 6 grossi 8 la 
marca, et siano fatti creditori a ducati 7 grossi 8 la 
marca, a lire 6 soldi i per ducato ut supra. I quali 
lutti che irapresterano siano falli creditori per el 
terzo Camerlengo che non sarà a la cassa, sopra un 
libro a parte a ToGcio di Camerlengi di comun, el de 
quello debba esser fatto scontro il fidelissimo nostro 
Stefano Bontempo rasonalo nostro, et etiam teuir 
il libro sopra el qual se debba notar tulli quelli che 
impreslerano in contadi nella forma sopraditta, po- 
nendo il danno in la Signoria nostra, ac etiam 
accettar li bolletini de la Cecha, et far li creditori 
sicome per essi bolletini apparerà, a rason di precii 
sopraditll, et debitrice la Ceca per li argenti a du- 
cali 6 grossi 8 la marca, el per li ori a ducati 67 
grossi 8 la marca, a lire 7 soldi 10 per ducalo, 
saldando essa Ceca per el danaro del don in la Si- 
gnoria nostra. 

La restitutione veramente sia fatta del tratto 
del dazio del vin, cominciando a di primo Seplem- 
brio 1528, successive Gho a la summa di ducati 100 
milia deputati a le occorrentie presente, insta la 
forma di la parte presa nel Conscio di X adì 24 di 
questo mexe, in questo modo zoé, che lutto quello 



che se Irarà de mese in mese del dillo dazio si 
debbe partir per rata di ducati 100 mìlia, dando a 
cadauno la portion soa per quello che V havesse 
impresta; el per quanto che fusse meno di du- 
cati 100 mila, sia dato per rate a le presente occor- 
rentie over a chi sarà ordinato per questo Conscio. 207* 
11 tratto veramente del preditto dazio del vin per 
la dilla summa de ducali 100 milia, sia scosso per 
el predillo Camerlengo, el tenuto conto di quello 
per el dillo Stephano Bontempo; i qual danari non 
possano esser dispensati, tolti el aplicati ad altro 
sotto la pena di furanti a chi facesse altramente o 
metesse parte in contrario el tamen ogni parie 
qual fosse posta, non se intenda valer si la non sarà 
sta posta per el Serenissimo Principe, tulli sie i 
Consieri, tre Capi di XL, 6 Savii del Conscio el 5 
di terra ferma, el se la non harà bauli li 7 odavi de 
questo Conscio congregato da 180 in suso. 

El aziò il lutto ciVca la dilla restitutione proceda 
regulalamenle el cum equalità, sia preso che se de- 
bano elezer 3 capi di creditori del dillo impre- 
stedo, i quali habbino a far le rate el exequir pre- 
cise per la forma et modo come furono electi et 
fanno li capi di creditori de V impresiedo del Gran 
Conscio. Tulli quelli veramente i quali offeriranno 
di imprestar, siano obligati in termine di zorni 10 
da poi fatta tal oblalione soa de haver satisfato con 
integrità, et debbano esser publicali si in questo 
come etiam nel Maior Conscio tutti quelli a i quali 
sarà sta domandato T imprestedo, cadauno zoé 
quello che 1* bavera offerto o risposto. 

i" de parte 149 

— de non 36 

non sinceri 10 

Die 28 Aprilis 1328 in Bogatis. 208 

Sapientes ConsiJii, 
Sapientes terrae firmae^ 
Sapientes ordinum. 

Rizercando li presenti tempi et la iustilia che le 
spetie sono venute ultimamente de Alexandria non 
stiaììo più sequestrate in doana, si per esser de gran 
iatura a li mercadanti come etiam per li datii et 
noli spedanti a la Signoria nostra, et etiani perchè 
li debitori de la Signoria nostra non possono pagar 
li sui debili essendo il lutto sequestrato et sospeso, 
el perhò : 

L'anderà parte, che tulle le specie che ultima- 



81t 



ninnili APULI. 



81S 



menta sono venute de Alexandria con le galle, ca* 
pitanio sier BertU2i Conlarìni, poseino esser trate 
in termine de dui mexi, et passali dilli dui mexi, 
tatti quelli che non haverano tratto le sue specie, 
quelle siano vendute, si per la pena del grosso 
come per li datii et de altri debiti di la Signoria 
nostra, i quali immediate debbino esser Irati de 
clitte specie. Li doli veramente de dille specie, 
quelli che sono da ducati 35 in zoso, siano pagali in 
contadi iu&U il consueto; li altri veramente da du- 
cati 95 in suso li debitori de ditti noli non li pos- 
sino dar ad alcuna persona salvo quanto sarà deli- 
berato per questo ConseiOi et debbino avanli il 
trazer di le dille robbe dar idonea securli de li sui 
noll,althilnente non possino trazer per modo alcuno: 
intendendo che li depositi si debano far in contadi a 
li Extrliordinarii Secondo il éonsueto, et siano per 
conto di TAraenal) adonto de li sui incanti et mendi. 

t de parte 95 
de non 7 

non sinceri 9 

309') tHe 69 Aprilis 1528 in Sógatis. 

Sier LucoB Tronus procuratóre 
S(Mr Andreas Trivisanne eques^ 
Ser Leonardus Emus, 
Sapienke Consilii. 

Ser Andreas Moeenicus docior^ 
Ser Petrus Maurocenus, 
Ser Barfolomeus Zane, 
Ser Philippus Capellus, 
Sapientes terrae firmae. 

Hesflendo sta diknandato uno geneltil impre- 
stedo al clero di terra ferma, è ben convenienle, 
rizercando cosi il presente nostro urgentissimo bi- 
sogno, di far il simile etiam al dero di T Istria, 
Dalmatia et Levante, oome fu facto Tanno passalo, 
et perhò : 

L*anderi parler ohe per autorìti di questo Con- 
seio dimandar si debbi ad impresiedo ai clero de 
li loci nostri de V Istria, Dalmatia, et clero latino 
di Levante Ano a k summa di ducati 20 milia, cum 
tutte quelle limitation, modi et condition che fu 
obsef va et eseqol nel preterito ultimo imfirestido 
posto al ditto clero, cmn quella dechiaration, che 

fi) U éurlà M» è MÉÉiak 



a quelli prelati et ecclesiastici che hanno le inorale 
sue in ditti loci de V Istria, Dalmatia et Levante, et 
che ne 1* altro impresiedo fu limila la porlion di 
cadauno de loro, qui sii dimandato la islessa por- 
tion, non si partendo da ranleditla limitatione. Et 
quelli che pa^erano per tulio 10 del mexe futuro 
di Mazo, haver debbino 8 per 100 de don, et per 
tutto il mexe di Mazo 5 per 100, et siino falli cre- 
ditori al Monte nostro de subsidio, et haver debino 
i prò* che di tempo in tempo corerano iusla il so- 
lito. Al resto veramente de li prelati et altri eccle- 
siastici a li qual fu limila la porlion loro in dilli 
loci et non qui, passato il mexe di Mazo proximo, 
parendo cosi a questo Conscio, si debbi dimandar 
l' impresiedo che li tocca et li fu già limila. 

t de parie 133 

-^ de non 23 

non sinceri 24 

Adì 29 Aprii Fo San Piero martire. La 2 
malina. Introe Savio a terra ferma sier Andrea da 
Molin qu. sier Piero di Santo Aponal, rimasto per 
la non pensala (?). 

Vene in Collegio Torator di Ferrara, solicitando 
la caxa sia data al suo signor Duca. 

Di Verona, di sier Carlo Contarini prove- 
ditor general, et sier Zuan Emo podestà, di 27. 
Manda uno reporto di le cose di sopra à habuto esso 
Podestà, Il qual sarà scriplo qui avanti. Item, acri- 
veno zerca la forlificalion di la terra ordinata per 
i^ Signor Capitanlo zeneral, et comenzano a forti- 
Ocar al Castel San Felixe, et sopra questo scriveno 
longamente le forliBcation ordinate di far, et sono 
600 guastatori che lavorano. Item, il Capìtanio ze- 
neral dice, che havendo li lanzinech et sguizari si 
potrà difender, altramente li par non poter resister. 
Item scriveno zerca il reverendo Episcopo de 11, 
qual li disse di volersi assecurar hanno hauto l'or- 
dine di quanto li dieno risponder (?) ; et mandano 
una lettera hauta dal Proveditor di Salò qual sarà 

qui avanti. 

Di Nicolò Barbaro eapitanio del Lago^ di 
Verona, di 27 y pariiculat. Come si ha, che li 
carri sotto tulli arivali a Trento, et che se eomen- 
zava a cerizar, et le fanlarie par se adunano a 
Trento et Trilago tra Boizan et Trento, et che a 
Trento aspectano li cavalli, et se intende quest'al- 
tra settimana sarano in camino. Hanno cargato boa 

{ii U Mrtt m* è Mmua. 



BIS 



MDXVmSi APBltl. 



814 



Damerò di siege, che parerla volesseno dar il guasto, 
por oegnano voler venir a la volta del veronese, et 
eoo le scale voleno metter qualche zelosia ; ma Ve- 
rona é ben fornlla di gente et vi é il signor duca di 
Urbin et il Proveditor zeneral. 

Da BreoDay di Bier Zuan Ferro capitanio, 
di 27, pariicólar. Come da novo ha da Salò et 
di Valchamonicha, per nontii venuti di terra lo- 
desca, Tarsi adunation grande di gente, et esser a 
Bolzano 30 bandiere di Tanti a Tanti 500 per ban- 
diera, et cavalli 2000 borgognoni» et che il capita- 
nio Tegen é in Val del Sol et Ta Tantarie et vegnirà 
per Valtolina a la volta di Milan. El signor duca di 
Milan ha Tatto chiamar el signor Cesare Fregoso 
con tre bandiere de homeni d* arme, et le gente 
di esso signor Duce, et le manda ultra Po alla Lo- 
melina contra inimici. 

Noto. In questa matina, non obstante queste per- 
torbation, é partito sier Domenego Pizamano electo 
per danari podestà di Brexa, qual va per terra ; e il 
burchio za e andato avanti. 
SIO* Da Vioenga, di sier Zuan Antonio da eha 
Taiapieta eapitanio, di 28, hore 9. De novo, 
di Germania continuano le preparatone loro gran- 
de, et per quanto me riporta uno che partite Do- 
miniea passata da Trento, erano condutte le moni- 
tione et vitualie all'ordine, et preparate le barche in 
l' Adese, et anche nel suo venir scontrò gùasladort 
che andavano a Trento. Intese etiam, che a Bol- 
zano erano zonte Tantarie et eavalli, si che ad ogni 
modo le cose sono quasi in colmo. Non so quello 
%egù\fi, né quel camino pigliarano, perché el più di 
le volte fingono tuor una strada et vano per Taltra, 
et io mi atrovo qui senza alcun pressidio. 

Id questa matina la Signoria dete audientia, et 
li Savìi aadono a consultar» et To orJini Pregadi 
per tuor uno imprestedo. 

Di 9ier Piero Landò eapiianio Menerai da 
mar, di 13, da Tram. Scrive il zonzer 11, partito 
di Caxoppo con galle ... adi ... et nel venir 
mandò do galle verso Otranto per haver la terra. 
Quelli non li volseno risponder, imo risposeno vo- 
lersi tenir a nome di Tlmperator. Zonto li e Trane, 
fo honorato molto et lauda sier Velor Soranzo po- 
destà de il, et Ta Tar biscoto, bavera Tormenti assà 
et salnitri li quali inviarà di qui. 

Scrive, quelli di Braodizo haverli mandato a 
dir la terra si dava a la Signoria nostra ; ma perdié 
li castelli i Torniti, non N'oleno Tar movesta se 
prima non si ha li castelli, et questo perchè il ca- 
stello di Mola, qual si tteo, ha fotto gran danno a 



la terra che si ha reso. Scrive, che aspetava li 500 
archibusieri li quali non è zonti ; et altre particula- 
rità. Item, li 10 milia ducati 

Del ditto, di 16, da Monopoli. Del zonzer 11, 
dove ha trovalo Proveditor sier Marco Bolani vice 
Pagador in campo. Scrive, bisogne ezercito da terra 
volendo aquistar il resto di la Puia. Il Viceré se 
ritrova con 300 cavnlli, et va atoroo volendo rea* 
quistar alcune terre rese. 

Di ManTerdonia scrive é beo Tornita di pres- 
sidio. 

Di Trani, di sier Vetor Soranzo provedi- 
for, di 16. Come il Zeneral é stalo li, et che 
Thavea cargato do miera di salnitri su una mar- 
ciliana, et do miera sopra un' altra per qui, et Teva 
Tar 1000 stera di biscoto per Tarmata. Item, 
ManTerdonia si renderla ; ma il castello la baie ha 
certa pratica col caslelan, qual succedendo andarà 
lui a tuor la terra. Il signor Camillo Ursino é par- 
tito con la compagnia per campo. 

Dapoi disnar To Pregadi» et vene queste sotto- 211 
scritte lettere : 

Da Vicenga, di sier Zuan Antonio da ehà 
Taiapiera eapitanio, di 28, hore 3. Di novo» 
pur continuano et t)gnor pia s* InTorzano le pre- 
paration de inimici, et si ha che a Igua» Tremeo ei 
Salòrno che sono lochi tutti tra Bolzan et Trento 
sono da 15 milia Tanti et se no aspeeta de li altri 
et cavalli. Pur non erede siano in tanto numero» 
et per quello si puoi sotrazer, vogliono andar a 
Milano et poi nel reame. Era ordinato a Trento il 
far del pane, zioè stara 400 de suoi al giorno. È 
sta ditto, che haveano comandato bovi con cari et 
guastatori, ma intendo li vogliono per condur cal- 
zine de Valsolda a Trento per uso del palazo che 
si fa de li, per il qual efiecto etiam 200 guastatori 
lavoravano a conzar la strada da la matina a la 
sera. Scrive, son a solicitar la Tortificatioa di questa 
terra, et diman aspetto il eapitanio Azal con la 
sua compagnia, il qual hozi dia giooger a Monta* 
gnana, el qual mi aiuterà molto. 

Di Verona, di sier Zuan Emo podestà et 
sier Carlo Contarini proveditor general, di 28, 
con avisi hauti da le parte di sopra etc. come li 
altri, et che li a Verona si continua a TorliGcar la 
terra, et del zonzer 11 sier Ambruoso Contarini, 
et hozi dia zonzer sier Iseppo Bèidoer, si che con 
sier Lorenzo Sanudo et sier Al moro Barbaro che 
veneno per avanti, sono zonti quattro, et zonti sa- 
rano li altri si deputerà etc. Item, scriveno come 
il Capitanio zeneral» inteso inimici cigoar a la volta 



815 



MDXXVUIi APRILE. 



816 



di Bergamo, é di opinione Soa Excellentia et io 
provedilor che si vadi a Bepganìo, piacendo cussi a 
la Signoria nostra, per veder et proveder. 

Di sier Gabriel Venier orator al duca di 
Milan da Come il signor Duca, in- 
teso inimici esser passati Po, havea expedilo a quella 
volta el Pizinardo caslclan di Cremona con 300 ca- 
valli et 1500 fanti, et scrito in campo al provedilor 
Moro li mandi il signor Cesare Fregoso con pres- 
sidio per melerlo in Pavia; il qual Provcditor li ha 
risposto, non lo poter far perchè il signor Ccs;ire 
non è homo da star in terre, ma manda Piero da 
Longena con zente, et il signor Cesare manda con 
altri cavalli lizieri el funli per conzonzersi col dito 
castelan di Cremona eie. 
21 1* Da Cassan, di sier Toma Moro provedilor 
general^ di 27, Come per le altre scrisse, è sta 
scritto al Governator illustrissimo cerca la richiesta 
del signor duca di Milan, qunl rescrisse esser bona 
opinione mandarli gente, 'unde esso Provedilor 
nfìandò sier domino Paulo Luzasco, et lo rictiiese 
ad mandarlo a quella impresa. Kecusò digando non 
voler andar per esserli sta promesso in la condutta 
sua assai cose et non esserli sta atteso, unde fu de- 
liberato mandar la compagnia del signor Camillo 
Ursino el signor Cesare Fregoso et domino Pietro 
Longena con gente d'arme, che serano da 200 ho- 
meni d'arme, et di cavalli ligieri li manda el conte 
Brunoro da Porto; li manda eliam el Vicoaro et le 
strade (stradiotii). Eliam se li ha mandato il Co- 
scho con 500 fanti apresso le altre Ire compagnie 
sono de li, et ditto signor Duca fa alcuni fanti. 

Di novo, per leUere del signor Hannibal 
Fregoso, di 25 Aprii, da Pavia, scrive che ini- 
mici hanno mandalo a Valenza a richiederla da 
parte di Tlmperator, el loro li hanno risposto che 
non lo cognosceno. Ilem, che inimici predilli de- 
segnano de metersi insieme quelli 2000 laliani 
quali sono a Basignana con 1000 altri fanti qual si 
fanno per diversi capilanei, parte a nome de V Ira- 
peralor parte a nome de li Adorni, et voleno andar 
a la impresa di Genoa ; con 4 pezi di artellaria, el 
che in Lomelina li die venir el caslclano de Mus 
con sci di le sue compagnie per intertenir le gente 
del signor duca di Milano adciò non impediscano la 
impresa di Genoa, et ancora dice che'l signor An- 
tonio da Leyra si leverà da Milano con tutte le 
fantarie el vcnirano a far allogianienlo in Binasco 
per dar gelosia a Pavia o a Lodi, el che tutte que- 
ste cosse erano ad essere tulle a uno tempo, el se 
di curio DOQ se li farà altra provisione, come li è 



sta fatta al presente, io credo che Tortona, Vogera 
et altri loci qual Tarano disegno di haverli, li liave- 
rano. Cum grandissimo desiderio aspeliamo le 
fantarie el cavalli quali scrive vostra signoria, ad 
ciò possiamo far qualche bono effecto. 

Da poi scrina, sono gionte letlere da Pia- 
senza, di 25 Aprii, scritte per Lama Fano 
al conte Alberto Scotto, di tal tenor Da novo qui 
non zè allro, salvo la comuniladc di Genoa ha futto 
2000 fanti per conservation di la cilade, perché il 
signor Teodoro Triulzi havea fatta una lista de 200 2! 
homeni genoesi per conGnarli per umbra di qual- 
che tumulto facea quello capitanio di la piaza, si- 
come a li di passali già scrissi. El sentendo la co- 
muniladc tal cossa, andele a sua signoria, gli disse 
non intendere si facesse né si dasesse conGno a ge- 
noese alcuno, perché tutta la città era ben disposta 
cum la maestà del Re, et se cusi era il vero, volea 
conservar la cilade a Sua Maestà con dilli 2000 
fanti el pagarli senza preiudilio di Sua Maestà. El 
la unione havea fallo quella cita, non T havea facto 
se non a bon flne. El cosi hanno facto eleclione de 
12 gentilhomeni capati fora d' una gran suQìma, 
quali haverano a gubernar la cita el cum capiluli 
assai, quali spero haverli domane da uno abate di 
Santo Sisto genovese, el per il primo li manderò ; 
però le mando a vostra signoria la soprascritta 
copia. 

AH 27 Aprii, hore 16. 

Da Cividal di Bellun, del Podestà et capi- 
tanio, di 25, Per rasonar da ogni banda lo vero 
effetto del preparar di le genie fanno li cesarei per 
descendere in Italia,' elj^raecipti^ da alcuni che di- 
cono venir da Ispruch, i quali referiscono che li si 
dovea far la mostra de homeni d* arme et fanti 
5000 et mandarli a la volta di Trento, dove si dice 
che dieno far la massa ; eliam per via dicono ha- 
ver visto soldati, fra li altri una bandiera de fanti 
400 li quali andavano di sopra Trento 15 miglia a 
uno loco chiamalo Pranzuolo dove si fa la mostra 
eliam di le fantarie : unde li ha parso mandar dui 
a posta, uno a Trento el di sopra, el V altro a 
Ispruch ; et perché da questi citadini li e ditto nel 
descendere potria a queste bande venir o venturieri 
altri per inferir danno a questo territorio, el de 
qui non é archibusi né monilione alcuna che si po- 
tesse reparar, per tanto richiede qualche numero 
de archibusi, polvere et balolc ; qual cosse si con- 
servarà per bisogno in questo castello, et si farà 
mostra di le persone che sono de qui da fati, et 
praesertim di la ordinanza di schiopelieri fatta a 



317 



MDXXVIII, APRILE. 



m 



li anni passati, et acadendo si farà (ulte quelle prò- 
vision seri possibile. 

SlS*) • Copia. 

Clarissimo signor mio. 
Se r è il vero che costoro sian passali da là 
da Po, sana de parere, potendo vostra signoria, 
expedir li ducento homeni d'arme et Pdulo Luzasco 
che subito se inviasseno, voiando la exceilenlia del 
Duca mandar de là le gente sono in Lomelina, e! il 
castellano de Cremona con una parte de quelli sono 
in Lodi, et lasciar solo in le terre tanta guarda che 
non siano robati. La signoria vostra li può ancor 
mandar Cosco, ma più non tengo per certo ; che se 
fanno quello denno far, quella gente che hanno pas- 
sato Po e tutta persa. Cerca al scriver de lancin^ch, 
non posso cre^Ier che voglino passar per auesle 
cime de monte, ove non pono portar tante viluarie 
che bastino per il camino, senza artigliaria, senza 
munitione, per venirse a fermar in questo paese. 
La signoria ' vostra sa, che non sono gente per 
prender Bergomo con uno assalto, et stargli non 
pono senza arligliaria et senza munitione a campe- 
zar; et se vegneno per socorer Milano, Milano non 
ha bisogno de gente ma ha bisogno de vittuarìe et 
danari, che questo andarli con questa gente saria un 
consumarli de vitluarie et de danari Et se li inimici 
havessono fatto disegno sopra Bcrgariio, non ha\*e- 
'213* riano mandati questa fantaria de là de Po, perché 
questi sariano stati più atti.alla espugnalione de Ber- 
gamo che questi altri lancincch che deno venir, 
perchè la signoria vostra die saver che non sono 
gente de espugnar terre. Questo è quanto mi oc- 
corre. Vostra signoria fa bene ad haver il parer di 
quelli signori condultieri ; gli aricordo ben questo, 
che fariano graoiissimo profìtto a le cose del Re 
per Asti et astesano, grandissimo pericolo de Ge- 
noa. Il lasso pensare a vostra signoria ; non Io vo- 
glio dir, per non esser sospetto de parer perGdioso, 
perché molti di fa me ne sono acorto. Et Dio voglia 
se li possi proveder. So ben che *l se darà sempre 
la colpa a la Serenissima Signoria digando che'l se 
die tener la gente obligata per poter proveder in 
ogni loco. Vostra signoria intende ci tutto, me ri- 
metto al suo sapientissimo iuditio. lo damatina toro 
la medicina. Ho scritto a vostra signoria et per ^s- 
ser a li serviti! de vostra signoria a la qual de con- 
tinuo me ricomando. 

Da Martinengo, 24 Aprile 15JS8. 

(i) U «Ha m* è bUocA i 



Disier Cario Contarini praveditor cenerai, 214 
da Verona, di 27 Aprila manda questi sotto- 
scritti avisi. Se ha, per uno qual se partite Zuoba 
proxima da Brenzuol, et quel di vene a Igna et vele 
zonzer 8 bandiere de fanti da Caldaro, et continua- 
mente ne agiongea, et dovevasi far la massa a Cal- 
daro et a Trento, et dice che Venere da matina a 
di S4 se dovea far la mostra a Caldaro, et le gente 
de Trento et de le valli andavano a la ditta mostra 
et el ditto se scontrò in camino. Et referisse che 
erano archibusìeri del conte da Terlago da cerca 
1000, li quali andavano in suso a la mostra. Era el 
capitanio Teghen et Castelalto et Marco Sieth. Item, 
dice ditto nunlio haver trovato in Trento Sabbato 
passato a di 35 quando arivò lì, che se preparava 
da disnar al duca de Brensvich per Domenica zoé 
beri, el che in Trento ancora non era zonli alcuni 
soldati, salvo qualche forier. Et partito el ditto nun- 
tio Sabato a mezo zorno da Trento el vene a Saco 
dove trovava per tutto li carri, el guastadori che 
andavano a Trento, el lutti sarebbeno stati Dome- 
nica a di 27 a Trento. Et el conte Girardo de Arco 
era a Peneda el feva andar tulli suso^ et che V era 
aparcchià assae artellarie, polvere el ballote de lire 
1000, et de lire 80 et quasi tutte da 30 in suso, et 
mlssier Nicolao Transistopho le metteva ad ordine 
el tutto per esser lui capitanio de la monitione. Et 
dice non haver possalo intender che volta debbia 
far ; ma ben dice che se diceva che da la banda de 
grisoni et del castellano de Musdoveano etiam 
calar da 15 milia persone, et che queste gente non 
sapeva dove volesseno calar. 

Copia de una lettera di sier Rironimo Grade* 
nigo proveditor di Salò, di 27 Aprii, scrita 
al ditto Proveditor general. 

Magni fice et clarissime tanquam frater 
honorandissinie. 

Io questa bora 14 é gioolo-una mia spia, per mi 
mandata a Trento et a Bolzano, qual me ha referto 
haver visto el capitanio Tegen essersi parlilo da 
Bolzano con 7 in 8000 fanti, qual va a la volta de 214* 
Valtolina et voi passar a Musso el a Lecho el andar 
a conzonzerse cum quelli de Milano. Dice etiam, 
che *1 restante de essi fanti quali sono a Bolzano et 
quelli lochi cìrcumvicioi, sono fanti numero 30 mi' 
lia et cavalli 3000, quali dicono voler calar per doe 
bande ; ma non se li lassa intender a qual banda 
voleno calar. Dice etiam haver inteso, che *1 conte 
Oirardo si s* é avaotato esserli sti donato Salò e\ 



M9 



IfDXXVni^ APRILE. 



teo 



la Riviera. \o slarò aten(o. Al tulio quello intenderò 
per altre mie spie mandale a le parie superior; del 
tulio subilo ne darò aviso a vostra magnilicentia, a 
la qual me ricomando el oflero. 

Salodi, die 27 Aprilis 1528. 

215 Fu posto, per li Consieri, una gralia a domino 
Antonio Thylesio leze a la Cahzelaria, el qual ha 
composto un'opera de Coloribus, el voi stamparla, 
che per 10 anni altri che lui non la possa far slam- 
par, sotto pena eie. Fu presa. Ave : 130, 2, 1. 

Fu posto, per li dilli, una taia a Brexa de quelli 
amazono domino Antonio Martincngo, come apar 
per lettere del Podestà de Brexa di 13 el 19 Aprii 
presente, videlicet sia proclamalo quelli acuserà li 
malfalori habino lire 2000 de pizoli de beni de de- 
linquenti se '1 ne sarà, se non, de beni de la Signo- 
ria nostra, el se uno compagno acusi l'altro, do- 
menle non sia el principal, babbi et sia libero de 
la pena et babbi la taia, el sapendo chi sono, esso 
Podestà li possi bandi de terre el lochi el di questa 
cillà con taia morti o vivi lire 2000, el cavi do de 
bando per homicidio, non intendando de questa 
cillà, el sia confisca li beni. Ave : 142, 0, 2. 

Da poi el Serenissimo se levò el fece una exor- 
talione al Conscio, narrando el bisogno ha questo 
Biado del danaro. 

Et se principiò a tuor V impresiedo, el el Sere- 
nissimo prestò ducali 500, poi el resto andò drio, 
et cussi come erano chiamali cussi se pubblicava -| 
quanto prestavano ; el sier Nicolò Minio cao di XL 
disse non havea danari, ma li oflTeriva eie. Sier Lo- 
renzo Loredan procuralor savio del Conscio el 
Hironimo Loredan Cao di X fo dal Serenissimo of- 
ferseno ducali 450, 3ier Lunardo Emo savio del 
Conscio 450, sier Polo Nani qu. sier Zorzi 450, et 
sier Alvise Barbaro qu. sier Zacaria cavalier procu- 
ralor ducati 400, sier Antonio di Prioli dal Banco 
ducati 300, ma disse voler donar il don de le 16 
per 100, adeo molti mormorò ; el resto prestono 
sicome potevano et alcuni niente. Fono 40 che pre- 
stono ducali 10 per uno. El tre chiamati tolseno 
rispetto, sier Piero Boldu 1* avogador, sier Aozolo 
Gabriel fo avogador, sier Polo Nani el vechio; man- 
cava assà io Pregadi et fo trovato ducali 14 milia 
980. Et s'el Serenissimo preslava ducati 1000, si ha- 
ria trovato più danari assai : poi questi tansadori 
electi fa che It briga* non presta per dod Ofiostrar 
babbino danari. Et sier Mario de Cavalli caìaver, 
o&rse la cadeoa de so moier per ducati 200. 
216^ Fo lato la lettera dal Capitaoio zeneral da terra 



notata de sopra, scritta a missier Baldo Antonio 
Falculio orator. 

Fu posto, per i Savi, una lettera a sier Carlo 
Contarini proveditor zeneral, ih risposta di soe, et 
zerca el Capitanio zeneral, che semo contentissimi el 
vadi a Bergamo, che semo certi la sua andata sarà 
optima per proveder a quelle cosse, el lui Provedi- 
tor resti a Verona a custodia de quella città con 
altre parole. Ave tulio el Conscio. 

A dì ultimo. La malina, veneno in Collegio li 
Cai di X et steteno assai, credo zerca questi citadini 
de le terre a farli venir qui, altri dice per parlidi 
posti de haver danari sopra il dazio del vin. 

Vene 1* orator del duca de Milan per le cose de 
Lombardia el tumulti de Zenoa, come si bave beri. 

Vene sier Alvise Mocenigo el cavalier, el oferso 
prestar ducali 450. 

Vene sier Zuan Pisani di sier Alvise procura- 
lor dal BancOy el offerse ducali 450. 

Vene sier Marco da Molin procuralor, et oferse 
ducali 200. 

Vene el Pauluzi, oferse ducali 200, et alcuni 
altri. 

Vene T orator di Fiorenza per saper di novo, 
qual e mutalo de stantia, né sta più a San Zorzi, 
ma a riva de Biaxio in la caxa fo de sier Dona Mar- 
zello de la qual la Signoria paga de fitto duca- 
li 100. 

Da Verona se bave aviso particular, per lettere 
del Camerlengo Donado in suo fratello, che a di 38 
da sera morse sier Daniel Barbaro capitanio de 11 
per danari, a cui 1* Idio doni requie. 

Del Capitanio general da mar sier Piero 
Landò, fo lettere, date a Monopoli, a dì 18^ 
replicate, et avisa di pid 



Vene sier Polo Capello el cavalier proeurator 
in Collegio, dicendo non haver danari ma ha ven- 
duto una sua possession sul Piova a uno ciprioto no* 
minalo ... per 3000 ducali a darli questo Marzo 
proximo, et la Signoria se ne servi de quelli. 

Copia de una lettera scritta per el duca de ^ 
Urbin capitanio Beneral nostro, al suo ora- 
tor de qui, 

IfobUis dileetissime noster. 

Havemo questa malina veduto, per una lettera 

ducale, quanto la Signorìa Illustrissima scrive a 

questo clarissimo Proveditor Contarini, et quanto, 

anco per le tre ultime vostre, ebe bavemo ricevute 



3^1 



UDXXvnr, apriul 



322 



ne havete scritto de la confidentia et amorevoleza 
che li signori nostri illustrissimi et molli particolari 
genlilhoraeni mostrano verso de noi ; del che certo 
havemo quel estremo piacer che ha ciascuno che 
exlnemaraenle desidera servire, nel qual termine 
s<ìn io cum questo Serenìssimo Dominio, sì per el 
carico che noi tenemo, come per l' amor el V afe- 
cionalissima servitù che li portamo, a voi notissima. 
El cussi liberamente vi replico, che in generale et in 
particulare, sempre che vi sia parlalo de noi in tal 
materia, li affermiate cum tutta la bontà del modo, 
che per quanto è in noi et quanto si possono exlen- 
dere le fatige et le vigilie nostre, sperino liberamen- 
te de noi, et eum le gagliarde el cum le mediocre 
provisione tutto quello che potessero sperare mai 
da qual più affelionalo servitore che questo Stalo 
illustrissimo habbia haulo né sia per bavere. 

Circa el parer nostro al presente, in caso che li 
inimici russerò si presti al descender che ancora le 
nostre forze de ultramontani non fussero in esser, 
dicemo che nostra inteution saria firmare conve* 
niente presidio in Bergamo, Verona et Vicenza, el 
noi cum el resto de 1* exercito metterci in campa- 
gna in quel loco et sito che cum più vantaggio no- 
stro se potesse fare, et dove, col fortiOcarne, non 
solo venissimo a star più securi dal nemico, ma se 
potesse ancor haver cum noi, secondo el bisogno 
che particularmente polesse accadere, le gente che 
russerò poste in qualsivoglia de le sopraditte città, 
si per poter coaditivar sempre un loco più che 
r altro cum magior forze, si per poter batter qual- 
che disordine de Tininùco quando la cascasse, sfor- 
zandoci maximamente quanto fusse possibile coa- 
diuvare tutto quello che*l nemico designasse of- 
fendere finché arrivassero le forze nostre do li 
2i6« ultramontani, le quale subito che noi havessimo 
speraressimo farne veder bon frutto, ancor che lo 
inimico cum haver hauto tempo de recognoscersi 
et assetarsi ne potesse sorgere qualche magìore 
dilGcultà. Né intanto mancaremo anco di fare lutte 
quelle provisione che ne parcrano possino giovare 
a li passi el lochi dove T inimico potesse cominciare 
a descendere, anchorchè siano molli el diversi. Ma 
ben vi dicemo questo, che hessendo che a le cose 
di Vicenza noi habbiamo dato bon ordine, el mede- 
simamente a questo di Verona insieme cum questo 
clarissimo proveditor Contariui a la diligeutll et 
vigilantia del quale certo ci pare non ci possa ag- 
giongere, voressimo mò o a gran giornale o in 
slafetta arivare a Bergamo el reveder un poco li 
quelle cose, el nel medesimo tempo haver consulta 
JHarif di M. Baiiuto. — l^m. IL VII. 



generale sopra el tutto eum el clarissimo Provedi- 
tor Moro et li altri signori capilanei, senza consu- 
mar niente de tempo indarno. Però direte a la Si- 
gnoria Illustrissima da nostra parte, che questa an- 
data ne parerla necessaria, et piacendoli voressimo 
exequirla in • ogni modo cum ritornare qui in Ve- 
rona subito ; el che se la commissione bavula del 
nostro star de qua dal Minilo non fusse stata tanto 
expressa, certissimo a quest' bora, hessendo di già 
provisto qui come é dillo, per anticipar ci saressi- 
mo posto in camino a far questo efetlo. Però subilo 
lì farete intender questa intention nostra cum lo 
mandarne volando la risposta, perché non vores- 
simo in quest) perdere oncia di tempo, restando 
maxime qui il signor proveditor Contarini, a la 
cura del quale cerlamenle ogni gran peso si po' 
comettere, remettendoci a quanto più largamente 
scrìverà sua magnificenlia cum la quale del lutto 
havemo ragionato in longo. 

Questo e quanto é nostro parere al presente ; el 
quale da poi che con ogni reverenlia barete exposto 
a la Signoria Illustrissima, la suplicarete da nostra 
parte che et adesso el sempre che le nostre opinioQ 
non li satisfacessero, se degnino farcine intender 
sempre resolulamente la sua volunlà, che posta 
ogni altra cosa da parte non penseremo che ad 
obedire sicome rizerca el debito nostro. 

El perché sapiate che non si manca in rassetare 217 
li nostri cavalli legieri secondo ve scrivessimo per 
r altra nostra, già havemo fatto venire el signor 
Costantino Boccali, el expectamo qui el conte Am- 
brosio per dare assetto ad tulio: et dite liberamente 
a la Signoria Illustrissima che le nostre gente sa- 
rano presto si bene in ordine che acompagoaranno 
benissimo el desiderio nostro, che é exlremo, de 
servirla. Havemo anco mandalo di novo ad solici- 
tare li fanti nel paese. 

Bene valete. 
Da Verona, a li 28 de Aprile 1528. 

Sotloscrilla : 

In mezo la lettera : 

Francesco Maru duca or Ur- 
bino eie. del Serenissimo Do- 
minio veneto capitanio ze- 
neral. 

A tergo: Nobili dileclissimo oratori nostro 
Venetiis, domino Baldantonio Falcutio eie. 



i\ 



333 



IfDXXVin, APRILE. 



324 



218') Da poi dìsnar, fo Conseio di X, con la Zonla. 
Da Vicenza, lettere di sier Zuan Antonio 
da ehà Taiapiera capitanio, di 29 Aprila hore 
2 de note. Come, da le parte di sopra ho per più 
persone venule hozi, '•.he di Alemagna venivano a 
Trento assai cavalli borgognoni armali a la liziera, 
et hozi ne dovea gionger. La mostra general si do- 
vea far Luni passato a di 27 tra Bolzan et Trento ; 
le monitione esser aparechiate, et de 300 carri co- 
' mandati esserne glonli a Trento 150 a quali darassi 
8 rayncs per cadauno. Un altro poi venuto de Agne- 
lina dice, che 'I capitanio Tegen era andato in terra 
de grisoni per far fanli, ma loro se haveano voluto 
levar, et che 200 lanzinech doveano andar a incon- 
trarsi con 600 fanti che venivano di Àgnclina et 
non si ha inteso ci camino hanno a far. 

Da Verona, del podestà sier Zuan Emo et 
sier Carlo Contarini proveditor general, di 29. 
Avisano la morie di sier Daniel Barbaro capitanio, 
beri sera a hore . . . . , et alcune altre nove di 
le parte di sopra. 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
di 27, hore 8 di notte, particular. Come havia 
ricevuto una dei proveditor Moro, li avisa che man- 
dano a la voKa del Po per difension di le terre del 
signor duca di Uilano, cussi richiesti da Sua Excel- 
lentia, il signor Cesare Fregoso qual sera al guberno 
di tutte quelle gente si di esso signor Duca come 
nostre, et domino Petro Longena per gubernator 
di Pavia con homeni d*arme 200, cavalli lizieri 
200, et fanli 1000 io tutto de li nostri, olirà quelli 
del signor Duca che sarano almen 1500 fanti. Ini- 
mici danno fama di voler andar a la volta di Genoa 
et Alexandria ; ma questa provisioQe di le gente gli 
romperà lì sui disegni. 

Del ditto, di 28. De novo habiamo, per uno 
nostro fidato si atrova in Alemagna, che lui se ha 
trovalo in Yspruch al compir di la ultima dieta fata, 
dove tra li altri se alrovò el conte Girardo de Arco, 
el conte Raptista da Lodron, el signor Caslelalto, i 
quali veneno a la volta di Trento el hanno messo 
ordine di venir zoso con gagliardo exercito ; et che 
il Mercore drieto le feste venendo lui nuntio zoso 
318* da Yspruch et da Ala, alrovò per la via alcuni fanti 
cttfNÌ quali parlò etji disseno ha ver haulo mezo 
rnynes per uno, el che non haveano danari da farsi 
le spese per la via, el che insieme cum lui arivorno 
a Bolzano el li aspectavano che venisseno danari. 
El partilo dillo nuntio da Bolzano et giooto a Cor- 
ti) UctrU 217 *é bUaca. 



line, trovò da 3000 persone a la Stanga, el a Sante 
Paulo cercha 2000 et che venivano da la volta de 
Merano, i quali dicevano che erano d' acordo cor 
la Illustrissima Signoria de haver il passo, et \m 
quanto ditto nonlio dice, poder comprender rli€ 
vano in qualche loco a pie saldo, et che haveano 
fallo comandar tutti li carri che vadino a Trento, 
et che ognuno fuza et asconde la roba. Item, dice 
che uno Orlando Portello da Salò era gionlo de lì, 
venuto da Manina et Ferrara, el era stalo via più 
giorni et gionlo a Lodrone la notte seguente se par- 
ti et andò a Trento ; el lutto esso nunlio ne aferma 
cum certeza. 

Del Capitanio cenerai da mar, da Monopoli, 
di 19 et 21. Come è li, el la (erra di Brandizo si 
daria, ma per causa di castelli non si poleno averla 
acciò non minasse la terra, bisognando exercito da 
terra. Et intendendo che 1 castellan del Scoio man- 
dava sua moier verso Ragusi col suo haver, ha 
expedilo la Sanuda el Zustignana do galle (>er ve- 
der di prenderla. Item, essendo zonti li 25 milia 
ducati vanno in campo a Trane, ha mandato una 
galla conlra a tuorli, videlicet la Badoera. Item, 
ha auto lettere del campo, del Pi.xani el Pexaro, di 
15, mia 7 apresso Napoli, che insta el vadi con la 
armala a Napoli; il che lui non poi far (non) haven- 
do ordine di la Signoria nostra, el etiam le galle 
esser mal ad ordine. 

Noto. Ditto ordine lì è sia scritto per Pregadi 
che *l vadi eie. 

Item, scrìve et manda do lettere haute da sier 
Andrea Zivran proveditor di cavalli Iczierì, qual ha 
trovato il Viceré verso Otranto, el nostri straliolì 
erano da 60 cavalli, el li investite et li rumpele. 
Preseno alcuni da conto, il Viceré scampò con tre 
cavalli. Item, hanno haulo la terra dì Leze, et man 
da lettere del baron di Leze qual é con dillo Zivran, 
di 18 et 19, che questa rota del Viceré è stata cosa 
miracolosa. Scrive non ha remizo, et si mandi 1500 
remi, et tamen in questo mezo feva a Traoe pre- 
parar biscoto. 

Et nota. Il baron di Leze, fo quello entrò io 
Leze, scrive voi levarsi et andar a prender la roca 
di Mola eh' & molto danizà la terra. 

In questo Conseio di X, prima fu assi semplice 
su presonieri et alcuni monetarii eie. Da poi con la 
Zonta preseno la gratia di sier Aguslin Nani di sier 
Polo, che M possi intrar in Pregadi in luogo di sier 
Marchiò MichicI avogador extraordioario; la qual se 
perse altre do volle. 

Fu preso, per trovar danari, che al pubiieo io- 



325 



UOXXTUI, APRILE. 



8S6 



canto vender si debbano le eanzclarie del Podestà 
di Padoa, Podesiì di Vicenza, Podestà et capitanio 
di Treviso et Podestà di Asolo per 10 regioienti, 
ut in parte. 

Fa posto, quelli hanno eondutlo in questa terra 
formenli et voleno trazerli fuora la soa trai), li sia 
donalo di don soidi ì^l per staro, et non lo trazino 
md lo vendano in questa terra. Fu presa. 

Noto. È sta manda a Verona de qui stara 4600 
per bisogno di la terra, et a Vicenza stara 1000. 

Hozi la farina in Fontego calò di lire 13 a lire 
1 1, et sol tardi Tu fatto la grossa lire 10, il Tormento 
lire 9 ; si che 1 cala a furia. 

Da Feìtre, di sier Toma Lippamano pode- 
stà et capitanio, di 30, hore 24. Essendo bora 
ritornato lo mio explorator mandalo a Bolzano per 
veder far la mostra secondo se divulgava, referisse 
che, ritrovandosi Venere 24 del corrente a Tramen, 
et intendendo non doversi far mostra general, scor- 
se per tutti li infrascritti lochi dove vide grandis- 
simo numero di fantarie, et dicevasi esservi bandie- 
re per ogni loco, come appare qui di sotto. Et 
Tenuto a Bolzano dove stete Doroinica et Luni,dice 
esservi bandiere sei di fanti 500 per bandiera, ma 
cavalli non vi sono, et vi era Marco Sielh capo di 
tutte le faniarie, et il conte Girardo di Arco. Mon- 
stre general et ordinaria non si ha facto né dato 
danari ad alcun fante ; ma ben ogni bandiera ha 
fatto la monstra da se et mandati in quesl lochi per 
alogiar a spese de lì babitanti, et aspectavasi danari 
per dar a diete fantarie et far la monstra general, 
qua! danari se dicea doveano esser mandali per li 
mercanti di le terre franche. A Bolzano se dicea et 
firmiter se divulgava, che parte di questa gente 
dovea andar a la volta di Valcamonica per andar 
a Milano, et parte zoso per longo V Adise su la 
campagna di Verona per andar a Bologna, da poi 
de longo nel reame per subsidio de Ispani ; et di- 
ceasi che fra 15 giorni calerano, et più presto non 
si credea, per non esser ancor zonti li cavalli né li 
danari. Ritornando heri per la voKa di Trento, ba 
^19* visto gran quantità de somieri cbe conducono biava 
per conto di Cesare, et dimandò. Li fu ditto che *l 
duca di Baviera bavea donato a Cesare stara 60 
mtlia di segala, parlando a staro venetiano, subiun- 
geodo che per tulli li lochi dove é slato vi concore 
assaissime fantarie, ma a molti danno licentia, et 
scriveno aolum quelli li pare. A Trento nulla ha 
vrsto, salvo il castellano che vi si trova, e per la 
Vale Sugana h« scontrato para di boi ^50 cum li 
sui carri et vasladori drieto cbe vanno verso a 



Trento. Dice ancora che a Trento se dicea che di- 
mane si dovea dar principio ad far del pane; et per 
ditta valle nulla altro si vede. 

Numero di bandiere si trova ne ìi lochi 

ut infra. 

A Tramen bandiere numero 9 



A San Polo . 
A Cortachio . 
A San Michiel 
A Caldero . 
A Meran . . 
A Bolzan . . 



> 



8 
3 
4 
5 
8 
6 



numero 43 



(De) li soprascritti lochi, sei sono tutti situati di 
là de PAdese a longo dillo l'Adese, et le bandiere si 
dice esser de fanti 500 1* una, che sariano la summa 
fanti numero 31 milia et 500. . 

Da Fiorerufa, del Surian orator, di 26. Co- 
me era stato con quelli Signori insta le lettere aule 
di la Signoria nostra, rechiedendo volesseno con- 
tribuir a la spexa de li lanzinech vien in Italia man- 
dadi per il re Chrislianissimo, atento le monilion 
di Alemagna. Et ditti Signori li hanno dato bone 
parole dicendo si vederà, dolendosi di le exortalion 
fate per TOrator nostro in Pranza che 1 re Chri- 
stianissimo rompi guerra di là a Cesare, il che non 
è altro eh* a romper le cose de Italia. 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio, di 330 
29 Aprii 1528, manda questo sottoscritto 
reporto. 

Uno venato referisse, come Mercore a di 22 
del presente se partite da Riva et andò a Trento, 
dove vide barche 34 butale in aqua cum parte di 
ponti sopra esse, et parte sono in San Marco, et son 
ponti da passar fiumi in ditto San Marco. In la mo- 
nilion era casse et perfossi pieni di farine, et olirà 
altre farine, pareva esser da 100 perfossi zoé botte, 
et masenavano a furia per tutte quelle valle. Su la 
piaza del Signor pur in Trento sono do mude de 
scale forade al pé, et una cilela in zima da zercha 
3'2, et li era un pezo di arleilaria da lire 40 et alcu- 
ni beri et da 6 case (?) usate. La Zuoba seguente a di 
23, el soprascritto se transferi in la Val de Non, 
dove vide assai fanti che andavano a Calder et Tre- 
me, che sono tra Bolzan et Trento, per locar danari. 



827 



MDXXVUI, MAOOIO. 



338 



et il Venere di 24 andete a Bolzan et fece colalion 
Il a Bolzan, dove vide arivar quei giorno instesso, 
et andò in Valsugana dove erano assai soldati che 
venivano per locar danari, et iterum ritornò a 
Trento dove arivò il conte Balista da Lodron quda 
sera proprio a slapheta, et parlò li un gran pezo 
col Trochstolfo maestro del campo. La Domenica 
agionseno quatro forieri a Trento, et andavano ve- 
dendo li alozamenti che son tutti segnati, et se 
aspeclava 500 cavalli, et che era ancora in Yspruch 
et a Bolzano; i quali 500 cavalli erano a Bolzano et 
Marti li aspectavano a Trento. Luni el conte Batista 
et il Trochstolpho comesseno a li deputati di Trento 
che fassino far il pan el che lo faccsseno sasonar 
ben, et che Luni, Marti et Mercore tulli i carri se 
doveano alrovar a Trenlo, et ogni terra dia dar 
220» carra 3 che poleno esser da carra zerca 60 in 70. 
11 conte Girardo ha ditto al prefalo nuntio .... 
che hanno dado 1000 cavalli per menar vituarie el 
altre cose necessarie per il campo, el che tutti i 
gentilhomeni convengono andar in campo in per- 
sona mandarli uno di fioli, el che '1 Principe ha 
mano in queste cose perchè si divulga venir a dani 
di la Illustrissima Signoria, et publìcamente dicono 
venir a man salva. Et che 'I capitanio Tegen vien 
cum 4000 lanzinech et 4000 grisoni zoso per Val- 
tolina a la volta di Milan, et che questi altri, per 
quanto pono considerar et ha inteso, sono per venir 
per una di do vie, o per la via de Val di Lagro o 
per via de li forni di visenlina, el che fra 5 o f> 
zorni al più se avierano. Et che heri, che fu a di 28, 
tien habino Gnito di far le mostre, si che crede che 
sarano come è sta dillo a camino fra 6 zorni, et 
che moltiplicherà grandissima gente molto più di 
quello si tiene. Li capilanii sono il duca di Brun- 
svich el Marco Sieth, et il conte Girardo de Arco, 
et il conte Balista da Lodron sono capi di colonello 
et consieri del Duca. 

22 1 Del mexe di M^eo 1528. 

A dì primo. Introno Cai del Conscio di X sier 
Nicolò Trivi.xan, sier Lazaro Moccnigo el sier Hi- 
ronimo Barbarigo. 

Dal campo, apresso Napoli mia 7, a dì 17, 
da , . . * Scriveno, sier Alvi.xe Pi.xani procuralor 
et sier Piero da chà da Pexaro procuralor, come 
in Napoli erano intrali spagnoli et lanzinech et sono 
al numero di 9000, el haveano liccntiato li italiani 
excepto Fabricio Maramaldo con 500 fanti eh* e 
resta eoo loro ; et come erano venuti nel nostro 



campo 3 capitanei corsi con fanti 600 erano con 
inimici, volendo tuor soldo. Lulrech li ha dillo 
quando voleano haverli non hanno voluto venir, el 
mò voleno venir che non li bisogna, et li ha inviali 
a la volta di Calabria, con farli star et non fazi dan- 
no ; el qual Lutrech molto si ha dolesto con loro 
Procuratori che li danari non erano lontani (?), oè si 
poteva mover se non si paga prima le zenle, usando 
sopra zio gran parole, dicendo veder V impresa di 
Italia persa. Jtem, li risposeno, per li tempi non 
son zonti. Voria etiam V armada nostra venisse a 
Napoli, dove è Filippin Doria con 9 galìe et havi;i 
preso do nave che di Sicilia con formenti voleano 
andar a Napoli, et una fregata. Scriveno, Lutrech 
dice avanzarli per sto mexe scudi 48 milia el vera 
r altra paga. El il Re voi alender a romper in Pi- 
cardia ; saria meio atendesse a Italia, perché sa le 
cose di Franza, non porà far tanto, liem, li corsi li 
hanno ditto in Napoli havér vituarie per do mexi ; 
ma pativano per li molini da masenar : tolendoli le 
aque, stanano mal. Scriveno, andarano alozar 3 mi- 
lia apresso la terra ; ma nel levar il campo si va 
disordinatamente. Lulrech non voi aldir patiscono 
il campo di vituarie perchè li ministri di Lutrech 
governa mal. Tamen lo exercito nostro è molto 
potente. 

Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitanio, di 30 Aprii, hore 8 di 
notte. Di novo si ha, di sopra a Egna, Tremeo et 
Meran sono adunati fanti 5000 et se ne aspetta as- 
sai, et questo aviso è certo, el esser zonti a Bolzao 
li cavalli borgognoni. Si duol non li é provision io 
Vicenza et con 400 fanti che se li manda non si 
potrà difender : hozi aspetava li domino Baldisera 
Asal con la sua compagnia di fanti. 

Et tenuta fin hore 15 per non esser p<is8à 
posta, scrive mi è zonto nova di le cose di sopra 
per uno messo il qual parlile di Trenlo Marti da 
sera, a dì 29. Dice come in Trento cargavano carri ^ 
300 Ira munition et vituarie ; la qual cosa ludica 
mal assai per qui, perchè volendo inimici tuor la 
volta di TAdexe et venir sul veronese, non biso- 
gnaria cargar li carri a Trento, però si provedi a 
quella cita in la qual non è alcun pressidio. 

Vene V orator del duca di Milan, et parlò di le 
presente occorenze, et per saper di novo. 

Vene V orator di Fiorenza per il qual fo man- 
dato, et dichiaratoli le nove si ha di lanzinech che 
vien zoso, quali potrano far mal assai, però biso- 
gnerif) obstarli, el quella Signoria cQpsideri il peri- 
colo el ne mandi prcssidii di danari a resister a la 



m 



MDXXT0I, MAOOIO. 



880 



loro furia ; con altre parole che *l Serenissimo li 
disse di ordine del Collegio. El qual orator domino 
Bartolomeo Gualleroti dottor, vestilo di veludo 
cremexio, disse spazeria lettere dì questo hozi a li 
sol signori, et cornunieoe nove vechie del campo. 

Et come ha di Fiorenza che madama Margarita 
mandava et za havia inviati do oratori in Ànglia a 
quel Re per tralar pa.\e eie, el volevano far Irieve 
eoo la Fiandra acciò le merchadantie occoresse. 
Horin conclusion, lui orator disse scriverla hozi 
in bona forma^ el li pareva si havesse raxon. 

Veneno alcuni a oQerir Pimprestedo, fra li quali 
sier Carlo Morexini proeurator ducati 100, uno 
Are-odi mercadanle ducali 500, et alcuni altri, el 
trovono da zerca 

Fu proposto di far hozi un Proveditor et vice- 
capilanio a Verona con pena et ducati 140 ai mese 
per spexe, el fo leta la parte. 

Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera eapitanio, di 30, hare 3. Come le 
rnotione alemane multiplicano, el di più mi riporta 
questa sera uno venuto da Trento, che 8 bandiere 
di fanti sono sii expedite verso la roca di Anfo, a 
qaal efecto non si ha inteso. Scrive, questa sera é 
zonlo qui il forerò di domino Baldisera Azal, qual 
dice la compagnia esser tra Monlagnana et questo 
territorio, el caminano in diligenza, el dimane sa- 
rano qui, et sono fanti 500, benché l' ordine datoli 
sia solum di 400, dicendo haverne lassato de 11 
preparati altri 900, quali volendo la Signoria tuorli 
sariano qui fra 3 over 4 zorni, bisognando. 
¥li Da poi disnar fo Pregadi, et fo leto le sopra- 
scritte lettere. 

Da poi fo chiami quelli mancava l'ultimo Pre- 
gadi a venir a offerir di prestar, et sier Jacomo 
Corner qu. sier Zorzi el cavalier procura tot oferse 
per lui et per sier Zuane suo fradello ducati 3000. 
Item, sier Antonio Venier qu. sier Marin procura- 
lor ducali 200 el donoe il don. Sier Piero Tran 
tolse rispetto, el altri presfono, si che fo trova 4575, 
et r ultimo fu sier Zuan Antonio Dandolo qual vien 
in Pregadi per esser sora le cose de le aqoe, el 
senza esser chiamato oferse ducati 50, el cussi ul- 
timo di tutti fo publicù. 

Fu posto, per li Savii, una lettera a sier Antonio 
Surian dolor el cavalier oralor a Fiorenza, in ri- 
sposta di soe, che vogli solicitar quelli Signori vo- 
gli in tanto bisogno come collcgadi nostri aiutar 
(iueslo Stado a obslar al numero grande di lanzi- 
nech viencno.in Italia, il che sarà il mantenimento 
di quella Republica ; per tanto si voglino risolver 



in voler pagar li lanzinech manda in Italia il re 
Christianissimo con altre parole. Fu presa. 

Fu posto, per li Savi, essendo morto a Tre- 
viso il strenuo Bartolomeo «Avogaro, qual era a 
quella custodia con fanti 100, si mandi Alexandro 
da Colorno provisionalo nostro, fo fiol di Zanno 
da Colorno con il stipendio consueto, el fu presa. 
Ave : .... el il zorno sequenle fo expedilo. 

Fu posto, per li Savi, condur a nostri stipendi 
uno Zuan Jacomo con sguizari 700, el uno capi* 
lanio Sichardo con grisoni 300. Et fu presa. 

Fu posto, per li dilli, essendo sier Daniel Bar- 
baro capitanio di Verona, per la importantia di 
quella città sia de praesenfi eleclo per scurlinio 
di questo Conscio con pena uno Proveditor zene- 
ral di Verona et del territorio et vicecapitanio in 
Verona, vadi con cavalli 10 el do stafieri, meni 
uno secretano et il suo fameio, babbi per spese 
ducati 140 al mexe a soldi 124, et 1* utilità el sa- 
lario havia il capitanio Troto resti in la Signoria, 
el parti immediate. Ave 132 questa. 

El sier Hironimo da chà da Pexaro savio del 
Conscio voi si fazi senza pena. Ave: 31, 1, 1. 

Scurtinio di Proveditor et vice capitanio a 
Verona con pena^ iusta la parte. 

Sier Alvise Barbaro fo Cao del Con- 
scio di X, qu. sier Zacarìa ca- 
valier proeurator 86. 82 

Sier Francesco Pasqualigo fo capi- 
tanio di le galle di Alexandria, 
qu. sier Vetor 64.105 

Sier Hironimo da chà da Pexaro 
savio del Conscio, qu. sier Be- 
ndo proeurator 69. 92 

Sier Polo Valaresso fo podestà a 

Bergamo, qu. sier Gabriel • . 41.122 
t Sier Piero Nani fo podestà a Ve- 
rona, qu. sier Zorzi . . . . 112. 50 

Sier Sigismondo di Cavalli fo pro- 
veditor in campo, qu. sier Ni- 
colò 59.109 

non Sier Lunardo Emo savio del Con- 
scio, qu. sier Zuane el cavalier, 
si caza col Podestà, 
non Sier Zuan Emo podestà a Verona, 
qu. sier Zorzi proeurator. 

El qual sier Pòlo chiamalo al Serenissimo, tolse 
rispeto a da matina. 



88t 



IfDUTUIi MAGGIO 



m 



332« Da poi licenliato il Pregadi, essendo Mi note 
una parie di elezer per eleelion et la banca 14 
zentilhomeni con ducati 30 al niexe per spexe per 
mandarli 9 a Padoa^a le porle et piaza et 5 a 
Trevixo con ... . archibusieri per uno, parse al 
Serenissimo et alcuni di Collegio esser moio elezorli 
per Collegio con li Cai di X. £1 cussi fo fato una 
noia, et mandati che venisseno da malina in Col- 
legio, et fo scritto con li Cai a Padoa et Treviso 
di haver bona custodia. 



Questi sono li chiamati, 

Sier Nicolò Donndo fo capitanio di le galle 
di Bariito, qu. sier Andrea, 

Sier Vicenzo Zantani fo capitanio di le ga- 
lle di Àlexand^ia, qu. sier Zuane, 
reiVidò Sier Alexandro Contarini fo ca* 

pitanio di le galle di Barbarla, qu. sier 
Andrea, 

Sier Nicolò Trivixan fo provodilor zeneral 
in Daitnatia, qu. sier Piero, 

Sier Stefano Trivixan fo soracomito, qu. 
sier Nicolò, 

Sier Alexandro Boudiniier fo soracomito, 
qu. sier Francesco, 

Sier Berluzi Contarini fo capitanio di le ga- 
lle di Alexandria, qu. sier Andrea, 

Sier Francesco Bragadin fb capitanio di le 
gaire di Baruto, qu. sier Vetor, 

Sier Francesco Dandolo fo soracomito, qu. 
sier Zuane, 

Sier Nicolò Bondimier fo soracomito, di sier 
Andrea. 

Sier Lodovico Michrei fo provodilor a Civi- 
dal di Friul, qu. srer Piero, 

Sier Bironimo Taiapiera fo capitanio et prò- 
veditor « Legnago, qu. srer Ahise, 

^ier Antonio Baxadona el XL Criminal, qu. 
sier Piero. 



233 Adì 2 Maao. La matina. Vene in Collegio sier 
Polo Nani electo beri Provodilor a Verona et vice- 
cipitanio, et aceptoe, dicendo si noetleri ad ordine 
et andarà prestissimo. 

Vene V orator di Milan rechiedendo alcune mo- 
nition per lettere del suo signor Duca. Li fo rispo- 
sto bisognar a nui. Et era con lui uno altro nuovo 
orator del Duca, venuto a stapbela, in loco di quel 



missier Sclpion di la Telia il qual fu forilo a le 
Cavalchaselle et restò a Verona amalato, unde il 
Duca mandò questo altro nominalo domino Fran- 
cesco Tusignano el qual apresentò lettere di cre- 
denza el poi disse 



Da Verona, di sier Zuan Emo podestà et 
sier Carlo Contarini proveditor zeneral, di 
ultimo. Come, havendo esso Proveditor hauto la 
lettera del Senato, parlò al signor Capitani© zene- 
ral, et li lexé la lettera, el qual partirà da malina 
per Salò, Ampho et Bergamo, et parlerà col si- 
gnor duca de Milano, ponendo ordine a quello 
acade. Item, mandano reporti bauli di sopra zer- 
clia cavalli et fanli zonli a Trento, et haver dato 
danari ut in litteris. Et il capitanio Tegen è 
con 10 milia ilo in Valtolina; etiam su V Adexe 
verso More é alozalo zenle; li qual reporti non 
li havendo potuti haver, non li scriverà ad Ut- 
teram. Item, scrivono che a sorte hanno butato 
la deputation de 8 zentilhomeni, et fato la mostra 
de li soi compagni archibusieri, et li hanno posti 
ut infra : 

Sier Alexandro Donado qu. sier Polo, a la piaza, 

Sier Zacaria Orio qu. sier Zuane, a la piaza, 

.Sier Filippo Corner qu. sier Hironimo, a la cit- 
tadella, 

Sier Lorenzo Sanudo qu. sier Anzolo, a la porta 
di San Maximo, 

Sier Ambruoxo Contarini qu. sier Andrea, a la 
porta di San Zurzi, 

Sier Almorò Barbaro di sier Alvixe, a la porla 
del Palio, 

Sier Agustin da Canai qu. sier Polo, a la porta 
del Vescovo, 

Sier Ise))po Badoer qu. sier Bernardin, al baslioo 
di le Cadene. 

Da Brexa, di sier Zmn Ferro capitanio, 5 
di 29 Aprii, hore 2 di notte. Come ha, per via 
di Valcamonica, per uno venuto di sopra, che acerta 
a li 27 fìn bora esser zonto su quel di Trento 
1000 cavalli, el che tuttavia giongeno fanli assai, 
et che non credeva che per ,qaesto si havesse a 
temer de qua in Valcamonica ; ma che *1 capitanio 
Tegen a Male fa coadunanza de gente che vi van- 
no et di Valtolina et d' altrove, qual facilmente 
potria drizarsi a questa volta de Valcamonica et 
dar qualche fastidio; per il che ha mandato doi 
messi de sopra, et quanto riporterà si darà aviso. 



333 



«DXXTIII, MAGGIO. 



384 



Dd diito^ di ultimo. Manda alcuni avi$i zoé 
do iellere: 

Da Bergamo^ di sier Zusto Quoto capi- 
tonta, di 39, al ditto eapitanio di JBrexa, Di 
novo, per li avisi habiamo, pare le coso di sopra 
andar moUo inaoli, et che hozi doveaoo esserio 
Trento Tanti ) 5 milia, et da pò el suo partir do- 
veano sopragionger 1800 cavalli quali erano a 
Slerceuch el Yspruch et altri loci ivi vicini, el che 
ancora erano comandati a la Valle de Sol et Non 
ÌK>vi 400 el guastadori 100, et che uno duca de 
Bransbaicb é eapitanio di esso esercito generale, 
né ancora se intende qual camino habbino a fare. 
£l bavendo vostra roagniOcenlia cosa alcuna, quella 
si degni participar, et ricomandarmi al magniGco 
jnissier Ballista Martinengo el al maguifìco conte 
Federigo da Gambara ci magnifico cavalier Lu- 
zasco el tulli quelli altri gentilhomeni el al ma- 
gnifico* Podestà, che prima dovea dir, el ofierirme 
a Culla la sua corte. 



Copia di una lettera del signor Jarius Ma- 
ria di Campo Fregoso, data a Orgnan, a 
dì 29y scritta al sopradiito eapitanio de 
Brexa. 



Clarissimo signor eapitanio. 

Azio la signoria vostra non stia senza avisi 
dal Canio de qua, con questa la sarà avisala per 
avisi havemo in questa sera da Milano, come mi- 
lanesi dieno exbursar al signor Leyva de qui a 
Domenica 35 milia scudi rechiesti so{)ra le coxu 
trìbuliooe, et che bauli ditti danari deve esso Leyva 
ussir de Milano et andare aj Abbiate el poi a Pa- 
via, el che il castellano de Musso richiede a brian- 
ceschi aJlogiamento per 2000 fanti, over dar page 
per essi, el che esso castellano ha mandato for^ 
o^i menlo io quanlilà a Como per inviarlo poi a Mi- 
lano sicome sarà bisogno. Vtil in Milano lire 55 
imperiali il mozo el lire 34 il vino la brenta; el 
prelJo di le altre vituarie e carissimo. Altro non 
bav^nio per bora degno de avisare la signoria 
vostra, a la qual de cuore me ricomando. 
Da Orgnano, 29 Aprile 1528. 

Essendo andata la scorta de nemici a la volta 
de Serooo quasi distante da Milano 12 milia per 
viluarie, gli sono andati el conte de Caiazo el Loi- 
zBSco eoo altre compagnie a la volta de Milano 
aziò iieiDici non passino uioire ad noccorrer^ ; et 



de quanto sucederà la signoria vostra ne sarà ad- 
visata a la zornala. 

Sottoscritta : 

A comandi de vostra signoria 
Janus Maru Fregoso. 

A tergo: Al clarissimo signore mio honoran- 
do, il signor Gioanne Ferro, de Brexa eapitanio 
degnissimo. 

Da Cassan^ di sìer Toma Moro proveditor 
Menerai, di 29. Come per diversi avisi se ha, cbe1 
signor Antonio da Leva de brieve e per ussir fuora 
di Milano con tutte le sue gente si alemane come 
spagnole, et disegna andar con quelle a eooiongersi 
con le altre sue gente che in questi giorni passorno 
Po, quale bora se atrovano a Basignana, et cbe vo- 
lano tentar de entrar in Placentia et ivi inlerlenirsi 
fin che gli venga soccorso, et poi venuto dissegna- 
no de voler andar ad Alexandria et a Genova. 

Da Bergamo^ di sier Justo Guoro eapita- 
nio, di 29. Hora havemo aviso da le bande de so- 
pra, per uno vien da Bolzano, qual porli Sabato 
proximo passato da Bolzano, dice che 11 a Bolzan 
et Meran et lori circumvicini erano gionli gran nu- 
mero de fantarie, et per quanto se dicea in Bolzano 
de numero 15 milia, et se doveano faoEi partir et 
andar a la volta de Trento, et da poi ei loro partir 
dovea soprazonzer 1800 eavalli quali erano a Star* 
eeuch et Yspruch et altri lochi ivi vicini ; et die 
ancora erano sia comandati in Val de Sol et de 
Non bovi 400 et guastadori 100, et che *l duea de 
Bransvich é eapitanio zeneral da esso esercito, né 
si sa fin hora el viagio suo dove i veglino drezar. 

Di Franjsa, di sier SeòaiUam Justinian el S 25') 
canaUer oratar, date a Paris^ a di $ et 6, De 
coloqui hauti eoo V oralor anglico aerea Raveoa et 
Zervia, le qua! terre la Signoria V ha lolle de vq« 
lontà de la liga aziò non capili io man de spagnoli, 
el al presente é bon atender ad altro <be a questo, 
perebè la Signoria ha speso taolo io flaveooa et 
posaessa tanto tempo. Lai Orator disse: <L*bavé ear* 
pida ei sarà causa de guerra, el Papa sa aeordert 
con t' loiperaior > poi dfise ; < Vuì §e sii causa che 
lo episcopo de Pistoia Puzt orator dd Papa iieji 
paesi in Spagna, et ave btto questo Re non lo km 
andar » Al die hii Orator rispose ehe la Signoria 



335 



MDXXVHIi HAOOK). 



336 



225' 



non ha colpa alcuna. Il qual anglico li disse che 
madama Margarita havia manda uno suo oralor al 
so' Re per haver salvocondulto per uno altro voi 
mandar in Spagna a tratar paxe, et gè V ha dato. 
Item^ scrive ci Re esser apartndo per esser la sep- 
timana santa, et lui Orator parloe col Gran eanzelier, 
qual li disse la voluntà del Re è che la Signoria 
tegni Ravena et Zervia, et non dubilè de questo; 
con altre parole. 

Di Anglia^ di sier Marco Antonio Venier 
él dotor^ oratoTy di ultimo Marzo. Come era 
zonto uno orator de madama Margarita per haver 
salvocondutto de uno altro a mandar in Spagna, 
perché voi tratar acordo et paxe, et che manca per 
el re de Pranza qual non li mantien quello li pro- 
mete, il Re rispose tenendo le raxon def re Chri- 
stianissimo, tamen li dà il salvoconduto, con questo, 
se per tutto Mazo non se concluda, voi romper la 
guerra. Et cussi è sta contento, el manda uno suo 
etiam in Spagna ; et altre particularità, ut in lit- 
ieris. 

Di sier Toma Contarini va orator al Si- 
gnor turco, date a Sibinico, a dì 22 et 26 de 
Aprii. Come a di 8 parli el per molli tempi con- 
trari et pioze el suo navicar è sta longo, el adi 21 
da sera zonse qui, dove sperava trovar cavalcature 
per proseguir el viazo, ur^ non potendo baverne, 
il é sti forzo a scriver al sanzaco de Bossina, el 
spera sari servito. De questi confini non se intende 
esser cavalcato alcuno, ma ben esser sta fai! coman- 
damenti ffo forma che se mettano aJ ordine. 
Spera trovar el Signor se non a Coiistantinopoli al* 
men in ÀndernopoiI, el par a li confini sia uno ora- 
lor del re de Boemia molto honorato el bene in 
ordine per andar a la Porta. Quelli sanzachi di con- 
fini non r ha lassato passar se prima non ha scritto 
a la Porta ; di che aspecla la risposta. 

Di sier Zuan Moro proveditor di V arma- 
da, date apresso Monopoli, a dì 21. Scrive co- 
me elCapitaniozeneral ha auto a mal de la sovention 
ha dato a le galle per el venir in Puia, et etiam de 
le nave de formenti presti voi haver la sua deci- 
ma, qual lui Proveditor 1* ha tolta, perchè fu presa 
havendo lui el governo del mar etc. Suplica sia 
fato venir a disarmar : é mexi . . . . é fuora. 

Da Trani, di sier Vetor Soranao provedi- 
tor, di 24. Come se aduna la massa de le zente 
francese et nostre venute per andar a la expugna - 
tion de Manferdonia, dove par dentro siano 2000 
fanti, et hanno 6 pezi de artellaria ma poca polvere, 
et DOD beo d* acordo col caslellan per causa de 



zelosia de certe soe fiole. Scrive, la massa se fa a 
San Lonardo ; sarà el signor Camillo Orsini con 
1300 fanti et 400 cavalli. Item, scrive tien pratica 
col castelan eie Item, sopra la sua fede haulo fer- 
menti fa far biscoli per l'armada, el za ne ha anca 
fatto far 50 miera el altre particularità, ut in Ut- 
feris, 

JBo lettere da Orvieto, di 26, per uno messo 

del cardinal novo Corner. Come Luni a di 

el Papa havia publicà in concistorio cardinal el re- 
verendissimo Cornelio» et datoli titolo sancii Pan- 
cratii .... cardinal, el li manda il capello per 
uno suo ... . nominato Nicolò de Medici. Et per 
ledere de domino Alvise Lippomano, par Tarzive- 
scovo de Spalalo suo fratello é zonto li, con pro- 
mission al Papa, dando la camerlengaria a esso re- 
verendissimo Corner, darli ducati 30 milia. Item, 
come è lettere di Roma del cardinal Campezejegalo, 
esser 11 venuto uno roman domino Stephano Por- 
caro vien de Napoli, dice el cardinal Colonna era 
sta pfeso, ei qual sopra una fregala passava ad 
Ischia a far tornar a Napoli el marchexe del Vasto 
che amazò quel fiol del conte de Polentia. Item, 
che Lutrech a di 21 era entrato in Napoli coi gran 
ocision de spagnoli; ma lai nova non se crede. 
Ite^n, el Papa fava 400 fanti per mandarli a Ro- 
ma, perché Sara Colonna con 70 cavalli el 700 
fanti feva danno fin su le porle de Roma. Item, 
come quelli erano in Viterbo partivano per Siena ; 
et il Papa se dice andarà a Viterbo ; el sono qui bora 
U cardinali. 

Da poi disnar, fo Pregadi et ordina Conscio di j^g 
X con la Zonta. 

Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitanio, di primo, vene lettere, di 
hore 24. Come hozi, per diversi advisi conformi ho, 
che beri malina glonsero a Trento 1000 fanti el 
400 cavalli borgognoni, el che Luni proximo die 
gionger el reslo de lo exercito per aviarse verso 
Verona, parte per la Val de Lagre, et parie per 
Val de Rendena, che é dove calorno V altra volta, 
el per quanto si ha vengono a danni de la Illustris- 
sima Signoria et per stringer Verona ; el a Trento 
pur cargavano 28 pezi de artellaria da batter, el 
fanno conzar la strada de Val de Lagre dove la 
é cali va. 

Fo ledo uno aviso de uno stato a Brunich, et el 
suo reporto in consonanlia de li altri, el zente assi 
preparate etc. 

Di sier Alvise Pixani proveditor general, 
et sier Piero da chà da Pexaro procuratore 



387 



ItDXXVIII, ItAOGlO. 



338 



orator^ di 20, 21 et 23, date in campo, do mia 
apresso Napoli a San Piero d^ .... Ma in la 
primo, di 21, aeisa scaramuze fate con inimici eie, 
et esser venuto uno fuora de Napoli fuzilo, qual el 
cardinal Triulzi, ch'é preson in castello col cardinal 
Pisani, lo manda. Dice esser li da 6 milia lanzinech, 
tra li qual è 1000 forneri el altri lodeschi erano in 
Roma, et 4500 spagnoli et 1500 fanti italiani, et 
hanno vituarie per do mexi. 

Da poi alcuni andono a oferir l' impresiedo 
poi letti al Conscio quelli si hanno oferto prestar in 
Collegio, unde andoe sier Andrea Gusoni proeura- 
lor, ducati 300, et alcuni altri: in tutto trova ducali 
1300, tra li qual sier Marin Zorzi el dolor é amalato 
JD caxa, mando a offerirsi prestar ducali 70. liem, 
se voleva publicar quelli non hanno porta li soi 
boletini de non esser debitori insta la parte, ma fo 
aJmonili tulli ad portarli se non il primo Pregadi 
saranno tutti publicati, et la leze conira di lor sarà 
invìolahiliter exequida. 

. Fu posto, per li Savii del Conscio et terra 
ferma, la expedition di sier Polo Nani ci qual acela 
PpovcJilor et vicccapilanio a Verona, videlicet per 
sue spexe per do mcxi ducali 280, per cavalli du- 
cali 130, per coverte et forzieri ducali 30, per il 
segretario ducati 30 ; et chel dito possi portar a 
risego di la Signoria uoslra arzenti per ducati 400. 
Ave: 156, 1. 

Fu posto, per li Savii, una lettera ai reclori di 
Brexa : atento li arzenti di sier Marco Foscari ve- 
nato de II Proveditor di Brexa non é sii slimati di 
qui, li debino slimar. Ave : 138, 2. 

Fu posto, per li Savii, una lettera al Capitanio 
zeneral duca di Urbin laudando la sua opinion di 
andar revedendo et esser col signor duca di Milan ; 
el a lui li remetemo il tutto, né nui mancbemo di 
far ogni provision per haver zenle. 

Fu posto, per sier Benedeto* Boldù, sier Alvise 
Bembo savii ai ordcni, che damalina sier Zuan 
Gontarini electo Proveditor in armada metti bancho 

el sia armato eie Et sier Zuan France' 

SCO Lippomano et sier Piero Maria Michiel savii ai 
ordeni voleno la parte soprascritta, et che sia dà 
licentia vengi a disarmar sier Zuan Moro provedi 
tor di r armada, in loco del qual ditto sier Zuan 
Gontarini fo elcclo ; el è stalo fuora mcxi 38 et e 
aualato. Et sier Francesco Donado el cavalier. Con- 
sier, sier Francesco Bragadin, sier Lunardo Emo 
Savii del Conscio messene voler la parte, et che sier 
Aguslin da Mula proveditor di 1* armada, il qual si 
reseote et fo mandato fuora per le cose del pò- 

/ DiarU di M. Samuto. — 2\m ZLYIL 



nenie, vengi a disarmar. Et sier Zuan Mianl el Con- 
sier voi diferir la materia, et non fo parlato al- 
tramente. Andò la parte : non sinceri, 3 di no, 
15 del Donado et compagni, 18 di Lìpomano et 
Michiel, 70 del Boldù el Bembo, 70 delMiani. Ite- 
rum: 8 non sinceri, 53 del Miaui, 118 del Boldù 
et Bembo ; et questa fn presa. 

Da Trani, di Antonio Maearuol secfetario, 
di 28, vene lettere. Del zonzer li con li ducati 25 
milia va in campo ; et che bavea trovado uno non- 
lio di Pranza che portava 30 milia scudi in campo a 
monsignor di Lulrech, et voleva montar in una barca 
di Paulo Muson bandito di Chioza con il qual non 
andava securo ; et V ha tolto con lui et sono insieme. 

Copia di do lettere dal campo sotto Napoli, 227 
scritte a lo illustrissimo signor duca di 
Milano per domino Girardo Cadeno suo 
orator ; la prima data dal campo a Gay- 
vano, adì 20 Aprii 1528, 

Ancora siamo qui a Caivano. Li inimici hanno 
fortificalo il riconto di San Martino qual sta unito a 
la citadc de Napoli, et quello insieme con la terra 
intendono guarlare, perché seria quasi impossibile 
almeno summamenle difficile poter guardare Na- 
poli havendo perduto ditto monte, qual sta chava- . 
liero a la terra. Quelli che vi escono di Napoli di- 
cono che li inimici hanno de grosso sachegiato 
quella terra, el vanno facendo del resto. Sorenlo et 
la rocha de Caslelamar se tengono a nome de li ini- 
mici. Tulio el resto qua d' intorno s' è rendulo. 
Monsignor ha mandato Simon Romano in Calabria 
con zerca 300 fanti. L' altro giorno ancora mandò 
alcuni capi di parte. Di quella provincia, la maggior 
parte é renduta. 

Lettera del ditto, data dal campo in Casoria 

adì 21 ditto. 

Questa mattina siamo venuti qua a Casoria di- 
stante di Napoli miglia do. Gli inimici, non pensando 
forse cheM campo nostro si havesse a levare hoggl 
de Cayrano, haveano fatto una imboscata lontano da 
Napoli uno miglio in luogo mollo forte; el la im- 
boscata era da zerca 500 cavalli el 300 archibu- 
sierl. Questa imboscala fu scoperta da li nostri ca- 
valli lizieri, contra la quale Monsignor mandò il 
signor l/oratio Bagione con le Bande negre. Esso 
signor Horalio andò senza lassare sonare tamburi, 
né far altro rumore, et subito se apizò lascaramuza 



839 



MDXXVin, MAGGIO. 



340 



et li inimici Turono al primo (rado messi in rolla, 
el Tu ferito uno gentilhomo de quelli de li inimici 
che dicono era vestito de uno sagione di veluto re- 
cbamato a croce d* oro ; al soccorso del quale li ini- 
mici per aiutarlo fecero più volte testa, ma sempre 
erano rebaluli. Et per esser il fatto tanto vicino a 
Napoli, ussirno di la terra alcune insegne pagade, 
qual similmente furono rebatude. Venero ancora 
molti lanzinech per una altra via, quale similmente 
furono rolli et morti et messi in fuga. Li nostri se- 
quitorno li inimici fino dentro li borgi de Napoli, el 
S37* cazandoli, amazorno uno genlithomo quale haveà 
una gran catena d' oro. Se li sono trovate lettere 
adesso per le quale se é conosuto essere monsignor 
de Milioo, per altro nome dillo monsignor de Vero. 
Fu morto de una archibusala ne la persona. Il ra- 
gazo d*uno fante da piedi ha haulo la sua barela, 
sopra la quale era una medaia et una catena picela 
d* oro. Apresso a lui sono morii molti ; il numero 
non si può sapere. Non é però notabile ; chi dice 
esserne morti 30, chi 40, et chi manco. De nostri 
non ne restò alcuno morlo ivi, ma ne sono ben fe- 
riti alcuni che moriranno, che non sono però più di 
sei ; non gli é homo di pregio ; lutti sono fanti pri- 
vati (?). Questa é slata una honorata falione, et il si- 
gnor Iloratio et le Bande negre hanno acquistati 
non mediocre honore per avere con tanto ardore 
seguitato fin su le porle de Napoli gli inimici. È us- 
silo di Napoli uno servitore del reverendissimo 
Triulzi ; dice il campo imperiale menare quella città 
in ruina, et che pare che'I campo li sia stalo uno 
anno dentro. Dice, spagnoli et lanzinechi bavere sie 
et sette alogiamenti, et star in uno et Taltro et baver 
componuto a danari queste cose, et metter contri « 
bulion come si fa a la lombarda. Sobgionge, che a 
la ruina et disipation che vedeva che faccino di vi- 
tuarie, che pensa le debbano fornir tosto, et tanto 
più che non s* acordano troppo bene insieme et che 
si fanno molle questione tra loro. Monsignor ha 
fatto divertire quelle acque che entravano in Na- 
poli. Hozi è venuto uno gentilhomo di Tarmala no- 
stra, qual é a Baia el Pozuol. É venuto per vedere 
quello voi ordinar Monsignor. Dice chel signor 
Andrea Doria non è ivi ma lo aspeclano di giorno 
in giorno; el che gli sono solo le 8 galere che ve- 
nero fin l'altro giorno; et che sono patroni del 
mare, che niente più riesce in mare da loco alcuno. 
Il marchese di Bitonto è qua, et seguita Monsignor 
con molli gentilhomeni del reame. Scrive, Monsi- 
gnor mette le poste de qui a Roma, et si andare per 
la drela» e( le lettere saranno più preste. 



Fu posto, per li Savi! del Conscio exeepto sicr ^-28 
Lunardo Emo, el Savii a terraferma, che cinque ca- 
pitanei che hanno servito in questa guerra, et per 
la parte sopra zio presa non è sta nominali, che li 
dilli debano empir le loro compagnie el continuar 
nel stipendio di la Signoria Nostra, ut in parte. Li 
quali sono questi 

Falcon da Salò 
Feracin da Brexa 
Jacomo Vallrompia 
Balislin da Rimano 
Bernardo Manara 
videlicet con 200 fanti per uno. 

Et sier Lunardo Emo savio del Conscio andò in 
renga contradicendo non si hanno portato ben ; 
erano alla guardia del bergamasco ; lassò passar 
Adda ali inimici. 

El li rispose sier Andrea Mocenigo el dolor sa- 
vio a terraferma, dicendo sono valenti homini, nò é 
tempo di vardar queste cose perché sono fidali et 
nostri subditi; et fato lezer le lettere di sier Toma 
Moro provedilor zeneral in campo li lauda. Etiam 
sier Domenego Contarini el Consier si levò el li 
laudò assai, quando fu Provedilor zeneral in campo, 
di le loro operation. 

Et sier Polo Valaresso fo Podestà a Bergamo, li 
laudò etiam di quello li ditti, o parte di loro feiio 
essendo lui a Bergamo. 

Et iterum sier Lunardo Emo andò io renga di- 
cendo .' 

..• • . . • • 

Andò la parte, in la qual inlroe sier Domenego 
Contarini el Consier. Ave: 152 di si, 7 di no, li 
non sincere. Fu presa. 

El da poi licenliati Pregadi, restò Conscio di 
Xeon la Zonta, et preseno che li 14 soprascritti 
zenlilhomeni elecli per Collegio ad andar a Padoa 
et Treviso, debbano esser mandati, et siano per 
Collegio elecli do altri di novo, siche in tutto siano 

Adì 5, Domenega, Fo la Croxe, Fu fato un 228* 
bel preparamento a la scuola di San Zuane Evan- 
zelista. É guardian Alvixe da la Galla drapier, qual 
era a la banca vestilo di scarluto et becho di veludo. 

In questa mattina sier Zuan Contarini Caza- 
diavoli electo per danari Provedilor di 1* armada 
messe banco, vestilo di veludo cremexin allo et 
basso, acompagnato da Procuratori so amici et al- 
tri, et li Soracomiti ^lecll vestili di scartato. Et nota, 



3il 



UBXXVUfi MAGGIO. 



m 



La bandiera messe non è compila ancora. Stele un 
poco, poi andò a caxa. 

El Legato del Papa mandò una lettera in 
Collegio da Orvieto di 27, per la qual par fusse 
nova de li che Napoli capilulava con monsignor di 
Lutrech per avìsi si ha de li. Et come il Papa feva 
600 fanti ; et quelli era in Viterbo è parlili. Il Papa 
dubila che Sara Colonna, qual con zente è vicino a 
Roma, non fazi qualche danno. 

Da Udene, di sier Zuan JBasadonna el do- 
ior, locoienente, di tdiimo» Manda queste sotto* 
scritte lettere : 

Copia di lettere di sier Lorenzo Morexini 
easteUan a la Chiusa^ al ditto Loeotenente. 

Magni fice et Clarissime, 
In questa bora de vespero il presente 1a(or mi 
ha refferito haver visto certa quantità de lanzinechi 
provadi che andavano alla volta di Trento, et eoo- 
dusevano seco carra dui de scale de corda, et al- 
(ri dui cargi de griffi, et altri carri cargi de archi- 
Imisì et farine; et diseno haver sentito divulgar che 
1 dieno esser in summa ^5 milia tutti a dieta volta. 
Et considerando de qualche inlelligentia polesseno 
haver in qualche terra over fortezza respecto alle 
scale I cooduseno, mi ha parso mandarlo a vostra 
magniScentia azid che la possi meglio inquerir 
della cosa. Nui staremo atenti, et de quanto inten- 
deremo che ne para cosa degna de fede, subito 
darò aviso a vostra magniOcentia. 

Datae Clusae Venzoni, die 25 Apri- 
ìis 1528. 

Copia di lettere da Tólmezzo, d\ ultimo dito, 
alprefato Loeotenente, 

Magnifice etc. 
Questa mattina habiamo hauto, per relatione de 
due spie le quale hanno slato alla volta del Tauro 
de ordine nostro che uno non sapeva de V altro ; 
uno di quali ne ha refferto che Ve stato zorni 12 
fora et ha inteso che questi zorni se fé* conscio de 
li signori alcmani in Clanfurt loco del Carantan, et 
ancora a I^ubiana loco del Cragno; et ha visto 
'250 passar per Io Tauro de Roslot biava io some più 
de cavalli 100 ; et ha inteso da li somari che loro 
portano p^T comandamento alla volta de Gorilla ; 
iamen sono pagati. Et ha inteso lezer lettere a 
GremJQ sotto Slamil dui miglia todesche, in le qual 
si contiene che tutti li homeni debbano star pare- 



chiadi con bone arme ad ogni requisition de li si- 
gnori, ponendoge le sue pene ; et ha visto menar 
boi a la volta de Trento, et ha inteso che vanno 
grande zente et munition de biava alla volta de 
Trento. Et habiando caminado do zornade con uno 
lo qual andava alla volta de Salzpurch et diceva 
esser coriero, inteso da lui chel voleva andar al 
soldo, et domandò da qual banda, lui rispose cbel 
voleva tornar a la volta de Goritia perchè non vo- 
leva andar alla volta de Trento, perchè lui stimava 
se fesse campo etiam a Goritia. 

L' altro ne disse esser stalo ancha lui zornade 
13 a tal effecto. Passò per Vilacho et passò per 
Meran. Zonse a Steder et ha visto Io simile del por- 
tar de biave, et in due volte fu dimandalo da dui 
alemanni se a Sbuo se feva zente et se legnivaoo 
guarde; et in le altre cose se concorda con Io 
primo. Et de ciò damo notitia a vostra magnifi- 
centia, et cussi faremo a la zornada. 

Del Grangis fo lettere da Coyra, di 26. 
Come el capitanio Tegen bavia voluto haver da 
grisoni da le\ar fanti, et non hanno potuto ; siche 
è torna indrio. El scrive haver lui a li passi da 
fanti grisoni 1 500 acciò lanzinecb non passino. 

Di Verona, del Podestà et Proveditor Con- 
tarini, di primo, con avisi di sopra ul supra. 
El Capitanio zeneral partiva la mattina de li etc. 

Di Bergamo, di sier Justo Onoro capita- 
nio, di 30, vidi lettere. In questa hora 32, mi 
trovo haver aviso da uno che vien de Val de Non 
confini di Trento, qual dice haver inteso da molti 
li lanzinech sono partili de là per venir alla volta 
de Italia, Et alcuni dicevano che voleano andar 
parte da Trento vìa, et alcuni dicea per la via di 
Valehamonica andarla parte di loro ; et comanda- 
vano de novo cavalli de la Valle de Non per andar 
verso Trento. Et quelli homini dicono haverli man- 
dati secondo li comandamenti a loro fatti da uno 
signor Zan^ el si dice che ditti lanzinech sono gran 
numero, ma non sa quanti. Qual nontio dice che 229* 
nel venir in qua se incontrò in forsi 20 italiani che 
andavano di là per pigliar soldo, quali dicevano 
. esser banditi da questi paesi* 

Di Cassan, del proveditor Moro, di primo. 
Come bora è venuta una spia da Milano, qual re- 
ferisse che inimici che sono dentro si erano prepa- 
rati con le bagaie per reuscire, el che baveano ca- 
vato fuora del castello molti pezi di artellarie, quali 
lui ha visto, per condurle con loro ; et che già ba- 
veano quasi compito di scuodere una general con- 



343 



MOXXVm, MiOOlO* 



su 



Iribulioo dalla ciUà, eh* e di scudi 40 milia ; et 
come r havesseno integramente scossa, il che sera 
di brevissimo, si voleano levar et ussir di Milano, 
havendo fatto iurar fedellà al popolo, et loro cesa- 
rei gli hanno iuralo, scosso che habbino la dilla 
coniributioD, di levarsi et andar in campagna. 

Copia di la lettera del Grangìs, de Coyra, adì 
26 Aprii, scritte al Froveditor general 
Moro. 

Di le nove de qua ho, come li lanzincch tuttavia 
marchiano verso Trento. Io ho fallo buona provi- 
sione alli passi de qua ; cosi è necessario a far a 
quelli de là, come scrivo alla Ilhistrìssima Signoria ; 
et non scordarsi li passi che vsrnno a ferire al ponte 
del legno in Valcaraonica. Tcgino è sialo in queste 
leghe et ha fallo gran pratica di haver genie, ma 
frustalo del suo pensiere se n* è andato a Trento 
solo con qualro compagni. Li lanzinech che passano 
non sono homini de mollo valore né de guerra. Io 
scrivo alla prefata Illustrissima Signoria esser avi- 
sato da bon loco, come li inimici fanno gran fonda- 
mento sopra una intelligenlia dicono haver in Ve- 
rona; per il che bisogna stare vigilanti et farò 
buona provisione. De varii mercadanti venuti de 
Alemagna sono avisato, come molli principi et 
citta di quel paese sono per far mossa conlra Y Im- 
peratore ; ma perche di questo non ho cossa alcuna 
di le mie spie, non so che dire. De tutto quello 
acaderà ne darò aviso. 

■ 

230 Copia di una lettera scritta per Aìexandro 
Bertolin, data in Tulmezo adì ultimo 
Aprii i528^ drizata r l magnifico signor 
Costantin Savorgnano in Osopho. 

MagniGco Signor mio. 
Àviso vostra signoria come hozi è zonte doi de 
le nostre spie, le qual sono slade fora zorni 13. 
Una é slata a la volta del Juuro de Uoslot et ha 
parlato con uno corrier lo qual ha caminato zorni 2 
insieme et lo dillo corrier andava a la volta di 
Salzpurch, et gè ha dillo tal parole: «al mio ri- 
tornar voglio andar in campo ». Lui gè rispose : 
€ dove? a Milan ? > £1 disc « non ; el se farà campo in 
uno altro lego > dove lui non gli lo voleva dir, tanto 
che alGn lo disse <a la volta de Gurizìa. > Et la dilla 
spiadisse haver visto cargar più di 100 cavalli di biava 
la qual biava veniva de Àia et passava per lo Tauro 
de Rostot) et tanti cavalli ne zonzeva, subilo per co- 



mandamento li fevano cargar et menar a la volta 
de Gorizia ; et li dise ancora haver visto a menar 
boy assai et lanzoni, et altre armadure et biave 
alla volta di Trento; et diseno voler tuor la Schiusa 
ch'é alla volla di Verona, per haver la porta averta 
per andar per lo paese. 

Et r altra spia disse esser andata per la volta de 
Vilaco, et hessendo ala Trevisa ci se capito in uno 
che veniva de Gorizia ; et costui li domandò dove 
andava. Lui li disse andava a trovar uno bosco de 
ferer. Li disse ; < che da novo è là da vui > ? Gè 
respose: < non zè altro. > Lo dimandò < se fa bona 
guarda in sul monte de Osof ? > Glie respose che non 
sapeva. Lui li disse : « el so ben mi che1 fa bona 
guardia, ma presto se dirà altro >. E gè fo do- 
mandalo sei zonzeva biave a Gurìzia. Lui disse 
assai ne zonse et non veleno mai tante ; che voi 
dir presto si saperà. Et el se partile da lui et andò 
a la volta de Vilacho, et andò. Et passa per Io 
Tauro de Roliman, et per lo ditto Tauro vele ca- 
valli assai cargì di biave. Et in quella banda se di- 
ceva certo se doveva far una dieta a Clanfurt et a 
Lubiana uno di questi giorni. Al ditto de questa spia 
se trovorono a Santa Maria Gremìn ch*é sotto 
Ilamil, et aldileno li signori lezer le lettere et co- 
mandamento alli villani che dovesseno star pare- * 
chiadi con bone arme et metterse ben in ordine, 
che quando ci bisognerà, che li fosscno in ordine. Io, 
domandato se queste lettere sono slate lette nome 
in quello logo sol, lor dìsseno haverle aldide per 
tulio quel paese. 

Co2^ia di una lettera del signor Janus Maria 21 
Fregoso, scritta a la Signoria nostra. 

Serenissimo Principe et Excellentissimo Si- 
gnor, Signor mio observandissimo. 

Il clarissimo Proveditor general mi ha fallo in- 
tender la deliberalione di Vostra Serenità di volersi 
servire della persona di Cesare (Fregoso) nella Patria 
di Friul, unde io resto molto contento che la se ricor- 
di di usar de Topera de quelli sui servitori che et di 
fede el di optima dispositione non li polriano esser 
maggiormente devoti, et che altro non desiderano 
se non di spendere la facu!là et la vita al servitio 
suo in qualunche loco é di bon piacere della Subli- 
mità Vostra. Ilo ctiam inteso le provision ordinate, 
et cxpedilione falle de diversi capitanei, che tutte 
indico necessarie per repulalione de quecto felicis- 
simo Dominio et securtà delle cose sue. Ma invero, 
le condition agionte al conte di Gaiaza et al Luzasco 



345 



ifiijmrui, M AooM). 



846 



spero tonieniìno in grande profitto a Vostra Sere- 
niti, per esser ambì dui loro personaggi valorosi et 
che DOD atlenilono se non ad servirla bonorevol- 
mente. Serenissimo Principe, lo illusi rissimo duca 
de Milano fece questi giorni grande instantia al 
clarìssimo Proveditor chel Tacesse provisione di as- 
secarar le cose sue ultra Po, atteso che Antonio 
da licva bavea mandata una banda di genie de là, 
ets'havea già impatronito della Stradella mettendo 
in grande gelosia non solamente le cose di Piacenza 
et Aleundria, ma anche quelle di Genoa ; la qual, 
di quanta importantia sia alla Cbristianissima Mae* 
sta et a (ulta la impresa, Vostra Sublimità io pò 
benissimo considerare, linde fu provedulo della 
munilion ohe per lettere de sua magnìGcentia Pha- 
verà potuto veder ; et spero quella cavalcata dei 
nostfi bavera refrenato alquanto li pensieri di An- 
tonio da Leva, benché si at>bia aviso che 1* era per 
ussir de Milano et andar a quella volta. Ma tutte 
possono essere dimostratione per tenere travagliato 
l'animo et farci divider le forze. Si é procorato de 
lo illustrìssimo duca de Milano se ingrossi, et at- 
tenda alb seourtà delle cose sue da quei canto, aziò 
tutte le gente di Vostra Serenità se restrengano in- 
^31* sieme quanto pid presto si possa, per poterle ope- 
rare ove al presente se vede più importar il biso- 
gno. Delle nove de Allemani, io non pigliare altro 
carico dargene aviso, sapendo che da Verona et 
altri loci di là la Sublimità Vostra deve esser be- 
nissimo avisala ; ma ben la supplico ad accelerar le 
provisioni expeilite azid le possano essere in tempo. 
Sopratutto, reverentemente li ricordo alla bona se- 
furtà delle città sue. Del resto, eum lo illustrissimo 
Capitanio general non si mancherà de discòrere, 
consegliare et provedere in quanto si potrà al be- 
neficio et conservatione delle cose di quella, sieonie 
si conviene al debito nostro. Serenissimo Principe, 
de la ^lodine mia, io mi sono risolto in bene a 
laude de Dio, et accadendo ad bora per bora sarò 
sempre allo exereito senza bavere alcun rispetto né 
alla età, né a 1* honor (?) mio, parendomi a questi 
tempi uno bon et fidel servitor non poter fare 
tanto che non sia molto più tenuto di fare per il 
Signor suo, come io sono per la Serenità Vostra ; 
la qual sia certa se io ho desiderato et desidero un 
poco di honore et reputatione da lei aquistatemi 
cum la servitù et fede mia et de tutti li mei, cum 
questo invilissimo Dominio già 45 anni che la servo, 
r ho sempre fatto et fazio per spenderla tutta ad 
utile et beneficio proprio della Celsitudine Mostra, 
suplicandola de novo ad farmi ritornare cf»m que- 



sta contentezza di animo allo esercito, perciò che, 
come li ho ditto, il lutto cede ad benefi<;io della Su- 
blimità Vostra ; a la bona gratia etc. 

Da Orignano al primo Mago 1528. 



Sottoscri'ta : 



De Vostra Serenità servitor 
Janus Maru Fregoso. 



Da Cividal di Bellun, di sier Polo Morexini 232 
podestà et capi tanto, di primo Mazo. Manda 
questa relatione. 

Per ano ritornato di sopra Trento, riporta il Sa- 
bato et la Domenica passata esser sta in Trento a 
veder li aparechii di le barche, artellarie et vitua- 
rie. Lo sequente giorno andò a Meran et da poi a 
Bolzan, Tramin et altri lochi contigui, dove vide a 
li alogiaraenti le fantarie cesaree, che se indicano 
per comune opinione da 14 in 15 miKa, videìicet 
a Meran bandiere 8 che sono zerea fanti 4000, a 
Bolzan bandiere 6 che se stima da 3000, a Tramin 
bandiere 9 che sono a la obedientia del conte da 
Terlago, a Caldaro bandiere 4, a San Polo ban- 
diere 7, a San Michiel bandiera 3, a Certachio 
bandiere 3; è 40 in tutto; et per quanto intese, 
non havcano ancor locato danari, ma n aspecta- 
vano. De cavali non vide salvo che a Trento per- 
sone 20 de homeni d'arme, ma se aspectavano; del 
numero de li quali se dice a \'ari modi ; tuttavia se 
afferma da 800. A 1e qual fantarie erano gionte 
carele 12 de lanzoni ; et se dicea che a Trento li 
era preparadi gran numero de archibusi. Et vo- 
lendo intender per che loco doveano descendere in 
Italia, non poteva da alcuno cavar bon construtto 
per li vani parlamenti ; ma per comun.iuditiOi ve- 
dendo le preparatione, se indicano debano desmon- 
tar per la via de Verona, ancora che alcuni dicesse 
che parte de esse fanlane fosseno deputade andar 
per Valtelina al lago de Como per andar a Milano. 
Per l' altro venuto da Ala, è referilo haver visto 
venir verso el contado de Tirolo gran numero de 
homeni d'arme, che li parseno esser zerca 1000. La 
qual cosa è referila etiam per uno venuto in que- 
sta bora di Yspruch, el qual per strida ne vide 
due compagnie. 



847 



MDXXVni, lUOOIO. 



848 



333*) Ex Utteris domini Francisci Gongagae^ 
ex Orvieto, diei XIIII Aprilis 1528, 

Hessendo questa matina in camera de Nostro 
Signor dopo finita la messa, dove erano anche molti 
cardinali, vene il signor missier Jacomo Salviati con 
lettere date in Napoli di 5 del presente, die signifi- 
cavano li cesarei essersi retirati alti casali che sono 
li sotto Napoli, et che dapoi longo consulto fatto fra 
quelli signori capilanei se era determinato redurre 
r esercito a Poggio reale, che é distante da Napoli 
due miglia, havendo fatto pensiero di stare meglio 
li che intrare in la terra, si per essere el loco ele- 
vato di sii ) atto a poterle fortificare, a che tutta- 
via se atendeva con molta diligentia et dove lu 
victualia non li polea venir meno, come anche per 
manlenir Y aqua che di 11 va a macinare li molini di 
Napoli ; che secondo se intende, volendo francesi 
spingersi olirà pur verso Napoli, non possono ha* 
ver r adito se non per questa via, la qual doven- 
dosi espugnare, bisogna.che combatino con lor gran 
disavantagio. Con il medesimo aviso è anche, che 
erano comparse sotto Monte Circeo 8 galee di mes- 
ser Andrea Doria le quale baveano preso due fusto 
de mori el sachegialo certa isolctta li vicina ; et per 
relation d* alcuni ch*erano venuti sopra una fregata 
el smontali sotto Gaiela, esso missier Andrea se 
drizava al camino de Napoli con ordine che V ar- 
mala francese lo havesse a sequilàre ; la qual, se- 
condo che dicevano era poco discosta et slava de 
bora In bora per congiongersi insieme ; cosa che 
facea star con grandissima trepi Jalione tutta quella 
rivera, parendogli da ogni canto esser circondata 
di foco, et che non si potesse aspeclarese non 
ruifia el excidio. Conferma che ogni cosa se sgom- 
brava in Napoli, el fra Pallre particularità, dice che 
non si ritrovava un palmo di drappo di seta chi lo 
volesse pagare per 100 scudi il brazo; el che con 
tanta fuga el furia si parleno le genti, che é cosa in- 
credibile, reducendosi ogniuno alla volta de Ischia. 
Qualro barche cariche di gentildonne el gentilbo- 
meni che se ne fugivano si sono anegate. Apresso, 
dice che li cesarei tengono Napoli, Capua, Gaela el 
Anversa, el tulio il resto del Regno è alla devo- 
tione ^e francesi. Vi sono poi altre lettere da 
Mola, che é di là da Gaieta 4 miglia verso Napoli, 
di 9 del presente, che dicono che, per relalione d*un 
cavallaro che alli 8 gionse li in posta da 1* exercito 

(1) U ctfta t33* è bianca. 



cesareo, il Marti santo si fece una gaiardissima sca* 
ramuza fra francesi et spagnoli ; et che dapoi Tesser 
stati alle mani longamente, ne restò de morti assai 233* 
da una parte et da V altra, zioè de francesi 800, et 
de spagnoli 2000 con la persona del marchese del 
Guasto morto de artellaria. Per il che spagnoli ac- 
cesi da furore baveano acetato di far la giornata il 
di de Pasqua ; et per tal effetto baveano chiamato 
li fanti che se ritrovavano in Gaieta, che pono es- 
sere da 1500, che venissero ad unirse con V exer- 
cito; ma pare che il governatore di Gaeta non 
habbia voluto consentire, dicendo non voler sfor- 
nire la terra, atento 1* essersi scoperta V armala di 
missier Andrea Doria. CI dice anco, francesi hanno 
guadagnato Poggio Reale. A questi ultimi avisi non 
si presta molta fede, si per venire di bocca de chi 
vengono, come che, quando fussero successi effetti 
di tanta imporlanlia, certo è che se ne haveria nova 
per qualche altra via di magior fondamento. Ben si 
pensa che più presto si possa credere alla lettera de 
Napoli ch'é di sopra, perchè pare che habbia più 
del ragionevole ; nondimeno, sia come si voglia, li 
significo a vostra magnificentia lutto quello che qui 
se intende 

Del medesimo^ di 16. 

Per avisi del reverendissimo Colonna el d* altri, 
sono gionli a Palermo fanti 2000 spagnoli, et 300O 
se imbarcavano per venire a la volta del r^no. 
Polize di 200 milia ducali efano espedile de diversi 
mercanti de Spagna a Napoli |)er soccorso di la 
guerra. Una paga hanno dato a li cesarei. Gionto 
tutto questo numero di fanti cesarei, dicono et di- 
mostransi desiderosi di voler fare la giornata. 
Francesi se ritrovano a li confini di la Puglia el 
adunano monitione et viluarie per Ire giorni per 
caminare verso Napoli, et hanno patito el patiscono 
olirà modo del vivere. Si tiene che le strade da lo 
exercito francese in qua siano rotte, perchè di là si 
hanno poche lettere. Si tiene in effetlo che lauzi- 
neclii debbano calare, et per li effetti che si vedeno 
bora, si indica che le cose de lo Imperatore siano 
redule in gran favore, si per il venire de novi lanz- 
chinechi el T aspelalione che si ha di Tarmata di 
Spagna, con la novità che fece questi giorni Genova, 
et l' essersi accordato il castellano di Musso con lì 
cesarei. Gli homeni di Viterbo hanno data una paga 
a li fanti che vi erano, el quelle cose si sono in lutto 
assetata. 

Li spagnoli che sono in la rocha de Rosita 



349 



MOXXVm, MAGGIO. 



8ào 



haDOO chiuso la bocca di la foce del Fiumicello che | 
mette in Tevere, dove solcano passare le viluarie 
334 che andavano a Roma, perchè tutte le navi se hab- 
bino ad Ormare lì et poterli far pagare quel dalio 
che li parerà, et bavere quelle vituarìe in sua 
libertà. 

Del medemo, di 15 Aprii. 

Hoggi, per lettere del reverendissimo Colonna 
a\ suo agente qui, date in Napoli alli 6 del presente, 
se intende li cesarei essersi risoluti di non comba- 
lere allrimenli, ma mettersi a Poggio Reale et li 
fortìGcarse, aspecl4indo il soccorso di lanzchenecbi di 
.Memania overo Tarmata di Spagna ; et di la ve- 
> nula di tutti questi dicono baver la credenza. Dei 
francesi, sua signoria reverendissima non fa men- 
lione alcuna, né per altra via anche se ha aviso 
(love se ritrovi lo exercilo loro, se non quanto ha- 
vea referto quel cavallaro cbe gionse a Mola alli 9 
del presente; ma non se li presta fede, non havendo 
rincontro per alcuna altra via. Le galee de messer 
Andrea Doria deveno essere a questa bora a Pro- 
chyeta iit suso lontano da Napoli circa 14 miglia, le 
quale, ancor che non possano fare gran cosa per 
(erra per non esservi sopra più giente di quello che 
li è, pur saranno sufficiente guardare il mare, de 
modo che a Napoli non potrà venire sussidio di 
cosa che sia ; né se intende ancora che con ditte 
galee sia congiunta Tarmata francese. Monsignor 
reverendissimo nostro damatina prenderà li ordeni 
sacri del subdiaconato et diaconato per mano di 
monsignor revendissimo Farnese. Noslro Signore 
gli haveria dati tali ordini di sua mano, quando ha- 
vesse havuto gli vestimenti che sole usare in simile 
cerimonie. 

Del medesimo^ di 19. 

Nostro Signore ha scritto opportunamente in 
recomandatione del conte Àlexandro da Nuvolara. 
Sono avisi qua, che francesi hanno occupato il 
monte di San Martin eh* é a i'opposito et cavaliero 
di Napoli. .\ tali avisi non si presta fede ; et sono de 
diversi loci di 1 1 et 12 del presente. 

Senesi hanno mandalo 400 archibusieri ad oc- 
cupare Castro eh' é terra di la Chiesia, lontana de 
qui cerca miglia 34. Questo aviso ha dato grande 
amaritudine a Nostro Signore, ancor che discorra 
cbe possi essere per andare verso Civita Vecchia. 

R^mazoto, chiamalo da Noslro Signore, é gionlo 



qui con 150 fanti alla guardia di Sua Santità, alla 
quale altretanti se ne potea anche ritrovare. 

Del medesimo, di 20. 



234« 



Beri sera a bore 3 dì notte gionsero lettere a 
Monsignore, del Nuntio eh' é apresso monsignor di 
Lautrech, di 10 del presente, date in Camello loco 
distante da Napoli 12 miglia, che significa come il 
prefato Monsignor si affirmava li con Pexercito per 
quel giorno et per il sequente, et poi andarla più 
oltra verso Napoli ; et dà aviso di la deditione di 
Capua et de Aversa et di Nola ; le quale terre sono 
state abandonate da li cesarei per ridurse insieme 
tutto il presidio et le fantarie che si trovano bavere 
apresso. Dice che essi cesarei sono in grandissimo 
disordine per esser nata discordia fra li capi. Dice, 
che le fantarie italiane se disGlavano et partivansi a 
pezo a pezo del campo, et andavano dal canto de 
r inimico ; et che per agionta era nata una discor- 
dia fra il marchese del Guasto et il conte di Potenza 
per antiche inimicitie slate fra loro, zoé esso Conte 
et il marchese olim di Peschara, di manera che ol- 
tra le parole usale fra loro, vi é restalo morto il 
figliolo del prefalo Conte, et il Conte ferito grave- 
mente. Successo questo caso, il Marchexe se partite 
di campo et itosene a Ischia ; et de li é stato chia- 
mato da quelli signori capitane! cesarei con molta 
istantia, conoscendo che non poco importava la pre- 
sentia sua ; ma fino alhora non bavea voluto sali- 
sfare al desiderio loro, tanto più che anche si tro- 
vava molto sdegnalo per bavere Gioan d* Urbina 
dato uno schiaffo al maestro del campo, cosa che 
ha premuto tanto esso signor Marchexe che non 
T ha potuto tolerare, anzi bavea sfidalo a comba- 
tere esso Gioan de Urbina ; ma per interposilione di 
quelli altri capitane! non é seguito altro. 

Spagnoli si fortificavano a Poggio Reale. Monsi- 
gnor Lutrech bavea terminato andare ad ritrovarli 
et combattere. Cinque barche cariche di frumento 
erano gionte alla ripa di Napoli ; li cesarei non 
hanno voluto che si scaricassero. Si fa iuditio che forsi 
il suo pensiero non sia di entrare in Napoli. 

Il reverendissimo Colonna advisa, che per la 
poca intelligentia che sono tra quelli capitanei ce* 
sarei, erano risoluti redurre lo exercilo in Napoli 
lassando gli lanzchenecbi apresso le mura ; et in 
Napoli é vilualia per quattro mesi. 

Castro, come scrissi, fu occupato da foraussit! d! gg^ 
quella terra, quali a lo improviso sono enlruli^ et " 



351 MDXXvni, 

morlo molli di la facilone contraria clie 1) si erano 
redulli. 

L' aratala di misisier Andrea Doria, per lellcre 
di ^5 del presente date a Teracina, se inlese che 
per li tempi contrari non ha potuto fare efcclo al- 
cuno. Se ragiona che Nostro Signore se redurà a 
. Viterbo : nondimeno penso non se li vadi cosi pre- 
slo perchè quelle cose in tutto non sono rasetale, 
ancor che Sua Santità habbi in sé la rocha. 



Del medesimo, di 23. 

Da Gaeta sono avisi, che li cesarei hanno aban- 
donato Poggio Reale et si sono posti in Napoli, et 
abbandonato el resto del reame excello Gaeta, in la 
quale parca fusse designato mettersi certo numero 
de fanti ; ma parca che gaetani non se contentasse 
haver dentro spagnoli, oferendo provedersi loro di 
800 fanti pagati del suo, et defendere quella città 
per mantenerla a la devolione di Cesare. Et che in 
Gaeta erano slati ritrovali 8 pezzi d' arlellaria in- 
chiodali. In Napoli se palia de vilualie, non perchè 
non vi sia grani, ma non vi erano farine. 

Monsignor Lautrech havea distribuito cerlì fanti 
a la guardia di Capua, di Aversa, Nola et Sessa. 
Sua Excellenlia procedea inanzi con Texercito apro- 
ximandosi a Napoli, de la quale città se fa iuditio 
debba riportarne viloria. 

Missier Francesco da Nuvolara invialo verso lo 
exercito francese per il caso del conte Alexandro, 
dice che, gionto in Perugia, ha inteso per cosa 
certa eh* esso Conte se è fugilo et ritornatosene a 
li cesarei. Questo aviso se ha ancora dal signor Ora- 
fio Baglione. 

236') ^" ^^'^^ ^* scurlinio de do che mancavano a 
suplir el numero de mandarli a Padova el Treviso, 
insta la deliberation fata beri nel Conscio di X con 
la Zonta. Tolti .... rimaseno sier Zuan France- 
sco da Canal Cao di XL, qu. sier Piero, et sier Za- 
caria Barbaro fo Pagador in campo, qu. sier Daniel. 
Vene sier Polo Conlarini qu. sier Zacaria el ca- 
valier, el offerse per nome di sier Francesco suo 
fradello et fradelli ducati 400 ; tamen poi disnar 
azonse altri 500. Item, Calzeran Zopello spagnol 
oferse ducati 100; fo persuaso acresser, et disse: 
e quel voi Vostra Serenità > ; et fo azonto* altri 100, 
siche presterà 200. 

Da poi disnar fo Gran Conscio, et vene il Se- 
ti) U oirta W è bitnot. 



UAOOIO. 



35? 



renissìnio. Fu fatto Consier di Ossoduro sier Seba- 
stian Juslinìan el cavalier fo Consier, qual é Orator 
in Franza. De San Polo, sier Marco Dandolo dolor 
el cavalier, savio del Conscio, vene per scurlinio ; 
ma in Gran Conscio sier llironimo Barbarigo el 
Cao di X, qu. sier Andrea, qu. Serenissimo, vene 
triplo et rimase di ... . ballote. 

Item, in scurlinio fato Consier de Santa Crose, 
rimase sier Pandolfo Morcxini fo podestà a Padoa; 
el fo ballota etiam sier Pangrati Juslinìan fo copi- 
tanio a Ravenna, qual de iure non poteva esser 
ballota, essendo rimasto sier Sebastian Justinian el 
cavalier, Consier. Et sier Marco Antonio Conlarini 
el sier Michiel Trivisan avogadori andono a la Si- 
gnorìa, dicendo, questa ballotation é passa per di- 
sordine, si perchè el Justinian non pt^teva essere 
ballota, come sier Pandolfo Morcxini è in contuma- 
lia de Podestà di Padoa. Et li Consieri disseno che 
quanto aspetta al Morcxini poteva esser sta ben 
ballolato perchè la loze excetua li Consieri ; ma del 
Justinian era vero, et voleano de novo rebalotar 
tutti li altri nominati Consier de Santa Croxe, di- 
cendo el Trivixan non se poteva impazar, perché 
se caza con sier Nicolò Trevixan Cao di X qual è 
sotto. Vnde el Conlarini disse : « Non ballote; die 
intrometto el provar del Morcxini >. Et cussi senza 
slridar aUramentc ussirno il scurlinio fuora ; il che 
non se dovea far, ma expedir tal cossa in questo 
Conscio. Tamen non fo strida altro, né etiam in 
Gran Conscio. Adunca, el primo Conscio se farà di 
novo Consier di Santa Croxe. 

Fu fato eletion di Savio sora la revision dei 
conti in luogo di sier Francesco Balbi ha refudato, 
el uno di elerti era in contumatia, do debitori, el 
terzo per non haver scontro non sì provò. Item, 
fu fato altre .... voxe. 

Fu posto, per li Con^ieri, una parte .... 
. ...... 

Fu posto, per li Consieri, un' altra parlo, che j; 
essendo rimasto sier Sebastian Justinian el cavalier 
Consier del sestier de Ossoduro, el qual é Oralor al 
re Christianissimo in Franza, pertanto li sia reservi 
loco de entrar et acetar 3 zorni poi sarà ritorDalo, 
et Domenega proxima si elezi uno Consier del dillo 
sestier. Fu presa. Ave : . . . . 

Nolo. Sier Zuan da Leze di sier Priamo fo in 
eletion, et oferse al Serenissimo ad imprestedo du- 
cati 200; et cussi fo publicado al Conscio. Item, 
sier Nicolò Grimani qu. sier Alvise, andando a ca- 
pello, oferse ducati 200 ; et cussi etiam lui fo pu- 
blicado al Conscio. 



353 



iTDXXyiU) MAGGIO. 



35Ì 



Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà 
et eapitaniOj fo lettere con avisi di le cose di 
sopra. Par alquanto siano referdite per la nova ve- 
nula che Lulrech era inlrato in Napoli. 

Da Feìtre, di sier Toma Lippomano pode- 
stà et eapitanio, di 2^ con questo riporto. Lo 
explorator venuto beri di Trento et li slato per 
giorni 8, riporta non esser inovato cosa alcuna più 
di quello é sta significato ; et le fantarie atrovarsi 
ne li lochi per altre descripti. Et che a Trento se 
diceva dovea tuttora gion^ere cavalli, el capitanio 
de quali si nominava el duca Pronsbit {di Brun- 
swick) Vi era el Castelallo et conte Girardo el Zuan 
Batista de Arco, uno Michieleto alemano capitanio 
di le artelarie, et li capitane! de Val Sugana, uè ancor 
se ha dalG principio a far del pane, ben conipito de 
masenar. Et dice che vene a Trento nova che monsi- 
gnor di Lautrecb era inlrato in Napoli et tagliati a 
pezi li spagnoli, che non li piaceva ; et iudicavasi, se 
337 cussi era, che le gente preparate non caleriano. In 
Trento se trova carri 100 con para 200 boy per 
condur monitione et tal artellarie, vastadori apresso 
500, le barche in aqua el 3 zalre grande noa non 
cargale de cosa alcuna. 

Noto. In questa matina, fo ballotato in Collegio 
expedir li ... . zentilhomeni vanno a Padoa el 
Trevixo, videlicet darli per uno per do mcxi a 
ducali 30 al mexe ducali .... Item, a caporali 
14 a ducati 6 per una paga per uno, ducati 84. 
Item, a fanti 24 per uno ducati 236, zoè scudo uno 
per uno ; et fata la mostra se li darà el resto. Li 
quali 14 son questi : 

Treviso Sier Nicolò Donado di sier Andrea 

Sier Alexandro Bondimier qu. sier Fran- 
cesco, 
Sier Nicolò Bondimier di sier Andrea, 

Treviso Sier Berluzi Contarini qu. sier Andrea, 

Treviso Sier Francesco Dandolo qu. sier Zuane, 
Sier Stelano Trivixan qu. sier Nicolò, 

Treviso Sier Vicenzo Zantani qu. sief Zuane, 

Sier Antonio Baxadonna qu. sier Piero, 
Sier Nicolò Trivixan qu. sier Piero, 
Sier Francesco Bragadin qu. sier Vetor, 
Sier Lodovico Michiel qu. sier Piero, 
Sier Hironimo Taiapiera qu. sier Alvise, 

Treviso Sier Zacaria Barbaro qu. sier Daniel, 

Sier Zuan Francesco da Canal qu. sier Piero. 

Da Verona^ fo lettere del Podestà et Prove- 
ditor, di printOf con avisi di le cose di sopra. 

I DiaHi di H. Bamuto. — Tm. XL7IL 






A dì^é. La matina, se parti sier Polo Nani, va 237' 
Provedilor a Verona. 

Da Bavenna^ fo lettere di sier Alvise Fo- 
scari proveditor, di ... . Come era zonto là el 
conte di Solano conduto a nostri slipendii con ca- 
valli lizierl, et feva fanti a nome del duca di Urbin 
capitanio zeneral nostro. Item^ zonzeva di continuo 
fanlerie veniva di qua fate per diversi capi. 

Vene i* orator di Franza, dicendo 

Vene sier MafGo Bernardo et offerse prestar 
ducati 500. Bem, alcuni altri ; siche fo trovalo . . 

Da Padoa si ave lettere^ esser heri morto 
sier Hironimo da Canal qu. sier Antonio, era ca- 
stellan a la Sarnsinescha, a cui Dio perdoni. 

Fu conduto di Padoa, a requisilion di Cai del 
Conscio di X, uno cihdin Visentin da Dresano {Tris- 
sino) per cose de Stalo. 

Da pòi disnar fo Collegio del Serenissimo con 
la Signoria da basso, zerca far il portoner di Col- 
legio, in locho di Trczo Saodelli a chi Dio perdoni, 
et visto le loze del modo de farlo, qual tocha al 
Serenissimo, Consieri el Cai di XL. Et proposto, al- 
cuni voleva che 1 salario che ha uno, zoè ducati 
161 a Tanno, farne do, uno con salario di ducali 
36, il secondo havesse V altro ; et alcuni voleva far- 
ne uno. Et ballota queste opinion, fu preso farne 
un solo ; et fo ordinato le proclame chi si voi me- 
ter a la prova si vadi a scriver. Fo alcuni fé oferta 
di danari ; ma non voleno aceptar. 

Da Fiorenza^ del Surian, fo lettere di 30 
Aprii, con avisi di Napoli vechii, che eà have- 
mo hauti. Et par el cardinal Colonna era parlilo 
in disacordia con el principe de Orangie, et andato 
in Caiela. Itetn, de la scharamuza fata per nostri. 
Item, come a Orvieto, essendo sta comessa la cau- 
sa di le noze del re d' Ihgalterra et repudiation de 
soa moier, qual è ameda di Tlmperador, a tre 
cardinali, zoè Sanliquatro . . . . par li ditti habbino 
rcfferido che tal noze non S3 dia disfar; et questo 
r hanno fatto per non discompiacer a Y Imperador. 

Lista di pagamenti pagati a li giorni infra* 238 
scritti, con il tempo che corerà etiam la se- 
guente paga, notato a la partita de cadaun 
capo a giorni 36 per paga, mandata per il 
Proveditor general Moro, a dì . . . Marno 
1528. 

21 Marzo — 27 Aprii. Il Cluson, fanti 227, a Pavia. 
25 Marzo — 1 Mazo. Domino Antonio de Castello, 
fanti 541, in campo. 

SS 



355 



MDXXVIir, MAGGIO. 



26 Marzo — 2 Mazo. Custodia di Brexa, fanti 50, 

a Brcxa. 
28 Marzo — 4 Mazo. Domino Guido di Naido, fanli 

467, a Brexa. 

4 Aprii — 10 Mazo. Andrea da Corezo, fanti 133, 

a San Gervaso. 

5 Aprii — ^ Mazo. Lanzinecb novi, fanli 360, in 

campo. 
Filippin da Salò, fanti 300, a Bergamo. 

10 Aprii — 16 Mazo. Alabardieri del Provedilor 

zeneral, fanti 13, in campo. 
Toso Furlan, fanti 188, in campo. 
Conte di Caiazo, fanti 741, in campo. 
Cesar Marlinengo, fanti 167, a Pavia. 

11 Aprii — 17 Mazo. Signor AnnibaI Frcgoso, fan- 

li 301, a Pavia. 
Il Cagnol, fanti 92, in campo. 

13 Aprii — 19 Mazo. II Vaylà, fanti 156, in campo. 

14 Aprii — 20 Mazo. Il Manara, fanti 141, in campo. 
23 Aprii — - 29 Mazo. Conte Claudio Rangon, fanti 

400, in campo. 
25 Aprii — 1 Zugno. Il Coscho, fanti 212, in Pavia. 
Barisello, fanti 18, in campo. 

Numero 4503 
resta da esser pagalo el Pochopani 200 



Summa numero 4703 



Sono remessì dapoi al signor 

conte di Caiazo .... 

Al conte Claudio Rangon . . 



fanti numero 111 
> > 68 



numero 179 

Summa fonti numero 4882. 

Né pid ve no sono da rcmeter. 

238* Cavalli ligieri. 

Lo illustrissimo signor conte di Caiazo, 

< a quartiron in campo .... cavalli 150 

Domino. Paulo Luzascho, in campo . > 150 

El Viooaro, a Pavia > "55 

Domino Joan Batista da Castro, in 

campo » 65 

Conte Brunoro da Porto, a Pavia . . > 50 

Stratioti. 



Dlmilri Federici, in campo . 
Andrea Chelani, a Pavia . . 
Nicolò Tetrfco, a Pavia . . 



cavalli 13 
> 45 
» 12 



Pergono Bua, a Pavia .... cavalli 30 
Joanne Velami, in campo ... > 24 
Georgio Giovanni, in campo . . > 16 



numero 710 {sic^' 



Gente d' arme. 

Signor Camillo Orsino .... 

Signor Mercurio 

Piero Longena 

Signor Cesare Fregoso .... 
Signor A^exandro Fregoso. . . 

Il Martinengo 

Conte Alberto Scotto .... 
Conte Antonio Maria Avogaro . 

Li Manfroni 

Conte Oddo Fortebrazo . . . 



lanze 85 
100 
75 
80 
42 
50 
47 
37 
50 
50 

lanze G15 {sic) 



Di Verona, di sier Zuan Emo podestà et 
sier Carlo Contarini provediior zeneraJ^ di 2^ 
con do reporti eerca questi lanzinech, contrari 
V uno di l'altro. Per uno, che erano zonli a Tren- 
to certo numero de cavalli ; per Taltro, che noQ era 
zonto alcun numero ctc. 

Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitanio, di hcri. Come atendeva a 
le fabriche ; et avisi ut supra. 

Da Lodi, di sier Gabriel Venier oraior^ di 
primo. Colloqui hauti col signor duca de Milan, 
qual voi andar a esser insieme col Capitanio zene- 
ral, che vien a Bergamo per metter ordine di quelo 
se babbi a far contra li lanzinecb che calano. Item, 
scrive haver baufo lettere de Franza del suo oralor 
Taverna, di 21, li scrive ci Re manda in Italia 4000 
lanzinecb a so* spese, li qual poi zonli se pagarano 
per mila con la Signoria Nostra. 

Vene sier Hironimo Contarini provedilor sopra 
le camere, qual ò stato sopra el Polesine^ el refe- 
rite a la Signoria quello 1* havia veduto 

Da Feltre, di sier Thomà Lippomano po- 
destà et capitanio, di 3. Per dui exploratori de- 
gni de fede hozi venuti da Trento, uno de li quali 
vi si parli Venerdì, l'altro beri matina a nieso 
zorno, riportano ambedui. Venerdì da sera a di 
primo esser gionli a Trento homeni d' arme a ca- 
vallo 400, et beri che fu Sabato, ne vide gionger 
alquanti, similiter armali. Dicono che se dicea do* 



357 



l£DXXTni, MAGGIO. 



m 



verne gionger fino a la summa de 800, de li quali 
800 erano lutti gioveni et gentilbomeni da bon 
tempo venuti a loro borse, li altri 400 a soldo del 
denaro di Cesare ; li capi de li quali uno se nomina 
el duca de Berlimberg et Taltro naarchese de Bran- 
diburg. Riportano, le fantarie non esser mosse da 
li lochi de là da V Àdexe sopra Trento Ano a Bol- 
zano, el il capitanio di esse nominarsi Morsit Pone- 
vii. A Trento vi si trovano carri guasladori ; et de 
li preparamenti per altre mie descripli ctsm agioota 
de bovi da carne 250 venuti cum questi cavalli. 
Eiiam se divulgava fra 8 giorni tutto lo exercilo 
esser per dover calar aut per el veronese over a 
la volta de Milano ; et che il presente arcollo dove 
se-lrovaranno volerlo far per loro conto, portando 
drielo al campo botte due de scxole per tagliar le 
biave. Altro non reportano. 

Da Bergamo, di sier Justo Quoto capita- 
nio, di primo Mago, hors o. Come havemo per 
bona via avìso che i lanzcbenech fra 4 over 5 zorni 
cabrano più presto per visentina ; quali sono fanti 
numero 15 milia pagati a insegna a raynes 4 per 
homo, et cavalli 2000 ; et le artellarie et monilion 
sono a Igna, et hanno fatto assai provision de carri, 
comandati sopra el contado de Tìrol 200 carra. 



Da Udene, del Lochotenente, manda questa 
lettera hauta da la comunità di Tohnezzo^ 
di primo Mazo 1528, quaì dice cussì^ a 
hore 22. 

Magni fice et generose, eie. 

Questa malina, ritrovandosi uno nostro citta- 
dino nostro proveditor a la terra a Paluza, loco 
distante da Tolmezzo per migliara 10, gli fu noti- 
ficalo che beri sera a hore do de notte era zonto 
uno de Paluza, lo qual bavea stato fora in Alemagna 
per spia, lo qual è ancora barba de Balchon el qual 
cognosse la magniGcenlia vostra ; el qual spia ba- 
vera desiderio de notiOcar al nostro cittadino de 
quanto riportava de quelle bande. Et cussi babiando 
nolìlia, el nostro concrve andò a ritrovar ditta spia, 
e! qual diceva esser molto straco ; et da lui intese 
a parte a parte et tolse in nota quanto vien signi- 
licato di sotto a la magnifìcentìa vostra. Imperò la 
vostra magnifìcenlla pigllerà quella sustanlia pare- 
rà a quella verisimile. 

Le pcirole usate per ditta spia, et tolte in nota, 
sono queste; A dì primo Mazo 1558, liozi se die 
far la monstra general di lutto el campo de la zen- 



te massa adunata a Yspruch el a Preseaon et a 
Trento ; la qual monstra se dia far a Presenon. In 
ditto campo se ritrova esser tre Duchi, de li qual 
uno è fiolo del duca de Praunsbain con 600 cavalli 

* 

de homeni d* arme ; et lui ha visti assai de essi ca- 
valli a Yspruch. Item, Conti ne sono numero 25, 
Ira li quali è il conte Ergrof de Pramburg. El se 
ritrovano esser quattro signori Vesconli. El numero 
dì le zente sono più de 20 milia persone fio' bora, 
el de continuo ne zonzo zente a pie et cavallo. A 
Bolzan el Sboz tutto è pien de zente ; et erano 
carra 18 de lanzoni tutti di frasseno disferati, el li 
ferri erano in soma ; et per ogni carro era cavalli 
6. Item, hanno cargati assai carri de corde, et 
barche de coro per poter passar le aque. El per 
quanto intese da loro, mai fu visto sifallo prepara- 
mento quanto hanno preparato adesso di ogni mo* 
nitione. Item, el vien da Munechio imbarca muni* 
tìon grandissima, zoé carne, farina, fava, formazo 
et onto senza numero de carri el eavalli. Item^ 240 
danno a lutti li fanti soldi 8 al zorno fina che fanno 
la monstra ; li quali danari li hosti li danno a li 
fanti per conto de li provedadori de li campi ; li 
quali hosti hanno boi el altre robe in pagamento, 
Item, hano per strada de là del Tauf el Reuslol da 
5000 boy, et se disse esser lo numero de 12 milia, 
el ne hanno lassali 4000 a la bassa. Item^ se dice 
che voleno andar per tuor la Schiusa che é sopra 
Verona, el voleno tramontar el monte ; el per quan- 
to havemo aldito dire, li voleno dar la baiala per 4 
bande, videlicet sul monte el de sotlo el de sopra 
et per aqua ; el faranno zatre el altri preparamenti. 
Item, dicono voler andar con lo campo verso Mi- 
lano per una strada o per 1* altra, zoé a la volta 
de Valtelina per dar soccorso o Milao. Item, certi 
zentilhomeni castellani de San Vido, de Carantan in 
suso, sono stati a Presenon in Consilio per lo monte 
de Osopo. Item, diseno se porano calar in sul stado 
de Venitiani, che baveranno zente assai gli corerano 
drio per respetto della carestia. Item, dicono, se 
non potranno baver le terre voranno dar el' guasto 
dove andaranno, el hanno commisaiou li capilanii 
de metter tutto a focbo. Tra li altri capitani é uno 
signor Christoforo che è stato capitanio a Trieste, 
cum certi triestini, al qual li é dato certo numero 
de cavalli sotto de lui. Item, tre figlioli del duca 
Salzgrof, insieme con lor barba vescovo, fidano 
gran zente per voler recuperar parte del suo, parie 
che gli fu tolta per uno altro Duca da poi la morte 
del loro padre, el a lor soldo ne va zente assai. 
Item, se dice le terre franche voler romper guerra 



859 



UDXXVUIi MAGGIO. 



860 



con lo principe Ferdinando, per non lo voler lassar 
in sua libertà secondo el solilo suo. 
Tulmetii eie. 

SoKoscrilta : 
Consilium et Comunitas ierrae Tulmetii. 

S4r) Summario di lettere da Orvieto, di missier 
Francesco Gonzaga, di 26 Aprii 1528, 
al signor marchese di Manica, 

Il conte Pelro Navaro desegna far certa mina 
soKo monte San Martino, nel qual loco sono de li 
cesarei. Sono avisi esser venuto voce de Roma che 
el cardinale Colonna con uno barone del regno par- 
tito da Napoli per andare in Ischia, sono stali assal- 
tali in mare da le galee de Andrea Doria et restali 
pregioni del conte Filippo Doria ; et che francesi 
baveano obsidiato Napoli ed occupato monte San 
Martin. Altri avisi, per reialione di persone che non 
si presta fede sono qua, come in Napoli é sii visto 
monsignor di Lautrecb dove per forza era entrato, 
et parte havea tagliato a pezi et fallo pregione tutti 
li cesarei. Nulla fu vero. 

Nostro Signore disegna mettere le poste de qui 
a la via de lo esercito de la liga* 

Il signor Sara Colonna, per le differentie naie in 
quel paese dopo la morte del signor Vespasiano, é 
venuto verso Paliano per occuparlo eoo 200 cavalli 
legieri el 600 fanti. A la difesa de quello loco se 
ritrova el signor Loysi Gonzaga con 300 fanti ; et 
qui in Orvieto se n' é expedili per altri 400. Il si- 
gnor Vespasiano ha lassato per testamento che, pi- 
gliando il signor Hippolito nepote di Nostro Signor 
la figliola, havesse in dote 30 milia ducati et succe- 
desse nel Stato, del quale ha lassato usufruttuaria la 
signora Julia sua consorte servando vita viduale ; 
et quando questo matrimonio non succedesse, che 
la fusse moglie del signor Luigi di Gonzaga predilo, 
ben con qualche cosa manco di dote. 

Romani hanno mandato a Nostro Signore ad 
persuaderlo ad andare ad habitare in Roma ; al che 
Sua Santità non ha dato resoluta risposta, né se 
pensa se vi si debba transferire fino a Septembrio 
proximo, perché gii converrebbe far spesa di guar- 
dia, come ha designato, de 10 milia ducati al mese ; 
né altrimente dice volerli andare se non con bone 
provisioni ; né al presente ha il modo de far la spe- 
li; U earto 840* è bianca. 



xa per ritrovarsi la Sede Apostolica pri\'{^de dinari, 
talmente che Sua Santità disegna imponere graveze 
a le terre de la Chiesa, insolile, augumentare li datii 
et imponere decime. Nostro Signore parla di fare 
prò visione in Roma de grani per el vivere de Tan- 
no presente, et missier Ansaldo Grimaldi offerisse 
partito, et di tuore lui assumpto, dandoli 8 iulii de 
guadagno per rugio. In Roma vale el fermento du- 
cati 7 el nostro sacco, et de vini sono careslia 
grande. 

In Viterbo s* é ritrovato una cava sotterranea 241* 
che quelli de Viterbo baveano fatto per tuore soc- 
corso dentro, che andava de la rocca in la terra. 
• 

Bel medesimo, di 27. 

Sono pur avisi che cesarei sono quasi obsidiati 
in Napoli, et che é poca intelligentia tra loro capi- 
tanei cesarei, et poca conGdenza fra spagnoli et lan- 
zichenechi. Il figliolo del signor Renzo ha bavuto 
condutta de 400 fanti da Nostro Signore per defen- 
dere Paliano. 



Del ditto, di 29. 

Per lettere di 23 da Napoli di bon loco se ha, 
che li cesarei ancor non sono entrati in Napoli, ma 
che sono 11 vicini, et che havendo voluto francesi 
occuparli un passo, si sono attaccati et fatto tra lor 
grossa scaramuza, et esservi morto molti spagnoli, 
quali furono necessitati retirarsi. Monsignor de Be- 
rne e morto. Il reverendissimo Coloima et signor 
Ascanio sono in Gaeta. 

A di 5 MaBO 1528, 

Portoner del Collegio ballotato tra il Serenis- 
simo, Consieri et Cai di XL, in loco di 
Treeo Sandelo. 

Hironimo di Paxe 0.10 

Alexandre da Pozo qu.'sier Piero . . . 0.10 

Filippo di Rossi di sier Zuane .... 0.10 

Filippo Cigrigni qu. sier Benedetto ... 3. 7 
Aguslin Inzegner qu. sier Piero, masser a 

la boia 5. 5 

Nicolò Pasqualini 4. 6 

Hironimo Negro di sier Francesco ... 3. 7 

Lodovico Nicolosi qu. sier Nicolò ... 5. 5 

(i) La carta 242 è bianca. 



242» 



861 



IIDXXVUI, HAOOIO. 



863 



SebastiaD da le Taie qu. sier Nicolò, seri- 
van a le biave — . — 

Borlolomio da la Spada qu. missier Gra- 

liaJio 4. 6 

f Luoardo da chà Masser qu. sier Fran- 

Segondo Trivixan qu. sier Francesco . . 1.9 

Zuau Gregolin da la Madona de V Orlo . 4. 6 

Antonio di Manfredi qu. sier Francesco . 4. 6 
Zuan Morello qu. sier Nicolò, canzelier di 

soldati : 0.10 

Zuan Batista Padavin qu. sier Nicolò . . 6. 4 

Antonio Balbi qu. sier Nicolò ... « 6. 4 

Zuan Francesco Sin)itecolo qu. sier Anzolo 4. 6 

Bortholamio di Franceschi 6. 4 

Alexandro Frizier qu. sier Andrea ... 2. 8 

Andrea Dolze qu. sier Sebastian . . . 1.9 

Anzolo Miledone qu. sier Antonio ... 6. 4 
Andrea Fasuol qu. sier Alvise, masser a 

la Canzelaria 5. 5 

Nicolò Chiario qu. sier Zulian .... 6. 4 
Vicenzo Rizo qu. sier Marco, qu. sier 

Zuane 6. 4 

Hironimo de la Pota 4. 6 

Alvise Testa qu. sier Francesco, qu. sier 

Jacomo 4. 6 

Bernardo Marconi 3. 8 

243 Adì 5. Là matina, non fo lettera alcuna da 
conto et (o dato longamente audientia. 

Vene T orator de Milan et comunicò ledere de 
Franza, et quanto li scrive il suo signor Duca ; et 
zerca li 20 milia ducati se li presta. 

Vene V orator di Ferrara dicendo 

Introe Cao di XL a la banca di sora, in luogo 
di sier Zuan Francesco da Canai va a Padoa, sier 
Marco Antonio Corner el XL qu. sier Nicolò, qual 
restava ultimo de li imbossolati. 

Da poi disnar, fo Collegio del Serenissimo, Con- 
sieri, et Cai di XL, per far ci portoner ; et aldili 
ndmero 29, rimase Lunardo Masser. 

ifeiw, poi con el Collegio, Governadori, Prove- 
ditori de Comun et Ofìciali a la Beccaria, si reduse 
la Signoria per far provision, per non esser carne 
in Becaria ; et quelli de le banche dimandano che 
non si vendi carne fuori di Becaria, che possino 
vender la carne come se fa in terra ferma videlicet 
manzo soldi 3 et ve<Iello soldi 4, che li sia tolto la 
mela de le banche da dosso, et altre cose. Tamen 
nulla fu fatto. Unum est non si trova carne ; so- 
lutn un poco di vedello et cavrelo. 



Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio^ 
di 3. Come ha, per uno fidatissimo de Valchamonica 
che andò a posta ad explorar, partile Mercore prò- 
Simo passato a di 29 Aprii da Caldar, et Zuoba a di 
30 zonsc in Valchamonica, et ha la lingua todescha. 
Dice che fra Bolzano, Merano el tre o quatro altri 
lochi, erano alogiati da 10 in 12 milia fanti, el tuta- 
via ne giongeva ; et similmente agiongevano cavalli. 
Divulgavase che saria da 1800 cavalli ; et nel nu- 
mero de queste gente vi era el capitanio Tegen. Et 
che parca che grisoni tolesseno soldo da loro ; et 
che la strada de Como era aperta a grisoni et an- 
davano su et zoso cum le loro merce, et che erano 
anco venuti fino in Valchamonica per badili et altre 
ferareze. Et che Venere principiavano a darli dana- 
ri a le gente ; né si potea intender per che loco sono 
per calar. Item, scrive esso Capitanio, hozi é zonto 
il forier del signor duca de Urbino, et questa sera 
Sua Excellentia sera qui a Brexa. 

Da Verona, del Podestà et Proveditor ge- 
neral, di 3, con avisi ut supra. 

Da Vieenea, di 4, con avisi al solito. 

Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor 243* 
general, di 3, Kore 16, Come el va a Bergamo 
per consultar con el signor Capitanio zeneral et go- 
vernar quello se babbi a far. Beri di notte vene 
una spia, come usciva de Milano tre bandiere de 
fanti, zerca 500, el cavalli 150, quali andavano ver- 
so Monguzo per victuarie. linde fo consulti con 
quelli capitane! et deliberi de mandar subilo el 
conte Claudio Rangon con 700 fanti, 4 bandiere et 
alcuni cavalli del conte di Caiazo a far la imboscata, 
et andono li fanti. Dovea andar la cavallaria del 
conte di Caiazo et domino Paulo Luzasco ; et quan- 
do la cavallaria gionsé qui a Cassano per tal causa, 
non posseno passar Ada per esser mollo ingrossata 
la notte, ita che bisognò far ritornar li fanti senza 
far effecto alcuno. Tutti questi soldati se disperano. 
Di Lomelina sono lettere del signor Cesare Fre- 
goso ; scrive de le provisiooe el fa di li, et non 
mancheri al pressidio de tutto quel paese, qual era 
perso ; el che però ha passalo Po. Altri scrìve ha 
recevuto V ordine che 1 vegni ditto signor Cesare 
in Friul, et cussi : 

Da Cividal di Bellun, del Podestà et capi- 
tanio, di 2. Per uno altro hozi venuto del contado 
de Tiruol, dice haver visto le fantarie alogiate in 
quelli lochi come scrisse : et circa el numero de le 
fantarie non é discrepante da quello referite quel 
dì beri, videlicet che sono 14 in 15 milia ; ma che 
li cavalli dice che de li se rasonava et tenea per 



S68 



MDXXTin, MAOOfO. 



864 



cerio sennno forai 9000, i quali oomensavano ad 
gionger. Et del eamino hanno a far per venir in 
Italia, dice comune opinione era, et cosi sentete a 
rasonar Ira loro soldati, che se avieranno per Val- 
tolina verso Como per andare a Milano. Et etiam 
de qui questo inslesso se ragiona per relalione do 
altri che vengono de Alemania da piQ bande; et 
se dice che hanno inteliigentia con el castellan de 
Musso. 
244 A dì 6. La mallina, fo lettere da Vieenea, di 
sier Zuan Antonio du chà Taiapiera capita- 
wio, di 5, hore 15. Per aviso reporlalomi di sopra 
da uno che parti heri matina da Trento, dice che 
a Trento erano da 1200 cavalli borgognoni, et non 
erano ancora gionli fanti, ma se trovavano tra 
Trento et Bolzan, al numero come se dice de 14 
milia. El capitanio suo ditto Marco Siech é a Bol- 
zano amalato gravemente ; et da Bolzan più in suso 
non sono più gente alcune. Se tien che el differir 
sia per non haver haulo el danaro. Le monition a 
Trento non erano sta cargate, ma ben erano pare* 
chiati li carri al numero come dicesi di 300, et gua- 
stadori 1500. Haveano etiam coodutlo a V Àdexe 
30 pezi de artellaria, de quali 10 sono grossi et con 
4 rode per cadauno ; el etiam parte de le barche 
et ponti, et le scalle. Item, de li cavalli preJitti, 60 
erano venuti ad alozar al Caliao et Matarello verso 
Roveredo. 

Da Verona, del Podestà etProveditor cene- 
rai Ccntarini, di 4, hore .... Come era zonto 
ci signor Astor de Manfredi con li bOO fanti, et To- 
gnon da la Riva con 400, su quel territorio ; et li 
havevano fati star de fuora a . . . • dove se li farà 
la mostra et se li darà li danari. Di le cose di sopra 
hanno, che 1 duca de Brexvich certissimo è zonto a 
Trento, et 



Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà 
et capitanio, di 5. Con avisi di sopra esser zonli 
a Trento cavalli numero .... et fanti 2000, et 



344* Di Franea, del Justinian water, da Pa- 
ris, di 17, 2B et 26 Aprii. Prima scrive di gran 
quarelle et lamenti venuti de ti, che la Signoria non 
fevd el suo dover, né mandava li danari si è obli- 
gati a Lutrech etc. ; adeo lui non poteva comparer 
né poteva dir le raxon nostre ; pur iusliflcava la 
Signoria meglio poteva. Zonse poi in 6 zorni venu- 
to Pelegrin corier con lettere di 14 de l'instante 
del Senato, «t la deliberation fata de far li 12 milia 



fanti et de li 3000 lanzinech, et ne mandi altri 
3000 per el calar de inimici^. Unde parlò al Gran 
canzelier cardinal et quelli del Conscio, quali re- 
stono satisfatti et disseno é contenti ; ma se mandi 
a parlar al Re eh* era mia 60 luntan a la chaza. 
Unde mnndò el secretano suo Hironimo da Canal, 
qual parlò al Re. Soa Maestà disse era contenta 
mandarli ; el poi con li Consieri a -questo modo : li 
primi 3000 se pagi per terzo, una parte Soa Maestà, 
una la Signoria, una il duca de Milan, et li tre altri 
tutti li pagi la Signorìa, si come havemo volesto ; 
ma voi segurtà a Lion de pagarli, aziù el Re non 
babbi feistidio. El altre parlicularità, ut in litteris. 

Di Anglia, del Vmier orator, da Londra, 
di 16 Aprii. Come quel orator di madama Mar- 
garita venuto de 11, havia ditto al Re, Cesare faria la 
pace ; et però se mandasse oratori in Spagna che se 
concluderà. 11 Re rispose che havendoli una volta 
indillo la guerra, non era honesto. Hor poi ditto 
orator instò col Cariii[)al, qual disse a la fin maoda- 
riano uno con condition di star sólum 3 zorni a la 
corte de Cesare, et volendo far la paxe prolocula 
se faria, altramente che al tutto el mexe de Zugno 
voi romper guerra etc. Itém, scrive el Cardinal 
haver parlato a l'Orator nostro zorca restituir Ra- 
venna el Zervia, el la Signoria non voy esser la 
mina de Italia, et che'l re de Pranza fa mal a con- 
sentir conlra el Papa. Et cussi hanno mandato uno 
brieve et cerle scriture in Pranza di questa materia. 

Nolo. In le lettere di Pranza par, che parlando 
esso Orator che la Maestà Cristianissima atendi a le 
cose de Italia, il Gran cancelier disse il duca di 
Geler ha rotto et amazà 2000 spagnoli. S'il re d'In- 
ghilterra vorà romper, etiam nui de qui convegni- 
remo romper. 

Vene il Legato del Papa episcopo di Puola, qual 2 
ave audientia con li Cai di X. 

Fo partalo in Collegio di meter la parte hozi in 
Pregadi di expedir sier Gasparo Contarini eleclo 
orator al Pontefice, il qual parlerà con Soa Santità 
di le presente occorrentie. Et questo sarà la risposta 
si die far al brieve. 

Fo lettere di Padoa, di rectori, di sier Ma- 
fio Miehiel podestà et sier Santo Contarini 
capitanio Del zonzer lì uno orator del re Cristia- 
nissimo vien a la Signoria nostra a far residentia 
in luogo di monsignor di Buius; el qual è nominato 
monsignor de Langiach episcopo da Veraus; et hozi 
monterà in barca. 
I Et fo mandato, zoè ordinato zcntilhomeni .... 
i che non vien di Pregadi, ma borocni sotto Pre- 



3fó 



IfDXXVin, MAGGIO. 



866 



l^di, tra li qua! sier Lorenzo di Prioli el cavalier et 
alcuni allri, ad andarli contra hozi, et condurlo a 
rbabitation preparata a S. Zorzi Mazor dove stava 
l'oralor fioreotin. Et cussi ne andono zerca nu- 
mero .... vestili di scartalo a . . . . dove era 
roralor vecbìo di Pranza episcopo di Baius, Toralor 
di Milan, el V orator di Ferrara et li lo receveteno 
aliegramente. Vi fu etiam contra Toralor di Fio- 
reotioi. 
ìio* Dapoì disoar, fo Pregadi et venne queste lettere : 

Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor 
general, di 4^ hore 22. Come bozi si aspecta a 
Bergamo il signor duca di Urbin, et lui Proveditor 
anJarà doman li a Bergamo per consultar di la 
ioapresa. Il signor Cesare Fregoso è sta revocato 
con le zente di Lomelina iusta le lettere di la Si- 
gnoria nostra, per mandarlo al governo del Friul. 
Si ha aviso il capitanio Tegen venir a la volta di 
Vallolina. Scrive ha soìum fanti 4882, di quali a 
Beiamo, Brexa, Crema, Pavia et San Gervaso 
sono fanti 2057, el il resto è qui in campo; et 
bisogna danari da pagarli, perchè de Y imprestedo. 
del clero ha auto solum da Bergamo ducali 1000, 
da Brexa 1300, da Crema 1800; il resto non si 
averà fin do mexi. El questi son li 19 milia ducali 
si fa conto. Hozi ha auto lì scudi COOO li è sta 
mandali de qui, et di questi si dà ducali 1000 al 
Capitanio zeneral, et hozi si ba pagato la compagnia 
di domino Antonio di Castello et di lanzinecb ; et 
manda la lista di le zente e di pagamenti eie. 

Di Brexa, di sier Marco Foseari provedi- 
tor general, di 4, hore . . . Come essendo zonto li 
il signor Capitanio zeneral, el trovandosi a Lonà 
volle venir di longo per esser con sua excellenlia 
per far provision eie. 

Di Verona, di sier Zuan Eno podestà et 
sier Carlo Contarini proveditor generai, di 4^ 
con lettere ante da Trento, le qaal colui le ha 
portate in le scarpe et è imbratate. Scrive di le 
zente ut supra zonle li, ma non si poleno levar per 
non aver danari. Item, scrive esso Proveditor ze- 
neral aver fallo la monslra a sier Lorenzo Sanudo 
di soi archibusieri ; ve leva 15 per cento iusta la 
parte. Et cussi li altri zentilhomeni dimandoe ; ma 
baule le lettere di la Signoria nostra quelle exequi- 
rà, né li darà cosa alcuna. 

Da Milan, di sier Gabriel Venier orator, 
di Come il Duca ha auto li ducati 6000 pre- 
statoli di la Signoria nostra a conio di 20 milia ; et 
benché non bavesse piacer di .trovarsi col Capitanio 
zeneral noslro» inteso le lettere dì la Signorìa no* 






slra che voi el vadi, cussi exequirà, e lui Orator li 
farà compagnia: et ha scritto al prefato Capitanio 
zeneral avisi dove si dieno parlar. 

El nota. 11 Capitanio zeneral voleva andar ad 
Ànfo per veder, ma zonto a Brexa mutò pensier ; 
va a Bergamo per ritornar poi a Verona, atenlo li 
lanzinech frequentano (sic). 

Di Trane, di sier Velar Soranao provedi- 
tor, di primo. Come erano zonli li 85 milia ducali 
tra quelli del re Chrislianissimo, de la Signoria 
nostra et di Fiorentini, li quali tulli li ha inviati in 
campo con la scorta a Lutrech. Scrive di Manfre- 
donia, che ba mandato tre fanti dentro sotto color 
sono fuziti da Trani con ordine tornino per saper 246 
le zente sono dentro, et qualche parlicularilà ; ma 
bisogneria zente da terra. Scrive del signor Camillo 
Ursini, che collerico ba scritto in campo li mandi 
altro capo. 

Di sier Andrea Zivran proveditor di ca- 
valli ligieri^ da presso Otranto, di 25 Aprila di 
successi sai, drieata a suo fradello: la copia di 
la qual lettera sarà notata qui avanti. 

Del Capitanio general sier Piero Lando^ da 
mar, date in golia adì 28 Aprii a . . . . mia 6 
apresso Brandiao. Come va a quella impresa per 
aver la terra. Erano ben venuti alcuni di la terra a 
darsi, ai qual disse voleva venisseno li deputati eie* 
Scrive ba mandalo la galla soracomilo sier Zuan 
Malipiero verso Ancona» per segurar li danari si 
manda in campo. Et scrive zerca lo andar a Napoli 
con 16 galie, il proveditor Moro ave tal ordine. 

Di Iranga, dil re Chistianissimo, fo leto 
una longa lettera di ... . scritta a monsignor 
di Baius suo orator di qui. 

Fu posto^ per li Consieri, dar il possesso di uno 
beneficio di San Fauslin et Jovila sul territorio 
brexan in el loco Comenzan a pre' Zuan Francesco 
de Conis per renontia di uno suo barba, apar per 
bolle del Papa eie. Balotà do volte, la prima ave : 
72. 6. 23; la seconda: 125. 3. 11. Et fu preso. 

Fu posto, per i Savii dil Conscio et terra ferma, 345* 
essendo za molti zorni in campo a Cassan uno 
capitanio de sguizarì el qaal si ha offerto 



Fu poi chiama molli che mancava, ehe vieoeno 
in Pregadi per imprestedo, aver da loro. Alcuni ó 
amalati ; allri non risposeno; altri non deteno nulla. 
Et sier Alvise Pasqualrgo procorator oferse per suo 
fradello sier Lorenzo procurator, cbeé amalato, 
ducali 3000; et sier Andrea Basadonna ducali 800. 
In lutti ducali » 



367 



lIDXXVin, IIAOOIO. 



368 



Oapoi fono letti per Piero Grasolaro quelli non 
hanno portati i loro 5 bolIe(ini insta la parte, i quali 
vien in Pregadi et hanno ofBzii et sono numero 

zerca come saranno notadì qui avanti. Ma 

di questi farò nota. 

Sier Alvise Pisani procurator, proveditor zeneral 
in campo, per Raxon nove et Cazude. 

Sier Piero da chà da Pesaro procurator, oralor a 
Lutrech. 

Sier Marco da Molin procurator. 

Sier Gasparo da Molin procurator per Razon Nuove. 

Sier Marco Grimani procurator. Niun di questi era 
in Pregadi. 

Sier Michiel Trivixan qu. sier Nicolò, avogador di 
coroun, Cazude. 

Sier Piero Gritti provedador al sai, Governadori 
et Cazude. 

Sier Francesco da Leze è di Pregadi, qu. sier Alvise. 

Sier Velor Donado è di Pregadi, qu. sier Francesco. 

Sier Antonio Dandolo é di laZonta,qu.sier Hironimo. 

Sier Antonio Viaro el XL Criminal, qu, sier Zuane. 

Sier Toma Moro e di la Zonta, qu. sier Alvise, pro- 
veditor zeneral in campo. 

Sier Piero Zen é di la Zonta, orator al Turcbo. 

Sier AlviseFoscari è di Pregadi,proveditor aRavenna. 

Sier Bernardo Marzello é di la Zonta, qu. sier Hi- 
ronimo. 

Sir Andrea Na valer é di la ZonU, qu. sier Bernar- 
. do, orator a l'imperador. 

Sier Anzolo Marzello el XL Criminal, qu. sier An- 
tonio. 

Sier Francesco Lippomano proveditor sora il co- 
timo di Londra, qu. àier Zuane. 

Sier Zuan Marzello ai X Savii, qu. sier Piero. 

Sier Filippo da Molin sora le acque, qu. sier Hiro- 
nimo, X Offieii, Cazude. 

Sier Andrea Morexini vien in Pregadi, di sier Ju- 
stinian. 

Sier Antonio Donado, qu. sier Bartolomio, vien in 
Pregadi, X Offieii. 

S47 Copia di una lettera scritta per sier Andrea 
Zivràn provedador di cavalli lieieri^ a sier 
Christofolo Zivran suo fratello. 

Lau8 Beo, adi 22 Aprilis 1528, intra 
S. Petri in Galatina, 

Fradelo carissimo, salute. 
Ve dono aviso, come per gratia de Dio stamo 
bene de sanità. El simile desidero sentir de voi et 



de (ulta vostra caxa. Fin hora mai ho scripto cosa 
alcuna per non haver avuto tempo, et per non es- 
ser stato fermo in loco ninno. Hora, per darve 
aviso alcuno de nostre victorie, me ho forzato scri- 
vere aziò insieme con questi nostri amici ne pren- 
date piacere. Alli 19 de l'istante mese de Aprile, el 
Viceré Imperiale, el duca de Santo Pietro in Galatina 
con sette baroni, in compagnia de cento e octanta 
cavalli et fanti 200 bene in ordine et la maior 
parie archibusieri, per non se confrontare con mia 
compagnia andavano alquanto paese lontano da 
noi molestando el depredando quelle terre che 
erano reducte alla fldeltà de la santa Lega el Ulu- 
slrissiroa Signoria; de manera tale che le diete 
terre slavano de mala voglia, et quelle che non 
erano ancora reducte sotto dieta fiJeltà slavano in 
tremore et suspese. El vedando io questo esser di 
gran discomodo a questa impresa, deliberai omni- 
namente de andarlo a trovar el provarse insieme, 
mettando spie continuamente per saper el camln 
de esso Viceré. Accadette che esso Viceré andò in 
uno castello nominato la Vetrana, reducto alla 
fidellà de la sancta lega, el quello sachigiao; et 
havendo inleso la dieta nova, incontinente possi in 
ordine la nostra cavallaria el andai vet*so il dicto 
castello; et apropinquato a lo dicto castello, li feci 
una imboscata, el mandai ad correr fin a le porte 
sue vinti cavalli; el de loro ne incisero zerca 40. 
Per li nostri fu scaramuzato et preso di loro otto 
cavalli, né mai volse il Viceré spengersi avaDti verso 
la imboscata. Vedendo io che non era per vegnirme 
ad trovar, el per non haver visto el paese che non 
era al proposito mio de attacarme con tutta la 
stratia, presi partito de retirarme; el cossi me missi 
ad alloggiar per quella nocte cinque megli lontano 
da loro, che era su la via fra Taranto el el ditto 
Viceré. Habiando poi inteso che esso Viceré mandò 
ad rechieder soccorso in Taranto, io continuamente 
in quella notte gli teneva le spie appresso quatro j^yi 
cavalli per sentinella, quali la roatìna veneno ad 
avisarme che li cavalli erano fora del dieto castello. 
El dubitando che '1 soccorso non li venesse, presi 
partito andar ad trovar el tentar la fortuna. Arri- 
vato apresso lo castello prefalo, li feci una imbo- 
scata et pensili '20 cavalli con lo capitanio Bosichio 
el con Mini Frasina capitanio, con ordine che do- 
vessero andar a scoprir el nemico ; ci per nullo 
modo attacarse con loro, ma retirarli ad me. Per 
l'antiguarda mia fuiadvisato che li inimici erano 
insiti dal castello et tenevano la via de Gallipoli. Io 
I immediate ensii da la imboscata el me messi io 



869 



UDXXVin, MAGGIO. 



m 



bataglia ad seguirli. Poi me parlili de la mia ban* 
dera con i cavalli per veder li andamenli soi. Sco- 
persi che se andavano relirando in baltaglia, et 
mellevano le fanlarie per Io fianco con li carriagi, 
Dapoi vidi quello me bisognava, messi air ordine 
luKi li mei cavalli, el cavalliero Mauressi, missier 
Ioan Corroneo, missier Pietro Frasina, missier An- 
tonio Malafara capilani, con ordine che lor doves- 
sero vegnir con la mia bandera, el che io con 40 
cavalli soccorresse l'anliguardia. El cossi trovando 
la mia anliguardia che scaramuziava, dove me 
parse el tempo, delti dentro alli inimici, et dato 
dentro li inimici presero fuga; la mia bandera se 
drìzò (a) la volta de fanlarie le quale erano due ban- 
dere; et subito che gionse la mia bandera preserro 
fuga, et tulli furono dissipati et facto presoni el 
tolte le bandiere, chariaggi et tutto. Io seguiva la 
Victoria de cavalli, né mai li abandonai fin ad 15 
miglia de paese, amazando et prendendo de loro; 
el per la via feva dismonlar li nostri stratioti da 
lor cavalli et mettevali su li boni cavalli per se- 
guir meglio la Victoria ; talmente che el Viceré in- 
sieme eoo lo duca de Santo Pietro et uno (di) nome 
missier Todaro Bochari se buttò for de la strada 
per le madrie et scampò via. Siche de tutta la sua 
gente non ha scapulato altro che lo Viceré et lo 
diclo Duca et missier Thodaro Boccari con 4 ca- 
valli; et niuno de li mei é mancato, salvo che feriti 
da 3 a 4. Porete considerare de quanta imporlaulia 
è slata la rolla sua, et perché in verità Leze lo 
voleva soccorrer de 200 fanti ; el molle altre terre 
seriano siale sopra de se per star il Viceré in cam- 
pagna, bora perla^ralia de Dio tutte mularanno 
pensiero come ha facto Leze. 
248 Beri che foro li 25 de l'instante mese de Aprile, 
andai a Otranto ad dimandarli la terra, el per loro 
non mi fu resposto. Io li ho facto fare coreria, el 
credo muterì pensieri per non haver guasto alli 
giardini de le Cilrangole. El Viceré é intrato in Gal- 
lipoli ; qual spero, voltato Otranto, immediate spen- 
germi a la volta sua, el fengerò de darli guasto per 
veder el modo se mova el popolo ; spero se ren- 
derà. Io presi in questa volta del Viceré baroni 4 
et lo auditore de le provintie nomine Galeotto Fon- 
secha spagnolo, el multi altri presoni. 

Ad Gasparo mio figlio io ho facto haver la ca- 
slellaoaria della cita de Solignano con provisione 
de ducati 7 al mese in vita per avanti che fosse ve- 
nuto el signor general in Monopoli, et per sua ma- 
gniQcencia si è stata con firma la. Spero de oblener 
ebeSua Magnificenlia gli la cresca fin ad ducati 10. 
/ Piafii di U. Sànuto. ^ Tom. XL VII 



Altro per adesso non occorrendo, Dio ;de ogni mal 
ve guardi tulli. 

Data in villa Ansciano da longa da 
Otranto miglia ire^ adi 25 Aprilis 1528. 



Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 249') 
Taiapiera capitanio, di 5, hore 24. Come, il 
medesimo di quello avisoe questa matina, in que- 
sta bora ho per uno aviso scrilomi da uno capela- 
nio al devedo qual tengo a li confini per questo ef- 
fetto, agiongendomi però che heri over hozi se 
aspectavano le fanlarie a Trento, et faceano cargar 
le monitione sopra li carri, et anche si lavorava a 
conzar la strada con guastadori, et spazà pria di 
sopra et di sotto un loco dillo el Mataretto eh' é 
per andar per la Val de Sagre. Et tiense vadino per 
ditta valle. Se ha dillo etiam li a Trento, che il ca- 
pitanio Tegen deve andar a la volta di Milan con 
6000 fanti tra grisoni et lanzinech per coniongersi 
con il Leva. 

Et per una lettera venuta ali Cai di X, sier Hi- 
ronimo Barbarigo Cao di X andò con quella dal 
Serenissimo, et stretosi con li Consieri : 

Fo licenliato Pregadi hore 23, et restò Conscio 
di X con il Collegio, ma sleteno poco. Fo ditto so- 
pra la retenlion di uno episcopo ; unum est fo 
preparalo la Torcsella per melerlo dentro. 

Da Orvieto^ vidi lettere di domino Alvise 
Lippomano canonico di Bergamo, particular^ 
di ultimo Aprii. Scrive li avisi di le cose del 
reame, el la scnramuza fatta vicino a Napoli, et 
esser sii morto monsignor de Veri borgognon, 
qual fo quello vene dì Spagna a far liberar il Papa. 
Et si dice, in Napoli spagnoli haver haulo da napo- 
letani tumuli 35 milia di grano et ducati 15milia, 
cavali di croxe, calexi et altri arzenti di chiesie di 
Napoli ; et sono alozati in la terra a quartieri, et 
hanno viluarie per do mexi. Item, il Papa fa far 
3000 fanti a Spoleti dove ha mandalo Orlando suo 
camerier ; si dice per Rimano. 

Noto. In quesli zorni, in la lerra muor assaissi* 
me persone da pelechie, tra li qual molli zentilho- 
mcni. 

Adì 7. La matina, vene in Collegio sier Vi- 249» 
cenzoTrun venuto Capitanio di-Bergamo, vestilo di 
veludo cremexin di varo, in loco del qual andoé 
per danari sier Zuslo Guoro ; et referite di quella 
terra, insta il consueto, laudalo dal Serenissimo. 



(1) U carta 149* è bitnc». 



24 



871 



MDXXTUl, IIAOOia 



Di' campo sùUo Napoli^ del Pixani et Pè- 
ocaro, date adi 28 a , 



Di Verona, del Podestà, et Proveditor sve- 
nerai, di 5, con avisi di le cose di sopra ; et del 
zoQzer tre capitani con fanti noviter conduti ; zoo 
il signor Aslor di Manfredi con 500, Tognon di la 
Riva con 400, et Bello di Belli con 200. Li ba man- 
dati alozar a Soave. 

J)i Nicolò lìùrbaro capitanio del Lago, da 
Bardolin, adì 5 Mago, partieular, a sier Gre- 
gorio Pizamano. De qui si ha esser arivnti a 
Trento il duca di Auspurch et uno altro, et sono 
arivati da 6000 fanti et cavalli; le artellarie messe 
a la porla di santa Croxe, la qual porta vicn verso 
Verona, li carri tulli comandati stanno cussi, et 
hanno dato uno ducato per carodor. 11 capitanio 
TegnoD è a la voHa de Igna ; ne é partito vorso 
Valtoiina, che se dicea per andar a coniongersi con 
il signor Antonio da Leva. Credo tulli se move- 
ranno a un ponta Et vannq scorrendo per venir al 
tempo di Tareollo, per dar il guasto come loro di- 
cono. Io su lago ho messo bon ordine, et hozt 
mivieo 100 archibusieri, et altri 100 bo; li capi 
de ogni 100 é Francesco Spinelli, l'altro llironimo 
Padoan. Spero occorrendo operar, eia 

350 Hi Vitenga, di sier Zuan Anionio da cha' 
Taiapiera capitanio, di 6, kere 14. Mandu una 
lettera sentali da Zuane Zen capitanio del devedo. 

Miigdfìco Capitanio, 
L*é venulo hozi da Trento Nicolò Tessaro man- 
dato de sopra, et ha trovato a Trento Francesco 
Poienton (fi Enega che li ha fatto veder ogni cosa 
possibile a veder ; et dice esserli cavalli 1500, bo- 
meni d'arme borgogoom che mai se vedeteno ti 
meglior armati, li quali zonzeno Venere, Sabado 
et Domenega, et ancora ne dia azonzer alla summa 
de 2000. Et dice che li fanti sono a Tremen, Boi- 
zan ei Cajdaro, et parte ne son vcnnti a Lavixe, 
che 90A da 5 mia sopra Trento, che possono esser 
15 milia; et che Domenega feccno la moslra et 
toehorDo danari. Hanno principiato a far el pan 
Luiftti et ne feeeno stara 500, et seguitavaiK). El 
Luna nieiiorMO le barche a rAdeace tutte, e( han 
liiUo li iHNili: suso per provar se V artiellarie li poi 
star aufo. Et che V artelltfia d su It carri, parte su 
la piazza del castello, el parte in la monition. El 
che ìd ia monitioD é gran quanliià de lanzonl et 



pichi, falce el sexole, et gran nunraro di scale lff=^ 
qual hanno in cima le elicle et li carpi di ferro. ^ 
Et Loni azoDse il duca di Saxonia, fo adi 4, quel di 1 
Berg(^na et di Baviera con li cavalli preditti in or- *- 
dine, el li fo andato centra con gran pompa. Item^ ^ 
V è venuto uno de Assiago el qual voleva andar ls 
Ala con A some de aqua di vita, el quando el fu.»' 
a Trento, Tandete dentro Francesco da Caslelallo 
suo amico, et luì el consigliò che'l dovesse discar — 
gar et tornar a casa, perchè se T andava avanti g»^ 
seria tolto li cavalli per menarli con loro, perdi» m 
questo non può durar da 5 over 6 giorni. 

Da Asiago, adì 5 Mago 1528, Kore 22. 

Da Feltre, di sier Tema Lippomano pode^ 
sta ei capitanio, di 5. Avisa che Domenegr^ 
adi 23 uno suo se parli a bore 12 da Trenta Die» -= 
che non li' era salvo cavalli 300 con el suo capix- 
lanio ; fantarie non li era ; li dice etiam che i» i 
non veneria rn Trento, ma sono a Caldaro el quctt't 
loci drio TAdese. Et che Thavea parlalo con un»j 
qual li ha dillo per certo, che ditte fantarie quandi 
le siano da 12 milia V è tutto el mmulo ; dki cred^ 
ancora stano assiì manco. Dice poi che ditte zent» . 
voleno andar a metter uno Duca in Milano, qual » 
a Trento; ma non li sa il nome. El che Terr* 
zonto li uno da Rovere che diceva come d dues.^ 
dì Ferrara veniva verso Verona con 10 miBa fantiK 
et stavano di mala vogKa. El che li pootì preparala 
tutti erano sta menati su la riva ; ma non ancssi irs 
a(]ua. Ancora non si havea fatto pane, et die'l (òr " 
mento valeva H lire 1 9 el staro nostro. Che diti 
zente non li par troppo alte a guerra, et che 
di queste fantarie sono di Vai Sugana mesiade 
quelle è venute da le bande di là. 

Del ditto pur di 5. In questa bora e Tenute^ 
an' altra mia spia, quale se parti beri alte 22 bora. 
Referrsse esser zonto in Trento fino al Dumero éi 
700 cavalli, de li quali 150 sono andati a uno loco 
chiamato el Caviano apresso Rovere di Treoto eoo 
biave per li cavalli. Dice edam esser a>o4o cara 
tre di corde, et era zonto altre tre carete di pot* 
vere, do charete di lanze da homcni d* arme, una 
carela de ballestre ; et hanno hlfo ponti 67 da 
metter su le barche de passar 7 Puno, el 35 barche 
sono in aqua. Hanno etiam messo sule mode 11 
pezi de arteHarie grosse, dicono per bater mure, 
20 pezi picoli de campo pur sule ruode. Hanno 
principiato a dare la farina per far del pane, et li 
danno lire 35 per staro de li soi, et voi K pani siano 
de peso di iraze 4 Vt 1* ano. Se li di 13 quatriai 



S7S 



mduvhii maooio 



874 



per stero per far ei pane. Dice etiam esser zoolo 
uoa bota graoda de sesoie et una bole di falze. 
Le fanterie tulle sono a li sol loci; li bomini 
d'arme tulli banno uno scbiopo pìccolo per ca- 
dauno, quale buia foco da sua posla. In questo 
numero de homeni d*anne ne sono 100 eavalli de 
slratioli. Dice etiam che quesle zente aspella che'! 
campo de Miktoo debba venir a le bande de solto 
,con le zente hanno nDandalo per la via de Vallo- 
iioa, dove dice esserne andati da 2000 fanli^ et 
zonlo siaoo questi, calaranuo per via del veronese. 
El dice etiam, che quesle zente noa sono più de 
15 milia persone el non ari vano; ma loro danno 
051 '^'^ ^^ ^^^^ trenta milia. Dice etiam, per quello 
se poi intender, loro andar per mcUer uno Duca é 
con loro in Milano, quale dice aver raxoue de dilla 
ducea; ei dice che ditto Duca paga lui (ulti questi 
cavalli Le fanterie haveno tulli, Zobia adi 30 del 
passato, 4 raynes per uno. Dice etiam, banno bu- 
falo in aqua uno ponte graudo per provar V arlel 
lana suso, se la sia salda al Irazer. Hanno in Trento 
500 guastadori tolti da le vile a spese de vilani. 
Non hanno voluto lassar cargar a mulatieri biave 
a Ala se non quelli sono ali confini del Visentin et 
veronese, perché li banno promesso come i calano 
darli favore. 

Veneno in Collegio I* orator nuovo di Pranza 
in rocheto et capuzo di raso negro, chiamalo mon- 
signor lo episcopo de beri zonlo, in- 
sieme con monsignor di Baius oralor >*eciuo, acom- 
pagnati da sier Gabriel Moro el cavalier et allri pa- 
Iridi vesUti di scartato al numero di 2*i. Et zonlo 
dentro, il Serenissimo ai nuovo li fece grande aco- 
fflienlie, et presentato la lettera di credenza el sen- 
tati lutti doi, esso nuovo oralor fece oralion Ialina. 
25|« In questa malina zonse in questa terra, condutlo 
con 15 archibusieri da Verona di ordine di. Cai del 
Conscio di X, il reverendo episcopo di Cesena no- 
minalo domino di nation .... 

Et di ordine del Conscio di X, come fu preso, 
dillo episcopo fo posto in Toreselle, el con guar- 
dia et erano con lui pur presii posti 

nel Collegio di le biave. 

Et subito poi disnar li Cai di X tolseno il suo 
eosliluto. 

In questa matina, a San Zane Polo, dove si cava 
il loto seralo per Zuan Manenti, fo cava una in- 
trada de ducali. 280 al Monte di sussidio a sier 
Cornelio Barbaro di sier Alvise qu. sier Zacaria 
cavalier proourator, e a le Cazude ; ma dillo pre- 
ciò è per anni 30 solamente, et va per teno. 



Dapoi disnar fo Conseio di X con la Zonla so« 
pra queste cose del vescovo di Cesena et del Papa. 
Veneno zoso a bore 33. 

Di Cassan, di sier Toma Moro proveditor 
Menerai, di 6. Come ogni giorno arivano bone 
gente nove de li ; ma bisognava li danari per pa- 
garle, aziò non fugisseno et anJasseoo da li inimici» 
Di novo, il signor Cesare Fregosoi per lettere di 2 
da Tortona scrive che erano stati alle mane con 
inimici ad uno loco chiamato Ponte Corona olirà 
Po, et hanno preso de inimici forsi 40 cavalli, tra' 
quali sono il capilanio Medina, il capilanio Hercule 
Sassalello et uno altro capilanio. Scrive si e or- 
dinato di redursi a parlamento in el loco di Cara- 
vagio, Zoe il signor duca di Milano, il signor duca 
di Urbino capilanio general nostro, il signor Janus 
gubernator, lui Proveditor zenerali et tulli questi 
condutierì ; ma fin bora non e sta deputato il zorno. 
Crede babbi ad esser Zobia, che sarà poi dimane 
perché hoai ditto Capilanio gener»! gioogerà a 
Bergamo et ivi starà dimane, et il zorno subse- 
quente per tempo si vera poi a Caravagio. 

Posticripta. Questo illustrissimo signor duca 
di Milano si atrova mollo confuso di le cose sue 
rispedo le revocalion fatta del signor Cesare Fre- 
goso con quelle nostre gente sono di là di Po» et 
soiicita esso Proveditor zenerai si mandi uno altro 
capo in loco suo, et che si soprasieda a la revo- 
oatlou di quelle gente fln che se gli faxa bona pro- 
vision, che dice sarà di brieve. Tamen esso Pro- 
veditor scrive che*l voi ezequir la commission 
haula. 

Dì Vero^, di àiér Zuan Emo podestà, et 952 
sier Cario Cmiarini proveditor amerai di 6, 
Come esso Proveditor ha hauto l' ordine di andar 
in campagna col Capilanio aeneral, et cussi exe- 
quirà ; et manda una lettera habuta. 

Copia di una lettera di sier Hironimo Grade- 
nigo proveditor di Sald^ di 5, sorita a sier 
Carlo Contarini proveditor Menerai 

Magnifice et clarissime tamquam frater 
honorandissime. 

Di novo, in questa bora una di notte e gionto 
una mia spia per mi mandala a Trento, qual me ha 
referto come Domenica prosima passala adi 3 el 
duca di Bransbec, el conte Mazimiano, el conte 
Girardo de Arco, el conte Batista da Lodron et 
Marco Sieth tulli cinque erano a Trento et se redu- 
seno in castello, et feceno consulto intra essi per 



875 



MDXXVZII, UAOOIO. 



876 



spalio de 6 bore ; ma quello ordinasseno non lo sa, 
salvo che li caradori comandati con li carri li di- 
mandavano danari, et li risposcno dovesseno aspe- 
lar fina Mercore proximo che li daria danari aut 
bona licentia. Et che li cari comandati per condur 
nionilione sono zerca 400 ; et che missier Nicolò 
Transtolfo e fatto capo sopra esser monilione. Dice 
etiam, haver visto arlellarie de ogni sorte numero 
27 sora la piaza di Trento. Dice etiam haver visto 
sachi de pane cerca 200 some di monitiotie. Dice 
etiam, aver visto cavalli 400, quali veneno in Tren- 
to, ne li quali ne era 200 di citadini di Trento an- 
dati incontra ali altri 200 ; et che altra gente non 
ha visto in ditto loco di Trento. Dice efiam, che le 
fantarie, per quanto ha inteso, sono tutte da Trento 
in suso fina a Bolzano, et el numero sono da 8 in 
10 noilia fanti et non più, ma che tutti sono cer- 
nide ; et dice non voler asoldar taliano alcuno. Et 
da poi partido, vegnando per el loco di Lodron, ha 
visto quelli di la terra di Lodron et altre terre fu- 
ger le robe sue in le fortezze, lo starò atento, et 
se altro intenderò, subito del tutto ne darò notitia 
a vostra magnificeutia, ala qual me racomando. 

252 Da Bergamo, di reciori, di 5. Come in que- 
sta bora una di notte é gionto in questa città il si- 
gnor duca di Urbino. Li sono andati contra tre 
milia con grandissima pompa et bonore incontrato. 
Restare qui per dimane, et Zobia da matina a bon 
bora partirassi per Caravaggio dove si ha da far il 
consulto, nel qual ha da intravenir il signor duca di 
Milano. 

Di Verona, di sier Polo Nani proveditor 
general, di 6. Del suo zonzer 11 a bore 7 di notte, 
et andato presto. 

JD* Feltre, di sier Toma Lippomano pode- 
stà et capitanio, di 5, hore . . . Come, per uno 
partito beri da Trento, dice che le fantarie sono tra 
Caldaro et Tramin, et che baveano principiato a 
dar danari, et zi pagate 10 bandiere, a le qual ba- 
veano dato do raynes per uno, con promission di 
darli fra 15 zorni altri do raynes. Aspetta uno suo, 
qual tornato avisara. 

Di Cadore, di sier Filippo Salamon capi- 
tanio, di 5. Come, per avisi hauti, queste zeute 
preparate dieno far vista di cabr per la via di la 
Chiusa per tenir in baia, et V ixercilo calerà per 
un* altra via, passando certo monte, ut in lit-^ 
teris. 

Hozi, in Quarantia Criminal, li Syndaci di San 
Marco sier Hìronimo Marzello qu. sier Galcazo, et 



sier Zuan Marln, messeno alcune regulation del pa- 
lazo contra li nodari di Zudegadi, zoé queste : 

che li nodari r^istri ogni scrittura pertinente 
ale sentenlie overo termination et non li coaiutori, 
senza alcun premio, insta la parte presa in Gran 
Conscio 1413. Ave: 29, 0, 2. 

che li nodari non possino tuor premio per li in- 
terdeti quando le parte vien d*acordo avanti la sen- 

lentia. 28, 0, 3. 

che 1e spese di le sententie principii il numero 
ascendendo, eirnon descendendo iusla le tariffe. 
27, 2, 2. 

che le termenation a comprometersi crear gu- 
bcrnatori, alimentar spexe di pupili, a dar (acuiti 
a done, asegurar et obligar le dote over comes- 
sarie et governadori, a vender di beni di le comes- 
sarie, li nodari babbi grossi 12 solum. 20, 7, 4. 

che di le sovenzion habbino la meli di quello 
hanno di le sententie. Item, di contratti iuterlocu- 
torii il pagamento di do soli a responder, uno per 
perentorio, uno ad assentiendum, uno a opponer 
•a li testimonij, uno a dar li ioterrogatorii, uno a 
le parte a venir in ordine. Ave : 23, i, 7. 

Copia di una lettera da Vicenza di sier Zuan 953 
Antonio da chà Taiapiera, di 6 Maec 1528, 
hore .... 

Come lui governa in zerca 2000 guasladori et 
alende a far li archibusieri del territorio, che mai 
ha un* bora de riposo. Poi li convien dar danari 
et alozarli ; siche brama assai volle la morte per 
esser sta nbandonatò in questa terra, et la mazor 
parte son morti de li primi citadini, et quelli soo 
restali sono over infermi over fuziti. Pur fa bon 
animo quando considera esser in una Vicenza ben 
nota a tutto il mondo la qualità soa, el aspetar un 
20 milia todescbi che facilmente potrian calar in 
do zorni, et lui ha solum 400 fanti a la custodia et 
schiopetieri dei paese 260. El scrive quello ha 
fatto. 

Io ho levato do bastioni beletissimi quasi a di- 
fesa, con forsi 200 passa de cortina. Ben é vero 
ancora non sono cavali li fossi; ma spiero non ces- 
sarò, se questo deseender de inimici non me im- 
p*dise, de redure questa città a tal termine che 
restarà eterna memoria. Ho fondalo do cavalieri ; 
che tulle queste cosse tutta questa settimana sa- 
rahno in bon esser. Fazo presuposilo doman prin- 
cipiar uno altro bastion da uno altro capo verso 
la porta di Padoa. Ben è vero sarà fastidioso da 



877 



II0ZXTIU, UAOOIO. 



878 



far perdié bisogna fondarlo In aqua, et una fossa 
era ik falla, et nun cessarò, che spiero, non me 
maocanJo el viver per liguastadori fino a l*ar* 
colto, si cognosseri io baver meritado li ducati 18 (?) 
al mese ho di salario. Mi hanno mandalo soìutn 
500 stara di formenlo, qual ho dato a questi fornarì 
a lire 17, soldi i il staro, e( tolto a I* incontro pan 
fato senzi haver altra spesa, a unze 6 di pan al 
marcbeto come sì fa in questa città, et di quello don 
ali guasladori soldi 6 al zorno. Questo é gran be- 
neficio di la Signoria, et con la mila di la spesa 
farò r opera; ma bisogna si mandi di T altro for« 
mento suso. Li soldati li ho pagati iusta 1* ordine 
del Senato. Tutti sono archibusieri. Hozi ho di- 
spensato le 15 per 100 di page morte; il che con- 

953* tioaando sarà cosa bona si la durerà. L' è occorso 
che uno fante che tochò beri la pjga se ne fuzite; 
et inteso zio, il suo capo di squadra li andò driedo 
et lo prese ; el cussi caldo, de mio ordine menatolo 
ala cadena, li feci laiar il naso et le orechie siando el 
boia el suo contestabele, et poi a son dì tamburo 
fatelo acompagnar fuora di la porla el toltoli in- 
driedo la paga ; spero non venirà voia più ad al- 
cuno de fuzir. Hozi ho fatto intrar in guarda orde- 
naria el posti ale porte di notte et di zorno, el azió 
se esercitano. Etiam questi schiopelieri del ter- 
ritorio li ho posti in ordinanza insieme con li fanti; 
siche posso reputar haver da fanti 650 tulli tra ar- 
cliibosieri el schiopelieri ; ma voria haver archibusi 
da dar a questi del territorio che non ne lianno. 
Ho fatto metter in ordine Tarlellaria tutta azió se 
Tocoresse qualche cosa la possa adoperar; ma non 
mi mandando la Signoria pressidio, mal si potremo 
difender, et venendo inimici verso Verona, in uno 
zorno potranno venir qui. Da novo, per lettere di 
beri da li confiiu si ha, come inimici comenzavano a 
dar danari ale fantarie. 

idi Adi 8. La malina fo poche lettere ; soìum que- 
sta da conto. 

Di Breza, di sier Zuan Ferro capiianio^ 
à\ 6. Di le cose di sopra, per uno venuto che se 
parlile Domenica di Trento, (lise che Venero passato 
fo adi primo, esser slato in uno loco dillo Menz di 
sopra da Trento zerca 15 mia, e che in quello con- 
torno erano cavalli et fanti da 6000; el che Dome- 
nica se lavorava de sopra di Lodron per 6 mia per 
far le spianate pei* venir a la volta di la rocha di 
Anfo el a Boca de Valle per vegnir per la via de 
Casal; et non sono venuti li fanti; pur se dice i sa- 
ranno grossi et penso non vcranno cussi presto. Le 
preparalion sono gaiarde : aspelamo in questa ciltà 



domino Guido de Naido con fanti 450, qual vien 
per securtù di la cita. 

Nolo. Fo condutlo in questi zorni nel caste! di 
Brexa Gabriel da Martinengo, qual fu preso a Ze« 
noa per il signor Cesare Fregoso et posto in caslel 
di Cremona ; bora è sta conduto a fìrexa. 

Venero in Collegio li do oratori di Franza, il 
nuovo et vecchio. 

Di Verona, di aier Zuan Emo podestà, sier 
Polo Nani proveditor general et vice capiianio^ 
data adì 7 Maeo, hore 18. Come era venuto 
uno ragazo tedesco a la Chiusa con la croce rossa, 
et preso da 6 guardie disse: < Meneme ai rectori di 
Verona; li porto una lettera del duca di Brexvich >• 
Et cussi rbanno menato da loro ; el qual ghe deleno 
una lettera ; la copia é qui avanti come una patente 
overo desfida. L'hanno esaminata ; non dice altro se 
non eh* é 5 zorni eh* é venuto a star con ditto Duca, 
e sleva con li conti di Lodron. Unde mandano la 
ditta scrittura, e hanno retenuto el todescho fin ha- 
veranno altro ordine di la Signoria nostra. 

Da poi disnar, fo Collegio di Savii ad consu^ 354* 
lendum. 

Di Casean, del proveditor Moro, di 6, hore 
22. Come il signor duca de Urbin eri zonse a Ber- 
gamo, et diman vien a Caravagio per parlar al signor 
duca di Milan ; et etiam lui Proveditor vi va per 
esser insieme in consulto. Di Lomelina,il signor Ce- 
sare Pregoso scrive aver preso 25 cavalli di ini- 
mici. 

Di Brexa, di sier Domenego Pitfamano po- 
destà et sier Zuan Ferro capitanio, di ff, hore 
3. Come hanno haulo lettere di Salò, che 12 milia 
fanti erano venuti di qua di Trento, el che saranno 
25 milia e più, computa li cavalli el quelli di Salòa; 
lutti passano di qua con le loro robe. Item, per al- 
tri avìsi si ha, il capitanio Tegen haver lìcentialo 
400 di soi fanti, et li conli di Lodron esser venuti 
a Lodron senza zente et mal conlenti, dicendo li 
Focher non haver voluto dar li danari. 

Del ditto sier Zuan Ferro capitanio, dì 7. 
Di novo si ha, questa mattina per avisi di Salò, per 
una spia venula da Trento, come a Trento sono ca- 
valli 1000, el che Luni dovea zonzer altri 400 in 500 
cavalli ; el che a Galiano erano fantarie quale dovea* 
no andar a Rovere, e quelli de Trento doveano andar 
a Caliano. i^(?m, che a Tremer erano fanti 24 milia, el 
che in S. Marco in Trento erano farfossi 500 pieni 
di farine, che sono certe botti di 4 in 5 some Tuna. 
Ilem, che in piazzi erano pezi 20 di arlelarie el 6 
grosse; el che erano arivate qualro carde di poi- 



S79 



MDXXrui, MAGGIO. 



88(E 



vere, et 9e diceva ne veniva di raltra ; el che sodo 
molto grossi. 

Di Nicolò Barbaro eapHanio dil Loffo, fa 
lettere di 7 con alcune nove. La copia di le sue 
parlicular scriverò qui avanli. 

Di nove qui sono che si tien che Luui adi 1 1 el 
più presto li inimici si leverano et vegnirano per 
Verona ; eerto sono giunti li cavalli da 1500, et sono 
allogiali tra Rovere ei Calian, loci verso la vai de 
rAgre;la fanteria arivano a Trento in gran dili- 
gentia ; uua parte sono gente di guerra, la maior 
parte gente comandate et femene el persone inutile; 
siche di Tali, per quello ho da persone degne di fede, 
non sono da 12 milia. Le gente a cavallo sono in 
ordine con gran pompa ; le artellarie sono pezi nu- 
mero 37 tra grande et picole; sono da 300 carri 
apparecchiali el le zatre, el voleno pigliar la Chiuda 
al luUo per assicurar le monition vegnivano con le 
zatre fln lì. Manazano dar il quarto, ci multi hanno 
255 il cor a Verona et la vogliano pur. Io mi atrovo qui 
sul Lago ben in ordine con 300 archibusieri ; non 
posso si non summamente laudar nussier Gironimo 
Gradenigo rector a Salò di la diiigentia Pusa et co- 
razo, al qual son molto obligalo. Io ho scHtto a la 
Illustrissima Signoria, si degni darmi notilia se li 
inimici comenzeranno a far danno su el suo se io 
possa fhr il simile a loro, perchè li potrò molestar 
grandemente, et non mancharò dal debito, lo ozi co- 
menzo afondar quelle barche mi par superflue; non 
ho paura, et solum volo far armar da Ggrade (?) per 
i bisogni acadesse. Io vado al Dezanzan a tuor 300 
some di biava per monitione, el de chi sarà tegnirò 
conto azìò la mia zurma non babbi desasio ; né ho 
paura di assicurar il lago el <iucllo conservar; et 
cessando queste cose, farò pagar la biava ali comuni. 
Il conte di Brandiburg, el conte Girardo d^Archo, el 
conte Maximilian de Petrapiana, el conte Batista da 
Lodron, domino Marco Sitti, questi sono li consieri, 
et che queli fanno, é ben fatto per le cosse di la guer- 
ra ; é sopra le moniliun domino Nicolò Tralascolf. 

2E6') Capitolo d* una lettera di Norimberga^ 

de 28 aprile M.RXXVIIL 

da Piero di Zanobi di Bartolomeo 
a Antonio Smerigli. 

Et perché vi potessi congralulare con il signor 
oratore et altri vostri amici, mi duole assai et 
insin al euore non vi poter fare parte di nuova 

(1) L» otrU »6* è iMiiet. 



alcuna di momento, che so issai le desiderate, 
dieta che haveva a incominciare il Venerdì passato ^ 
cioè il dì di Santo Georgio, et erano già a ordine « 
tutte le cose, é stata in tutto disdetta, et si dice per-i 
questa causa sola, che certi vescovi di queste band( 
volevano fare un trattato, e l'avevano fatto, cì< 

uno che voleva fare in su detta dieta. 

di Ratisbona, avelenare o amazare Clautgrof de 
et il duca Giovanni di Sassonia et non so che altri m 
signori, i quali sono buoni evangelisti cioè luteriani,^. 
che torna non poco danno alla Sancta Ecclesia, eU 
quelli vescovi sono buoni amici di Santo Pietro vo — 
levono far gentilezza. El se questo trattato sarà stato^ 
vero cosi, si stamperà di brevi giorni et ve ne^ 
manderò uno in stampa. In somma, questo e il caso,^ 
la dieta non va altrimenti avanti. Et quelli due-^ 
principi di sopra hanno insieme un 13 milia fanti et-J 
un tre milia cavalli, et dicesi volevano andare al . 
danno di certi di questi vescovi ; ma la leglia di 
queste bande in la quale vi sono buona parte de 
principi di queste terre franche, et massime delle 
pid possenti, hanno fatto ritenere osubsteoere tutti 
i capitami di quelle genti, et si pensa si condurrà 
questa cosa a ogni modo, che saria buona cosa per 
chi ha a trafficare in queste bande, che ci è cosi 
poco bisogno di guerra come costi. Et la gente che 
debbon passar costa in sul paese di Trento, non 
accade dir altro che qui poco se ne ragiona. El poi, 
chi ha il fuoco più presso, prima lo sento. Di vetto- 
vaglie, artiglierie, polvere et altre appartenenti|allj 
guerra ven* è a bastanza, et erano cavali et fanti an- 
cora per la via; non so il parlicular appunto. Rac* 35( 
comandatemi alla signoria de lo Imbasciudore , et 
fate parte a Antonio mio di questa et a Francesco, 

benché non sia in essa che se ne fa pur 

un poco d'acquisto. 



Da Constantinopoli^ di sier Piero Zen ora- 35 
tor et Vice baylo, di 8 Aprile. Come, fata la luna 
di Aprii, el bilarbei di la Grecia si partirla per an- 
dar verso rOngaria in aiuto del Vayvoda, che sari 
adi 30 Aprii, et tutto lo exercilo per tutto Mazo 
sarà fuora. Item^ scrive aver auto le lettere eoo li 
garbugli lati in Alexandria a la oatioo contra li co- 
mandamenti dei Signor, e voler dar cassie eie Fo a 
la Porta, si lamentò a li bassa dicendo molto nave 
erano messe per ditto viazo, ma inteso queste cxtor- 
Sion non hanno voluto andar, unde Embraim bassa 
disse mandaremo a tuor colui, zoé el sariffo. 



38t 



mdhhii, ifAOOfo. 



889 



Copia di la lettera del ducha d% Btaxvieha, 
amia per ìeitere di Verona, di 7 Maao 
1528, hare 18. 

Henricus Iunior Dei gnlia dux Prumisbicensis 
et Limburgensis, Cssareee ìlai<^Utis capitaoeus gè* 
oeraiis^serciluseiusdein novilerex Gerauinia ad 
Kaliam profeciuri. Cum in pnesentiarum a proefala 
Caesarea fifiùeslale cura novo exercitu desiioemur in 
Iblia rerum Suae Maiestalis ibidem defendendaruin 
gralia nee non iDÌmicorucn eiusdem offendendo! um 
studio, id nevos Illuslrissimum Duceni Venefiaruni 
domiuira Àndream Grilli bis praesenlibus prò ho- 
Dorem et dignilalem Dostram taenda curare vohii- 
miis. 

. Ex Tridenti IV Maij 15% 
Sttbscriptio aolem in lingua barbara cttoi si* 

gita. 

Il qiK*s(o zorno morite in questa terra domino 
Borlolomio da Fin dolor bergamasco, advocato ex* 

eelleAlissInio, dì età di anni qual stava a Sai 

Moisé et da mexi non lèva pìA l*exereitio di 

ravochar. Andò a star a Padoa, poi vene poco è qui 
et e moi:^ Fu portalo la matìna io chiexia con li- 
bri atomo, el in dila ehiexia posto in uno deposilo. 
357* AA 9. La malina per tempo vene lettere di 
campo sotto Napoli, goè meino . . . mia, di sier 
Ahrixe Fixam proeufaioTrprofseditor Menerai^ 
et eier Piero da ehà da Fexaro proeurator, 
erator, di »8, Ji9 et 30 Aprii, copiose. La copia 
è qvi afvanti 

358 Advisi de missier OheroirAo Cadamosto, del 
pemtliimo Aprile 1M8\ sotto Napoli. 

Uiuslrissimo. 

Hor bora é sopragiunlo la nova della vittoria di 
mare havuta dalla nostra armata, quale sino a que- 
sta nalina era tenuta, ma non se vi ebbe la eerlezza. 
U floodo è stato tale. 

Hsvendn li iainici persentito che V araai» no- 
stra era mai fernita d huomini, debberarono andar 
ad assaltarla, e cussi Lunedi proxino passato al far 
della sera, fatto una scelta d* buomini, se iabarcarno 
molti espilane!. Hieri alle 32 bore s' affrontorno, 
coosbotenio fino aHa notte; al fine li inimici furono 
rotti. La cagione deMa ior rovina fa che senleDdosi, 
A conte Filippino debole d' kuomioi neH* armata, 
bavta mandalo a riebiedera a Mnoiignor che 1 v<v 



lesse mandarli qualche arcbibusierì, et cussi mon- 
signor gli mandò 300 arcbibusieri delle bande del 
signor Gio: Hieronimo Castiglione et conte Cesare 
Scollo, et D condusse Croccho; questi arcbibusieri 
erano gìonli solo d\ina bora inanti, né Fi inimici lo 
sapevano, el questa fu la causa della sua rotta. Mon- 
signor ha fallo allegreza di questa nova, et tiene che 
sia la total rovina di questo exereilo imperiale ehe 
é qua. 

Illustrissimo signor. Questo é tenuto Giudicio 
de Dio, et tanto più trovandosi tanti capitanei sopra 
questa si piccola armata, et con questa vittoria spc' 
riamo in breve baver Nafioli ; il fallo d'orme è stato * 
crudele. Il governatore di Salerno che gli era pre- 
sente, dice che durò fin alle quattro bore; fu fallo 
alle Aque vetri Ira la Cava el Salerno, et moMi de 
nostri sono anchor morti nel combattere; per due 
volte si atfronlomo. Et a mostra cxoelientia nà ri- 
comando. 

Adirisi dei predetto Cadamosto de ìutHmo 
Aprile 1528, nel loco soprascritto. 

Nelle mie d' beri, scrissi a rostro exceMenlia la 
Victoria havuta per la nostra armata. Hoggi é arri- 
vato H conte de Montorio et Croccho^ quaK furono 
nel fatto. Dicono questa vittoria essere gfahi mira- 
eoTosa, attento cbe gli inimici baveano pM numero 
de navi et prè gente et meglior, et assai prd arti- 
glfaria. Reflbrissono che nel primo congresso Ir Ini- 
mici rnveslimo tre delle nostre galere et gir misero 
suso le loro insegne, et che il vento et il 9At erano 
contrari a nostri, per W che fo volta che si riteneano 258' 
perduti, et che per la conlrarielà del vento erano 
SI impediti dal fumo de Tartigfreria, che non vedeano 
cosa che facessero. Dicono bavere mteso da essi 
prigioni, cbe questa armata era partita da Napoli per 
venire a combattere la nostra, et che deHa vittoria 
se teneano sicuri ; et che poi voleano voltare e( 
venire in Puglia a reprgliare Intte le terre che gli 
baveano tolte, et che a questo modo haverrano 
fallo levare el campo di qna, et per questo gli erano 
sopra questa armata questi signori. Hanno dSito 
essere morti circa a 300 bntr delli nostri et le no- 
stre galere essere molto balule, per il che s' attende 
bora a riconciarle. Monsignor Hlustrissimo ha rmtk* 
dato mrssier Gio. Giovacfaino dal eonte Filippino 
acciò conduca qua R prrgiom, et gir è andato io 
posta; non so se Ir condtrrà, pencbe temo^ehe tnlto 
l^acqmsto sia suo, et it Croccbo non gli pretende 
parte. De iontBci seno morti meglio di 800 fft- 



m 



ifoxxvin» ifAOoio. 



384 



gDoli del Gore di quella nalione; quelli hanno presi 
hanno nfiessi al remo, el hanno liberati li sforzati. 
Mando a vostra excellenlia il rollo delli Capitani prosi. 

Don Ugo di Monchada viceré, morto dì due archi- 
basate. 

Il signor marchese del Guasto, proso. 

Il signor Ascanio CoIona, preso e ferito non mollo. 

Il comendalore Riccardo capitanio delle galere, 
preso. 

El capitanio Maclin Dagì spagnolo, preso. 

El capitanio Gian Divara, preso. 
' El capitanio Gobbo, preso e ferito a morte. 

El capitanio Gian Gaetano, preso. 

El capitanio Renale de Monlames, preso. 

El capitanio Salines, preso. 

259 Sumario di una kttera dal campo apresso Na- 
poli, de 28 Aprii 1528, scritta per M conte 
Antonio Maria Avogaro condutier nostro, 
a domino Antonio Capriolo a Brexa. 

Siamo alogiati qui apresso Napoli a un miglio, e 
talli li nimici nostri sono dentro de la terra, et sono 
fati forti sopra ad uno monte chiamato San Martino, 
ch^ è sopra NapoU. Giovan d* Orbina è alla guardia 
de ditto monte con 1000 archibusieri spagnoli et 
quatro pezi de artilleria. Tutto lo resto de le gente, 
sono alogiate dentro la cita. Eri Monsignor illustris- 
simo me ha chiamato et desegnatoml uno alogia- 
mento a rincontro de ditto San Martino sopra uno 
altro monte lontano a una tirala de an^hobuso, et 
cosi olio hbggi mandato a fortificare de bastioni et 
irinzee per essere il loco molto scoperto ; et cosi 
sua signoria me venera ad allogiare drieto alle 
spalle con tutto lo exercito. Questo monte San Mar- 
tino é loco che quando si potesse guadagnare, che 
facilmente si potrà sforziare la gente sono dentro 
de Napoli, per esser loco che non li lassiaria metter 
in defesa né in bataglia in loco alcuno, perché con 
rarlellaria li ruinassemo. Vero é che il loco è fortis- 
simo, ma se la Signoria Illuslrissima si delibera di 
pigliarlo, mi par cosa dura, ci forsi si poterà dir si 
Africa pianse Italia non ne rise. In Napoli non li é 
gionto soccorso alcuno di sorte alcuna, per esser 
gionla Tarmata di Andrea Doria a V incontro de 
Napoli con 12 galere etquatio galioni con cinque 
fuste ; et di bora in bora si aspetta il clarissimo Ge- 
neral nostro con Tarmata* Questi signori fanno 
conto saranno 50, over 52 galere. Li inimici si tro- 
vano io Napoli zerca 10 nave el 6 galere nel porto 



loro, et sono molto armale. Eri, essendo andato por 
schararouzar per far spalle ali guastadori che forti- 
ficavano lo alogiamento del monte, vedessemo le sue 
galere ussir del porto a piene velie, et come fumo 
in mare zerca doi miglia et mezo se scoperse la 
nostra armata quale era da drieto a T ixola de Ca- 
pri, lontano a Napoli cinque miglia; et subito le loro 
galere se ne tornarono in porto. Nul iudicamo che 
ditte sue galere fusseno carge de forroento per an- 
dare a Gaeta a macinare, perchè dentro Napoli pa- 
tisseno molto di pane, perché non poleno macinar 253* 
solum con molini da mano, perché li babbiamo 
tolto Tacqua. Sé dice che hanno formeoto per tre, 
e chi per quatro, aitrì dicono per cinque mexi; ma 
cerio per più non ; vino et carne per circa 15, o 20 
giorni, per più non. Et aziò sapiate le gente nostre 
sono in essere per combattere et eerto mostraoo 
ogni giorno il voler suo e Tanimo grande hanno di 
combatere, e Thanno dimostralo in molle grosse 
scharamuze, vi dirò particularmenle il lutto. Mon- 
signor Vandemonte se ritrova da 4 in 500 lanzi- 
necb, bonissima gente e beo armata ; il conte di 
Tenda colonello de li svizari se trova da 3000 svi- 
zari con una bona testa armata. U conte Pietro Na- 
vara capitanio de li francesi guasconi et di baschi 
se ritrova meglio di 4000 fanti con una b(;{la archi- 
busaria. II conte Cesare Scotto, il signor Zan Hiro- 
nimo da Castiglione se ritrovano meglio di 1000 
fanti cadauno, di una bona gente. Le Bande nere, 
capitanio loro il signor Horalio Baglione se ritrova 
meglio di 4000,et500bomeni d'arme, e veramente 
fanno onore a italiani. Le gente nostre si trovano da 
800 in 1000 corsi et li mei lanzineoh sono da 1200. 
Questi giorni passali me ne sono sta morti e feriti as- 
sai in queste scharamuze, ma pur sempre li spagnoli 
hanno auto il peggio. Ma li nimici sono ^000 lanzi- 
nechi con quelli che venero di Spagna, 5000 spa- 
gnoli, 2000 laliani, 1500 tra homeni d'arme el ca- 
valli lizieri. 

Copia di una lettera scritta dal campo in cam- 360 
pagna apresso Napoli, adì 2 Mago 1528, 
per sier Alvise Pixani procurator, prevedi- 
ditor general, et sier Piero da chà da Pe- 
xaro, procuraior, orator, a la Signoria 
nostra. 

Serenissime Princepes et excellentissime 
Domine, Domine óollendissime. 

Per Vivian corier scrivessimo a la Serenità 
Vostra, et gli mandassimo le copie al solito de le 



m 



ICDXXVXn, MAGGIO. 



386 



precedenli nostre; et eumh presente sarà replicata. 
Questa matina Monsignor illustrissimo ordinò la 
levata di questo exercilo per metersi in questo alo- 
giamcnto, a poco più di noezo miglio luntan da la 
terra. Et essendo a cavallo, gli sopravene due del 
p.iesc, quali gli disseno essersi parliti a cerca da 
bore di notte da la Cava, loco a marina lontano da 
30 in 40 miglia de qui, et che tutta notte liaveano 
caminato in diligenlia per portarli una oplima no- 
va; quale era che, essendo venula Tarmala imperiale 
al dito loco dove se retrovavano le 8 galee del Doria, 
la quale armata imperiai era de 6 galee, "ì caravele 
et 4 bregantini et fuste, qual tulle haveano assalite 
le ditte 8 galee del Doria, le quale, avedutosi de la 
venuta de ditta armala, levati 300 arcbibusieri che 
erano meza bora avanti gionli quali gli furono man- 
dali per Monsignor illustrissimo, se messe ditta 
armata del Doria in bataglia, et lemporegiando cx- 
petlò Tarmala inimica qua! veniva a vela con bon 
vento. Et acosUtasi a tiro de archibuso cominciò la 
dilla armata inimica a discargar le sue arlellarie, 
et essendoli ben corrisposo da la nostra, quale ne 
haveano maggior numero. Per do bore mai fecero 
che tirarsi si de arlellarie come de archibusi, et 
tandem, a circa hore 24, che 'l principio fu ale 2*2, 
se abordarono 4 galee inimiche con 4 de le no* 
sire, et combalerono per bon spacio de do altre 
bore, et più, molto crudelmente, ita che per gratìa 
del monsignor Dio li nostri restorno vincitori, es- 
sendo stati assai ben favoriti da le altre 4 galee, 
qual per non aver da atcndcr salvo che alle altre 
due de li inimici, perchè li navilii pizoh già haveano 
tolto fuga, favorivano molto le quatro che erano a 
le mano con Tarlellarie. Et tandem restorno prese 
le qualro galee imperiai, sopra le qua! furono fati 
pregioni il signor viceré don Hugo de Monclitda, el 
signor marchexe dal Guasto, quali alcuni dicono 
esser morti, el signor Àscauio Colonna, el principe 
de Salerno, el capilanio Coradino, el capitano Santa 
Croce, Ioan de Varrà (Guevara?) et molli altri capi* 
tanei et degni perzonazi, benché li* primi doi venuti 
non dicesse salvo del Viceré et marchese dal Guasto. 
Si inlese da poi de questi altri, si da uno venuto da 
Napoli mandalo per spia, come dal goveruador 
360* de Salerno, qual porla de veduta, in tutta la so- 
prascrilta naration havendosi continuamente tro- 
valo sopra la marina con 500 in 600 homeni per 
veder i'exilo di questa bataia quale si faceva mezo 
miglio luntan da la spiaza, havendo lui armale 4 
barche quale continue andavano su et zoso per re- 
ferirli il tulio; qual barche preseno doi spagnoli 
; Diarii di M. Sanuto. ^ I^. IlVII. 



che si butono a Taqua fra gli altri per scapolar la 
vita, perché gli tagliavano tutti a pezi. Da li quali 
spagnoli se inlese del forzo de questi pcrsonagi, 
et de più che sopra Tarmata imperiale vi erano 
da 900 arcbibusieri, el forzo de li quali sono re- 
stali morti. Dicese efiam, esser morii molli de li 
nostri come ragionevolmente se dia creder. Que- 
sto genlilhomo dice, che sino tre hore di dotte 
durò la bataglia, el che lui a hore 4 in zerca se 
misse in posta per venir a portar la nova. Sì ha 
auto etiam una lettera, si che ad ogni canto é 
conflrmalo el prender di le 4 galee, el tutti di- ^ 
cono del Viceré et marchexe dal Guasto; da che 
si pò ben credere etiam de li altri, el iudicar che 
sorte de homeni dieno esser stali a questa im- 
presa. Si pò ben conoscere che'l Nostro Signor Dio 
é in nostro favor, el qual pregamo che con vito- 
ria presto ne fazi veder el fine di queste insup- 
porlabil guerre. Monsignor illustrissimo si duol di 
danari non zonli, dicendo, olirà le tre page dia 
aver altri 6000 scudi eie, ut in liiteris. 

Copia d* un capitolo de una lettera de Marco 261 
del Nero oratore fiorentino apresso Monsi- 
signor illustrissimo Lautrech, decampo, de 
30 Aprile 1528. 

Magnifici Signori observantissimi ' 
Per Bortolomio Cavalcanti stamani per la diricla 
haranno le signorie vostre ricevuto la mia scrila 
beri sera, et olirà alle altre cose, inleso per quella 
il conflilo navale che segui davanti hieri infra que- 
ste 8 galere del Re che le comanda il conte Fi- 
lippino Doria, el sei galere degli Imperiali coman- 
date dal comendalor Riccardo el dal Gobbo, con 
4 fuste et duo brigantini. Che di poi é venuto 
monsignor di Croch, il qual riferisse come quel 
giorno v^I circa alle 21 bora Tarmata degli impe- 
riali vene affrontare la nostra, quale credette trova- 
re sprovisla, el li saria reussili se Dio non havesse 
spirato il giorno avanti monsignore di Laulrech 
al mandarvi il sopradiclo monsignor di Croch con 
300 arcbibusieri che apena di meza bora vi era con 
essi imbarcato, et fino a due hore di notte comba* 
lerono da tal sorte che due galere degli inimici fu* 
rono messe in fondo da T artiglieria grossa di le 
nostre, che in questa parte erano superiori a quelle ; 
et due altre con alcuni delle fuste furono prese da 
poi che la più parte de la gente tanto di ziurma co* 
me delti arcbibusieri furono feriti et morti, che in 
una di quelle dicono vi restarono solamente tre de 

25 



387 



IfDXXVIII, MAGGIO. 



381 



sani; et in fra gli allri il Viceré don Hugo rimase 
morlo di due archìbusate et Tu gitalo in mare; et 
de prigioni da conto vi rimase il marchese del 
Guasto, il signor Àscanio Colonn.i, il comandador 
Riccardo capitano delle galere, il capilanio Machi- 
no spagnolo, il capitano Giovara, il capitano Gobbo, 
il capitano Ioan Gaetano, il capitano* Riquardo de 
Montaines, il capitano Salines et molli gcnlilliomeni 
del regno che erano iti in compagnia di don Hugo, 
Et delli archibusieri spagnoli dice che, fra morti, 
guasti et pregioni, che di poi gli hanno messi alla 
catena, passano numero di 800; et de nostri ve 
ne mori da 150. L'altre due galere, benché con 
grandissimo lor danno in ultimo scamporono, in 
su le quali era il capelano Corradino con qualche 
numero di lanzichenet, che ieri nella prima nuova 
se disse che ancor lui vi era restato, et non fu 
vero. Basta che, et per il numero degli archibusieri 
che hanno perso i nemici, e per la qnalità di per- 
261* sonaggi morti et fatti pregioni, et non mancho per 
baver noi levato dinan/i quella loro armata di mare, 
é stata una vittoria di tanta importantia in questa im- 
presa, che potrà causare la bricve et felice expedi- 
tione del resto. Di tutto ne sia dato laude a Dio. 
Questa matina s' é visto ussir de Napoli un gran 
numero di donne et genti povere et inutili, che sono 
state parecchie migliara di persone, caziati da quelli 
di dentro, secondo che è da creder, per rispar- 
miar il vivere per le genti di guerra : che da un 
canto mostra si habbino scarsità grande, et da 
Faltro che pigliando loro tal ordine si vogiìno te- 
nere quanto potrano. 

Hozi se scaramuzia assai in grosso, ma in sul 
tardi per certe imboscate che se sono messe de no- 
stri con buon numero de archibusieri, et ancora se 
intende che inimici ne hanno messe de V altre : sti- 
masi se habbia ad fare qualche buona factione. Et 
de Napoli hanno tiralo molli colpi de arlìgliaria ne 
li allogiamenli nostri, et similmente de qua se tira et 
colpisce drenlo a la terra, che benché el non possi 
fare gran danno, pure se viene a molestare 1* un 
r altro, et ogni giorno dovcrà slringersi più la cosa. 

262 Qopia di una lettera scritta al signor duca de 
Milano per el suo orator è in campo sotto 
Napoli. Scrive la vittoria da mar hauta 
contra cesarei. 

Illustrissimo et excellentissimo signor et pa- 
tron mio observandissimo. 

Ne le mie de beri scrissi a Vostra Exceilentia la 
vitoria bavuta per la nostra armata. Hozi é arivato 



el conte de Montorio et Crocho, quali furono ne 
fatto. Dicono questa vittoria esser stata maravi- 
gliosa, atento che li inimici havevano più numen 
de nave el più gente et maggior et assai più arte — ■ 
gliaria. Referiscono che nel primo congresso li ini — 
mici investirono tre de le nostre galere el li meserc^ 
suso le loro insegne, et che el vento et il sole eranc^ 
contrari a' nostri, per il che fu volla che si teuea 
piT perduti, che per la contrarietade del vento era- 
no sì impediti dal fumo de le arlellarie che non 
vedcano cosa che facesseno. Dicono haver inleso da 
essi pregioni, che questa armata era partila da Na- 
poli per venir a combater la nostra, el che de la 
vitoria se tenevano securi, et che poi voieano voltar 
et venir in Puglia a repigliare tulle le terre che gli 
haveano tolte, el che a questo modo haveriano fallo 
levare el campo de qua ; el per questo li erano de 
sopra questa armata questi signori hanno detto ; el 
esser morlo cerca a 300 fanti de li nostri, et le 
nostre galere esser mollo batude, per el che se 
atende bora ad riconzarle. Monsignor illuslrissimo 
ha mandalo missier Gioan Gioachino dal conte Fi- 
lippino Doria, aziò conduca qui li pregioni, et gli è 
andato in posta. Non scio se li condurà, perché lien 
che lutto lo aquisto sia suo, et el Crocho ne li pre- 
tende parte. De li inimici morti meglio de 800 spa- 
gnoli del fiore de questa natione ; quelli hanno presi, 
tutti hanno messi al remo et hanno liberati li sfor- 
ciati. Mando a Vostra Signoria el rolo de li capitani 
presi in dillo cotìflitlo, aziò la Signoria Vostra possi 
conieclurare la perdila hanno fallo li inimici in que- 
sta loro strage. 

Don Hugo di Monchada morlo ferito da do archi- 
busa te, 

El marchese del Guasto preso, 

El signor Àscanio Colonna presa et ferito non 
molto, 

Il comendator Richardo capilanio de le galere, 
preso, 

Il capilanio Machin Dagi spagnolo, preso, 

El Giovan di Vara preso, 

El capilanio Gobo (Fabrizio Giustiniano) preso ferito 
a morte, 

El capilanio Gioan Gaietano preso, 

El capilanio Renale de Montames preso, ^ 

El capilanio Salines preso. 

Tolte sei insegne. Ire galere prese, una sfondata, 
li breganlini, fusle el fregale prese. 

Coradino salvato con due galere, qual é fugito 
a la volla de Cicilia. 



389 



If DXXVIII, . SIAOOIO. 



390 



Per gente ussita de Napoli se ha, che heri era el 
magior rumor el pianto in Napoli per la morte el 
presa de queste zente, del mondo. Haveano questa 
malina caziato fora de Napoli lutti li conladini et 
gente del paese che se era reduti in quella (erra, 
che erano più de 2000 persone tra bomeni et donc. 
Credo che dimane le noslre galere verano Irium- 
phante ad visitarne, et cum questo fine a la bona 
gralia de Vostra Cxcellentia me ricomando. 

Del campo sotto Napoli, a dì ultimo de 
Aprile 1528, 

Sottoscritta : 

De vostra Illustrissima Signorìa 
humile servilor * 

GlKARDO CaDEHOSTO. 

A tergo : A lo Illustrissimo et excellentissimo 
signore, il signor duca de Milano, el signor mio 
observandissimo. 

Copia de una lettera del reverendissimo cardi- 
nal CoIona, da Gaieta, al primo de Mazo 
1528, drieata a Roma al reverendissimo 
legato cardinal Campegio, et per lettere da 
Orvieto, di 4; di domino Alvixe Lippomano, 
haute de qui. 

Reverendissime eie. 

Essendosi altacale le galere de li imperiali insie* 
me con quelle de Andrea Doria, hanno combattuto 
più de quattro bore. Ho intertenuto più dì due bore 
a scrivere solum per poter avìsar de la verità ; ci 
questa malina ho hauto la certezza. La balaglìa é 
stala la più crudele et sanguinolenta che mai fusse 
filila in mare a II tempi nostri, el da V una parte 
el da l* altra morta una infinità de persone ; et dico 
tante, che poche ne sono vive ; finalmente li impe- 
riali hanno perso. É morto ei signor don Hugo, el 
signor Cesare Feramosca, don Piero de Coìj ; pre- 
gioni son rimasi el signor marchese del Guasto, ci 
signor Ascanìo et il signor Camillo mio nepote. Ai- 
tri particulari non se intendeno. Non mancherò de 
avisar vostra signorìa reverendissima quanlo in- 
tenderò ; el perchè ho ordine dal Nostro Signore, 
volendo scrivere qualche cosa impoAante inviar le 
lettere a vostra signoria reverendissima, per que- 
sto la supplico se degni mandare le alligate per uno 
homo a posta a Y homo mio che é aprcsso la Sua 
Beatitudine, aziò la Santità Sua sia avisala del suc- 
cesso. El a vostra signorìa reverendissima me rico- 
mando. 

De Caieta, alpritno de Magio 1528. 



De missier Francesco Gonaaga, date a Orvieto 263 

a li 4 Mago 1528. 



Ci sono lettere da Napoli de Gioan da la Sluffa, 
di 28 del passato, quale significa che li cesarei se 
ritrovano in Napoli, dove stanno senza timore de 
francesi, hivendo rassetate le diflerenlie el contro- 
versie che tra loro capi erano, sicome hano cono- 
sciuto che M bisogno rezercava ; el che hanno forti- 
ficato monle San Martino, dove per deffensione han- 
no posto una bonissima guarda de fanti, de modo 
che è quasi inexpugnabile. El dice le cose essere 
redole in termine che se monsignor de Lautrech pen- 
sar» de dare assalto et combattere Napoli, se mei* 
terà ad impresa molto difficile, el in la quale sarà 
per morire una infinilà de homeni. Però se ludica 
non se debba venire a questa prova, ma starsene 
in speranza de Y assedio ; el che quelli de dentro 
patiscono alquanto de farine, ma non tanto che posi 
essere causa fra termine de due mesi de farli venir 
a la deditione o de mettersi al combattere ; el che 
la speranza loro è sopra el soccorso de lanzchenech, 
la venuta de quali tengono indubitatissima. Per 
lettere che se indrizano a questi reverendissimi del 
Regno, di 38, date in Napoli, li cesarei haveano 
armato sei galle el altri naviliì con 800 archlbusieri 
in tutto, con disegno che sopra esse vi dovea an< 
dare el signor don Hugo, el signor Ascanio CoIona 
el il signor marchese del Guasto, el andare a la 
volta de Andrea Doria per combalerlo o farlo re- 
lirarc ; et se conferma che Napoli sta senza suspi- 
lione di essere offesa. Il signor Sara Colonna, con 
intelligentia che havea in Paliano ha hauto la terra, 
ne la quale senza occisione né violentia è intrato el 
vescovo nepote del cardinal reverendissimo CoIona. 
Il signor Luigi Gonzaga, avertilo di la pratica per 
certe lettere inlerceple, ha posto io la rocha la don- 
na el robe, et se ne ussite, el desegna fare altra 
unione el recuperar la terra. Il protooolario di Gam- 
bara è eleclo gubernator di Bologna apresso il re- 
verendissimo Cibo, el fra 10 giorni se vi deve ri- 
trovare. 

Li fanti che erano in Viterbo hanno posto a saco 
Triviano quale uno genlilhomo da Orvieto reconosce 
da la Chiesa, el havendo Nostro Signore mandalo 263* 
missier Bernardino da la Barba ad dolersi di que- 
sto, ha risposto essere proceduto per causa de li 
habilanli di quello loco. Dicono che sono 8000 fanti 
el stano uniti, dicendo volere entrare in Siena se 
senesi li vogliono dare recapito. S* è risolto in Con- 



891 



UDUTin, lUOOIO 



39-2 



cistorio che se fazino le riserve et regressi secondo 
era consueto ; el che resultarà in utile grandissimo 
a Nostro Signore. 

Del medesimo^ di 5 Magio. 

Questa notte è gionto qua una grande et roera> 
vigUosa nova circa el conflitto navale fra V armata 
de li cesarei et del Doria, con la totale mina de 
essi cesarei, sicome Vostra Excellenlia potrà vedere 
per la copia de la inclusa del reverendissimo CoIo- 
na, a la quale sa presta tanto maggior fede quanto 
che essendo Sua Signoria reverendissima quella 
che e, et metendo la cosa per certa, si può essere 
sicuri el tutto esser verissimo. Nostro Signore ha 
hauto lettere da lo arcivescovo de Capua, di 30 del 
passato, che significano lo afrontamcnto insieme de 
ditte armate che é slato fra Maiorica et Minorica? 
apresso a Salerno ; et per relatione de una fregata 
che era gionto in quel porto che Sua Signoria scris- 
se, parea che li imperiali fossero superiori, nondi- 
meno per altre lettere da Teracina, de ultimo del 
passato et di primo di questo, se ha la confirma- 
Clone de lo aviso qui incluso, con questa parlicula- 
rilà di più, che essendo stati avertiti el conte Filipin 
capitano de le 8 galle Dorie del preparamento che 
faceano li cesarei per andar a combatere et destrue- 
re la sua armata, elio cressete el numero di 400 
archibusieri mandateli per monsignor di Lautrech 
apresso quelli che havea ; et con questa provisione 
aspeclando la venuta de inimici, come li vide ap- 
parere se li fece incontro, et se cominciò a combdter 
talmente che ne seguite poi quello che se contien 
in la ditta copia. Dicono questi avisi di Terazina, che 
su Tarmata cesarea oltra li capitane! era il fiore de le 
fantarie spagnole, et anche vi era Coradino capilanio 
di lanzchenechi, quale è restato anche lui pregione. 
Sg4 Molti baroni del regno ussiti da Napoli con li- 
centia de imperiali, si sono accordati con francesi ; 
quali in tutto hanno pagato 15 uiilia ducati. Napoli, 
per li avisi che si hanno, é reduto a pegiore ter- 
mine di Roma ; cosi é sachegiato, robato, minato 
le case per brusare legno, che pili non si polria 
dire. Oltra di questo dicono che si patisce di fariue 
et acque, de modo che è necessario condurre gli 
cavalli a bere a la marina. 

La copia di la lettera del cardinal Colonna e 
nota di sopra ; però qui non scrivo (1). 

ri) Allt batUglia navale di Capo d'Ono ai rifarisM la lettera 
di P. Giovlo sUmpaU nel voi. XLVl dei Diarii col. 664-670, al 
luogo ove ai trovò malamente collocata. 

Nota degli Editori 



Questa nova lecta, ma prima in camera del Se- 265') 
renissimo intesa a boca per il corrier, fo divulgata 
per la terra et mandata a dir a li oratori lutti sono 
in questa terra, con gran iubilo, ma li cesarei molto 
di mala vola. 

Veneno li oratori di Pranza, a li qual fo letto le 
lettere con la nova ; di che si congratulono molto. 
Eiiam li fo ditto quello li fo mandato a dir del 
protesto, overo inlimation de guerra mandatane 
per el duca de Brexvich, notada qui avanti. 

Vene V orator de Hongaria, zoè del Vayvoda, 
qual è tornato da Rezo dove é stato in la sua pa- 
tria ; etiam a lui fo comunica la nova. 

Vene T orator de Fiorenza, el ditoli ut supra : 
et si alegroe molto, dicendo expediria questa sera a 
Fiorenza, et con li avisi di V apropinquar de lanzi- 
nechi de qua di Trento. 

Vene T orator d' Ingalterra, et ditoli ut supra. 

Vene V orator de Ferrara col qual fu fatto simil 
officio. 

El r orator di Milano se ha purgato el non ve- 
ne, ma poi mandò una lettera ha hauto del campo 
di uno si ha trovato su V armata al combater, di la 
qual fo tolto la copia per lezerla hozi in Pregadi ; et 
é molto copiosa, et questo di più eh' 1 capitanio Co- 
radin é scampato con le do galle in Sicilia. 

Et etiam il Legato né V orator di Mantoa non 
veneno. 

Fu scritto per Collegio per tutto, per darli aviso 
di tal Victoria, in questa forma, zoè : ... . 

Da poi disnar, fo Pregadi, et ledo le lettere no- 365t 
tate di sopra. 

Da poi el Serenfssimo so levò et fece relatione 
di quanto el Legalo del Papa in Collegio disse con 
li Cai di X ; el li apresentò il breve. 

Fu posto, per li Savii del Conscio, excepto sier 
Lunardo Emo el Savii a terraferma, che sier Ga- 
sparo Contarini electo orator al Summo Pontefice 
sia expedito, videìicet datoli li danari per lui per 
spexe, cavalli, forzieri et per il secretano et cor- 
rieri, ut in parie ; el sia ex|)edito immediate, ' 

El sier Alvise Mocenigo el cavalier fo Consier, 
vedando sier Lunardo Emo non voler parlar, andò 
in renga et cohtradisse, dicendo non è da mandar- 
lo adesso, perché la sua andata non puoi far alcun 
bon frutto ; el si dà sospetto a Fiorentini el al duca 
de Ferrara nostri collegadi, comemorando V odio 
ne porta el Papa, qual vuol Ravenna el Zenia, lau- 
dando il difierir. 



(1) U eattft 964* è 



398 



UDXVmi, MAGGIO. 



894 



Et li rispose sier HiroDimo da chà da Pexaro 
savio del CoDseio, era in setimana, per l' opinion 
del Collegio é boa mandarlo ; se acquieterà il Papa 
con questo ; il re di Pranza ha mandalo soi oratori, 
il re d* Ingalterra, et oui non ancora ; se *l non 
mandemo, non ne lassarà scuoder V imprestedo al 
clero ; bisognerà metter (anse, etc. 

Et volendosi mandar h parte, sier Lunardo Emo 
savio del Conseio messe il direrir et d* acordo fo 
indusiato adoman;et di questo comandato gran- 
dissima credenza. 

Fu posto, per li Consieri, Cai di XL et Savii, 
partendosi di qui il reverendo episcopo di Baius 
orator del re Christianissimo, acciò vadi ben sati- 
366 sfatto, li sia donato in oro et arzento per ducati 900 
d' oro come parerà al Collegio, et al suo secretano 
ducati 100 d' oro. Fu presa. 

Et la malina seguente, Daniel di Lodovici secre- 
tano, di ordine del Collegio, fo dal prefato Baius, 
et li portò a donar da parte di la Signoria taze do 
d'oro per la ditta summa, et ducali 100 d* oro al 
suo secretano. Le aoeptò et ringratiò molto la Si- 
gnoria Illustrissima. 

Da Vicenza^ di sier Zuan Antonio da àia 
Taiafiera capiianio, di 8, hore 21. Son avisato 
da Zan Antonio Zen capitanio del devedo existente 
a li confini, per sue lettere di hozi, che li é refferto 
per una spia gionta da Trento alhora, li cavalli che 
erano a Trento esser andali ad alozar in Val de 
Lagri che è verso Verona, et che se aspectavano le 
fantarie di bora in bora ; et che a Perzene, loco di 
sotto Trento per venir verso il canal di Brenta, 
erano quattro capitane! che dicevano aspectar li li 
sui fanti per allogiar, et che li passi sono guardati 
che alcuno non vadi di sopi'a, né veugi di sotto. 
Questo é quanto mi atrovo de novo. 

Da Bergamo, di sier Juato Guoro capita- 
nio, di 7. Come il signor duca di Urbino zonse di 
qui Marti a di 5 a bora una di notte et parti questa 
mattina ; il qual é sta onorato et acompagnado ; et 
io Capitanio beri fino al tardi con Soa Excellentia 
' circondassemo questa città in sopraveder et ordinar 
repari quali bisogna al lutto exeguir. Heri, per aver 
dato circa 10 archibusieri ad alcuni de Riva de Vila 
de Adda, la subsequente notte passorno di qua da 
Adda spagnoli 35 et feceno alcuni presoni ; per il 
che li homini con archibusieri gli forno a rincontro, 
et hanno preso 13, et gli altri tutti morti et anegati ; 
eh' é stalo bon principio. 



Copia di uno avieo mandato al ditto Capitanio 

di Salò, di 6 Mago. 

Magnifico et generoso Capitanio. 
Mi é parso di avisar vostra magnificentia, da poi 
la altra lettera ch*io mandete a quella, tornete a 
mandare via uno mio servilor, et è arivato, qual 
dice che a Trento et intorno a Trento sono arivati 
fin bora 12 milia fanti et 800 cavalli borgognoni, 
et quello li ha ditto che manco de 20 over 25 milia 
fanti non scranno, zoé pagati, et questi sono de ve- 
duta et menano con siecho magna quantità di ca- 
stroni et bovini. 

A d\ 10, Domenega, La malina. Io vidi lette- 266"^ 
re da.Caravaeo^ di sier Toma Moroprovedi* 
tor generai^ di 7, 

Da Verona, fo lettere di V Emo et Nani, 
di heri, con reporti di sopra. 

Da Bergamo, di sier Justo Ouoro capita- 
nio, di 8, hore 12. Manda questo aviso baulo di 
7, da r Olmo, drizato a loro reclori di Bergamo : 

Heri a hore 20 é zonto lo messo de Chavanna 
con suo Sol, qual par, per haver piti di certo, é an- 
dato dal capitanio di Valtolina, qual é lutto suo ; el 
qual capitanio gè mostrele una lettera heri matina 
bauta, la qual gè avisava come lo capitanio Tegen 
con 6000 fanti zonzeva a Ponte de legno in cavo de 
Valchamonega sotto lo monte da Tonai ; el qual 
capitanio di Valtolina questa malina cavalchete 
per reparar a zio non venisseno per Valtulina. An- 
cora dice, che molti altri lanzinecbi sono tornati 
indrio come se dize là et come anche gè ha ditto 
esso capitanio, perché le terre franche hanno rebe- 
lato a lo Imperador et si hanno eleclo lo duca di 
Sanxonia per suo signor. Ancora dize che li grisoni 
hanno fallo ribelio el Tegen, et confiscato li suoi 
beni. 

Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor 267 
general, di 7. Come hozi, da pò disnare si sono 
reduti in Caravagio li illustrissimi signori duchi di 
Milano et Urbino, esso Proveditor zeneral, il signor 
Janes gubemator, il signor conte Mercurio, domi- 
no Antonio di Castello, il signor conte de Caiaza, il 
magnifico Colateral zeneral, domino Paulo Luzasco, 
il conte Claudio Rangon et il magnifico missier Lo- 
dovico Martinengo c\Ji>m alcuni altri, et baulo molto 
discorso et consideration sopra le cose bora apar- 
tinenti a la guerra. Per la fama di voler calar ini- 
mici lanzinech a le baode nostre, hanno deliberato 



895 



IIDXXVIII, ìlAOOtO. 



396 



di meUer bon presidio in Bergamo et Vicenza co- 
me terre più debile, quale potranno esser robate, et 
di mantenir eiiam qui in Cassano bon presidio di 
gente, perché gli é a molla iactura de inimici et a 
conservalion di la Gieradada. El resto di le gente 
et forze di la Signoria nosira unirle el raelerle in 
campagna quando saranno redutte in esser, et far 
uno exercilo in sul territorio veronese per esser al 
inezo de li lochi dove inimici poleno calare, perchè 
se loro calerano per la volla di Verona si atrove- 
rano sul fatto : se per la via di Vicenza in un giorno 
le spingeranno a quella volta ; se per il brexano, 
sarano il medemo. Resta mo ad metter in execution 
le ordinalion falle, zoè che le gente et danari vi sia- 
no di pagarle, sicome la Signoria ha scritlo, li capi 
et ordinate ; a la qual cosa tutti quelli signori hano 
ditto il parer suo, salvo lo illustrissimo duca di 
Milan, qual, hessendosi parlato del levar del signor 
Cesare Fregoso con quelle bande di gente nostre 
che sono ultra Po redurle a la union con li altri di 
qui per conservation di le terre di V uno el V altro 
Slato et per difender queste frontiere, quantunque 
questo gli fusse grave a veder abandonar le terre 
sue ultra Po et lassarle in preda a li inimici, con- 
descendendo a le ragion allegate, esso signor Duca 
senza mostrarsi di ciò turbalo si remisse al parer 
et voler di la Illustrissima Signoria et de li prefati 
signori ivi existenti, dicendo sempre gli obediria, 
offerendosi che ad ogni richiesta loro, volendosi 
metter in campagna, che in termine di giorni 15 gli 
metterà ancor lui 4000 fanti. Et cosi resoluto il 
consulto, el signor duca di Milano é andato a Lodi, 
267^ il signor duca di Urbino a Roman a cena per andar 
domun a la volta di Verona, el noi siamo ritornati 
qui a Cassano, ove credo staremo ancor a stentar 
qualche giorno. 

268 Copia de una lettera del campo, da Cassati, di 
7 Mazo 1528, di domino Antonio da Ca- 
stello a sier Gregorio Pizamano. 

De novo, la excellentia del duca di Urbino è ve- 
nuto a veder Brexa, Bergamo, el poi è venuto a 
Caravazo ad abocarse con la excellentia del duca 
de Milano, dove si ha trovato il durissimo signor 
Proveditor, lo illustiissimo signor Janus con questi 
nostri altri capi, el si é consultato venendo inimici 
come che vengono, el modo che se ha ad tener. El 
ognìuno ha ditto el suo parer. Pare che al Gne tutti 
diano ad un segno, che si debbia haver cura a le 
parte debile Como el Vicenza et Bergamo, el lassar 



qui in Cassano una bona testa per le cose di qua, et 
allogiar una gran parte del nostro exercilo per que- 
sta Riviera, zioè per il brexano el per il veronese, 
et mandar a fortificar quei passi, et anche Riandar- 
ne qualche homo ; ma non le far su gran fonda- 
mento perchè son difficile ad guardarli per la lar- 
gura del paese. Hessendo allogiali per la Riviera, 
come ho dillo di sopra, si possono metter ad un 
tratto insieme, et mandarli per le terre dove si voi. 
Et tanto si è consultato et oblenulo. El pare che '1 
sia sta intercepta una lettera mandala dal Ponlifice 
ad alcuni baroni jn Alemagna, confortandoli al ve- 
nir presto a la volla di Parma et PiaseLza, el che 
anche fingessero andar a li danni del duca di Fe- 
rara per ricavar danari, et poi li volersi drizar a la 
volla di Fiorenza. Voltalo quello Slato, andar a la 
volta del regno piT la via propria che fece Lau- 
trech. El pare anche, che cerli popoli di la Alema- 
gna dicono che non vogliono venir in qua per ri- 
spetto del Turco. El se ha hozi per fino a questa 
bora, che e' è pochissima provision di gente ; tal- 
volta vorano aspectar il tempo di ricolto ; pure se'l 
Turco spinge, come si dice, credo che questa cosa 
andarà in fumo. 

Questi fono nel consulto a Caravagio. 

El signor duca di Milano, 

El signor duca di Urbino, 

El signor Janus, 

El proveditor zeneral Moro, 

El orator Venier è apresso il duca di Milano, 

El conte Mercurio, 

El conte di Caiaza, 

El conte Claudio Rangon, 

Domino Antonio da Castello, 

Domino Paulo Luzasco, 

Domino Zuan Andrea Prato collateral zeneral. 



Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da ehà 2 
Taiapiera capitanio, di 8, Kore 22. In qucsU 
bora è zonto uno messo vien di Trento, qual parti 
Zuoba a vespero ; et perchè hanno messo guarde a 
li passi, non pono venir cussi presto, per convcDir 
venir per le neve. Riporta che nemici hanno dato 
paga a parte di la fantaria,el che fevano ancor zenle 
in la Val de Non el a Venosta, et che quando non li 
daranno il passo, se lo toranno per forza. Item, per 
uno altro pur in questa bora zonto, qual parli Zuo- 
ba a di 7 da malina, dice che si dovea far dimane 
el consulto fra i capetanei per Taviar di lo exercilo 



e 

4 



397 



UDtXVni, MAGGIO. 



398 



•269^ 



et che Marco Sit slava m^lio et bozi dovea zonzer 
inTrenlo. Itetn, tiaver visto sopra una zalra 18 
botte ; non sa quello era dentro, et cbe si tirava le 
schalle. 

Vene V oralor di Milan et si alegrò di la vitoria 
di r armala, benché beri non potesse venir perchè 
non volse ussir dì caxa per baversi purgato ; et poi 
parloe del consulto fato a Caravagio per lettere au- 
le dal suo signor Duca. 

Vene 1* orator di Mantoa. 

Da Brexa, di rectori, di 8. Come hanno, che 
alemani ritieneno di sopra ognuno aziò non ven- 
gano zoso, per non referir quello si fa di sopra. El 
signor duca di Urbino capitaoio zeneral nostro è 
venuto in questa terra. Credeno doman zonzeri 
edam domino Guido di Naido cum li soi fanti, per 
segurtà di questa città. 

Di sier Dotnenego Piaatnano podestà^ di 
8, particular. Come tutta la riviera di Salò fugge 
iii questa città. Habbiamo provisto cbe alcuno non 
possi inlrar se non conduranuo biava per el suo 
viver, aziò non minuisca quella babiamo di qui cb*é 
poca ; le robe sue tutte si lassano inlrar. Questa 
matina babiamo ordinato sia preparato in Vaitrom- 
pia quel più numero di arcbibusieri si potrà, aziò 
in ogni occorrentia li possiamo adoperar, perchè 
siamo pieni di uìpìii sospetti et con qualche ragion. 
Non dirò altro. 

Fosi scripta. Tutto bozi siamo stali a la tor- 
tura, io, il magnifico capitanio et proveditor Foscari, 
per esser sta preso uno il quale baveva seco uno 
modello di buttar uno ponte a la fossa di questa 
città ; et mai ha voluto confessar chi voleva far bu- 
tarlo. Di quelli di sopra non vien lassati venir a 
questa città. 

Da poi disnar, non fo fatto Gran Conscio, ma 
ordinato Pregadi. 

Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitanio, di P, kore 4, vene lettere. 
Come, per più advisi conformi ho, che alemani ca- 
lano a la volta di Verona driedo 1* Adese, et sono 
sta viste passar 41 bandiere a 500 fanti cadauna^ 
tra quali possono esser da 300 arcbibusieri et 
schiopelieri o poco più ; el resto hanno piche, et 
sono triste fanlarie, a quale è sta dato solum dui 
raynes per cadauno. Li cavalli si dice che sono 
da 1500, et tutti belli cavalli et bella gente. Àn- 
cora si ragiona che ne erano restali tra Trento et 
Bolzano; dice per i fanti. Le monilione si carga- 
vano et conducevano driedo le gente. Conduceno 
con loro 31 in 3*2 pezi di artellaria, di quali la 



mazor parte sono da bater. Scrive baver bauto 
questa sera le lettere publice con la nova delcom- 
bater di 1* armada a Napoli ; la qual intesa, forsi 
sarà causa che questa Germania mutasseno pen- 
sier. Spero in Dio ce aiuterà. 

Di Verona, di VEmo et Nani, di 9, hore à. 
Come, per lettere haute da la Chiusa, del Poeta 
contestabile li, come inimici quol zorno erano ve- 
nuti corendo a una villa chiamala . . . . el tolto 
li animali el conduti via, et quelli non hanno po- 
tuto condur li hanno morti el fatto gran danni. 
Item, corsi fino 11 vicino rovinando i luogi. Item, 
altro aviso, erano verso la Crovara et avisano tutti 
vien zoso. Scriveno far custodia a Verona,'el ba- 
ver scritto a le fantarie alozate verso Soave, entrino 
in la terra; et il conte di Soiano con 1200 fanti 
era zonto a Carpi, siche sariano presti. Et allre 
provision fanno, ut in litteris. El come aspetava- 
no il zorno seguente il Capitanio zeneral, et a 
quella bora era zonto li sier Carlo Contarini pro- 
veditor zeneral stato a pagar le fantarie, et insieme 
scriveno uniti. 

Fu publicà che per sier Àlvixe Pixani procu- 
rator era sta porta el resto di bolletini, et sier 
Michiel Trivixan V avogador di Comun et certi 
altri XL Zivil, et sier Zuan Morexini soraconsolo. 

Fo letti li do brievi del Papa drizati al Legato, !270 
dati a Orvieto a di .... ; uno zerca non dar la 
caxa da esser data al duca di Ferrara, et V altra 
zerca V imprestedo del clero etc. 

Fo chiamato Conscio di X con la Zonta, per 
tuor libertà, perché sier Antonio di Prioli dal 
Banco voi inlrar Procurator di qua i anni, dar 
ducali 20 milia el tuor la restitulion al dazio del 
vin ; ma voi, intrato el sii Procurator, esser sem- 
pre del Conscio di X quando intrarà la Zonta, non 
melando ballota. Et perché questa clausula bisogna 
licentia del Conscio di X, però fo chiama il Copseio, 
el mancava un Cao, sier Hironimo Barbarigo, per 
esser morta sua ameda moier di sier Àlmorò Do- 
nado, unde fu fato vicecao di X in loco suo sier 
Alvise Gradenigo. El redulo il Conscio non feno 
nulla, et ussiteno fuora. 

Fu posto, per li Savii del Conscio, terraferma 
el ordeni, una lettera a sier Piero Landò capitanio 
general da mar, ctie si meravigliamo molto cbe '1 
non sia andato con le 16 galie in ponente come eoa 
il Senato li fo scritto, perchè officio suo è di obedir^ 
el perché monsignor di Lutrech desidera la nostra 
armala si come li hanno scritto il procurator Pixani 
el il procurator Pexaro ; el bavendo nui za mandati 



399 



HDXXTini lIÀOOlO. 



li danari, remi et quello 1* ha richiesto, pertanto li 
replichemo che subito passi in ponente senza met- 
ter alcun tempo, lassando il proveditor Mula con il 
resto di le galie, ut in parte. Ave tutto il Conscio. 

Fu posto, per li Savii del Conscio exeepio sier 
Lunardo Emo, et Savii da terraferma, expedir sier 
Gasparo Contarini orator electo al Summo Ponlifi- 
ce, qual vadi via immediate, ut in parte, si come 
heri fu posta. 

Et primo andò in renga sier Lunardo Emo et 
contradise et fé una bona renga, concludendo non è 
di mandarlo. Et li rispose il Serenissimo. Da poi 
parlò sier Alvise Mocenigo el cavalier, fo consier. 
Li rispose sier Domenego Trivixan el cavalier pro- 
curator, savio del Conscio. Da poi parlò sier Carlo 
Capello el XL Criminal, qu. sier Francesco el cava- 
lier, laudando indusiar, et olirà Fiorenza el Ferara 
per li respecti dictì, etiam per il duca di Urbin. £1 
poi li rispose sier Francesco Morexini qu. sier Piero, 
é sora ì dacii, qual exclamò assai et non fu inteso. 

Et sier Lunardo Emo savio del Conscio messe 
che al reverendo Legalo si rispondesse per il Sere- 
nissimo, che quanto a la caxa da esser data al duca 
di Ferrara si era ubiigà darla per li capitoli ; et che 
soa reverenda signoria exorti il Papa a lassare se 
scuodi questo imprestedo del clero, che nuì If man- 
daremo orator subito, etc. 
370* Andò le parte : 9 non sincere, 18 di no, 31 di 
r Emo, 1 U di Savii ; et questa fu presa. El sì vene 
zoso a bore una di notte sonada. 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
ài 9, vidi lettere a sier Gregorio Pieamano. 
Come, per lettere baule del proveditor Moro, oltra 
le altre nove, habbiamo le gente d'arme del §ol 
del duca di Savoia dover venir in queste parte a 
nome di la Christianissima Maestà, la qual scrive a 
fi illustrissimi duca di Ferrara et marchese di Man- 
toa che diano ogni favor possibile a questa impresa, 
per devedar il transito di lanzinech. 

Di sier Domenego Pizamano podestà, di 9. 
Come si trovamo in gran travaglio per il Iratato di 
uno modello di uno ponte trovato ne la chiesia di 
San Rocho di Conzese, mia tre lontano di qui solo 
el schabello sta davanti lo aliar, el qual é bellissimo 
de ingegno et facile et reussiblle, perché con cinque 
legni et una caegna di ferro di lire 100 di peso et 
due cari de tavole il ponte e fatto, et volendo, per 
quello habbiamo butta a la torre da Santo Alexan- 
dro et a la porta di Torre longa ma arente al ba- 
slion, unde habuto questo, habbiamo trovalo colui 
ba fatto far tal modello et relenuto, et per nui col- 



legiato, li habbiamo brusalo tutti li piedi et teni 
a la corda assai ; el cussi questa matina etii 
siamo stali atorno 6no a questa bora U, 
mai non habbiamo potuto haver parola de cui : 
sta la intelligentia, salvo uno qual non è a dir, 
qual pensamo sia a Venetia, partito di qui za 
zorni perché si voleva farlo venir a la bolla, et 1 
anticipò et si parli. Havemo scritto a li Capi di 
Excellentissimo Conscio di X lo fazi retenir. È hoi 
di anni 70 el grieve, tamen è valente homo et 
stante. Non si manca con ogni mezo possibile veir 
in la v,erità. Habbiamo fallo cavalcar il capitai 
del devedo al ditto loco di Conzese per veder <^ 
trovar alcuni legnami eh' è sia laiati per far ques -s 
ponte, per quanto ha dillo questi pregioni, et tro- 
vandoli relenir cui li ha laiati, dai qual si saperà e i 
li ha ordinalo. Etiam habiamo relenuto do ali .r- 
villani per spioni, et da poi disnar li saremo a la 
spalle. Et tutto questo é con intelligentia di ques// 
da Lodron ; ma speremo in Dio haveremo rotto 
lutti I sol disegni. Scrive, questa sera aspectemo qui 
Guido di Naldo con la sua compagnia, per non vi 
esser qui altro che 50 fanti. El signor duca di Ur- 
bino zonse qui heri sera et parte questa sera per 
Verona ; non poi scriver per la pressa li ordini dati 
nel consulto a Caravazo. 

Da Bergamo, di sier Justo Ouoro capita- 
nio, di 8. Manda questo aviso : 

Refferisse Marchisino di Val Leve, a di 8 Mazo, 
come Marti passalo a di 5 fu a Cavil di Valtulina in 
casa di uno missier Filippo da Cavil homo da bene 
et dì più familiari del capilanio di essa valle, qual 
gè disse che Sabato over Venere passato, fo a dì 
primo, si parli da Boven distante 50 miglia da Ca- 
vil, et 11 inlese che lanzinech erano gionli parte a 
Ala, parte a Riva di Trento, et parte a Trento, 
zerca 30 milia, cum una quantità di artegliarie, di 
la qual non sia il numero. Di la qual gente, parte 
ne doveva andar a Verona, una parte per Valcha- 
monica et parte per Vallolina, zoè 4000, qual con- . 
duce missier Thegen per Vallolina, che veniva da 
Milano. Il capitanio di Vallolina andò seco in com- 
pagnia per sette miglia. Quello si ragionò fra loro 
non si è dillo. Dice che dilla gente sta sopra di 
sé in ambiguo, che non sia quello habia a far ri- 
spetto che 'I duca di Sanxonia move guera a k) 
Imperador, et ancora per la mossa del Turco, 
Item, dice haver parlalo con uno si chiama Messo, 
sta in caxa del capitanio di Vallolina, qual si ha ditto 
del predillo numero di 30 milia et che si diceva 
certo che *1 capitanio Tegen veniva con 4000 fanti 



401 



MD)tXVin, llAOOlO. 



40^ 



per diUa valle, a qual fine non scia. Et li disse an- 
cora che parte di ditta gente andava a Verona. Et 
ha sentido da uno reclor di Tey di primi homini 
di la Vallolina ebe ha parlato cum uno che veniva 
dal trentino, qual li ha ditto che la gente era a 
Trento et li apresso, di la qual non sapea il numero, 
salvo era gran quantità et voleva venir in f^ombar- 
dia. Et ha ditto che huveano parechiato 4000 para 
de carpelli (?) inslrumenti di andar per le raonl.igne, 
et 4000 circhi (?) rispetto le neve. Et disse ancora che 
ditta gente restava stremata (?) et non sapeva che fare 
perla guerra ha mossa o voi mover il duca di San- 
xonia a ¥ Imperador, et per il Turco. La qual cosa 
si ragiona da molte persone di là a Trento et in 
Vallulina. 
271* Da I élite, di sier Toma Lippomano pode- 
stà et capitanio, di P, hore una di notte. È ve- 
nuto uno explorator partito beri sera di notte da 
Trento. Riporta, qualiter Zobia passata passò per 
Trento verso il Calian et Rovere bandiere 32 di 
fanlarie, et cum loro condulte boche 24 artellarie 
ordinate, tra le qual una hanno menalo sopra uno 
carro matto che sotto havia cavalli 30 ; et boche 7 
di artellaria da campo sono restate a Trento cum 
il Duca, et cavalli 100 di sui per esser similiter li 
altri cavalli andati inanti pur verso Roveredo. Le 
barche et ponti ancor non sono mossi ; ma in lo 
AJexe a Trento, et per zatre sono state condulte 
bete 30 di biava da cavallo et botte 20 di pane 
drieto lo e.\ercilo ; il restatile dì la vilualia si trova 
fin quella bora a Trento. Chi divulgava per Trento 
questi dover calar con consenso di la Signoria no- 
stra, et chi diceva haver loro mandato a dimandar 
il passo di la Chiusa per passar a le basse ; che non 
bavendolo, volcano tuorlo per forza per andar a 
metter vituaria in Milano ; poi a Bologna et di longo 
a Firenze; poi verso reame a suffragio di yspani. 
Sono restate bandiere 1 1 ancor di sopra di Trento 
di fdutarie, quale si diceva doveano calar cum il 
Duca, et li 100 cavalli con quelli pezi di artellarie 
restate et con le victuarie ; non restando di dirli 
etiam che in Valsugana da Rocho osto al Borgo ha 
inteso et afirmatoli che a li servitii di la Signoria 
nostra si atrova uno Nicoleto del Borgo di Valsu* 
gana qual è in bando del contado di Tiruol, qual 
non ostante il bando questo anno ha bauto niezo 
di andar a Trento et esser a parlamento con missier 
Francesco da Castelalto tratando con lui per aiu- 
tarsi dal bando, et cum promissione di altro di 
amazar il signor Cosmer capitanio é con la Signoria 
nostra; et chenoD obslanle dillo Nicolelto babbi 

/ Diarii ii M. Saluto. — T^m. XL YIL 



dato la fede al prefato signor Cosmaier di non farlo, 
tullavolla il Castelalto di contìnuo aspecta la nova 
et executione promessa per ditto Nicolelto, subzon- 
zendo che tulli dì Valsugana tremano et stano con 
.gran dubitanza di esser mal trattati dal ditto signor 
Cosmer. 

Copia di una lettera di sier Zuan Antonio da 272 
chà Taiapiera capitanio di Vicenza^ di 9 
Mazo, hore 4 di notte. 

Come è in gran fatiche et è solo, et continua- 
mente convegno esser bora a li sostegni, bora a. li 
bastioni, bora a baloardi ; poi atender a tanti gua* 
stadori benché babbi deputaiio alcuni soprastanti ; 
tamen non me fido di alcuno. Hor farò quello po- 
trò, né, infino bavero questa povera vita, li man- 
cherò. 

Hozi è zonlo domino Zuan de Naido, et la com- 
pagnia sua dia arivar doman su questo teritorio. Ha 
soìum cavalli 92 et fanti 400, benchè'l dica sa la 
Signoria ha scritto li debbi dar la pnga del danaro 
di r uno et 1* altro imprestcdo et dì le colte vechìe. 
Di quella raxon ho scosso da ducati 900 in cerca : 
ho convenuto dar a domino Baldiscra de Azar du- 
cali 1150; ho inlacalo la camera de ducali 250, li 
qual come scoderò li restituirò subito; siche per la 
compagnia del Naldo non ho danari da darli. Però 
la Signoria provedi ; et per questi tumulti non si 
poi scuoder un ducalo. Tulli li ciladìni son fuziti et 
molle caxe sono abandonale, et se qualche uno è 
restalo, è per haver infermi asai che non si pono 
mover. Se le brigate fosseno qui mi faria servir di 
danari, et poi a Tarcollo de lo impresiedo del 
clero se haveria resliluido; ma adesso non credo 
si potesse trovar ducali 100, Però è necessario si 
provedi de 11, perché questi Brisigei son fastidiosi ; 
non havendo li danari voranno alozar et farsi far le 
spexe, et questi non volcno a mala pena darli el 
coverto; el polria seguir qualche scandolo. La 
compagnia di l'Àzal é lulla de archibusicri el Schio- 
petieri numero 400 in esser, che non ne manca 
uno, et luì è gentil persona. Hozi ho hauto lettere 
di la Signoria li dagi ducali 30 per paga a lui ; si 
duol dicendo la Signoria é solila dar per ogni 100 
fanti ducali 10, et che'l disgraderia di repulàzion 
se ii altri havesseno di più; pur non reslarò farli 
la resegna presto. 

Cerca a la fabrica non manco; spero farò tal 
opera ne reslarà eterna fama. Domane darò la 
parte a li vichariadi di cavar alcune fosse, el H 

2« 



i03 



IIDXXVm, Il AOOIO. 



404 



darò (anta biava aziò lo fazino volentieri e( presto. 
Potrasse dir questi fabrica sia nasuta et non fata 
con mano; seri laudabile apresso ciascuno intel- 
ligente, et tutta fatta con raxon. 
272* Se'l fosse modo di penzer in campagna 12 milia 
boni fanti, non saria dubito alcuno a condursi a la 
zornada con li inimici, per esser zcnte comandale, 
et fra tutti 20 milia, come se dice, che non credo 
passino 15 milia; non é homini da guerra 1200; 
non hanno tra schiopi et archibusi 3000, siche si 
potria sperar di bene et non é tanto da dubilarse. 

10 mi atrovarò qui da 1 100 tra soldati et li Schio- 
petieri del territorio et 2000 guastadori, de li qual 
mi servirla in reparar anche di qualche uno di loro. 
Con le arme, quando havesse soccorso di 1500 
fanti, de questi che calano non haveria dubito al- 
cuno; ma acampandosi a Verona, che non credo, 
bisognerà proveder a questa terra perchè ogni 
zorno mi sariano su le porte. 

273 Adi IL La matina fo lettere di Fiorenza 
del Surian orator, di 6 et 8, con Taviso haulo 
del combaler di le galere per via di Orvieto, et 
manda la copia di la nova. Item, che monsignor 
visconte di Lorena oralor del re Chrislianissimo, era 
li in Fiorenza zonto, é partito et andato a Orvieto. 

11 qual va per do cose : 1* una per esortar il Pon- 
tifìce a esser in la liga nostra, V altra per tornar 
poi al governo di Zenoa. Item^ ha haulo le lettere 
del Senato zerca dimandar niuto a quelli signori di 
pagar li ianzinech. Lui non poi ussir di casa per 
esser amorbalo; ma parlò con uno che vien da lui 
di questo, et consultato fra li X, hanuo risposto non 
poter, ateuto che'l Re li farà ben lui, ma che con 
zente loro acbadendo daranno ogni aiuto a questa 
Signoria, con altre parole ut in litteris. 

Vene il Legato per il qua! fo mandato, et di- 
toli la deliberatìoo fatta di mandar Y orator nostro 
a la Santità del Pontifice. Laudò summamente di- 
cendo scriverla questa sera al PontiGce. 

Vene domino Baldo Antonio Falcutio orator del 
Capitanio zeneral nostro, et raonstrò una lettera, 
di 9, li scrive il Duca, molto copiosa et bella, di 
consulti fatti et discorsi soi ; la copia di la qual 
scriverò qui avanti ; et fo lolla et leta in Pregadi. 

Da poi disnar fo ordini Pregadi et Conscio di 
X con Zonta. 

Di Vieensa, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitano^ di 10, hore 24 vidi lettere 
qual dice : In questa bora é venuto uno mio explu- 

rator partito questa Dotte passata da Roveredo, | 



Dice che inimici deteno beri V arsalto a la Corvara 
et fono rebatuti con asai dishonor et disconzo per- 
ché ne reslorno morti da 50, et molti fo feriti ; et 
tra li altri fu ferito il conte Girardo d*Àrcho dì uno 
archibuso in un brazo ; il che veduto deliberorno 
hozi far col mezo de guastadori una strada per 
Monte Baldo et mandar di sotto una banda de ar- 
chibusieri per darli la bataia da due parte ; et che 
volevano eliatn far il ponte su V Adexe bavendo 
deliberato al lutlo di passar. 

Di Nicolò Barbaro, capitano del Lago, 
date per mejso Lacise, adì 9, particular. Come 
li inimici si atrovano in Val de V Agri su li nostri 
conSni, et hozi credo vegnirà sul nostro verso la 
Chiusa. Non so quello faranno. Io son alla volta di 
Lacise et Garda eh* è lunlan da loro mia 4 per ve- 
der quel voleno far, benché a Rive et Torbole 
hanno falto represaia de li nostri et retenuti, lo 
aspetto risposta di la Signoria di quanto babbi a ^73 
far. Non mi manca salvo vituaria, ma il Proveditor 
di Salò mi ha promesso che non mi mancari. El 
numero de li inimici non sono più di 14 milia fanti, 
et cavalli da 1200 ben in ordine; ma sono la mazor 
parte persone inutile per esser gioveneli né più 
slati a la guerra, et nobili. Vederemo quel voranuo 
far ; se faranno dimora non. 

Di sier Zutin Emo podestà et sier Polo 
Nani proveditor general ci vicecapi tanto, et 
sier Carlo Contarini proveditor general . . . 
lettere di varie hore. Per una dicono del zonzer 
del Capitanio zeneral li, et haver cavalcato quel 
zorno per la terra, visto le arlillarie poste ai so 
lochi. Lauda mollo. Et inimici erano a Peri el 11 
intorno danizando assai, et verso la Corvara di la 
di r Adesc. Et hanno mandato altri 50 fanti in 
aiuto di Hercules Poeta e con fanti ... In la Chiusa 
hanno fatto intrar li fanti é li intorno alozati et di 
quelli del Capitanio zeneral. £1 come il conte di 
Solano era a Carpi zonto con la soa compagnia et 
parte di fanti del Capitanio zeneral. 

Item, mandano più lettere haute da Gavrin, la 
Chiusa etc. Et per una di 10, hore una di 
notte, scriveno inimici, per quanto hanno, haver 
hauto la Crovara, perché bavendo mandato uno 

capo per intrar dentro, non potè 

perché inimici andavano dentro ei fuori e( rilor- I 
nato. Item, ba lettere di la Chiusa inimici esser 
epropinquati el haver apreseotato una artellaria 
grossa al porton di la Chiusa etc. 

Di Brexa, di sier Marco Foseari provedi' 
tor^ di 10. Di rooalre fatte io castello ek , . 



m 



ifonroif mooio 



400 



lim^ serivenò essi retori ei ProvedUar ge^ 

neralt di 9, esser venuto 11 uno nonlio del signor 
Alvise di Gonzaga con una lellera di credenza, el 
qua! disse che*! suo signor si excusava non haver 
acepli la condola orerlola per la Signorìa nostra, 
perehé non li era promesso la protction del suo Stado. 
Di IVanga, del Jusiinian orator^ di 13 

Aprila vechie^ fono lettere date a , con 

lamenti et querelle fatte per monsignor il Gran 
maistro, che la Signoria nostra in questa guerra 
Don fa quanto la è ubiigala di far. ^ 

374 Fu posto, per lì Consieri . . , dar il 

possesso di T abazia di Rosazo al reverendo epi- 
scopo di Verona, datali per il Ponlifice, vachata 
per la morte del reverendissimo Grimani, ut in 
parie. Non era in Pregadi sier Alvise Mocenigo el 
cavalìer che la contradisse, et fu presa. Ave : 131, 
28, 13. 

Fu posto, per li Savii, 6 lettere a sier Sebastian 
Justinian el cavalier, orator in Pranza, mandandoli 
questi sumarii, exortando Soa Maestà a mandar 
presto li presidii, con avìsarli che seguendo quello 
ha fato Soa Maestà di mandar orator al Papa, ba- 
▼emo deliberato mandar il nostro orator etc Fu 
presa. 

Fu etiam posto di scriver in Anglia a V Orator 
nostro, di la mission del prefato Orator al Summo 
Pontifice, et altre particularilà. 

Fu posto, per li ditti, una lettera al Capitanio 
zeneral duca di Urbino. Come questa malìna do- 
mino Baldo Antonio suo orator ne ha mostra una 
lettera scritta per Soa Cxcellentia di consulti et 
savii discorsi sol, et le provision voi far ; del che lo 
laudemo assai et si remetemo di tutto a Sua Excel - 
lentia ; et quanto a far venir in Verona o il conte 
di Caiazo o domino Paulo Luzasco con li cavalli 
lizierì, che di questo si remetemo a Soa Excellentia, 
el cu^ di ogni altra cosa acbadesse a beneflcio di 
la impresa. 

Fu posto, . per li Savii del Conscio et terra 
ferma, che sier Gasparo Contarìni va orator al 
PooteGce possi portar con sé arzenti per ducati 400 
da esser stimati per le Raxon Nuove iusla il solito, 
a rìsego di la Signoria nostra. Et fu preso. Ave : 
156, 3. 

Fu posto, per lì Savii del Conscio et terra 
ferma, che Zuoba proximo si elezi nel nostro Ma- 
zor Conscio uno Procurator sopra le comessarie di 
qua da canal, qual non possi far oblation di meno 
di ducati 18 mitia. La restitution li sia fatta ut in 
park. La copia sari qui avanti. Fu presa. Ave : .... 



Fu posto, per H Consieri, dar II possesso di la 374* 
piovania di la villa di San Canzian di la chiesa di 
San Piero el Benedetto sotto Monfaleon, electo per 
li homin?, a domino Zuan Maria Poscarinì clerico 
veneto, atento la confirmation fatta per il Legato 
episcopo di Puola adi 13 Aprii passato, ut in 
parte. Ave: US, 4, 10. 

Et licentiato il Pregadi a bore 33, restò Con- 
seio di X con la Zonta suso fino la marangona, el 
fono sopra mandar formenti in Verona ; el oou 
volseno, ma preseno mandar orzi. 

Noto. In Collegio questa matina fu electi tre, 
uno per ordine, ad andar a Rialto a solicitar quelli 
hanno olerto a portar danari ad imprestedo. Li 
portano sier Andrea Foscarini el Consier, sier Luca 
Trun procurator savio del Conscio, sier Andrea 
Mozenigo el dolor savio a terra ferma. 11 credito 
del dazio del vin vai ducati .... il cento, Monte 
del sussidio ducati 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio^ 
di 10, Kore lo i/,. Manda lettere haute del Pro- 
veditor*Moro et signor Janus con .alcuni avisi, le 
qual lettere da Cassan del Proveditor Moro 
sono di 9, hore 2 di notte, qual scrive cussi : Dal 
signor Cesare Fregoso, «I/r a molle strete in diverse 
volte per lui date a quelli inimici sono ultra Po» 
per non poter loro pid durarli, par babiano delibe- 
rato passar de qua da Po ; el già erano principiati 
a passar. Da Milan se intende che Antonio da Leva 
dia ussir fora dimane. 

Item,A signor Janus li manda lettere haute per 
vìa di Zenoa, zoo la copia di la lettera del cardinal 
Colonna, di primo Mazo, di Gaeta, al cardinal Cam- 
pezo a Roma, hauta per via dì Orvieto. La copia é 
notada di sopra. Item, una altra lettera ave do- 
mino Andrea Doria dal secrelario del Papa, la co- 
pia di la qua! etiam scriverò qui avanti. 



C(^ia di una lettera del signor Janus Maria 375 
Fregoso, scritta a la Signoria vwstra. 



Serenìssimo Principe el E.^ceIlenlissimo Si- 
gnor signor mìo osservandissimo. 

Della consulta fatta a Caravazo eum li Illustris- 
simi de Milano et Capitanio generale de Vostra Su- 
blimità, el boni ordeni posti per assecurare le cose 
di quella, io non li darò altramente tedio in dechia- 
rirgelo, hessendo stata dali clarissimi Proveditor 



407 



UDXXnn, MAGGIO. 



zeneral, et oralor Venier benissimo advisala a 
pieno. Ma II significo, dopo che è piaciuto allo illu- 
strissimo signor Capilanio lassarmi ancbora il carico 
di questa frontiera et la assecuratione di Bergamo, 
fino che se veda quel che vogliano far li nemici, o 
di passar Po o di tentare altra impresa. Io li sono 
ritornato con quella prompteza de animo che la 
longa et affectionalìssima servitù et fede mia verso 
Vostra Sublimila et questo Excellentissimo Stado 
mi costringono di fare, et secondo le occasione 
così noi si governeremo a beneficio de la impresa, 
ove io non mancherò per quanto sarà in me di at- 
tender a questo carico, et condur- bene le cose sue 
con tutte le forze del mio inzegno, et con exponer 
la vita, ch^ altro non desidero che spenderla tutta 
per questo poco di tempo che mi resta in servitio 
de la Ecellentissima Signoria vostra ; et de tempo 
in tempo ne intenderemo bene et ne daremo mano 
con lo illustrissimo Capitanio General, sicome l'aca- 
derà che sarà nel veronese che voltino li nemici, 
de maniera che, giongendo in tempo le provision 
fatte per lei, non dubito punto che le cose* nostre 
non habbiano ad succeder et cum securtà et cum 
repulatione di questo felicissimo Slato, et danno et 
vergogna de li nimici. Et di questo la Sublimità Vo- 
stra ne può stare cum sccuro animo, perciò che del 
sapientissimo guberno et prestantissime virtù de lo 
illustrissimo suo Capilanio General, et del valor et 
optima dispositione de tanti signori capitane!, vera- 
mente si può promettere et sperare ogni bene. Se- 
renissimo Principe, le occasion che a questi tempi 
di tanta importanlia possono di bora in bora acca- 
dere, quando non siano pigliate come vengono et 
exequiti cosi promplamenle li ordeni che per la 
poca auctorità mia venisscno dati, so ben che la 
Excellentissima Signoria Vostra debba considerare 
quanto V importeria et di che momento sia che 
quelli hanno li carichi da quella li possino usare 
cum la reputatione si rechiede al benefìcio di le 
cose sue ; pur qual io me alrovi, la se deve creder 
certissima che non solamente non li son per man- 
care, ma cum tutta V anima et la vita disposto ad 
275* servirla fino alla morte, et dopo di me li figlioli 
mei ancora con quel modo che è di suo bo4i pia- 
cere. Serenissimo Principe, sono principiate ad ar- 
rivare le compagnie de li condutti da novo, et tut- 
tavia vengono giungendo. La Sublimità Vostra sia 
contenta di ricordarsi del pagamento suo, per ciò 
che il clarissimo signor Proveditore dice non haver 
danari. Questo è il tempo di acarezar il soldato et 
interteherlo ben contento per valersene in tanto 



bisogno della Sereniti Vostra, alla bona gratta 
la qual humilmente mi racomando. 

Da Cassano^ aUi 8 Mago 1528. 



Sottoscritta : 



Di Vostra Serenità servilor 
Janus Maria Fregoso. 



Copia di una lettera del signor duca di Ur- S 
bino capitano general nostro, data a Brexa 
a 9 Mazo.1528, scritta al suo oratore a 
Venetia, et Ma in Pregadi. 

Nobilis dilectissime noster. 

Siamo stati in Caravaggio ad parlamento con il 
clarissimo Proveditor Moro et li signori capitane! 
de r exercilo alla presentia del illustrissimo signor 
duca de Milano, secondo era nostra intentione et 
che la Signoria illustrissima mostrava desiderar. Et 
da poi il lungo rasonare et discorere, baveudo ri- 
spetto si a tutto quello che si possi conieturare del 
inhDico, come anche a lutto quello che per conira 
se possi fare cum mngior nostro vantaggio io opo- 
nersi, mesurando ogni cosa secondo le forze che ce 
persuademo ce habbiano ad esser secondo le bste 
haute per mano del magnifico Proveditor Conta- 
rini, de poi lo haver inteso prima el parer de tutti, 
proponessimo il nostro di questa sorte, quale li si- 
gnori capitanei tutti unitamente confirmorno ; zoè 
che in Cassano restino forze che fazino fronte ad 
Antonio di Leva azò vengino intanto ad assigurare 
le cose di Bergamo, et insieme cum le gente de lo 
illustrissimo signor duca de Milano faciano testa da 
quel lato. In Bergamo non designano che per bora 
vi sia magior numero che de fanti 600. L* altra te- 
sta è nostra opinione che sia in Vicenza, di quella 
sorte che ne parerà se possi fare secondo la quan- 
tità delle gente che haveremo in essere. Noi desi- 
gnamo stare al presente con la persona nostra in 
Verona, et per esser loco nel cor proprio de questa 
impresa, recever 11 tulle le forze che vengano, per 
dispensarle secondo la resolutione falla cum tutti 
signori capitani, et tener qui sul veronese tanta 
gente che venghi ad esser si pò dir la battaglia 
della lesla o di Vicenza o di Cassano. El a questo 
effetto pensamo cominciar a redurci apresso le no- 
stre genie d* arme cum li nostri cavalli legieri ; le 
quale, ultra che siano assai in ordine, designarne 
anco revedendole meglio rassettarle a maggior ser- 
vitio de li s'gnori nostri patroni, restando, maxime 
a Cassano, senza questi nostri, tanto grosso numero 



409 



ICDXXVin, MAGGIO. 



4i0 



176^ 



de cavalli che é bastante non solo a quelli dell! ini- 
mici, ma superiore di niullo. Db gente (òtte poi 
pensanno ponerle de man in mano da Vicenza in- 
aino a Berganfio, disponendole in loco che habbino 
là faccia volta al calar del inimico, et le terre alle 
spalle; che cum el star loro 11 in fronte le vengano 
ad assigurar et n far principio di massa cum la ca- 
Tallaria che se gli ponerà apresso, per esser sempre 
prompli a caminar a quel lato dove gli inimici vo- 
lessero descendere, tanto verso Bergamo come 
verso Vicenza. Et se per sorte volessero descender 
nel Friuli, consideramo cheM camin loro è tanto 
longo tratto che sempre la testa de Vicenza si po- 
trà spingerla in tempo ; et cussi apresso di mano 
in mano tutto el resto del exercilo. Se gli nimici 
adcora descendessero da più de un lato, in tal caso, 
lassando honesto presidio ali lochi più necessari!, 
designamo secondo il vantaggio el le occasione che 
€6 se ofTerisce andare a combater quella parte di- 
visa eurn lutto el resto d^l esercito, sperando che 
in questo loro disunirsi possi nascere occasione di 
poterlo fare rasonevoi mente. Si ancho gli nimici 
fossero per calare uniti come ce persuademo, in 
tal caso, lassando sempre honesto presidio a Ber- 
gamo et Vicenza, et cussi qualche poco di forze In 
le altre terre tanto che le guardi da machinatione 
«t che possa sempre recever ogni magior presidio- 
<*he secondo le occasione designassimo ponerci, 
^um la massa pur di tutto el resto che teneremo 
prompto tanto al bisogno che potesse occurrere da 
man dextra come da man stanca di tutto il Stato di 
la Signoria Illustrissima et del signor duca de Mi- 
lano, nostra ìntentione è cum el vantaggio del al- 
logianiento opponerci a loro, attendendo et di et 
notte a disturbarli quanto ne sera possibile, non 
solo che non possano danni6care li lochi, ma ne 
anco la campagna. Alli passi de le montagne, si del 
bergamasco come del veronese et altri lochi di 
questo Stato, pensamo che se diano le armi in mano 
agli homini propriì del paese, li quali et cum tra- 
versarli et farli più difficili vengino a dare quel 
maggior disturbo agli inimici che si potrà. Et in 
particuiare, sopra questo nostro disegno de li passi, 
é nostra intentione qui nel bressano dar questo ca- 
rico al magnifico missier Baptista Marlincngo, zoe 
che andando lui medesimo revedendo et prove- 
dendo nelle montagne cum bavere la sua compa- 
gnia a Gavardo o 11 vicino, faccndose ancora spalle 
delle altre che scranno allogiate de mano in mano, 
le quale, secondo gli continui avisi che havcremo 
degli inimici el le occasione che appareranno^ spen- 



geremo sempre dove pensarimo di poter far me- 
glior efTctto. È nostra opinione ancora, ultra li 300 
archibusieri che sono sopra il lago di Garda, tenere 
qualche fante a Salò in questo proposito, et desi- 
gnamo haver anco in ordine de continuo in sul 
Lago, si da la banda del veronese come del bres- 
sano, grosso numero de barche, cum le quale ad 
ogni nostro proposito si possa fare transportarc in 
un tratto le fantarie che fussero nel bressano, nel 
veronese, et cussi per contra, secondo ne tornasse 
bene, dal veronese Iransportarle nel bressano. Et 
in questa cosa ce havemo non poco disegno per la 
occasione che facilmente ce polria nascere de dan- 
nificnre gli inimici. Alla Chiusa et la Corvara met- 
teremo ancora gente la quale sia allogiata a questo 
medesimo ordine, di poter et stare et andare al 
soccorere qua et là secondo seri el bisogno. Al 
signor duca de Milano habbiamo recordato assai 
quanto Sua Excellenlia debba sforzarsi de aiutare 
al presente a se stessa et al resto de V impresa di 
quelle maggior forze che sia possibile; nel che certo 
rhabiamo trovato promplissimo, come et di questo 
et del resto credemo haverà scritto el signor Pro- 
veditor Mauro alla Signoria Illustrissima. Et ultra 
questo, havemo anco dillo alla excellenlia sua, che 
certo ne parerla bene che le nostre gente che sono 
di là da Po se reducessero con le altre nostre forze, 
perché cussi come non ce pare che grossa lesta di 
gente, per non le alluntan^r, si debba extendere 
al presente nel Friuli ma si bene averci qualche 
poco di forze per non lassare in tulio senza, cussi 
ne parerla fusse bene relirare quelle gente che sono 
impegnale di là da Po, acciò non se extendesero 277* 
for de le due teste di Cassano et Vicenza, ma sles- 
sero unite el raccolte cum le altre in questi tempi 
de la continua suspilione che se ha del inimico. 
Mostrò sua excellenlia che non multo li piacesse. 
La fortificatione di Bergamo V habiamo trovala in 
assai bon termine, et seria forte abaslanza per el 
ìudilio nostro et assai facile a farsi presto se si 
mandasse a perfeclione quello in che se è risoluto 
el fortificarla per questa imminente suspilione del 
inimico, che venne ad esser multo abbreviato dal 
primo disegno ; ma noi non habbiamo trovato che 
vi siano homini da exequire il lavoro, et panie che 
mollo lentamente se ci proceda, ancor che in que- 
sto non se manchi de soliiciludinc per quanto ci si- 
gnor Mercurio (può) ; ma forzii è, come habbiamo 
dillo, se ci fazia gagliarda provisione; laqual facendosi 
cum la promplezza che demoslra quel magnifico 
Capitano, facilmente et presto se rcdurà in bonis- 



ili 



IIOXXTini UAOOIO, 



4i3 



Simo essere, perché incominciandosi una fortiflca- 
tione et non se reducendo a qualche perfecUone, pò 
facilmenfe parturire il contrario effetto di quello 
che se ne spera. Medesimamente desidererta, si- 
come ho ricordato prima et anco al presente, che 
tutte le vituarle con ogni rigore et sollicitudine se 
portassero dentro alle cittì. Questo é quanto per 
hora ne occurre, né cum il nostro iuditio sin qui 
sapemo andare più ultra, imperoché queste cose 
de la guerra, come lor Signorie illustrissime sauno, 
bisogna venirle meglio recognoscendo ad hora per 
hora, et spesse volte attendendo al vantaggio et al 
disavantaggio che ci ha, mutare disegno. Pur noi 
seguitaremo intanto li soprascritti ordini, non ha* 
vendo altro in contrario da lor Signorie illustrissi- 
me, alle quale exponendo il tutto humilmente ne 
racomanderete. 

Da Bressa, atti 9 de Maggio 1528. 

Sottoscritta in mezzo la lettera 

Fbanc(SC0S Maria dux Urbi- 
ni eie, ae Serenissimi Ve- 
netiarum Dominii capi- 
taneus generalis. 

A tergo: Nobili dilectissimo oratori nostro 
Venetiis, domino Baldo Antonio Falcutio etc. in Ve* 
netia a S. Maria Zobenigo al ponte di legno, contro 
missier Nicolò Aurelio. 

379') Copia di uno capitolo di una ietterà del Zan- 
cha secretarlo del Nostro Signore, scripta 
da Orvieto al signor capitanio missier An- 
drea Boria. 

A li 27 del passato se mìsseno in ordine le 6 
galie da Napoli, 3 fuste, dui brrgantini et alcune 
barche di nave bischaine, el sopra esse andò la 
persona di don Hugo, il marchese del Guasto, 
Ascanio Colonna el molli altri con 1000 fanti tra 
spagnoli et italiani et qualcheuno alemano con ar- 
chibusi et fuogi artificiadi et artellaria assà, lolla 
in parte da le nave erano in porto. Ussileno de 
Napoli a li 27 verso la sera, lassando li patroni 
di le galee in terra tutti, excepto il Gobo, verso 
Aline, che per tema di perder li lor legni non 
combatesseno manco animosamente; et lirorno 
verso Prolicha per haver li ponenti per segondi, 
segno di andar verso Capri el Salerno a comba- 

• 

(1) U carta f78 e TTS* è biaaca 



ter le galle di vostra signoria. Dal che havendo 
nova, il Conte meSse in Salerno 400 arcbibusieri 
sopra le galie ; et tenendo esso verso Salerno el 
li imperiali in verso Napoli, se afrontorno tra Ma- 
iori et Minori, et salirno molto valorosamente; 
et dicono che il Conte investi solum oon cinque 
galie, lassando le altre per soccorso. Fu la balla- 
glia più aspra et più crudele che fu mai io mare, 
come vederi per la inclusa del cardinal Colonna. 

Da Cassai^* del Proveditor Moro^ di S, 
hore 5. Come, per lettere di Torator Venier, da 
Lodi, si ha, il signor duca di Milano é quasi mezo 
disperato per la revocalion di le gente di Lome- 
lina, ita che é sta bisogno, aciò non seguissa 
qualche disordine come per esse lettere appare, 
lassarli a Pavia 1! cavalli legieri et fanti, fino altro 
si babbi da la Signoria nostra. 

Del dittOj di 9, hore 3. Come hozi lui Pro- 
veditor insieme con el signor Gubernator è stato 
a Bergamo et hanno visto le fortiOcation de li. 
Tutto sta bene. Circa il revocar di le gente di la 
Lomelina, si ha hauto quasi uno protesto da Zenoa 
per lettere del signor Theodoro Triulzi, qual sarà 
qui avanti ; et per lettere del Venier orator si ha, 
il signor duca di Milan si chiama tradito el dice 
provederi meglio potri a le sue cosse, et che mai 
più domanderi soccorso a la illustrissima Signo- 
ria ; et dice questo esser il maior tradimento mai 
fatto ad alcuno. Le lettere son di 9. Per lettere 379* 
del signor Cesare Fregoso, si ha di li per lettere 
di 8, come ha per le poste da Genoa il Christia- 
nissiroo re esser acordalo con IMmperator. Per 
lettere dei cardinal Cotona al cardinal Campegio, di 
primo, di Caieta, si ha la vittoria di Tarmata oostra, 
sicome è scritto di sopra. 

Copia di lettere del signor Theodoro Triultio 
gubernator in Zenoa, scritte al elarissimo 
Proveditor general Moro. 

Signor Proveditor. 

Hebbi la lettera di vostra signoria, con uno 
pacheto adrito al elarissimo Imbasador di la sere- 
nissima Signoria presso il Re, qual pacheto si é 
mandato a bon recapito. Intesi per la dilla lettera 
de vostra signoria la deliberation fatta di man- 
dar gente di qua dal Po a Topposito de inimici, 
ultra quelle che gli haveva col Signor Cesare Fre- 
goso, che mi parve mollo a proposito per bene- 
ficio di tutta la impresa ; et ebbi singular apiacer ; 



4i3 



MDXXVm, MAGGIO. 



AU 



el Unto più che (ulte le (erre ^do di qaa dal 
Po si cavavano di (auto eviilenle pericolo, come 
erano, di andar in mano di inimici. Ma bora, ha- 
vendo inteso da li agenti per il signor duca di Milano, 
che vostra signoria (decise) di baver revocato esso 
signor Cesare eum ordine cbe eum le gente cbe 
lia con lui debba andar nel Friuli, son restato 
moKo admirato, parendomi, come in efleto si vede, 
che levandosi le gen(e de la Serenissima Signoria 
senza mandarli con(ra cambio, le terre che sono 
di qua da Po seriano in molto maggior et più 
evidente pericolo non erano prima ; et inimici po- 
(riano qualclie volta far magior eflecti che forse 
non pensamo. Né il Re, qual hora ha notitia di 
questi motivi, gli pò far quelle promp(e provision 
cbe sariano necessarie, né gli polria far che fus- 
sero in tempo ; et quando la Serenissima Signoria 
sia advertita in qual termine siano le cose, et in 
quanto pericolo si metteno levando ditto signor 
Cesare eoo le genti senza mandarli contra cambio, 
qual voria magior, non posso creder che li Tara 
sopra più matura delibcratione, et non vorrà che 
ditte gente sì movino ; et quando si facesse altra- 
mente, non sari in beneGcio el proGcuo di la Lega. 
Et cussi, per beneficio el servitio del Re el de 
tutta la impresa, et per mio discarico ho volulo 
scriver questa mia a vostra signoria, facendoli 
intender che ogni inconvenienlia che ne seguirà 
sari per causa del revocar et remover le gente 
de la Serenissima Signoria. Et cussi me ne excuso 
et per vostra signoria mi ofiero, et me li areco - 
mando sempre. 

De Genoa, a li 6 Masso 1528. 

SoUoscrilta : 

A tutti i piaceri di Vostra Signoria. 
TflEOooRO Triulzio. 



381*) A di 12 Maeo. La matina, se intese esser 
partido di qui il reverendo episcopo di Baius ora- 
(or dei re Chrislianissiroo, per andar in Pranza 
dal re Christianissimo se*i potrà andar; et parti 
con oplima fama. 

Vene in Collegio V orator di Milan. 

Vene in Collegio V orator di Mantoa. 

Da poi disnar, fo Conscio di X con la Zonta, 
et non venne il Serenissimo, per baver tolto avanti 
disnar un poco di cassia. 

Il) U «tfta 180' « MaoM. 



Fo expedito il reverendo episcopo di Cesena, 
domino . . . . , che fu mandato di Verona, rete- 
nuto, el fu assolto el liberalo visto non andava 
per mal alcuno, imo era in inimicilia col Papa, 
per causa di uno suo fratello era in Viterbo; et 
costui parti da Orvieto et voleva temporizar in 
queste terre nostre et venir per la Sensa in que- 
sta terra. El iustificato il tutto, fo liberato et cavi 
di Toreselle. 

Di Verona^ fo lettere, di V Emo, Nani et 
Coniarini proveditor general, di 11, hore 2 
di notte, qual scriveno: Hozi habbiamo 4 avisi 
di Val Pelosella di Cavrin, di la Chiusa, et per al- 
cuni mandali di qui a posta per intender li anda- 
menti de li inimici, li quali par che siano poca 
gente et mal in ordine quelli da pe*, ma quelli da 
cavallo bellissima zenle ; el sono alozati a Dolzè, 
propinqui a la Chiusa. Hanno principiato a butar 
il ponte, et fino hozi a mezo zorno baveano fallo 
la miti del ponte, et pareva cessasseno di compirlo, 
et lo butano sotto la Crovara mezo mio. 11 conte 
Girardo d' Arco era a li repari in canal, ci faceva 
romper essi ripari per poter passar le gente. Que- 
sta matina sono gionte 3 bandiere di fanti a Dolzé 
et vanno scorrendo a 9 el 10 a la volta con qual- 
che cavallo, robando et danizando il povero paese 
quello trovano. Et si ha che sopra il monte di la 
Chiusa erano adunati molli di Val Pelosela con ar- 281* 
me in mano per non lassar prender quel passo a 
li inimici. Questi, per quanto disegnano, voleno an- 
dar inanzi et faranno la volta di Ponte Molino et 
passaranno.in mantoana. Scriveno baver mandalo 
tanti et polvere et altro a quelli è in la Chiusa. 
In questa hora 23, è venuto aviso che a hore 17 
inimici compiteno il ponte el sono passali alcuni 
di loro ; il resto sono a le rive in ordinanza. 

Et per lettere partioular, pur di 11^ di 
Verona, vidi lettere che scrive: Ileri sera et 
questa notte sono lettere di Hercules Poeta è in 
la Chiusa ; come hessendo sii assallado da li ini- 
mici li rispose vigorosamente siche i fuzi(eno via 
et* si ri(irorono ; et fo morti per nostri 3 di loro 
todeschi, zoé per quelli dil monte. Inimici voleno 
bular uno ponte a la Crovara per passar tutti di 
qua di P Adixe. Si indica voglino tuor la volta di 
mantoana per andar a Milan ; altri dicono per an- 
dar sul Visentin. Vanno depredando il paese ama- 
zando le persone el brusendo casamenti ; ma non 
si danizano la campagna. 

Da Vicensa, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera c^pitanio^ di 11^ hore 3. Come ban- 



415 



itt)xtviii, ìfAomo. 



416 



no di novo inimici haver hauto la Crovara a pati. 
Tiensi bozi habino a expugnar la Chiusa. 

Di Bassan, di Bernardin Gelfo, fono let- 
tere di heri, lette nel Conseio di X con avisi 
di la qualità di inimici, et sono zcnte comandale 
et manco numero di quello si credeva. 

È da saper. In le lellere di Verona, par il Ca- 
pitanio Zeneral babbi scritto che 1 conte di Caiazo 
con la sua compagnia et cavalli lizieri vengi subito 
a Verona. 

Zonse hozi a Santa Maria di Gralia il reveren- 
do episcopo di Verona, oUm Datario, partito di 
Verona ; vien ad habitur qui ; qual è sta Datario 
del Papa, et destro modo fato partirse*de li a di 
9 di questo, acompagnalo nel partir et molto ho- 
norato. 

Fo ditto hozi esser zonto uno navilio di Otranto 
parli a di primo di questo. Dice quella terra si 
voi lenir per V Imperator, et che 1 Capiianio Ze- 
neral nostro era atorno il castello del porlo di 
Brandizo per haverlo, et par era sta presa la moìcr 
et Soli dil caslellan che fuziva via. Quel sarà scri- 
verò poi. 
282 ^ Orvieto, di domino Alvise Lippomano 
canonico di Bergamo, è col cardinal Cesis, di 
6, vidi lettere particular, che dice : La nova 
che io vi scrissi di T armata fu verissima, et tanta 
strage é stata hinc hinde, che in do galle del Do- 
ria non vi rimase persona. Li nostri haveano 8 
galle, ma 5 ne combaleteno al principio et 3 fu- 
rono riservate per dar soccorso come feceno et 
forono causa di la Victoria. De li inimici 6 galìe 
et altri legni fino al numero di 18, li quali ha- 
veano legati da poi le galle con schifO cargi di 
artillarie, et venero ad arsaltare il conte Filippin 
Doria, il qual prima era stato avisato del trato che 
inimici voleano far, et havea hauto da monsignor 
Lautrech 400 archibusieri valentissimi. Li impe- 
riali venero per arsaltarlo et elio si mise a fugire 
mollo velocemente, adeo che essi per giongerlo 
tagliorno le corde di li schiffi et venero senza le 
arlillarie che in essi erano; et lui Filippin li tirò 
drielo ; siche li condusse in luogo che il vento era 
a lui propitio et a loro centra. Et cussi fu com- 
battuto a li 29 da 20 bore fino a le 24, et la 
prima canonata dil Doria diede ni V arboro di la 
galla dì don Hugo, et lo ruppe in do pezzi et amazò 
lui con 40 bomini. Tutte le galle imperiali sono 
restate prese, ma do afondate ; et così il resto di 
li legni. È stata una Victoria grandissima et che ha 
consolalo tutta questa povera corte* 



Da Cassan, di sier Toma Moro prevedi- 
tor generai, di 10. De qui babiamo, che doinan 
Antonio da Leyva si die levar da Milan et venir 
in campagna ; et cussi legno certo che lui el farà 
per sentir le genti alemane che sono a li confini 
del veronese, et altri loci nostri esser in procinto 
di calar. Si dice io haver di qui fanti 12 milia ; 
sono in liste ma non in elTetli ; et mi trovo senza 
un ducato, et è sul bergamasco fanti 1110 novi 
da esser pagadi, et non babiando danari aodarano 
a li servici! de inimici, et di altri che venirano 282^ 
farano il simile. Io son andato a Bergamo con il 
signor Gubernator per haver danari di lo impre- 
slido del clero, et non ho podeslo haver un soldo, 
el se la Signoria non fa provision di danari seguirà 
qualche gran disordine ; et cussi lo protesto a tulli, 
ma io non reslarò di far il debito mio in vilipendio 
di mei nemici. 

Di Nicolò Barbaro capitanio del Lago, di 
10, da Lacise, Come hozi li inimici sono Iranscor- 
si con lì cavalli fino a Caprin et fanno presoni et 
sachizano. El campo é alozalo a Dolzè et le fanlarie 
drio l' Àdixe aprosso la Chiusa uno miglio. Questa 
sera dia arivar a Caprino. El conte Girardo et il 
conte Paulo da Terlago et il capitanio Tegen sono 
calati per la Ferara. lo ho messo a Sermiou 20 fanti 
el sarò per lutto in questi loci per asegurarli, et 
starò a queste frontiere. Àncora inimici non hanno 
comenzato trar artellaria ad alcun loco, né fanno 
movesta, ma stanno cussi. 

Noto, fieri tornò da Hislria sier Antonio Venier 
qu. sier Zuane proveditor a le biave, il qual per 
parte presa nel Conseio di X con la Zonta fo man- 
dato in Hislria a far venir formenti in questa terra, 
et non vadino li navili sora vento. Era con una bar- 
ca et bomini .... in tutto, con ducali 90 per spese 
al mexe. Parli a di 1 4 Fevrer, et riferì in questo 
tempo fin 10 Mazo haver fato venir in questa città 
formento stara 140 milia, orzo stara 25 milia, fave 
stara 14 milia, et melo stala 2000. 

A dì 13. La matina fono lettere da Orvieto, 283 
del Caxalio, di 9. Come era zonto il visconte di 
Lorena orator del re Christianissimo, et ha hauto 
audientia dal Pontefice, con il qual è stalo longa- 
mente. El Soa Santità ha parlato mollo sopra Ra- 
venna et Zervia. 

Item, le zente Ursine, capo V abate di Farfa, 
par ^iano andute con zente a Paliano loco di Colo- 
nesi, et slati a le mimo hanno roto el preso il signor 
Sara et Prospero Colonna et altri, siche di casa 
CoIona non li resta più alcuno, 



417 



VDSXVIII, UAOOIO. 



m 



Vene Torator di Milan, zerca il levar di le zente 
di Lomelioa et 

. • . • ■ • • 

Veoe r oralor di Fiorenza, dicendo baver let- 
tere di 8, di soi excelsi Signori, in risposta dì soe ; 
et si scasano non haver il modo del danaro in aiu- 
tar questa Signoria Illustrissima al pagamento di 
lanziuech che vengono di Pranza ; ma intendendo 
questo passar di inimici, faranno o^ni cossa, et di 
r impossibile possibile per trovar danari et far fanti 
et star etiam loro in ordine et mandar aiuto di 
qua, dit^ndo esso orator di novo scriverà a celerar 
li pressidii. 

Vene l' oralor anglico, dicendo 



583^ 



Vene V orator di Ferrara. 

Vene 1* orator di Mantoa. 

Di sier Piero Landò eapitanio sanerai da 
mar, venute heri sera^ date in galla apresso 
Monopoli^ a dì 26 Aprii, Come, a di ^5 zonse il 
Gipitanio del Golfo sier Almorò Morexini, et ha 
baule li ducati 10 milia ; ma li manca li remi, altra- 
mente non potrà levarsi. Voi andar a P impresa 

di Manferdooia. Ha mandato do galle, zoè 

a Cataro a levar 300 galioti per ipterzar le galle. 

IH TJdene, di sier Zuan Baxadonna el do- 
tor, luogotenente, di ... . con uno aviso. 11 
saromario scriverò di sotto. 

Da Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà, 
din 



Da Verona, di V Etno^ Nani et sier Carlo 
Ccntarini provedi ior general , di 12, hore 18. 
Ques!a matina ho hauto diversi avisi, tutti confor- 
mi, che li inimici, zoè la testa grossa, la qual dicono 
esser da 15 milia da piedi, puralozati ancora a 
Dolzé, haveano drezato la testa verso la Chiusa et 
erano in ordinanza. Compiteno far il ponte, et pas- 
sorono a hore^ina di notte bandiere 12 con pezi 
35 artellarie et le bagaie ; atendevano a minar ti 
repari in canal perchè non poteano passar altra- 
mente ; stano in ordinanza, né si moveno. Son sta 
tentati per alcuni* archibusieri di quelli sono sul 
loco ; ma non si hanno voluto mover. Et in questa 
bora babiamo hauto aviso el signor Zorzi Fran- 
sperg, qual era a Ferrara, esser arrivato a Ponte 
Molino, et faceva conzar quel ponte et li passi, che 
si pò iudicar voy andar a quella volta. Itcm, seri* 
veno 



Ì8i Da UdenSf di sier Zuan Basad<ma dotor^ 
l putrii a U. Savuto. - nm. UYIL 



luogotenente, di ... . Manda questi do avisi qui 
sotto descripli : 

Copia di lettere di la eomunilà di Venaon a 
lui Loeotenente, di 9 Maeo. 

MagniGco et clarissimo Signor nostro etc. 

In questa bora é zonto de qui uno mercadante 
savoiese, qual dice Luni proximo preterito esser 
partilo da Casnya, luogo del territorio diSalzpurch, 
et haver piata la via qual se va a Yspruch ; et ritor- 
nati a la volta di Cadubrio per condor a queste 
parte dui cavalli. Et reOerìsse, per ditta strada de 
Yspruch haver scontrato in pid pezi soldati che 
ritornavano da Trento suso, et domandavano esso 
mercadanle dove che Pandava eum li cavalli ; il qual 
dicendo andar al campo del Princip:" per venderli, 
li dicevano : < Dove vuslu andar ? Tu non farai co- 
sa alguna. Nui retornemo per non haver danari ; 
havemo lochà dui raynes et havemo speso più di 6. 
L' è a Trento et in quel contorno da 10 milia per- 
sone i qual non voleno andar più avanti se non 
hanno danari ; et credemo aochora )pro ritorne- 
rano >. Subiongeno che era 5 bandiere di fanti sen- 
za danari, li qu:ili volufitiera haveriano piglia danari 
da qualche signor. Et certificava, che non sono più 
dì 10 milia persone. Del che ne ha parso dinotarlo 
a vostra signoria parendone dicto mercadante per 
sona circumspecta el che spesso pratica iq questo 
nostro luogo ; però se persuademo ne riferissa la 
verità. Nec alia. 

Tendoni, die 9 Maii 1528. 

Sottoscritta : 

Servuli devotissimi Capita* 
neus et Comunitas ter* 
ras Ven$oni. 

Copia di una altra lettera di ditta comunità, 

di 9, ut supra. 

Magnifico et clarissfmo Domino etc. 

In questa sera si è zonto di qui uno sier Cesare 
milanese habita a Treviso, el qual si è partito da 
Ratisbona lo primo del presente. El qual sier Ce- 
sare si é uno homo di grande iuzegno, et altre vol- 
te da lui habiamo hauto cose vere, et é persona 
affilionata a le cose di la Serenissima Signoria. Prima «284* 
dice, che la dieta si è andata in fumo, et che*l Prin- 
cipe » é a Praga in Boemia ad far zente, et che li 

«7 



419 



MDXXVni, HAOOtO. 



«90 



foreri erafao zonti & Ratisbona a luof allogamenti 
per 800 cavalli, et che fa terra non li piaceva. Et 
erano fatti grandi apparati per ditta dieta. Dice,^ che 
ci Principe non scia perchè la dieta non è facta ; ma 
che '1 zonse lettere de V Imperador che chi voleva 
saper perchè non voleva si fesse la dieta, dovesse 
andar ad uno loco si chiama Aspayer sul Iago di 
Francforl (sic). Et la principessa se alrova a Linz. Et 
dice che *1 duca di Sanxonia si è in campagna a 
Francfort; ma non lo acerta. Dice haver cavalcalo 
con uno canonico di Salzpurch. Diceva che ad ogni 
modo die esser pur qualche cosa del dicto Duca, et 
che hanno per una pessima nova che mai si sentisse 
in Àlemagna, et éhe chiamano concilio per diffinir 
ste cose lutheriane. Et dice che *1 duca di Saxonia 
sia potente con la hga ; se indica assai terre franche 
et potente, et altri principi el simile lo Imperadore 
per la via di Fiandra et altri $oi amici ; et che se 
ludica habbia ad esser un grande fogo. Dice che le 
zente son passate, zoé cavalli ; haver visti in Rati- 
sbona in più volte da 800 cavalli armali et ben in 
ordine, capo il duca de Priusban, et assai altri ho- 
ihini da conto. Si diceva haver 14 mrlia fanti electi. 
Altro non disse. 

Ho2i è sta scripla ana a vostra magnificentia, la 

qual ho mandato al capitanio di Tricesimo la mandi 

a vostra signoria, che uno dice haver visto tornar 

* indrio de li fanti di Trento. A la qual humiliter mi 

ricomando. 

Sottoscritta : 

Servifor Antonio Bidernuzo ca- 
pitanio et comunità di 
Venzon. 

284 Da VieenM, di sier Zuan Antonio da ehà 
^ Taiapiera capHanio, di 12. Manda una lettera 
. hauta del capitanio del devedo, et scrive haver 
aviso che in Valsugana tutti fuzeno, dubitando no- 
stri non li vadi : 

Magnifico et honorando patron. 

In questa bora 1* è venuto uno mio el qual ha- 
.vea mandato a Reveredo, et gè s* è stato in Rove- 
.redo zorni 3, et se partite beri a bore 21 de li et è 
venuto tutta notte per la montagna. Et mi ha refe- 
rito, come Sabato da sera i tolse la Corvara, el che 
i se hanno apresentà alquante volle a la Chiusa, et 
ogni volta hanno babuto di le botte. El dice esser 
pionto ancora earalli de bomnì d* arme, et cbe per 



tolto hozi et dimane hanno a passar di soHo da 
Roveredo ; ma dice, se i non tuoi la Chiusa, che i 
staranno per quelle ville, zoé al Calian et per quelli 
lochi. Anchora dice, che hanno baiato imo ponte di 
sopra di la Crovàra et che V ha passato assai fanti 
di là, et che 'I si dice cbe i voleno calar per Bren- 
tonego. Àncora dice, che intende la sua fantaria 
hanno pochi fochi, zoé archibusi el scbicfppi. Ancora 
dice, che in Roveredo si dice che di sotto di la 
Chiusa gè sono 10 milia fanti de li nostri, et per 
questo se dubitano, non poderanno pa^r. Ancora 
dice esser passato di sotto da Roveredo pezi 36 de 
artellarie. Ancora gè ho dimandalo se V ha sentido 
<iire se 'I conte Girardo è ferido. Lui dice non aver 
inteso niente. Ancora dice, ch'é in roina tulle quele 
ville et maxime unde ì sono, et che i gè aroaza el 
bestiame el gè levano li formenti et gè spandono li 
vini quando li sono imbriagali. J/em, dice che Do- 
menega da sera sì reduse assai sìgooreti di fora da 
Roveredo in la caxa del conte Girardo et li fono 
uno consulto ; ma non ha potuto intender el che. 
Altro non ho inteso. Gè ne ho uno altro, et questa 
notte che vien el torno a mandar via. Quanto in- 
tenderò subito adviserò vostra magnificentia a la 
qual mi raoomando. 

A di 12 Mago 1528 in Lesagi (Asiago ?) 

Sottoscritta : 

Zuan Antonio Z£N capitanio del 
devedo, servilor di vostra 
magnificentia. 

Di Cassan, di sier Toma Moro proveditor c^^^^ 
eenerai, di 11, ut in litteris mi 



Da Lodi, di sier Gabriel Venier orator, di 
10, hore una di notte. Manda copia di lettere date 
in Milano a li 9 di Mazo, directive al podestà di 
Santo Anzolo. 

Magnifico missier lo Podestà, mìo maior ho- 
norandissimo. 

Aviso quella, coYne in la città di Milano s'è fatto 
publica crida con grandissima solemnitale di trom- 
be ad denunliare a tutti li milanesi quali sono io 
essa città di Milano el fora, et altre persone de 
qual grado voglia se sia, come de novo se rompe 
guerra a Veneliani ; et ancora si perdona a tulli 
li rebelli, el a cbi vorà danari si darà per deslrutioo 
di VeneliaoL £t questo é slato il giorno di Sabato 



m 



UDtVm, UAÙÙIÙ. 



m 



9 del presenie mese di Mazo ; et dimane se partì- 
noo tutto k) campo. Io Milano non si paga più con- 
(ributione, et basta. À la magnificenlia vostra de 
continuo roe ricomando ; che Qjristo de male vi 
guaria. Et s*é dito di andare verso Monza. 

Da Buigo^ di sier Vetor Diedfi podestà et 
capitanio, di 12. Hozi a bore .13 scrisse quanto 
bavea per relalione del messo venuto di Ferrara. 
In questa bora 18, é zonto uno qual beri mandai de 
li per sopraveder se 'I signor Duca feva fanti o al- 
tro. Riporta cbe beri malina al signor Zorzi Fran- 
speif er su un burchiello montò con le sue gente» 
che potevano esser da 200 in zerea a cavallo, et ai- 
tri ^0 archibusieri del signor Duca cbeloacom- 
pagnavano. Si dice tien la volta di Mantova per 
andar a incontrar li lanzinecb, sicome scrisse. Et 
dice haver inteso, che alcuni capi spagnoli che erano 
apresso esso signor Zorzi erano sta destinati a la 
Mirandola per far quef piiì numero di fanti si po- 
teva. A Ferrara par non se fazi altra preparatione 
né movesta. Scrive, non restarà di mandar spesso 
de li, et intendendo cosa degna di intelligeatia su- 
bito avisarà. 

Da Orvieto, di 9, potìrtieular, vidi Ittterey 
sentii p^ Nieoìò Pagan a sier Zuan Lippo- 
mano, qual dice e%i88\ : Hozi é venuto uno genti* 
Ibomo del signor Alvixe di Gonzaga, cbe sì ha tro* 
vaio in fato. A li 6 del presente, ditto signor con 
zerca 150 fanti a bore 33 dete uno asal.to a Paliaoo 
da do bande ; a la 6ne sforzorono et introno per 
forza con oceisioii de molli, et rcslorono vincitori. 
Preseoo il signor Sara Colonna, el signor Prospero 
da Chavi et il resto fuzite ruioati et malmenati; cosa 
molto a nostro proposilo. 

Noto. Questo Paliano era del signor Vespasiano 
Colonna fo dui del signor Prospero, qual morse in 

questa guerra a Lassò una Gola. El signor 

Alvise Gonzaga predillo la voleva per moglie, per 



Fo ledo una parte fata notar per sier Leonardo 
Emo savio del Conscio, di far uno quinto oficial a la 
Camera d'imprestidi per Gran Coitelo, el qual 
scuodi le tanxe al Monte del subsidio el lui le pagi ; 
la qua! si ha a metter in Pregadi et poi a Gran 
Conscio. 

Da poi disnar fo Pregadi, et vene queste let- 
tere: 

Da Srexa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
di IL Manda questo riporto ; 



Zorzi da Fasan a di 1 1 Mazo referiasCi cbe beri 
a di 10 a bore \7 ritrovandose a Canal di qua de 
r Adese, li inimici erano di là di TAdese a Dolcin, 
et che vete ditti inimici che haveano pezi 8 de ar- 
lellaria non troppo grossa che tre para de cavalli 
ne menava una, et erano in una coltura de maio 
sotto Dolcin un trar de man ; et cbe a suo iadiiio 
gè podevano esser da 600 cavali, et le fantarie era- 
no da 8000 persone per iuditio suo, tutta bela gen- 
te et ben in ordine, et la mazor parte italiani per 
quanto sentiva parlar. Bt vete il marchese Spineta a 285^ 
cavallo suso uno cavallo bianco con 6 cavalli, el 
qual scoreva li arenle TAdise, perché Thavea inteso 
che gè haveano tolto del bestiame ; iamen non fece 
niente. Item, dice haver visto 1% rati over zatre, de 
le quale una se rompete per mezo la Crovara suso 
quella penta, et .porla esser pericola de la roba et 
de li homeni ; ma lui non ha visto suso homini, ma 
a suo iuditio gè erano certi sacchi pieni. Li altri rali 
se atrigorno per mezo la Corvara-, ma non potè ve- 
der quello gè fosse suso. Et ha inteso da quelli bo- 
mini visini, cbe alcuni de quelli a cavallo erano an- 
dati, et disevano a le persone : < Noniiabié pauM 
che non sarete amazati ; ma se '1 gè fosse alguno 
compagno che volesse soldo, saranno acetadi secon- 
do la condition de li homeni et pagadi >. 

Di sier Domenego Pigamauo podestà, di IJi, 
vidi lettere partioular. Da uovo habiamo, nemici 
erano a la Crovara et haveano butalo uno ponte. 
Li mancavano barche tre a fornirlo. Heri non cami- 
nomo, ma slcteno in ordinanza. Per imo li ha ve- 
duti, diee erano bandiere 37 et pezi 8 artellarie 
minute tirade da do cavalli Tuna. In questa bpra 
e' é lettere di Cassanu, che Antonio da Leva fin 
do zoroi era per ussir di Milano per andar a Ber- 
gamo. 

Di Oassan, di domino Antonio da Oasieìla 
eapo di colonetto, di 11, al eapiianio di Bressa. 
Conie Antonio da Leva atendea a seoder danari, et 
si aspettava che oggi usisse di Milano, ohe venisse 
alla volta di Trezo; ma fin cbeH non revoca la 
gente de Lomeiina, par ohe la gente non lo creda. 
Qua s* é deliberato, se furia viene, de metter utia 
grossa gente in Bergamo. Si starla a veder. 

Di Verona, di sier Zacharia Orio, di 1^, 
vidi lettere a $oi fradeli. Come, di ordine del Ca- 
pitaniò Zeneral, anderauo ogni zorno uno di loro 
doi a star la note e il zorno in Castel veccliio. Et 
eri, per avisi si ave da missier Hercules Poeta, da 
' la Chiusa, che era sLà di novo asaltatp da ditti ini- 
mici, et baveasi difeso da valente, el morti 4 de 



497 



MùtXmt UAOOiO. 



438 



Di Cassan, del signor Janus di Campo 
Fregoso govemator seneràh di li. Come si 
duol dei duca dì Urbin li toy la reputazion, per- 
ché quando fonoa Martineogo li fece ogni debita 
389* revereotia e( fo ooociuso lui restasse qui a Cassan 
eoo le geote, aziò il Lèva non venisse, come oegna 
voler venir; ma poi Soa Excelleotta fa il contra- 
rio. Ha mandalo per domino Antonio da Castello 
con la sua compagnia; ha mandato per le sue zente 
d' arme; ha mandato per il conte di Caiazo et do- 
mino Paulo Luzascko; siche lui reslava senza zente. 
Del che non sa come far, olirà che Cesare suo fiul 
« etiam hii vien in Friui. Per tanto avisa, aziò la Si- 
gnoria provedi a tanto eror potria seguir. 

Da poi disnar fo Gran Conscio. Veae il Sere- 
nissimo. 

Fu posto, per li Consieri et Cai di XL, non era 
sier Bernardo da dia' da Pexaro terzo Cao di XL 
per esser morto suo cugnado, la parte presa in 
Pregadi di far il Procurator. La copia sari qui 
avanti. Fu presa. Ave: 

Fu posto, per li ditti, la parte presa in Pregadi 
del far per seurtinio et i man di elelion Baylo a 
Costantinopoli, utinea,\A copia sarà eticm qui 
avanti. Ave: 

Fu posto, per li ditti, la parte presa io Pre- 
gadi di far uno quinto oiBcial a la Camera d' im- 
prestidi, che atendi al Monte del sussidio. La co- 
pia sari qui avanti. Ave :..:.. 

Dapoi il Serenissimo si levò et parlò molto 
longo, exortando tutti a prestar in questo bisogno 
grandissimo per mantenir la libertà di la patria et 
li soi eavedali, perché li nostri inimici vien a nostri 
danni; dicendo la restituzion de) dazio del vin; 
persuadendo a venir a oferirsi quelli voi prestar. 
Ma prima fo letti quelli prestorono ultimate^ si 
nobili come populari. 

Et nota. Santo Barbarigo avocbato fu posto 
nel numero di nòbeli, che*l non é, e fo bon auguro. 
Et da poi il Serenissimo fece la sopraditta renga, et 
si veneno a offerir numero ... di quali fo trovato 
ducati ... Et cussi eUam loro venivano a offerir 
r ìmprestedo erano publicati tutto quello haveano 
offerto prestar. 

Fo da poi eletto Procurator di S. Marco sopra 
le comessarie de dira, iusla la parie presa, sier 
Antonio de Prioli el qual oferse ducati 18 milia, di 
quali ne portò t5 milia contadi, et solo fo biilolado 
perchè il scontro nulla off'crse. Item^ Podestà a Ber- 
gamo sier Filippo Trun fo savio a terra ferma, qu. 
sier Priamo, che lui istesso si tolse, e( altre 6 vose. 



Electo Frocuraiar di San Marco sopra le S90 
Comissarie de Citra insta la parte hora 
presa. 

1177. 

non Sier Hironimo Grimani fo Cao del COnseio di 
X, qu. sier Mario, 
t Sier Antonio di Prioli fo Cao del Conscio 
di X, qu. sier Marcho. 

el qual oferse ducati 18 milia, di quali ne portò 15 
milia, el resto promete portar domani. Ave: 
1084, 91. 

Fo publicà, che tutti quelli restano a portar li 
loro 5 boletini di non esser debitori et sono in of- 
fici! et Consegii, li portino, aliter il primo Gran 
Conscio sarà mandato la parte ad executioo el fato ' 
in loro loca 

Di Verona fo lettere di V Emo, Nani et 
proveditor Contarini, di 13, hore 2. Come 
inimici haveano dà do bataie a la Chiusa, et quelli 
nostri dentro virilmente si haveano difeso, et to- 
men era sta ferito Hercules Poeta, è capo 11 in la 
Chiusa, di uno archibuso nel brazo. Unde loro dif 
Verona haveano voluto venisse io Verona et man- 
dar li uno altro ; el qual non si ha voluto partir 
dicendo il suo loehotenente si mandasse, et voi star 
li a la defension. inimici, per quello hanno, par 
babbi desfato il ponte eargando su carri, et erano 
venuti parte a Cavaion et Gusolengo ; cegna andar 
in mantoana. Scriveno altre particularitày ut in 
litteris. 

liem, beri sera, hore 91, dete la sayta nel pa- 
lazo del Capitanio di la terra senza trar (on, et 
amazò uno ragazo di sier Zacaria Barbaro qu. sier 
Daniel, qual morite Capitanio li di Veroaa. 

Item, si bave lettere per via di uno e.xplorator 
stato in campo col episcopo di Trento, come inimici 
erano solum da 8500, et haveano solum 800 ca- 
valli, et venivano verso Gusolengo. 

• Da Vicenza^ di sier Zuan Antonio da cha' 
Taiapiera eapìtanio, di 14, hore 10, vidi let- 
tere. Scrive, da Verona sono avisato alcmaai ciuser 
passati r Adexe et iiaver disratto il ponte et fallo 
uno alogiamenlo a Cavigliene et Gusolengo. Tien si 
faranno il camino per andar in Romagna. Di quella 
nova levata di sopra non reusise cosa alcuna. 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
di 12, particuìar, vidi lettere Come havia hauto 
lettere da Cassan del Proveditor Moro, di hozi. 



499 



MfilXVini MAGGIO. 



m 



Scrive, se intende per cerio el signor Antonio da 
LetTft dimane doversi levar et ussir fora di Milano. 
200» Chi dice andarà con le zenle verso Piasenza, el 
chi dice verso Bergamo. El per lellere di domino 
Antonio da Castello, pur di 1*2, dal detto campo, 
scrive cussi: Il signor Antonio da Leva andarsene 
a la volta del Po, et gli par che sia fatto gran pro- 
vision di barche da botar uno ponte sopra il Po et 
passar a la volta di Piasenza col favor di questi che 
passarà in veronese; el costoro passeranno Po 
con le spale loro. In Milano disegna di lass'jre tre 
insegne di lanzinechet il Belzoioso con 3000 taliani, 
et da doman in li non voi che milanesi siano più 
obligati a pagar piiì contribution, ma che siano in 
loro liberti de andar dove li par et piace ; et ha 
fato far iurare tutto el populo fidelta ; siche questa 
gente andari verso terre di Roma et reame. Dio 
vota che questo schieregato Papa, sicome è stato 
causa di la ruina di Roma, non sia anche causa dì 
h roina di Fiorenza. Dio sia quello che proveda al 
tutto. 

Da Bfifffamo, di sier Jusio Guoro capita- 
m'o, di IJS, particular. Nui atendemo a metlcr 
ogni spirito a questi urgenti bisogni, a compir que- 
sta fabbrica di reparation ordinata per il signor 
duca di Urbino, riconGrmata per il signor Guber- 
oator, solicitata etiam dal ProveJilor Moro gene- 
ral ; et hoggi se riLrovaroo a questo principio per 
finir le cose erano comenzate da guastadori 600. 
Spiero dimane passeremo 1000, et per le provi- 
sione fatte habiamo designi una parte al piano, 
Taltra a quelli di la terra, et T altra alle vallade; 
et se la carestia di questo territorio et penuria non 
De astringesse, gii le cose seriano successe ad 
vota. Item, manda questo aviso : 

Copia di uno aviso drizaio a li rectori 
di Bergamo, de 10 Maso, da VOtmo. 

Magnifici rectori etc. 

Per uno messo pratìchb el acorto, intendo che 
inteso per il capilanio Tegen esselr fatto ribello el 
confiscato li sui bani, è ritornalo a Trento, ita che | 
de Valtotina non vegtìiri. Ben dice baver inteso 

990 che a Trento' si fa grande aparato di farina et altra 

**• monitione. 

/few, da Morbegno, adì 10 ditto^ si dice: 
che tu Ita la gente va a Trento et se riducono tutti 
li ; et che anderà da quelle parie. De qua nui ere- 
demo che non vegniri nessun, perché sarebbe in di- 
spiacere de li nostri signori, ^ 



Questi offerseno imprestar licei a tjhran 

Conscio, 



Sier Michiel et sier Hieronimo Morexini 

qu. sier Piero 

Sier Zacaria et sier Zuan Lippomano 

qu. sier Hironimo 

Sier Jacomo Gusoni qu. sier Vicenzo . 
Sier Zorzi Memo qu. sier Lorenzo . . 
Sier Piero Sorailzo qu. sier Zuane qu. 

sier Vetor 

Sier Alvise da Riva qu. sier Bernardin 
Sier Zuan di Cavali qu. sier Francesco 
Sier Alvise di Prioli qu. sier Francesco 
Sier Almorò e sier Jacomo di Prioli qu. 

sier Bernardo 

Sier Antonio et sier Hironimo Zorzi qu. 

sier Francesco ....... 

Sier Vicenzo Barbarigo qu. sier Ni- 
colò 

Sier Lunardo et sier Sebastian Venier 

qu. sier Moisd ...,..» 
Sier Antonio Erizo qu. sier Sebastian 
Sier Stefano Tiepolo qu. sier Polo , 
Sier Alvixe Dolfin qu. sier Hironimo 
Sier Jacomo et sier Oclavian Pixani qu 

sier Domencgo el cavalier . . 
Sier Zacaria di Prioli qu. sier Alvise 
Sier Benedeto di Prioli qu. sier Frac 

cesco. 

Sier Andrea da MoIìn.e( fratelli qu. sier 

Mann . . .• 

Sier Zuan Moro qu. sier Damien . 
Sier Andrea Loredan qu. sier Bernardin 

et dona il don 

Sier Andrea di Prioli et dolor, qu. sier 

Piero 

Sier Michiel et sier Polo Malipiero qu. 

, sier Jacomo 

Sier Carlo et sier Marco Antonio Ru- 

zini qu. sier Domenego .... 
Sier Domenego Capello qu.sicr Nicolò, 

oférse sier Polo so Gol . . . . 
Sier Hironimo Fosearrni di sier Andrea 
Sier Borlolamio Morexini et fradelli qu. 

sier Lorenzo . 

Sier Francesco Coeho el fradelli qu. 

fior Antonio ........ 



dùcati 100 



200 
100 
100 

100 
50 
40 

100 

100 

50 

30 

100 
100 
100 
200 

150 
100 

100 

100 
100 
100 



50 

100 

200 

100 
100 

50 

290' 
50 ** 



431 



HDxxvm, if Aooro. 



m 



291 






Sier Daniel et si(*r Andrea Dolfin qij. 

sier Ziiane ducati 100 

Sier Anlonio Foscarìni et fratelli qu. 
sier Nicolò ; oferse sier Francesco . 

Sier Hironimo Zen qu. sier Simon . . 

Sier Zuan Barbarigo qu. sier Antonio . 

Sier Vioenzo et sier Nicolò Trun qu. 
sier Priamo 

Sier Francesco Pizamano qu. sier Zuan 
Andrea 

Sier Alvise Mudazo qu. sier Piero . . 

Sier Sebaslian Malipiero qu. sier Troylo 

Sier Zuan Malipiero qu. sier Hironimo 

Sier Polo Bragadin qu. sier Zuan Alvise 

Sier Antonio Zustignan qu. sier Fran- 
cesco el cavalier » 

Sier Zacaria Zaiitani qu. sier Zuane . > 






50 
50 
50 

100 

50 
50 
50 
50 
50 

100 

55 



Summa sumntarum .... 

Di Verona, di sier Vicenao Orio qu, sier 
Zuane, di 13, a hore 21, vidi lettere parti- 
cular, qual scrive: Che a li 13, per li avisi si ha 
da spie, etiam por lettere di missier Hercules 
Poeta da la Chiusa, inimici sono passati, et hanno 
passato TAdcsc le artellarie che sono pezi numero 
38 grossi. Per qunnto si hn, de vituarie i fanno 
male. In la notte ditta fu preso da villani uno d\ 
essi inimici, el qual dice sono passati, et esser nu- 
mero fanti 10 milia et cavalli 1000, bellissima 
gente. Questa mattina, adi 13, etiam per villani di 
Val de Cavrin e sta dito tengono la volta di andar 
a Villalìhanca. Vanno a Gusolengo, et per qaanto se 
intende, per il signor Alvise di Gonzaga li é prepa- 
rato alozamento. Io non ve lo afermo altramente, 
ma di quanto habbiamo ne dò notitia. Et a bora è 
venuto per avisi di la Chiusa missier Hercules Poeta 
é sta ferito in uno brazo de un arcobuso ; si ha 
mandato uno ceroicho per medegarlo. Inimici 
hanno disfatto il ponte, che è segno che altro non 
aspetano. Vanno taiando le biave in campagna, et 
fanno qualche prexon di taia^ tutavia dì villani .et 
nostri. 

1528, die XI Maii in Bogatis. 

Ser Dominicus Trivixanus, eques, pro- 
cura tor, 

Ser Leonardus Mocenicus, procurafor, 

Ser Lucas Tronus, procuraior, 

8er Marcus Éandulus^ doctoff eques^ 1 



Ser Andrea Trivisanus, eques, 
Ser Laurentìus Lauredanus, proeurator, 
Ser Hironimus Pisaurus, 
Ser Leonardus Emus, 
Sapienies Consilii, 

Ser Andreas Mocenicus, doeior, 
Ser Andreas de Molino, 
Ser Petrus Maurocenus, 
Ser Bartolomeus Zane, 
Ser Fiìippus Capelìus, 
Sapientes terrae firmae. 

Se die far ogni provision expedicnle per trovar 
denari, de li quali se ha tanto bisogno quanto a 
ogtiiuno è noto per ie cose che al presente occo- 
reno, de summa importantia. Et però l' anderà 
parte, che Zobia proxima nel Maior Goiiseglio se 
debbi eleger uno Procurator, il quale babbi ad 
intrar in la Procuratia de Ciira immediate da 
poi presentato il bolletino de haver satisfatto in- 
tegramente quanto r bara offerto ; né possa offerir 
manco de ducati 18 milia in contadi da esser ex- 
bursati in termine de giorni 4, dapoi chel sarà sti 
electo la mila, et V altra mila in termine de altri 
giorni 8 dapoi essi di 4. La restifution veramente 
gli debba esser fatta di ducati 100 milia del datio 
del vin per rata ogni mese, principiando el mese 
di Septembrio proximo segondo la forma di la 
parte presa in questo Conseio adi 38 de Aprii pre* 
terilo, excetto che'l non debba haver dono alcuno, 
et possi esser electo cadauno che sia in qualunque 
loco, officio, regimento ; oc etiam de quelli de 
una islessa casada, over che altramente si cnzassìno 
da capello, excetti padre Sol et fratelli. Verum non 
Se intenda la presente parte valer se etiam la non 
sarà presa nel ditto Maior Conseio. 

t De parte 136 
De non 35 

Non sincere 

Die 4 dieta, in Maiari Consilio. 

Ser Andreas Foscarenus, 
Ser Jo : Emilianus, 
Ser Daniel Renerius, 
Ser Marcus Minius, 
Ser Franciscua Donatus, eques, 
Consiìiarih 



m 



lIDXXVm, MAGGIO 



iu 



Ser Nicoìaus MiniuSy 
. Ser Marcus Animius Cornelius, 
Capita de XL. 

« 

Posuerunt partem suprascriplam, et fuere. 

t De parie 1072 
De non 123 

Non sincere 28 

Die 13 Mai], in Bogatis. 

Sapientes Ccnsilii, 
Sapientes ierrae firmae^ 
suprascripti. 

Hessendo da poner ogni studio per conservar 
in repatalione el Monte de subsidìo quale ognuno 
sapia certo, sicome é con effecto, che I* habia el 
suo fondo fermo et stabile, il quale sia firmissima in- 
leotione di la Signoria Nostra che se Tacia conti* 
ouamente de tempo in tempo secondo la disposilion 
de le leze nostre, però : 

L'anderà parte, che nel nostro Maior Conscio 
per 4 man de eleclion si debbi eleger uno oflcial a 
la Camera d' imprestidi, il qual babbi ad esser cum 
tatti quelli, salario, utilità, modi et condition che 
hanno li altri 4 oBciali de la ditta Camera, A il 
cargo suo debba esser signanter de scoder le gra* 
veze quale si ponerano al ditto Monte de subsidio. 
Item, dia scoder li danari deputati al pagamento 
de li prò' di quello insta la disposìlione de le parte 
391* prese nel Conscio di X, el de pagar alli tempi soi 
essi prò' come si fa delli prò* di Monte vechio, novo, 
et novissimo. De li qual pro\ ac etiam del cavedal 
de ditto Monte de subsidio siano servati circa li 
sansari el ogni altra cosa tutti li modi et forma che 
si observano a la ditta Camera de li prò* et cavedal 
de lutti li ditti altri Monti. Alla qual Camera de im- 
preslidi debano esser mandati tutti li libri de li 
creditori del ditto Monte de subsidio, el poi de 
tempo in tempo etiam li altri che pagarano a Tofi* 
ciò di Goveruadori per le graveze Quo a questo 
presente di poste. Sia deputato al ditto officiai uno 
scrivan il quale debba esser eleclo per el Collegio 
nostro a bossoli et ballote pe»anni 5, el cussi suC' 
eessive de 5 in 5 anni con salario de ducati 100 a 
r anno netti per sue spese, et cum tutte le utilità 
condilion el modi come sono li altri scrivani de la 
dilla Camera; et sia obligato ateoderli continua* 
mente, né possa substituir in suo loco alcuno per 

/ Diarti 4t U. Bamvto. - nm. U7U. 



niun modo sotto pena de immediala privatione de 
Toficio. El se Thavesse altro officio non possa 
lenir tutti do, ma sia tenuto refutar quello imme- 
diate da poi eleclo, aziò che havendo uno solo 
cargo el possi far quanto se convenirà a l' oflcio 
suo. SI veramente da poi el sarà eleclo ad alcun 
altro offilio, se debba far subilo eleclion de uno 
altro alla ditta Camera in loco suo. Et non vaglia la 
presente parte se etiam la non sarà presa nel dillo 
Mazor Conscio. 



De parte 


98 


De non 


43 


Non sincere 


5 



Die le dicio, in Maiori Consilio. 

ConsUiarJ^ et 

Capita de Quadraginta. 

Posuerunt partem sufrascriptam, de qua fuere 

t De parte 1044 
De non 87 

Non sincere 69 

1528, die 13 Maii in Bogatis. 

Consiliarii, 

Capita de Quadraginta^ 
Sapientes Consilii, 
Sapientes terrae firmae^ 
Sapientes ordinum. 

Sono più de anni do che il nobel homo Piero 
Zen se trova a Constanlinopoli orator nostro el 
vice baylo mandato per deliberalione del Conscio 
nostro di X, per el quale ultimamente hessendo sia 
data a questo Conscio facultà de deliberar de darli 
successor, é conveniente non differir più in far tale 
provision, siche il ditto nobile nostro possa venir a 
repatriar sicome Tha più volte per sue lettere cum 
instanliarizércata. la Signoria nostra, importandoli 
tal sua venuta per le cose sue privale ; el però : 

L* anderà parte, che per scurtinio de questo 
Conscio el 4 man de eleclion nel Mazor Conseio se 
debbi elezer uno Baylo a Costantinopoli, il quale 
haver debba ducali 120 al mese a lire 6 soidi 4 
per ducato netti per spese sue et de la faroeglia sua, 
di quali el non sia obligato render conto alcuno; 
et di essi li sia provisto io questo modoi zoé cbe 

89 



992 



435 



MDXXTOI, MIOOK). 



436 



avanli el partir suo de qui li siano dati ducati 600 
per subvenlioDe de mexì 5. Item, ultra li con- 
sueti danari che si Irazeno di baylazi, de I* intrala 
el ussita et del ancoragio, i quali vadano a conto 
de li ditti ducati 120 al mese; per lo restante da 
la camera de Candia li siano dati ducali 80 al mese 
a bon conto da poi li 5 mesi predilli, de li danari 
del datio de 1* insida de vin de quella ixola. Sia 
obligado el ditto Baylo lenir famegli 4 cum altra- 
tante cavalcature, et haver seco uno nodaro de la 
Canzellarìa nostra, il quale ultra el salario suo de 
la canzellarìa, el li consueti salarìi et regalie solile, 
debba haver eftam ducali 40 a Tanno da la Si- 
gnoria nostra, eum tulli li altri modi et condition 
contenute in la parte sopra ciò presa in questo et 
nel Mazor Conscio adi 4 de Zeoaro 1518, a la quale 
in lutto el per lutto si habbia relatione. Et la pre- 
sente non se intenda valer se la non sarà presa nel 
dillo Mazor'Conseio. 

t De parte 123 
De non 7 

Non sincere 1 

Die 14 dieta, in Maiwri Cm8ìììo. 

Consiliari et. 

Capita de Quadraginta, 

Posuerunl parlem suprascriplam, f( foere. 

t De parte 1095 
De non 67 

Non sincere 38 

393') Di sier Poh Morexini podestà et eapitanio, 
di Cimdal di Setun, data odi 8 Uomo ISJiS. 

Hoggi è venuto uno da Trento, el qoal è slato li 
latta questa sellinaana. Referisse esser gionlo de li 
8 bandiere de fantarle et bomeni d* arme a la bor- 
gogiona 800 el alcuni slradioti, de li 'quali già ne 
haveano aviali verso Rovere, drio li quali manda* 
vano alcune carette de barili di polvere, de seste, 
fake, eorde, una careta de lanze de bomeni d'arme. 
Et dice haver sentito tra loro soldati farsi vani ra- 
aonameoli de U lochi dove debbeno disoionlar in 
Ualia, et che impresa debaoo far, facendosi dese- 
gni ete. Aspello una persona de qoakhe inzegno 

(I) U mta M» è M|BM# 



mandata a Trento et quelli lochi de sopra dove 
sono le fanterìe ali alogiameuti ; di quanto riporlQra 
darò nolitia. 

Del dito, di 10 Maeo. 

Come il mandato a Trento non è ancora tor- 
nato. Pur è venuto uno da Trento, qual referissc 
che li cesarei già se disponeno et prendeno il viagio 
per descender verso Verona. 11 che etiam resona 
per la via di Cadore el etiam di Agort. Io son un 
poco slraman a la strada dove se dimostra li prepa- 
ramenti et andamenti soi ; pur non ho voluto re- 
star eie. 

Del ditto, di 11 Maeo. 

Hozi è ritornato lo exploralor mio mandalo a 
Trento, qual riporta che Mercore a di 6 del pre- 
seole si aviono da Trento el quelli contorni drìo a 
r Adese bandiere 36 et zerca cavalli 1300, et tutte 
le barche, ponti, victualie et monilione ; el la Zobia 
sequenle gli sequitono altre 7 bandiere. El perchè 
se dicea che ancora doveano gionger altre fantarie 
el andarti drìelo, siete li in Trento per tutto Sabato, 
tamen altri non zonse, ma se levono tulli li cape- 
tanei che erano restali adrielo, el diceasi andavano 
per* smontar sopra la Chiusa a uno loco diclo la 
Corvara con fama di voler andar a Milano, benché 
alcuni dicet si aviarìano verso Napoli per darli soc- 
corso. La qual cosa etiam ho saputa per alcuni ve- 
nuti da Bolzano per lo canal di sopra di Agorl a li 
di passali, havendosi ditto che cesarei voteano far 
mossa per dissender per Friul. El havendo mezzo 
di una persona quale ha bmiliarità grandissima con 
il vescovo di Persenon, ho mandalo Gno a lui per 
intendere se n' è cosa alcuna ; el qual mi ha afGr- 
mato non li esser né se li dia far preparalion alcuna. 

A dì 13. La malina, fo Mtere di sier Dome- Ì9V) 
nego Bolani proveditor in Monopoli, di 9, par- 
ticular. Come il Cjapilanio Zeneral era verso Bran- 
dizOy el con le zenie da terra capo il signor Camillo 
Orsini baieva il castello con 7 pezi di arlellaria. 

Da Verona, di V Emo, Nani et Contarini, 
di 14, hore 14. Come inimici erano tuli a Cavaioa 
alozali, né per tulio il zorno di Mercore, fo a di 13, 
erano mossi ; el per alcuni fuzili dal campo diceva- 
no voler passar el andar in mantoana. El che erano 



487 



UDXXflttt UÀÙOtO. 



438 



da 14 in (5 mllia fanti. Seriveno, h eompagnia del 
Capitanio ZeDerdl, homini d*arme 160, che vien di 
Cassan, era zonta a Looà. Loro non inanca?auo di 
la t)ooa castodia di Verona ; il Capilanio Zeneral an- 
dava atorno la notte fino meza note, poi loro retori 
et provedilori fin zorno. Item, come era zonto 
alcune zatre con 30 bote suso a inimici, et per non 
baver cari non lì potevano trazer di le zatre. 

Et per lettere pur de 14, de sier' Viceneo 
Orio, scrive : Come beri sera a bore 31 vene de 
li a Verona un (eribel tempo con tonitruo et pioza, 
el (rete una saela in la torre del palazo del Capitanio 
et butò parte di alcuni merli zoso, el amazò in una 
camera subteranca uno ragazo cb' era a servizio di 
sier Zacaria Barbaro Gol fo di sier Daniel capitanio 
defuncto, et poi dita sayta andele ^ la porta di la 
camera fiscal et ferite in uno brazo uno soldato, il 
qual cascò in terra et dete di la testa su li scalini di 
la ditta porta et machossi una banda. Non é morto 
ancora ma sta male. 

Da Vicenjfa, de Bier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitanio, di 14, hore 3. Circa li 
progressi di inimici altro non bo. Tiensi bozi babiuo 
passato per dar ordine a le cose sue, cb' é ragione* 
voi discorso, et che da matina facino una boni le- 
vata et piglino il camino verso dove barano statuito: 
qual é dtibio, percbé alcuni djpooo cbe andarano a 
Ponte Molino, altri a CazaI Magiore. Certa cosa è 
che beri matina gionse a Mantoa il signor Zorzi 
Fransperg in barca, qual*è asidialo da una parte, el 
(o incontrato da una altra barca di gendlbomeni 
mandali dal Marchese per bonorarlo. Fama era de 
294* li atrovarsi 6 capitanei cbe couduceano gente, el da 
cavallo a nome di la Cesarea Maestà, et uno per il 
Ponlifice ; ma ancora non si vedeano gente in esser. 
A Ilosfia poi é sia scontralo il nepote del ditto si- 
gnor Zorzi cbe andava ancor lui a Mantoa. Di so- 
pra non bo cbe gli siano gente di guerra. 

Del ditto, di 14, hore 21, venuta questa 
matina, ma la prima vene poi dimar. Hor scri- 
ve inimici non sono noossi, per quello si vede, di 
Cavaion, et erano per piar il camino verso Mautoan. 

Di Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
di 13, partìcular. Di eampo di Cassan habiamo 
inimici erano ussiti di Milano et cegnavano voler 
far uno ponte a Trezo, che cegnano voler andar a 
la volta dì bergamaseha. De inimici, todeschi erano 
a la Corvara, et On 12 che fo beri da sera ne erano* 
passali zerca 4000, el 200 cavalli ; el erano ne la 
Vale de Caprino. El se ha per lellere scripte dal si- 
gnor Alvise da Gonzaga qui al conte Zuan Galeazo 



da GambarSi sua signoria ancora non era risolta Al 
esser con imperiali, ma aspeclava risposta di h Si' 
gnoria nostra a la qual nui de qui bavemo scritto 
cbe lui era per acetar il partito. Finora non é ri- 
sposta, benché alcuni dice lui esser imperiai; ma 
per le lettere par non sia ancora risoluto, el saria 
molto a proposito el fusse con nui. Habbìamo el 
signor marchese di Mantoa haver tolto in protelioa 
Parma et Piaseoza ; non se sa a nome del Papa over 
di la liga ; et é a proposilo perché Inimici non ha- 
verano sufragio di quelle cilade. Nui femo de qui 
tutte quelle provision ne pareno esser neoessariei 
unitamente el con amor. 

De sier Domenego PiMomano podestà, di 
13, hore 5. Questa notte habiamo nova che inimici 
erano passati tulli de qua di Y Adese, el disfato ei 
ponte erano venuti a Cavaion. El non era più di li 
milia in tatto ; pezi 3& di artellarie. Dieeano voler 
venir a Bardolin el de li a Peschiera. Hanno preso 
bestiami et villani. 

Da Peschiera, di skr Hironimo Barbaro 395 
provédiior, di 13, scritta a li rectori di Breza : 

Magnifici et generosi tamquam patres olh 
servandissimi. 

Di novo, per nunlii di quelli nostri sapientissimi, 
adesso adesso essi alemani sono tulli passali di qua 
et hanno levato il ponte, et sono a la volta di Ca- 
vaion a bandiera spiegata ; et par quello cbe se in- 
tende dieno venir a la volta di Bardolin per poi 
passar per questo loco. El questo habiamo per dui 
pregioni erano stati presi et poi reschalali, quali 
hanno ditto questo medon^o. Non reslarò sempre 
di bavere li nostri tre messi suficietilissimi di fuora 
continuamente, et di bora in bora quando intende- 
remo daremo nolilia a vostra magoificenlia. De la 
quantità di le gente, per quello sì é visto el inteso, 
dicesi non passar di numero olirà 1 4 milia et 86 
bocbe di arlellaria. Nee alia. A vostre magnificeo- 
lie mi ricomando. 

Da Cassan, di sier Toma Moro proveditor 
general, di 13. Come hanno expedko questa sla- 
tina via domino Paulo Luzasco con tutta la sua 
compagnia di cavalli verso Verona, secondo la ri- 
chiesta del signor Capitanio Zeneral. Hanno, cbe An- 
tonio da Leva con tulle quelle zenle sue è ussilo 
tra beri sera el questa matina di Milano, ei par ba- 
bina tolto la volta verso Pavia con alcuni pezi de 
arlellaria seco. El andando a ditta impresa, over più 
olirà verso Piasenza, voriano haver ordine quello il 



439 



MDXXvin, laoou). 



4iO 



Gov^rnador et lui Proveditor babbi a far. Par sia 
restalo 4 bandiere a la vardia di Milano di lanzi* 
nech. Sono in Pavia di nostri fanli apresso 1000 et 
da 150 cavalli lizieri, che in ogni evento spera fa- 
ranno il debito. Et beri sera scrisse al signor duca 
di Milano vogli far redur di quelle gente sue insie- 
me con quel magnifico castellano di Cremona den- 
tro Pavia, per tanto maior custodia di quella città. 
Tamen tenimo inimici per adesso non faranno al- 
tro tentativo, salvo di andar, potendo, a coniongersi 
con questi novi che calano. Il signor conte di Caiaza 
questa matina é cavalcalo con la sua compagnia di 
S95« cavalli ; al suo ritorno, quanto bara operato aviserà. 
Scrive, si mandi daffari per pagar le fantarie vechie, 
et ne ha di novi da 1000 et pid fanti da pagar, et 
ne aspecta de li altri in bon numero ; et non pagan- 
doli, andaranno da li inimici. Il signor Cesare Fre- 
goso è ritornato di qui. La compagnia sua di gente 
d*arme é restata nel cremasco; non ha hauto il 
suo quarto del quartiron, et é creditrice del primo 
et presto sarà del secondo, siche bisogna pagarli. 

Post scripta. É ritornato il signor conte di 
Caiaza. É stato fin su li repari di Milano. Riporta 
che sono ussiti fuora di Milano solum 6 bandiere 
di spagnoli, et vanno verso Pavia, et il Leva con li 
lanzinecb é restato in Milano. 

396 Ex litteris domini Francisei de Gonsaga^ ex 
Orvieto, die 9 Maij 1528, ad dominum 
marchionem Mantuae. 

Questa matina é venuto da Paliano uno gentil- 
homo mandato da lo ìllustrisimo signor Loysi Gon- 
zaga, quale riporta come non beri Taltro, che fu- 
rono a di 7 del presente, esso signor Alvise con 
compagnia di circa 800 fanti di quelli che a questi 
di furono fatti per Nostro Signore, s* apresentò a 
la terra di Paliano che poteano esser 33 bore, et 
data la bataglia da quella parte che era più debile, 
intrò dentro per forza, et dopoi l'occisione di molti 
ha fatto pregioni Sara Colonna, il signor Prospero 
dì Cavi et alcuni altri gentilhomeni che vi erano. 
Il prefato signor Alvigi é restato ferito di due ar- 
chibusate, ma non pericolose però per esser in logo 
che non li hanno toccato né nervi uù osso. Era an- 
che tra questi restato pregione uno Fabricio de la 
Valle nemico di Hironimo Matthei, qual ancor lui 
s'è ritrovato in questa impresa in compagnia di 
esso .signor Luigi, et non ostante che la iuìmicitia 
fra loro fusse grave et mortale per esservi interve- 
nuto morte di dui loro fratelli, zioé uno di un canto j 



I et r altro da l' altro, nondimeno, havendo il signor 
Loysi scosso Fabricio per 100 scudi et datolo in 
mano di Hironimo, esso cortesemente Tha liberato ; 
cosa veramente degna di virtù de antiqui romani, 
et che merita molta commendatione per esser slato 
atto molto magnanimo. In Paliano, secundo me ha 
ditto monsignor reverendissimo di Gonzaga, erano 
1200 homini da guerra et 400 del paese. Par quasi 
miraculo, essendovi un tanto contrasto, ne sia segui- 
to lo effelto che e, il quale veramente è cosa de 
grandissima importantia per li interessi di Roma et 
di tutta campagna, che ora é assicurato il lutto. 
Erano alcune altre terre che se teneano a la devo- 
tione di questi signori pregioni, le quali a un tratto 
faranno anche esse revoliitiotie, di modo che per 
adesso il tutto sarà di la figlia erede del signor Ve- 
spasiano Colonna. Pensasi che per questo successo 
il Papa se risolverà che *1 signor Loyse piglia quella 
giovine per moglie; il che sarà un bel parlilo. 

Ordine dato per il signor Capitanio Generale 
per la custodia di Verona, adì , ... Ma£0 
1528, Et prima. 

Tenir le guardie principale et ferme a li lochi 
già deputati, et le sentinelle a guardia et guardia ; 
le qual guardie debbano, olirà le dille sentinelle, te- 
ner ancho l' altre sentinelle de fori de la terra, et 
sia sempre et continuamente chi passeggi tra sen- 
tinella et sentinella. Olirà di questo, sia una guardia 
(erma in piaza medemamenle cum le sue sentinelle, 
et due bande di soldati di 25 Y una cum dui capi 
di squadra pratichi et accorti, passeggino sempre 
per la città diversamente 1* una da 1* altra, et per 
tutto vedendo et ascollando ogni cosa. A la meza 
notte, tulli li fanti che sono in la città debbano con 
le loro arme trovarsi con li loro capitane! a li lochi 
deputati de la lor difesa, et in quelli potrano cosi 
armali riposare, essendo come é il tempo bono, et 
lenendo sempre svegliate le guardie ordinarie ; et 
cosi dimorare tulio il resto di la notte fino al chiaro 
giorno, lassando ciascuna notle una compagnia li- 
bera per poterla usare secondo venisse la occasione, 
senza sfornir li altri luochi ordinali. Li canonieri et 
bombardieri debbano tulli dormire et slare a le 
loro artigliane ciascuno a la sua, così quelli de la 
piaza, come quelli de tulli altri lochi. Le porle di 
la città non se aprano se prima non saran sta falle 
le scoverte a li luogi necessari!, melando per tale 
efiecto li homini for de li sportelli o porticeili. Et 
perché questi ordini habbiauo da exequirse, tengasi 



Ul 



UDXXVin, MAGGIO. 



m 



questo modo, zioé che li capi di squadra et sergenti 
deputali a le guardie ferme debbano riveder spesso 
et ricoDoscer le loro sentinelle, et li capitani perso- 
nalmenle a le volte riveder le guardie et sentinelle 
di loro quartieri per acertarsi se li capi di squadra 
eseguiscono il loro ordine ; et oltra la cura che 
hanno i maestri di campo di andar rivedendo che 
tutto questo ordine babbi eOecto, si deputano ancor 
al medesimo genlilhomo et lanze spezate de lo illu- 
strissimo signor Duca, riservando lo andar di Sua 
Excellentia et cosi de li clarissimi rectori et Prove- 
«97^ ditori a sopraveder a qi:elle bore che parerà ; con 
ordine che sempre uno di questi resti a la piaza. 
Ad questo ordine reservasi altro ordine, se *1 biso- 
gno astringeri che se debba fare. 

É ordinato al capitanio Jacomoìja Novello, che 
debba lenir del continuo di «et nocte a la porta de 
citadella 30 fanti, et in tutti li lochi che se hanno 
a guardar intorno a citadella, in cadaun loco debba 
star 3 fanti per loco. 

Item, che al canton de le Sorte gli habbia a star 
in guardia la nocte 12 fanti. 

Item, che al torion di la porta dei Calzari li 
habbi a stare la notte una squadra. 

Item^ che a la porla del Palio habbia intrare 
in guardia ogni di 100 fanti in essere, et la nocte 
se habbia a cavare 50 de qu^li 100, li quali hab 
bino più abundantemenle esser distribuiti a cerco 
a la nnuraglia dì la guardia sua deputata. 

Item, ehe*l signor Hestor babbi ogni di in- 
trare in- guardia a la porla di San Maximo con 
fanti 100 in esser, et a la nocte debba cavare 50 
fanti di quei 100 et deba contribuirli soprabon- 
danti a li altri lochi guardati per guarda de sua 
signoria. 

Item^ che lo prefato signor Hestor ad ogni 
nocte deba meter in guarda a la guarda del to- 
rion di Spagna 35 fanti. 

Item^ cheM préfato signor Hestor habia ogni 
nocte a meter in guarda al cavalier di terra in 
Spagna 13 fanti. 

Itetn, che 'I prefato signor Hestor habia a me- 
ter in tutti i lochi donde e deputate le guardie, 
da la porta de Pali infino a la cortina Trifauti 
per loco. 

Item^ il capitanio Bel da Forlì ogni nocte con 
fanti 15 vadi a squaraguaito per tutti i lochi de li 
guardie deputate di la terra di qua di V Adese. 

Itefn, che *l prelato capitanio Bel ogni sera de- 
bla mandare 15 fanti a la guardatici signor Duca. 

Iterrif che M prefato Capitanio, con lo resto di 



la compagnia, bisognando habbia ad aiutare il »• 
gnor Hestor per lor guardie deputate. 

liem, che'l capitanio Tognon habbia a ogni 
nocte andar di là di 1* Adise cum fanti 15 a squa- 
raguaito per tutti i lochi deputati et altri lochi di 
la terra, zioé di 1& di T Adise. 

Item, che 1 prefato Capitanio habbi a mandare 

a ogni sera 15 fanti a la guardia del signor Duca. 

Ifem, che 'I prefato Capitanio con lo resto de 

la compagnia habia aiutare la guarda de Citadella, 

bisognando perOno a la porla del Palio. 

Item^ che li Capitanei di la guarda di la piaza ^gg 
habia intrare in guarda ogni di con tutta la sua 
compagnia, et starvi la nocte seguente insino che 
serano cavati di guarda da li altri deputati. 

Item,'Che li prefati Capilanei habbi de conti' 
nuo dì et nocte a mantenire a la guarda de sei 
pezi di artellaria 12 fanti. 

Item, li Capitanei quali sono deputati a la guar- 
dia di Santo Giorgio per insino a la porta del so- 
corso di Santo Pietro, habbia ogni di a intrare in 
guarda a la porta di Santo Giorgio cum fanti 100 
in essere, li quali habbino star il di ; et la nocte 
cavarne 50 et distribuirli a le murale, donde tocca 
la sua guardia. 

Item^ il capitanio Marian Corso habbia a met- 
tere in guardia a la porta del soccorso di Santo 
Pietro una squadra, et in li altri lochi di guarda 
per flno'al castello Santo Felice, tre fanti per loco. 
Item, il conte Carlo di Soliano habia a ìnlrar 
in guarda a la porta del Vescovo cum fanti 100 
in essere il di, et la nocte levarne 50 et distri- 
buirli in li loci deputati da la sua guardia. 

Jiem, che '1 prefato conte Carlo habbia a me- 
tere in guardia a cadauno torione che son fra la 
porta del Vescovo et Santo Felice, una squadra 
j!>er torione la nocte; in li altri loci di guarda si 
babbi a metter tre fanti per loco. 

Item^ che 'I capitanio Nicolò da Macerata hab- 
bia di continuo a ogni nocte a metter in guarda 
a la rocheta sopra V Adise fanti 12 la notte, et in 
tutti li altri lochi di guardia per fino a la porla 
del Vescovo tre fanti per loco, et al torion di Cam- 
po Marzo fanti 25 ogni notte. 

Lista de li allogiamenti et guardie di Verona. 

Capitano Jacomo da Novclo, guarda citadella et la 
porta di Calzari et la porta del Palio con fan- 
ti 500. 

El signor Hestor da Faenza guarda a la porta di 



». 



448 



UUXVmU MAOOIO. 



Santo Maximo, el lorion di Spagna, il cavnlier 
(li terra pur in Spagna, et la Catena con fan- 
ti 400. 

El capitanio Cluson guarJa le cortine comenziindo 
a la porta del Palio per fina al cavalier de 
terra in Spagna, conr)putando la guarda di le 
tre colobrine quale sono in la Beverara. 

El capitanio Bel da Porli alogia apresso il Castello 
vechio a effecto di aiutare el soccorrere a la 
Catena overo in cilaJella dove seri magior el 
bisogno. 

El capitanio Tognon alogia in Santo Piero lucarnario 
et altri lochi li eircumvicini apresso a la cita- 
della, a effecto di socorrere et aiutar dove seri 
magior bisogno. 
398' El capitanio Viccnzo Ubaldino guarda la piaza con 
fanti 300, quali alogia io li più propinqui lochi 
di la piaza. 

El capitanio Joan Antonio da Cingoli guarda a la 
piaza eum fanti 200, quali alogia al ponte di 
la Pietà et altri lochi eircumvicini a la piaza. 

El capitanio Lodovico da Cremona guarda la piaza 
con fanti 200, quali alogia in Santo Bencdeto 
el altri lochi lì propinqui a la piaza. 

El capitanio Pier Maria da Ravenna, insieme col 
capitanio Cesar Grosso el capitanio Bercele Poe- 
ta, zioé il capitanio Pier Maria con fanti 300, il 
capitanio Cesar Grasso con fanti 150, il capi- 
tanio Hercole Poeta confanti 150 guardano la 
porta di Santo Georgio perGno a la porta del 
soccorso di &m Piero. 

El capitanio Marian Corso guarda la porta del soc- 
corso di San Piero perflno a caste! San Fellxe, 
intendendo però la guarda di San Felixe con 
fanti 900. 

El conte Carlo da Sogliano guarda la porta del 
Vescovo perfino a San Felixe con fanti 600. 

El capitanio Nicolò da Macerala guarda da la porta 
del Vescovo per infìno a la rocbetta sopra a 
r Adise. 

Caso cheM se desse a Tarme, e ordinato al capitanio 
Nicolò et conte Carlo da Sogliano debbano las- 
sar le loro guardie secure, et con lo soprabon- 
dante redurse a 1q castello San Felixe. 

El simile è ordinato al capitanio Pier Maria, et 
capitanio Cesar Grasso, el capitanio Hercole 
Poeta sentendo a Tarme habbino a lassare le 
loro guardie secure el ben guardate, el col 
soprabondante redurse al castello Sau Felixe. 

El simile è ordinalo al capitano Vicenzo el al ca- 
pitanio Joan Antonio, et capitanio Lodovico da 



Cremona quali guarda la piaza, che 
Tarme tutti se habbino a redurre a 
el subilo habbino a dirizare quelli ( 
arlellaria a le boche di le strale. 

El simile è ordinato al capitanio Togn< 
Riva, sentendo Tarme, habbia a ar 

' tutta la compagnia in citadella. 

El simile è ordinato al. capitanio Bello, 
Tarme, subito se levi cum tutta la e 
et vada a la Catena. 

El simile è orJìnato al signor Hestor el 
tanio Cluson, sentendo Tarme, debbj 
le lor guardie el ben guardali subito 
Catena. 

El simile el capitanio Jacomo da Novelo 
securar le loro guardie ben guardate 
rarsi in citadella sentendo T arme. 

Da poi disnar fo Conscio di X con I 

Da Brexa, di sier Zuan lerro e 
vidi ìeiiere^ di 14, hore 10. In questa 
di campo, come a dì 13, bore 12, ussiti 
G bandiere di spagnoli fuori di la porta 
di Milano, andando a la volta di Pavia ; 
cevano scale secho ; et qualmente el sigi 
nio da Leva facea radunare a San Grego 
di Milano le gente ^* arme et alcune fai 
come si dice che voleano andar a Pioni 

Da Verona^ di V Emo, Nani et d 
di 14, hore 3. Come inimici erano pur 
et haveva mandata parte verso Barclolin 
deva gran fuogi. Non si sa la causa ; si e 
sano qualche villa. El che il Cipitanio 2 
duol che si T havesso pur cavalli 300 lizii 
far danno perdio vanno disordinatamonl 
hanno avisi da Trento eh » è sta mandai 
damento a tutti del conta di Tiruol stagi 
dine insta T ordine dato, aziò che quando 
eìiam loro vengino. 

Ba Vicenza, fo lettere. Il suniario 1 
di sopra. 

Da Lodi, di sier Gabriel Venier 
di 13, hore 24. Come il signor Duca h 
nova il conte Lodovico di Belzoios4> ess< 
in Pavia do hore avaiUi zorno con scale; 
via è venuta imperiai. 

Item, sul tardi vene un'alira ietterà 
Lodi, del ditto Orator, di 13, hore . . 
ferma la nova, però che la prima ave a^ 
stel SanTAnzolo, che in Pavia si criJava 
rio >. Bora mo' avisa il moJo. Par che. 



4i5 



MDXZTUI, MAGGIO. 



U6 



andato il conte Lodovico Belzoioso con 2000 fanti 
ossiti di Milao con scale a una porta di Pavia ia 
qual era custodita da do nostri contestabeli, vide^ 
licei, Coscho di nation .... qual era in Milan 
con it Leva, si parti in corozo et vene nel nostro 
campo, To tolto et datoli fanti et poi mandato in 
Pavia; era etinm .... con le loro compagnie; 
h qual porla é al canton di .... Et cussi in 
299* trorooo dentro .... et fato presoni li capi. Si 
ritirò in castello Ilanibal Pregoso et Bruno da Qu- 
soQ fratello dì Aguslin, i quali poi si reseno salvo 
le persone. Scrive, il duca di Milan dolersi mollo 
di questa perdida la qual era cuslodida da le zente 
di la Signoria nostra, zoé da fanti 900, homeni 
d* arme .... et lizieri .... Era per nome del 
Duca comissario .... qual è fato preson. Scrive, 
la terra non si mosse, ma nostri volseno fare un 
poco di contrasto, ma non polcno. 

Questi erano gì Pavia. 



Domino Piero da Longena. 

Jacomo Vicoaro capo di ca- 
valli liziezi 

Conte Brunoro da Porlo, 
cavalli lizieri .... 



homini d* arme 75 



55 



50 



A piedi. 

El Cluson fanti 237 

Cesar Martinengo ....... > 167 

Haniinl Fr^oao > 301 

Et Coeeo > 312 



numero 907 

Questa nova venuta storni mollo tutti, el fodato 
la colpa sìa sti tratado con quel Coscho capilanio 
di fantL 

Po scrito a Lodi dolendosi del caso seguito, 
qual tenimo sia sia contratato ; et però è da far bon 
animo, uè semo per mancar in tutto ; con altre pa- 
role. Et debbi esso oralor nostro sier Gabriel Ve- 
nier parlar al Duca, debbi ben custodir Cremona et 
Lodi etc. Et questa lettera fo spazata li nel Con- 
scio di X. 

Fo scrìtto in Pranza a l'Orator nostro iustiflcan- 
do la cossa, et la custodia havevamo in quella terra, 
con mandar io nota il pressidio tenevano. La cosa 
e seguita nel modo si ha» el si manda li avisi ; ta* 
men fo ootada et rimesso espediria per Pregadi* 



Po posto una parte presa aricordata per sier 
Nicolò Venier è sora la Zecha, che de li ori se mete 
in Zeca et sono et si bavera di la Signoria nostra 
siano stampade corone, qual in campo si dà per 
lire 6 soldi 18 V una : la qual di una banda babi un 
San Marco in marcheto et da V altra una erose ; et 
sia di oro df 22 et 



Copia di una lettera del campo da Cassan, sqO 
scritta per il signor Janus Maria Fregoso, 
a dì 14 MaBO 1528^ ad Augustino Abondio 
in Venetia. 

Missier Augustino. 
Per la presente sarete avisato, come bier niìatino 
de di cbiaro li inimici intraronu dentro de Pavia da 
la porta dove ei^ Coscho con la compagnia a la 
guardia, con intendimento di quelli di la terra el di 
quelli di Coscho, per quello intendemo et per quan« 
to si è visto de V intrare de inimici. A la quale im- 
presa contro nemici non gli con)parse compagoiai 
se non Hanibale con la sua compagnia che comba^* 
lete animosamente più che puoté ; et ne furoa uccisi 
molli de nemici. Ancora di quelli di Hannibale, et 
Itti rimasto preso non havendo soccorso dagli altrii 
perochè gT\ bisognerà pagare qualche buona sum- 
ma di danari. Siche dal canto nostro non é mancato 
di avisare la excellenlia del duca de Milano subito 
che li inimici andavano a quela volta, et che voles- 
seno provedere con celerità sicoroe noi V avevamo 
avisata in tempo; et cosi havessemo risposta da Sua 
Excellentia de la receputa di le nostre lettere et che 
baveva avisalo. Dal canto nostro, non gli posseva 
far altro se non dargli aviso in tempo come bave- 
mo fatto, né al iuditio mio questa cosa non é de 
grande importantia excepto per il nome, percbd in 
quella terra non trovarano né danari né victuarie. 
Per rispetto di Bergomo non si manca di fortifi- 
carlo ; ma se la Serenità del Principe, sicome gK 
havcmo scritto, non fa provisione del pagare li 
fanti, non sapemo in che modo poterlo foraire oc- 
corendo che li nemici aodasseno a quella volta. 
Similmente dico de h gente d*arme, che non sono 
pagate. Pur dal canto mio non sono per mancar ; 
né altro dirò per questa salvo che solìcitate la reao- 
lution, ma 



m 



HI 



HDXXrm, MAGGIO. 



448 



800* 0(>pia di una lettera dal campo a Cassano, a 
dì 14 Maso 1528^ scritta per Zuan An- 
drea Prato eavalier, eolateral generai, ad 
Agustin Abondio. 

Li mimici beri malìna andono a Pai^a, et por la 
vardia che teneva Coscho iùlrono dentro senza che 
alcuno de lì nostri se ne acorgesse, de modo che 
parte de li nostri fanti, che forno il Martinengo 
et quelli del elusone si redusseno io castello, et da 
poi se reseno al conte Lodovico da Belzoioso, et 
sono venuti a salvamento. De li ^Itri capì non sano 
che ne sia seguito, ma dicono debeno essere o presi 
morti, che sono per il primo il capitano Longena 
qual era gubernator li, il signor Hanibal Fregoso, 
Jacomo Vigoaro et il conte Bronoro da Porlo. De 
Coscho non dico, perchè sì dice lui esser sta quello 
che ha conduta quella cosa con li inimici ; cbè hes- 
sendo cussi, queste sono dì le remuneratione che 
danno costoro a lì soi signori per li beneficii rice- 
vuti ; che se fòsse sta suo subdito non li seria basta 
lo animo de usar un tal tradimento, né far un tanto 
scorno né vituperio a li soi signori, et basta. Pre- 
gove a suplicar quelli signori che mandino dinari 
subito, subito, altramente vedo le cose sue in gran- 
dis^mo disordine. 

801 Fu posto una parte, che atento fosse preso per 
questo Conseio di X con la Zonta che li scrivani di 
le Cazude dovesseno scuodcr li debitori di le deci- 
me et tanse, ut in parte, con 20 per i 00 dì utilità; 
et atento hanno scosso di questo conto 21 milia 
ducati, resta a scuoder zerca 12 milia, li qual per il 
Collegio fo ordina scodesse cori destcrità, et del 
scosso dieno haver tra loro ducati 6000, pertanto 
voleno del restante dar ducali 2000 di primi a la 
Signoria nostra ; del resto eh* è zerca 10 milia vo- 
leno scuoder loro et partirli per mitade. Fu posta 
la parte di conciederli, et balotata do volte non fu 
presa. 

A di 16, La matina la terra fo piena di la nova 
del perder di Pavia, qual porta assà cose drio ; et 
fo dato la colpa a quel Coscho corso babbi tradito. 
Fu sospeso per Collegio expedir le lettere in Pran- 
za scritte beri. 

Fo scritto a Raveoa, solicilando Malatesta Baion 
a venir presto con li 1000 tanti, et etiam . . • 



Vw9 r oralor del duca di Milao, el qual par 



non babbi bauto lettere del so signor, et fo parlato 
di questo perder di Pavia, inimici intrò che le zente 
disnavano ; et il Duca si duol grandemente di tal 
perdeda. 

Da Trani, di sier Veior SoranjfO provedi- 
tor, di .... , vene lettere, per tre navilìi ve- 
nuti, stati a Loreto, su li qual e do slati a Loreto, et 
in una hostaria hanno preso la iandussa. Fo mandati 
a Lazareto uno Mathio tentor et V altro et li oavilii 
sequestrati a Lio. 

Da poi disnar fo Pregadi ; el vene a nona let- 
tere: 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro eapitanio, 
di 14, Kore 1 et messa. Come in questa bora ho 
inteso inimici esser intratì in Pavia ; et un corso 
verzè videlicet el Coscho capitanio che fuzite da 
Milan, el qual e quello che fece venir el conte di 
Caiazo a stipendìi di la Signoria nostra, era a una 
porla di ditta città, et quella ha data a inimici zoe a 
quelle 6 bandiere pa||ite da Milano et andavano 
verso Pavia, come scrisse per le altre. Hanno preso 
il signor HannibaI Sol del signor Janus di Campo 
Fregoso, missier Piero da Longena con la sua com- 30i« 
pagnia di homeni d* arme et 1000 fanti nostri che 
erano in ditta città ; per la qual presa inimici ba- 
rano Tortona et Alessandria et tutti quelli lochi, et 
haveranno il passo in sua libertà, che sarà de gran- 
dissimo danno, et potranno andar fino a Zenoa ; 
siche Idio li meta la man sua. Àlemani erano a la 
volta di Lacise. Àspectemo di bora in bora saper il 
camino che hozi haveranno facto. 

Di sier Domenego Pieamano podestà di 
Brexa, di 14, particular. Habbiamo hozi fatto 
varie provision più di quello è le forze nostre, et 
havemo deliberà metter in castello Zuan Maria da 

Castello con fanti 50 oltra quelli fanti vi 

sono ; et tirar in questa città Ferazin da Brexa con 
tutta la compagnia di fanti 50, al qual et a li fanti li 
daremo la paga nui aspectando li danari di campo 
deputadi a tal paga. El Falcon da Salò et uno altro 
di Rimano hanno 500 fanti alogiati qui nel paese 
aspetando la paga per andar in campo, unde hab- 
biamo ordinato da malìna siano propinqui et la ter- 
ra, dove habbiamo fatoli preparar alozamenti per 
poter adoperarli in questa città. Habbiamo mandato 
ad Àxola questa matina archibusieri 60 el altratanti 
in Lonà. Da matina mandaremo Jacometo di Val- 
trompia con archibusieri 100 in Asola, et ordinato 
al proveditor di Asola reducbi quelli del paese per 
suplimento del suo bisogno. Non sapiamo né poto- 
mo far più di quello femo. Mi par esser un ina eittà 



U9 



MDXXVIII, IIAGOIO. 



450 



abandonala che da banda alcuna non li vedo pro- 
vision ; tamen non siamo per inanchar. De inimici, 
par siano verso Peschiera. 

El nota. In Brexa beri zonse Guido di Naldo 
con la sua compagnia de 



302 Da Brexa, di reciori, et sier Marco Fosca- 
ri proveditor general. Di le provision hanno fato 
in ditta cillà el lerrilorio, ut ante. 

Di Nicolò Barbaro eapitanio del lago di 
Garda, da BardoUn, di là, scritta a sier Gre- 
gorio Pizamano. Hozi è venuto a Garda cavalli 
$00 el 300 fanti, el se apresenlorono a la terra, 
dimandando la terra per nome di l'Imperador el del 
Duca capilanio general di lo esercito imperiai. Vene- 
no a dimandarme quel dovesseno far. Li dissi che di- 
cesseno non baver libertà, el che la dimandanoa li sol 
superiori. Non feceno altro, el se levorono el veneno 
a Bardolin con maior forzo di fanli, et io con le fuste 
li sequHava. El gionli,dimandorono la terra come di 
sopra. U fo risposto el simel ; per il che venero 
con molta bravaria a presentarse a le porle.^ Me 
missi per fianco con le fusto el una barca di Salò, el 
con arlellaric salutandoli non se posscno mai aco- 
slare, ci si fece una gaiarda scaramuza el si parti- 
rono con vergogna. Per lo aviso ho di sopra, si 
hanno fallo una crida, che tutta la gente coman- 
dala stiano in ordine, et come senleno 4 bolle de 
artellaria se ne vadino a Roveredo (?). 

Da Verona, di i' Emo, Nani et Contarini, 
di 15, hore .... Come inimici erano al loco so- 
lilo di Cavaioo, ci la lesta verso Castel nuovo vicino 
a Peschiera, che par voglino andar el passar a Pe- 
schiera o Valezo et andar in mantoana; per il. che 
hanno scrillo loro reclori et Proveditor al Capilanio 
del lago prepari barche, perché andando inimici in 
brexana manderanno di le fanlarie sono 11 a Brexa, 
el faranno venir di quelle è a Vicenza li a Verona. 
• Ancora, che si ha aviso, il fradello del conte Girardo 
di Archo con 6000 lanzinech voler venir per la via 
di Forni in visenlina. Scriveno provision fano a 
Verona, melando custodia in Ir castelli di novo, 
dove è molti fanti vecbii et po^U per so' naeriti, né 
sanno come governarsi. Mandano lettere del Capi- 
lanio del lago, scriple di sopra il sumario. 
30*2* Dt Verona, di sier Lorenzo Sanudo qu. 
sier Angolo, di 15, have lettere. Come li inimici 
sono levati in questa matina da Triolo et Chaviron 
el sono gionli a Caslelnovo ; parie si indica anda- 
ranno a la volta di Lavezo et farano la strada dove 
a loro parerà per non baver contrasto. Le genie 
/ Pfarfi ii M. Bauvto. -« Tem. ILYIL 



di Paulo Lozasco ci lui dieno gionger di bora in 

bora. 

Item, per lettere di reetori et Proveditor è 
questo aviso, pur di 15. Del levar di inimici, li 
fanti in do bataioni et li cavali in 5 balagioni, et 
zonli parte a Castel novo. 

Di Crema, di sier Luca Loredan podestà 
et eapitanio, di . . . .Come, poi il caso di Pavia, 
molli ciladini di Cremona el Lodi voriano venir 
habilar in Crema ; el la moier di Maximilian Slam- 
pa ; però aspecla ordine di la Signoria. JUtiam il 
s^nor duca di Milan li ha scrillo per sua secortà 
voi venir a star de qui. Per tanto aspela ordine do 
quelo habi a far. 

Di Ciossan, di sier Ihomà Moro proveditor 
general, di ... . con Y aviso haulo del prender 

di Pavia. 

IH Fdtre, di sier Toma Lippomano pode- 
stà et capitaniOf di 13. Manda questo aviso. Ri- 
porta Fachineto, qual partite di Trento beri sera, 
che tulle le gente alemane cussi a pie come a ca- 
valo sono andate a le basse el compite passar. Do- 
menica prossima dicevasi a Trenlo, che baveano 
passa a la Corvara tolta per forza, el da poi a la 
Chiusa senza contrasto V hanno hauta, el andati di 
longo sopra la campagna di Verona. Tulle le mu- 
nilione, arlellarie, barche, ponti, scale con loro 
hanno condutlo ; ma la vitualia è ancor a Trento el 
si va mandando di bora in bora in pani ; el Luni 
da matina andete sopra zatre ferfossi 36, et poi 
sopra cavali assà pan ; et di continuo si fa pane. 
Diccsr che'l vescovo di Persenon li die mandar 
5000 fanli ; la Vai de Non 1300 fanti ; conta di 
TimoI 6000 fonti, el si aspetta 11 duca di Baviera 
con 2000 cavalli ; et faceasi, provisione a Trento 
di mandar driedo el campo del vino per non tro- 
varne a le basse. Scrive, per fi castehini di Val- 
sugana sono stale falle cride che li pegorarì et 
qualunque altro che pretendesse andar a pascolar 
le loro montagne possino seeuramente andar, et 
li sera fatto salvo conduUo. 

Da Verona, di sier Lorenzo Sanudo qu. 303 
sier Angolo, mi scrive cussi: Questa matina é 
zonlo di qui le zente del signor duca di Urbino 
capilanio zeneral, zoé 200 cavali. Si ha nova spa- 
gnoli ha haulo Pavia ; per il che sterno di qui con 
sospetto. Da zorni cinque in qua io non dormo 
la notte, stando a la guardia di la mia porla di 
San Maximo. Inimici é levati questa matina da 
Trioli el Cavaion, el zonli a^ Castel novo. Si iudica 
andarano a la volta di Valezo, et torano la strada 

SO 



iti 



IIDXXVIII, IfAGGIO. 



45i 



dove i vorano per non haver contrasto. Le zcnle 
(lì Paulo Luzasco et lui dieno zonzer di bora in 
bora qui. La sayta dete beri sera nel palazo del 
Capilanio, et ha morto il ragazo di sier Zaearia 
Barbaro fo fiol del Capitanio morto. 
304') Da poi lello le lettere et ussito in Pregadi li 
Savi! del Collegio, 

Fu posto, per li Savii, una lettera a TOrator 
nostro in Pranza, et fo quella nolada beri ; vide- 
licei avisar di la presa di Pavia per la pocbagine 
di le nostre gente, come la vederà per li avisi, 
et con qualche Iratado; che non credemo altra- 
mente. Tamen per questo non semo per mancar ; 
et però Soa Maestà Gbristianissìma, atento il calar 
hanno fatto li lanzinech quali sono in veronese, 
come la vederà per li sumarii, vogli immediate 
mandar li lanzinech et atender a dar aiuto a le 
cose di Italia, in che consiste la vitoria ; con altre 
parole, ut in litteris. Fu presa. 

Fu posto, per li ditti, una lettera ai rectori et 
Proveditori a Verona che atendino a la bona cu- 
stodia di la città, laudanio le provision fatte a li 
castelli, et metino mazor custodia ut in litteris^ 
mandando fuora quelli erano prima che sono inu- 
tih ; et cussi il Capitanio General sia quello che 
comandi, in la fede del qual non solum si confi- 
demo, ma efiam in la soa prudentia ; et laudemo 
quello ha scritto a missier Baldo Antonio suo ora- 
tor di ordini, dati per la bona conservatione de 
quella terra eie, ut in ìiiteris. Fu presa. 

Fu posto, per li dilli, una lettera a sier Luca 
Loredan podestà et capilanio di Crema, in rispo- 
sta di sue, che quelli di Cremona, eie, et quella 
dona Slampa voriano venir a star lì, si scusi non 
poter per causa di le viluarie etc. ; ma venendo 
il signor duca de Milan lo aceli con la sua corte 
bonorandolo etc. Fu presa. 

Fu posto, per ji Savii del Conscio excepio sier 
Hironimo da chà da Pexaro ci Savii di terra fer- 
ma excepio sier Borlolamio Zane et sier Filippo 
Capello, una lettera a sier Toma Moro proveditor 
zeneral in risposta di sue, zerca il signor Janus 
di Campo Fregoso, qual vorla li fosse dà T auto- 
rità di Governa lor etc. overo parlirse, il che con 
Senato li diremo nui esser fortemente per satisfar 
ai soi desidcrii, etc. 
304» Et a l'incontro, sier Hironimo da Pexaro, il 
Zane et Capello voi si dichi $ub nube^ ma non 
promeler di farlo si largo. 

(i) U oarU 308* * MtnM. 






Et Si levò il Serenissimo narando la fede del s-^s 
gnor Janus, et si voi darli il grado, qual è za tan -^^ 
anni che'l ne serve et lo ha meritado ; et voleva li^ - 
meter la parte, ma li Savii meterano le parte, co^::: 
altre parole in laude del ditto, laudando la parte c^ 
Savii che li dà promessa. 

Et li rispose sier Hironimo da cha' da Pexar "*" 
preditto, dicendo non è tempo perchè el Capitani» i 
Zeneral non bara piacer, el cargo il Serenissimo ch^ 
quello el voi el voi, niun li disse conlra eie, lau i 
dando T opinion sua et di compagni qual non li da=- 
ferma speranza ; con allre parole etc. 

Dapoi il Serenissimo con colera si levò et parici 
in sua excusalione, che a lui non veniva tal calun — 
nie ; si ben Topinion sua é di farlo Oovernador pc«" 
ben del Stalo, non è che quello el voi el vola, et 
però il Pexaro parlava mal, el ctie lui solo voleva 
meler la parte ; ma li Savii conscio se indusiase ci 
lui fo conlento indusiar eie. 

El andò in renga sier Filippo Capello Savio a 
terraferma, et parlò per la soa opinion contra la 
parte di Savii. 

Dapoi, sier Lunardo Emo Savio del Conscio par- 
loe et biasimò molto il Pexaro, laudando le opera- 
tion del Serenissimo et laudando la parte di Savii et 
soa, in la qual introe il Serenissimo, Consieri et Cai 
di XL Andò le parte: 31 del Pexaro, 125 del Se- 
renissimo et altri. Et questa fu presa. 

Fu posto, per li Savii, che la tansa numero 9 si 
scodesse per 8 zorni con 5 per 100 di don, et poi 
per altri 8 zorni senza don ; poi si pagasse con 
pena di iO per 100 ; et quelli pagavano per (ansa 
da ducati 10 in zoso la possi pagar taiada a rason 
di 60 per 100, ut in parie. 

El Serenissimo iterum se levò, et contradisse 
dicendo li desobedienli baveria mior palo che li 
ubedicnti. 

Et messe con alcuni nominati in la parte, che li 
debitori preditti havesse termine 8 zorni a pagar 
senza pena, et passadi pngino con 10 per iOO di 
pena; et quelli da ducati 10 in zoso possi pagar 
taia a ducati CO per 100. 

Et alcuni di Collegio, tra li qual sier Lunardo 
Emo, siete su la sua. Andò le parte ; fo di le parte 
come é nota qui avanti. 



453 



MDXXVni, UAGÒIO. 



4&4 



305 1528, die 16 Maij, in Kogatis. 

Serenissimus Prineeps. 

Ser Dominicus Contareno, 
Ser Daniel Renerio, 
Ser Iranciseus Donato eques^ 
Consiliarii. 

Sier Leonardus Pisaurus, 
Caput de Quadraginta. 

Ser Dominicus Trivisano eques, procu- 

rator, 

Ser Leo Mocenico procurator, 
Ser Luca Trono procuraior, 
Ser Marcus Danìulo docfor, eques, 
Ser Leonardus Lauredanus procuratore 
Sapientes Consilii. 

È da far ogni provision a la recuperalion del da- 
naro lanlo necessario al Sialo nostro nel presenle 
tempo, et però : 

L* anderà parie, che iì debitori de la lansa nu- 
mero 9 ulliniameole posta al Monte de subsidio 
possano pagarla senza don et senza pena per tutto 
Sabato di la futura setimana di 23 del presente 
mese; el qual passato, immediate se debbano tirar 
le marele el li restanti debitori debano esser astretti 
ad pagar essa lansa integra, cum pena de 10 per 
100. Verum, hessendo da haver rispetto alli impo- 
tenti, aziò i babbino modo de pagar, sia preso che 
li tansati da ducati 10 inclusive in zoso, i qual sono 
debitori de la ditta nova lansa, possino pagarla ta- 
iata a raxon de 60 per 100, siche de ogni ducati IO 
i vengano a pagar ducati 6 over lanlo meno quanto 
sia la tansa soa de perso senza pena pagando nel 
sopradillo termine, dapoi el quale se habbia a tirar 
# le marele immediate, et quelli che non barano pa- 
galo debbano pagar essa tansa laiala ut supra de 
perso, con pena de 10 per 100. 



f De parte 



86 



Ser Andreas Foscarenus. 
Ser Jo : Emiìianus, 
Ser Marcus Mìnius, 
Consiliarii. 

Ser Nicolaus Minius, 
Caput de Quadraginta. 



Ser Hironimus Pisaurus, 
Ser Leonardus Emus, 
Sapientes Consilii. 

Ser Andreas Mocenico, doctar, 
Ser Petrus Mauroceno, 
Ser Bartholomeus Zane, 
Ser Filippus Cappello, 
Sapientes terrae firmae. 

Voleno che la ditta lansa, da quelli che dieno 
dar se possi pagar cum don de 5 per 100 per 
tutto Sabato proximo, che sarà di 23 del presente 
mese, el subito la malina di la Domenega subse- 
quente se habbino a tirar le marele, siche da poi la 
se babbi a pagar senza don et senza pena per tutto 
r altro Sabato subseculivo, che sarà el giorno 30 de 
questo mese ; el qual passato, immediate la matina 
de r altra Domenica subseqnente se debbi tirar le 
marele, et siano astretti poi li restanti debitori ad 
pagarla integra cum pena de 10 per 100. Item, che 
li tansati da ducati 10 inclusive in zoso, che sono 
debitori della ditta nova lansa, possino pagarla la- 
ta ta a rason de 60 per 100 persi ut supra, con don 
de 5 per 100 per tutto di 23, et poi senza don 
per lutto di 30 de questo presenle mexe ; passati 
cadaun di quali termini se babbino a tirar le ma- 
rcile, et quelli che non haranno pagato siano astretti 
ad pagar la ditta tansa taiala ut supra de perso 
con pena de 10 per 100. 

De parte 7G 
De non 

Non sincere 1 

{Stampa) 306*) 

Lotto Nuovo. 

El se dichiara, come la Illustrissima Signoria ha 
comesso a Zuane Manenti de fare uno lotto, over 
ventura de ducati 6000. Ne li quali è incluso tavole 
undese zambeloti Cipriolti per ducali 1210, et ze- 
belini numero 46 por ducati 100, et lapedi numero 
5 cioè uno grando et quattro piccoli, el insieme uno 
bizacco(?) per ducati 45. J^em, tra bollettini del lotto 
secondo del subsidio et danari contadi ducati 4645 
che sumano in tutto come è ditto ducati 6000, di- 

^1) La carta 305* è bianca. 



m 



MOXXVIII, IIAOGIO. 



456 



vis! come qui sotto parlicularmente appare. Et ac- 
ciò che cadauna perdona ìd alcuno grado dolere 
non si possi de non poter venir a| beneficio de li 
lodi ditti, per causa del più et meno precio che si 
pone per bollettino, se niette in questo ducato uno 
da (ire sie et soldi quattro per bollelino, cop le so* 
lite provisione et ordine del imbosolare et cavare. 

Bolelino 1 al primo cavado de zebelini 46, du- 
cati 100. 

Boletin 1 de tavole 7 zambelotti et boi. 50 et du- 
cati 10 de contadi, ducati 930. 

Boletino 1 de tavola 1 zambelotti et boi. 10 et du- 
cati 50 de contadi, ducati 140. 

Boletino 1 de tavola 1 zambelotti et boi. 10 et du- 
cati 10 de contadi, ducati 140. 

Boletino 1 de tavola 1 zambelotti et boi. 10 et du- 
cati 10 de contadi, ducati 140. 

Boletino 1 de tavola 1 zambelotti et boi. 10 et du- 
cati 10 de contadi, ducati 140. 

Boletino 1 de boUetini 100 et ducati 35 de contadi, 
ducali 335. 

Boletino 1 de contadi de ducati 100, ducati 100. 

Boletino 1 de boletini 50 et ducati 15, ducati 1 15. 

Boletino 1 de contadi de ducati 50, ducati 50. 

Boletino 1 de boletini 50 et ducati 15 de contadi, 
ducati 115. 

Boletino 1 de boletini 35 et ducati 10 de contadi, 
ducati 60. 

Boletino 1 de contadi de ducati 50, ducati 50. 

Boletino 1 de boletini 35 el ducali 10 de contadi, 
ducali 60. 

Boletino 1 de boletini 10, ducali 30. 



> 
> 



1 
1 
1 
1 
1 
1 
1 
1 
1 






10, 
10, 
10, 
10. 
10, 
10. 
10, 
10. 
10. 






30. 
30. 
30. 
30. 
30. 
30. 
30. 
20. 
30. 



50 de boletini 4 T uno, ducati 40O. 

130 de boletini 3 T uno, ducati 780. 

301 de bollini 3 V uno, ducali 1044. 

588 de boletini 1 1* uno, ducati 1176. 

1 ultimo cavado de li tapedi numero 5 

el el bizacho, ducati 45. 






Summa beneficiati numero 1054, a rasonde 18 per 
cento in circa, ducali 6000. | 



(Stampa) 

Secundo del Svibsiiio. 

El se dichiara, come la Illustrissima Signoria ha 
concesso a Giovanni Manenti de fare uno lotto over 
ventura de ducali 13000, oelli quali é ineluso una 
provisione over intrata de ducati 350 V anno per 
anni 30, che sono ducati 5000, da essere pagati al 
novo Monte del subsidio, principiandosi a pagare 
adi primo Seitembrio, et di poi Marzo prosimi 
venturi, et successive de anno in anno ogni sie 
mesi la miltà, ita che in anni 30 saranno compili 
de pagare ditti ducati 5000 con questa espressa 
condition el modo contenuto ne la parte, che al 
tempo de ditte paghe Seitembrio et Marzo al ditto 
Monte non possi esser pagato alcuno, né paga al- 
cuna, quomodocumque et quaìitercumque se pri- 
ma non é pagalo le paghe de ditta provisione o en- 
trata a quello a cui la sorte V bavera concessa, et 
cosi de tempo in tempo non habbia a mancare ; la 
qual provisione o entrata non possi essere tolta, su« 
spesa, intromessa o sequestrata per magistrato al- 
cuno, né per debito o delitto pubblico o privato ; 
né per alcuna altra casone, né li possi esser dato 
graveza alcuna, et possi quello a cui locherà alie- 
narla in parte, o in tutto, el far tanto quanto a lui 
overo a cui bavera cason da lui parerà et piacerà 
come cosa sua libera ; el patron de la quale al tempo 
de la gratia, havuta la fede de li ministri del lotto, 
vadi a lore el mandalo da li signori Capi del Illu* 
strìssimo Consiglio de X, el con quello sera fatto 
creditor de la sua gratia ut supra. Item^ du- 
cali 7000 tra danari contadi el argenti el oro de la 
zecha propria delia Illustrissima Signoria, con li soi 
pexi, numeri el prelii distincti come di sotto ap- 
pare ; el si mette ducali 3 per boletin a lire sie el 
soldi qualro per ducalo, toleodosi le monete et ori 
per quello le valeranno ; et farassi con li modi et 
ordini de li lotti passali. 

Boi. 1 al primo cavado de ducali 15 de 
contadi, ducati 15, grossi 0. 

Boi. 1 de la provisione over entrata de du- 
cati 350 a r anno el ducati 150 de con- 
tadi, ducati 5150, grossi 0. 

Boi. 1 de ducati 500 de contadi, ducati 500, 
grossi 0. 

(1) U ctrU 306* é bianca. 



sor) 



i 



457 



MfiXXVIII, MAGGIO. 



458 



no. 



no. 



DU. 



DU. 



Da. 



DU. 



nu. 



Boi. 1 de ducati 500 de contadi, ducati 500, 
grossi 0. 

Boi. 1 de una cadena d'oro falla a botoni el 
soaza de karati 22 pesa marchi % onze 6, 
karaii 8, monta con la fatura ducali 338, 
grossi 0. 

Boi. 1 de uuo bacii et uno ramin pesa mar* 
ehi U, onze 1, quarti % karaii ... a du- 
cati 8 la marca, monta ducati US, 
grossi \% 

Boi. 1 de ducali 100 de contadi, ducati iOO, 

grossi 0. 

5 Boi. 1 de taieri 6 el scudele sie, pexa mar- 

chi ìA, onze 1, quarti ... a ducati 7 el 
un quarto la marca, ducali 109, grossi 9. 

Boi. 1 de candelieri sie caneladi, pexa mar* 
chi \% onze 4, a ducati 7 el mezo la 
marca, ducali 93, grossi 18. 

Boi. t de pialli qualro, pexa marche 13, 
onze 6, quarti . . ., karaii 9, a ducali 7 et 
un quarto la marca, ducali 93, grossi 12. 

Boi. 1 de tazoni qualro afondidi, pexa mar- 
che 13, onze . . ., quarti . . . , karaii 9, 
*a ducati 7 la marca, ducati 91, grossi 0.^ 

6 Boi. 1 de scudelle sie et scudellini sie, pesa 

marche 10, onze 7, quarti 2, karati 9, a 
ducali 7 et un quarto la marca, ducati 79, 
grossi 8. 

1 Boi. 1 de tazoni qualro, pexa marche 8, 

onze 5, quarti 2,^karali 27, a ducati 7 el 
mezo la marca, ducali 65, grossi 8. 
Boi. 1 de ducati 50 de contadi, ducati 50, 
grossi 0. 

2 Boi. i de tazoni quatro, pexa marche 8, 

onze 6, quarti . . . , karaii , a du- 
cati 7 el mezo la marca, ducali 65, 
grossi 15. 
1 Boi. 1 de tazoni tre schietti el 3 candelieri, 
pexa marche 9, onze 1, quarti 2, karati.... 
a ducati 7 el un quarto la marca, du- 
cati 66, grossi 1 5. 

3 Boi 1 de tazoni do fondadi, pexa marchi 6, 

onze 1, quarti . . . , karaii 27, a ducali 8 

la marca, ducali 49, grossi 5. 
Boi. 1 de ducati 50 de contadi, ducali 50, 

grossi 0. 
Boi. 1 de cuogome 2 con coverchio, pexa 

marchi 6, onze 3, quarti 2, karaii 18, a 

ducati 7 et mezo la marca, ducali 48, 

grossi 10. 
1 Boi. 1 de taze sie, pexa marchi 6, onze 4, 



quarti 2, karati 18, a ducati 7 et un 
quarto la marca, ducati 47, grossi 15. 
nu. 2 Boi. 1 de taze sie, pe.ta marchi 5, onze 7, 
quarti 1 , karati ... a ducati 7 et un 
quarto la marca, ducali 42, grossi 20. 
nu. 3 Boi. 1 de taze sie, pexa marchi 6, onze 4, 
quarti 2, karati 9 a ducali 7 el un quarto 
la marca, ducali 47, grossi 15. 
nu. 4 Boi. 1 de taze sie. pexa marchi 5, onze 7, 
quarti 2, karaii 27 a ducali 7 et un 
quarto la marca, ducati 43, grossi 6. 

Boi. 1 de uno bazii de barbier, pexa marchi 
4, onze 7, quarti 2, karaii 27 a ducali 7 
et un quarto la marca, ducati 36, grossi 0. 

Boi. 1 de uno polo con suo coverchio, pexa 
marchi 4, onze 6, quarti 1, karaii 9 a 
ducati 8 la marca, ducali 38, grossi 6. 

Boi. 1 de salerò 2 alte dorade pexa mar- 
chi 4, onze 1, quarti 1, karaii ... a du- 
cati 8 la marca, ducali 33, grossi 6. 

Boi. 1 de uno spedilo tutto de argento pexa 
marchi 3, onze 6, quarti 2, karaii 18, a 
ducati 8 la marca, ducati 30, grossi 15. 
nu. 2 Boi. 1 de una (ionfetiera cexelà et dorada 
pexa marchi 3, onze 1, quarti 1, karati 27» 
a ducati 9 la marca, ducati 28, grossi 18. 
nu. 1 Boi. 1 de confetiere 2 schiette pexa mar- 
chi 3, onze 5, quarti 1, karati 9, a ducati 
7 el un quarto la marca, ducali 26, 
grossi 13. 

Boi. 1 de confetiere 2 et una taza cexelà et 
doradi, pexa marche 3 onze . . . quarti 1, 
karati 27 a ducati 8 la marca, ducali 34, 
grossi 10. 
nu. 1 Boi. 1 de confeliera 1 cexeli el dorada, 
pexa marche 3, onze 5, quarti 1, karaii ... 
a ducali 9 la marca, ducati 34, grossi 10. 

Boi. 1 de una copa schietta dorada con co- 
perchio, pexa marche 3, onze . . . quarti 3, 
karati 37 a ducali 10 la marca, ducati 31, 
grossi 4. 

Boi. 30 de ducati 10 V uno de contadi, du- 
cati 300, grossi 0. 

Boi. 30 de ducali 6 T uno de contadi, du- 
cali 180, grossi 0. 

Boi. 410 de ducali 5 V uno de contadi, du- 
cati ^050, grossi 0. 

Boi. 410 de ducali 4 V uno de contadi, du- 
cati 1 640, grossi 0. 

Boi. 1 a r ultimo cavado de ducati 15 de 
contadi, ducati 15, grossi 0. 



459 



MDnyiII^ MAGGIO. 



460 



Samma beoeficiadi numero 903, a raion de 15 
el più per cenlo. Samma ducali 12000. 

308') Adì 17 Domenega. La matina venne sier Àn> 
ionio Barbaro slato podesU a Brexa per danari, in 
loco del qual e andalo etiam per danari sier Do- 
menego Pizamano. Gra vestilo damascbin creme- 
xio, et referile di quelle occorenlie di Brexa. 

Vene V oralor di Pranza, et (o parlalo di questa 
perdeda di Pavia, et quanto si avia scritto in Pranza 
ave con li Cai di X. 

Vene l' oralor di Milan et portò una lettera da 
Lodi del Duca suo signor. Li scrive il modo si 
perse Pavia, che inimici introno per una porta cu- 
stodita dal Coscbo. La copia del qual aviso scriverò 
qui avanti. 

Di Brexa^ di reefari eiprovcdiior Foscari, 
di 15, hare . . . Come temono mollo aproximan- 
dosi li inimici ; però hessendo acbadulo quello é, 
saria bon si mandasse di qui zentilhomeni nostri 
* per star a le porte, come é sta manda a Verona, 
acciò non seguisse qualche inconveniente come è 
stato quello di Pavia. Scriveno provision fanno eie. 

Di diomino Antonio da Castello, del campo 
di Cassan, di 13, a sier Zuan terrò eapiianio 
di Brexa, Come in questo giorno, cerca bore 23, 
havemo hauto da la Excellentia del duca di Mi- 
lano, qualiier luì ha per certo da un fante ussito 
di Pavia, che io questa matina inimici ha robato Pa- 
via et è intrati dentro; cosa certamente molto 
strana et biasmevole, et maxime per esser dentro 
el eapiianio Longena gubernator, ben però senza 
compagnia, el signor HannibaI Fregoso, el eapi- 
ianio Coscho et Cesare da Marlinengo nostri capi- 
tani di fanlarie. El clarissimo nostro Proveditor el 
di innanzi advisò el Duca predicto di questa cosa, 
perchè sapea questi andamenti, el cussi etiam ad- 
visò a Pavia per messo a posta. 

Di Bergamo, di rectori, di 13. Nulla da 
conto. Atendeno a fortiGcar la terra. 

Di Verona, di retori et proveditor Conta- 
rini, di 16, hore 15, con avisi, inimici esser dove 
erano ne sono mossi. Item, hanno dato una baiala 
alcuni cavalli a Bardolin, et quelli si hanno difeso. 
Sono andati a L.acise dove era Hironimo PaJoan 
con li arcbibusicrì, et Paris da Lodron li dimandò 
il loco a nome de V Imperador et del Capetanio Ze- 
neral di Texercito. Li rispose non voler darli. 
Item, altre particularllèi ut in litteris, 

(1) UctrU SOT'èlwaca. 



I Er sul levar del Collegio, venne pur di Verona, 308* 
di hore 21. Jjerisà li cavalli iizieri, el di haver 
manda esso sier Polo Nani proveditor per Paulo 
Luzascho et il eapit>nio per il conte di Caiaza ; et 
scriveno ut in litteris, Item, come inimici hanno 
brusì la porta di Castelnovo dove i sono, et per 
alcuni cavalli Iizieri del Capitanio General è sia 
trovato 1 1 lanzinech in certa caxa separali di altri, 
el combaterono con loro, morti 7 et 4 fati pre- 
soni ; et mandano la relalione in summario come 
dirò di sotto. 

Di Brexa, di sier Zuan lerro eapiianio, di 
lo. Manda questi avisi : 



Copia di una lettera scritta al Desanean per 
Zuan Mida, di 15 Maso 1528, ad Antonio 
Gahinal in Calsinà. 

Fratel carissimo, 

D:ipoi la partita, è azonto ano de li nostri 
messi qual di>se esser venuti a la volta di Castel 
novo, et sono scesi fio a Cavalcasene, et hanno fatto 
gran mal et hanno brusà Pessenella più de Chave- 
ri (?) Subilo mandale qui aut doi di vostri perchè 
a bora a bora darò aviso. Mando a posta el lator 
presente. Non altro. Son tutto suo. Palli retornar 
el messo presente 



Sottoscritta : 



Il tuo fradcl 
Zuan Mida. 



Copia di una altra lettera del ditto, pur di 15 
Mazo, scritta al preditto Gahinal, la qual 
coniensa cussi: 

Fratel Gubioal 

Subito zonto uno de li nostri messi a bore 17 
da Bardolin, riporta queste parole : che lodeschi 
hanno domandado Garda et Bardolin, et hanno me- 
nado via pecore et altri bestiami numero "200 el 
stano li drio atorno ; et disse esser el campo a Ca- 
vaion et Rivoli; non lassa partir niuna persona 
fora del campo aziò non porta nova nessuna fora 
del campo. Me trovo in grande fastidio, .\itro non 
so che dir. Se'l vignini altra cosa, per li nostri messi 
darò aviso subilo. Perdoncme se non fo quello che 



461 



UDXXVin, UAGGIO. 



462 



merila. Fa mia excusa ; questo ppocieJe da la for- 
tuna ; pacientia. 

Adì 15 Mago. 

SoUoscritta : 

Il (uo fradcllo 

ZUAN MiDA. 

in Dexanzaiì. 

30D Copia di una lettera da Peschiera, scritta per 
uno Stefano adì 15 al comun di Cahinà, 
la qual dice cussi : 

Dilecti homini 
In questa bora m' è parso a scriver come passa 
le cose qua. Aviso come li lodeschi sono levali et 
sedrizanoal vìazo di Castel novo. Fazendoquel 
viazo, si stima che porave andar a la volta di Va- 
lezo. Itetn, avisove, che se po' havcr bestiami el 
mena a reslello quello ha verno forsi per pili di 10 
mcxi. De monsignor de Bagnolo queli gora andali. 
Voleva venir questa sera ; ma da che ho babuto, per 
chemandarme mcso? Starò fora domane per m- 
tender dove si drizarano. Non altro. Forza è venir 
perchè non se po' haver del pane. A voi tulli mi 
ricomando. 

Adì 15 Mago. 

Stefano vostro 
in Peschiera. 

Da Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capiianio. 

Di Verona, di sier Lorenzo Sanudo qu. 
sier Angolo, ham lettere di 16. In questa bora 
si ha, inimici esser a le Cavalcbaselle et villazi li 
aprcsso alozati. Una banda è andali à Lacise et 
tulio hozi r hanno batuda. Non si sa quello sarà né 
dove andarano essi inimici ; ma per il lardar che 
fanno si iudica veniranno a quesla terra over a 
eouzonzersi con lì fanti si fa a Manloa. In li villazi 
è sta aroazà qualcheuno di loro da li villani per an- 
dar fuora di l' bordine. Inimici brusano, et hanno 
brusà Chavaion. 
309> Di Malatesta Baion capitanio nostro di le 
fantarie, da Perosa, fo lettere. Come non poi far 
li 1000 fanti per la Signoria nostra, ne pur servirla 
per la egritudine V ha ; et si pur el dia far el me- 
stier di le arme, voi servir il PonliOce. Siche non 
r haveremo. Li danari li fo mandati per li' fanti é a 
Rdvena. 



Itenty si ave a viso a Ivrea esser zonli si dice 
0000; et Torator di Pranza disse in Collegio si 
mandasse li danari per pagarli, che altramente non 
verano avanti. Onde per Collegio fo termini man- 
dar uno a veder si sono con effetto. 

Dapoì disnar fo Gran Conscio et vene il Sere- 
nissimo, ma pochi ; et sier Marco Antonio Centa- 
nni avogador, qual mandò zoso la eletion di sier 
Pandolfo Morexini ussilo per scurlinio Consier di 
Santa Croxe, dicendo é in contumatia per la pode- 
starla di Padova. Hozi non vene a Conscio, et fu 
fato Consier di Santa Croxe sier Nicolò Trivixau 
Cao di X qu. sier Gabriel, di 5 ballote io scurlinio 
et 10 in Gran Conscio da sier Pandolfo Morexini 
sopradillo. Item, di Ossoduro, sier Antonio da 
Mula fo Consier. 

Fu fato altre 7 voxe et bone, et tra esse XL 
Crifninal per 13 zorni, contra le leze. 

Fu publicà la parte presa in Pregadi, zerca 
pagar la nona tansa al Monte del subsidio. * 

Da Verona, di l' Emo, Nani et Contarini^ 
di 16, hore 2 di notte, i'ome, per li cavalli li- 
zicri del Capiianio Zeneral haveano preso 1^ lan- 
zinerh, quali erano in una caxa, partili da li altri ; 
et conduli a Verona referileno ut in eit^ reta- 
tione patet. 

Da Buigo, di sier Vetor Diedo podestà et 
capitanio, di 16, hore 5. In questa bora é ri- 
tornato uno che mandai a compagnar il corier va 
in Franza, et zonli questa malina al Final, ha tro- 
vato uno maestro di casa del signor Anlonioto 
Adorno; ci qual corier si fece da todesco et li 
cavò di boca che V andava con lettere a Ferrara 
da missier Andrea dal Borgo, et che in Mirandola 
esso signor Anlonioto feva fanti et cavalli per ve- 
nir a incontrar li lanzinech per acompagnarli a 
Zenova, ne la qual terra haveva intelligenlia. Et 
disse che '1 Papa si doveva levar da Orvieto et 
feva fanti. Poi ditto messo mi riporta che a Ponte 
Molin si preparava ponti, et questo dice haverlo 
da uno veronese. La rota di Tresenta corre et 
sono venute le aque sopra quel arzerin di sopra 
la Pincara. In questa sera mi é sia referito li aver 
rotto et fatto una boca, non però granda. Imme» 
diate ho spazato dui a far le provision oportu- 
ne. Spero non sari altro. 

Da poi Conscio, il Serenissimo con li Consieri 310 
et Cai di XL si reduseno in Collegio con li Savii» 
etiam li Governadori, Proveditori di Comun et 
OSciali a la becharia per le cose di la Becbaria, 
per proveder si babbi oarne ; el alento uno per 



46$ 



MDXXTUI, UAOOtO. 



nome di Lalrecb era venuto rechiedendOx voler 
condur in questa cillà 1000 cavi di animali grossi 
del reame et 10 milia pizoli, ma voi non pagar 
dacio, ne si voi ubiigar et voi condurli per terra 
fino a Chioza ; et dispulato sopra questa materia. 
Fu preso, che 1 rsia publice fato una proclama 
in Rialto et San Marco, con T autorità habuta il 
Collegio dal Conscio di X con la Zonta a di 14 
Marzo passato, che tutti quelli vorano condur ani- 
mali in questa terra et carne, la possino condur 
fino tutto il mexe di Àvosto non pagando alcun 
datio, ma vendandola in Becharia. Itentf non se 
possi vender altrove fuora di Becharia sotto gran 
pene, ut in proclama, a quelli venderano et quelli 
comprerano. La copia sarà qui avanti. 

Del Capiianio generai da mar sier Piero 
Landa, vene lettere, date in golia a Mono- 
poli, di 27 et 30 del passato, et propinquo a 
Bra\tdÌ0O a dì 7 et 8. Come era con V armala 
a Causiti vicino mia 6 da Brandizo; et da terra 
li cavalli et fanti atendeva a espugnar d castello. 
Et che havia rccevuto T ordine del Senato di le- 
varsi subito et andar in Ponente con 16 galie. 
Cussi exeguirà ; et non havendosi il castello, quat 
si tien lo bara per tutto doman, si levarà et anderà 
verso Napoli insta li mandali nostri. Scrive che la 
terra si ha reso et vi ha posto govemador sier 
Andrea Gritti era soracomito, et in so' loco vice 
soracomito sier Batista Grill suo fratello. 
310* A dì 18. La matina fo lettere di Orvieto^ 
partieular, di .... et per H corier le portò, 
qual vene dal Serenissimo, diceva il Papa feva 
3000 fanti, et Malalesta Baion nostro capiianio di 
le fanlarie era venuto li. 

In questa matina, gionse il capello che '1 Papa 

manda ai cardinal Corner per uno suo 

nominato , et li soi parenti et amici 

vestiti di scartato andono a incontrarlo a S. Zorzi 
di Alega, et con trombe vene dì longo ; alozato 
In la caxa a la Zudecba dove alias habitava esso 
reverendissimo hum Cardinal ; et vi andò contra 
etiam suo fratello arziepiscopo di Spalato. 

Da Verona, di V Emo, Nani et Contarini, 
di 16, hare 14. Come inimici sodo dove erano 
a Castelnovo et Palazuol ; et per uno riporto ha- 
veano hauto Lacise, per T altro dice non é vero. 
Et erano intrati alcuni arcbibusieri ki Lacise et la 
difendevano, né V baveano hauta, ut in ìitteris. 
De li ditti, in li Capi di X, fono lettere. 
Come Paulo Luzasco, qual havia con la Signoria 
nostra eavalli licieri .... et ultimate li fa dili 



fanti 500 li quali però non volse acetar, et ei 
alozato a Trevi, venendo con la compagnia 
venir a Verona chiamato in soccorso dal prove- ^ 
dilor Nani, par che sia parlilo in camino, et an- 
dato con la compagnia a la volta di Mantoa, di- 
cendo voler esser a slipendii del Papa; la quale 
nova si ha hauto per uno di la sua compagnia 

nostro subdito venuto li a Verona dal 

Capiianio Zeneral, il qua! intendendo lui voleva an- 
dar in mantoana disse : < Signor Capiianio, io son 
subdito et ho manza lo za tanti anni il pan de la 
Signoria, non voio venir >. Et lui disse : < Ma, 
disi che voio andar, chi no voi venir resti >. 

Questo Paulo Luzasco è di nation , veronese, 
era bandito. 

Et a nona vene lettere del campo sotto Na- 
poli, del Ptxani et Pexaro, di 4 et 8^ et si in- 
tese il zonzer di ducati . . . mrlia, si di Pranza, di 
la Signoria nostra et di Fiorentini, li in campo 
salvi, et altre particularità. Le qual lettere fo lete 
poi disnar in tinello dei Serenissimo con parte di 
Savii; le quali erano bagnade. 

Di Verona, di sier Zacharia Orio, di 17 31 f 
MaBO 1528, hore 21. 

Per la cavalcata fata beri de 35 cavalli del si- 
gnor duca di Urbin, forono presi todeschi numero 
11 et morti 10, feriti solo uno cavallo del signor 
Duca, di mior I* havesse, in una gamba, qual mo- 
rirà. Poi per villani di Palazuol fo etiam morti 
molti, et uno condutto vivo de qui tutto serpe- 
lato. Examinati li presi, ^ipraecipue ano en capo 
di squadra, et il tamburiin di la compagnia, dice 
loro esser alozati in campagna «sul territorio do- 
sfro, et che sono fanti 15 milia tutti da guerra, 
de li qual molti sono di quelli erano con Y kT- 
chiduca di Hongaria et stati in Cremona et s^lrove 
su le guerre; et cavalli nomerò 1000, benché di- 
cono in voce 1500; ragazi et pulane assai. Hano 
bocfae di artellarie numero S4 tra grosse eè da 
campo. Sono sta levali con do raynes per uno, 
con promission che subito passati diano i so* danari. 
Tamen li so' capitani li haveano dato mia eoront 
dal sol per ogni diexe compagni per interteairii. 
Dicono non saper a che impresa i siano per andar, 
perchè questo sta in peto del gran capiianio soo 
general qua! e il duca di Brandiburg, over Braii- 
svich et 4 altri capitani. Chi dice che aspectavano 
altri 500 cavalli, ma non sa da che banda. Dice 
non bavevano pan salvo per uno zomo ; mt beo 



^t 



465 



HDXXVni, UÀQOIO. 



466 



formazi et carne abondanlemente. Dice che hanno 
molti cari et scale large che poleno andar do fanti 
ai paro suso, et il ponte ancora è sui cari et che 
ancora dod era sta butato in nissun loco ; et che 
loro pregioni andavano per le ville per trovar pan 
solamente et non per altro, per haveroe gran bi- 
sogno ; el che 'I campo non era per moversi de li 
fioo non havesse i soi danari ; et che era più di 
uno mexe che i erano parliti di caxa sua, et che 
se *1 ponte fosse stalo su TAdexe, che molli di loro 
sanano (ornati in driedo. Et cosi confermano li altri 
pregiooi tutti uno ore. 

oli* Sumario di una ietterà di armata^ di Vi- 
cenzo Fidel, data in Porto Gausiti apreso 
Brandizo, a dì 3 Mazo 1528, particular, 
scritta a Zuan Morelli. 

Da novo, con il gicnger di questa felicissima 
armata io queste parte di Puglia, sono venuti a 
derution di la sanclissima liga molte et diverse 
città fra terra, el fra le allre Leze eh' é una di le 
principal, et ultimamente venuti in questo porlo 8 
mia lunlan da Brandizo, venero li sindaci et oratori 
'di la cita, a di 28 del passiito, a capilular. Et a di 
29 fo levato le bandiere del glorioso proletor no- 
Siro, et il clarissimo General mandò per governa- 
tor in la terra domino Andrea Grilli sopracomilo, 
et in suo loco messe per sopracomilo sier Balista 
Grilti suo fratello ; il qual si porta con grandissima 
sua laude et beneGcio di la Illustrissima Signoria 
per la impresa de' doi castelli, quali si tengono, 
el dimane si farà la balaria a quel di terra che 
speramo di otenirlo. Questo paese, avanti venisse 
Tarmata era in qualche revolution rispetto del 
Viceré che era in campagna con bon numero de 
gente ; il che Inteso, il clarissimo General subito el 
mandò domino Andrea Zivran con la stratia a 
rilro vario, et Dio permisse che lo ritrovò et fo a 
le mano et lo dissipò tutto, et solum il Viceré 
fuzile con tre cavalli. Tulio il resto con li cariazi 
el botini forno fatti presooi, tal che li slratioti si 
hanno fatto ricchissimi, sicoroe harete inteso per 
avanti. 

312 Copia di una lettera scritta per il conte Mar- 
co Avogaro condutier nostro^ data in cam- 
po sotto Napoli, a dì 4 Mazo 1528, scrita a 
domino Antonio Capriolo brexan in Brexa. 

Magnifico cosino. 
Perchè scio havete a piacere intendere come 
passano le cose de qui, però, quando io bavero ^ 

/ DiaHi di M. Bawuto. - Tm* IIVIL 



tempo non mancarò de satisfar. Gicri T altro li 
nimici ussirono fora et fezeno due imboscade solo 
li mei ripari in due caxe, et cussi li nostri ussirno 
fora sbanditi el scoperseno dille imboscade. Nui 
radopiassemo le gente et li lolessemo le caxe, el 
fu tacato una grosissima scaramuza, pur a la fine 
li nimici ebbeno il peggio et forno rebatuti dentro 
la cilta, dove morse di loro meglio di cinquanta, 
el de li nostri poco manco. De homini signalali 
morse di loro cinque o sei, fra li quali morse Zuan 
Batisla Gaslaldo, quello che volea la conlessa de 
Guastalla nostra cusina per moglie. Dal canto no- 
stro morse uno capitanio di fanti de' fiorentini, 
chiamalo Rossino, el morse uno mio capo dì ban- 
diera. Hozi habiamo cominziato le trinzere verso 
il monte San Martino che é sopra Napoli, dove 
Gioao d' Urbino s' è fallo forte, el cosi per tutto 
dimane baveremo 4000 guastatori ; ma bisogna che 
guadagnamo combatendo il terreno a spana a spa- 
na, et se guadagnamo dillo San Martino, habbiamo 
bona speranza, per mia opinion, sarà facii cosa, se 
li inimici non piglierano partito, a sforzarli et tuiarli 
a pezi el liberar questa povera Italia da questi roa- 
rani. Hanno cazìato tutto il popol fora ; hanno for- 
mento et vino per qualche giorno, benché patiscono 
di aqua che gli habbiamo levata tutta et non pole- 
no macinare salvo con molini da oìano, unde pali- 
scono forte di pane, et la magior parte mangiano li 
formenli colli. Sono rimasi molto spaventSti per la 
perdila di la sua armala el de li capitani el fanti 
hanno persi in essa, che sono, olirà li legni di l' ar- 
mata et li capitani, hanno perso 900 homeni armati 
dal capo a li piedi de natione spagnola, fra li quali 
li ne erano più di 400 homeni signalali el conosati 
fra gli altri. Né altro. A vui mi ricomando. 

Data oontra Napoli, a dia Magio 1528. 

Apresso li è inlrato la peste et ne moreno assai; 
ma di questo non se ne alegramo perché dubitamo 
che la non entra ancora nel nostro campo. 



Sottoscritta : 



Vostro cosino 
Marco Antonio Avooabo. 



Post scripta. Una di le due galle salvale è ve* 
nata da noi fora del suo porto et redutasi ; la eausa, 
che spagnoli voleano far tagliar la lesta al capitanio. 
In questa noeta habbiamo pigliato uno breganlino, 
zoè la nostra armata, quale portava lettere in Spa- 
gna, le quale dicea che se lo Imperator non bavca 

SO 



312« 



467 



MDXXVlir, MAGGIO. 



468 « 



in viaggio il soccorso, per mare el por terra, di 
genie, t\'\ danari ci viclu:ilia, che loro sono sforzali 
a pigliare aponlamonlo ; siche ancora io el credo, 
perchè certa cosa è che non hanno allro che for- 
iTìcnlo, el li nrìolini non sopliscono a la decima -par- 
ie, il reslo mangiano forme» lo collo, el homeni 
non hanno più vino no carne. 

A tergo: Al magnifico missier Antonio Ciprio- 
Io cusino carissimo in Brexa. 

Qwste sono copia di le leticre infercppie che di 
Napoli si mandava in Spagna. 

Per allre ho scrilto a Voslra Merzcde di quello 
che occorevn, aziò che da mu' avanti la possa aiutar 
di alcune cose più large. Li rilorno a mandar la zi- 
fra come è scritto. Per hora non dirò più. Per le 
lellere di Sua Maeslii, vederele nel travaglio che 
sterno, et per lenir lo inimico apresso et per el di- 
sconzo che è seguido per la perdila di le 4 galle, 
dove son morii cavalieri, i dicono don Hugo, Cesa- 
re Feramosca, el secrelario Seron el altri de quelli 
homeni che non ho nolilia. Il marchese del Guasto 
el Ascanio Colonna si dice che sono vivi, et Asca- 
nio esser ferito un poco ne la mano ; el Comenda- 
dor mio fradello esser feri.io \n una gamba de la 
arlelarìa, si dice li levò la carne del muscolo senza 
locarli r osso et pur esso non tien pericolo. Secon- 
do dicono, le due galie, la Perpigliana el Caluvrese 
se levorono dal combater et se ne andorono ; le 
qual son qui in porlo ; per II che alcuni dicono la 
sua parlida fu causa del perder di nostri. Qui te- 
gnimo necessità de molte cose, et specialmente di 
danari et di farina, el se ben havemo formento, non 
se poi masenar se non con molini da mano, li (juali 
non basta perchè (juelli di ai'qua li tengono li nimici, 
el se da Sua Maestà non vien provislo si per n»ar, 
come per terra, non si pò star senza pericolo, ove- 
ranjcnte che li alemani che hanno da venir di Ale- 
magna non socnrre per levarne questo exercilo da 
le spale, che ultramcnle ne è poco remedio. Io sto 
qui in queslo castello; provedo meglio che io posso 
313 senza favor di alcun, anzi de quello che io tengo mi 
bisogna proveder a la cita, dico di farina, biscotto, 
ferro, carbon el altre cose. Tutto questo dico a Vo- 
stra Merzede, perché la sappi che lutto non passa 
con r ordine che Siiria necessario, et spero in Dio 
che harenìo vittoria, che quando altramente per- 
metesso, io mi sf(»rzerò o perder la vita o dar bon 
conto a Sua Maestà di questo cQ.<lello. £1 seguita 



poi nel scriver alcune cose intervenendo il suo par- 
licular in loro beneficio. 

Di Castel Novo di Napoli, a dì primo 
Mazo 1528. 

Sjtloscrilla : 

Don Luis Jcart 
castelan di Caslelnovo. 

A tergo : Al mollo magnifico signor, el signor 
Pietro Garzia secrelario del Consólo di la Maestà 
Cesarea. 

Copia di una altra lettera intercepta. 

Per due allro mie ho dalo aviso a voslra si- 
gnoria di la perdeda di le 4 galle, el come era mor- 
to nel combatter el signor don Ugo, Cesare Fera- 
mosca et molli altri baroni, el come era sia preso 
il marchese del Guasto, Ascanio Colonna el molli 
altri. Et similmente dissi come V Abruzo, Puia el 
Terra di F^avor eran possessi per francesi, el che 
celi stanno a le mure di Napoli fortificandosi con 
pensamento de vincerne per manchamenlo de vic- 
luarie el di danari, che di 1* uno el V allro havemo 
gran necessità, el fnnior 1' haveremo de qua ìnanzi, 
perchè de Sicilia non ne poi più venir alcuna cosa 
per esser falli inimici signori del mare. In questa 
non dirò allro, che se Sua Allezza non prox'ede pre- 
sto de galie el danari, tutto il regno se perderà, et 
per recuperarlo costerà tanto che sera necessario 
meler tanta gente che ruinarà tutta Italia, quello 
che hora con poco soccorso se rerìiedieri el Sua 
Altezza teneria in queslo regno più di quel che i4 
tegnimo, per che ben avertilo Iroverà Uilti esser 
rebelli. El de queslo non se die far il processo a li 
doclori de qua nò a persone che non averliscano, 
pur a Sua Altezza, clfè del suo profillo. Et questo 
voslra signoria me intenderà per quello dico, uè 
par mi mancherà che non servi voslra signoria. 
De Napoli, a dì primo de Mago 1528. 

Solloscrilla : 

C\RBON'ELLA 

Maistro di le poste. 
A tergo : Al signor Gran Canzelier. 



469 



UDSXVin, MAOCIO 



470 



313* Copia de una altra lettera pur intercepla, a 
miss^ier Maior regenie la canjsellaria de 
Bagon. 

Tornerò a dir lo modo in che slamo; Io quale é 
Ul che se lo soccorso de qui o d' altra parie non é 
già ja camino, lo Imperator in brieve lempo, ma- 
xinie in Italia, non lenirà cosa alcuna, perche già 
del regno de Napoli non lien altro che Napoli, il 
Casleluovo, Caieta el alcune altre ibrlilicic, et lar- 
dando, come se dice, tutte se perderà, perchè li 
inimici sono signori del mar el de la (erra, et non 
ri è removlio. Lo soccorso di Alemagna dorme, et 
al fine tulle le nostre cose dorme, et io credo che 
se Sua Molesta non sarà presta, la se agaberà (?) del 
(ulto perchè non ha genie nò danari, et sarà ben 
che, come se voglia se facia qui lo apontamenlo, et 
non tenj^no a burla che quando voranno non po- 
InitHio, a la fé a la fé, che se perderà non se recupe- 
rerà cosi facilmenle. 

In Castelnovo, a dì 30 Aprii 1328. 



Solloscrifla : 



HoNORATO Fen 
homo del caslelano. 



314 



A tergo : À missier Maior regente la canzelaria 
de Aragon. 

Da poi disnar, fo Collegio di Savii ad consu^ 
lendum. 

Di Verona^ fo lettere di V Emo, Nani et 
Contarini^ di 17, Kore li. Scrivono inimici son 
al solilo a Colà, Colmasino et Pacengo, lochi a preso 
il Lago et le Cav4)lcasele. Hanno haulo Lacise boli- 
nata et brusata. Il suo dimorar dà gran pcnsier, si 
per l'andata di Paulo Luzasco che veniva dal cam- 
po Il in Verona con la sua coaipagnia di legieri 
.... io manloana acordato col PontiGce, overo 
con cesarei come scrisseno, qual per li fanti si fa a 
Manloa, benché danno fama .farli per il Papa per 
Parma, Piasenza et Bologna. Scrivono altre occo- 
rentiede li, et come inimici hanno trovato in Lacise 
cara 200 vini, et avisano il Capilanio Zeneral voler 
mandar uno Irombela con quelli lodeschi fo presi 
al campo inimico et liberarli, con dirli fazino bona 
guerra, et è mal fatto brusano i lochi ; dal qual 
trombetta si potrà al suo ritorno intender quello 
fanno esso campo. liem, SvTiveno sora Paulo Luza- 
sco andato a Manloa etc. 



A dì 19. La matina, fo lettere di Verona, 
di 18, hore 14. Come inimici, per la relation del 
Irombela stato in campo loro, haveano mandato 5 
bandiere di fanti et 200 cavali a la volta di Pe« 
schiera, et cussi il campo si levava di dove erano 
alozati el andava verso Peschiera, et passato Menzo 
potrano andar per la riviera verso Brexa, overo in 
manloana per andar nel regno. Item, che quel Irom- 
bella havia conduto al duca di Brexvich capilanio 
general di V exercilo quelli 1 ! lodeschi fo presi, di- 
condoli da parie del Capilanio Zeneral \\ mandava 
li presoni, et che saria ben fato far bona guerra et 
non brusar come i fanno. Il qual rispose el Ca|)ilanio 
li doveva far apicar, perché erano andati fuora del 
campo el di Pordine suo, el quanto a far bona guer- 
ra, che i lochi erano abandonali, né poteano haver 
viluarie per i soi danari, el tulli quelli che Irove- 
rano cussi vuodi et non vorano dar ubedienlia a 
la Cesarea Maestà, la qual lui rapresentava, li bruse- 
ria, el che la Signoria doverla star in paxe con 
l' Imperador. Et altre parole, ut in litteris, Item, 
scrivono il Capilanio Zeneral dice che 



Da Vicenza, di reciori, di heri. Come ha- 
veano inviato a Verona Zuan di Naldo con la sua 
compagnia di cavali 100, et fanti di ordine del Ca- 
pilanio Zeneral et 



. Vene in Collegio sier Nicolò Malipiero venuto 
governador di la Zefalonia, vestilo di raso negro, 
in loco del qual andoe sier Nicolò Bragadin electo 
per danari, qual e morto, el referile di quelle oc- 
correntie, el non potè compir per la venuta de li 
oratori. 

Vene sier Gasparo Contarini va oralor al Som- 
mo Ponlifìce, al qual li è morto uno fradello, però 
ha dimorato a parlirse, et tolse licentia et parlirà 
per Orvieto. Da matina va . . . 

Vene il Legato del Papa episcopo di Puola, di- 
cendo 



314* 



Vene Y oralor di Pranza. 
Vene V oralor di Anglia, el insieme con T ora- 
lor di Pranza fono in Collegio, el parlono sopra 



Vene V oralor di Piorenza, dicendo haver lei- 

loro di soi Signori, di con avisi di 3, del 

campo, da Napoli, el che haveano terminalo nel 
suo Conscio di far 4000 fanti et 250 cavali lizieri, 
de quali ne mandcriano de qui in aiuto nostro con • 



471 



MDXXVni, MAGGIO. 



472 



tra questi lanzioechi 5000 fanti et 1 50 cavalli li 
zieri. Il Serenissimo solicitò vcnisseno. 

Vene 1* orator di Ferrara, dicendo il suo signoi 
feva fanti per nrielerli in Modena et Rezo. 

Se intese come la fusta, armata per parte presa 
nel Conscio di X con la Zonla, patron Domenego 
Sesola, sora Duizìgno a di . . . su la qual era sier 
Otavian Bon di sier Alvise qual era andato con 
ditta fusta per Golfo in terre di turchi per liaver 
Tormenti et montòr su la fusta con danari, qual se 
ribaltò. Ànegadi 40 homeni di la fusta ; ma il pa- 
tron scapolado, ma il Bon anegado qual era serato 
in pizuol, et sul fondi si tene molti homeni et sca- 
polono. 

Di sier Toma Contarini va orator al Si- 
gnor turco, di 5, da Sibinico. Come erano zonti 
lì cavali mandò a tuor dal bassa di Bossina, et da 
matina partiria per Costantinopoli. Elscrive,rorator 
di r Archiduca qual vene molto bonorato con ea* 
vali 120 et molti presenti al Signor, hessendo a li 
confini, né lassato andar avanti senza ordine da la 
Porta, a la qual li sanzachi haveano scritto, par 
che M ditto mò sia andato un poco più avanti. 

In questa matina partite di qui Nicolò Sagudino 
segretario, va a Ferrara con la commission datoli 
per Collegio ; al qual fo dato per spese ducali 50. 

3' 5 Copia di una lettera del signor duca di Urbino 
eapitanio generale nostro, di Verona, a dì 
18 di Maeo 1528, scritta a domino Bah 
dantonio Falcutio suo orator. 

Nobilis dilectissime noster. 

Hieri vedessimo lettere di la Illustrissima Signo* 
ria a questi clarissimi signori che sono qui, con 
molte particularitate ; et tra le altre una largissima 
expressione di la fede che quella mostra haver in 
la persona nostra, et una pur largissima voluotà 
sua che habbiamo et si habbia a noi tutta V ohe- 
dientia nel governo di le presente occorrentic. CI 
benché sopra ciò, come circa le altre cose de le 
quali non replicaremo, respondessimo quanto occu- 
reva a li prefati clarissimi, li quali siamo certi che *l 
tutto habbiamo scritto a quela, non di meno, per* 
che in questa parte non ci pare poter tanto dire del 
desiderio nostro et del dcliberalissimo animo che 
habbiamo a questo servitio, et consequentemente 
mostrare quanto possi operar in noi questa tanta 
inclinatione che vediamo haver la Illustrissima Si- 
gnoria a la persona nostra che in effetto non sia 
magior el la fede di qucla verso di noi, tanto più 



si accresse il debito nostro verso lei ; il qual acom- 
pagnalo dal naturale desiderio che habbiamo del 
servitio suo, é alto ordinariamente per sé stesso a 
lenirsi continuamente infiammali in questo deside- 
rio di fare tutto il possibile, et tanto maggiormente 
acompagnati il debito et la fede sudetla, onde ella 
se riprometta più certo ; et cussi per parte nostra 
la certiOcarete, che la persona nostra et la vita con 
tutto quelo che possibel sia di fare, sia per exporsi 
in servitio suo tante volte quante occurrerà senza 
alcuna consideratione di alcun altra cosa, et cussi 
volunlìeri come possibii fusse di exprimerla. 

Ringratiandola prima, con ogni efficatia di que« 
sta tanta expressione di la f%de sua in noi, gli noti- 
ficarele apresso, che hieri, siconie pensiamo questi 
clarissimi signori haver scritto, mandassimo un no- 
stro trombetta ad acompagoar queli lodeschi che 
furon fatti pregioni, et questo per dui eSecti : Tuno 
perché esso nostro trombetta bavesse questa scusa 
di transferirsi là per vrder' et intender più che si 
fusse possuto de le cose de nemici ; V altro perché 
parlasse al duca di Pranzvich dolendosi di questi 315* 
abruciamenti et rovine fuor del debito et de le ra- 
sone di la guerra che fa quelo exereilo, et li rìcor- 
Aassì a non permeter questo indebito ; del quale 
offitio non volessimo mancare, non già perchè ha- 
vessimo fede che giovasse, ma per scaricarci de 
tutti li debiti, et poter poi tanto più rasonevolmente 
procedere contra essi el le cose loro con lì mede- 
simi termini. Tornò il trombetta questa matina, et 
in risposta di questa ambasada raportò che le com- 
missioni de r Imperatore al prefato Duca erano 
ancor magiore et più acre che non sono questi 
effetti, i quali esso più tosto moderava cbealtrimen- 
te ; al che noi non potemo fare che non dicessimo 
lui far molto bene il debito del servitore, rendendo 
cosi chiaro testimonio de la bontà de T imperatore 
suo patrone. Referisse, che hozi sono mossi da Coi- 
lano el Castelnovo el caminano a la vol!a di Pe- 
schiera per passare a quel luoeo, onde come hab- 
biamo aviso che sitano arrivati o passati poco di là 
da Peschiera ; del che se succederà non pò tardare 
che non habbiamo aviso, mandaremo presidio a 
Bressa, et saranno la compagnia di missier Antonio 
da la Riva et quela di Cesare Grasso et I* altra di 
Pietro Maria Aldovrandino da Ravenna, che tutte 
sono a r ordine et le barche preparate per traspor- 
tarle secondo ce fa intendere il eapitanio del Lago, 
et qua reimpiremo de la compagnia di fanti di mis- 
sier Giovan di Naido, per la quale già habbiamo 
scritto a Vicenza, con ordine che l'altra compagnia, 



473 



iinnvm, uaooio. 



474 



che é quela di Baldaserra Azale stia anchor lei pre 
parata et pronptissima. Et cussi di mano in mano 
cargaremo con queste gente et la persona nostra, et 
reinipiremo secondo il bisogno. A Bressa habbiamo 
scrìtto et dati li ordini debiti et fatto sapere il pen^ 
sier nostro di presidiare quela cittì. Il medesimo 
habbiamo fatto in campo avertendo queli signori 
del (ulto, et racordaitdo et sollicitando le repara- 
tioni di Bergomo et la prompteza per le prò visioni 
di la difesa di quelo se bisognasse ; et cussi per 
quanto sarà in nostro potere havemo V ochio, la 
mente et la consideratone per tutto, né perdoneremo 
a vigilia né a fatiga o pcrìculo alcuno al qua! fusse 
necessario di exporci per servitio dì queli Illustris- 
simi Signori, a li quali racordarele per parie nostra 
che voglino soli«i!are il venire di le altre compagnie 
che se aspettano, et far che de roano in mano ne 
siamo avisati, a ciò sappiamo come potercene ser- 
vire. Et in bona gratia di lor signorie molto ne raco- 
316 mandarete, facendoli intendere che habbiamo man- 
dati fuora de li nostri cavali legieri per haver nova 
de ioimiei, et che non sono ancor tornati, et di 
quanto riporteranno saranno avisati. Oltra di que* 
sto, gli farete intendere, come, havendo noi poi che 
siamo di qua praticato missier Jacometto Novello, 
r habbiamo veramente trovato persona niolto ca- 
paze de le cose de la guerra et esperto et pieno di 
quele bone parti che convengono ad un soldato par 
suo, onde per questo et per lu grandissima fede et 
servitù che gli mostra haver a questo Stato, certa- 
mente siamo de lui molto satisfatti, et benché pos- 
siamo essere certissimi che tutte queste cose siano 
beo note a la Illustrissima Signoria havendola quela 
si loiigamente experimentalo, non di meno per sati- 
sfare a la verità, et perchè no! facendo ce parerla 
mancar al debito nostro, vogliamo che gli lo expo- 
Diate ancor per parte nostra. 

Havendo scritto sin qu), é tornato chi mandassi- 
mo a spiar de nemici, et referisse come arrivavano 
tuttavia a Peschiera, et però expediamo in questa 
hora a la volta di Bressa con V ordine sudetto^ et 
con tutta la sollicitudine le dete compagnie. Né 
altro ocorre. State sano. 

Da Verona, a li 18 de Mazo 1528, a 
hore 20. 

Dux UuBiNi etc. Urbis praefec- 
iu8 ac Serenissimi Vene- 
iiarum Domimi Capita- 
neus generaliSy eie. 



Da poi disnar, fo Pregadi, et ledo anaissinae 317') 
lettere, et vene: 

Di Franga, del Juatinian oraior, da Boesì^ 
di 28 del passato, 2,4 et .... di V instante. 
Scrìve di un consulto i fatto li oratori di la lìga con 
il Gran Canzelier cardinal, zerea le provision da 
esser fatte contra questi lanzinech che vien in Italia. 
Erano quel del Papa, 2 di Aoglia, lui nostro, Fio- 
renza et Milan. Et par che lo episcopo di Pistoia 
nontio del Papa facesse mal oficio contra la Signo* 
rìa nostra, dicendo le manca di fede, causa di 
la ruina del Papa, che tien Ravena et Zervia al Papa 
conlra il dover, che promette una cosa et fa l'altra, 
Item, quel di Anglia, uno disse che la Signoria do- 
veva render Ravena et Zervia, et T altro orator 
disse questo non è tempo di parlar di tal cosse, ma 
atender a far le provisìon conlra li nimici. Lui no- 
stro iustificò la Signorìa destro modo per non iritar 
Pistoia. Quel di Fiorenza disse bisognava haver un 
bon capitanio, laudando tuorii duca di Ferrera. 
Et cussi non fo fato altro. Da poi, davanti il Re 
fono, et concluse Soa Maestà mandar pressidio di 
6000 lanzinech et 9000 francesi i quali per 30 Mezo 
sarìano a Ivrea, et li danari fosseno per pagaril. Et 
il Gran Maestro et Gran Canzelier disseno di la 
segurt& a Lion. Tamen il Re non lo disse. Et pili, 
par che voglino che fiorentini ne pagano 3000 ; et 
par che quel orator fiorentin dicesse non haver 
commission, ma tenir li soi Signori asenteriano. 
Scrive, esser zonto quel nontio di Anglia con l'ora- 
tor di madama Margarita dia passar io Spagna da 
r Imperador per veder di acordo, el qual voleva 
qualche assenso da questa Maestà ; ma i non li volse 
dar alcuna parola per star su la reputation. 

Di Anglia, del Venier orator, di 2i Aprii, 
da Londra. Come quel orator di madama Marga- 
rita, con uno homo del Cardinal erano parliti per 
andar in Pranza et de 11 in Spagna da V Imperador 
per veder di tratar la paxe, come scrisse per le 
altre. 

Da Verona, di V Emo podestà. Nani et 317» 
Contarini proveditori generali, di 18, hore 22, 
Come inimici erano levati, come scrisseno, in ordi- 
nanza, et scrive V ordine é andati a Peschiera et 
brusato le Cavalcasele; eh* é segnai vadioo in bre- 
xana. Per il che, il Capitanio Zeneral ha termina el 
expedito da fanti 730 sotto tre capi per Brexa, zoé: 
Tognon da la Riva con 40(^ Piero Maria Àldovran- 
din con 181, et Cesare Grasso da Ravenna con 150, 

(1) La carU 316* è bianca. 



475 



MDXXnir, ÌIAOQIO. 



47S 



' i quali andarano per il Lago, perchè il Proveditor di 
Salò ha mandalo ^0 barche grosse per levar li land 
predilli, sicome li foscrillo. Scrive il modo di levar 
inimici, le fatilarie prima, con li homini da cavalo 
alorno arlellarie el bagaie, el queslo era il primo 
squadron, poi la butaria a questo meJemo modo, 
et il retro guarda con bellissimo ordine, el vanno 
tulli seradi, et il principio zi era intralo in Pe- 
schiera. 

Da Brexa, fono lettere di rectori et sìer 
Marco Fosmri proveditor jseneraì, di 17, do 
lettere, come dirò di sotto, el provision fatte per 
custodia di la terra. El come haveano chiami el 
Conseio, et queslo perchè molti ciladini si dolevano 
dicendo la Signoria li voi mandar via come inlidcli. 
Al che redutlo il Conseio, esso Provedilor fece una 
oratione laudando la fede di quela magniGca città, 
et che queste zanze non erano vere, imo erano 
carissimi di la Signoria nostra per molte expei ien- 
lie, et cussi al presente si vederia, el stesseno tutti 
di bon animo, exortandoli lutti a far le provision 
et a ricordar quelo achadc eie. A le qual parole 
uno dolor nominato .... fece le parole per li al- 
tri, che fé* lacrimar molti ringraliando la llluslrisima 
Signoria et loro magnificeutie di la fede hanno in 
loro, la qual è certissima, et che si alcun vi è di 
cativo si voria darlo in nota, mandarlo fuora et 
sculpirlo in le colonne, offerendosi la facullà et le 
persone a benefìcio di la Signoria nostra et per la 
conservalion di la terra. Item, scriveno di le teiere 
del signor Alvise di Gonzaga, sicome dirò di sotto. 
Da Salò, di sier Hironimo Gradenigo prò- 
vedador, di 17. Come tutll'havevano sgombrato il 
suo el condutto in Brexa, el 



318 Copia di nna lettera da Brexa, scritta per 
Zuan Francesco Guarneri, a dì 17 Mazo 
1528, a sier Lodovico Fioravanti Li avisa 
il modo del perder Pavia, 

Sppcfàbilis maior honorande. 

Mai ho possuto intender come fu andata la cosa 
di Pavia ; et non tanto quanto si diceva per le piaze, 
et quelo lutto era in vergogna del nostro capitanio 
Longena, ita che mai vi ho possuto scrivere. Hora 
che r è venuto li nostri honteni d' arme feriti, quali 
ne hanno dillo la cosa còn)e V è stala, a consolation 
vostra et de tulli li amici ve ne ho voleslo signili- 
care, perchè me pareva ben strano, che lui che 
sempre ha al tempo de la vita deportalo bene, che 



adesso se havesse fallo vergogna. Il caso e queslo. 
Lo nostro capitanio ebbe la sera le spie come erano 
fuora di MilanO; el come erano venuti ad alogiare a 
Dinasco. Lui subito fece ingrossare le guardie ed 
avisare tutti li capeianii, el tutta la nolle slete a 
cavalo el continuamente visitando le guardie, per- 
chè se dubitava con elFetto che non li volesseno 
zercare de robare la lerra. El cosi stando a cavalo, 
li inimici ussirno del Barcho et veneno verso el 
bastione dove era missier Cesar da Martinengo et 
lo elusone con la più grossa guardia che li fusse. 
El come visleno venir ditti inimici, senza uno spi- 
rar di archobuso, né dar alarma, abandonorono 
quella impresa ; ita che loro apuzorno le scale et 
veneno dentro, che mai le altre guardie se ne aeor- 
sero, ita che quando inteseno queslo, lo capitanio 
Longena corse a queli con li soi homini d' arme, et 
lo signor Ifannibal Fregoso, el con loro combaie- 
rono un pezo. Ma quelli di la lerra cridavano : Im- 
perio, Imperio, el a bone sasate et quadrelate da le 
fanestre, ita che tra quelli erano intrati et quelli 
introrono tutta via, con quelli di la lerra, serorno 
lo prefalo capitanio in mezo sopra una strata et li 
fu ferito 4 homeni d' arme, et lui ha rotta una gam- 
ba da uno sasso, ita che fumo presi a questa foza, 
et non come lo vulgo diceva ; siche del lutto ve ne 
ho voleslo avisare, aziò che subilo avisale lo Sere- 
nissimo el tutti li amici, et etiam andar in Collegio 
a farli intendere ogni cosa, che così è la verilà, et 
tutti li homeni d' arme lo hanno dillo al clarissinio 
Proveditor. Mi non so quelo habbia scritto ; ma lor 
sono per iustiticare in cadauno loco la cosa esser 
cosi. Circa mo' al capitanio, il signor conte Lodovico 3 
Beizoioso non ha voleslo lassar la taia ; ma dice che 
el vole che M stia cosi, et li ha ditto che dovevano 
dar lo asalto da meza notte, et quelli di la terra 
dovevano dar alarmo dentro. Si che inteuJele il 
tutto che lo trattato era dentro. Non ve dirò altro. 
Avisatime di quanto haverete operato. 

Pa Brexa, di sier Dotnenego PiBamano pò- a 
desia, di 17, hore 15, scritta a sier Gregorio 
suo fratello. Come (in questa hora non è jiova al- 
cuna de inimici, né se ha hauto lettere di Venelia. 
Ma in questa hora è venute lettere del proveditor 
di Salò, per le qunl ne avisa come nemici haveano 
haulo Venere a di 15, a hore 23, il loco di Lacisc 
per forza. 

Tamcn, da Peschiera sono lettere, di 16, 
Come inimici l)atevano ditto loco, et che 1 capita- 
nio del Liigo era 11 con Tarmata, et che nulla dubita* 



^TI 



IIDXXVIII, UAOGlO. 



m 



vn. Hnbbiamo, nemici haver brasalo Cavi^non et i 
Panlego, al erano venuti a le Cavalchaselle, Cislel- 
novo ci quelli contorni ; et per quello cegnavano, 
voleano bular uno ponle sul Menzo, di sollo da 
Peschiera per do mia. Heri sera ne sopragionse qui 
dal campo uno capo di slratioli con zerca cavali 40, 
quaii habbiamo fallo cavalcar questa matina per 
lempo, con orJine che vadano fin a visla de inimici, 
aziò che con certezza ne sappi dir dove i sono essi 
inimici. Et habbiamo lettere di Verona del Podestà 
et Provedadori, che nulla dice dove è li inimici. È 
ledere del signor Alvise di Gonzaga a quel domino 
Zuan .... da Gambara piene di dolceza et hu- 
manilà, mollo iuslificatorie de ogni sua operalion*», 
affirmandone non haver preso partilo alcuno con 
imperiali, ben esser sia da loro richieslo et da luì 
coresposo con bone parole, et li ha rechieslo voler 
cavali 400 et bon numero di fanti con altre provi- 
sione; da li quali dice non haver hauto un soldo né 
resolutione, et ne aferma non haver altra genie che 
cavali 96 et archibùsieri 100 et la magior parie 
venuti più per amicitia che per premio. Et par per 
ditte lettere el desidera esser abrazalo da questo 
Stalo, perché dice esser sta risposo da Venelia da 
quei signori, che poi che 1 non ha voluto acelare la 
condutla, se ne avedcrà come se alroverà. Et lui 
dice che, vedendo venir uno exercito alemano in 
Italia et esser lui abaiidonalo da questi signori, la 
polcnlia del qual exercito a qualunque gran Slado 
dia poner leror, però lui havea mandato sui messi 
a questi imperiali per veder di non esser minalo ; 
ma che non era seguilo più di quello è dillo di 
sopra, et per ma;;ior cerleza ha mandalo qui la 
propria lettera li scrive il capilanio Zorzi Fransperg 
da Mantoa in questa materia, di la qual mandano 
la copia a la Signoria. 
319* m dito Podestà di Brexa, di 17, Jiore 21. 
Dapoi scritte le altre lettere, si ha inimici esser in- 
ibii in Peschiera el corsi fino arente Rjvollea, in 
modo che siamo certi tengono questa volta. Per il 
che, havemo expedilo subilo in campo a Cassan et a 
Verona. Non so che previsioni faranno. Ilabiamo 
per via oplima el secura da chi el pono saper, che 
questi pensa haver Verona o quosla lerra di Brexa 
non per forza, ma per assedio; sapendo loro non li 
esser vituarie. El in questa hora habbiamo expedilo 
in Val Trompia a levar fin 400 archibùsieri che in- 
trino qui in la cita, zoé quelli che za havemo falli 
proparar. Eiiam domalina faremo inlrar Falcon da 
Salò, Ferazin da Brexa et Batislin da Rimano, quali 
bavevamo inlertenuli qui arcnle la terra alozali, et 



erano destinali per campo n Oissan ; et saranno da 
500 fanti. Quelli fanti deputati in castello intraranno 
questa nolte. Et habbiamo expedilo domino Bapli- 
sla Martinengo ad Axola, e partirà questa notte; ma 
la sua compagnia era per avanti intrata in Àsola di 
ordine nostro. Scrive, siamo insienie col Capitanìo e 
Provedìtor zeneral Foscari per far molte cose, el 
quello succederà avisarà. Né di Paulo Luzasco scrive 
alcuna cosa, per non saper nulla loro. 

Di campo da Cassan, di sier Toma Moro 
provedìtor general, di 16, Jiore 4; ma prima 
scrive di Bergamo, dì 15 . Come era andato II 
per proveder di sussidio, et posto 4 compagnie den- 
tro el proseguir la reparation. Hor per queste scrive 
esser ritornato li a Cassan quel zorno di 16. Scrive 
aver mandato domino Paulo Luzasco con la sua 
compagnia de cavalli lizieri verso Verona, richieslo 
dal Capilanio Zeneral. Ma ozi, essendo a Bergamo, 
ave lettere di la Signoria nostra come nostra inten- 
tion era che il signor conte di Caiazo con la sua 
compagnia venisse a Verona, el essendo parlilo ditto 
Luzasco, se revochi. Scrive, di qui è pochi fanti nu- 
mero, sono numero . . . , et levando dillo Conte 
qual ha fanti 1000, si restarà 5o/Mm con 2000 fanti, 
perché si ha convenuto meler in Bergamo 4 com- 
pagnie ancor che parie siano pagate et parte non ; 
et restando de qui pochi, polria seguir qualche di- 
sordine. Scrive la cossa di Pavia. Li nostri soldati 
fono trovali a dormir né hanno voleslofar il debito 
suo; el scrive esser zonli là in campoil magnifico An- 
tonio Martinengo et il Cluson con le compagnie el il 
Coscho ; il qual Coscho si ha portalo bene el non 
ha colpa alcuna. Il Longena ha hauto 1000 ducati 
di laia ci domino IJannibaI Fregoso 500; el il Vi- 

Ai 



coaro è ferito, el Da Porlo 

qual esso Provedilor ha fatto comandamento ven- 
gino a la Signoria nc^slra a zio la Signoria ne fazi 
provision; li quali erano sta avverlidi di Tussir de 
inimici di Milano e di Tandar a la sua volta ; ma loro 
non hanno voluto far il suo debito. Quelli di Milano 
baleno Abiagrasso e con gran solicitudine. In que- 
sta hora é gionto da Milano domino Candian slato 
pregion in Leco, qual dice inimici dicono voler ro- 
bar Bergamo. 

Da Verona, di 17, a Francesco Cherea, 
vidi lettere. Come il suo patron Hercules Poeta, 
che era in la Chiusa, ha hauto più di uno assalto da« 
gli imperiali el valorosarpenle si ha difteso essendo 
il loco non mollo forte e di pericolo grandissimo, 
et fu ferito de uno arcobuso et passalo il brazo de« 
Siro; et possali li inimici, é venato qui a Verona o 



320 



479 



HDXXVm, MAGGIO. 



480 



t 

medicarsi. Inimici questa mattina son aviati alla 
volta di Peschiera, et vanno di longo ardendo ville, 
case et tagliando arbori et vite, non lassando di 
usare ogni sorte di crudeltà, tale che dove vanno 
lassano come Tulgur il segno. Sono da 15 milia sotto 
insegne 36 ; hanno con loro pezi 35 di artigliaria 
piciola campestre, et dui canoni. I nostri fanti ne 
hanno morti et presi infiniti, et nel partir che hanno 
Tatto di lii, dice gli hanno tolto una zatra carica di 
farina et di vino et condotta a salvamento nella 
Chiusa; et gli hanno levalo una caretta con le ba- 
gaglie di uno homo d' arme con mille belle cose 
sopra, di maniera che hanno guadagnato bene. 

Di Ferrara, del Duca, scrive al suo orator^ 
d) . . . Come ha inteso il Papa fa fanti, et etiam 
h Signoria expedisse il suo Orator destinato a Soa 
Santilà. Louda summamente ; ma scrive é bon non 
fidarsi, e metersi in ordine etiam di fanti come fa 
lui per mandarli in Modena et Rezo et dove biso- 
gnerà ; et che di la caxa non scrive altro, conoscendo 
la prudentia di la Illustrissima Signoria e Tamor li 
porta; saperà ben far la executione. 
331*) Fu posto, per i Savii, di mandar sier Hironimo 
da Canal fo provedilor zencral in Dalmatia e capi- 
lanio al Golfo provedilor in Dalmatia, con ducati 
100 al mexe per spexe, a far 500 cavalli de corvati. 
Meni con se 8 fameglii ; tegni otto cavalli computa 
il segretario; et sia expedito con la commission el 
danari parerà al Collegio per lì do ter/i di le 
ballote. 

Pu poslo, per li ditti, che al conte Claudio Ran- 
gon li siano dato condutta cavalli lizieri 100, oltra 
500 fanti li fo dati per avanti, ut in parte. Fu pre- 
sa. Ave: 134. 7. 0. 

Fu posto, per li ditti, che al signor Zuan Fran- 
cesco Orsini, fo nepole del signor conte di Pittano, 
oltra fanti 600 li fo dati, li siano azonti altri 400 
fanti si che babbi 1000; et oltra cavalli lizieri li fo 
dati numero 50, li sia zonto allri 50 cavalli lizieri, 
in tatto 100. 

Fu posto, per li ditti, che a Malatesla 

fradello del signor di Rimano, al qual fo dato 600 
fanti, li siano cressuti altri 400, in tutto 1000. 

Fu posto, per sier Lunardo Emo savio del Con- 
gelo, sier Bortolomio Zane e sier Filippo Capello savii 
a terra ferma, che Piero Longeua conduticr nostro, 
era io Pavia a quel governo, sia casso de li nostri sti- 
pendi, et a li allri tutti che erano in ditta terra. 
Dominati di sopra, non li sia dà alcun stipendio lino 

(i) U c«rto MO* è Muusc 



per la Signoria nostra sarà scritto al Provedilor ze- 
neral Moro quello habbia far. 

Et sier Valerio Marzello, fo Savio a terra ferma, 
andò in renga per contradir, e Thora era tarda ; fo 
rimesso a uno altro Conscio, et fo licentià il Conscio. 

Fo leto la lettera di la Signoria di Fiorenza 
scritta di qui al suo orator. 

Fo invidati andar doman ad acompagnar il Se- 
renissimo in chiesa di San Marco a messa, per'esser 
Tanniversario quinto compite del suo ducato, eleclo 
in tal zorno. 

In questa mattina el cardinal Corner nuovo fece 
un pranzo a caxa sua a quello li ha porla da Or* 

vieto il capello, qaal é del Papa, nominato 

domino di Medici, e la sua compagnia; 

al qual iotravenne etiam alcuni zentilhomeni no- 
stri so* parenti, el altri che andono ad incontrarlo 

Ad\ 20. Fo San Bernardin, et vezUia di la 321* 
Bensa. Il Serenissimo, vestito damaschin cremexin 
vene in chiexia di San Marco a la messa, contra il 
qual andò il clero con la croce cantando. Erano ora- 
lori Papa, Pranza novo, Anglia, H»ugaria zoè Vay- 
roda, Milan, Fionnza et Ferrara, mancava Manloa; 
el solo uno Procurator, sier Alvise Pasqualigo. Et 
fo dito la messa solenne per Tanniversario quinto 
compito del suo ducato. 

Dapoi si reduse in Collegio, et Poralor di Pran- 
za venne et mostrò lettere del Re in conformità de 
li 6000 lanzincch el 2000 francesi Soa Maestà 
manda in Italia ; et adi 20, eh' é ozi, dieno esser a 
Ivrea. Però si provedi di danari. 

Di Verona, di l'Emo podestà et Provedito- 
ri, di 19, hore 3, Come il pressidio di fanti 600 
mandono a Brexa, quali se partirono con scoria per 
montar in le barche, par siano montali, el la scorta 
tornata. Si tìen saranno zonti e andati per il lago; 
ma bisognerano passeno per la via di sopra i monti. 
Questo perchè inimici erano venuti verso Salò ; ci 
quelli del loco, per non esser brusati, feveno conscio, 
et voleano darli danari. Loro voleano meza paga; 
lien gè la daranno. Sier Hironimo Gradeuigo pro- 
vedilor di Salò non havia più ubedientia, come lui 
scrive ; el Lonà era perso, però che li cavalli lizieri 
del signor Alvise di Gonzaga el Pyro di Gonzaga 
erano corsi li el intrati in Lonado. 

Di Lodi, di sier Qvbriel Venier orator^ di 
16 et 17. Come il Duca é disperato per la perdeda 
di Pavia e ruiuà tutta T improsa. Il Coscho non è 
sta causa; ma la pocagine de li nostri, quali dormi- 
vano quando inimici venero. El cussi sono ritornati 
Iq campo a Casoan le zenle. Scrive, il Duca baver 



481 



UDXXVlIIj MAGGIO. 



m 



aviso che a Ivrea è zonli GODO lanzinech che 'i re 
di Franza manda Italia. 
3*2-2 J)a Brexa^ dì sìer Zuan Ferro capitanio, 
di 18, vidi lettere particular. Come, essendo 
rotte le slrade non poi cussi spesso scriver come 
face»; el poi sliamo in far continue provision in la 
ci(là e di fora. Ilabbiamo mandato ad Axola la com- 
pagnia di missier Balista Marlinengo, e al presente 
maodeflio la sua persona con 40 bomeni d*arme a 
la liziera, el domino lacometo di Val Trompia con 
100 archìbusieri; sicbé bisogna far provision in la 
cita e di fora. Inimici hanno tolto Peschiera. CI Pro- 
vedilor di Lonà sier Francesco da Mosto ha aban- 
dona quel loco. Lacise, Cavrin, Bardolin el Ca- 
stioD del Lago è sta brasali. Se dice sono da 30 mi- 
lia el ne aspelano ancor 10 milia. £1 manda una 
lettera capitata ne la man del conte Zuan Francesco 
di Gambara, qual dice cussi : 

Vi faso intender, come in questa, notte andamo 
in campo di V Imperador» el Signor con la compa- 
gnia di certo Visidira. Come Texercito imperiai so- 
no 30 milia persone per venir doman da matina a 
lozar a Peschiera et venir a la volta di brexana 
senza falò. La via che loro habbia a far non lo so ; 
ma de cerio, conte Io campo de Tlmperador passa 
lo Menzo, lo signor Antonio da Leva passa Adda 
con lo exercilo che era in Milan, salvo quelli che 
resta a la guardia di Pavia. Lacise, Cavion, Bardo- 
lin et Oistion del lago di Garda sono brusati dal 
campo imperiale. Ancor lo inlardigar loro fanno, 
sono per causa che loro aspectano altro soccorso di 
IO milia persone. Se dice che loro vanno a la volta 
di Zenova di certo. Vi so dire che loro bruza et 
amaza et fa presou el fano lulo male. 

La qual lettera e scritta per uno che sta col si- 
gnor Alvise di Gonzaga, sènza di; el non dice chi la 
scrive uè dove la sia scritta. Nui de qui habiamo 
mandato a tuor de li homeni di le valade. 

Di sier Domenego Pizamano podestà di 
Brexa, di 18, pur particular. Inimici ebbero 
Lacìse et lo hanno bruzalo. Da poi veneno alcuni a 
dimandar Peschiera con le brarale solite, el per 
quel proveditor sier Hironimo Barbaro fo abando- 
nata ; il qual zonse in questa terra hieri sera a bore 
33, et dice mai aver potuto haver da li Provedi- 
lori di Verona salvo lettere; el era restato solo et 
per questo é venuto via. É zonlo qui etiam sier 
3^^« Francesco da Mosto provedador de Lonà. De ini- 
mici, fo mandato 40 cavalli de slralioli venuti qui 
dal campo del Moro per sopraveder fino eri matina ; 
et flo questa bora dodicesima non so quello possi 

/ Diarii ii M. Banutq. — Tom. XLVIL 



esser. Di Verona non habbiamo nulla, né etiam 
dal proveditor Moro, salvo messi con solieitara 
mandarli danari. Nui de qui non manchiamo per le 
forze di far più del possibile, e \ioi\solum habbiamo 
cura di questa citta, ma di Axola, eh' è loco su 
questo brexan de imporlantia. E sta mandali fanti 
e domino Batista Murtinengo, e bora pagamo 110 
arcliibusieri di lacomin di Val Trompin e speramo 
questa notte farli inlrar in Axola; etiam domino 
Batista predillo, el ritrovandosi qui 40 homeni 
d'arme di Cesare Fregoso, questa notte lutti inlre- 
ranno con H fanti in Axola. Tolemo danari impre- 
stedo sopra le specialità nostre. 5emo in pensier di 
mandar a Ponlevigo e a lì Orzinovi qualche pres- 
sidio di homeni di le vallade ; et in questa città non 
si manca di far quelle provision siano possibile a la 
conservation di essa. 

Bel ditto, di 14 hore, pur di 17. Ilavemo 
bora bora aviso inimici esser corsi fino a Calzinà; si 
che lutto questo territorio é in preda. Ha verno pra- 
ticato che questa città pagi fanli 500 per vardar di 
la terra ; et é sta chiama il Conscio per dapoi disnar, 
e non femo difi'^ultà. Obteniremo ; ma bisogneria 
haver qui uno homo da capo, come seria domino 
Antonio di Castello o un altro sìmilCi altramente le 
provision noi) valeranuo la milade. 

Di Nicolò Barbaro capitanio dil lago, date 
al lago, de 18, a sier Gregorio Fizamano, Io 
non scrivo cussi spesso per esser in continue fa- 
tiou ; pur farò questa, notiGcandovi che li inimici 
ogni giorno scaramuzsino con nui, benché io non li 
do impazo; ma loro, quando mi acosto a terra li 
archibusi lavorano, el io defendendomi fazo il si- 
mile. Et a Lacise veneno a dar una baiala ; ma per 
balaia da man non hanno potuto haverla. Messeno 
19 pezi de artellaria, che li fu gran vergogna uno 323 
exercile cesareo piantar arlellaria a una villa et 
mantenirla tre giorni. Io era al fosso di la terra con 
una fusta, con Tallra a Taltra banda, et fo ferito da 
uno arcbobuso il duca di Bransvich capitanio gene- 
ral de tutta la genie d*arme, et morti molli altri 
et maxime dui capitanii. Sono gente strasordinaria; 
messeno foco et bruzarono quasi la mila di Lacise, 
et non seria sia altro si non andava due barche da 
Salò armate con alcuni fanti senza mia sapula né 
inlelligentia ; che se havesse auto autorità haveria 
fallo impichar tulli. E di questo ho scritto alla Illu- 
strissima Signoria el ali clarissimi reclori. Dove 
vanno, bruzano. Hanno bruzalo gran parte de Cha« 
vaion, Chalmasin ci lutto Sandra, Colla, Pacengo et 
parie de Caslelnovo. Sono inlrati a Peschiera, et 

81 



48^ 



HDXXVilI, MAOOIC 



nndaranno a Rivoilella et Desanzan;el tulio me- 
(erasso a foco. Vorìa haver libertà de poter farli 
male et assaltarli e andar sul suo. Non so perché, 
(ulta la Riviera tiluba et danno poca obcdientia. Se 
fosti qui, vederesli gran compassion et doglia. Sono 
genie disordinale; se fosseno'400 cavalli lizieri non 
haveriano fallo la mila del danno. Defendete Lacize 
Hironìmo di Padoa capitano, animosamente. Erano 
tanto numero di genie, et non hanno polulo far 
nulla; poco honor de uno excreito cesareo dar ba- 
iala a una villa, danno tolto uno labernaculo con il 
corpo di Chrislo el l'hanno bulato in (erra, et spar- 
tirono el labernaculo, che era de rame, credando 
fusso d'oro; CUSSI hanno fallo de le croxe. 

Da Mantoa^ fa lettere di Paulo Luzasco 
scritte al Capitanio Zeneral a Verona, di 18 ; 
qual scrive, quello ha fallo è sia per il poco conto 
ha fallo la Illustrissima Signoria de lui ; et però è 
venuto li a Manloa. Tamen non e conzo con alcuno. 
La copia sarà scrilla qui avanti. 
333* Di Verona, di sier Vicemo Orio, di 18, 
vidi lettere par ticuJar a' soi fradelli. Come ini- 
mici, hessendo atorno Lacise, da nostri fu ferito il 
Capilanio general de inimici in una man di uno ar- 
cobuso, el mortoli il cavallo sollo; et vedendo no- 
stri esser astrelli, abbandonorono la fortezza, el ini- 
mici, poi presa, da sdegno la fece brusar sino su 
le fondamente. A Palazuol el lochi circumvicini 
bru8ono molle caxe, presi vilani, datoli taia di 20 
ducali per uno, el fato morir qualcheuno. Li pre- 
soni lodeschi erano qui fono liberali et, datoli un 
mocenigo per uno et faloli acompagiiar da uno 
trombela nel campo loro; il qual Irombella questa 
malina è ritornalo. Riporta, inimici esser levali con 
r exercilo el lenir la volta di Peschiera. Questa 
notte dovea ussir di qui el cavalcar una grossa ca- 
valcala ; poi non è andata. Solum fato star fuora 
1000 fanti per senlinelle. Scrive, in questa terra é 
sii presi doi per sospetto, tra li qual uno era pistor 
el havia lettere che'l scriveva a Paulo Luzasco, che 
non era ordine di haver questa terra per esser ben 
fornita di gente. 

In questa mattina, per sier Lunardo Emo pro- 
veditor sopra i danari, senza altra ballolàlion del 
Collegio venuto in Collegio da li Savii el poi dal 
Serenissimo con la Signoria, sier Hironimo da 
Canal dicendo fln 20 zorni li basta l'animo di aver 
500 cavalli corvati, unde li fo dato ducati 200 per do 
mexi et ducali 2000 d' oro in oro per far li cavalli ; 
el qual si parie damalina. Va con luf secretano . , 
( * * • * I 



Dapoi disnar, il Serenissimo, veslito di restagi 
d'oro con li oratori che fono questa malina, el 
Primocierio el lo episcopo di Verona olitn Datari ^j^ 
con le cerimonie ducal, porlo la spada sier Filip[>ci- 
Trun va podestà a Bergamo, vestilo di raso ere- ^ 
mexin, fo suo compagno sier Antonio Juslinian 
qu. sier Francesco cavalicr, vestilo damaschin ere- 
mexin. Bravi etiam il cavalier di la Volpe el poi 
quelli di oflìcii di Rialto, in lutto zerca numero ...., 
el niun di altra qualità, come si è solili invidar. Et 
questo perdio in la saia da basso par non vi possi 
star pili di . . . Unum est, li altri principi el que- 
sto in tal Èorno, i.ivilavano etiam altri. 

Dapoi vespero li Savii si reduseno insieme. 

Di Verona, fo lettere di 19, hore 2. Come 
inimici erano pur a Peschiera con l'anliguarda in 
ordinanza per andar verso brexana; et aspellavano 
esser in accordo con la riviera di Salò overo bra- 
sarli, dai qua! voleano danari per dar meza paga a 
la zente ; el quelli comuni fevano conscio. Li fanti 
si mondava a Verona per il Lago si partirono. Non 
sanno l' exito loro. 

Di Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiaplera capitanio, di 19, hore 3. Come si 
ha, a Trento si aspeclava 10 milia fanti che dovea 
venir a unirse con questi altri, ci dieno venir per il 
canal di Brenta; el le viluarie restate a Trento se 
vendevano, et hanno leva man per poter dar da 
viver a questi vieneno. 

Di Pranza, vene lettere del Juslinian ora- 
ìor, di Boesì, di 8, 10 et 12, La conclusion è, 
come, havendo sollicità con il Gran maestro, Gran 
Canzclier, Madama et con la Maestà del Re, s' in- 
tendi a le cose de Italia el non a far guerra, di la 
regia Maestà si ha risolto che voi alender a Ralia in 
che consiste la vittoria del tutto; però voi man- 
dar 10 milia lanzinech, 2000 francesi, di quali sarà 
capo monsignor di San Polo, el 500 lanze capo 
monsignor di Ghigni ; di quali saranno presti a 
Ivrea, zoè in Italia adi 15, over 16 di questo nu- 
mero 4000; il resto adì 6 Zugno. Di quali voi 
2000 pagi fiorentini, 5000 Soa Maestà et 5000 la 
Signoria nostra. 

Adì 21, Zuoha. Fo il zorno di la Sensa. lì 3; 
Serenissimo, vestito di reslagno di cenlà, con manto 
di raso cremexin con bavaro di armellini et bareta 
d' oro in testa, con li oratori Papa, Pranza, Anglia, 
Ongaria, Milan, Fiorenza el Ferrtira, quel di Manica 
é amaialo, el lo episcopo di Verona di sera el il 

(1) U ctrtA SU * é biioea. 



m 



UDXXVIir, MAGGIO. 



486 



Primóciepro dì San Marco. Porlo la spada sier Zuan 
Nadal va capitanio a BjipuIo, veslilo damaschin ere- 
mexìn. Po suo compagno sier Alvise da Riva in ve- 
ludo cremcxin. Et nota : non era alcun Cao di XL. 
Poi li ordenarii et li ìnvidali al pranso, zoè li ofBcii 
di Riallo. In lutto erano numero ... et non più, 
per esser molli con corolo. Et olirà li oflBcii alcun 
non fue. Et montali in Bucenloro, andono a sposar 
il mar iusla il solilo ; poi a messa a San Nicolò, et 
demum al pranzo, 

Dapoi disnar li Savii si retfuseno a consultar. 

El r oralor di Pranza mandò a monslrar al Se- 
renissimo et Collegio alcune lettere di Pranza di 1 1, 
del Re, che scrive mandarà in llalia 8000 fanti el 400 
in 500 lanze con monsignor (li San Polo, el altre 
parole in consonanlia di le lettere di V Oralor no- 
stro ; et per acertar la Signoria non é per mancar 
in mandar ogni aiuto. Item, copia di lettere Soa 
Maesli scrive al duca di Ferrara el marchese di 
Mantoa, non voglino dar alcun aiuto a questi lan- 

zinecb. 

Di Lion, di Andrea Bosso secretano va in 
Franga, di li. Del suo zonzer li, et come è 
zonto don Hercules fiol del duca di Ferara, qua! 
va in Pranza da la sposa, a la qual porla molle zoìe, 
el n a Lion si melevano in ordine la fameglia di ve- 
stimenti per andar pomposamente, /few, come era 

li uno monsignor , qual feva li 2000 

fanli venlurieri per mandarli a Zcnoa, et di lauzi- 
zinech che vengi per llalia nulla scriva Et esser 

zonlo lì uno nominalo domino parente 

del duca di Milan, qual vien per nome del Re a 
sur apresso il duca di Milan. Scrive si parte et va 
di longo. 

Di Zenoa, del signor Teodoro Triuìzi, fo 

lettere di con alcune lellere inlcrceple di 

Napoli, di primo, che quelli scrivevano a la Miran- 
dola et » 



325* Di Verona, di V Emo, Nani et Contarini, 
di 20, hore 2. Come, essendo zonlo Zuan di Naldo 
con la sua compagnia di lezieri, venuto da Vicenza, 
el li soi 500 fanli, il signor Capilanio Zeneral ha de- 
liberalo cheM vadi fuora con li cavalli lizieri et al- 
cuni archibusieri verso inimici per veder di saper 
di loro. Et per quanto intendono, sono a Peschiera 
et 15 atorno ; il duca di Brexvich ferito. El mandano 
uno reporlo di' uno venuto, qual dice il conle Gi- 
rando di Archo è al Desenzan et va palìzando con 
quelli lochi di la Riviera per haver danari ; et di 
Salò 



Item, vanno brusando caxe, (alando vigne el biave 
di le qual si fanno coperti, el di albori, siche mi- 
nano il paese, fanno prexoni villani e(c. Danno 
mandato a Valezo a rechieder 500 ducali di taia, si 
non veniranno a brusarli. Dice, sono da ... . milia 
et cavalli 800 ; jet hanno con loro alcuni cani ligadi 
con Cadene, che quando acadesse fariano per loro 
gran fazione, /few, scriveno haver aviso li fanli 
mandono a Brexa erano zonli a S. Pumia, mia <2 
lontano ; siche saranno intrali. Et quelli di Brexa 
hanno mandato 30 archibusieri a Lonà, che niun 
par 11 sia andato de inimici, né quelli di Gonzaga 
come fo dillo. Scrive, il signor Alexandro Pregoso 
condulier nostro era io reame, è zonto 11 a Ve- 
rona. 

Vene in Collegio di Savii domino Baldo Antonio 
Palculio oralor del Capitanio Zeneral con una lei- 
lera li scrive il Capilanio, di Verona ; et manda la 
copia di la risposta ha fallo a Paolo Luzasco qual 
era a Manloa. Et la lettera ci la risposta saranno 

qui avanti. 

Di Brexa non fo lettere, el di Bergamo né di 
Cassan del proveditor Moro, per esserle strade rote. 

Da Buigo, di sier Vetor Diedo podestà et 
capitanio, di 19. De qui passano fanti. che vanno 
al campo nostro, li quali fanno danni assai, pur mi 
e forzo farli caminar al più io posso. Hozi é tornalo 
uno mio mandai a Modena. Referisse, el signor An- 
toniolo Adorno far fanli quanti ne pono haver, et 
cavalli. Etiam a Manloa se ne fanno. Ha ordine di 
non si mover fina il signor Zorzi li dagi aviso. Di 
Ferrara e zonlo uno altro mandai de li : dize non 
si far alcuna provision di guerra. De qui è venuto 
uno di la Praia ; dice che la rota e pigliata dove si 
lavorava, e alquanto resentita ; immediate ho man- 
dalo el Capilanio del devedo con tre compagni et 
oGciali fuori a farli andar hozi et questa notte boa 
numero di zeute, con ordine che essendo la cosa de 
imporlanlia, mi spazi questa notte, et io damatina 
per tempo sarò super loco. Le acque di canali è 
grosse ; Po et V Adese eresse ma non mollo, se 
cresseranno questa notte, slarò fuora tutto doman. 
É un mal ; li homeni sono estenuati. 

Qopia di una lettera scritta per Paulo Luza- 335 
SCO al duca di Urhin capitanio general 
nostro. 

Illustrissimo et Excellentissimo Signore. 

Sapendo io quanto è la Excellenlia Vostra grata 
di la gratia sua a chi bene et fidelmente serve, da 



487 



UDXXVlJi; MAOOIO. 



488 



poi la debita reverenlia. La saperi, non essendo a li 
giorni passati lo illuslrissimo signor Marchese mio 
signore in bisogno di me, desiderai mollo di core 
servir la Illustrissima Signoria de Venclia, sperando 
con tal servitale poter anco grandemente satisfar 
a la Excellentia Vostra, come summamcnle deside* 
fava. Ma la sorte mia, con dispiacer mio grandis- 
simo, me ha interotto dal mio disegno, imperochè, 
essendomi affermato con la prefala Signoria Illustris- 
sima et con manco condutta di quel che me fu dato 
prima con qualche intentione dal magnifleo signor 
provcditor missier Piero da Peserò sotto speranza 
grandissima di quelli Signori Illustrissimi, che ve- 
nendo r occasione et servendo bene sarei molto 
ben reconossuto, bora che V ocasione é grande, et 
che io scio de haver benissimo servilo, come tulli 
quelli signori da Cassano et altri poi sapere, non 
son mancato de diligentia perché il durissimo pro- 
vcditor Moro ricordasse il caso mio, scrivendo 
anco io in conFormilà al Serenissimo. L'opera fu, 
che da poi cressuto compagnia a molti et alcuni 
capitanci fati da novo, me disseron che io haveva 
500 fanti. Inteso quelo che io havoa d' bavere, et 
conoscendome che io non son gii novo in questi 
mestieri, et che mio summo desiderio e sempre 
stato con <%ni studio et diligentia de servir bene, 
pensai che, non parendo a la prefata Signoria Illu- 
strissima che sin hogi non havessi meritato più de 
500 fanti de acressimento et maxime in questi 
tempi, che manco spermza poteva bavere per lo 
avenire, et cossi risposi al clarissimo Proveditor, 
presente il signor Colatrale et signor conte Alberto 
Schoto, sfocando alquanto la passione eh* io havea 
per r onor mio, che io non potea star li di quela 
maniera, atento che io son homo de honore, et che 
io non era venuto a servir per altro, et che io la 
pregava a volerli provedere che altramente non sa- 
peva come poter servir. Sua signoria me rispose, 
et de modo che certissimamente ho grandissima 
causa de esserli obligato. La conclusion fu, cbeU 
scriverla et che in termene de 5, o 6 giorni sperava 
haver risposta, et de modo che me potria conten- 
tare. Havendo io gran desiderio de restar a quel 
servitio, non solamente aspettalo li sei, ma li otto 
etdodesi et più di quatordesi, deliberai. aslretlo 
dair honor mio di non slarvi più ; .et cossi con 
animo de dimostrar sempre a quella Illustrissima 
Signoria et alla Escellentia Vostra con eflecto dove 
326* io potrò con honor mio che io li son servitore, me 
ne son partito restando creditore et non debitore. 
Et é ben vero certamente che io havevo animo di | 



non mi partire fin tanto che li todescbi non erano 
levati del Dominio suo; ma venendo a quel camioo, 
fui advertito da amici mei che io guardassi come 
venissi a Verona, de modo che, considerando il pe- 
riculo, anco die in loco de gratitudine non meri- 
tasse pona, mi è parso per il melio venirmene de 
qui nel paese del mio Illustrissimo Signor et pa- 
trone et non però andar da li inimici di sue Signo- 
rie Illustrissime, li quali non hanno mancato de of- 
ferirmi grado et condutta tanto bonorevole quanto 
saperci desiderare, sd non fusse il rispetto che ho 
a la prefata Signoria Illustrissima. Io son qui dove 
era quando veni a star con quella Illustrissima ; ve- 
derò se potrò trovar partilo per il quale si conosca 
che io meritavo a la occasione esser tratato come 
da molti signori me ne fu dato in Venetia grandis- 
sima speranza ; et, come ho detto, dove conossevo 
sempre di poter far servitio a la prefata Illustris- 
sima Signoria et a la Escellentia Vostra, con honor 
mio, lo farò de bonìssimo animo. Quel che io desi- 
derare! mo' da la Escedentia Vostra, come bon ser- 
vitor che li son continuamente slato, che la se de- 
gnasse per solila sua gentilezza et cortesia far ca- 
paci quelli Illustrissimi Signori che le soprascripte 
cause mi ha fatto partire ; il che sa Dio con quanto 
dispiacer son restato. Et in bona gratia de Vostra 
Excellentia umilmente de continuo mi ricomando. 
In Mantua, alli 18 Mazo 1528. 

Sullosori'ta : 

De Vostra Signoria lll.ma mi- 
nimo servilor Paulo Lu- 

ZASCO. 

« 

A tergo: Allo Illustrissimo et Excel lentissimo 
Signore el signor duca d' Urbino, Capitanio gene- 
rale de la Illustrissima Signoria di Venetia, dignis- 
simo signor mio observaodissimo, in 

Verona. 

Copia di la riposta fatta per il Capitanio Gè* 
nerale sopraditto a missier Paulo Lu- 
eascho. 

Magnifico tnisier Paulo clarissimo. 

Ho hauto la lettera vostra, per la quale mi date 
conto della causa che vi pare bavere haula di le- 
varvi da questo servitio. Alla quale rispondo, che 
cortamente P eiTetlo di questa cosa mi ha apportato 
dispiacer et maraviglia, perchè non posso fare che 
non pigli dispiacere quando un geutilhomo fa cosa 



489 



IIDXXTIII, UAOOIO. 



490 



che possa seminare sospetto di cattiva opinione di 
sé stesso. Et questo maggiormente mi accade nel 
caso vostro, che sete gentìlhomo exercitato pur 
assai tempo con gradi et lodi bonorevoli, et sete 
stato sempre da me molto amato. Non dico gii che 
ciascuno che serve non possa quando é fuora de 
3*27 obligo et che ha giusta causa partire ; ma si che'l 
debba aoompagnar la cosa talmente con la condì- 
tiene del tempo et de modo, che non possa essere 
comentato il caso suo de altra sorte. Et questo é 
qaello che mi pare possa fare che li homeoi parlino 
de voi altramente eh* io non vorrei, essendovi par- 
tito della sorte che sete, et in tempo di uno urgen- 
tissimo bisogno delti Signori ai quali voi servavate, 
trovandosi li nimici de la sorte che sono nel Stalo 
loro. Et quanto alla partita, ne la quale scrivete che, 
venendo voi a questa volta fustive advortito, che 
doveste guardare come venevate a Verona, re- 
spondo che la Illustrissima Signoria non ordinò mai 
che ce fusti chiamato, et che, quando se li havesse 
pensato a cosa olcuna contra di voi, il che è fiilsis- 
sinio et non é chi possa rendermi meglior testimo- 
nio che Tanimo vostro istesso, possendo molto ben 
sapere se havevate causa de temere o non, non 
saria suto men facile lo exequirla in campo ove erd» 
vate, che qua entro ove fusti chiamalo con tanta 
confidenza. Et a quello dicete che per il dello ri- 
spetto vi paresse per il meglio transferirvi in quel 
psese di Mautua» et non però andare dalli nemici, 
dico che cosa alcuna non può meglio chiarire con 
qual animo habbiate ciò fallo, che i modi che lene- 
rele da qui indietro ; et vi concludo eh' io barò 
sempre piacere che mi diale causa et ardire di po- 
tere con ragion iustifìcarc con la illustrissima Si- 
gnoria i casi vostri, secondo recercale ch'io vo- 
glia fare, si per havervi sempre amato et esser 
stalo da voi ben servilo quando vi sete trovato con 
me, si ancor perché, come ho dello, a me dispiace 
sempre che corra dubbio dì la buona fama di un 
gentìlhomo. Et a vostri piaceri mi oflero. 

Da Verona, olii 30 de Maggio 1528. 



In lettere di Verona, di 20 Maio 1528. 338') 
Fantarie pagade in Verona. 



Sottoscritta : 



Francesco Maria 
duca de Urbino eie. 



Il conte Carlo da Sogiano colonello del 

Duca 

Domino Jacometo da Novelo, colonello 
Signor Astor da Faenza . 
Domino Tognon da la Riva 
Domino Bello di Belli da Forlì 
Vicenzo Ubaldin .... 

Marìan Corso 

Hercules Poeta .... 
Ludovico Curie regia . . 
Piero Maria Aldovradin da Ravena 
Cesaro Grasso da Ravenna 
Aguslin ClusoD . . . 
Nicolò di Masarati . . 
Zuan Antonio Siguli . « 
Hironimo da Padoa a Salò 
Francesco Spinelli sul lago 
Zuan da Riele in Castelvecchio . 
8 zentiihomeni con fanti « . 



fanti 600 

> 500 
» 400 
1 400 

> 300 

> 300 

> 500 

> 300 

> 300 

> 300 
' > 300 

> 300 

> 150 
» 150 

> 86 

> 100 

> 50 
» 300 



Summa numero 4380 

Adì 22 Mago, Il aorno del mio anniversa- 330s) 
fio.- 61 anno. Non fo alcuna lettera da conto leta 
in Collegio; solum quelle di heri sera. 

Fò baloli, che sier Hironimo da Canal va in 
Dalmalia a far li 500 cavalli de corvati et altri, al 
qual fo dato in contadi ducati 3000 d*oro et 300 
per sue spese et 3000 troverà li, et 7 ducati darli 
per la barca et . . . per il secretano ; et balotato 
ave : 13 de si et 1 i di no. Siche volendo li do terzi, 
non fu preso cosa alcuna. Unde si usò gran parole, 
dicendo il Pregadi mette una cossa et la prende, et 
il Collegio non voi. Et hozi in Pregadi si delibererà 
lai materia. 

Fo lelo parte di dar taia hozi a Paulo Luzascbo, 
come dirò di sollo. 

Fo telo le lettere intereepte do, di 13 Aprii 
da Milan di Antonio di Leva, scrive a l' Im- 
perador, (ome il summario dirò di sotto. 

Da poi dìsnar fo Pregadi et vene assà lettere. 

Di Verona, di V Emo, Nani et Contarini, 
di 21, hore 20. Come hanno aviso inimici baver 
mandato verso Valezo 7 bandiere di fanti et 300 



dì lA carta 327* è bianca. 

(S) Le carte 328% 329, 329* aono bianche. 



491 



ifoxxvnr, maggio. 



lizierì, coD li quali par venisse iri campo a Peschiera 
il capilanio Zorzi Fransperg, il signor Alvise di 
Gonzaga, Pyro da Gonzaga et Paulo Luzasco. Et 
conoe inimici haveano hauto ducati 5000 di la (aia 
data a la Riviera, di ducati 20 milia che dimanda- 
vano. 2fem, del zonzer li certi homeni veronesi 
erano a soldo di Paulo Luzasco per la crida fatta, 
fra li qual uno venuto da loro usoe alcune parole 
bestiai et lo hanno fatto retenir. Scrive, li fanti 
mandono a Brexa sono intrali con li danari a salva- 
mento. 

lient^ per lettere di hore . . . Scriveno esser 
ussito di Verona di ordine del Capit:inio Zeneral 
con li soi 100 cavalli lizieri et di esso capitanio, 
et vanno per sopraveder de inimici qual cosa ; quali 
par parte siano venuti a Valezo. 

Di BrexGj di sier Zuan lerro capilanio, 
di 19, Come hanno, inimici alemani heri sera li 
cavalli tutti esser passati di qua da Menzo a Pe- 
schiera, et le fanlarie a San Leonzio verso Ponte, 
et vanno fazendo trazer danari a tutti quelli luogi, 
et cussi temporizano. In questa hora 18 habbiamo 
inleso esser scorsi alcuni cavalli Ano a Desanzan et 
Padengo, facendo accordo cum la terra de danari. 
Non se intende che via habbino a far. Hanno man- 
dato etiam a diman lar Lonado, et questa mattina 
gè habbiamo mandato archibusieri '25, se potrano 
830* intrarvi. Pagamo le compagnie de Ferazin da 
Brexa, Falcon da Salò et Baptistino da Rimano 
con difìculti per non haver danari ; ma pur femo 
ogni nostro forzo. Questa magnifica città heri nel 
suo Conscio prese di tutte balole de pagar 500 
fanti per beneficio di questa città. Siamo in continui 
exercitii in far tutte quelle provision ne pareno 
esser necessarie, ne manchamo in conto alcuno in 
vigilando dì et nocte, et andando sopra vedendo le 
guardie di la cittì si de note come de giorno ; et 
ne bisogna non soìum provider a li bisogni di 
questa città, etiam di fora a li luoghi necessarii, 
maxime ad Axola dove habbiamo mandato el uia- 
gnifico domiiio Batista Martinengo con la compa- 
gnia sua, Jacometo de Val Trompia con l'25 archi- 
busieri, el 40 homini d' arme a la liziera, con com- 
mission che parendoli togliano dentro di paesani 
che li p;)rerano esser fidali, siche speremo quello 
loco sera fornito de pressidio. Siamo etiam per 
proveder a Ponlevigo el a li Orzi benché se atro- 
vamo senza danaro, et con imprcstedo si aforze- 
remo far le debile provision. 

Del ditto, di 20, Come di la partita di Paulo 
* Luzasco non scrive ; qual è andato alli servicii del 



Pontefice. Li inimici, per quanto habbiamo per più 
vie, hanno fatto la spianata verso Vidixolo et He- 
dole, lochi de mantoana, siche se tirerano a quella 
volta. El havemo inleso che questa matina gè ha- 
veano aviati 20 cara di pan. Scrive, li fanti 800 in 
zerca venuti di Verona qui sono intrali in questa 
città hozi. 

Di sier Domenego Pizamano podestà di 
Brexa, di 19. Inimici heri sera erano a Peschiera, 
et haveano drizato l' arlellaria verso Ponte, che 
saria demostratione voler andar verso Valezo. Que- 
sta matina, por uno vcneva di Lonà, dice haver in- 
teso era venuto uno trombetta a dimandar quel 
loco. Habbiamo e.xpedito uno capo di squadra con 
fanti 25 che habbino a intrar in quella rocha, et 
conservarla ancor che il ProveJitor di Lonà si ri- 
trova in questa terra. 

Del ditto, di 20, Questa matina é zonti in que- 
sta città fanti 700 di Tognon da la Riva, Piero 
Maria Aidovrandin et un altro capo, inviati dal si- 
gnor Capitanio General, eh* é sta molto a proposito 
per molli rispetti. Heri mandassemo a Lonà fanti 
25 con quel magnifico missier Francesco da Mosto 
proveditor, qual era venuto in questa terra, del 33 
qual habbiamo notilia esser intrato con dilli fanti 
ne la rocha ; eh* é stato cossa molto necessaria atiò 
il loco non si acordasse in darli qualche quantità 
di danari a li inimici, che già era in pratica di farlo, 
el saria sta exempio a tutto questo paese a far il 
simile, perchè inimici con instanlia cercano che ogni 
loco si coinpona con loro in darli danari. Da Salo, 
per lettore di sier Hironimo Gradenigo proveditor, 
non era partilo el promette di star fino a V ultimo. 
Inimici faceano le spianale verso il mantoano, et 
era sta scontralo 20 carri di pane che li veniva in- 
contra di mantoana, el iiitendemo hanno grandissi- 
ma necessità di pane. Poleno venir in broxana et 
andar in mantoana. Havemo per diverse bande no- 
stri messi per intender ogni loro progresso. Questa ' 
città ha promesso pagar fanti 500 per un mexe, el 
in Conscio non ebbe ninna balota di no. Io li us<ii 
alcune parole che a me parse fosseno conveniente 
a simel ocasionc. Questa mattina prontauìeote sono 
venuti a portar il danaro. Habbiamo etiam tolto ad 
imprestedo una summa di danari per mandarli 
questa sera al proveditor Moro, conoscendo il biso- 
gno suo, el li mandaremo etiam ducali GODO ve- 
nuti questa matina con queste fantarie. 

Da Brexa aduneha fono lettere di rectori^ 
et sier Marco Foscari proveditor general, in la 
Signoria. Del bon voler di quella magnifica con)u- 



493 



UDXxvnr, ukoato. 



494 



nilù et oblalion hanno fallo nel suo Conscio di ppe- 
sfar danari, volersi difentler, palip ogni assedio eie. 
Da Lodi, di sier Gabriel Venier orator, di 
19. Coloquii h.iulì col signor Duca, qual si vede di- 
sperjlo ; non sa che far se questi hìnzincch venirano 
in bimbardia. 
33l* Zb . . . . , di sier Zuan Satisfa da Mo- 

Un próveditor general, dì Conìe, iusla i 

mandati di la Signoria nostra, ha mandalo in Puia 
al Capitanio Zeneral cavali di slralioli numero .... 
di quele compagnie, et havcndo poi haulo lellere 
xerca mandar in Hislrìa altri 300 cavali, non sa il 
modo conie possi, liavendo una volta e.xeguilo il 
primo mandato. Però si scusa eie. 

Bi sier Alvixe Pixani procurafor, prevedi- 
ior zeneral in campo, et sier Piero da chà da 
Pexaro procurator, oraior, date in campo de 
sotto Napoli, a dì 12, 13, là et 15. Prima, ha- 
ver dato li danari zonseno a monsignor di Lulroch 
il qual voi si dagì per V altra paga a li lanziuech, 
ciré il tempo. Il campo si va disolvendo; vien dito 
che Lulreeh non se cura di.\'endo ho assà zenle. Si 
sia su scaramuze ogni zorno. Hanno dentro esser 
la peste et vituarie per do mexi, et più patiscono di 
farine. Zonseno 5 nave con vituarie di Sicilia et 
fanti per intrar in Napoli, et capilono a Gaeta, et 
per tre galie del conte Filippin Doria fu preso una 
sexia navo veniva di Sicilia con tumuli :2500 de 
formenlo per intrar in Napoli. Di le qual galie eran 
parlile .... per Provenza a condur li presoni iut 
Pranza. Scrive, voriano il Capitanio Zeneral nostro 
con r armata venisse. Hanno sue lettere di 8 parti- 
va il dì scquenle ; poi hanno inleso esser parlilo. 
Item, mandano alcune lettere inlerceple di Napoli, 
ut in eis, scrivono a Milan al Leva et a la Cotìcor- 
dia ... . Scriveno sono assi amaladi in campo et 
ne moreno. Voriano licenlia uno di loro di repa- 
Iriar, perché basta uno di loro li in campo. Scriveno, 
li baroni del reame, quali il forzo è in campo, han- 
no oDerto prestar a Lutrech ducali 50 milia ; ogni 
zorno terre si rendeno a Lutrech. Soa Exccllenlia 
fa concessione eie. Scrive in campo nostro non sono 
14 milia fanti, in la citta da 9000. 

332 Eziratfo di le lettere di Antonio da Leva, 
scrive a l' Imperador, d\ S, 10 et 11 Aprii 
1528, in PiontellOj tratte di gì fra. 

Prima, dice haver ricevute lettere da la Maestà 
Cesarea per Barlholomeo de Tassis di "20 Dezem* 
brio et 7 et 30 di Febraro, et che esso Barlbola- 



meo gionse a li 35 Marzo, et a lungo narra a Sua 
Maestà quanto era sucesso in Lombardia sin a quel 
giorno, et il processo di Lutrech verso il regno, et 
il socorso che esso ha fatto a Leco, el ne la fine 
dice queste formai parole : < Certifico a Vostra 
Maestà, che se havessi danari da poter star fora, io 
metteria tanto foco ne le terre de venetiani che ha- 
veriano per ben de lassarmi nel Slado di Milan, et 
posso dir con verità che li spagnoli el li italiani son 
stati molli giorni per quelle montagne senza man- 
giar bocone di pane, ma solamente qualche carne. 
Dal serenissimo re di Hongaria ho lettere di 20 
Febraro, ne le qual el me certifica che '1 manderà a 
meza quaresima el socorso, et molto maggior de 
quello ho richiesto. Et venendo il numero di le 
gente che M dice, gli vorrà un mondo de danari al 
mese, et non so come se potrà pagar tante genti. 
Io ho scritto a Sua Altezza et a Zorzi Fransperg 
quel mi è parso, né si è facto profìtto alcuno ; el se 
havessi hauto danari haria fatto ut supra. Giulian 
da la Spissa non e arrivalo qui, né etiam li danari 
che Vostra Maestà mi manda. Quella creda che que- 
sti alemani non ussiraoo di Milano se non sono 
pagati, el dubito che sachcgieranno la terra. Li spa- 
gnoli el taliani et gente da cavalo spero io Dio me- 
narli ove vorrò. Le lellere de Vostra Maestà ho 
mandato al principe de Oraoges et Lopez de Sonia, 
et li ho mandato a dir quel che Vostra Maestà me 
ordina. Non so quel che faranno. Ho poca speranza 
che 1 Principe me diì danari, et ho tolto a cambio 
de Francesco de Ara 35 milia ducati et 30 milia de 
Jo. de Marin. Supplico Vostra Maestà li fazi satisfar. 

Se 'I socorso viene, et lo duca di Brunsvich che 
vien capitanio di esso, penso andar a coniongermi 
a Bergamo con esso, che é loco grasso et richo et 
mollo al proposito di sua magnidcentia, et spero 33^1 
travagliar de haverlo et componerlo in più danari 
che sii possibile, et poi a passar a Pavia, Alexandria, 
che spero in Dio si bavera poco da far in recupe* 
rarli, et de 11 andaremo a Zenoa che simelmeote 
spero haverla. Il Papa sta in Orvieto, et a quel che 
dice e neutrale ; ma Lopez de Soria et il Borgo me 
scrive che (fa) tutti li mali offlli che'l po*secretamenle. 
É stalo causa di far passar avanti Lautrech. La Vo- 
stra Maestà non fazi fondamento che babbi danari 
de Orangcs. 

El prothonotario Carazolo, el qua! e stato fra« 
delo et amico del duca Francesco, li ha scritlo facen* 
doli intendere la bona volontà de Vostra Maestà \ 
ma lui sin bora non gli ha resposlo cosa nissunai 
anzi sta induralo ne la sua mala opinione ; ma non 



495 



MDXXVIII, IIAOOIO. 



i96 



sa quel che farà. Ma venendo dillo socorso nel 
piano di Lombardia, credo che mularà proposilo. Il 
prolbonolario di Gambara, el qual andò per Noslro 
Signor al re di Pranza et Anglia, è rilornado. Mi 
vien dillo bavea ordine di passar da Vostra Macslà. 
Intendo che é sialo expedilo con novi capitoli da li 
ditti Re, senza esser venuto da Vostra Maestà. Non 
so quel che habbia porlato; di quanto intenderò 
darò aviso a Vostra Maestà >. 

Da Milano, a li 11 de Aprii 1528. 

La Maestà Vostra per le altre mie bara inteso 
r acordo et partito che ho fatto a Paulo Luzasco, 
et sarà contenta ralifìcarlo et farne bon conto, per- 
ché r è uno de li migliori capilanei che fusse mai 
in Italia. 

333 Die 22 Maii 1528. In Rogatis. 

Consiliarii, 

Capita de Quadraginta, 
Sapienies Consilii. 
Sapienies terrae firmae. 

Quanto sia deleslanJa la perGda rebellion de 
Paulo Luzasco fugito da li servitii del Stato nostro 
senza causa alcuna in principio di la sua condulta 
et nel importantissimo tempo è al presente, ritro- 
vandosi li inimici nel Stalo nostro, cadauno di que- 
sto Ck>nseio ben lo intende, maxime che ha habulo 
praticha et intelligentia con Antonio da I^eva capi- 
tanio cesareo, come se ne ha habulo vera nolilia. 
Conlra il quale, come inimico et rebello del Stato 
nostro si deve far ogni severa dimostratione, si per 
honor di la Signoria nostra, come ad exemplo de 

altri. Perhò : 

L' anderà parte, che per autorità di questo Con* 
seio sia preso, che il prefato Paulo Luzasco rebello 
et iraditor del Stato nostro sia et se intendi in per- 
petuo bandito di tutte terre et loci nostri, si da 
terra come da mar, de tutti navìlii nostri armati 
et disarmadi, et di questa città nostra di Venetia, 
cum taglia a quelo over a queli che lo amazerano, 
si ne le terre et lochi nostri, come in terre et lochi 
alieni, de ducati 5000 d* oro in oro da esser im- 
mediate dati de tulli i danari di la Signoria noslra 
a quelo over a queli che lo averanno amazato 
et ne haveranno fede. Il quale over i quali, per 
tale interfectione bavcr etiam debbino ducati 500 
a r anno in vita sua di provision, la mila de la 



camera nostra di Padoa el V altra mila da quela 
di Vicenza, et possi over possino extrazer dui bo- 
mini di bando di cadauna over de tutte le terre et 
lochi nostri si da terra come da mar, et etiam 
di questa cita nostra de Venelia, et sia per qual 
causa over mensfalto che esser si voglii. Et se quel 
over queli che lo amazerano ut supra fusse over 
fusseno modo aìiquo amazadi, li fieli soi el i figlioli 
di soi figlioli, si mascoli come femene, havèr deba- 
no la provision, tagia et beueficii sopraditti in vita 
sua, hessendo seguito il caso di haver amazà il ditto 
Paulo ut supra. CI qual, se da alcuno over alcuni sari 
aprcsenlà vivo et dato ne le forze de alcun regi- 
menlo nostro, haver debbino quelo over queli che Io 
presenlerano lutti li beneficii sopraditti nullo excep- 
to, et lui Paulo sia apichato per la gola el poi squar- 
tato come traditor del Stalo nostro. Et se quelo 
over queli che lo amazerano over apresenterano 
vivo ut supra fusse over fusseno in bando de al- 
cuna over de tulle le terre et lochi nostri, et etiam 
de questa città nostra di Venetia, et sia per qual 
causa over delieto se voglia, nullo excepto, sia 
over siano liberi et subito absolti, et babbi over 
habbino tulli li betìeficii sopradilti, nullo excepto. 
Et se M sarà soldato alcun overo soldati che lo ama- 
zerà over apreseuterà ut supra, olirà tutti li bene- 
fili! sopradilti li sia dato honorevole cooditione el 
condula di fanti over cavali come sarà lo exercitio 
suo ; et tutti li beni del prefato Paulo, se ne sono, 
«iano el se intentino confiscati ne la Signoria no- 
stra. Et de la presente deliberazion sia data oolilia 
a li rectori nostri da terra et a li Proveditori zene* 
rali aziò la fazino publicar, et medesimamente la 
sia publicata in questa città a notitia de cadauno. A 
li qual rectori et Proveditori sia imposto che lo 
fazino depenzer sopra una tavola apicado per uno 
pie come traditor, et posto et tenuto in publico so- 
pra la piaza al loco di le bollette cum el suo oooie 
sopra che dichi : « Questo è Paulo Luzasco Iradilor 
del Stato nostro >. El cussi sia omnino eseguilo. 

El perché ne la compagnia del prefalo Luzasco 
ne sono alcuni veronesi el altri subditi Doslri, sia 
scritto et imposto al Podestà nostro di Verona, el 
Provedadori generali in quela città et lerrilorio, 
che subito fazino proclamar che lutti queli subdili 
nostri che fusseno ne la sua compagnia debano fra 
termine de zorni 8 proximi da poi il proclama fato, 
partirsi da lui et venir ne le terre et lochi nostri el 
apresentarsi a loro. Et queli non veniranno, passali 
ditti zorni 8, siano et se inlendino in perpetuo baodili 
de lutte le terre et lochi nostri si da terra come di 



497 



MDXXVIII, MAGGIO. 



498 



mar el de (uUi navilii nostri armadi et disartnadi, | 
el de questa cita nostra di Venetia con taglia de 
lire 1000 de pizoii a quelo over a queli che ne 
prenderà alcuno deulro i cnnSni et darà ne le forze 
di rezimeiiti nostri, a li qua! presentati ut supra 
sia (aiata la testa, et a quelo over queli che ne ama- 
zer4 dentro i confini, habita fide, haver debbino 
I:) s<>pì*adilta taglia de tutti i danari di la Signoria 
nostra, la qual se intendi per cadauno di loro che 
sari inobediente. I beni de i qual inobedienti siano 
confiscati oe la Signoria nostra. 

f de parie 150 
de non 2 

non sinceri 

EtpMicata fuit super scalis, utmoris est, 
die 23 Maij. 

ÌU Fu poslo, per li Corrieri tutti el Cai di XL, Savi 
del Conscio et Savi a terra ferma, laia a Paulo Lu« 
zascbo qual si ha partito de' nostri stipendi! havendo 
dato la ferma. Chi quelo amazarà babbi di la Si- 
gnoria nostra ducati 3000 et in vila sua di provisiou 
ducati 500 a V anno, la mità a la camera di Verona 
et la mità a la camera di Vicenza, et possi cavar do 
di bando di terre el lochi el di questa città nostra 
baiKlili per qualunque Conscio. Et queli nostri sub* 
(liti è in la sua compagnia el non veniranno fra 
termine di zorni 8, habbino laia chi quelo amazerà 
lire 1000 di pizoii, et potendolo haver ne le man li 
sia (aia la testa. Et questa sia proclamata eie. Ave : 
2 di no. 

Fu posto, per li Savi del Conscio et di lerrafer- 
ma, che Piero da Longena era in Pavia, el queli 
altri capi, non li sia dò più soldo, ma siano comessi 
a li Àvogadorì di Comuu, contra i qual fazino pro- 
cesso, el queli si apresenlino in questa terra. 

Et sier Bernardo da chà da Pexaro el Cao di XL 
voi la parte, con questo : Piero da Longeua sia de 
prae$enti casso di stipendi nostri, el iamen possi 
venir a iustificarsi a li Avogadori ; li altri capi siano 
etiam comessi ui in parte. 

El sier Valerio Marzello savio a terra ferma 
conlradisse, dicendo é bon aspetar i vegni in que- 
sta terra el non corer a furia ; si vede expresso che 
alcuni ha co^batu in Pavia : tamen tutti é comessi. 

Et li rispose sier Lunardo Emo savio del Con- 
• seio, laudando la parte. Andò le parte : . . . . 



Fu posto, per 4 Coosieri, sier Bernordo da Pe« 
Oiarii di li. Samuto, * Tm. Il VII. 



xaro cao di XL el Savi, atento le operation di do- 
mino Hercules Poeta capilanio di fanti 200 fate in 
la Chiusa contra questi lanzinech, li sia cresuti fanti 
300 si che ne babbi 500, el per la sua persona du- 
cali 40 per paga in tempo di gu(Tra, el in tempo 
di paxe ducali 35 a la camera di Padoa, a page 8 
a Tanno* 

Et sier Domenego Conlarini et sier Daniel Re- 
nier consieri voleno V babbi fanti 500 et di provi- 
sion in tempo di guerra el <li paxe ducati 40 per pa- 
ga. Andò le parie : 63 questa, 100 ¥ altra el quella 
fu presa. 

Fu posto, per sier Luca Trun procuralor, savio 
del Conscio, sier Bortolo Zane, sier Filippo Capello 
savi a terra ferma, atenlo che 'I fusse preso in que- 
sto Conscio di mandar sier Hironimo da Canal in 
Dalmatia a. far 500 cavalli di corvali, et havendo il 
Collegio meglio considera la sua an lata sarà infru- 
(uosa, et balotata la sua expedition in Collegio non 
è sta presa; pertanto sia preso che dita parte sia 
revocata, el sia scrito a sier Zuan Balista da Molin 
proveditor zencral in Dalmatia fazi 300 cavalli lizieri 
corvali altri subito e li mandi de qui ; al qual sia 
mandato li danari per farli, el li altri 300 cavalli li- 
zieri siano fati in queste parte. 

Et il Serenissimo si levò e contradisse dicendo 
il bisogno havemo di cavali lizieri, perché di Roma- 
gna el conte di Soiano dice non poter haver cavali 334* 
lizieri perchè el Papa non voi soi subditi vengi, però 
bisogna aiutarsi con corvali et altri, laudando la expe- 
dition del Canal, qual non se intende offitio ma 
mandar uno a far tal efletto; el è mal che *1 Pregadi 
prenda una parte e il Collegio non vogli exequirla ; 
con altre parole. 

Et li rispose sier Bartolomeo Zane savio a terra 
ferma ringratiando il Conscio di la sua election, poi 
biasemando mandar il Canal perochè non li farà. 
Havemo il proveditor Molin eh' è in Dalmatia el li 
farà lui ; con altre parole, laudando la sua parie el 
di collega. 

Et sier Luca Trun si remosse, et 



El sier Alvise Mocenigo el cavalier fo Consier, 
andò in renga ; aricordò si facesse questa sera un 
Capilanio sul lago di Garda per manteoir quel lago, 
el non se indusiasse. El sier Lunardo Emo fé' notar 
la parte. 

Andò le parte : 

Fu posto, per il Serenissimo, Consieri, Cai di 
XL et Savi, una parte zcrca quelli restano a portar 
i loro bolelinii perlongà per luto il presente mexe^ 

82 



499 



IfDXXVin, HAOOIO. 



500 



ui in ea. La quai.si ha a meter a Gran Conscio. 
Ave ; 8 di no. 

Fu admonid ludi quelli hanno orerto prestarli 
portino li danari a li Governadori, aliier saranno 
publicati. 

Fu poslo, per li Savi, che de praesenii sia elclo 
per scurlinio Capilanio del lago di Garda con du- 
cali 100 al mexe per spexe; meni et monti sopra 
quelle fusle sono in I^ago ; et homini 100 de qui da 
meter su le fusle, et parli immediate. Fu preso. 

Scuriinio di Capiianio sul lago di Garda, iusta 

la parte hora presa. 

f Sier Polo Juslinian fo soracomìlo, 

qu. sier Piero ...... 106. 42 

Sier Alexandro Contarini fo capila- 
nio dì le galle di Barbaria, qu. 

sier Andrea 73. 71 

Sier Francesco Pasqualino fo capila- 
nio di le galic di Alexandria, qu. 

sier Vetor 83. 67 

Sier Marco Conlarini fo proveditor 
a Peschiera, qu. sier Tadio qu. 
sier Andrea ppocurator ... 53. 90 
Sier Francesco Contarini fo capila- 
nio di le gaiie di Barbaria, qu. 

sier Alvise 35.107 

non Sier Nicolò Donado fo capilanio di 

le galle di Barulo, di sier Andrea. 

non Sier Nicolò Trivi.van (o capilanio di 

le galle di Barulo, qu. sier Piero. 

non Sier Alexandro Donado fo soraco- 

milo, qu. sier Polo, 
non Sier Filippo Corner è a la custodia 
di Verona, qu. sier Ilironimo. 

Questi 4 non si provono per esser a le porle di 
le terre. 

Fu poslo, per li Savi, havendosi a congregar 
insieme li Governadori di V inlrade, Proveditori di 
Comun, Savi sopra la mercadanlia, Ra.xon vechie 
et Extraordinari per limitar et far le slime di le 
mercadantie per la inlrafa et ussite di questa città, 
e caratar li daci come fu preso ; et hessendo alcuni 
di loro amalati, sia preso, che in loco loro entrino 
Raxon nove per sorte, et non suplendo li Provedi- 
tori sopra le camere, ut in parte. 120, 2, 1. 
835 -^ ^^ ^^' L^ malina vene in Collegio sier Polo 
Juslinian rimasto Capilanip del lago di Curda. Acelò 



et partirà questa sera. Fo balolà la soa expedition, 
et li danari per li homeni 100 mena con lui da me- 
ter su le fusle, et 8 homeni da capo. 

Itemy sier Bironimo da Canal va in Dalmatia,fo 
expedilo. Olirà li danari se li dà 1000 peze di cha- 
risee, et partirà questa sera. 

Vene V oralor di Milan, dicendo haver lettere 
del suo signor Duca qual é disperalo. 

Da Verona fo lettere di V Emo, Nani et 
Contarini, di 22, hors 20, Come Zuan di Naldo, 
che ussite fuora con li cavali lizieri non è ancora tor- 
nalo. Inimici par siano venuti parie a Villafranca, 
Valezo, hanno sachizato et aspolavano a Peschiera al 
campo venisse di Mantoa el capilanio Zorzi Franspcrg 
et il conte Lodovico di Lodron. Baveano noslri man- 
dalo in la rocha di Villafranca 25 fanti aziò se le- 
gni. Inimici vanno fazendo gran mali dove vanno, 
el tulio per haver danari da loro. 

Di Zervia, di sier Zuan Francesco Sagre- 
do proveditor, di , . . . Come, havendo intt^o a 
nome del Papa a . . . . , si feva 2000 fanti, el 
benché sia fama per Parma el Piasenza, pur é da 
temer, et però fa slar con guardie eie. 

Da poi disnar, fo Pregadi, et lelo solum queste 
do lettere. 

Fu posto,* per i Savi, una teiera a POralor no- 
stro in Franza, ringraliando di presidi voi mandar 
il Re in Italia, et bisogna siano presti, solicitando 
Soa Maestà a farlo. Et li mandenio sumari di pro- 
gressi di lanzinech, et copia di le lettere intcrccpte 
de Antonio da Leva, et la taia data a Luzusco ; et 
altre particularità, ut in litteris. 

Item, scritoli che Andrea Rosso secretano 
in Franza, havendo adimpilo la sua commission 
vengi a repalriar insieme con monsignor di S. Polo, 
solecitando el camin. Et fo balolà tulle le lettere in 
uno, el prese di tutto il Conscio. 

Fu posto, per li Savi, una teiera, a li rcctorì el 
Provedilori a Verona, che sii col Capilanio Zeneral 
et vedi, in caso li inimici andasseno in Lombardia, 
che le zenle noslrc è a Cassen siano segurate,overo 
in Crema o in Bergamo, lassando qualche nuniero 
de fanti in Cassan. et havendo a cuor le terre del 
signor duca de Milan, ut in parte. Ave tutto e! 
Conscio. 

Fu posto, per li Savi, la comission a sier Caspa- 3; 
ro Contarini, va Oralor al Summo PofgeOcc. Prima 
Taudientia publica eie. bonaverba. Da poi in la 
segreta priegi Soa Santità a intrar in la liga El di . 
Ravenna el Zervia semo per lenirle come terre no- 
stre di raxon; ma volendo Soa Santità aquiesoere^ 



501 



UDZXVin, UAOGIO. 



502 



nai semo perricognoscerle da quella; con altre 
parole. La secooda, pregar Soa Santità revochi el 
brieve fatto ct^e non se (oy a ìmprestedo dal clero 
prr mantenir la guerra, qual restituiremo con farli 
creditori al Monte del subsidio. La terza, zerca la 
caxa,che havendo li agenti de Soa Santità capitolalo 
insieme con quelli de la liga et il nostro, de dar al 
duca di Ferrara, et haver nui raiiCcati ditti capitoli, 
semo per observarli et darli la caxa. Item, che '1 
stagi apresso Soa Santità, visiti li reverendissimi 
cardinali, et ne avisi di le ocorrontie, ut in com- 
missione. Ave: .... 17 di no, 9 sineicre; et 

fu presa. 

Et andò in renga sier Francesco Morexini é so- 
ra ì daci per danari, dito Squaiarin, el parlò, che 
zerca Ravenna et Zervia I* Orator non li dica nulla 
se prima Soa Santità non li parli di questo, et alora 
respondì ut in commissione. 

Et li rispose sier Piero Morexini savio a terra 
ferma, dicendo il Papa mandò qui V arziepiscopo 
Sypontino suo orator, signanter a dimandar Ra- 
venna et Zervia. Li rispoiidesscmo che mandessemo 
rOrator electo a Soa Santità dal qual inlendaria la 
nostra risposta. Però bisogna l' Orator parli. Andò 
la commission. Ave: .... 

Fu posto, per il Serenissimo, Consieri, Cai di 
XL et Savi, una adition a la parte de portar li 5 
boletini presa ben, la qual si ha a metter a Gran 
Conscio, etiam che siano obligati cadaun portar 
uno sesto boletin de Governadori di baver paga la 
nona tansa, ut in parte, con tuli i mo li de l' altra 
parte; la qual non se intendi presa se non sarà po- 
sta et presa nel nostro Mazor Conscio. Ave : . . . 



336 



Etiiceoliato Pregadi, restò Conscio di X con 

la Zonta. 

Et preseno dar ducati ^000 imprestedo al duca 
de Milan, per far finti et meterli a la custodia de 
Alexandria. 

Item, feno Cao di X, in luogo de sier Uironimo 
Barbarigo è fuora per haver zurà la Conseiaria, et 
fo eleeto sier Marco Gabriel fo Consier nuovo, né 
più stato Cao di X, el qual rimase Domeuega in 
loco del dito sier Uironimo Barbarigo. 

Da TJdene, di sier Zuan Baxadonna el do- 
tory ìocolenente, di 21 Majso, vene lettere, con 
questo riporto, ut infra. Zuan TayziI habitanle 
in Venzon, mandato fora beri furono giorni 8, re- 
ferisse esser stalo fino a Pixen a uno loco mia 20 
taliane de qua da Bolzau, et nel dito loco ha ritro- 
vato 4 soldati todeschi feriti, ci con loro se acom - 



pagnò et camino con essi due zornate venendo a la 
volta de Lonz. Et nel viazo, parlando de le cose de 
la guerra, da diti todeschi li fo ditto che erano stati 
feriti sotto la Chiusa de Verona, digando che quelli 
de ditta Chiusa haveano fento de volerse render, 
et poi quando erano andati per haverla li havea di- 
scargato le artellarie contra et ne haveano morti et 
feriti molti de loro tra pedoni et cavali, et loro 4 
erano de ditti feridi. Ulterius li disseno come per 
certo monte drio la Chiusa era calati gran numero 
de fanti verso Verona, et che a Trento ancor ne 
erano fanti et cavali in bon numero per calar, et 
tra li altri li era 33 conti et 3000 zentilhomeni, et 
tal zente li disseno esser venuti da lontani paesi in 
ordine, et maxime li cavali, dicendo i me disseno 
che ditti zentilhomeni et la mazor parte de loro 
zente tanto erano venuti da luntan paese che ha- 
veano caminato 14"2 mia lodesche per venir fino a 
Yspruch. Item, referisse come a Pixen predillo vi- 
de 200 fanti todeschi quali Sabato preterito se par- 
tirono et andorono a la volta de Trento, et da li 
ditti 4 todeschi feriti intese che dite zente, asunate 
che le fusseno insieme, haveano ad esser 35 milia 
in tutte tra pedoni et cavali, et che seco haveano 
conduto gran quantità de vituarie, benché diti sol- 
dati si dubitavano che II bavesse a mancar per non 
se ritrovar dove che i andavano. 

Jfent, fu fato salvoconduto a uno 3371) 



Da Verona, vene lettere di V Emo, Nani 
et Contarini, di 22, hore^2 di note. Come Zuan 
di Naldo era ritornalo in la terra, né havia potuto 
far nulla a li inimici perchè sono molto restretì ; et 
par quelli de Salò siano rimasti in darli ducati 10 
milia di laia. El proveditor Gradenigo de Salò era 
tornato in la terra. Scriveno, esser zonto sul terri- 
torio 500 fanti di Malatesla da Solano, et 500 de 

1 quali intreranno in la terra, et dicono 

quelli capi, volendo la Signoria, se ne haveria de li 
altri. Item, come el Capitanio Zeneral voi rimandar 
fuora Zuan di Naldo con li cavali lizieri etc. et 200 
archibusieri per veder sopra V Adexe alcune vitua- 
rie doveano venir di Trento a li inimici verso la 
Chiusa. Item, voleno mandar 200 archibusieri a 

Lignago. 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
di 20, De qui li alemani, per una lettera di Cal- 
zinà in questa bora zerca li receputa, ne significa 
non esser mossi et esser a Peschiera tutti de qui 

(1) La carU aSd* t bianca. 



503 



MDIXVUI, MAGGIO. 



504 



da Menzo, et mandano li cavali per queste terre 
et ville Tacendone trar de danari et vituarie. El 
sij;nor duca Urbino ne ha mandato 800 Tanti per 
lenir in questa ci(a, et altri 800 ne havemo nui; 
siche non dubrtamo. Havevamo eiiam mandali a 
tuor 400 archibusieri de le valade et Tareino sen- 
za, né li toremo dentro ma ne mandaremo a Pon- 
levigo et a li Orzi, el reslo licentiaremo per ades- 
so; ma starano preparali ad ogni richiesta. Questi 
magnifici zenlilhomeni hozi ne hanno promesso 
dar li danari per pagar lì 500 Tanli, come hanno 
preso nel suo Conscio. Habbiamo come 800 fanti 
et 400 homeni d' arme die vien ile Pranza sonò 
de qua da Ivrea. Spagnoli baleno Biagrassa, iamen 
quelli sono dentro se defeiidono valorosamente. 

Del ditto, di 21, hore 17. Benché li passi 
siano reslreti el te poste inlerole, pur non reslarò 
de scriver quanto se intende de qui. Uno, qual 
beri matina To in campo de alemani, dice che 

337* zerca hore 13 cerchele lutto el campo el Tu da- 
vanti al duca de Brensvich, qual era a tavola con 
molti baroni, tra li altri cognossete el conte Gi- 
rard© de Archo, et che gli erano assai comuni, 
che zerca vano acordarsi, Ira li quali erano li ho- 
meni de Bardolin, a li quali ditto Duca domandava 
ducati 1000 a loro el suo vicariado, et loro dice- 
vano non poJer pagar tanli danari ; et il Duca li 
disse : < Se in termine de 3 zorni non me portale 
li danari, ve Tarò l)rusar ». El che vide forli molli 
presenti de vedelli, Tormazi, vini, ovi el simile 
cose per nome de comuni ; ma non li conosse. Et 
che sono allogiati disordinatamente in qua et in là, 
et che a suo iuditio sono da 10 in 12 milia per- 
sone in tutto con li cavalli, el che 12 pavioni 

# sono intorno a quel del Duca, et da 6 in 7 baroni 
con colane et vestimenti d'oro; et che hanno 18 
pezi de artollarie, sei grossi zoè 5 canoni et una 
colobrina, et 12 pezi mezi sacri, poca polvere, 
ballote assai in un monte in terra, barche 22 suso 
le carete per gielar ponti, monilion da viver non 
ha visto, ma che M pan che qui vai un soldo, in 
campo vai due. Et che ha aldilo quelli zenlilho- 
meni rechieder che 1 sia menalo del pan che sera 
ben pagato, vino et carne bon mercato; che non 
gè costa ma lo robano. Et che le monilion sono 
verso el Menzo sotto la roca de Peschiera, et che 
tutti sono passati de qua dal Menzo verso il bre- 
xano, et il campo et monilion è mal governato, 
senza bastioni el senza repari. Li borgognoni ben 
armali a la liziera cum cavalli grossi Trisoni, et 
stanno intorno al padiglion del Duca pochi archi- 



busieri, li Tanti sono zoveni de bona ciera et assai 
ben armati, et pareno ben disposti. 

Da Cassan, di Antonio da, Casielìo^ di 
20, a sier Gregorio Pisamano. Qua habbiamo, 
come Antonio da Leva ha preso Vigevene, zoé si 
e reso, et al presente se atrova atomo a Biagrasso 
dove ha condulo un canon da lUO, ma non ba- 
leno. Se ha bona speranza che non la pigli rà, per 
esservi dentro de nìolti homeni da bene, et queli 
e dentro amazano assà gente de queli di Torà. Se 
dice che in Ivrea se aspeclava 6000 lanziuecb, 
2000 sgiiizari et 400 lanze quali mandava el Re 
a quesla impresa. Queste gente todesche (anno le 
spianate verso el manloan, et par che vogliano 
andar verso el Po, per quanto se intende. 

Da Cassan, di sier Toma Moro provedi- 
tor general, di 19. Come, hessendo sta rechieslo 
dal signor Capitanio Zeneral che *l mandi a Vero- 
na Paulo Luzasco, subito lo ha expedito eoo la 
sua compagnia, et mandato domino Isoardo Mar- 
tinengo a parlar a esso Capitanio Zeneral, a scu- 
sarsi non ha mandalo el conte de Caiazo per ba- 
verlo voluto salvar de qua ; li {ia risposto, che 
esso Provedilor havia Tato bene Scrive, in Berga- 
mo sono cinque compagnie de Tanti, zoé Antonio 
da Cnslello novo, Filippin de Salis, Pietro Antonio 
el Andrea Corsi, et uno altro. In Brexa è Guido 
Naido, Falcon da Salò, Baptistin da Rimano, Fe- 
razin da Brexa, Jacomin Vallrompia et Sperandio, 
et la guardia solila de la plaza. In Crema é il Po- 
chipani et Cesar Marlinengo. A San Gervaso per 
mezo Trezo, Andrea de Machon. El resto de Tanti 
se ritrova qui a Oissan, che non sono 2000, sicbé 
levando el conte de Caiazo con el suo colonelo de 
Tanti bisogna levarsi de qui, chi non voi bavere 
doppio scorno. Etiam s*el signor Antonio da Leva 
passerà sul bergamasco ne sarà Torzo de levarsi. 
De novo se ha, inimici lavorano el ponte da me- 
ler su Adda in la rocha de Trezzo, ne in appa- 
rentia se vede niente. Scrive, la cosa de Pavia li 
ha inTerilo grandissimo dolor, et lui avanti el caso 
adverlite per lettere quelli capilanei erano 11 no- 
stri ; ma la verità é che inimici sono intrati da la 
guardia che era domino tlannibal Fregoso, ma lui 
non se trovava li, ben dove se trovò fece el de- 
bito suo. Piero da Longena è sta causa di la per- 
deda per non Tar dar alarme, hessendo advertido 
de la venuta de inimici, et dovea meter le guar- 
die dove bisognavano. De inimici sono a Biagrasa, 
hanno menato uno doppio canon per batcr quel 
loco; ma se spera Taranno poco. Scrive, beri li no- 



505 



IfOSXTUI, MAGGIO. 



506 



Stri lizieri corseno verso Milano et piglioroDO al- 
cuni ronzini, el dicooo quelli de Milano pigliare 
tulli li villani poleno haver, et li mandano per 
vasladori per forza a Biagrasso. CI signor duca de 
Milan, come per le altre scrisse, recliiese granquan- 
tili de artellarie et monitione, el la Signoria ha 
scrito se li dia da Crema tre pezi per metterli a 
338* Loti eoo tOO pezi (colpi) per uno, el tre in Cre . ona 
da esser tolti da Brexa. Scrive esso Provelitor, 
ha scrito a Brexa et Bergamo stiano vigilanti, che 
dite terre non li siano rol)ate da inimici. Scriven- 
do, é sopragionlo uno explorator qual dice quelli 
de Milano baver conduto sotto Biagmssa do doppi 
canoni, et cIjo quelli denln> gaiardamenle se de- 
fendono ; hanno morti molti lanzinech, ita che di 
4 compagnie erano in Milano ne hanno fatto an- 
dar do a Biagrassa, el do sono restate in Milan. 
Da la Fraia, vidi lettere di Christoforo 
Zaffatdo, di 21 Maeo, scritte a sier Zuan 
Francesco Loredan^ qu. sier Marco Antonio. 
Come Marco andò a Mantoa per saper de novo, 
intese questi todeschi passati sono a Peschiera el 
Valezo ei stanno cussi li. Et passando da Lacise, 
par die quelli de Liocise li tirasse de uno arci)bu* 
so, et dete in una manega al eapitanio de quelli 
todeschif eh' è el duca de Br«iisvich ; el qual su- 
bito fece melar le sue artellarie a la via dei ca- 
stello, et quelli dentro si messe in fuga et cargo 
ogni cossa et abanduiiò Lacise. Tod<^schi inlrò et 
saelliz<^ quello irovono et poi la tirusò. A Peschie- 
ra et Valezo non hanno fatto mal niuno, se non 
del vivere. A Mantoa li é el eapitanio Zorzi, el 
conte Lfodovico da Lodron, missier Anvlrea dai 
Borgo et il duca de Camerinti, ii qual se dice 
che aspeclano el duxe lie Ze'ioa e 'I signor Zuan 
Francesco de la Mirandola. El li a Mantoa dieno 
far un consulto fra loro et delibenir quelo tianno 
a far. El signor Marchese et tulli li zenlilhomeni 
de Mantoa vanno a cortizar questo eapitanio Zor- 
zi. L' è zorni 4 die Paulo Luzhsco è venuto a 
Mantoa, et fa fanti iOUO et homeni d*arme 50, 
cavalli lizieri 300, come se dice, per andar a Bo- 
logna a quella guarda. £1 signor marchese di Man- 
toa fa fanti 3000, et ha principiato, per mandarli 
a Parma et Piasenza. Zanzé assai se dice per el 
volgo. Qua havemo le aque molto in colmo per 
Taqua de i' Adexe; è stalo qualche pericolo a la 
Fralesina, beri li fo fato assai bona asseguranza ; 
legno la starò salda ; pur se sta con paur^. A la 
Vespara mai se ha hauto paura se non beri ; pur 
non ha fato mai niun. Il Po é grosso, et beri se 



comenzò a farli le guardie, et heri cresele poeoi 
manco assai de i* usato; ma stando bon tempo, 
non se baveri^ paura. 

A dì 34, Domenega. Fo lettere di Verona, 339 
di heri, Kore .... Come hanno, inimici esser pur 
a Peschiera et li intorno, et aspectavano li in cam- 
po Zorzi Pranspei^, el conte Lodovico da Lodron 
el Andrea dal Borgo che erano a Mantoa. Et per 
aviso da uno de Torri slato in dito campo, dice che 
aspetavano altri 3 over 4000 lanzinech de Trento, 
el che volgano dar el vasto al veronese in questo 
modo : star lì Hno le biave fosi^no madure, et poi 
darli le cesoie a li villani che le Uigliasseno el fos- 
seno soe, con questo imrtasseno del pan al campo 
el qual li saria pagato; et altre particulariti, ut in 
litieris 

Di Nicolò Barbaro eapitanio del Lago, fo 
lettere. Come bavia preso una barca sopra la qual 
era uno capilanio todesco che andava a Salò a tuor 
li danari de la taia ol il possesso ; ei qual azonto da 
le fuste, saltò in terra et scapolò, el lui prese la 
barca. Item, scrive el Proveditor de Salò era ritor- 
nato in Salò. 

El di Verona se ha, come baveano mandato 11 

archibasieri. 

In questa matina, parlile sier Polo Justinian va 
capitano del f^ago, et mena 100 marinari da meter 
so le fuste, et 8 homeni da capo ; et W fo dato la 
commission per Collegio, et scrito a Nicolò Barbaro 
eapitanio del Lago li dagi obedientia. 

El Serenissimo vestito de raxo cremexin con la 
Signoria et altri invidali, non era alcun Cao di XL 
né orator, con li piati andoc a messa a San Job, 
perchè nel zorno di San Bernardin fo electo Dose ; 
secondo el suo consueto de andarvi. 

Et tornalo el Serenissimo a psdazo, se apresentò 
r oralor de Mantoa el volse andientia ; e il Serenis- 
simo in piedi con li Consieri et altri di Pregadi gè 
la dete El qual disse haver letere del suo Signor, el 
qual si excnsava con Soa Serenila seM dava vituarie 
et passo a questi lanzinech, che 1 non polca far di 
men, dubitando de haver danno. L' altra, che 'I ri- 
comandava Paulo Luzaseo qual era venuto 11 a Man- 
toa et con licentia habuta da venir via ; et voleva 
dar una Ictera del dito Luzaseo, di 19, scrive al 
Serenissimo in consonanlia di quella ha scripto ai 
Capilanio Zeneral. A le qual parole, ei Serenissimo 
disse che *l se ne mentiva per la gola, che mai i'ha- 
vesse Paulo Luzaseo hauto licentia da mii, et che 
r era un traditor, et ve mostreremo le lettere che 
i' era in Irata con Antonio da Leva. Quanto al si- 



507 



IfOXXVIII, MAGOia 



508 



gnor Marchese et la sua exeusalion, che non voltava 
dir altro ; ma che hessendo in liga con nui non ha- 
vessemo soportà inimici fosseno passa per il nostro 
a venirli a darli danno, et : . 



339* Da poi disnar, fo Gran Conseio. Vene il Sere- 
niss'mo Fo butà un Sestier da pagar di la paga de 
Seplembrio 1481. Vene por secondo el Sestier de 
Canareio. 

Fu posto, per li Consieri el Cai di XL, le do 
parte prese in Pregadi, zerca portar li 5 bolelini et 
il sesto di haver paga la nona tansa a li Governa- 
dori, ut in ea. La copia di le dite do parie sarano 
poste qui avanti. Fu prese. Ave ; . . . . 

Noto. Sier Nicolò Trivixan et sier Marco Ga- 
briel nuovi Cai di X andono a sentar in cao del Con- 
seio per non esser se non uno Avogador, et dovean 
andar un solo. Parse'di novo al Conseio. 

Fu fato scurtinio di Baylo a Costantinopoli et 
altre 8 voxe, tra le qual do XL Criminal per 7 zor- 
ni solamente. 

Scurtinio di Baylo a Constant inopoli. 



Sier Berluzi Zivran é di Pregadi, qu. 

sier Piero 43. 91 

Sier Polo Justinian fo soracumilo, 

qu. sier Piero 41. 92 

t Sier Francesco Bernardo el prove- 
ditor sora Tarmar, qu. sier Dan- 
dolo ' . 70. 62 

Sier Nicolò Justinian fo baylo a Na- 
poli di Romania, qu. sier Ber- 
nardo 61. 69 

Sier Alvise d*Armer fo Cao del Con- 
seio di X, qu. sier Simon ... 50 83 
Sier Francesco da cbà Taiapiera fo 
retor el provedilor a Cataro, qu. 

sier Andrea 67. 68 

non Sier Vicenzo Trun fo capilanio a Ber- 
gamo, qu. sier Priamo, per con 
tumatia. 
non Sier Dumenego Grilli fo retor el 
proveditor a Cataro, qu. sier Fran- 
cesco, per contumutia. 
non Sier Toma Contarini fo baylo a Co- 
stantinopoli, qu. sier Michiel, p r 
debitor. 
non Sier Marco Antonio Contarini fo sa- 
vio a terra ferma, qu. sier Mi- 
chiel, per debitor. 



Jn^ Gran Conscio. 
Baylo a Constantinopoli . 

t Sier Francesco Bernardo el prove- 
ditor sora r armar, qu. sier Dan- 
dolo 655.345 

Sier Domenego Grilli fo retor e pro- 
veditor a Cataro, qu. sier Fran- 
cesco — . — 

Sier Domenego Grilli, dopio ... — . — 

Sier Alvise d'Armer fo Cao del Con- 
seio di X, qu. sier Simon. . . 359.645 

Sier Berluzi Zivran é di Pregadi, qu. 

sier Piero 424.579 



Da poi Conseio vene lettere di le poste el dal 
campo da Napoli. 

Di sier Aìvixe. Pixani procurator et sier 
Piero da chà da Pexaro procurator, dal cam- 
po sotto Napoli, a dì 19. Come inimici di Napoli 
ussivano fuora vigorosamente per haver dentro 

cavalli de slratioti numero el prendevano 

animali et li conducevano in Napoli per far carne. 
Et haveano sachizalo tre terre. Fondi, Uri et Tri- 
l'harirho. Item, ussivano fuora a far grosse scha- 
ramuze con nostri ; et par nostri lentamente anda- 
I vano al contrasto, maxime francesi. El che etiam 
quelli sono in Gaeta erano ussiti, per il che quelli 3. 
baroni haveano dati danari a Lulrech aziò facesseno 
fanti novi da star a Y impeto di quelli di Gaeta. 
Scriveno, Filippin Doria havia preso un' altra nave 
con tumuli 5000 di grano che veniva di Sicilia per 
inlrar in Napoli. 

Da Verona, fo lettere del Podestà et Pro- 
veditori generali, di 23, hore 14. Come hanno 
inimici esser al loco solito ; et zonto in campo a 
Peschiera el signor Alvise di Gonzaga lon 200 ca- 
valli lizieri vestili con sagioni de veludo negro el 
una manicha recamada d' oro ; tamen non erano 
sta pagati. El che era fama in dillo campo si vole- 
seno ingrossar de fanti, et naveano mandato 7 ban- 
diere de fanti per haver Sermion. 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitarne, 
di 22, hore 13, vidi lettere ; tamen li rectari et 
Proveditor general Foscori insieme scriveno a 
la Signoria, et mandano una relation, la qual 
dice cussi : El reverendo domino fra Zoan B^plista 
di r ordine de San Francesco observante referisse, 



5o9 



ÌIDXXVlIIf MAGGIO. 



510 



come hessendo al nionaslier suo de Lon;i Mantidi 
prossimo se conferì prima a Desanzim el Rivollella, 
dove non Irovò alcuno del campo inimico. Poi an- 
dò a Peschiera, dove V ebbe modo de parlare al 
conte Baplisla da Lodron, dal qual, per li ragiona- 
menli r ebbe con lui, li parse compreuilere come 
haveano haulo speranza sopra qualche Iralalo ne la 
cìllà de Verona, dicendo che haveano lr»>valo tulle 
le città .de la illuslrissin»a Signoria provisle, adeo 
che i sol disegni non haveano potuto sortir effetto , 
mostrando che 1 disegno loro fusse che le gente de 
la Illustrissima Signoria dovessino uscir in campa- 
gna, unde hessendo poi la dilla cillà de Verona 
vacua de pressidio se havesse potula sulevar, el 
dolendose che'l fusse successo idtrameote. Disse, 
340* interrogalo, che i par a iudicio suo li inimici esser 
da 1-2 in 14 mili i persone, per occupar pt)co spalio 
de terreno ; el che allogiavano di fora a la campa- 
gna. Né li par che siano troppo bona gente, et che 
hanno pochi cavalli. Dice haver visto le artellarie 
sopra la piaza de Peschiera, che erano pezi '24 in 
zerca, de li qual ne erano tre grosse, el el resto da 
campo. Et che pativano gravissimamente di vilua- 
rie. Che al Dt sanzano gè erano alcuni banditi de 
quel loco, fra i qual era uno floi de Vicenza Vacha, 
et questi sono quelli che vanno dando taglia per 
quelli lochi convicinj ; el non haver visto più pur 
un todesco in altro loco che in campo a Peschiera, 
et 11 apresso. Referisse eiiam^ haversi parlilo que- 
sta matina da Lonà, dove dice esser giunto uno da 
Lonà partilo questa nocle a 4 bore da Peschiera, 
qual ha dito a luì fra Zuau Baptista, come el campo 
se levava questa notte, et credeva che dovesseno 
tender verso Solferin el Cavriana, per esser volta 
le artellarie verso quelle parie. 

Di sier Domenego Pigamano podestà di 
Brexa, vidi lettere, di 22, hore 13. Come ogni 
giorno ho scrito, ma penso sarà mancato qualche 
ma&o d'esse perchè ne sono ritornale adrielo do 
roano de teiere mandate per diverse vie el sempre 
lornate Pur scriverò ogni giorno quanto habiamo. 
Nui havemo rimandalo il Proveditor a Lonà entralo 
ne la rocha con fanti -25; da poi li havemo manda- 
to ailrì 35 ; et perché quelli de la terra non le ha 
voluto dar né pane né vino, subilo havemo manda 
Ferazin con altri 50 fanti, quali habbia a intrar in 
la terra el per forza far fornir la rocha de ogni 
vìluarie almeno per zorni t20, el poi se ne ritorni 
de qui lasando fanti 50 cum el Proveditor in dita 
roclia. Et questo é sii optima spesa, perché quelli 
de Lonà eh* era per dar uoa taglia a li inimici el li 



portava viluaria in campo, ha cessalo di questo et 
sono restati su li soi termini, perchè havemo fatoli 
intender che tanti du ali i darano a li inimici, nui 
ne voremo altratanli Etiam el Provedilt>r di Salò 
è venuto de qui, qual immediate beri havemo falò 
ritornar ; el havemo aviso che V intra hei i sera in 
Salò a liore ^4 ; al qual loco havemo mandalo An- 
tonio di Valtronipia con fanti 200 di dita valle, 341 
quali havevamo fati far per questa cita Etiam se 
ne faceva far s^lasumma de 500 de dito loco, et 
se ne vadi de lì con ordine se intendi col Capitanio 
del Lago il qual era a T Isola ; et se'l Capitanio fus- 
se ben voluto in quella Riviera, come è odiato, saria 
stilo de gran frutto ; ma non è homo lo vogli sen- 
tir al mondo, el ben bisogna el vadi cauto non vo- 
lendo perir. Quelli de Salò se ha conzalo con ne- 
mici in darli ducali IO milia,zoé 6000 Luni proximo 
a di -25, el resto Y altro Luni ; et haveah mandalo 
obstazi in campo Noi fiavemo posto ordine non li 
pjigerà, el pur sé li adunasse per mandarli, habbia- 
mo posto ogni diligentia i siano tolti per nui el 
siano mandati de qui, perché in allro non invigele- 
mo che al ben del Slado nostro, non solum a la 
conservalion de questa cita, ma luto el bre.xano ; et 
parendone questa cosa de laia esser de maxima 
imporlantia, perchè tute le terre et comuni coreva- 
no ad acorilarsi per n »n esser depredali, che certo 
inimici trarla de questo territorio da ducati 40 mi- 
lia, che saria la ruina de V impresa. De novo molti 
avisi havemo da diverse bande; ma sono zauze. 

Da Cassan, di- sier Toma Moro proeeditar 
general, di 21. Come ha, inimici esser solo Bia- 
grassa con artellarie, et fanno trinzee et cabioni. 
Quelli dentro per nome del signor duca de Milano 
stanno di bono animo, et con uno canon hanno 
bulalo a terra el pavion del signor Antonio da Leva, 
et manchò poco non fusse ntorlo, el fo morti alcuni 
soi familiari. Et per alcuni ussiti de Milano venuti 
al nostro stipendio se ha, come li lanzinech diceano 
haver intelligenlia in Brexa et Verona, però aspec- 
lano el tempo de li ; ma tute queste terre sono 
stale advertile da lui aziò provedano eie. De qui 
è sta provisto in Bergamo 4 compagnie, in Brexa 
5 el tre de cavalli lezieri, olirà li 750 fanti sono 
vehuti de Verona Li danari ancora non è zonti, che 
se aspota qui in campo per pagar le zenle. In Cre- 
ma etiam se ha provisto al bisogno di fanti. In li 
Orzinovi et altri luogi nui stiamo a Perla, aspelando 
avisi de progressi de inimici che sono a Peschien» ; 
et venendo verso Brexa, andaremo a incontrarli per 
favorir Bergamo el altri lòchi. Avisa, 6 pezi de ar* 



511 



MDXlVIir, MAOOIO. 



512^ 



tellarie sono sU date al signor duca de Milano, tre 
da Brexa (ver Cremona, el (re de Creno:i per Lodi. 
341* Da Veronn, di sifr Zacaria Orio, di 23, 
vidi letUre pariicular. Conte inimici slainto .nel 
paese solilo a Peschiera el li intorno, con pensier 
de starvi, ne si movano Mina/ano dar el guasto al 
veronese, Visentin el altrove. Dele el laion a Salò, 
al qiial loco de qui è sta mandalo archibtisieri li a 
Salò. Scrive, per letere delCapilanio del L.»go, se ha 
che'l veniva una t>arca longa !a Riva con uno co- 
missario toilesco qual voleva luor ci possesso de 
Salò, el per lui Gipitanio con le fusle volendolo 
prender, lui dele in terra, è si»apolà, el per dita 
armala fu presa la barca, in la qual era do ialconeli, 
molli arcobusi el bole de farina, el allre viluurie. 

342 Die 22 Maij 1528. In Bogatis. 

Snéfiissimus Princips, 

Consiliarii otnnfs, 

SéfT Brnardus Pisaurus, Caput de'Qua- 

draginta, 
^Bapifinies Consilii, 
Sapienies ierrae firmae. 

Essendo necessaria in la RepubIÌ4*a nostra, per 
la recuperalione de danari la obedientia, quale è da 
far che se presti da ognuno a le deliberalion che 
sono fate a beocGcio pubiico, imperò che sono al- 
cuni i quali non hanno curato né curano, secondo la 
parie presa in questo Conscio u di 6 Aprii proxniio 
passalo, portar li 5 bolletini de offici in quella dechia- 
rilit et (awett continuano io li offici conlru la forma 
de essa parte, in la qua! se conlien che passato esso 
mese de Aprii, quelU che non liavesseno porlali li 
deli boUeliui fosseno fuora de Conscgli over offici 
eke r havesseno ; el che è conlra il decoro de la 
Signoria nostra, né se die loler r ; aziò tuli cogno- 
scaoo la iutenlion nostra esser che ne sia obedito 
come è cooveDienle, perhò : 

L' anderì parie, che tulli quelli i quali reslano 
portar li deli 5 bolletini, se non li haranno porlali 
per luto el presente mese, siano subilo privi de li 
Cou9egli over offici o altro che havessero, el in 
loco de quelli se debba cominziar a far eleclione el 
primo Gran Conseio imrnediate futuro da poi pas- 
aato esso mexe ; in tal modo zoé, che avanti el far 
de la proposta, sia tenuto Daniel Vido, solo pena do 
priv9tion de la Canzellaria nostra, presentar la nota 
de tuli quelli che non biiveranno portali li ditti 5 bol- 
leiioi, li quali subilo se bàbbioo a imbossolari el io 



loco de uno de quelli che sarà exiraclo sia fata eie* 
tion<', el cussi se babbi a servar ogni Conscio de 
extralxT uno el far in loco de quello fino che sarà 
Unito de far in loco de luti li imbossolati. Dechia- 
rando, che se 1 sarà exiracto alcuno el qual sia in 
officio continuo, quello se intenda privo de esso 
officio ; et se M sari de quelli in loco de quah se 
habbi a far eleclione, se debba elezer uno altro ; 
et hessendo do altri, li sia restituito el credito suo 
doviMido haver per conto de oblation de danari fat- 
ta. Metlesimamenle, sia obligalo prefalo Daniel, pas- 
salo el dito termine, el nel giorno istesso che'l darà 
la nota de nobili, dinotar etiam lutti Li scrivani, 
nodari, massari et altri compresi ne la dita parte 
de 6 Aprii che resteranno portar li ditti 5 bolletini, 
1 quali debbano esser imbossolati el exirati ad uno 
ad uno siche ì restino privi, el in loco suo sia fata 
eleclione de altri, segondo la forma et disposilioue 
de ordeni nostri. Et se tal exeeutione per li Con- 
scieri nostri non fusse fata far, cadano de loro in- 
correr debba a pena de ducali 500 da esser scossi 
per cadauno de Avogadori nostri senza altro Coq- 
scio. Questa parte veramente non se intenda valer 
se etiam la non sia aprobala per el Mazor Conscio. 

t De parte 122 
De non 12 

Non sincere 2 

Die 23 Maij in Bogatis 

Serenissìmus Princeps 
Consiliarii onines 

Ber Bemardus Pisaurus^ Caput de Qua- 
draginta 

Sapienies Consilii. 
Sapientes terrae firmae. 

Perchè ne la parte de portar li boletini ciaque 
non è sta compreso de la nova tanza al Monle de 
subsidio ; essendo conveniente che quanto a esaa 
ancora sia provisto medesimamente coaie è sii 
fatto de le altre per la recuperation del danaro im- 
portantissimo al Stato nostro, sicome e. boIo ad 
ognuno, però ; 

L'anderà parte che tulli, si nobili come citadioi 
el altri obligali per la forma de ditta parte de di 6 
Aprii proximo passalo a portar li bollelliui di 5 of- 
Gcii in quella dechiarili nemine excepio^ siano obli- 
gali per tutto el presente mese portar a Daniel Vido 
uno altro buletiu de Toficio di Guveroad<Nri di V io- 



t 



513 



UDXXVlir, MAGGIO. 



5U 



tra le <ie hstver pa^^Uo la dìla (ansa nona, haven U)se 
a servar circa ciò quanto per la dita p:irle è «lispo- 
slo. Et quelli che non Tharano porla, passalo esso 
mese pri^scnle incorino a la pena de privai ion de 
Consegii over oficii o allro che i havesscro, et de 
quelli exequito sra quanto se contien in la parte lieri 
in questo Conscio presa, cum la quale insieme eUnm 
la presente se abbi a prender nel nostro Mazor 
Conseio. 

De parte 107 
De non 26 

fton sincere 1 

Die 24 dieto, in Maiori Consilio. 

Consiliàrii et Capita de Quadragìnta, 

Posuemnl partes duas suprascriptas simul, et 
fuere. 

f De paHc 704 
De non 13^ 
non sincere 51 

343 Da Udene, del Locolenenie, de 21 Mazo 
1528. Manda questo aviso. 

(Ripeti0ione del rapporto inserito tulle co- 
lonne 501-602.) 
343' Adì 25, Luni. La matina vene l'oralor di Mi- 
lan, qua! riclìtese danari impresiedo da la Signoria; 
voi far 30UU fanti per guardar le sue cilade. 
Vene il Legato del Papa per cose di benefl- 

eii ctc. 

Vene Toralor di Ferrara per certi formenli fo 

lolli etc. 

Venenp li tre F^rocaratori debitori per le Raxon 

nove, zoè sler Marco da Molin, sier Marco Grimani, 
sier Gasparo da Molin, dicendo la parte eri fo presa 
chi non pot^aàse ti boletini fosseno cazadi di offl- 
cii eie, dicendo loro non poter portarli, exeonse- 
quenti sériano Tuord di la Phocuratia qual hanno 
comprata con i sol daiiari ; et che sono debitori pel- 
pietarìa del dazio del vln» condutor Zuan Francesco 
Benedetti, e ancora non é sta fatto ben i conti del 
perso come apar per fede di Andrea Filamati. Ex 
nunc voleno dar ducali 2000, et sia suspeso, quanto 
in lor, fìn sia fali li conli. Fo dito non si poi re- 
vocar la parte, et fo trova questo e.tpediente; che 
desseno io scritura et la meteriano ozi in Conseio 
di X con la Zoota. 

/ Diarii di M. Sakuto. -- Tom. Il VII. 



Fu fato scrivan a la Camera d'imprestidi in Col- 
legio, aziò sier Nicol"*» Querini eleeto ofizial a ditta 
Cam ra al Monte di subsidio possi inlrar; et rimase 
Andrea Dolze qu. Alvise. Quelli sono balotali è qui 
di sotto noladi. 



Etetto scrivan a la Camera d'imp'estidi 

Zuan Zuslignan fo di Antonio , . 18. 6 
Zuan Francesco Simitecolo qu. sier 

Anzolo • 17. 7 

Antonio Balbi qu. Alvise .... 11.13 

Domenego Bianco fo di Zuane . . 6.18 

Alexandro Dolze fo de Agustin . . Ì7. 7 

ZuanGregolin 13.11 

Zacaria Trivixan qu. Francesco . . !6. 8 

t Andrea Dolze fo di Sebastian ... 20. 4 

Zuan Francesco Tmto 12.12 

nonf Alberto di Roberti 

Hironimo da Riva ...... 17. 7 

Alvise Trivixan fo scrivan a le Cazude. 1 5. 9 

Dapoì disnar fo Conseio di X con la Zonla. 

Di Verona, fo lettere del Podestà e Pròbe- 
ditori Zenerali, di 24, hors . . . Come inimici 
sono al solito. Et scrive coloquii abuli col Capitaniò 
Zeneral; et li erano zonté alcune farine in campo 
ventile da Trento; et altre particularilè, ut in Ut- 
teris. 

Di sier Zacaria Orio, da Verona, di 24. 
Come questa matina a bore 13 fo publicà il bando 
fato contra Paulo Luzasco, e molti di so' favoriti non 
parse ale piaze, et fo posto la pitura con la livrea 
alla gibellina. Eri, per so' conto fo tormentali 4 fra 
li qual uno Aurelio Chiodo; si scusano non saper 
nulla. Questa sera é zonlo tre bandiere di fanti del 
signor Malalesla di Rimano pel* numero 600 ; si 
aspetta il resto Gn numero 1000. Lui è amalato. Si 
nspecta etiam li sol cavalli. Scrive, il Ciìpitanio Ze- 
neral voi mandar Bello di Belli con fdntl 200 a Li- 
gnago a custodia del loco. 

Di Brexa, di rectori, dì 23. Come beri aera 
haveno nostre lettere di 19. Mandano la copia di 
una lettera bauta da Calzinà qual dice : 

È gionto uno messo qual dice che alemani sono 
ancora 11 a Peschiera, salvo a bore 16 in 17 se par- 
tite archibusieri 300, cavalli 400, quali se partile.ed 
è andati a la volta di la Chiusa contra fanti 4000 et 
cavalli b'OO et 5 pezi de arlellaria quali viene a la 
volta di essi alemani. Intra li quali andati sono 
(ulti li infrascritti ; el signor Georgio, èl conte Ba« 

39 



344 



515 



UDXXVIII, MAGGIO. 



516 



plisla Lodronp, signor Pyro Gonzaga, signor Alvise 
et signor Ludovico Gonzaga, Zuan Orlando Porcello 
et allri capitanei. Del camino loro hanno a far, se ha 
hauto per una spia, che liene per cerio vada a la 
volla de Milano, per esser crealo Duca el duca di 
Branxvich capilanio di esso exercilo. Del signor Al- 
vise da Caslion, è in campo, tamen ha fallo far le 
cridc in le terre sue che a pena di la forca niuno 
non porla viluaria in campo de alemani; di le laie 
di le terre, li solicila. Per ora non g' è allro. 

Di Bergamo, di sier Insto Onoro capita' 
niOy di 22, vidi lettere. Come la illuslrissima Si- 
gnoria ne li prelerili giorni expedilo certi capclanii 
per far fanti grisoni, el quesla sera li dilli vapilani 
ne ha scrillo haver ad ordine li fanli hanno in com- 
missione di fare, et li manca soìum il danaro de po- 
terli levar, che in 4 giorni soriano qui. Perù si dà 
di queslo aviso a la Signoria nostra. Se continua 
queste fortificalione, et non li manco giorno el notte 
di quella exlrema diligenlia se possi imaginar, co- 
noscendo la importantia di quesla imporlaulissima 
344* cita; né si manca etiam per proveder di Irovar da- 
nari per subvenir alli bisogni de li pagamenti de le 
genie; e femo più del possibile, perchè non fu mai 
tanta stretcza da ogni canto del danaro quanto è al 
presente. 

Nota. Gionse la nave Marcella con sali. Vien 
di Cypro; parti adi 17 Aprii. Patron .... Biga- 
relli. Su la qual vene sior Hironimo Marzcllo qu. 
sier Andrea, del qual é la nave, per esserli morto 
sier Francesco qui e sier Antonio capilanio di le 
bastarde sui fraiielli. Per la qual nave si ave lettere, 
in Cypro esser gran carestia di biave per non aver 
piovesto. È sta mala saxon. V^eno 4 bizanli il mo- 
zo, ch'é zerca ducali uno il slaro. Etiam ne la So- 
fìa é caro. Dillo patron di la nave disse nel venir 
aver visto sora Cao di Otranto il Capilanio Zcneral 
che velizava per andar in ponente. 

Di Vicenza, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapiera capitanio, di 24, hore . . . Manda 
una ietterà di Zuan Antonio Zen capitanio del 
devedo, di 24, Jwre 24. 



Magnifico et.honorato patron. 

In quesla bora Ve venuto uno il quale se partile 
questa malina da Roveredo, et me ha referito come 
I* ha inleso elie gano scrillo novamenle per tulio 
el contado del Tyrol tutte gente, et che quesla se- 
ternana che vien se deno comenzar adunarse, et che 
i vote dar el guasto nel veronexe e al padoan. E 



altro non se intende. Heri mandai uno a Trento et 
nonn^é venuto. Subilo gionlo, del tutto avisarò 
vostra magnifìcentia, eie. 

In queslo Conscio di X fu preso, el scritto lettere 
a Crenìa el Bergamo, che li danari deputati del dazio 
del sai a portarli in quesla terra li dagino de li da 
pagar li fanti grisoni zonti sarano a Bergamo, che 
dieno venir; el di qui si conzerà le scriture. 

Item, fo:io sora la expedition di sier Almorò 
DoIGn va Pagatior in campo sotto a Napoli, et qual 
porla con lui scudi . . . milia eh* è ducati .... 
molti di quul sono di nuovi baludi in la zecba, ch*è 
di carati '2'2 e ... grane; da una banda è San Marco 
in marchelo con le lettere atorno S. Marcus Ve- 
netus;ih l'altra una croxe con ìeiiere Andreas 
Grilli dux Yeneiiarum, Et questi si spenderà in 
c;impo per .... Tuno. È di bon ofo, et in zechà si 
baie a furia. Hor fo gran disputalion di la segarla 
del mandar di danari predilli. Fo preso e termina 
che quesla nolle se parti con 5 barche con capeta- 
nii, e vadi e datoli la comission piom- 
bata, qual non la verza si non in mar, aziò noe si 
sappi la via el lien, el cussi partì questa noie. 

//e>w,*prin)a fono Conscio di X semplice. 

Adì 26, Marti, Da malina, essendo sta ditto 3. 
eri nel Conscio di X come questa malina il Serenìs- 
simo andarla con li piali a visitar il reverendissimo 
domino Francesco Corner cardinal novo crealo et 
oUm procurator di San Marco, il qual Zuoba adi 
58 vuol venir in Collegio a far reverentia al Domi- 
' nio; et ordinalo invidar alcuni di Pregavli. El cussi 
Soa Serenità con vesta di tabi cremexin con il Col- 
le;,'io, el quelli era nel Conscio di X e parte di la 
Zonta et tre Procuratori, sier Domenego Trivixan 
el cavalier, sier Luca Trun Savii del Conscio e sier 
Francesco di Prioli procuralor è di Zonla; poi 50- 
Inm 5 di Pregadi olirà li or.linarii, zoè sier Marco 

Loredan, sier Alvise Bragadin , an- 

dono con li piati a chà Corner. Il qual Cardinal li 
vene contra a la riva; poi andono disopra, il Cardi- 
nal di sora, e ralegratosi. Stato poco, esso Cardinal 
li acompagnò fino a la riva e tornò a palazo. 

Vene in Collegio l'oralor di Franza, dicendo sa- 
per certo che a queslo zorno li 4000 lanzinech et 
5000 francesi sono zonli a Ivrea; però si provedi 
che i Thabino li danari, altramente non venirano di 
longo. 

Vene Torator del duca di Milan per aver la ri- 

(1) U carU 945 f 845* k bUncK 



517 



UDXXVIir, MAOOIO. 



518 



spofila di ducali 3000 ha richieslo a la Signoria per 
br f:ìniì. 

Vene Topator di Munloa dlcondo baver haulo 
aviso dal suo signor, ciie prima aceri! quesla Signo- 
ria lui non è per far alcun danno a le cose njslre; 
poi che sa etiam il Papa non sari conlra la Signo- 
ria, e li fanti che Tha fello è per la conservalion di 
Parma, Piasenza el Bologna 

Da Vieenaa, di sier Zuan Antonio da chà 
Taiapifira capitanio, di 25. Manda una lettera 
alita di Zuan Antonio Zen capitanio del deve- 
do, di 25, hore 12. 

M:igniiico et honorando patron. 

In quesla matina Té azonlo el messo che man- 
dai a Trento, el me ha rcferilo come in Trenlo non 
gè essere provision alcuna ; ma ben dize baver 
inlcso che questi zorni passiìli el se diseva che el 
doveva venir cavali et fanli; ma dice non se sano 
onde i siano, et se crede se i dia venire che i non 
venga in zorni 15 et più. Ancora dice, che garivò 
de vendere el pan de la monìliou, el ve ne mando 
uno pan aziò vostra magnìficenlia veda de che sorle 
i sono; el gè costa quatrìni 4. Allro non se intende 
Ozi manderò uno a Roveredo, et quanto se inten- 
derà, del tutto aviserò vostra magnificentia. 

Stó* Da poi disnar To Pregadi, el vene poi nona que- 
ste lettere : 

Da Verona, del Podestà et Proveditori Ge- 
nerali, di 25, hore 20. Come haniìo, per reporli 
e alcuni fuziti del campo inimico, quello esser levalo 
da Peschiera in questa malina hore una avanti 
zorno, e va a la volta del Dezanzan. Scriveno, que- 
sla notte (o man<là a Brexa fanti 1000 quali passe- 
' ranno per il Lago a Salò; zoé quelli di Zan di Naldo 
el quelli de Aslor di Faenza e altri. Itent, si ha il 
doxe di Zenoa domino Antoniolo Adorno esser 
gionto nel campo di dilli alemani, e il signor Zorzi 
Fransperg esser partito et andato in Alemagna. 
Scriveno, inin)ici si dice vanno verso Lonà, et chi 
dice verso Asola, et haveano fato far le strade per 
passar del campo! Scriveno, il Capitanio Zeneral 
voleva mandar a Lignago per custodia Bello di Belli 
da Forlì con ?00 fanli; poi inteso inimici non anviar 
a quella volta, lo ha fallo sopraslar eie El scriveno 
inimici esser andati verso Rivoltella. E per altre 
lettere di hore 2, scriveno inimici baver mandalo 
alcuni cavalli a Sermion et Irato alcune bole de ar- 
tellaria, et nulla hanno fallo. Et che inimici tende- 
vano verso Asola. 



Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
di 24. Come inimici stanno pur a Peschiera, et zer- 
cano far trazer tulli li lochi circumslanti ; el sono 
sia presi Ire loJeschi el conduli qui in Brexa. Exd- 
minali, dicono esser da 17 in 20 bandiere di fanli a 
500 per bandiera quando fusscno tulli, che molli 
per quanlo se intende sono tornati. Et intendemo 
de alcuni che menazavano de andar ad Axola. Al- 
cuni dicono che se congiongerano eum el Leva ; 
tamen non se lassano intender. 

Di dito, di 2i, hore 1 di notte. Come lia 
haulo lettere del provedilor Moro, per le qual ne 
significa del remlerse a inimici di Biagrassa ; e que- 
slo è slato con il favor del caslelan di Musso, qual 
gè ha spento cinque bandiere di le sue. Inimici di 
qui non se sono mossi, ne habbiamo allro di quello 
"scrissi beri. Pagai 40 boni archibusieri el li man- 
dai in Ponlevigo, dove etiam volse andar domino 
Salamon Valier per asciarli et ritornar subito. Qui 
non si manca di el notte di fiir ogni bona provisioa 
a quesla città e a quelli lochi che sono de qualche 
imporlanlia, ancora che non ne sia sta dati quelli 
favori che meritava questa città di lanla imporlan- 
lia. Speramo le cose di qui reusirano in bene. Se 
amarichamo che questi pochi e di poca suffizienlia 
erano slati tanti zorni fermi, el non li sia sii data 
altra molestia da nostri ; el non veJo quella provl- 
sion si convegneria a sbarazarsi da questi discalzi; 347 
el hozi ne sono sta confluii qui tre di loro i quali 
pareno cazacavre. 

Di sier Domenego Piaamano podestà di 
Brexa. di 24. Questa malina son venuti doi ora- 
tori di la comunità di Azola a domandarne presidio 
di fanli el allro, proteslandone che non habbiando 
tal pre^sidio non ne promelteno.de poter manlenir 
quella terra, essendo loro certi che M campo inimico 
è per andar a quel loco, dove se ritrova Provedilor 
sier Zuan Batista Barbaro, in modo che gli havemo 
dalo il capitanio Ferazin con la sua compagnia de 
fanli 200 el un aspydo; e sono parliti ralrislali con 
promissione grande de mantenersi, e con ordine 
che in caso che lo exercito nemico passasse il Chies, 
dillo capitanio Ferazin el altre fantarie debbano ri- 
tornar in qu sta città. 

Del campo inimico, per la inclusa si vederà 
quanto si ha. Prtsterea, mi è sta menato uno 
prexon dal quale non se ha potuto baver altro, 
quantunque li habbia fallo dar tratti Ire di corda. 
Referisse esser bandiere 20 a fanli 500 per una el 
cavalli 500 in tutto; el che era venuto un capitanio 
di sopra, per la qua4 venuta se divulgava per lo 



519. 



HDXXVlil, MAGGIO. 



520 



347^ 



excrcilo se baveano a ritornar indriedó. De Milano 
se intende, nìmiei non haver potuto far cosa alcuna 
a Biagrassa, et che quelli dentro tiaveano preso uno 
di prinoi secretarli di Antonio da Leva. EUam, ha- 
veano rijinato certa chiesia con l' artellaria, la qual 
era piena di lan^inechi, per il che ne moreno assai. 
Scrivendo, è sopragiunto qui Progano Bua capo de 
stratipti, el qual ha menalo alcuni presoni; si exa- 
mineranno et quello diranno aviserà. Dapoi exanai* 
nati li tre presi, non si ha altro se non che sono 10 
milia, et sono partiti da casa tutti con scudi cinque 
per uno. 

Copia di la lettera da Monte Filato ali de 
putati di la comunità di Brexia. 

Magnifici et generosi Domini mei semper 
observandissimi. 

Questa noatlina, a hpra di (erza sono venuti 
quattro messi de questi nostri messi de Monte Chiaro, 
quali sono stali in campo di todeschi a Peschiera; et 
dissena baver visto lutto dicto campo, qua! è ancora 
li drielo al Menzo con k artellarie et monitione, et 
fano conlinuamen^e de la sua monitione, qual e negro 
de ogni grano, et ne da^no onze 16 per sei marcheli, 
et che ce ne vien conduto del pane et altre vittuarie 
a3sai de Mantova. Et ol^e sono ^erca 10 in 12 milja 
persone, et ctie non se fanno guarde alcune de.qua 
dal campo, et stanno senza paura ; et che non faUino 
alcuna fortificatione. Et che cri fezeno cargar sachi 
cerca 100 di sai in Peschiera, quali mandeleno ver- 
so la Corvara con la scoria de bandiere doe et ca- 
valli top de tedeschi, et 50 de quelli del signpr Al- 
vixe de Caslion. Et che se parlava in dillo oampo, 
che ozi volavano andare a pigliar Sermion, et che 
bavevano deliberato avanti so parlisseno de li si- 
gnorizar el Lago; et dimandano danari a quelli de 
Peschiera ; et alcuni de Peschiera se dubitano che 
non dagandoge dinari, alla sua partita non bruzano 
dieta terra. Et cb& ancora in ditto campo gc sono 
amalati assai; el che hanno aldito dir in la corte 
del conte Balista da Lodrou, che dicli todeschi. 
quando non potranno haver Verona ne Brexa, i\e 
dar il guasto e ruinar tutto il brexano et veronese. 
Et che hanno visto missier Marino di BertazoI et 
uno altro de Salò quali hanno per obslagii per quelli 
di Salò e Riviera, perchè voicno li 10 milia ducati 
promessi; et che le zenle che fanno laliaiìe se 
crede li vogliano pagar de dicli dinari, perché non 
gè hanno denari, el gè danno del pane di la moni- 
tiope per iulertenirli ; et che hanno farine assai in ca- 



ri e sachi ; si che de (ulto aviso vostra magni6cen- 
tia. Et questi homini de Montechiaro hanno ancor 
in campo tri altri messi per intender quello succede 
di bora in bora ; et subito zonti, del tulio se darà 
avisp, denotando a Vi)slre maguificeulie, come del 
tutto ne havemo scripto a li signori rect<>ri el eia- 
rissimo Proveditor. Nee alia. Bene valeat Ma- 
gni ficentia Vfistra eie. 

Monti Pelati die 23 Maij 1529. 

Sottoscritta 

Servitor vester Pctbus de 
Caravaoio, Montisela- 
rii vicarius etc. 

A tergo : Magnificis et geoerosis Dominis de- 
putatis ad negotia belli Magnifìcae comunitatis Bri- 
xisd, tanquam palribus honorandis. 

Di campo^ da Catsan, di si^r Toma Moro 348 
proveditor eeneral^ di 22^ hore 2. Come inimici 
SQno a Milano, et baleoo, quelli é ussiti Biagrasso, 
et loro stanno di bon animo. Scrive, lì repari di Ber- 
gamo é in assai ì^o\ìì termini, et li e sta n\esso boa 
presidio dentro. Eiia^n^ ha mandato Octaviap 4e 
Vayli in li Orzinovi, el qu^la motte domino Anto- 
nio da Castello va Gno là per disignar alcuni bastioni, 
et dimane a boa bora ritornerà dj^ quj. ^i ininiici 
sono verso Peschiera, zoè li lanzinech, e per (guanto 
havemo da Brexa, oggi si doveano levar. El se ha 
da alcuni vien del campo inimico, che inimici dicea- 
00 alcuni di loro capi haveano tratado ia Verona et 
che credevano il nostro campo usisse fuora e loro 
poi far lo eflEeclo; ma il disegno non li è sandalo ad 
efletlo; et se dice paliscoiio d^ vituarie. É sta pur 
scrito a Brexa a proyeder di vituarie et cazar fuora » 
le gente inutile, et che advertisca^o a tratali, faceudo 
bona custodia alla città. 

Del ditto, dì 23, Da novo, per riporlo de uno 
nostro vien da Milan, si ha come Mercoredi passato 
li cavalli ligieri di questo exercito corseno ia bo^go 
porta Senese et preseoo da 60 cavi de auiiuali de 
uno mercante, et li condusseno via. Che quelli di 
Milano feceno grandissime guardie in la terra et 
messeno el segno su la torre del Domo del fuogo, 
aziò polesseno esser soccorsi accadendoli. Che ini- 
mici hanno sotto Biagrasso pezi 1 7 arldlarie, di 
quali canoni sie hanno cavati fuora di Pavia, et de 
li altri tolti in Milano sono tre dopi canoni, li altri 
sacri ; et che non hanno polvere solum per due 
hore, et volendo Irar cum quelli dopii canoni, non 



5-21 



MDXXVUI, MAGGIO. 



593 



3(8' 



349 



kiono pei* noeza fiora. Che li boscarolli de Biagrasso 
enne ìmboscadi tre mia IoiUhq da Bià, et banuo 
preso Ociavian Taverna lo primo secretarlo del si- 
gnor Antonio da Leva. Che inimici hanno menato 
fuori del castello de Milano tre cannoni, et hanno 
rotto li zocbi et li fenno conzar. Che *l signor Aiito- 
Dto da LevH ha facto intender a creili de Biagrasso, 
se debbano render per tulio domali, aUranu*n*e li 
farà tagliar a pezi. Che*! fratello di Baplisla Matto, 
uno di capitanai io Bragrasso, ha deliberato più 
presto lasarsi tagliar a pezi cbe rendersi. Che 1 ca- 
sleliano de Uus ha mandalo io campo de nimici a 
Biagrasso bandiere 5 fanti; sono da 500. Che li sol- 
dati del Pizinardo, de là da Po, l\aveauo svaligio 
alcuni fanti spagnoli. Che sotto Bià in una chiesja 
erano li lanzichenech, et <]uelli de Bii tirorno tre 
eanonale a uno tratto, el saltono fuora et ne amazo- 
Do da 1*20, et li todeschì se retirorono. 

li^my scrìve, il conte Brunoro da Gambara che 
era con inimici, vien de qua in executìon di la cride 
fate far per h Illustrìssiipa Signorìa, per non perder 
el suo ha in brexana. De li todeschi di Peschiera si 
ha, sono ancor dove erano. Soiicilano scuoder le taie 
hanno dato a quelli lochi per pagar le sue ge^ie, el 
fanno custodir uno ponte da Marcbarìa sul mantoa- 
no, et dicono aspectar aMra gente alemane, et vo- 
leno dar el guasto in brexana, el andar a danni 
nostri e de altri che non saranno in liga con lo Im- 
perador. Scrìve, ii capilanio Grisoo fu spazato; é in 
ordine di fanti, ma non vo} calar se non se li manda 
dioarì; el li dinari non sono qui iu campo, et cussi 
le cose del Stato vanno in longo. 

Da Lodi, di sier Gabriel Venier orator, di... 
Come il conte Brunoro di GauU>ara ^ra zonto a 
Pizigaton, venuto di Milun per timor di la parte 
presa che li suhdili uoslrì vengÌ4io ad b;<bitar in 
le Sf)e terre, sotto pena di confiscation eie II qual 
referìsse come 






349^ Di campo, dqk Cassan, di sier Toma l^oro 
proveditor zeneral, di 24, hore 13. Come vede 
le cose del Stato nostro in perìcolo ci con poca 
provision Et che quelli erano in Biagrassa per 
nome del signor duca di Milan, vilmente si hanno 
reso ad Antonio da Leva : siche le cose vanno di 
mal io pegio. Et per lui fo scritto al signor duca di 
Hilan, che vardasse quelli di Bià almen si lenisse. 
Soa Exceileolia rispose ne furia provision. 

Del ditto, di 2à, hore 22, E gionlo nove ini- 
mici, dapoi la presa di Biagrasso sono parliti in do 
parte : una parte, zerca 800 fanti ot artellarie, ( 



erano alla volta di Santo Anzola pfr haver quel 
loco; Taltra é ritornala in Milano, É sia scrìptp al 
signor Duca di questo eie. Hozi é sta consullà col 
signor Gubernator el quelli capilanei, quello si 
babbi a Ear di nui. È sta lermini non far per 
a lesso altra deliberation, ma scriver al signor duca 
di Urbin a Verona, azio Soii Excellentia deliberi 
quello si babbi a far di queste gente : o retirarsi, o 
star snido qui ; benché il meglio saria relinarsi con 
comodità, che poi con furia et «iisordine. El manda 
la lista di fanti pagati (iin questo zorno. 

fanti pagina fin 24 Mq^o, 

a Cais^no. 

Domino Anlooio da Castello, 

colonnello .... tanti num^ero 356 



Laozioech sono i^ ess^r 
Toso Purìao .... 
n signor conte di Caia^a 

il Cagnol 

Bernardo \hnara . • 

Conte Claudio RaogoQ, oofi 

é perà pagato ... . 






245 
205 
710 
313 
124 

i25 



numero. 2703 {sic) 



in BfrgiamO' 

Filippin da Salis f^ti 2QP. 

Antonio Roso da Castello ... j( 277 

Piero Antonio Corso > 104 

Andrea Corso > 90i 

Andrea da Corezo > 137 



fanti 808 



in Crema. 

Jacomo Antonio Pochipanni 

in Brexa. 



faoli 2(^ 



Domino Guido Naido im^'i 406 



in li Orai novi. 



Otavian Vaylà faiUi 123 

Di Alexandria, di sier Polo Bembo consolo^ 350 




523 MDXXVIII, UAGOIO. 

di fo Uh lettere Zerca haver cargà una 

nave a Roselo canHiola de fonnenli di quelli ha da 
il magnìfico Inf)hrain. 

Di CyprOy di sier SHvrstro Mìnio loco- 
tenente et consieri, date a Nicosia adì 

Aprii. Come fle 11 è careslia «li biave; valeno bi- 
santi 4 el mozo, per esser sta mala saxon per non 
baver piovesto; et che banno manda in S ria du- 
cali •201)0 per comprar formenli. 

Fu poslo, per li Savi!, condur a li nostri sli- 
pendii Conslantin Bochali capo di slralìoli, qual se 
ritrova a Bozolo in manloana con cavalli '200 lizieri, 
et per la sua persona ducali 800 a V anno in tempo 
di guerra, el in tempo di paxe ducati 500 et 50 
cavalli. Et questo per anni -2 di fermo, el uno di 
rispelto. Ave: 143, 7, 3. 

Fu poslo. perii Savii del Conscio el terraferma, 
una parte di far Zuoha proxima Gran Conseio el 
eleclion di Procuralor di San Marco sopra le co- 
missarie di ultra canal, qual babbi a intrar di 
153^2, ma in questo mezo vengi in Preg:idi me- 
lando ballota, et non possi preslar men di ducati 
\iììì\\\H,utinparte; la rcstitution a rata con li 
altri del dazio del vin. La qual parte sia a metter a 
Gran Conseio. Ave: 115 di si, 39 di no, 3 non 
sincere. 

Et perchè in dita parte non é limila il tempo 
che*! Procuralor sarà clecto, sia ubiigà a darli da- 
nari impresterà, di novo fu posto p-r li dilli una 
zonta, cbe*l sia ubiigà a dar la mila, si che la a la 
primi parte sì noterà il dillo termine. 
350* I^u poslo, per li Savii a terraferma, una parte, 
la copia sarà notada qui avanti, zerca la regulation 
di libri di Rasonali, ut in ea ; molto longa et ha 
molti capi. 

Et sier Leonardo Emo savio del Conseio messe 
a r incontro voler la parte, con questo : i libri sia 
visti per li Avogadori exlraordinarii dal 1500 in 
qua, et sia eleclo a questo per la Quaranlia uno scri- 
. vao con salario di ducati 5 al mese, ut in parte, 
el sia per anni 5. 

Andò prima in renga sier Filippo Capello savio 
a terraferma, laudando la soa parte. 

Et li rispose sier Lunardo Emo per la sua opi- 
nion, che voi chi ha tolto i danari di la Signoria sia 
casligadi. 

Poi andò in renga sier Piero Morexini savio a 
terraferma, dicendo i libri dia star in man di Raso- 
nati, et chi voi veder li poi veder et Avogadori et 
altri, laudando la soa parte. Andò le parte : 5 non 
sincere, 4 di no, 56 di Savii a terraferma, 90 di 



52i 

r Emo, et questa fu presa. El fo li XL Criminal per 
il scrivan che si ha a far per la Quaranlia, ancora 
che loro non lo poi far perchè compie Sabado. 

Fu poslo, ppr si«»r BtTnartlo da dia da Pexaro 
Cao di XL, una parie ; la copia è qui avanli. £1 
sier Marco Antonio Conlarini Pavogador andò a la 
Signoria, dicendo voler rispello peTr veder le leze, 
per esser parte de imporlanlia. El Serenissimo con 
la Signoria disse che'l Cao di XL el cadaun di Col- 
legio poteva meter che parte che i voleva, el non 
slava a TAvogalor a impedir. El qual andò in 
renga el conlradisse un poco, dicendo starò do 
bore in renga et volo tempo. Li rispose dillo sier 
Bernardo da Pexaro, qual ha poca voxe. Ma ben 
andò la parte. Fo balolà do volle. Ave la prima 
volta : di si 53, di no 35, non sincere 45 ; la se- 
conda : 41 di si, 42 di no, 53 non sincere. La 
pende. Non fu messa poi più, perchè ditto Cao 
di XL compite, el cussi P andò a monte. 

Die 26 Mai] 1528, in Rogatis. 351 

Ser Dominicus Trivisanus eques, prò- 

cura t or, 

Ser Leonardus Mocenicus procuratore 
Ser Lucas Tronus procuratore 
Ser Marcus Dandulus doctor, eques, 
Ser Laurentius Lnuredanm procuratore 
Ser Hironimm Pisaurus, 
Ser Leonardus Emus, 
Sapientes Consili i. 

Ser Andreas Mocenicm doctor, 
Ser Petrus Maurocenus, 
Ser Bartholomeus Zane, 
Ser jBilippus Cnpellus, 
Sapientes terrae firmae. 



Non se die mancar da ogni provisìone espe- 
diente al trovar de danari per el bisogno che de 
queHi ha il Stalo nostro, però: 

L* anderà parte, che Zobia proximo se debba 
eleger nel nostro Mazor Conseio uno Procuralor il 
qual habbia ad entrar alla Procuralia de iJtra adi 
primo Mazo 1532, fìno al qual tempo non debbi 
liavcr procminenlia né prerogativa alcuna se non 
che dapoi V bara presentalo ei bolelino de haver 
satisfallo quanto per lui siri sta offerto, el pos.^ 
venir in questo Conseglio ponendo ballota ; el non 
possa oflerir manco de ducati 14 milia, la mola di 
quali sia tenuto exbursar in termine de zorni 4 da 



525 



IIDXXVIII, MAGGIO. 



526 



poi cbel sera sia elccto, et Pallrn mila in termine 
de zorni 8, dupoi essi di 4. Dechiarando, che'! non 
debbi iiaver alcun don, et la restilulionc gli debba 
esser Tatto di ducali 100 milia del dalio del vin, 
principiando il mese di Sellembrc proximo per 
rata ogni mese, lustri la forma della parte presa in 
questo Conseglio adi 7 del presente mese Possa 
esser eletto d* ogni loco, officio et regimenlo, et di 
quelli che si cazasseno cum li altri dulia dilla Pro- 
Guralia per casada o altro grado, excelti padre, 
figlioi et fratelli. Né se intendi presa questa parie 
se etiam la non sia approbata dal predillo nostro 
Maggior Conscio. 

f De parie 115 
De min 39 

Non sincere 2 

Die 28 (lieto, in Maiori Consilio. 

Consiliarii et Capita de Quadraginta, 

Posuere partem suprascriptam el fuerunt. 

t De parte 811 
De non 13G 
Non sincere 39 

1528, die 26 Maij, in Rogatis. 

Ser Bernardus de chà de Pesaro, 
Caput de Quadraginta. 

Hanno continuamente cum summp studio invi- 
gilado li Sìmctissimi progenitori nostri, fra le altre 
iuslissimc el olirne deliberation, proveder aciò, come 
è conveniente, lutti lisubdili nostri siano parimente 
premiati el puniti. Che li clerici qual vanno in ba- 
bilo secular et vìvcmio come laici non si passino 
exime;r et liberarse per li continui el enormissimi 
delieti che cometteno ogni zorno dalle nostre sante 
leze et dalle mano della iustilia nostra ; per il cbe 
non parendogli conveniente cbe questi tali se do- 
vesseno lenir et osservar nel numero di persone 
clerica!, eo maxime che molti de loro hanno mo- 
glicr et figlioli, et fanno exereilii el arte secular, ne 
alla vita clerical convenienti. Et quando che gli oc- 
corre che per li nostri ius iicenti conlra loro sia 
inquirido et si vogli proceder per li loro delicli, 

(1/ U ctrU 851* è bUooa. 



cercano cum ogni mezo deviar (Fai foro secular et 
redursi al ecclesiastico dal quale se ne habbino 
pena alcuna ogni zorno manifestamente si vede, 
et in tal niateria furono poste varie parte, sì nel 
nostro Maggior Conseglio del 1364 adi 14 Marzo, 
e de 1 1 Ottobre 1388, come etiam in questo Con- 
seglio de "lo Zugno 1469, per le qual de tempo in 
tempo gli fu augumentala la pena per fin al bando 
di questa città et tulle le terre el loci della Signo- 
ria nostra, cosi da parie da terra come da parie da 
mar. Et se in alcun di essi loci, over terre nostre 
fusseno Irovadi, fusseno alla condilion delli rebelli 
del Stalo nostro, cosi nelle persone come nelli beni, 
el in cadaun de essi loci el terre polesseno da 
ciascun senza pena alcuna esser offesi et morti, 
come in esse parte chiaranientc si vede, le qual 
sono cerlamente bone et sancte ; ma come etiam 
V occorre in altre materie non sono mandale ad 
execulion, perchè non obslanle queste iustissime et 
sanclissime leze in tanto é augumentala et accre- 
sciuta questa pessima corrutela, che tutti non so- 
lamente li cittadini, ma etiam soldati et ogni per- 
sona benchò de condilion vilissima se fanno clerici 
de prima tonsura over di quatro ordeni, et benché 
veslino el viveno come laici commettendo furti, 
sacrilegii, homicidii el ogni altra qualità de delieti, 
come sono trovali colpevoli de tal mensfali se de- 
fendono sotto questo velame clerical, et se liberano 
dalle mano delli nostri lusdicenli et restano del 
tutto impunidi delli loro delieti, ita che'l non é 
caso alcun criminal el qual per questa pessima via 
non sia sublratto dal foro secular, el se'l non si 
provede, non solamente li iuditii criminah ma 
etiam civili serano levati et tolti dalli iusdicenli 
nostri secular. Né si ha rispetl» alla qualità delli 
casi, alli habiti over persone, did che continuamente 
nascono grandissimi inconvenienti ci disordeni, et 
se'l non si provede deventeranno maggiori. Et però, 352* 
havendo principaliter 1 ispelto allo Altissimo et 
Omnipotente Mio nostro, acciò che sotto prelexto 
del suo sanclissimo et tremebundo nome questi tal 
scelestissimi comitlenti ogni sorte de iniquità per 
clerici non si difendano, el dalle pene qual per li 
sui deiìcti meritano siano liberati, el etiam che la 
iustilia si grata al Summo Dio conseguisca il suo 
effetto ; 

L* anderà parte, che salve et reservate tutte le 
leze predille, el altre in tal materia disponente alla 
presente non repugnanle, et praecipue la parte 
del 1469 adi 23 Zugno, che tutti quelli li delicli de 
li qual SODO recenti el le sue querele sono ancbora 



527 



IIDXXVIII, MAGGIO. 



nelle mano Hclli ollBcìnli el reUopi nostri non expe- 
dile, et quelli che de coeirro eoninielleranno qu;iU 
chedeliclo degno de pe^na el casligalion, el cer- 
cheranno sollo prelexlo de prima tonsura over 
dell! quatro ordeni excusarse et liberarsi dal iuditio 
delli officiali el rettori noslri, reservata sempre la 
auctorità a quelli de cogiiosccr el indicar come gli 
parerà, ^1 se seraho astretti de remellerli al foro 
eccfesiastico, tutti questi tali quovis mòdo al Toro 
ecclesiastico restituiti ex nunc per auctorità di 
questo Conseglio se intendino, et siano banditi di 
questa città et de tutte terre et loci nostri si da 
parbe da terrà come da mar, delle qual (erre et 
loci nostri debbano uscir Tra termine de zorni 15 
dapoi la ^abKcàlion della presente parte ; et se non 
carferano obédir over rilornerano in quelli, siano 
trattati nelle persone et beni sui come rebelli del 
Stalo nostro, et ùblque ìocorum fra li conflni da 
ciascuno postino ifnpune esser offesi et morti. Ci 
sé alcui) bandito per honlicidio puro o per altro 
nlirtòr caso àknazerà uno tale fra li confini, fatta 
primamente fede per persone fide dighàe della 
sua morte, habbia il beneficio della exemption et 
libe^tión dal sUo bando. Et simHiter, se alcun 
qilal non sia bandito amarra qualcuno de questi 
frsl li confìhi, pò^si liberar ciascuno bandito per ho- 
micidiò ptji'o, over per altro nlinor casbj come di 
sopb 6 dichiarilo 

fet siaht) t)bligali li ÀvogddoH nostri de comun, 
et altri offlòiifli In questa città el li rettori de tutte 
le l^t're et lori nostri, sempre (Jiiando l'occorrerà 
quilD?he caso simile, sopra lino libro spìfciaiitfi^ a 
((tiesto deputato far notar i bandi de tal iniqui in 
execution de questa necessarissima deliberation a 
m&mòi*la di successòri, et c|ues(o sotto pena de du- 
cali 500 el privation per anni 10 de lutti li reti- 
menti, offleii, el Consegli nostri a quello Avogadof 
de cbhìun pei* il placitar del qual seguitasse essa 
rertiission, se 'I sera uno, se veramente Serano più, 
la penU predilla sia per cadaun de loro, et a questa 
islessa péna el modo sopraditlo soltuzasino tutti li 
353 officiali el rettori nostri ; la qual pena togllàno alli 
cohtrafacenti li AvogadoH nostri de comun, el Tuno 
fl r tlllrb el cadaun de loro separatamente, el simi- 
liì^ li Capi nostri de XL Criminal si Supefe*iori 
come inferiori, el cadaun de loro senza all^o Con- 
seglio. Et Èintililer tutti li nodari. Scrivani el can- 
cetlieK li quali leneno el manizano altri simil libri 
ci*irtiiituli over bergaminej siano dbligali botar li 
bandi ph^dilti fiDIto pena da ducali SOO et pHvalion 
perpètua de ogtii officio él beneficio, si dentro come 



fuora. La qu:d pena sia scossa ut supra, né 
aleun modo se possi hiiver alcuna gratta (»ver ■ 
mission alli contrafacienti, salvo per parte po= 
nel nostro Ma«^gior Coiiseglio per sci Conseglien 
tre Capi de XL, el famm la non se inlenli pre 



se la non liarà habuto li cinque sexti delle ballciz 
di esso Conseglio. Et esse pene pecuniarie sia^a 
divise a questo modo videlicet : seM sera accusaC 
per terzo, uno terzo del Arsenal nostro, V altro 
quello over quelli faranno la execution, et il lei 
del accusator; se veramente non seni accusalo/; 
Siano divise in doe parte, una sia de V Arsenal no- 
stro el r altra di quello over quelli faranno ia exe- 
cution, el alle pene predille siano obligati lutti li 
beni delli contrafacenti quomodoeumque el quali- 
tercumque, El olirà di questo, quelli che prima 
non erano annotati in esso libro over bergamina 
siano descritti, et similiter siano obligati li Avo- 
gadori de comun, li ofTiciali el rettori nostri et 
essi nodari. Cancellieri et scrivani, sotto le pene so- 
praditte, ognora che T occorrerà uno caso simile, 
far publicar li banditi sopraditti ad intelligenlìa de 
lutti. Se veramente tal tristi haranno arditfìento 
non obbedir over tornar nelle iurisdition della Si* 
gnoria nostra, siano trattali come rebelli d6l- Stato 
nostro, el se sera no morti over ofe^i, li offensori 
over interfeclori non habbikio pena alcuna, ma essi 
inlerfeclori habbino il beneficio sopraditlo. Et sia 
publicata ìa presente parte sópra le i;càle de San 
Marco el Kiallo, el in tutte le terre el loci nostri si 
da parie da terra coinè da mtir, el sia registrata in 
r officio della Avogaria de Comun el in cadaun 
altro che habbia il Criminal, el similiter sia messa 
in tutte le Comission di rettori nostri, accioché la 
sia inviolabilmente obi^rrata. Eì la presente paKe 
non se intendi presa se la non sera etiam appro- 
baia nel nostro Mazor Conscio. 

De parte 52 
De non 35 

Non sincere 15 

Èl iie^um. 

De parte 41 
De non 42 

Non sincere 53 

Nihil capium quin pendei 



559 



MDXXVIIT, MAGOIO. 



Lio 



355') Adì 27. La maììna fo lettere di Orvieto di 
28, nel eanselier del signor Zuan Francesco 
Orsino, qual scrive il Papa haverli dà lellere di 
passo per li fanti 1000 falli per venir a noslri ser- 
vili!, el ha fallo za eavalli lizieri numero ... ; ve- 
deri far li allri fin al numero di . . . et li fanli 400 
di più li è sta dali. Item, di novo il Papa si parie 
el va a Perosa ; il qual fa fanli ; eUussi Fiorentini, 
però lai stenla a farli. 

Vene V oralor di Fiorenza per cose parlicular 
di certo fiorenlin. 

Del CapHanio general da mar sier Piero 
Landò, date a Cai4siti apresso Brandito, adì 
12. Come era torna la galia Nana mandò a Calaro 
a loor homini per interzar Tarmata. Ne ha menalo 
soìum 3^ Il soracomito sier Francesco Nani restò 
a Budua amalalo. Ha posto, come scrisse, sier An- 
drea Grilli soracomito provedilor in Brandizo, et in 

la sua galia posto vice soracomito sier 

Lassa fanli ... per assediar il castello, et rcstarà 
a quella impresa sier Àguslin da Mula provedilor 
di r armada con sier Àlmorò Morexini capilanio 
del Golfo et la galla Nana; el lui con il resto dì 
le galle, al numero ... si leverà la malina havendo 
lempo et andarà a Corfù a meter in ordine Y ar- 
mala di quello bisogna ; dove starà tre zorni, poi 
anderà verso Napoli. liem^ ha lassa a Trani li 
remi cussi cargi, con ordine siano mandati a Corfù. 
Dapoi disnar fo Conscio di X con la Zonta ; et 
vene lettere. 

Dal campo sotto Napoli, del Pixani et Pe- 
xaro, de 21. Come é sia aquislalo tutta la Cala- 
vria da le zenle Monsignor vi mandoe, excepto uno 
loco dove s'ha reduto il principe di Bisignano 
con alcune zente, qua! sperano di haverlo, chiamalo 
Tannlo. Et hanno prèso una altra terra dove 
erano tre signori dentro, zoè Cosenza, come di 
sollo scriverò copiosamente. Item, scriveno, hanno 
di Napoli, che hanno disarmato la galia restata li in 
porto, et armano tre nave sopra le qual voleno 
meter suso tutti li inuteli et mandarle in Sicilia. Et 
par patiscono di vituarie; et é ussiti fuora alcuni 
lanziDech, el venuti in campo, dicono i lanzinech 
fanno romori in la terra, et però quelli di la terra 
trazeno artellarie aziò che i non siano sentiti ; et 
noslri voleno el fanno zerle trinzee; si non faranno 
altro, li torano tre moiini che hanno. Item, scriveno, 
quel Hironimo Romano con li 600 fanli corsi et 
2000 paesani, essendo venuti mia 10 apresso Co- 
ti). Le etrto 353*, 854, 354* tono bianche. 

/ Diarii di ìi. Sanuto. — Tm, IL VII. 



senza al fiume Fredo, preseno il principe di Stiano 
che era amaialo con do fioli, uno marchese el uno 
signor, el aveno Cosenza» el fugò il principe di Bi- 
signano ch'era in campagna con 2000 fanli in Ta- 
ranto sicome ho dillo. Item, Lutrech si duol di la 
nostra armala. 

Di Ravenna^ di 25, del provedador Fo- 355* 
scari, et una di sier Gasparo Contarini va 
orator a Boma, Del zonzer suo li quel zorno, et 
partirà per Pexaro per andar al Summo PontiGce, 
qual intende esser parlilo di Orvieto et andato a 
Perosa, 

Noto. Il dito Oralor, ne Tandar sopra le For- 
nase, la sua barca dcte in terra, se ìmpi de aqua, 
si bagnò lui et li soi et alcune robe ; ma fo recu- 
pera il lutto. 

Di Verona, fo lettere del Podestà et Prove- 
ditori, di hore 16 et Kore 2 di note. Come ini- 
mici sono al Desanzan et Rivoltella ; et che si dice 
andarano in brexana, ma prima voleno li danari di 
la taia di Salò. El par che da 1200 el più lodescbi 
siano ritornati a Trento con dirli haveano promesso 
dar i raynes per uno el non hanno hauto se non 
dueraynes; però si partivano. Quelli di Salò ha- 
veano mandalo via el suo Provedilor per non esser 
brusati. Il Capilanio Zeneral mandava a Salò allri 
900 fanti, sollo li capi, videlieet Àstor di Faenza, 
Bello di Belli, quelli di Rimano eie, perché non 
acadendo entrino in Brexa. Il Capilanio del Lago 
havia preso una barca veniva da Riva con viluarie, 
et par cheM capilanio di V exercito babbi dato taia 
a chi amazava el Capilanio del Lago havesse ducati 
3000. Scriveno, il Capilanio Zeneral voleva hozi us- 
rir fuora et andar in brexana, lassando a la custo- 
dia di Verona fanti 1500. Item, che per nostri é 
sta presi 5 todeschi, uno nominato Zuzi, ì quali 
hanno dito di V andar via del campo per non esser 
pagali li 1 500 in zerca ; et che quando veneoo, 
erano 12 milia fanti et non più. 

Di Brexa, fo letere di rectori et Provedador 
Foscari general, di . . . Di provision fanno, et 
come Àgustin Cluson era in Lonà et si ha difeso 
contra inimici, da i qual fu preso uno capo di squa 
dra et i fanli i qual inimici li voleano apichar. Item^ 
il Provedador di Salò é partito et venuto li a 
Brexa. 

Da Cassan, del Provedador Moro, di 24^ 
hore 2 di notte. Come si havia deliberalo mandar 
in questa bora uno nostro messo dal signor duca 
di Urbino, a dirli esser gionto in Trevi uno capitano 
con 300 fanli del signor duca di Mìlan per guardar 

84 



Bdt 



HDXXVIir, ìtÀOOtÓ. 




questo loco di Cassan in caso che esso signor Capi- 
lanio General fusse de opinion si levassemo de qui. 
Et nostra opinion seria metter bon presidio in Ber- 
gamo et andar con il resto di la fantaria et cava- 
larìa sul brexan, per obstar che li inimici non fazino 
trar quelli loci et ruinino come fanno il brexan ; 
tamen si riportamo al voler di Sua Excellentia. 
356 In questo Conscio di X, fo prima semplice assai. 

Dapoi con la Zonta preseno una gralia di sier 
Zuan Donado di sier Vicenzo, rimase per impre- 
stedo camerlengo a Padoa et non ha Tetà, voi pre- 
star ducati 100 et haver la pruova. Fu presa. 

Fu etiam preso la gralia che sier Domenego 
Moroxinì qu. sier Jacomo, va patron a Barulo et non 
ha la pruova, che*l doni ducali 50 et babbi la 
pruova ; el fu preso. 

Fu voluto metter la parte di sospender li debiti 
di Ire Procuratori : sier Marco da Molin, sier Ga- 
sparo da M'flin, sier Marco Grimani debitori a le 
Raxon nuove, quali voleno dar ducali 2000 et del 
resto habbino tempo a pagar. Et fo trovalo le parte 
esser in contrario, et non si poi tratar queste cose 
in el Conscio di X, et fo manda a monte. 

Item, fo expedito altre cose particular, nulla 
da conto. 

* 

In questa matina, in Quarantia Criminal, per 
sier Ilironimo Marzello qu. sier Galcazo, et sier 
Zuan Marin syndici fu posto parte, et preso, de 
taiar et anullar ogni lerminalion fata per li signori 
de Offici de cresscr utilità a li scrivani, nodari, mas- 
seri, fanti etc, ut in parte. 

El etiam da poi disnar, la dita Quarantia se ro- 
duse pur a requisition de diclì Synici et limitono 
certe tariffe. 

Fu preso, in Conscio di X, de dar la Irata a la 
comunità de Padoa, overo a domino Antonio Cao- 
divacha el cavalier et compagni é sora li poveri 
de Padoa, de stara 400 formento compradi per loro 
per substenlar diti poveri. 

Noto. Il formento é sii fato hozi lire 7 soldi 10 
el staro. 

In questa matina, vene in Collegio Coscho con- 
l^tabile nostro, de nation de reame, qual havia de 
condola S50 fanti et era in Pavia, et disse al Sere- 
nissimo: «MagniBco Signor, io son venuto per 
iustiffcar inimici non esser entrali in Pavia per la 
mia varda, perchè se fosseno inlrati, saria sta o per 
viltà per malitia, le qual do cosse non é in mi ; et 
ho fato el debito mio et voio star a ogni Marango- 
ne >. El Serenissimo li disse si iustificheria la verità. 

É zoDlo etiam quel Cesaro Martineugo era in 



« 1 



Pavia, etiam lui capo de ... . fanti; ma non veL 
in Collegio. 

Da Udene, del Locotenente, di 25. Mand 
letere di Venzon ; et quella comunità lien che li 
fanti lanzchenechi mandali a far per el capilanio 
Michiel Gosmaier, non siano per venir. Tamen uno 
suo contesso è stato da lui Locolenente, dicendo 
aspectar li diti fanti de bora in bora, et volea licen- 
tia poter tuor alcuni todosehi abitanti a Venzon, 
Toimczo et quelli contorni. 

A dì 28, La malina, fo lettere di Verona, 3! 
del Podestà et Provedi fori, di 27, hore 13. Co- 
me inimici erano al Desanzano et Rivoltella, né 
sono mossi ; et hanno hauto la taia de ducati 10 
milia di Salò. Li fanti se mandò per Salò con ordi- 
ne a intrar in Brexa ó imbarcali, et se tien zoome- 
ranno ; et li cavalli de Zuan de Naldo è smontati 
et vanno per terra. 

Vene con li piali in Collegio el reverendissinio 
cardinal Corner vestito di zambelolo paooazo et Im- 
reta de scartato in testa, con la maza d' arsenlo 
davanti portala per el suo schiavo turco, acompa- 
gnalo da molti episcopi, zoé el Landò di Caiidia, so 
fradéllo de Spalato et altri assai che qui non li scri- 
vo ; et do cavalieri di Rodi, Garzoni el Veodramin, 
et soi nepoli abati de San Zen di Verona, di Care- 
rà et de Vidor. Item, 10 Procuratori : sier Dome- 
nego Trevixan el cavalier, sier Polo Capello el ca- 
valier, sier Alvise Pasqualigo, sier Jacomo Sorenzo. 
sier Andrea Justinian, sier Francesco di Prioli, sier 
Andrea Lion, sier Francesco Mozénigo, sier Carlo 
Morexini et sier Marco Grimani, cavalieri, dolori, 
et altri soi parenti, et sier Jacomo suo fradelio in 
paonazo per la morte del padre ; ma sier Zuane 
1 altro fradelio é amalato. Il Serenissimo li venne 
contra al palo de la scala de piera, et posto de sora. 
Era etiam quel domino Nicolò de Medici qual lì ba 
portato il capello. Et inlrati in Collegio, sentati, es- 
sendo sia leva la cariega et posto un raso ereniexio, 
el Cardinal predilo, di anni .... usoe alcune pa- 
role pian, et il Serenissimo li rispose; poi st«to aa 
poco fu acompagnato dal Serenissimo fin al paio 
predilo, et il Cardinal con li piati tornò a caxa sua ; 
qual é goloso. 

Vene Torator de Milan, dicendo non baver avi- 
so del suo signor Duca de fìiagrassa, et noo lo cre- 
de ; unde li fo mostrato le letere del provedilor 
zeneral Moro, et rimase atonilo. 

Veneno 6 oratori de la comunità de Monopoli, 
tre per li nobeli et tre per il popolo, con letere de 
credenza, di sier • . . • Bolani provedilor, il nome 



533 



UDXXVlJIj IIAOOIO. 



53i 



di quali sono : Saladino Ferro, Golifredo di Pai- 
mier, Antonio de Indello per li nobeli, el per el po- 
polo Zuan Balista Ficola notaro, Filipo Jacomo Mo- 
reliaDO el Marco Cicho calafato. Parloe dito Goli- 
fredo, dicendo esser ritornati soto la Signoria de 
San Marco come erano prima ; et apresentono al- 
cuni capitoli da esser cooSrmati. El Serenissimo li 
usoe grate parole et li comisse a expedirli a li Savi. 
357 Vene l' orator de Franta et ricomandò a la Si- 
gnoria el capitanio Goscbo, dicendo é valente homo 
et de Pavia non é in colpa alcuna. Et el Serenissi- 
mo disse se vederla ; non ha\endo fallalo sarà quel 
era prima. 

Vene P orator di Ferrara con letero del suo 
«gnor Duca, in iusUfìcation sua che alcuni de qui 
diceva daria passo et vicluarie a lanzinecli, che lui 
non e per far alcuna cossa et voi esser Ibrmo in la 
liga. Il Serenissimo laudò tal opinion eie. 

Vene l' oralor di Mantoa insieme con uno se- 
cretano del Marchexe venuto a posta, nominato 
Benedeto Agnello, con letere di credenza ; et poi 
disse che 1 signor Marchese pregava questo excel- 
lentissimo Stalo volesse far uno salvoconduto a Pao- 
lo Luzasco che *l potesse venir a iustiOcar la causa 
del suo non entrar in Verona, perché voleva provar 
che li vene contra homeni de autorità a dirli che 
selMoIrava in Verona, sarìa retenuto, et del resto 
voleva tornar a V exilio eie. il Serenissimo el tulio 
d Collegio con acerba ciera disse non voleva far 
niente, imo che V andava zercando fosse redopià la 
taia. El cussi se partiteno bassi. 

Da poi disoar, fo Gran Conscio et vene el Sere- 
nissimo. 

Fu posto, per li Consieri el Cai di XL, la parte 
presa in Pregadi de far un Procurator. Sarà copiata 
qai avanti. Fu presa. Ave : . . • . 

Et in questo Conscio non fo alcun Censor, per 
esser amaiati. 

93% EMo Procurator di San Marco sopra h 
cmisiaric di Ultra^ insta la parte hora presa. 

t Sìer Zuan Pixani é di Pregadi, di 
sier Alvise procurator, el qual of- 
ferse ducati 14 milia, di quali ne 
portò 12 milia, et li 2000 pro- 
mete portar damalina .... 762.165 
non Sier Hirooirao Grimani fo Cao del 
Conscio di X, qu. sier Mario, 

Item, fu fato del Conscio di X sier Polo Nani 



fo podestà a Verona, qual é Provedilor zeneral in 
Verona, savio sora i conti ; niun passoe ; el fu fato 
Signor de nocte de S. Marco, in loco de sier Filippo 
Minio a chi Dio perdoni. Item^ etiam in suo loco 
XL Zivil ordinario, el rimase sier Zacaria Orio fo 
XL Zivil, qual è a le porte de Verona. Siche fo fato 
9 voxe. 

Del campo sotto Napoli, del Pixani et Pa- 
xaro procuratori, fo lettere, di 23. Come, bes- 
sendo sta ordinate eerte trinzee per monsignor di 
Lautrech ci dato la cura al signor Oratio Baion ca- 
pitanio de fanti de fiorentini de la Banda negra, et 
bessendo sta principiate a far, dove erano alcuni 
soi archibusieri a la guarda, el perchè inimici ob- 
stavano non se facesse, esso signor Oratio andò 357^ 
disarmato per veder quello se faceva, a cavallo, el 
andato con alcuni soi un poco discosto, inimici era- 
no imboscali, el li veneno contra, el lui volendo 
recularsi el cavallo li cascò, el a piedi bessendo 
abandonato da li soi, fo da le piche morto el spo- 
gliato: lo lassono in terra. Andato poi alcuni cavalli 
per soccorerlo, lo Irovorno non ancora ben morto 
el spogliato, ma de 11 poco morite ; eh' è sta gran- 
dissimo pecalo. Era valente, do anni ^( 

fradello del signor Malatesla, naturai però, el flol 
fo del signor Zuan Paulo Baion. Questa teiera vene 
soto letere de Fiorenza, per via del Provedilor de 
Ravenna. Zonse a bore SO. 

Da Fiorensa, del Surian orator, di ... . 

Come quelli Signori, volendo mandar li 3000 
fanti promessi in qua, bavia scrìlo a monsignor di 
Lautrech, non acadendo più de li li soi fanti con el 
signor Oratio Bagion, li mandasse indrio, el se pur 
voleva lenir li fanti, mandasse el signor Horatio. 

Di Dransa, poi venuto Conscio boso, fo 
lettere di V Orator nostro, da Possi, di 13, 
là et 19. Del zonzer 11 Andrea Rosso a di 13, el 
r audientia habuta dal re Christianissimo, dove era 
etiam Y Orator nostro et li oratori de Anglìa, Mi- 
lan el Fiorenza come collegali, exponendo ad bavcr 
il presto soccorso eie, per el calar di lanzinech. 
Soa Maesli rispose che questa provisioo era za 
facta, el come sa TOrator, mandava li lanzinech et 
le lanze soto monsignor de San Polo el monsignor 
de Obigni, remelendo in reliquis al suo Conscio. 
Da poi fue etiam al Conscio. 11 Re el il Gran Mai- 
slro erano andati a la caza. Nel qual Conscio disse il 
Gran Canzelier che za era sta spazà li deputati a far 
li lanzinech, di quali 4000 prestissimi sariano ad 
Ivrea ; ma bisogna se mandi scorta de zenle d*arme 
da passar seguri, et il Pagador con danari per la 



535 



UDXXVin, SiAOGIO. 



, ^ 



358 



seconda paga, aziò non segui qualche desordioe ; et 
che a Bada dove i se fa era za monsignor .... 
per far el resto fin 8000, i quali sariano per 10 de 
Zugno a Ivrea. Item, Soa Maestà non voi aiuto 
dal Re anglico in questo, aziò acadendo roniper la 
guerra di là non si scusi haver contribuido a questi 
lanzinech, però bisogna Soa Maestà, la Signoria et 
Fiorentini li pagi ; con altre parole ut in liiieris. 
Di Anglia, del Venier oraior, da Londra^ 
di 15, Come per li tratamenli se fa di far acordo 
mediante madama Margarita era sta facto abstinen- 
tia di arme el trieve con la Fiandra per . . . 



Da Verona, di V Emo podestà, Nani et 
Contarini proveditori venerali, di 27, hore 3. 
Come inimici erano pur al Dezanzan et Revoltella, 
et haveano haulo la taia deducati 10 milia da Salò. 
Scriveno del zonzer li el signor Malatesta di Rima- 
no con li so* fanti, et è rimasto in Peschiera do 
bandiere di fanti inimici, i quali andono a Bardolin 
et bave il loco, et feno danni ; el molli del loco per 
fuzer se butono in lago et si anegorono. Scriveno, 
fo presi alcuni de i lanzinech de villani, quali diseno 
esser inimici andati parte a Salò et haver dato uno 
asallo a Sermion dove é Agustin Cluson con alcuni 
fanti, che bassi difeso virilmente. 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
di 25, hore 18. Come inimici sono levati da Pe- 
scbicAi et vieneno verso Sermion, Revoltella el De* 
sanzan ; et parte già è venuti a Lonà con bandiere 
9 de fanti con tre canoni et nìolti cavalli lizieri. Et 
quel Proveditor sier Francesco da Mosto con fanti 
50 vedenjJo non poter resister, sono venuti via, et 
come ne ha dito, sempre scharamuzandocum li le- 
zieri de inimici fino al ponte de San Marco ; et si 
crede fin questa bora iniuìici siano inlrali in Lona- 
do, perché la terra era levata in arme in favor de 
inimici. Tutto el paese è in fuga, et andaranno da- 
gaiìdo taia a tutto questo terntorio, et impediranno 
il recolto che non gli fa provision. Et scrive ditto 
Proveditor in questa bora é zonto qui. 

Copia di una lettera del vicario di Montechia- 
ri et di la comunità, drieata a li deputati 
di la comunità di Srexa. 

Magnifici et generosi tanquam fratres 
honorandi. 

Notiflchemo a le magnificentie vostre, come 
hozi a bore 15 è azonto uno nostro messo, qual 



vien di Peschiera dal campo di lotlescbi, qual Aìe^ ^ 
haver visto levar dicto campo et andar a la vo//^ ^^ 
de Sermion, Rivoltella et Desanzano ; et che se di- ^ 
cevano volevano alozar in dicti tre luogi. Et ha 
visto tutte le artellarie et zente d* arme, monitione, 
cavalli lizieri, fanlarie, tutti a la ordinanza partili 
de Peschiera et parte erano za zonti tra Desanzano 
et Rivoltella. Et s* è inleso per tre de dicti cavalli 
lizieri, erano scorsi fin a Lonato. Del che sterno in 
grande paura, et del tutto ne parse darne subito 
aviso a le magnificentie vostre ; el del lutto avise- 
mo li magnifici reclori et clarissimo Proveditor. 
Nec i Ha. Bene valete. 

Montisclarii, die 25 Maij 1528, hora XV. 

« 

Sottoscritta : 

Vestri servitores Petrus j)e Ca- 
ra vagio Montischiari vica- 
rius et comune et hominem 
Montisclarii. 

A tergo : Magnifì^is etgenerosis dominis de- 
putatis ad negotia belli magni ficae comunitatis 
Brixiae, tamquam patribus honorandissimis. 

Da Pizigaton, di sier Gabriel Venier ora- 
tor, di ... . Come, havendo inteso il signor Du- 
cha per letere di Franza, ha inleso di subsidi et 
soccorsi che vien, per il che è tutto consolato per- 
chè altramente si vedeva in fuga, dicendo non ha- 
vea danari né obedientia. Li sol erano in Biagmsso 
dete via el loco a inimici, el le provision non si feva 
a tempo ; con allre parole. Et che non poi lenire 
Alexandria, et se si perdesse, quando ben francesi li 
recuperasse non gè le daria più, dicendo haverle 
recupera una volta el poi perse. Et altri colloqui, 
ut in litteris. 

Da Ruigo, di sier Vetor Diedo podestà et 
capitanio, di 26. Come era tornalo el messo man- 
dò a Mantoa. Riporta el levar de inimici et andar a 
la volta del brcxan. Che beri matina fu con loro 
missier Andrea dal Borgo, el conte Lodovico da 
Lodron, el capilanio Zorzi Fransperg,« el doxe di 
Zcnoa ; et dice che nel camp^ inimico sono da fanti 
pagali 16 milia el venlurieri 8000. Li fanti fati per 
il marchexe de Manina hanno mandati a Parma el 
Piasenza, el quelli fati per Paulo Luzasco aviali a la 
volta de Bologna, el che lui beri matina se dovea 
partir per Bologna. Scrive come le aque calano de 
qui ; Po e calalo do pie, li canali 4 deda in zerca. 



537 XDXXVIK, UAOGIO. 

359 Da Cassan, del FrovedUor Moro, di 25. 



538 



Come hanno, inimici lanzinech (grinta erano a Pe- 
schiera, poi con I* anliguarda a Calzinà, la bataia a 
Lena et e! relroguanla sopra la Riviera. È sU scrito 
a Loiii al signor duca de Milan, stagi de bon animo, 
perchè se Antonio da Leva volesse venir verso Lodi 
nui con le zente andassemo a Lodi per favorir le 
cose de Soa Exccllentia ; et però mandi do qui a 
Cassan 300 de soi fanti per guarda del loco. Dima- 
ne e! signor Cesare Fregoso se manderà in Bresa. 
Se intende dei socorso vien de Pranza, qual è gaiar- 
do. Se ha hauto letere de la Signoria nostra con lo 
aviso de la taia data a Paulo Luzasco. Se ha inimici 
de Peschiera par habbino scoso di le taìe date so- 
ìum scudi 300 ; et per li nostri fanti fo mandati in 
Salò è sta inlertenuto el scuoder le tagie per ini- 
mici quali zeroano farsi prestar danari a Mantoa. 

Di V armada vidi lettere particulary di 12 
Maeo; di Zuan Maria .... a Zuan Morello, 
date in golia in porto Gausito apresso Bran- 
di£0. Questi passati zorni el clarissimo General man- 
dò el magniflco Proveditor Moro a Brandizo per 
terra per far la bataria al castello da terra, et fo 
bombardato gaiardamente al modo se ha potuto ; 
et quelli del castello etiam loro non restava de tra- 
zer, el similmente el castello da mar, che pur face- 
va qualche danno. Il qual castello da terra è fortis- 
simo ; né altro se ha potuto fìir, et ancor se tiene, 
Piilignan del tutto è nostro et cussi Monopoli ; la 
terra de Mola se ha reso ma el castello se tiene. 
Otranto se ne sta né la voi intender per modo al- 
cuno volersi render. N' è soprazonto lettere de la 
Illustrissima Signoria, che el clarissimo General se 
debba transferira Napoli con galle 16 perla im- 
presa dì quello, né altro se aspecta se non el tem- 
po. Se questa nostra partita non fusse stuta el se 
havesse continuato qui, certissimamente havossamo 
hauto el castello da terra et da mar de Brandizo et 
Molla et forsi Otranto del tuto; ma partendosi, nulla 
de questa operalione se pò far. Se la sorte volesse 
che havessamo Napoli, non ce seria alcun contrasto. 
* Il signor Dio ce con luchi al bon viagio per tutto, 
et spero che ne presterà Victoria. 

Da Orvieto, di 23, fo lettere. Come Mulatesla 
Baion era sia conduto a stipendio del Papa con ca- 
valli lizieri . . . . el fanti, et per la sua persona a 

r anno ducati el qual era partilo. El Papa 

voleva andar a Perosn, ma vi é la peste. Spoliti 

359* A d\ 29. La malina, fo leto in Collegio le let- 
tere venute beri sera, né fu teiera da conto questa 
m<itiDa. 



Da poi disnar, fo Pregarli el vene do man de 
lettere di Verona del Podestà et Proveditori, di 
28, hore 20 et Kore 2 de nocte. Del zonzer li el 
conte de Soiano con 30 cavalli, el resto de la com- 
pagnia veniva drio ; qual zonse a tempo erano in 
consulto. El Capitanio Zeneral poi li fece grata eie- 
ra etc. Item, hanno, li fanti passò salvi a Brexa. 
Item, hanno inimici haver lassa 2 bandiere de fanti 
a Peschiera et 300 cavalli, et se cargava le farine 
per levarsi luti, et vanno in brexana se dice a la 
volta de Axola. Scriveno che Michiel Gosmaier ha 
scrito che *l vien 200 lanzinech fati per lui et si 
meli ad alozar in visenlina. Scriveno, come sier 
Polo Justinian capitanio del Lago zonse li beri come 
scrisseno ; fo expedito et e montato su le fuste, et 
de cassoni i de pan portava con si per meter su le 
fuste uno d' essi cascò in V Adese, el qual voleva 
dar el pan a tutti de le fuste, ma é mal a dar ad 
altri eh' a quelli ha conduto con si. Item, scriveno 
del zonzer li a Verona burchii de formento mandati 
per la Signoria nostra. 

Di Brexa, di reetori, et sier Marco Foscari 
proveditor general, di 27, hore .... Come li 
inimici vieneno in brexana. È zonto 11 el si- 
gnor Cesare Fregoso. Hanno solum in la terra 
fanti 1600, computa quelli venuti da Verona. El 
Proveditor di Salò é zonto 11, perché quelli ha vo- 
luto dar li 10 milia ducati a inimici. Scriveno le 
provision fanno, ma voriano haver zentilhomeni da 
melerli a le porle. Lui Proveditor Foscari se scusa 
é amalato con dolori de fianco. Quelli ciladini é di- 
sperati, dicendo questi daranno el guasto al brexan, 
olirà le taglie daranno a li lochi dove andarano. 

Fu posto, per li Consieri, Cai di XL, Savi! del 
Conscio et terra ferma, cum sit sier Piero Antonio 
Falier el fradelli qu. sier Toma siano creditori a li 
Camerlengi de comun de ducali 59 grossi 3*2 per 
resto de una vendeda de stara 490 orzi vendeteno 
a la Signoria nostra a soldi 31 el staro del 1^34 a 
di 3 et 15 Luio, con condilion che dicto credito 
possi scontar in le sue angarie ; per tanto sia preso 
che li diti ducati 59 grossi 33 possino scontar ne 
la taxa numero 9 posta al Monte del subsidio. Ave: 
1 17, 8, 8. Non fo più ballota, per esser pochi in 
Pregadi. 

Fu posto, per li Savi, dar conduta de 50 cavalli ggQ 
lizieri al signor Ruberto Malatesta fo Ool del signor 
Carlo de Rimano, el qual fu morto a nostri servici 
in Cadore, et fu preso in questo Conscio quando 
dito suo Ool bavera 30 anni havesse 40 homcni 
d' arme ; et in loco de dili bomeni d* arme se li dà 



539 



ICDXXVIII, MAGGIO. 



540 



questi 50 cavalli liaieri. Ave : 138, 5 de no. La qual 
parte Tu posta per sier Lunanio Emo savio del Con- 
seio solo et li Savi da terra ferma. 

Fu posto, per li dicti, dar a uno conte Borso de 
San Fior {Santa Fiora) recomandado per el Capi« 
tanio Zeneral nostro cavalli lizieri numero cento, 
ut in parte. Fo presa. Ave : 1 10, 7 di no. 

Fu poslo, per li diti, dar condula de 50 bomenì 
d* arme a domino Batista da Martinengo qual si ri* 
trova in Asola, con questo non (oy de quelli sono 
stati in Pavia con Piero da Longena, ut inparte. 
Fu presa. Ave : . . , . 

Fu posto, per li ditti, far la ordinanza io (rivi- 
xana, et sia sopra de quelle el fidelissimo citadìno 
nostro Lodovico Malombra, qual babbi ducati 80 a 
r anno a page 8 a i* anno, et tanse di i cavalli ; ma 
non li Cora el stipendio fin non bavera principiado 
a farli. In la qual parte non fu de opinion sier Lu- 
nardo Mooenigo procurator, savio del Conscio, né 
sier Andrea Mozenigo savio a terra ferma. Fu pre- 
sa. 90, 35, 10. 

Fu posto, per li ditti, atenlo le instantie fate in < 
Collegio per l' oralor del re Chrislianissimo, et let- 
tere del signor duca de Milan el del Capilanio Ze- 
neral nostro, cbe al strenuo Coscbo qual bavia fanti 
350 et era in Pavia, et non aoìum inimici non in- 
trono da quella banda, imo combaté con loro et ama- 
zd 13 de inimici, però sia retornato a la conduta 
r bavia, et de pid cressuti fanti 50, si cbe ne babbi 
300 ; et sia expedito de qui el mandato in campo. 
Ave : 87 de sii 43 de no, 13 non sincere. Fu presa. 

Fu posto, per li Savi del Conscio et terraferma, 
cbe atento le lettere del Capilanio de Padoa, non 
trova ebi voy tuor a fitto fin Seplembrio li arzeri 
de Fossa Lovara ma ben toriano fino a Pasqua ; 
per tanto, non obstante la parie presa sia scripto al 
Capilanio de Padoa lì debbano afiitar fino a Pasqua 
proxima, ut in parte; videlieet li arzeri di Fossa 
Lovara, Solesin el Carmegnan, el li danari si spen- 
dino in reparalion de li diti, ut in parte. Ave: i 17, 
8, 8. Fu presa. 
360* El volendo sier Bernardo da chi da Fezaro Cao 
di XL meler la soa parte de preti, etiam se voleva 
meler certa parte intervenendo la rota del Polese* 
ne ; le qual parte baveano contradition, et il Sere- 
nissimo non volse, el fo licentiato Pregadi el restò 
Conscio di X con la Zonta. 

El fo leclo do lettere^ di 



Da Verona, di sier Zacaria Orio, di 38, 
partieular^ vidi lettere. Come beri di oocle mo- 



rite in Castel vecbio Zuan de Ariete ponteslabìle 
nostro fidelissimo, qual bavia 50 fanti et noviter 
li fo cressuti altri 50. Inimici banno questa nocte 
passata bombarda Sermion; ma Aguslin Cluson con 
li fanti e dentro si banno defeeio, sicbè inimici nulla 
baniK) fatto. Quelli fanti el il Proveditor era in Salò 
con bomcni del loco é fuziti, si come se ba per let- 
tere del Capilanio del Lago. Per relation de vilani se 
ba, inimici haver comanda cari per cargar suso II 
ponti et altro, el levarsi da Pescbiera, el par siano 
intrati in Salò. Questo é quanto si ba fin bore 30. 
Il saco de Bardolin seguite, cbe li restali de inimici 
in Pescbiera partirono a mezo di el zonseno a Bar- 
dolin a bore 5 de nocte, el quelli dentro per fuzer 
se butorono alcuni in acqua nel lago el se anego- 
rono. Inimici sacbizorono el loco el presi alcuni di 
laia rilornorono a Pescbiera. 

Di Hercules Poeta vidi lettere da Verona^ 
di 38t scritte a Francesco di Nobili. Scrive, 
inimici sono a Rivoltella el Desanzano, atendeno a 
far male secondo el solito ; el intende da molli bo- 
meni abitanti di sopra, che Cesare babbi comandalo 
novamente nel conti de Tyrol da 5000 villani el 
oon segeli et falze da mieder. Se stima vogliano 
dar el guasto a quesli paesi; cbe saria gran miseria. 
Il signor Dio gli levi le forze. Hanno per ancora a 
Pescbiera una bona guarda. I mei fanti de la Chiusa 
banno guadagnato selle zalre dove inimici banno 
condulte quelle ultime monilione, di sorte cbe non 
baraono persa la fatica. 

Copia di una lettera scrivea Paulo Lueasco a 361 
la Signoria nostra, la qual il Serenissimo 
non volse tuorla né udirla, portata per uno 
secretario del signor marchese di Mantoa, 

Serenissimo Principe. 

Da poi con questa mia bascialo humilmente !a 
mano de la Serenità Vostra, la supplico se degni 
per la sua solila tanto gentilezza el cortesia beni- 
gnamente odir el caso mio, el farsemi grato de la 
gratia sua anco eh' io non sia a soi servilii, percliè 
veramente per la servilute che io gli ho fallo come 
ne può render bona testimonianza el signor Prove- 
ditor, signor Colalerale el molli altri, el per quella 
eh' io desideravo de fare, el anco per quella ch'io 
li farò sempre in quanto potrò con honor mio, non 
merito me sia negato tal gratia, sforzandome de 
non esser mollo longo nel scrivere per non fasti- 
diar la Sereniti Vostra. 

A li giorni passati, bavendo io grandissimo desi- 



541 



itDXttin, ìuddKn. 



S4% 



36i 



derìode servir quella Illustrissima Signoria et la l 
Serenila Voslra, dico eh' io venni a Venelia, el con » 
manco di quel che prima el signor Proveditor mis- 
sier Piero da Pesaro me havea dato intention mi 
affermai seco, essendome dalo speranza grande che 
servendo bene el occorendo la occasione sarei re- 
conosciuto. Hora die la occasione era venuta, el 
eh' io havea servilo quanto bene può homo d:i gue- 
ra servir, non ho mancato de pregar con ogni in- 
stantia el magnifico Proveditor che ricordasse el 
caso mio a la Serenila Vostra, et anch' io li scrissi 
in conformità. Da sua signoria mi fu dalo grandis- 
sima speranza ; ma in effecto cresciuto a molli et 
molli capitanei fati de novo. Allor eh' io sperava 
bona resolulione, me disse el prefalo signor Prove- 
ditore che io haveria 500 fanti, cosa che me dete 
grandissimo dispiacere, sapendo cli'io meritava ma* 
zor dcmoslralione, et che (a) la occasione mi fu dello 
da molti in Venelia eh' io seria mollo ben recogno- 
sciuto, conoscendomi eh' io non son già novo in 
questo nnssliero et che mio sommo desiderio è sta 
de servir sempre bene, ho perso la speranza de 
poter haver meglio per lo avenire con quella Illu- 
strissima Signoria. Per il che io dissi al prefato 
signor Proveditor eh' io intendevo de partirmi 
quando eh' io non vedessi altra cosa de meglio; ma 
che io seria però sempre servitore in quanto polesi 
con bonor mio a la Illustrissima Signoria el a la 
Serenità Vostra. Sua signoria me rispose ch'io non 
dubitasse che scriveria, de modo eh' io remanerei 
sodisfa lo, et che la risposta veneria fra 5, o 6 zorni. 
Havendo non solamente aspelalo li sei ma li otto, 
dodeci el più di qualordeci, sfocando alquanto la mia 
passione con el prefato signor Proveditor, sforzato 
da r onor mio, deliberai in luto de purtirme. È ben 
vero eh' io havevo deliberato de non partirmi fin 
tanto che li inimici slavano sul dominio de la Sere* 
nita Voslra, ma hessendo advertido da mei amici 
eh' io guardassi come venea in Verona, mi sono 
partito restando creditore de quella Illustrissima 
Signoria el non debitore ; et non ho voluto andar 
da imperiali anco che non mancassero de oferirme 
parlilo tanto bonorevole che più non saprei desi- 
derare quando eh' io non bavesse el rispeto che ho 
a la prefata Illustrissima Signoria et a Vostra Sere- 
nità ; anzi me ne son venuto qui da lo illustrissimo 
signor Marchese, presso el quale ero anco quando 
venni a star con la Serenila Voslra. Procurarò mo 
in questo loco, poi che la sorte mia ha voluto cosi, 
de trovare altro recapito : supplico la Serenità Vo« 
atra se degni ha verme per suo servitore, perché | 



anco che la sorte mia mi habi disturbato dal servi- 
lio suo sono però sempre in quanto potrò con onor 
mio per mostrarli sempre che io li sono affectiona- 
tissimo servitore, et desidero che se degni per sua 
grandissima humanità far capace a quella Illustris- 
sima Signoria et lei stessa che a zio me ha induto 
r onor mio, et che mi ha doluto grandemente de 
non poterla servire almeno sin tanto che li nemici 
stavano sul Dominio suo, come ho deto ; ma la tema 
del periculo, per lo aviso che io hebbi, anco che ni 
loco di tanto servitio fato non meritasse pena, me 
Io ha velato. Restarò dunque servilor sempre de 
quella Illustrissima Signoria et de la Serenità Vo- 
slra; in quanto poterò non mancherò mai de dimo- 
strarne io effecto et così la supplico se degni haver- 
me per tale ; a la quale basciandoii la mano bumili- 
simamente raeomandomi. 

Di Mantoa, a li 19 de Mago 1528. 

Sottoscritta : 

# Di Vostra Serenità 

Paulo Luzasoo. 

Capitolo Hi Uitere del campo sotto Napoli, 353 
di 22 Maeo 1528, scritte per V oraior del 
duca di Milan al suo signor. Narra H 
modo di la morte di Horatio Baion. 

La morte del signor Horatio fu, che essendo a 
veder lavorare li guastadori, andò per intendere à% 
alcuni soi cavalli che havia mandato a discoprir ; et 
parendoli fusseno lardi di ritorno, volse in persona 
andare a veder che ne era. El qual andò che non 
havea sei cavalli con luì, et era disarmato. Cadde in 
una imboscata de inimici, et fa da lanzohenel assal- 
talo, et mortogli sotto il cavallo, eascò a terra et li 
fq date tante ferite che apena si conoscea. Fu spo* 
glialo et lassato ivi in terra. 

Sumario di lettere di sigr Polo Morexifsi p(h 
desta et eapitanio m Cividai di Belun^ ài 
25 Maeo, 

Come, dapoi la descesa de cesarei in Italia, noo 
ha scritto di tal materie ; pur e qualche fama che 
ancora se aspecta un qualche numero de fanterie el 
cavalli per venir a unirse con le gente sono de* 
scese. Uhde li parse ordinar a uno, qual adoperoe 
questi giorni passati per exploralor, el qual andava 
fina a Brunich per sue facende, dove « diceva do* 



5i3 



MDXXYIir, MAGGIO. 



54i 



veano arivar diUa gente, el qual e stalo in dillo 
loco, el referisse in Brunich non haver visto gente 
alcuna el manco rasonare che se expetassero ; ci 
ritornando, si acompagnoe con alcuni i quali diceano 
che ancora si dovea far gente ; del che altro non 
si vede, anzi per alcuni venuti de Ala é referilo che 
mollo si lemeno di turchi a la volta de Hongaria. • 

^^^') A à\ 30 Mazo. La malina fo lettere da Ca- 
taro, di sier Marco Barbo retor et proveditor. 
di . . , . Avisa di la morte di sier Francesco Nani 
soracomito, venuto li di Puia con lettere et ordine 
del Gapilanio Zeneral per haver homini. Et scrive . 

Da Constantinopoli, di sier Piero Zen vice 
hayìo, di 27 et 29 Aprii Come era venuto no- 
ve che 'I Vayvoda in Hungaria era sta zonto da 
Tarchiduca ovvero re dì Boemia, et il Signor 
turco havia remesso di andar in persona a quella 
impresa; né etiam vi andaria il magniOco Imbraim; 
ma ben hanno termini et scritto vi vadi alcuni san- 
zachi é a li confini con cavalli agazi, quali perMre 
vie intreranno in Hongaria, ut in litteris; et co- 
rerano fino in Alemagna. 

Vene V orator di Pranza, qual etiam lui bave 
lettere del He con li avisi di presidii che1 mandarà, 
solicilando si mandi li danari a Ivrea per poter pa- 
gar i lanzinech. 

Vene T orator di Anglia, qual etiam lui ave 
lettere di Anglia, et disse in consonantia di quello 
si ha hauto per lettere del nostro Orator ; et Tab- 
stinentia di le arme per far le fiere fatta con la 
Fiandra, aziò le mercadantie babbi loco. Né per 
questo si resterà di far guerra. 

Vene r orator di Milan, et ave audientia con li 
Cai di X zerca il levar del campo nostro da Cas- 
san ; il Duca è in gran paura. 

In questa mattina, in Quarantia Criminal fo falò 
insta la leze tre Synici, sier Bernardo da ca' da 
Pexaro di sier Piero, sier Marco Coniarmi qu. sier 
Tadio, elsier Zuan da Molin qu. sier Benedeto; 
el tre di respello: sier Hironim) Bragadin qu. sier 
Andrea di Campo Rusolo, sier Antonio Viaro qu. 
sier Zuane, et sier Hironimo di Prioli qu. sier Ja- 

corno. 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro capiianio^ 

di 26, particuìar, vidi lettere. Scrive, inimici 

863* non sono mossi di dove erano da beri in qua, so- 

ìum mandano per le terre et danno taia a tutte le 

(i) U ctrU 802* è hiànm. 



terre con minaze di brusar. El sier Hironimo Gra- 
denigo proveditor di Salò, qual era tornato in Salò, 
beri sera venne via, el in questa bora ^0 é zonto 
qui. Habbiamo mandalo li a Salò Bruto fratello del 
capilanio Cluson, qual dice bastarli V animo di 
starli ; è andato con alcuni di soi compagni che fu- 
rono spogìali a Pavia. 

Di sier Domenego Fijsamano podestà di 
Brexa, di 26, Come eri sera gionse di qui il 
Proveditor di Salò, fuzito senza esser cazato da 
alcuno. Li inimici, per quanto si ha, dieno venir a 
Vidizuol, et si dice voler venir a questa terra. 
Havemo di Salò, quelli voler dar la loro parte di la 
taia a li inimici, ma loro non T hanno voluti aeetar. 
La compagnia del signor Cesare Fregoso el la sua 
persona sarà doman qui. Il Proveditor Foscari dice 
esser amalato. 

Di zier Zuan Ferro capitanio, di Brexa^ 
di 27. Questa mattina é gionto in questa terra do- 
mino Zuan di Naldo con fanti 500, el signor Aslor 
di Faenza con 400, quali sono venuti per conser- 
vation di questa città. Nui mandiamo Tognon da ia 
Riva in Axola, et Fcrazino di Brexa con fanti 150 
intrarà in li Orzi novi. Questa notte, 25 cavalli de 
inimici con 50 archibusieri paesani vcneno fin a 
Rczado et tplseno molti animali, el de 4 cavalli de 
slralioti ne preseno do di loro, quali forno trovali 
quasi dormendo, el li slralioti preseno uno faole 
di lodeschi. Et si ha, per uno aviso, el caoipo ale- 
mano doversi levar da malina el andar Ira Caslion 
et Lonà. El campo nostro de Cassan beri si levò 
de li, el venne tra il bergamasco et brexan per po- 
ter soccorrer Puno et V altro loco secondo acaderà. 

Di sier Domenego Pieamano podestà pre- 
ditto, di 27. Nemici sono al Dezanzan el Rivol- 
tella. Questa notte passata, certi cavalli del signor 
Alvise di Gonzaga con 50 archibusieri veneno a 
Rezà dove era Zorzi Grimani con la sua compagnia 
di slralioti, di quali ne sono sta presi dui el il ca 
pitano Zorzi è sta un poco ferito ; el uno fante a 
piedi del ditto signor Alvise é sta preso per li no- 
stri. Scrive è gionti qui da 1000 fanti. 

Copia di una lettera di domino Antonio da Ag« 
Castello, scritta al Capitanio di Brexa. 

Magni/ice et clarissime Domine semper 
ohservandissime. 

Vostra signoria ha inleso la perdila di Bla- 
grasso. Al presente la saverà, come li inimici finsero 
andar verso Santo Ànzolo et son ritornali in Mi- 



545 



MDXXVIU, KACGfO. 



U6 



lano, per il che, danno irato più presto voler venir 
a li danni nostri che ultrauìente. £( perche le cose 
di Bergamo importano et esser noi poca gente, et 
eo maxime per non haver poi causa di haverse a 
levar in fuga, é parso a questi signori de anticipar 
el tempo el lirarse ; et cussi se semo retirali et 
semo qui a Spiran, Urgnan et Cologno. Doman, Dio 
dante, andaremo a Serial sotto Bergamo, et li sta- 
remo a temporizar fin tanto che si vederà li anda- 
menti de essi inimici. Secondo che anderano lo oose 
ne darò a viso a vostra signoria, a la qual de con-, 
lÌDuo me ricomando. 

Da Spyran, a d\ 26 Maeo 1528. 

Di 8ier T(mà Moro proveditor eeneral, da 
Casaatif di 26, hore 20. In questa hora 30, si 
levamo con lo exercito de qui et andamo ad alo- 
giar a Spiran, Urgnan et Cologno di bergamasca, 
efaé essendo in questi lochi si podemo spinger ad 
ogni loco ove inimici possono andar, et maxime 
a li lochi di Bergamo et Lodi che hora ne sono più 
sospetti. Et la causa del mutar questo alogiamento 
si é perché il campo di lanzinech sì aproxima a la 
volta di Brexa, et Antonio da Leva per più avisi 
havemo fin questa hora dia esser ussilo di Milan 
con r artellaria per venir a passar Adda per volersi 
coniunger come il prerato exercito di lanzinech, 
aziò si possa proveder a le cosse di la Signoria no- . 
stra, mo^tute a Bergamo; el in caso vengano di 
qui si metterà dentro fin al numero di 3000 fanti, 
el nui con il resto di le gente, maxime con la ca- 
valaria si farà qualche altro bon cffecto ; et sicome 
farano H inimici cussi si governaremo, intendendosi 
bene col signor Capitanio General a deflension di le 
cose di la Signoria nostra, el a intertenirsi fin che 
le gente che vien di Pranza in soccorso nostro 
siano gionle, qual hora sono a camino, con le qual 
se potrà sottometter poi li inimici. 

Di Verona, del Podestà et Proveditori ae- 
furali, di 29, hore 



Di Bavenna, di sier Alvise Foscari prò- 
veditor, di 29. Del zonzer 11 parte de li fanti del 
signor Zuan Francesco Ursino, condullo a slipendii 
di la Signoria nostra. 

Dapoi disnar fo Conscio di X semplice. Peno ca« 
pitanio di le barche del Conscio di X, in loco di 
Bramin a chi Dio perdoni. Marco di San Zacaria, 
solito andar paron di galle. Item, feno Cai di X 
per Zugno sier Gasparo Malipiero, sier Alvise Gra- 
denigo et sier Marco Gabriel è vice Cao. 

Diarii di M. Bamuto. — 2\>m. Il VII. 



In questo' zorno, in Quarantia Criminal, iusU la 
parto, fu falò il scrivan a li Avogadori extraordi- 
narii per anni 5 con ducati 5 al mexe netti. Balotati 
solum 5, rimase Alvixe Trivixan fo scrivan a le 
Cazude. 

Di Napoli, dal campo, del procurator Pi- 3G5 
xani et procurator Pexaro, di 22. Come spa- 
zano per via di Fiorenza, con)c atendevasi a far la 
Irinzea al monte, la qual farà do boni efiecli: Tuno 
di tuorli 3 molili! che masenano ; V altra che ini- 
mici non usciranno a scaramuzar. Scriveno, mon- 
signor di Lutrech si dispera che la nostra armata 
non zonzi, qual haveano aviso esser partita di 
Brandizo, et par sia intrato navilii, barche con re- 
froschamenti et altre frute in Napoli ; per il che Lu- 
trech havia mandato per il conte Pilippin Doria ca- 
pitanio di r armada era a Pozuol, aziò fazi bona 
custodia non entri le nave che sono a Ga'ela eoo 
viluarie per inlrarvi dentro. Scriveno haver nove. 
Monsignor iliustrissimo per via di Orvieto di la 
perdeda di Pavia tolta da h inimici; ma non la cre- 
dono. Item, dimandano danari. Lutrech lì instano 
haverli, et dimandano licentie uno di loro a venir 
a repatriar. 

Da Fiorenza, del Surian oraior, di . . » . 
Come non li e preparalion alcuna di fanlarie fate 
per mandarle in qua. 

A dì 31 Mago, Domenega. Fo il aortio di 
Pasqua di le Pentecoste. Il Serenissimo, vestito 
damaschin cremexin, con li oratori Pranza, Àoglia, 
Milan, Fiorenza et Ferrara, et il Primocierip di San 
Marco, con un solo Procurator, sier Alvise Pasqua- 
ligo, et altri patricii, non ben acompagnalo, fu | 
messa in chiesia di San Marco insta il consueto. Et 
da poi si redusc il Serenissimo con il Collegio a 
lezer le letere di beri. 

Dapói disnar li Savii si reduseno a consultar. 

Da Verona, fo lettere del Nani et Conta» ; 
rini proveditori generali, di 30, hore 2. Come 
inimici erano a ifonlechiari, et coloquii hauti col 
Capitanio Zeneral, qual ha scritto a Vizenza che li 
400 fanti di Baldassar AzaI vengi a Verona, et di 
qui si mandi 100 fanti in Vizenza, zoé Borgese ch^ó 
a Padoa con la sua compagnia. El zonlo che sia li 
fanti di Zuan Francesco Orsino, che non poi tardar 
a zonzer, voi ussir in campagna lassando pressidio 3g5« 
a Verona ; el andar driedo inimici con segurlà di 
le zente. 

Di Brexa, di rectori et Proveditor general 
loscari, di 28, con avisi, inimici esser a Moole- 
cbiarietche cegnavano andar verso Axola, dove, 

85 



U7 



VDXXTIU, UAGGlO. 



548 



oltra le zen(e vi era, hanno mandato altri 100 Tanli. 
Et altre particularità, ut in litteris. 

Di Bergamo, di sier Nicolò Salamon po- 
destà et sier Justo Guoro capitaniOy di 27, Del 
zonzer sul territorio bergamasco a Morbegno al 
con6n bandiere 4 di grisoni, che sono da Tanti 1500, 
et sarano venuti a proposilo. Scriveno come aten- 
deno a la forlificalion di la terra; el il Governalor 
et Proveditor zeneral Moro é venuti da Cassan a 
Sariat, et sono venuti bozi qui el chiamato il Con- 
scio, et persuasi quelli citadini a volersi aiutar. 
Hanho promesso di pagar per uno tnexe 500 fanti 
da tenir in la città. 

Di sier Toma Moro proveditor general^ da 
Sariat^ di 28 Majso, il sumario di le qual lettere 
Siirà scripte qui avanti. 

Da Brexa, di sier Zuan Ferro capitanio, 
di 28y hore 12, Li inimici sono pur ancora al 
Desanzan, Rivoltella et parte a Peschiera ; et fanti 
2000 vanno per la Riviera fazendo trazer ogni uno. 
Si dice voleno alozar a Culzinà, Montechiaro et Car- 
penedolo, et cegnano voler andar ad Axula. Nui 
non restemo di far ogni provision a questa città et 
nel territorio, et questi del territorio pagano 1000 
fanti da esser mandati in campo o dove vorà il 
Proveditor Moro, qual e con lo esercito V ha a li 
nostri confini. 

Del dittOy di 29, hore 15, Habbiamo avisi 
de inimici bozi a bore 2 di zorno, come el campo si 
levava per andar a Montechiaro over li vicino, et 
tutti era in arme, che se metevano li cavalli sotto 
r artellarie. É voce ancora che*l marchexe di Mau- 
toa metteva guarda in Peschiera, liem, (nanda 
questo aviso per una lettera hauta da uno explo- 
rator é in ditto campo. 

A di 27 del presente, el rivete lo imbassador 
del Papa, et steteno in Conscio dapoi disn^r fin a 
366 bore do di notte, et la matina sequente per fina a 
hore 18 con lutti loro. Et Té rivato in campo al 
di '28 monsignor Pyro con la compagnia et la com- 
pagnia del conte Sigismondo con cavalli 80, et hanno 
ordinato di far una coraria per fina a Brexa come 
io ho mandato a dire a boca per uno da Castegne- 
dolo, et venir a Montechiaro overo a Canedolo con 
el campo dimane. El hanno tiralo de grandi danari 
da li popoli, el hanno sachizato Magazano, afatto el 
Rivoltella, et fatti presoni el dice voler brusarla, 
et stanno con una grande pompa. Àviso, come loro 
Don hanno dato danari da Trento in zoso salvo uno 
scudo per 10 compagni, et un' altra volta a Pe- 
cchieni gè dele solamente uno rayues ad ogni diexe 



compagni ; et di quello loro me ha ditto, ersera el 
rivete in campo casoni 50 di pane di la monìlion. 
Per quello io cognosco, li sono tuliani che fanno lo 
acampo. A d\ 28 Maeo in Desenzan. Christo de 
mal vi guardi, lo sono stato nel canipo di notte, et 
se sente quelli poverelli del paese cridar tutta notte 
con grandi stridori, che li sono anime tormentate, 
lo non poria dir el strazio che si fa. lo ho fatto 
amicitia con el conte Baplista da Lodron. Te aviso 
come non voi liberar nisuna terra di la Riviera, che 
li sono in solidum. 

Di sier Votnenego Pizamano podestà, di 
29, hore 16, Havemo, inimici questa mattina esser 
inviati a Montechiari ; ha hauto da .Calzinà ducati 
500. Nui havemo pochi cavalli, zoé quelli fu di 
Jacomo Vicoaro, et do capi di stratioti, Zorzi Gri- 
mani et Pergomo Bua. Inimici beri di notte corseno 
a Rczà come ho scritto, prese do stratioti et 15 ca- 
valli di ditti di la compagnia del Grimani. Questa 
mattina e inlrato in questa terra la compagnia del 
signor Cesare Fregoso di cavalli liziori; lutti fuzeno. 
Qtiesla matina, inimici doveano levarsi dal Dezanzan 
et venir ad alozar a Canedole et Montechiaro. Zonse 
li in campo uno messo del Papa ; siete poi disDar 3 
fin boro do di notte serali col Capitanio et li altri 
capitanii di Texercito, el la matina eiiam Gno 
hore 18. Ézonto ancora Pyro el Sigismondo da 
Gonzaga con cavalli 80 In dillo campo. Sonoe/iam 
in campo italiani el brexani, che fanno pezo di altri. 
Questa matina li stratioti ne hanno mena G presoni 
de inimici, ira li quali é uno di Salò ; é in presoo 
et lo farò apichar. É sta presi apresso al ponte de 
Gerion dove fo morti alcuni altri fanti el feti aue* 
gnr ne I* aqua. 11 proveditor zeneral Moro si trova 
col suo campo apresso Bergamo, venuto perché il 
Leva voleva robar Bergamo con mandar qualche 
fante a Cassan et teoir nostri a bada. 

Del ditto, di 29. Si ha inimici esser partiti de 
dove erano, el questa sera dieno alozar a Carpene- 
dolo el Montechiaro : el perché dubilemo di Asola, 
per tanto mandiamo in questa bora in Àsola da 130 
archi busieri. 

Del ditto, di 28, che dovea esser prima 
lettera. Inimici sono al loco solito; ha habudo du- 
cali 8000 da Salò et da Calzini ducati 500. Si dice 
dimane si dieno levar per andar a Calzinà, Monte- 
chiaro et Rivadello el dapoi ad Àxola. Tutto questo 
paese é in fuga et va in preda da questi pochi poi* 
troni, et tanti cara di robe vien In questa terra che 
non si poi pensar ; tutti fuzeno. Questo terriloriui t 
persuasion nostra ba deliberato dar ducati 4000 



549 



MDXXTIII, MAUGIO. 



550 



per pagar fanti 1000 di l'ordinanza per mandarli in 
Bergamo, o in campo dove vorà il provedilor Moro. 
liem^ si ha per uno che vicn di Pranza, baver ias- 
sato il soccorso che il Re manda in Italia a Ivrea. 
Idio lo fazi venir presto. Mandasseino beri sera To- 
gnoD da la Riva con la sua compugnia di funli 400 
in Asola. 

Nolo. Sier Marco Foscari provedilor zeneral in 
Brexa scrive a la Signoria, insieme con li rettori, 
tutte le soprascripte parlicularità. 
367 Di sier Zuan Ferro capitanio di Brexa^ 
di 29, hore 23. Manda uno aviso bauto da uno 
loro fidalo, el qual dice cussi: 

Signor Capetanio padron carissimo, 

Aviso vostra signoria, el campo de nemici sono 

alozato a Monlechiaro et assai zente a Carpenedolo. 

Dise lo mio messo, che Té romasozerca 1000 fanti 

a Peschiera, et di le artellarie non ho potuto inten* 

dere quando si debbia levar; ma stanotte dai 

messi credo haverne qualche aviso; subito darò 

aviso a vostra signoria. Mio cosino ve manda a 

dire, che subito debia dar aviso a vostra signoria 

che vogiati far provision a Àsola se non gè sono, 

perché inimici senza fallo hanno ordinato de andare 

a bater la ditta terra di Asola per pigliarla se lor 

potranno. Credo non gè niiancheranno di tutto 

quello potranno, si che fate quello che ve pare. Non 

altro. 

# 

Di sier Toma Moro proveditor eeneral, da 
Serial apresso Bergamo, a di 28, hore 2 di 
notte. Come hozi, levati da Cassan, semo venuti 
con le zente ad alozar qui do mia sotto Berga- 
mo el loco forte. Et scrive esser slato in Ber- 
gamo a solicitar di far expedir quelli repari a la 
terra con diligentia, et comesse siano serate tulle le 
porte exeepto due. Manda uno a Brexa per haver 
danari per pagar li grisoni; il messo di quali ha 
dato fideiussion. Si ha li lanzinech sono ancora a 
Peschiera et Desanzan, cercando far trar danari più 
che poleno a li lochi. Quelli di Milan sono in Milan, 
desegnavano robar Bergamo dando bada venir a 
Cassano. Scrive, de qui è pochissime fantarie ; le 
compagnie mai se ha potulo impir per non esser 
venuti danari da pagar li fanti. Il signor duca di 
Urbino disse nel consulto, voleva fusse a la custodia 
di Bergamo fanti 6000, et nui qui non siamo se 
non 3000 in zerca. Scrive, si proveda di danari per 
pagar li grisoni si aspetta. 
367* Da Pizigaton^ di sier Gabriel Venier ora- 



tor. Scrive colloqui! hauti col signor duca di Milan, 
qiial si vede disperato per esser leva Texercito 
nostro da Cassan, dicendo non haver più modo da 
defendersi e convenir andar ramengo ; et lui é sta 
sempre costante con la liga, ma cheM vede la soa 
ruina, dicendo, ogni modo tutti li mei é stati ce- 
sarei. 



copta tr 


attaoi 


; u mortt morem 
et prima. 


7peria i 


erra, 


Marzo 1528. 


Apri 


l. 


Mata. 


A di 1 Dum. 1 1 


A di 1 num. 33 


A di 1 num. 26 


2 : 


» 22 


2 ) 


1 25 


2 


> 26 


3 : 


» 21 


3 ] 


» 37 


3 


» 49 


i : 


» 11 


4 ] 


» 27 


4 


» 43 


5 : 


1 11 


5 ] 


► 17 


5 : 


» 32 


6 : 


» 15 


6 ] 


» 29 


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» 50 


7 ; 


» 24 


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8 : 


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9 1 


» 30 


9 1 


» 33 


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» 43 


IO ! 


> 18 


10 ] 


1 12 


10 : 


» 51 


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11 ] 


► 27 


11 ; 


» 56 


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► 17 


12 J 


» 6 


12 : 


» 53 


13 1 


> 28 


13 ] 


» 26 


13 ] 


» 45 


14 ] 


» 11 


14 ] 


» 85 


14 1 


1 45 


15 ] 


i 16 


15 1 


» 33 


15 ] 


> 49 


16 ] 


» 28 


16 1 


» 38 


16 ] 


» 65 


17 J 


» 17 


17 ì 


» 29 


17 ) 


» 42 


18 ) 


» 17 


18 ] 


» 28 


18 ) 


» 42 


19 ] 


» 20 


19 ] 


> 39 


19 ) 


> 54 


20 J 


» 15 


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. 78 


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» 45 


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► 23 


22 J 


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22 J 


» 54 


23 J 


> 26 


23 ) 


> 19 


23 1 


> 56 


24 j 


► 22 


24 ) 


> 55 


24 ] 


> 55 


25 J 


» 16 


25 J 


> 29 


25 J 


> 56 


26 J 


> 30 


26 J 


< 46 


26 ] 


• 46 


27 J 


. 24 


27 » 


> 49 


27 1 


> 42 


28 ) 


> 30 


28 ] 


> 38 


28 j 


> 60 


29 J 


. 27 


29 j 


> 49 


29 ) 


. 47 


30 1 


» 27 


30 ) 


> 31 


30 ) 


> 43 


31 ) 


> 34 


num. 


1041 


31 ) 


42 


numen 


>666 






summa 


1439 



Summa summarum 3146. 



551 



■oxxTBi,- tucan. 



532 



368* Morti in V hotptdal di 8. Zane Paio. 



di Morto 1328. 



A 41 2 numero 2 



3 
6 
8 
9 

10 
11 
12 
13 
14 
15 
16 
17 



2 
1 

7 

4 
10 
3 
4 
4 
3 
3 
3 
6 



di 18 
19 
20 
21 
25 
26 
27 
28 
29 
31 



5 
3 
5 
9 
12 
6 
7 
5 
3 
3 



Dum. 115 



.^riL 



A di 1 namefo 5 


A di 17 nomerò 15 


8 1 


> 8 


18 ] 


» 8 


4 ] 


» 8 


20 ] 


» SO 


6 ] 


i 15 


21 1 


» 1 


8 ] 


» 10 


22 1 


» 3 


9 ] 


» 6 


24 ] 


» 8 


11 ] 


» 6 


26 1 


► 2 


13 ] 


» 8 


27 ] 


» 5 


14 ] 


» 8 


29 J 


» 3 


15 ] 


» 6 






16 1 


► 22 


Ddmei 


■0 137 



Maio. 



Adi 



1 numero 


A 


di 14 1 


numero 6 


3 ] 


> 3 




15 


> 4 


4 1 


» 5 




17 


> 3 


6 1 


> 3 




22 


> 4 


11 ] 


» 2 




24 


> 3 


13 1 


» 6 




25 


> 3 



Marti in V ho^pedvl di la Zueeha. 



Morso. 



A di 27 numero 1 



A di 31 numero 6 



Aprii 



Adi 1 

5 

6 

7 

8 

9 

10 

13 

18 



2 
1 
9 
7 
4 
7 
9 
9 
9 



Adi 20 
21 
22 
24 
26 
27 
29 



5 
5 
6 
4 
5 
8 
2 

94 



Infhotpedal S. Zane Brageìa. 



Adi li 


lomero 


8 


A di 19 nnmero 10 


3 




5 




20 


> 19 


4 




8 




21 


> 8 


5 




7 




22 


> 18 


6 




2 




23 


» 5 


7 




5 




24 


> 8 


9 




1 




26 


> 2 


10 




5 




27 


» 7 


18 




11 




29 


> & 


15 




4 








16 




8 




numero 126 






Maso. 






A ài li 


numero 


• 3 


A 


di 5 numero i 


2 


> 


4 




9 


> 4 


3 


> 


2 




11 


> 6 


4 


> 


6 




12 


> 8 



In V hospedal de S. AnUmio. 

MarMO. 

A di 31 numero 3 



Aprii 



di 1 numero 3 


A di 15 numero 1 


2 J 


► 2 


16 ] 


k 1 


3 ] 


* 1 


20 3 


» 1 


8 ] 


» 5 


21 ] 


> 8 


9 ] 


* 3 


22 ] 


» 3 


10 1 


► 2 


29 1 


» 1 


14 ] 


* 3 







369 



553 



MDtXVlUf MAGGIO. 



954 



Ma$o. 

A di 6 naroero 3 

8 > 2 

9 > 2 

numero 39 



Freionieri. 



A di 1 Aprii 

S » 

4 > 

5 > 

8 > 



numero 2' 
» 2 

> 8 

> 2 

> 1 



370») 



PcTptiIati» ^99t20 oferto a impreskdo 



1527 di Mago 

S. Nicolò Duodo deponente .... 
S. Antonio de Polo slrazaruol . . . 

S. Francesco Luchadelli 

S. Biscardo spizier a la Cerva . . . 

S. Francesco Pelizon 

S. Antonio Pauluzi drapier .... 
S. lacomo de Zuane e nevodi .... 
S. lacomo de Antonio Toscan ... 

S. Piero de Cordes 

S. Andrea de Vilmereha et Francesco da 

la Ruoda 

S. Hironimo Desser zenoese et lacomo 

Seva (Ce va) Doria 

S. Venturin de la Vechia 

S. Zorzi Vento zenoese 

S. Balista Gresolarl 

S. Francesco Civena Visentin .... 
S. Luca Antonio de Zonta florentin . . 
S. Zuan lacomo de Sugana .... 

S. lacomo Vernazallo 

S. Marco de la Serena 

S. Hironimo de Andrea 

S. Piero Bezalu 

S. Lunardo e sier Carlo di Strozi . . 

S. Calzeran Zopello 

S. Pasqualin e Antonio Mora et fiolì. . 

S. Santo Barbarigo 

S. Francesco Bombergo . . - . . 

(1) La Mito 309* t ìitam. 



ducati SOO 

50 

25 

IO 

100 

200 

200 

50 

100 

150 

500 
50 
800 
100 
200 
200 
100 
200 
100 
100 
300 
200 
200 
200 
50 
50 



I S. Gerardo di Francesco mefcanCe di via 
S. Pasqualin e Antonio Mora 
S. Olivier Vaclia . . . . 
S. Alvise da la Gala drapier 
9. Domenego Onorai lelaruol 
S. Piero Cordes- .... 
S. Prancescoet Antonio dà la Nigra 
3. Zuan Agustia do Mann et Hironimo 

Lercario . . . . 
3. Vintnrin di la Vecbia 
9. Zorzf Vento • . . . 
9. Piero Gixolfi ... 
S. Francesco Ciena . . 
S. Luca Antonio- Zonta libraro 
S. Zuan lacomo da Dugnan 
9. lacomo Vernagaro . . 
S. Marco da la Serena . é 
9. MaSo de Guerin . » . 
9. Grazioso di Andrea Saona 
3. Lunardo dal Poao • • • . 
3. Antonio de Polo . . . 
9. Francesco Luchadelli . 
9. Viscardo dal Cavaleto . 
S. Francesco Pelizon . . 
3. Antonio Pauluzi . . . 
S. lacomo de Zuane . . 
3. lacomo di Antonio Toscan 
9. Anzòlo Mazataze per . 
9. Zuan Fachelo . . . • 
S. Hironimo Scaia . . . 
9. Bernardo xla Pozo . . 
9. Zuan di 9tefani . . . * 
9. Lazaro Malacìse et Soli . 
9. Daniel Dolze .... 
9. Piero Negro fo di sier Alvise 
S. Agustin di Sinistri . . 
S. Gabriel de Simon . . 
9. Cbristorold da la Nave- . 
9. Hironinìo di Stefani . . 
9. Stefano de Nadal . . 
S. Luca orexe al diamante 
S. Uberto de Guan . . . 
S. Paulo Sara .... 
S. Piero de Simon dai xucbari 
S. Ferigo Grimaldo . « ^ 
S. Marco Antonio di Moti . 
S. lacomo Vianuol . . . 
S. Zaneto dai tre San Marchi 
S. Hironimo <ia -Vale - . . 
S. Alexandro Oratio . . 
S. Zuaneto di Beltrame . 



ducati ^50 
200 

sa 

200 

50 

100 

150 

500 
300 
300 
100 
200 
200 
100 
200 
100 
100 
50 

190 

50 

25 

10 

100 

200 

200 

50 

50 

200 

100 

200 

200 

60 

50 

150 

100 

100 

50 

50 

150 

400 

100 

200 

iOO 

100 

500 

100 

50 

100 

50 

800 



t5S 

S. Bernardin Boia e floli 

S. lacoiRO di Pisoli e Goli 

S. HirOQimo Ascreto et Piero Griaa . 

S. Zuao da la Possa 

S Tobia Zenlili 

S. Barlolomij da Lecito 

S. Gasparo et Baldisera Turlon . . . 

S. Alesandro Rota 

S. Bernardin di Marcliiò drapier . . 

S. ZanElo Cunina 

S. Francesco GriralcoDi . . • • 
S. Francesco Corona da la Serena . . 

S. Nadal di Grioni 

S. Stefano de Michiel 

S. Piero Trivisan da Legname . . . 
S. Aguslin e Lunardo GratìaboDa . ■ 
S. Francesco et Vizenzo da Brazo . . 
S. Sebastian di Bortoloniio da la Croie 

S. Andrea Falger 

S. Alvise da Noal dolor 

S. PandoKo Cinami 

S. Gambcli 

S. Ffieolò Duodo qu. Sier Marco . . 

S. Lodovico Talenti 

S. Hironimo da Mezo da Bergamo . . 
S. Ambroso .... 

S. fiironimo D'Ada milanese .... 
S. Berto dal Sarazin mercante di vio . 
S. Tomi Duodo qu. sier Hironimo . . 

S. Alvise Bardolin dolor 

' S. Andrea d'Asola 

S. lulio Saratini 

S. Isepo Gagnolìo et Soli 

S. Bernardo de Marin 

S. Andrea da Viimcrchà e compagni . 
S. ^Francesco et Zan Antonio di So- 

naidi 

S. Domenego de Vicho 

S. Hironimo Duver 

S. 

S. ^ 

S. 

S. Santo de Zuane 

S. Andrea de Zuane de Botineto . . . 

S. Zuan di Piero lentor 

S. Marco Antonio et Hironimo Arnoldi 
S. Hironimo et Sebastian dal Sol . . 

S. Alvise Stella coltrer 

S. Antonio Spin varoler 

S. Antonio di lacomo saoner .... 
Zaoelo di Bonaidì cuaruol .... 



MDUriir, uiaoio. 



ducati 100 
100 



} Pregadì 



l Zonla 



Bernardin marzer, Hironimo San Ber- 
nardin ducali 

Ualio et floli da la Colombina ... > 

1528 primo imprestedo 

Questi di Fregadi nulla impreatmo. 

Sier Benedelo Longo q«. sier Lorenio J 
Sier Vetor Donado qu. sier Franrosco ( 
Sier Francesco da Lcze qu. sier Alvise ( 
Sier Faolin Valaresso qu. sier Batista I 
Sier Antonio Morexini qu. Sier Mi- i 

cilici ] 

Sier Nicolò Copjw qu. sier lacomo 
Sier Stefano Memo qu. sier Zorzi 
Sier Mario Sanudoqu. sier Francesco \ 
Sier Piero Trun qu. sier Alvise I 

Sier Ferigo Renier qu. sier Alvise, censor 
Sier Velor Dolfin qu. sier Nicolò 1 
Sier lacomo di Prioli qu. sier Fran- / sora i dalii 

cesco ' 

Sier Domenego da Molin qu. sier Bernardin, sora 

cotìitio 
Sier Francesco Mozenigo procuralor 
Sier Marco Lore,ian qu. sier Domenego, fo Avo- 

gador 
Sier Hironimo Moro qu. sier Alvise, sora la Saoità 
Sier Marco Antonio Corner qu. sier \ 

Nicolò 
Sier Dona di Prioli qu. sier . 
Sier Sebastiam Taiapiera qu. sier Ni- 
colò 
Sier Alvise Balbi qu. sier Marco 
Sier Carlo Capello qu. sier Francesco 1 

e1 cavalier 
Sier Vincenzo Baffo qu. sier Bendo, provedilor di 

comun 
Sier Piero Griti qu. sier Homobon, provedilor al sai 
Sier Alvise Captilo qu. sier Francesco, provedilor a 

la Sanità 
Ser Hironimo Moro qu. sier Alvise, proveditor a 

le pompe 
Sier tliroEiimo Querini qu. sier Francesco, vien io 

Pregadi 
Sier Piero Boldù qu. sier Lunardo, avi^dor, eargo 

di fameia 



) XL Criminal 



657 



MDXXVllly ìiÀOOiO. 



55S 



1528. A dì 29 Aprii In Pregadi. 
Danari offerti per imprestedo, iusta le parie. 



— El Serenissimo Principe . . . . 
Sier Andrea Foscarini consier . . 
Sier Domenego Conlarini consier el 

nepoti 

Sier Zuan Miani consier .... 
Sier Daniel Renier consier . . . 
Sier Marco Minio consier et fioli . 
Sier Francesco Donado el cavalier 

consier, el fio! 

Sier Domenego Trivixan cavalier 

procuralor, savio del Conscio . 

Sier Leonardo Mocenigo procuralor 

savio del Conscio, el fìoli . . 

Sier Luca Trun procuralor, savio 

del Conscio 

Sier Marco Dandolo dolor, cavalier, 

savio del Conscio el Gol . . . 

Sier Francesco Bragadin savio del 

Conseio et doli 

Sier Andrea Trivixan el cavalier, sa- 
vio del Conseio 

Sier Lorenzo Loredan procuralor, 
savio del Conseio el Hironimo 
so fradelo ....... 

Sier Hironimo da cbà da Pexaro sa- 
vio del Conseio 

Sier Lunurdo Emo savio del Con- 
scio el fìoli ....... 

Sier Gasparo Malipiero Caodel Con- 
seio di X, et fralelo . . , . 
Sier Vicenzo Capello Cao del Con- 
seio di X 

Sier Andrea da Molin qu. sier Piero, 
savio a terraferma .... 
Sier Bortolomio Zane el fioli, sa- 
vio a terraferma 

Sier Filippo Capello qu. sier Loren- 
zo, savio a terraferma. . . . 
Sier Piero Maria Micbiel savio ai 

ordeni , . 

Sier Jacomo Soranzo procuralor et 

fiol 

Sier Piero Marzello procuralor . . 
Sier Francesco di Prioli procuralor 

(1) U oaria 871*, STO, 873 mbo Uaoobe. 



ducati 500 
> 100 



250 
100 
100 
100 

50 

100 

100 

100 

100 

300 

200 



450 

80 

450 

100 

250 

40 

300 

150 

15 

350 
150 
200 



Sior Antonio Capello procuralor . 
Sier Vetor Grimani procuralor . . 
Sier Ferigo Renier censor . . . 
Sier Lazaro Mocenigo é del Conseio 

diX 

— Sier Marin Corner e del Conseio 

diX .• • • • 

Sier Hironimo Barbarigo et fioli, 
e del Conseio di X 

Sier Alvise Gradenigo e del Conseio 
diX 

Sier Antonio da Mula é del Conseio 

Sier Nicolò Trivixan qu. sier Ga- 
briel, è del Conseio di X . . 

Sier Piero da cbà da Pexaro qu. 
sier Bernardo, el fiol, Pregadi . 

Sier Leonardo Venier qu. sier Ber- 
nardo, Pregadi, et (ioli . . . 

Sier Zuan Viluri, Zonla .... 
t Sier Simon Capello, Pregadi. . . 

Sier Hironimo Zane qu. sier Ber- 
nardo, Pregadi, et fratello . . 

— Sier Zuan Francesco Morexini, Pre- 

gadi 

Sier Mafio Bolani, Pregadi . . . 
Sier Lorenzo Falier, Pregadi, el fioli 
Sier Lodovico Barbarigo, Pregadi . 
Sier Polo Valaresso qu. sier Gabriel, 
Pregadi 

— Sier Alvise Bernardo qu. sier Piero, 

Pregadi 

Sier Andrea Marzello qu. sier Anto- 
nio, Pregadi 

— Sier Piero Badoer qu. sier Alberlin 

dolor, et fioli, Pregadi . . . 

Sier Tbomà Micbiel qu. sier Zuan 
Mallo, Pregadi 

Sier Andrea el Alvise Marzello qu. 

sier Jacomo, Pregadi . . • . 

t Sier Zuan Francesco Marzello qu. 

sier Antonio, Pregadi .... 

Sier Nadalin Conlarini qu. sier Hi- 
ronimo, Pregadi 

Sier Leonardo Justinian qu. sier 
Lorenzo,. Pregadi 

Sier Jacomo Bragadin, Pregadi, et 
fratello 

Sier Hironimo Bondiroier, Pregadi . 
t Sier Daniel Trivixan qu. sier An- 
drea, Pregadi .••... 



200 

200 

50 

100 

40 

50 

25 

60 

25 

30 

50 
50 
25 

100 

100 

20 

100 

100 

15 

25 

50 
150 

50 
150 

55 

40 

100 

30 
15 

20 



874" 



' • • 

Sier Anloaiò Bembo qu. sier Iliro* 
nifìio. et fioli, Pregadi . . . 

Sier Berluzi Zivran, Pregadi . . 

Sier Mafìo Lion, Pregadi . . . . 

Sier Velor Minollo, Pregadi, et fra- 

lello 

f Sier Lorenzo Centanni qu. sier An- 
tonio, Pregadi, et fratello . . 

Sier Marco Antonio di Prioli, Pre- 
gadi 

Sier Francesco Longo, Pregadi . . 

Sier Piero Bondimier, Pregadi . . 

Sier Nicolò Mozenigo, Pregadi . . 

Sier Marin Morexini qu. sier Piero 
é di Pregadi ...... 

Sier Daniel Dandolo é di Pregadi, 
sier Piero piedo 

Sier Francesco Bernardo, Pregadi . 

Sier Hironinf)o Polani dotor, Pregadi 

Sier Alvise Barbaro qu. sier Zaca- 
ria cavalier, procuralor, Zonta . 

Sier Zuan Alvise Duodo, Zonta, et 
fiol 

Sier Polo Donado, Zonta, qu. sier 
Piero 

Sier Andrea Mudazo, Zonta . . . 

Sier Polo Trivixan qu. sier Andrea, 
Zonta 

Sier Jacomo Michiel qu. sier Thomà, 
Zonta, et nepoti . . . . . 

Sier Gasparo Contarini, Zonta, et 
fioll 

Sier Andrea Barbarigo qu. sier Ni* 
colò, Zonta 

Sier Nicolò Tiepolo dotor, Zonta . 

Sier Priamo da Leze, Zonta . . . 

Sier Polo Nani qu. sierZorzi Zonta . 

Sier Valerio Marzello, Zonta . . . 

Sier Hironimo Querini qu. sier Pie- 
ro, Zonla 

f Sier Al moro Donado, Zonta . . . 

Sier Lorenzo Bragadin et floli, Zonta 

Sier Jacomo Badoer, ZonU . . • 

Sier Alvise Malipiero qu. sier Ste- 
fano procurator, Zonla . . • 

Sier Antonio Sanudo, Zonta ... 

Sier Domenego Capello, qu. sier 

Carlo, et nevodo, Zonta . , 

Sier Justinian Morexini, et fioli, 

Zonta 

Sier Valerio Valier, Zonta • • • 



rtfDXXTUt, UAGOIO 



ducati 40 

20 

50 

50 

100 
50 
10 
50 

100 

100 
10 
50 

400 

300 

150 
50 

100 

50 

300 

10 

40 

100 

450 

10 

20 
200 
300 

50 

• 40 
25 

100 

30 
25 



Sier Polo Valaresso qu. sier Ferigo, 
et noli, Zonla ....... 

Sier Zuan di Prioli qu. sier Piero 

procurator, Zonla 

Sier Nicolò Bernardo qu. sier Pie- 
ro, Zonta 

Sier Antonio Dandolo qu. sier Hi- 
ronimo, Zonla 

Sier Alvise Bon qu. sier Otavian, 

Zonta 

Sier Sebaslian Foscarini dotor, Zonta 
Sier Filippo Trun, Zonla .... 
Sier Marin da Molin fo Consier. 
Sier Antonio da chà da Pexaro qu. 
sier Alvise, Pregadi .... 
Sier Michiel Trivixau avogador di 

Comun i 

t Sier Piero Contarini qu. sier Al- 
vise, fo avogador 

t Sier Francesco Valier, qu. sier Hi- 
ronimo fo Censor 

Sier Alvise Soranzo al luogo di 

Procurator 

Sier Hironimo Soranzo fo al luogo 

di Procurator 

Sier Piero da Molin fo al luogo di 

Procurator 

Sier Hironimo da chi da Pexaro 
qu. sier Nicolò fo al luogo di 

Procurator 

Sier Marin di Cavalli Calaver, per 

sier Sigismondo 

Sier Antonio Manolesso Calaver . 
Sier Daniel Venier qu. sier Àgo^ 

stin e X offieii 

Sier Stefano Magno qu. sier An- 
drea è X offieii 

Sier Zuan Sagredo qu. sier Piero 
et fjoli, Raxon nuove , . • 
Sier Hironimo Arimondo qu, sier 
Fantin, è a le biave .... 
Sier Alexandro Soranzo é al sai. • 
Sier Justo Contarini é al sai . . . 
Sier Bernardin Bondimier é al 

sai 

Sier Andrea Foscolo qu. sier Marco, 

et fìol, Zonta 

Sier Hironimo Contarini qu. sier 
Tadio, sora le Camere . . . 
Sier Thomà Michiel qu. sier Fran- 
cesco, sora le Camere. . f . 



^60 

ducati 50 

20 

100 

20 

25 
60 
20 
20 

80 

50 

40 

100 

10 

20 

10 



10 

200 
30 

100 

25 

100 

20 
50 
50 

40 

400 

25 

50 



561 



IfDXXVnr, MAGGIO. 



562 



Sier Nicolò Malipiero qu. sier Piero, 
sera le Camere > 25 

SierJacomo DoIGn patron al* Àr- 

senal * • • ^ 50 

Sier Antonio Erizo qu. sier Batista, 

sora i conti > 40 

Sier Marco Antonio Corner qu. sier 
Polo, sopra il cotimo de Dama- 
sco » 20 

Sier Marco Antonio Corner qu. sier 

Zuane, X Savi ...... > 50, 

Sier Zuan Sanudo, sora la Sanità . » 25 

Sier Alexandro Foscari, X Savi . . > 10 

Sier PandolFo Morexini, sora V ar- 
mar et floli > 200 

Sier Nicolò Venier qu. sier Hiro- 
ninno, è del Conscio di X, et 
fiolì * 200 

Sier Filippo da Molin, sora le aque. > 10 
t Sier Francesco da Mosto qu. sier 

Jacomo, sora i Banchi ...» 50 

Sier Hironimo Grimani, cassier . . > 450 

Sier Francesco Grimani qu. sier 

Piero et fìoli > 450 

Sier Zuan Contarini qu. sier Alvise, 
qu. sier Bertuzi procurator, vien 
in Pregadi > 20 

Sier Antonio di Prioli dal Bcmeo^ 

vien in Pregadi > 450 



Et dance il don. 

Sier Bernardo Capello di sier Lo- 
renzo, vien in Pregadi . . . ducati 300 



Sier Anzolo Corer, vien in Pregadi. 

Sier Piero Trivixan qu. sier Polo 
et fìoli, vien in Pregadi . . . 

Sier Antonio Donado qu. sier Bor- 
tolomio^ vien in Pregadi . . . 

Sier Stefano Trivixan qu. sier Nico- 
lò, vien in Pregadi 

Sier Hironimo Grilli et Fratello, vien 
in Pregadi, et Ooli .... 

Sier Francesca Morexini et Goli, 
qu. sier Antonio, vien in Pre- 
Radi 

Sier Silvestro Morexini, vien in Pre- 
gadi 

Sier Domenego Bembo, vien in Pre- 
gadi, qu. sier Toma . . <. . 



50 

50 

300 

100 

100 



50 



150 



Sier Marco Antonio Borbarigo qu, 

sier Francesco, vien in Pregadi. ducati 20 



20 



f Piarii di M. Sanuto. — 7<mw. lini. 



Sier Alvixe Barozi, è ai X Savi . . 

Sier Francesco Justinian qu. sier 
Antonio dolor, vien in Pregadi . 

Sier Antonio di Garzoni, el XL Cri- 
minal 

Sier Jacomo Marin, el XL Criminal. 

Sier Benedeto da Mosto, el XL Cri- 
minal 

Sier Zuan Memo qu. sier Tribun, el 
XL Criminal 

Sier Zuan Francesco Miani, e) XL 
Criminal 

A dì 29 ditto. 



Sier Hironimo Justinian pro- 
curator ducati 

Sier Polo Nani qu. sier Ja- 
como; é di la Zonta. . 

Sier Nicolò di Prioli qu. 
sjer Jacomo, è di la 
Zonta (ultimo) . . . 
t Sier Alvixe Pixani procu- 
rator et sier Zuane suo 
fiol 

Sier Alvise Mocenigo el 
cavalier, fo Consier, et 
Boli 

Sier Lorenzo di Prioli el 
cavalier 

Sier Anzolo Gabriel fo 
avogador 

Sier Marco Antonio Sanu- 
do qu. sier Benedeto, 
et fioli 

Sier Hironimo Justinian qu. 
sier Benedeto, sora la 
Sanità 

Sier Alvise Michiel, fo Con-' 
sier 

Sier Viconzo Michiel go- 
vernador 

Sier Piero Morexini qu. 
sier Francesco, savio a 
ierraferma .... 

Sier Alvise Pasqualigo pro- 
curator 

Sier Marco da Molin pro- 
curalor . . • . • 

80 



30 

100 

10 
10 

10 

10 

20 



100 



100 



100 



450 



450 



200 



50 



50 



25 



30 



100 



375 



50 



300 



200 



563 



MBXXVIil, 



Et dona eì don. 



300 



200 



100 



200 



100 



t Sier Marco Anlouio Con- 
larini avogador di Co- 
mun, qu. sier Andrea . ducali 100 
A di primo Sier Miciiiel da Leze è di 

la Zonln, et fioli . . . 

Sier Piero Loredan et Gol, 
qu. sier Alvise . . . 

Sier Simon CoiilariDi qu. 
sier Alvise .... 

SierZacaria Vendramin qu. 
sier Zacaria .... 

Sier Carlo Morexinì pro- 
curalor, et fioli . . . 

Sier Francesco Querini qu. 
sier Zuane, vien in Pre- 
gadi, et fio! ... . 

Sier Fandn Contarini qu. 
sier Polo 

Sier Gabriel Moro al cava- 
lier, el fradeli . . . 

Sier Marco Malipiero e di 
Pregadi, qu. sier Marin 

Sier Filippo Bernardo, è 
di Pregadi .... 

Sier Francesco Arimondo, 
é di Pregadi, qu. sier 
Nicolò 

Sier Francesco Foscari, è 
di Pregadi, qu. 8ier Ni- 
colò 

Sier Bernardo Moro, è di 
Pregadi 

Sier Alvise Bragacjin, é di 
Pregadi 

Sier Andrea da Mula^.é di 
Pregadi 

Sier Jacomo Corner et fioli, 
qu. sier Zorzi c^valier 
procura lor .... 

Sier Francesco Foscari qu. 
sier Filippo procuralor, 
édilaZonla. . . . 

Sier Antonio Venicr qu. 
sier Marin proeurator, 
è di la Zonta .... 



300 
50 
40 
10 
10 



25 



30 



100 



100 



20 



2000 



100 



100 



Sier Zuan Bodoer dolor cava* 

lier, e di la Zonla . . . ducali 300 
Sier Marco Gabriel é di la 

Zonla > 200 



IIAOOIO. 

Sier Zuan Dolfin qu. sier Lo- 
renzo, avogador evlraor- 
dinario 

Sier Murin Juslinian avogador 
cxlraordinario . . . . 

Sier Julio Contarini è ai X 
Oilicii, et sier Juslinian so* 
fradello 

Sier Zuan Michiel qu. sier 
Francesco, provedilor di 
comun ...... 

Sier Francesco Gradenigo qu. 
sier Bortolomio, vien in 
Pregadi, et sier Vicenzo 
so' Iradelo 

Sier BironifDO di Friuli qu. 
sier Alvise 

Sier Zuan Antonio Malipiero 
vien in Preg:)di .... 

Sier Zuan Tiepolo qu. sier 
Hironimo, vien in Pregadi 

Sier Zuan Capello qu. sier 
Lorenzo, vien in Pregadi . . 

Sier Francesco Venier et fra- 
telli, qu. sier Zuane . . 

Sier Lorenzo Juslinian qu. sier 
Antonio, et fratelli . . . 

Sier Aguslin Nani di sier Polo, 
vien in Pregadi .... 

Sier Antonio Michiel é sora le 
pompe 

Sier Zuan Batista Morexini qu. 
sier Jacomo, è ai X Savii 

Sier Francesco Bragadin qu. 
sier Andrea, é ai X Savii, et 
sier Domenego so' fradellt) 

Sier Nicolò Pasqualigo 6 sort) 
i Banchi ...... 

Sier Zuan Antonio Dandolo 
qu. sier Francesco . . • 

Sier Ferigo Vendramin et fra* 

lelli 

A di 2 Sier M^rco Zanlaoi é di Pre- 
gadi, et fratelli .... 

Sier Bernardo Contarini qu. 
sier Teodosio, et cuxini ol 
fratelli 

Sier Piero Marzello fo eensor« 
et sier Uironimo so' nievo 

Sier Andrea Grisoni procu- 
ralor 



564 



ducali 200 

50 



100 



25 



100 

50 

100 

50 

200 

150 

200 

450 

20 

50 



50 
100 

50 
300 

10 



200 



100 



300 



ses 



tfDXXVIffi MAOOIO. 



566 



A dì 3 a Gran Conscio. 

Sier ZuuD da Leze di sier 

Priamo 

Sier Nicolò Grimùni qu. sier 

Alvise 

Sier Anzolo da Canal di sier 

Vicenzo 

i Sier Mafio Bernardo qu. sier 

Benedelo 

Sier Zuan Antonio Vonier qu. 

sier Jacoiiio Alvise . . . 



10 
50 
70 
40 
10 



10 



40 



Sier Francesco Morexini qu. 

sier Nicolò, é dì Pregadi dncali 35 
Sier Alexandro da chi da Pe- 

laro, é di Pregadi . . . 
Sier Daniel Vendramin é di 

Pregadi 

Sier Mann Zorzi el dolor, è 

di la Zonla . ' . . . 
Sier Alvise Polani é al luogo 

di Procuralor • • . . 
Sier Zuan Michiel qu. sier 

Piero, camerlengo di comun 

Sier Doroenego di Prioli di 

sier Nicolò, camerlengo di 

comun 4 

Sier Francesco SanuJo gover- 

nalor di !' inlrade . . * . 
Sier Hirónimo Lion qu sier 

Francesco, vieu in Pre- 
gadi, el Traleili . . . ' . 
Sier Alvise el Jacomo Foscari 

qu sier Nicolò, vien in Pre- 
gadi 

Sier Piero ei Zuan Donado qu. 

sier Alvise, vien in Pregadi 

S]er Marco Antonio da Leze 

vien in Pregadi, et fratelli . 

Sier Marco Malipiero qu. sier 

Polo 

Sier Filippo LÌOQ qu sier Toma, 

et fralelli 

Sier Zuan Batista Grimani qu. 

sier Hirónimo, et fratelli . 
Sier Nicolò Michiel qu. sier 

Francesco 

Sier Francesco Contarini el 

fratelli, qu. sier Zacaria ca- 

valier 



60 



100 
50 
50 
20 
20 

100 
50 



500 



200 



200 



50 



600 



50 



Sier Alvixe Michiel fo Consier . du 
Sier Vieenzo Michiel governa 

dor, qu. sier Nicolò procu 

rator 

Sier Polo da Molio qu. sier Ao 

Ionio 

Sier Andrea Lion procuralor 
Sier Tadio Contarini qu. sier 

Nicolò 

5 Sier Francesco da Pexaro el 

fralelli, qu. sier Leonardo 
Sier Vicenzo di Prioli qu. sier 

Lorenzo 

Sier Andrea Vendramin qu 

sier Zacaria .... 
Sier Zuan Francesco Loredao 

qu. sirr Murco Antonio 
Sier Piero Duodo qu. sier 

Francesco 

Sier Fanlin .Corner è di Pre 

gadi, qu. sier Hirónimo 
Sier Marco Foscolo qu. sier 

Zacaria .... « 

6 Sier Andrea Basacjona qu. sier 

Filippo 

Sier Lorenzo Pasqualigo prò 

curalor 

f Sier Ferigo el Anionio Mar 

zello qu. sier Piero' . 
Sier Nicolò Donado vien iù 

Pregadi, qu. sier Jacomo 
Sier Nicolò Morexini vien in 

Pregadi, di sier Zacharia 
Sier Marco Antonio Michiel 

vien in Pregadi, qu. sier 

Vetor 

Sier Francesco Alberto vien in 

Pregadi, qu. sier Antonio . 

7 Sier Bernardo el Daniel Juslinian 
Sier Francesco da Pesaro qu. 

sier Marco 

Sier Ferigo Contarini qu. sier 

Ambruoso 

Sier Marco Malipiero qu. sier 

Perazo 

Sier Hirónimo Malipiero qu. 

Perazo 

Sier Nicolò Vendramin qu. sier 

Zacaria ...... 

Sier Alvise Malipiero qu. sier 

Perazo 



ali 30 



200 

20 
50 

200 

500 

100 

200 

100 

100 

200 

100 

400 

300 

50 
100 

50 



375^ 



50 

100 
100 

200 
50 
50 
50 
50 

100 



567 



uDXxym, UAOoio. 



568 



Sier Andrea Zustignan procu- 
ralor et fratelli .... 

Sier Agustin Foscari qu. sier 
Zuane, et sier Marco . . . 
14 Sier Michiel et sier Hironimo 
Morexini qu. sier Piero 

Sier Zacaria et sier Zuan Li- 
pomano qu. sier Hironimo 

Sier Jacomo Gusoni qu. sier 
Vicenzo 

Sier Zorzi Memo qu. sier Lo- 
renzo 

Sier Piero Soranzo qu. sier 
Zuane 

Sier Alvise da Riva qu. sier 
Bernardin 

Sier Zuan di Cavalli qu. sier 
Francesco 

Sier Alvise di Prioli qu. sier 
Francesco 

Sier Almorò et sier Jacomo di 
Prioli qu. sier Bernardo . 

Sier Antonio et sier Hironimo 
Zorzi qu. sier Francesco . 

Sier Vicenzo Barbarigo qu. 
sier Nicolò 

Sier Leonardo et Sebaslian Ve- 
nier qu. sier Moisè . . . 

Sier Antonio Erizo qu. sier 
Sebastian 

Sier Stefano Tiepolo qu. sier 
Polo 

Sier Alvise DolOn qu. sier Hi- 
ronimo 

Sier Jacomo sier Olavian Pi- 
sani qu. sier Domenego ca- 
valier 

Sier Zacaria di Prioli qu. sier 
Alvise . . . . V . . 

Sier Benedeto di Prioli qu. 
sier Francesco .... 

Sier Andrea da Molin et fratelli 
qu. sier Marin .... 

Sier Zuan Moro qu. sier Da- 
mian 

Sier Andrea Loredan qu. sier 
Bernardin, et dona il don . 

Sier Bortolomio Valier qu. sier 
Vetor 

Sier Andrea di Prioli el dotor 
qu. sier Piero 



ducati 300 
300 
100 
200 
100 
100 
100 
50 
40 
100 
100 
50 
30 
100 
100 
ICO 
200 



150 



100 



100 



100 



100 



100 



10 



50 



Sier Michiel sier Polo Malipiero qu. 
sier Jacomo 

Sier Carlo et sier Marco Antonio Ru- 
zini qu. sier Domenego . . . 

Sier Domenego Capello qu. sier 
Nicolò 

Sier Hironimo Foscarini di sier An- 
drea 

Sier Bortolomio Morexini et fratelli 
qu. sier Lorenzo 

Sier Francesco Cocho el fratelli qu. 
sier Antonio 

Sier Daniel et sier Andrea DoIGn qu. 
sier Zuane 

Sier Antonio Foscarini et fratelli qu. 
sier Nicolò 

Sier Hironirtio Zen qu. sier Simon . 
t Sier Zuan Barbarigo nu. sier Antonio 

Sier Vicenzo f sier Nicolò Trun qu. 
sier Priamo 

Sier Francesco Pizamano qu. sier 
Zuan Andrea 

Sier Alvise Mudazo qu. si'^r Piero . 

Sier Sebaslian Malipiero qu. sier 
Troylo 

Sier Zuan Malipiero qu. sier Hiro- 
nimo * . . . 

Sier Polo Bragadin qu. sier Zuanf 
Alvise 

Sier Antonio Justinian qu. sier Fran- 
cesco el cavalier 

Sier Zacaria Zantani qu. sier Zuane . 

Sier Daniel et Agustin Moro qu. sier 
Marin 

Sier Antonio Gradenigo di sier Polo 

Sier Sebaslian el Zuan Moro qu. sier 
Damian 

Sier Dionise Contarini qu. sier An- 
drea 

Sier Antonio di Prioli 

Sier Jacomo Michiel qu. sier Hironimo 

Sier Leonardo Gradenigo qu. sier 
Bortolomio 

Sier Hironimo di Prioli qu. sier Do- 



menego 



• 



f Sier Hironimo BaJoer et fieli 
Sier Marco Antonio Dandolo et fra- 

lelo 

Sier Nicolò Zorzi qu. sier Bernardo 

et sier Bernardo so'fiol , . . 

Sier Marco Grimani procuralor . . 



ducati 100 

200 

100 

100 

50 

50 

100 

50 
50 
50 

100 

50 
50 

50 

50 

50 

100 
25 

50 
50 

100 

100 

18000 

5U 

50 

« 

50 
50 

100 

100 
400 



569 



lIDXXVlIf, MAGGIO. 



570 



Erìedi di sier Luca VendraniiD . . ducali 200 
Sier Lorenzo Barbarigo qu. sier Lo- 
renzo 

Sier Ferigo Morexinì qu. sier Ziprian 
Sier Antonio Grìmani qu. sier Hiro- 

nimo '. 

Sier Andrea Barbarigo qu. sier Hiro- 
nimo 



> 


90 


> 


200 


> 


100 


> 


40 



Sier Marco Lorcdan qu. sier Costanzo ducali 15 

Sier Benedelo Zulian qu. sier Biro- 

nimo > 50 

Sier Valier qu. sier 

Micliiel > 50 

Sier Nicolò Gradenigo qu. sier Fran- 
cesco > 100 



FINE DEL TOMO QUADRAGESIMO SETTIMO. 



INDICI 



t 
i 

I 



INDICE GEOGRAFICO 



Abbiategrasso {Biagraua^ Abbiate) (milanese), 208, 
225, 226, 228, 383, 478, 503, 504, 505, 510, 518, 
519, 520, 521, 532, 536, 544. 

Abruzzo (Apruzzo), provincia d'Italia, 10, 66, 70, 
468. 

Aceli, T. Cancello. 

Acerra [Cere, Cetra) (Terra di Lavoro), 242, 275, 279, 
803, 

Acqua Vetri, t. Vfetrl. 

Adda, fiume, 17, 24, 88, 51, 66, 71, 72, 73, 75, 79, 
95, 98, 101, 107, 109, 110, 111, 117, 124, 141, 
153, 156, 164, 201, 203, 257, 848, 862, 398, 481, 
504. 

Adexe, y. Adige. 

Adige {Adexe) fiume, 29, 45, 136, 216, 222, 276, 
277, 286, 288, 289, 301, 313, 325, 326, 328, 332, 
357, 363, 871, 372, 397, 401, 401, 414, 416, 422, 
428, 431, 436, 438, 441, 442, 465, 486, 502, 505, 
538, 545. 

Adrianopoli {Andernopoli) (Turchia), 118, 335. 

Adriatico mare [Qolpho], 127, 290, 471. 

Africa, 230, 388. 

Aga, A già, y. Aja. 

Agnelina, v. Eagadina. 

Agordo [Agori] (bellunese), 436. 

Afelio (napoletano), 170. 

Airola [Axrolo) (contado di Benevento), 169. 

AJa {Agia, Aga) (Paedi Bassi), 196, 219, 224. 

Ala (trentino), 189, 283, 400. 

Ala, y. Hai!. 

Alemagns, y. Germania. 

Alenandria d* Egitto (AUwandria), 53,102, 103,242, 

247, 263, 808, 810, 311, 820, 821, 380, 
424, 499, 522. 
» della Paglia (Piemonte), 284, 292, 802, 
328, 334, 345, 448, 494, 501, 536. 

Alessano (Terra d'Otranto), 170. 

Aliano (Basilicata), 169. 

Alife (Terra di Lavoro), 169. 

/ Diarii di M. Sanuto. — . nm. IIVJJ 



Alla, v. Hall. 

Almenno {Almen) (bergamasco), 107, 108. 

Altavilla (napoletano), 168. 

Alvito iOliveto) (Terra di Lavoro), 168. 

Amalfi [Amelfe) (Principato citeriore), 166. 

Ampho, V. Anfo. 

Anagni (campajrna di Roma\ 13. 

Ancona (Marche), 66, 71, 94, 113,226, 366. 

Anfo [Ampho) (bresciano), 134, 332, 366. 

Angiia, Angalterra, v. Inghilterra. 

Ansciano, v. Palanzano. 

Anversa (Paesi Bassi), 77, 78, 219. 
» y. Aversa. 

Apenninl monti [Pirenei), 85. 

Apruzo, V. Abruzzo. 

Aquila (Abruzzo), 9, 10, 26, 27, 86, 94, 105, 123, 218. 

Arco (trentino), 154, 237, 268. 

Arena (Calabria), 169. 

Arenda, v. Rende. 

Ariano (di Puglia), 167, 183. 

Arsego (padovano), 35. 

Arzignano (vicentino), 89. 

Arzillont« v. Zillerthall. 

Ascoli (Piceno), 86, 87, 184, 212. 

Asiago [Axiago, Astiago, Zesego, Lesagi) (vicentino), 
113,372,420,425. 

Asola (Assola) (bresciano), 448, 478, 481, 482, 491, 517, 
518, 538, 539, 544, 546, 547, 548, 549. 

Asolo [Axolo] (trevigiano), 325. 

Aspayer, v. Spira. 

Assiago, y. Asiago. 

Asso (Brianza;, 202. 

Asti (Aste) (Piemonte), 196, 317. 

Astigiano {Aztesano) (cioè contado di Asti), 317. 

Atella {Telia) (Basilicata), 167. 

Atina [Atine] (Terra di Lavoro) 411. 

Atri (Abruzzo), 167. 

Atripalda [Tripalda, Trepalda, Ponte Triporta) (Prin- 
cipato ulteriore), 167, 212, 215, 217, 218, 238, 273. 

Augusta od Augsburg [Auipruck) (Germania), 61, 78| 
207, 214, 219, 235, 244. 

Auipruob, T. Augusta, 

87 



579 



INDICE GEOGRAFICO 



580 



Austria (di) arciducato, 14^. 

Avellino (Principato ulteriore), 170. 

Averara [Avrea] (berj^amasco), 302. 

Aversa (Anversa) (Terra di Lavoro», 279, 303, 347, 350, 

351. 
Avetrana {VeCrana) (Terra d'Otranto), 368. 
Avlo {Avi) (trentino), 104, 154. 
Avlona {Valona) (Albania), 97. 
Avrea, v. Averara. 
AxiapTO, V. Asiago. 
Axolo, Axola, v. Asolo, Asola. 



B 



Bacchiglione [Bachion, Badrìon) fiume, 285, 303. 

Baden [Bada) (Germania;, 535. 

Badia (Polesine), 29. 

Badrion, v. Bacchigliene. 

Baffo, V. Pafo. 

Baja {Baie) (napoletano), 339. 

Bajona o Bayonne (Francia), 12, 239. 

Baldo monte (veronese), 404. 

Banchella, t. Barucbella. 

Barbarla (cioè stati barbareschi), 281, 291, 331, 499. 

Barco (di Pavia), 476. 

Bardolino (Bordolin) (veronese), 21, 3G, 67, 300, 371, 
438, 444, 449, 459, 4G0, 481, 503, 535, 540. 

Bari (Puglie), 168. 

Barletta (Puglie), 66, 71, 72, 86, 88, 184, 208, 212, 
215,212. 

Barochella (Banchela) (Polesine di Rovigo), 29. 

Baruto, v. Beyrut. 

Basignana, v. Bassi gnau a. 

Bassano (vicentino), 44, 45, 61, 90, 124, 128, 136, 154, 
155, 163, 164, 186, 223, 246, 260,263,296,298, 
353, 365, 415, 417. 

Bassignana {Basignana) (alessandrino), 315, 334. 

Baviera, 60, 62, 99, 101, 116, 150, 220, 258, 259. 

Belgrado (Serbia), 292. 

Belluno [Cividal di Belluno), 61, 67, 87, 109, 125, 
126, 129, 130, 131, 145, 177, 205, 220, 253, 267, 
816, 346, 362, 435, 542. 
Benevento {Bonivento) (Principato ulteriore), 86, 88, 

188, 217, 218. 
Bergamasco (cioè contado di Bergamo), 15, 16, 17, 23, 
47, 66, 73, 75, 76, 95. 97, 98, 117, 120, HI, 156, 
179. 195, 201, 203, 207, 340, 409, 416, 437, 504, 
544, 545, 547. 
Bergamo, 38, 39, 71, 72, 73, 76, 79, 80, 84, 92, 95, 
96, 99, 104, 107. 108, 109, 110, 112, 113, 116, 
117, 118, 119, 120, 123, 125, 128, 135, 136, 141, 
151, 152, 153, 156, 157, 158, 160, 179, 187, 194, 
195, 204, 205, 207, 209, 235, 243, 246, 252, 295, 
297, 800, 301, 302, 303, 315, 317, 320, 321, 330, 
832, 333, 334, 340, 856, 357, 362, 365, 366, b70, 
874, 375, 378, 893, 894, 395, 400, 407, 408, 409, 
410, 412, 415, 416, 422, 427, 429, 446, 459, 478, 



478, 484, 486, 494, 600, 504, 505, 507, 510, 515, 
516, 520, 522, 531, 545, 547, 548, 549. 
Bernich, v. Bruneck. 

Bernina [Berlina) (monte nei Origloni), 251. 
Bertinoro {Bertenoro) (Romagna), 69. 
Bestize, v. Vieste. 
Bexagai, v. Bisceglie. 

Beyoutb [Baruto) (Siria), 7, 150, 331, 485, 531. 
Biagrassa, v. Abbiategrasso. 
Binasco (milanese), 315, 476. 
Bisceglie [Bexagai) (Puglia), 217. 
Bisiguano (Calabria), 166. 
Bistriza Tedesca, v. Rechnitz. 
Bitonto (Puglie), 167. 
Bocca di Valle, v. Valle. 

Boemia, 46, 65, 122, 164, 209, 281, 291, 293, 418. 
Boemo, v. Bolbeno. 
Boesi, V. Poissy. 

Bolbeno [Boemo) (trentino), 268. 
Bologna (Italia), 35, 53, 85, 325, 890, 401, 426, 469, 

505, 517, 536. 
Bolzano o Botzen (Tirolo), 46, 61, 101, 104, 108, 113, 
116, 134, 135, 150, 154, 155, 178, 205, 222, 223, 
236, 244, 250, 251, 267, 269, 272, 274, 276, 277, 
278, 283, 286, 288, 300, 301, 303, dl2, 313, 314, 
318. 323, 325, 326, 327, 328, 334, 346, 357, 358, 
362, 363, 371, 375, 397, 425, 436, 501. 
Bonivento, v. Benevento. 
Bordolin, v. Bardolino. 
Borgo (Valsugrana), 401. 
Borgo Lavezzaro [Lavezar) (Lomellina), 284. 
Borgogna (ducato), provincia della Francia, 12, 19, 

96, 196. 
Borrello [Buriollo) (Abruzzo), 169. 
Bosnia [Bossina) (provincia), 216. 
Bovegno [Boven) (Valtrompia), 400. 
Bovolenta (padovano), 35. 
Bozzolo (mantovano), 523. 
Brandizo, v. Brindisi. 
Branzoll [Brontolo, Prenzuolo, Brenzuol) (Tirolo), 10 1, 

316,318. 
Brenner [Prever), monte In Tirolo, 2(fò. 
Brenta (dij canale o valle, 90, 277, 893, 425, 484. 
Brentonico [Brentonego) (trentino), 189, 420. 
Brenzuol, v. Branzoll. 
Breoni, v. Brioni. 

Brescia [Brexa, Bressa, Briwia), 18, 24, 25, 36, 88, 
39, 52, 99, 101, 114, 116, 117, 118, 120, 123, 125, 
145, 146, 155, 159, 197, 204, 205, 206, 215, 220, 
224, 227, 231, 233. 234. 237, 242, 246, 251, 253, 
255, 256,258, 261, 270, 273, 274, 276, 278, 281, 
284, 286, 296, 297, 299, 300, 313. 319, 323, 326, 
332, 837, 355, 362, 365, 366, 377, 878, 895, S97, 
399, 404, 406, 408, 411, 421, 422, 423, 428, 437. 
444, 448, 449, 459, 460, 467. 470, 472, 473, 475, 
475, 476, 477, 480, 481, 482, 486, 491, 492, 502, 
504, 505, 508, 509, 510, 511, 514, 517, 518, 51», 



581 



INDICE OGOOBAnOO 



58^ 



520, K8, 580, 588, 535, 587, 538, 543, 544, 545, 

546, 547, 549. 
Bresciano [brewana) (contado di Brescia), 158, 181, 204, 

238, 234, 254, 255, 270, 360, 395, 396, 410, 449, 

474, 481, 482, 481, 492, 503, 510, 519, 521, 530, 

581, 536, 538, 544. 
Breaaanone o Brizen (Piaen, PHsenon, Pertenon, Pre^ 

Win) (Tirolo), 61, 178, 205, 206, 236, 244, 293, 

858, 501, 503. 
Brevio, ▼. Brivio. 

Brexa, Brezana, v. Breacia, Bresciano. 
Brianza o Monte di Brianza (diatretto della Lombar- 
dia), 17, 36, 152. 
Brindisi {Brandito), 28, 318, 824, 366, 415, 436, 468, 

465, 529, 537, 546. 
Brìoni {Breoni) (isole nell* Adriatico), 124. 
BriTlo [Brevio) (comasco), 17, 24, 99, 117, 124, 129, 

195, 203. 
Bronicb, ▼. Bruneck. 
Bronzolo, t. Branzoll. 
Bracino, t. Bucino. 
Bmneck [Brunith, Sronick, Bimiek] (Tirolo), 61, 

110, 125, 236, 298, 336, 542, 513. 
Baocbianico {Vuehiancio) (Abruzzo), 167. 
Bucino [Brucino] (Principato citeriore), 170. 
Buda (Ungheria), 42, 65, 80, 121, 185, 216, 221, 292. 
Bndna (Dalmazia), 529. 
BuJe (Istria), 201. 
Barano, isola presso Venezia, 42. 
Bargros (Spagrna), 28. 
Barìolk), V. Borrello. 

Bosalla (Buisa) (Ligraria), 197. ' 

Bassa, t. Basalla. 
Bassolengo {Gussolengo) (veronese), 428, 431. 



Cadine [Carene] (trentino), 256. 

Cadore [Cadubrio) distretto montano noi Veneto, 206, 

286, 298, 375, 418, 436, 538. 
Calata, ▼. Gaeta. 

Caimano (Cabrano) (napoletano), 838. 
Calabria (provincia d'Italia), 241, 328, 338, 529. 
Calcinato [Cahinà) (bresciano), 460, 461, 482, 502, 

514, 515, 537, 547, 548. 
Caldaro o Kaltern {Caldera) (Tirolo) 1 318, 326, 346, 

362, 371, 372, 375. 
Caliano {Calian, CJtviano) (trentino), 363, 372, 378, 

379,401,420,423. 
Calmasino {Chaìmasin, Colmasin) (veronesf^), 460, 482. 
Calolzio iCalolzo, Caxaloìto) (ber^masco), 85, 95, 99, 

104,111,113. 
Calzinà, ▼. Olginate, e Calcinato. 
Carnali [Camello) (Molise), 350. 
Camerino [Camarin) (Marche), 28. 
Campagna (Principato citeriore), 170. 






Campagna ▼. Campania. 

Campagnola di Castlon, v. Castione. 

Campania [Campagna) (provincia d' Italia), 303. 

Campobasso (Molise), 35. 

Camposampiero (padovano), 35. 

Canal, v. Incanal. 

Canales, v. Cavalese. 

Cancello (Aceti ^ Camello), colline nel napoletano, 878^ 
275. 

Candia (Creta) (città ed isola), 39, 158, 159, 218, 238, 
236, 237, 246, 435. 

Canea (la Canta) (Candiaì, 67, 237, 291. 

Canedole [Canedolo) (brosciano), 547; 548. 

Canzello, v. Cancello. 

Cao, ▼. Capo. 

Caodistria, v. Capodistria. 

Capaccio [Capato) (Principato citeriore), 168. 

Capoa, V. Capna. 

Capodistria (CaodUtHa) (Istria), 103, 204, 261, 291. 

Capo d'Otranto, 515. 

Capo Malia (Manlio) (Grecia), 291. 

Capri (isola nel golfo di Napoli), 384, 411. 

Caprinale (Cavil) (Valtellina), 400. 

Caprino [Cavrin,Caurin) (bergamasco), 24, 71, 73, 76, 
95,99, 110, 112, 113, 118, 128, 195. 

Caprino (Cavrin^ Chaveri) (veronese), 404, 414, 416, 
460, 481. 

Capriolo (Cavriol) (bresciano), 281. 

Caputi (Capoa) (Campania), 188, 215, 218, 242, 249, 
278, 275, 279, 847, 350, 351. 

Carantan, t. Caria tia. 

Caravaggio [Caravazo) (bergamasco), 874, 375, 378, 
894, 395, 396, 397, 400, 406, 408. 

Carene, v. Cadins. 

Carenno [Cavem, Careno) (bergamasco), 95, 98, 99, 
104, 107, 108, 111,112. 

Carintia [Carantan) provincia di Germania, 142, 841, 
358, 

Carmegnan, v. Carmignano. 

Carmignaoo [Carmegnan) di Brenta (padovano), 539. 

Carpenedolo (bresciano), 547, 548, 519. 

Carpi (veronese), 29, 898, 404. 

Casal (?), 377. 

Casalmaggiore [Caxal mazor) (cremonese), 26, 437. 

Casaya, v HofOastein. 

Casoria (napoletano), 338. 

Casovia, v. Kaschau. 

Cassano d' Adda (Cassan) (milanese), 5, 13, 15, 16, 17, 
23, 24, 36, 38, 47, 49, 50,51,52,66,71,73,75, 
'76, 85, 93, 94, 96, 97, 99, 105, 107, 108, 109. 116, 
117, 119, 125, 136, 141, 150, 152, 156, 157, 164, 
177, 179, 185, 193, 194, 197, 201, 203. 207, 208, 
209,213, 225, 243. 251, 253, 258, 259, 261, 268, 
274, 277, 284, 292, 298, 800, 301. 315, 334, 342, 
862, 365, 366, 374, 378, 394, 395, 396, 406, 408, 
410, 412, 116, 420, 422. 427, 428, 437, 438, 446, 
417, 450, 459, 477, 478, 480, 486, 487, 00, 504, 



583 



INDICE OEOORAFIOO 



584 



510, 520, 521, 522, 580, 581, 587, 543, 544, 545, 
517, 548, 549, 550. 
Castagrnaro (Coitignaro) (Teroneae), 29. 
Castano, v. Hof Gastein. 
Caste^nedolo, y. Casten edolo. 
^ Castel fortino, v. Fortino. 
Castelfranco (Umbria), 86, 94. 
Castellamare (di Stablai (napoletano), 338. 
Castellaneta (Terra d'Otranto), 167. 
Castelletto di Bregranze [Brianze) (vicentino), 179. 
Castelnovo (veronese), 449, 450, 460, 461, 463, 472, 

477, 482. 
Castelnnovo (Carso), 216. 
Castelnuovo ^napoletano), 468, 469. 
Castel di Sangro {Sanguie, Sanguigna) (Abrazio), 8, 

10. 
Castenedolo {Castegnedolo) (bresciano), 547. 
Castiglione (mantovano) {Castion), 154, 305. 
Castiglione delle Stiviere {Castion) (mantovano), 544. 
Castion, V. Castiglione. 

Castione {Campagnola di Castion) (veronese), 35, 481. 
Castro, città ora distratta in campagna di Roma, 349, 

350. 
Castrovillari (Calabria^ 167. 
Cattaro iChataro) (Dalmazia), 160, 271, 417, 507, 508, 

529, 543. 
Caarin, v. Caprino. 
Causiti, V. Vacito. 

Cava (del Tirreni) (Principato citeriore), 382, 385^ 
Cavaion {Caviglione, Chaviron, Cavion, Cavignon) (ve- 
ronese), 428, 436, 437, 438, 444, 449, 450, 460, 461, 
477,481,482. 
Cavalcasene (veronese), 305, 332, 460,461,469,494, 

497. 
Cavalese (Canales) (trentino), 61. 
Caviano, v. Celiano. 
Caviglione, Cavignon, ▼. Cavaion. 
Cavil, y. Caprinale. 
Cavion, V. Cavaion. 
Cavriana (mantovano), 509. 
Cavrln, t. Caprino. 
Cavriol, V. Capriolo. 
Caxalmazor, v. Casal maggiore. 
Cazalolzo, v. Calolzio. 
Caxopo, V. Kasopo. 
Cabrano, y. Caivano. 
Cecilia, V. Sicilia. 

Cefalonia [Zefaìonia) (isole Jonie), 27, 470. 
Ceneda (trivi giano), 53. 
Cere, Corra, v. Acerra. 
Cerreto {Cento) (Terra di Lavoro), 170. 
Certachio, v. Kurtatsch. 
Ccrvara (Corvara) (trentino), 205. 
Cervia (Zervia) (Romagna), 5, 6, 8, 23, 68, 76, 126, 
190, 248, 253, 254, 289, 290, 334, 335, 364, 392, 
416, 474, 500, 501. 
Cesena (Romagna), 35, 123. | 



Cesenatico {Porto Cesenatico) (Romagna), 155. 

Chataro, v. Cattaro. 

Chavanna, v. Chiavenna. 

Chaveri, v. Caprino veronese. 

Chaviron, v. Cavaion. 

Cblavenna {Chavanna) (Valtellina), 394. 

Chìena, v. Onjenna. 

Chiese {Chies) fiume, 518. 

Chieti {Civita di Chieti, Civitavecchia diChisii], 8, 9, 

10,11, 19. 
Cbioggia (CAroiftf), 8, 35, 94, 113, 135, 147, 155. 174, 

264, 294, 295, 304, 338, 463. 
Chisamo, v. Cysamos. 

Chiusa (la) (comasco), 76, 90, 92, 95, 98, 99, 109, 112, 

114,117. 
» » (veronese) {Schiusa], 143, 186, 216, 224, 
225, 257. 268, 280, 288, 344, 358, 375. 
378. 379, 398. 401, 404, 410, 414, 415, 
416, 417, 419, 420, 422, 423, 425. 426, 
428, 431, 43G, 450, 478, 479, 498, 502, 
514, 540. 
CbiuBaforte [la Chiusa) (Friuli), 88, 75, 341. 
ChIzpiI, V. Kitzbachel. 
Cilly (Stiria), 43. 
Cicilia, V. Sicilia. 

Cipro {CypH, Cfpro), 199, 200, 210, 270, 515, 523. 
Città Sant*Angelo [Civita SanVAntoìo) (Abruno), 168. 
Cividale di Belluno, v. Belluno. 

» di Friuli, 60, 65, 87. 297, 307, 331 . 
Civita Castellana (campagna di Roma), 94, 260. 

» di Chieti, V. Chieti. 
Clyitaveochia (campagna di Roma), 349. 
Clanfùrt, v. Elagenfurt. 
Clissa (Dalmazia), 216. 
Codroipo (Friuli), 182. 
Colà {Collano) (veronese), 469, 472, 482. 
Colemara [Maran) (padovano), 35. 
Collane, V. Colà. 

Cologna veneta (veronese), 28, 85, 185. 
Cologno (al Serio) (bergamasco), 545. 
Colonia o KOln {Cotogna) (Germania), 77, 78, 150, 219. 
Comenzan, v. Comezzano. 
Comezzano {Comenzan) (bresciano), 366. 
Como (Lombardia], 50, 165, 202, 225, 236, 333, 3G2, 
363, 395. 
» (di) lago, 50, 1 12, 1 17. 124, 225, 226, 251, 275, 
277, 283. 286, 346. 
Concesio [Conzese] (bresciano), 399, 400. 
Concordia (modenese), 493. 
Concordia (Sagittaria) (veneziano), 53. 
Condino [Condia) (trentino), 256. 
Condojanni {Condajani) (Calabria), 169. 
Conegliano [Coneian] (tri vi giano), 126. 
Constantinopoli, v. Costantinopoli. 
Conversano (Puglie), 169. 
Conza (Principato Ulteriore), 168. 
Conzese, v. Concesio. 



585 



INOICB GBOORAncO 



586 



« 



Corftì iOùrpkùh 61, 97, 103, 144, 193, 205, 218, 264, 

267, 2<'9, 275, 529. 
Coriznola, ▼. Correziola. 
Conoons [Cremons) (I)lirio)i 182. 
Corpbù, T. Corfù. 

Correnola (Qori%uola) (padoTano), 233. 
Corsica, isola, 152. 
Cortachio, v. Eartatsch. 
Cortine (?), 323, 324. 
Corrara, ▼. Groara. 
Cosenza (Calabria), 529, 530. 
Coslao, ▼. Oslavia. 
Coetaotioopolì. 46, 67, 95, 99. 101, 118, 135, 248, 

335, 380, 424, 427, 431, 471, 507, 508, 543. 
Costanza (Oermania), 65, 101, 257. 
Coyra o Kuhr (Svizzera), 80, 96, 99, 157, 164, 165, 

235, 251, 253, 257, 260. 
Cracovia (Polonia), 185. 

Crema, 28, 100, 117, 157, 178, 191, 238, 246, 266, 
297, 342, 343, 365, 450, 451, 500, 501, 505, 510, 
511, 516, 522. 
Cremaa, y. Krems. 

Cremaaco (cioè contado di Crema), 439. 
Cremona, 26, 96, 108, 119, 152, 196, 210, 251, 252, 
257, 259, 815, 378, 489, 445, 450, 451, 464, 505, 
511. 
Cremons, ▼. Cormons. 
Croazia {Corvatta) provincia, 77. 
Croja (Albania), 161. 
Crovara, t. Oroara. 
Curzola. isola dell'Adriatico, 127, 305. 
Cypri, V. Cipro. 
Cysamos [ChUamo) (Candia),58. 



Dalmazia (Dalmatia), 19, 102, 217, 246, 291, 804, 

311, 312, 479, 490, 498, 500. 
Damasco (Siria), 112, 187. 
Danubio fiume, 43, 119, 122, 291, 292. 
Deben, ▼. Val di Rendena. 
Delfioato [Doìjlaà) (provinola di Francia), 12. 
Deliceto [Licito) (Capitanata), 167. 
Deaenzano {Detanzan) (bresciano), 379, 460, 461, 483, 

485, 491, 509, 517, 530, 532, 535, 536, 540, 544, 

547, 548, 549. 
Dobla, ▼. Dower. 

Dolco {Dohé, Dolcin) (veronese), 411, 416, 417, 422. 
Doifinà, T Delfinato. 
Dower {Dobla) (Ingrbilterra), 76. 
Drag'ez, v. Ragatz. 
Drouburgr (Obor Drauburg) {Traburch, Trobureh)^ <Ca- 

rintia), 221, 236. 
Drava o Drau {Lodran) finme, 221, 293. 
Dulcigno {Dulzigno) (Albania), 471. 



Bg^a {Tgna) (trentino), 46. 150, 250, 314, 318, 328, 

857, 371, 426. 
Blema^rna, v. Germania. 
Enego (vicentino), 371. 

Engadina {Agnelina) (valle nel Grlgioni), 323. 
Ensprucb, ▼. Innsbrnck. 



Faenza (Romagna), 35, 68. 
Pelchrich, ▼. Feldkirch. 
Feldkirch (Felchrich) (Tirolo), 101. 
Feltro, 103. 124. 128, 136, 247, 248. 249, 250, 276, 
277, 282, 306. 325, 353, 356, 372, 375, 401, 450. 
Ferrandlna (Basilicata), 168. 

Ferrara (^^rara), 26. 52, 62, 108, 119, 125, 154, 237, 
399, 417. 421, 423. 426, 462, 471, 479, 
486: 
» (di Montebaldo) (veronese), 416. 

Fiandra, o contea di Borgogna 12,77,78, 116, 196, 
197. 924, 240, 241, 264, 329, 419, 535, 543. 

Ficho, ▼. Fflssen. 

Fieso, ▼. Fiissen. 

Finale dell* Emilia (modenese), 462. 

Fiorenza, v. Firenze. 

Firenze [Fiorenza), 10, 26, 28, SS, 47, 63, 64, 68, 75, 
77, 93, 116, 128, 156, 196, 197, 201, 213, 219, 
220, 253. 256, 260, 287. 294, 297, 326, 329, 354, 
393, 396, 399, 401, 403, 429, 434, 546. 

Fiumicino {Fiumieello), porto in campagna di Roma, 
349. 

Foggia (f'o^tf, Foza) (Capitanata), 70, 71, 72, 86, 87, 
88, 89, 106. 133. 

Foligno, V. Fuligno. 

Fondi (Terra di Lavoro), 508. 

Forlì (Furti) (Romagna), 35. 

Fornaci {Fornase) (Polesine di Rovigo), 530. 

Forni (vicentino), 216, 327, 449. 

Fomovo (bergamasco), 201. 

Fortino {Castelfortino) (Terra d' Otranto). 86. 

Porterà {Fortor), fiume della Capitanata, 80, 184. 

Fossa Loyara (veneziano), 254, 539. 

Foza, ▼. Foggia. 

Francavilla (Terra d' Otranto), 168. 

Francia (Franza), 8, 11, 12, 19, 28, 62, 63. 75, 76, 
85, 116, 126, 183, 187, 196, 201, 202, 207, 248, 
281, 296, 328, 334, 338, 352, 356. 361, 863, 364, 
3G6. 405, 413, 417, 426, 445, 447, 459, 462, 464, 
474, 484. 485. 493, 500. 603, 534, 537, 545. 

Francoforte sul Meno (Franchfort) (Germania), 224. 

Francooia, o Terre francbe (Germania), 65, 12], 164. 
185. 

Fratta (Polesine di Rovigo). 486, 505. 

Frattesina (Polesine di Rovigo), 505. 






b87 



INDICE OEOOIUFIOO 



Freddo, flame in Calabria, 530. 

Fren, v. Fiissen. 

Fres, V. Ftissen. 

Frinii {La Patria, ìa Patria del FriuUi (corruzione di 

Patria o Patriarcato), 53, 74, 119, 135, 158, S20, 

222, 223, 238, 247, 254, 275, 294, 804, 344, 8^2, 

865,409,410,413,427,436. 
Fuligrno {Foligno) (Ombria), 13, 28, 47, 48, 61, 68, 70. 
Forlì, V. Forlì. 
Fiissen {Fieso, Ficho, Ifres, Frti, Fren) (Baviera), 61, 

214, 219, 235, 244, 250. 



Oaderna, y. Gardena. 

Gaeta {Caieta) (napoletano), 188, 215, 218, 249, 273, 
847, 348, 351, 354, 360, 384, 389, 406, 418, 469, 
493, 508, 546. 

Galatina, v. S. Pietro in Galatina. 

Oftllipoli (Turcbia), 248. 

V (Terra d' Otranto), 368, 369. 

Garda (veronese), 404, 449, 460. 

Garda (di) lagro, 25, 35, 67, 153, 166, 189, 207, 214, 
216, 228, 236, 247. 251. 257, 259, 262, 281, 292, 
301, ^1, 379, 410, 469, 475, 480, 482, 484, 490, 
498, 499, 517, 519, 535, 540. 

Gardena {Qadema), valle nel Tirolo, 205, 226. 

Gargnano (Qrignan) (bresciano), 25, 218, 214. 

Garigliano {Qarliano) fiume, 28, 232, 241. 

Garlate {Garlà) (oomaseo), 97. 

Garliano, v. Garì^liano. 

Gausiti, Gautito, v. Vaoito. 

Gatta (mestrino), 248. 

Gavardo (bresciano), 409. 

Geldrìa, v. Gneldres. 

Genova (Zenoa, Genua), 37, 38, 168, 178, 188, 196, 
197, 201, 206, 292, 299, 315, 316, 817, 320, 823, 
334, 845, 848, 378, 403, 406, 412, 413, 448, 462, 
481, 485, 49^. 

GersLdada {féradada) (territorio sulP Adda nel berga- 
masco), 151, 395. 

Gerion (?) (di) ponte (bresciano), 548. 

Germania {AUmagna, Blemagna), 12, 25, 38, 60, 65, 
78, 87, 121, 122, 123, 125, 142, 177, 189, 209, 
221, 222, 223, 224, 225, 241, 251, 255, 257, 259, 
268, 274, <^86, 291, 292, 299, 301, 313, 323, 343, 
349, 357, 363, 381, 396, 398, 419, 467, 469, 517, 
543. 

Gheldres, v. Gueldres. 

Ghiena, v. Gujenna. 

Giavarino, v. Raab. 

Gioja (Zogia) (Pogrlie), 105, 189. 

Giovenazzo {Jovenato) (Paglie), 217. 

Gogia {Lagucchia) (fiume in bergamasco), 302. 

Goloza, V. Kalocsa. 

Golpbo, V. Adriatico. 

Gorgonzola (milanese), 72. 



Gorizia {QuHfiaU 73, 74, 87, 128, 341, 342, 843, » ^^ 

Gradisca (contado di Gorizia), 60, 74, 87. 

Gran o Strigonia (Ungheria), 14, 65, 122, 123, 
292. 

Gravina (Paglie), 167. 

Graz o Oratz {Prisgrat) (8tiria), 43, 185, 286. 

Grecia, 229. 

Gremin, v. GrSbming. 

Grignan, v. Oargnano. 

Grigno (VaUugana), 44, 163, 189. 

Grisignana (Istria), 204. 

Groara [Crovara, Corvara) (veronese), 104, 143, 154^ 
216, 398, 404, 410, 414, 415, 419, 420, 422, 423 
426, 486, 437, 450, 519. 

Grdbming {Oremin, S. Maria di Gremin) (Salzborg), 
841, 344. 

Grottaminarda {Grotta Menata, Grotte) (Principato ul- 
teriore), 218, 232. 

Grotteria (Gruttaria) (Calabria), 169. 

Grattarla, v. Grotteria. 

Guasto, V. Vasto. 

Guadi (?) (Terra di Lavoro), 241. 

Gueldres {Geldria, Gheldres) (Provincia dei Paeai Bas- 
si), 77, 196, 224. 

Guidizzolo iViditolo) (mantovano), 281, 492, 544. 

Gujenna (Ghiena, Chiena) (provincia di Francia), 12, 
240. 

Gurizia, v. Gorizia. 

Gussolengo, v. Bussolengo. 



H 



Hall (Ala, Alla) (Austria), 88, 60, 89, 104, 113, 116, 
150, 205, 206, 216, 223, 226, 267, 269, 323, 843, 
846, 372, 373, 547. 

Hamil, V. Scbiadming. 

Hlstria, V. Istria. 

Hispania, v. Spagna. 

Hofan (der March) (Inovar) (Austria), 122. 

Hof Gastein {Castano^ Casata) (Salzburg), 272, 418. 

Hongarla, v. Ungheria. 

Hostia, V. Ostia, ed Ostiglia. 



0,t, 



layza, v. Jaice. 

Ibenz, V. llanz. 

Ifres, V. Fiissen. 

Igna, V. Egna. 

lì^nt {Ibenz, Vulane) (Cantone dei Grigioni), 101, 165. 

Incanal o Canal (veronese), 414, 422. 

Inghilterra {Anglia, Angelterra, Jngalterra), 75, 76, 

126, 196, 197, 202, 207, 210, 248, 254, 271, 290, 

306, 329, 335, 364. 405, 426, 474, 535, 543. 
Innsbruck {Tspruch, Fnspruch, Usprich) (Tirolo), 36, 

44,61.62, 101, 104, 109, 110, 116. 125, 128, l43. 

150, 154, 166, 184, 188, 189, 205, ^7, 209, 214, 



58$ 



MDICB OEOORAPIO» 



590 



I 



916, 219, 222, 224, 225, 228, 235, 237, 243, 244, 

SrA25a, 251, 266, 257, 259, 268, 269, 272, 278, 

280, 289, 293, 316, 823, 327, 833, 334, 340, 358, 

418, 503. 

liohiti (fsola nel golfo di Napoli), 241, 270, 336, 347, 

350, 359. 
Inovar, netius in Ovar, v. Hofon. 
boia de) Garda (bresciano), 190, 510. 
» della Seala (Toroneae), 35. 
JMria {ffisMah 77, 137,218,294,304,311,312,416, 

493. 
Italia, 8, 19, 28, 45, 62, 67, 77, 78, 81, 87, 90, 96, 
101, 108, 110, 116, 121, 123. 125, 128. 157, 164, 
166, 184, 189, 196, 206, 208, 209, 219, 220, 221, 
222, 223, 224, 226, 227, 230, 231, 234,*240, 243, 
248, 250, 257, 281, 283, 286, 287, 290, 296, 316, 
32e, 328, 330, 342, 316, 356, 363, 364, 381, 383, 
435, 451, 466, 468, 469, 474, 477, 480, 481, 484, 
485, 495, 500, 5l2, 549. 
Uri iTerra di Lavoro), 508. 
Ivrea (Piemonte), 462, 474, 480, 481, 484, 503, 504, 

516, 534, 535, 543, 549. 
Izola, ▼. isola. 
Ixoeernan (?), 216. 



J 



Jalce {lafza) (Bosnia), 65, 122. . 

Jeradada, v. Oeradadda. 

Jndemborg (Jufimkurtk) (Carìntla), 292. 



Kalocsa {Golgota) (Ungheria), 122. 

Kaltern, ▼. Caldaro. 

Kasehan {Cassoria, Ca«09te)1(Ungberìa), 65, 80, 122. 

Kaaopo {Cawopo) (Corfù), 97, 287, 313. 

Kitzbucbel [Chizpil) (Salzbarg), 222. 

Klageofart [Clan/uri] (Carintia), 341, 341. 

Krema [Cremat) (Auatria), 292. 

Kartatach {Cerhchio, Coriachio) (Tirolo), 826, 316. 



Laeiae, ▼. Laxiae. 

Lagncchia, ▼. Gogia. 

Laioo (Calabria), 168. 

Lambro fiume, 164. 

Lanciano (Lanzano) (Abruzxo), 11, 26, 27, 28. 

Lansano, ▼. Lanciano. 

Lauro (Terra di Lavoro), 86. 

Lavezar, v. Borgo Laveziaro. 

Lavezo, y. Valeggio. 

Lavis [Lavixe] (trentino), 371. 

Lazise [Lacis$) (veronese), 250, 404, 416, 448, 459, 

461, 463, 469, 476, 48T, 482, 483, 505. 
Lecoe {L$u) (Terra d'Otranto), 824, 869, 465. 



Lecco (comasco), 15, 16, 17, 23, 24, 38, 47, 50, 51, 
66,71,72, 73, 75, 76, 79, 84, 90, 91, 95, 97, 99, 
105, 107, 108, 109, 112, 114, 116, 117, 118, 119, 
123, 124, 128, 129, 150, 151, 156, 157, 194, 195, 
202, 203, 208, 209, 213, 216, 224, 225, 226, 228, 
243, 252, 257, 258, 30», 318, 478, 494. 

Lecco (di) riviera, 90. 

Legnago (Lignago) (veronese), 331, 424, 502, 514, 517. 

Lesagi, Lesego, v. Asiago. 

Lesina (Iteina) (isola dell* Adriatico), 53. 

Levante (cioè Stati e mari del Levante), 291, 31 1, 312. 

Levico {Lievego) (trentino), 283. 

Licito, V. Deliceto. 

Lienz {Zonz) (Pusterthal), 236, 293, 294, 502. 

Liesna, v. Lesina. 

Lievego, v. Levico. 

Lignago, V. Legnago. 

Llgorno, v. Livorno. 

Lindao {lindo) (Baviera), 101. 

Linz (Austria), 419. 

Lione (Francia), 12, 88, 77, 196, 209,211,364,474, 
485. 

Lispfda {LUpia) (padovano), 102. 

Llvinallongo {Livinal) (Paaterthall), 125, 226. 

Livorno [Ligorno) (Toscana), 97, 201. 

Lizza Pnsina (veneziano), 181, 187, 188. 

Lodi (milanese), 72, 151, 152, 157, 194, 201, 203, 
207, 315, 317, 356, 395, 412, 420, 444, 445, 450, 
459, 480, 493, 505, 511, 521, 537, 545. 

Lodigiano {Lodesano) (cioò contado di Lodi), 157. 

Lodran, reciius Io Dran, cioè la valle della Drava, ▼. 
Drava. 

Lodrone (trentino), 216, 225, 375, 377, 378. 

Lombardia, 19, 38, 41, 44, 61, 73, 86, 87, 124, 144, 
149, 156, 182, 168, 207, 223, 226, 231, 232, 236, 
237, 243, 261, 320, 401, 493, 494, 495, 500. 

Lomellina [LuwieUHa) (distretto del territorio pavese), 
16, 23, 24, 38, 48, 109, 124, 128, 152, 209, 213. 
225, 226, 258, 259, 268, 277, 284, 300, 302, 313, 
315, 317. 362, 365, 378, 412, 417, 422. 

Lomello {lumel) (pavese), 284. 

Lonato {Iona) (bresciano), 266, 365, 437, 448, 480, 
481, 486, 491, 492, 509, 517, 530, 535, 536, 537, 
544. 

Londra, 71,364, 535. 

Lonigo (vicentino), 147, 263. 

Loreto [S, Maria di Loreto) (Marche), 26, 66, 80, 96, 
448. 

Lubiana (Caralola), 123, 297, 341, 344* 

Lucca (Zuca) (Toscana), 231* 

Lucerà {Noehierat Noeera) (Capitanata), 36, 70, 71, 
72, 87, 88, 89, 105, 106. 

Lumel, Y. Lomellina. 

Lomelina, ▼. Lomellina. 



593 



INDICE GEOGRAFICO 



59i 



Muda, T. Manthen. 

UuggiB. (Muia) (HiBtria), 147. 

Ilaoecbio, y. Monaco. 

Mar (ifura), flome in Stiria, 43. 

Maraoo (ìsola presso Veneisia), 62, 291. 

» casa Gaeruzzif 291. 
Maro (Basilicata), 169. 

Mosso (ITtM) (comasoo), 194, 202, 226, 266, 801, 318. 
Mata, T. Mauthen. 



Nago (trentino), 301. 

Napoli. 8, 10, 13, 26, 28, 37, 138, 139, 140, 178, 
183, 201, 210, 212, 215, 217, 218, 2S2, 
241, 242, 246, 248, 253, 260, 270, 273, 
275, 276, 279, 280, 287, 290, 303, 804, 
324, 827, 328, 336, 337, 338, 339, 341, 
847, 848, 849, 850, 351, 853, 854, 359, 
860, 870, 871, 881, 882, 383, 884, 885, 
887, 889, 390, 391, 398, 411, 412, 436, 
463, 464, 465, 466, 467, 468. 469, 470, 
485, 493, 508, 516, 529, 584, 537, 542, 
646. 
j» (di) regno (reame), 10, 11, 27, 29, 37, 40, 72, 
146, 166, 167. 168, 170, 184, 185, 186, 
188, 214, 238, 241, 260, 288, 290, 814, 
825, 889, 847, 848, 851, 370, 390, 396, 
401, 429, 463, 468, 470, 486, 493, 494. 
» di Romania, ▼. Naaplia. 

Nardo [Nerih) (Terra d* Otranto). 167. 

Nanplia {Napoli di Bomania), 161, 204, 236» 269, 507. 

Nebiola, ▼. Nibbiola. 

Nerito, V. Nardo. 

Nero (Mazor) mare, 119. 

Nibbiola [Nebiola) (novarese), 48. 

Nicastro (Calabria), 169. 

Nlcosia (Cipro). 53, 523. 

Nitria Neutra (Ungheria), 122. 

Noale (veneziano), 5, 100, 118, 263. 

Nocera (inferiore) (Principato ulteriore), 167. 

Nocbiera, Nocera, v. Lacera. 

Noja (Puglia), 169. 

Noia (Terra di Lavoro)', 168, 218, 241, 275, 279, 350, 
851. 

Nollo {Nullo) (bergamasco), 802. 

Norimbergo, v. Nttrnberg. 

Novara (Piemonte), 48. 

Nullo, V. Nollo. 

NUmberg o Norimberga {Nurimbergho) (Baviera), 223, 
224, 880. 



Ogento, V. Ugento. 

Oira od Oria (Terra d* Otranto), 168. 

Olanda (provincia), 219, 224. 

Olfanto, v. Ofauto. 

Olginate {Ulzina, Olzinà, Zina, Cahinà) (comasco), 
24, 48. 49. 50, 51, 52, 66, 71, 72, 85, 91, 97, 99, 
109, 118, 119, 129, 195. 

Oliveto, V. Aivito. 

Olmo (al Brembo) (bergamasco), 894. 429. 

Ongaria, v. Ungheria. 

Oppido (Oppilo) (Calabria), 169. 

Orlano (Orgnano^ Orignano) (bresciano), 333, 346. 

Orso (d*) capo (golfo di Salerno), 391. 

Orvieto {Urvieto Vrbsvetana) (Umbria), 24, 28, 96, 
128, 133, 155, 156, 158, 171, 210, 235, 241, 260, 
269, 279, 287, 291, S94, 297, 336, 341, 347, 354, 
859, 370. 889, 890. 398. 403. 411, 414, 415, 416, 
421. 426, 439. 462. 463, 470, 494, 529, 530, 537, 
546. 

Orzinuovi {Urzi, Urzinovi) (bresciano), 482, 491, 503, 
510, 520. 522, 544. 

Oslavia {Coslao) (contado di Gorizia), 74. 

Osnago (Uenago) (comasco). 49. 

Osoppo {Osoph, Oiqf) (Friuli). 183. 275, 308, 843, 844, 
858. 

Ostia (Sostia) (campagna di Roma). 848. 

Ostiglia (Ho$tia) (mantovano), 423, 437. 

Otranto, 28, 313, 324. 866, 869, 415, 537. 



Obrovazo (Dalmazia), 216. 

Ofanto (Olfanto) (flame nel napoletano), 183, 212, 217, 
216. 

/ DiaHi di li. SAMtto. - Tom, 117U 



Pacengo {Paniego) (veronese). 469, 477, 482. 

Padenghe (Padengo) (veronese). 491. 

Padova (Po^foa), 5, 18, 40, 42. 61. 85. 102. 118, 185, 

136. 145, 146, 155, 161, 178, 174. 
180. 187,. 194, 204, 281, 247, 249, 
254. 261, 263, 268. 282. 287. 298, 
299. 325. 831. 340. 351, 852, 853, 
854. 861, 864, 881, 496, 498, 531, 
539, 546. 
» » porta Saracinesca, 354. 

Padovano (padoana) (cioè contado di Padova), 85, 161, 
515. 

Padula (Principato citeriore), 167. 

Pafo {Bafo) (Cipro), 58. 

Palanzano (Villa Anseiano) (Terra d*Otranto). 870. 

Palazuolo. v. Santa Giustina di Palazzolo. 

Palena (Abruzzo). 169. 

Palermo (Sicilia). 348. 

Paliano (campagna di Roma), 359, 860, 890, 416, 421, 
489, 440. 

Paluzza (Friuli), 293, 857. 

Pantego, v. Pacengo. 

Parenzo (Istria), 161. 

Parigi {Paris), 78, 211, 212,237, 238,296, 299, 834, 
868. 

Parma, 231, 896, 426, 438, 469, 500, 505, 517, 536. 

88 



597 



0O1CE OfiOORAFIoa 



598 



Raab (GiavaHno) (Ungheria), 80. 

Radstadt (Bogtoi, Beuitot) (Austria), 286, 341, 343, 

358. 

Kagate [Drager) (Svinerà), 101. 

Ragnsa (Bagusi) (Dalmalia), 46, 324. 

Raspo (latria;, 77, 144, 209. 

Ratiabona o Regensborg [Bechimpurch, Baffspurch) 
(Baviera), 142, 185, 210, 224, 291, 418, 419. 

Rattenberg (Bothumberg) (Salzburg), 222. 

Rauria {Bausii) (Anatrìa), 222, 272. 

Rayenna (Romagna), 5, 8, 86, 62, 68, 76, 86, 94, 
123, 126, 135, 155, 190, 197, 248. 289, 
290, 334, 335, 862, 354, 364, 867, 872, 
416, 447, 461, 474, 600, 501, 530, 634, 

6l5. 
» Saota Maria In Porto, 68. 
Rayapnrcb, ▼. Ratlsbona. 
Reame o Regno, v. Napoli. 
Rechnitas {BUtrita todesca) (Stlria), 42. 
Reggio (Emilia) {Be^o), 217, 392, 471, 479. 
Remcdello (Bivaldello) (breaclano), 548. 
Rende (Arenda) (Calabria), 169. 
Retrone fluma (vicentino), 285. 
Renatot, ▼. Radaiadt. 
Rezà, Rezado, v. Reizato. 
Reio V. Reggio. 

Reaato {Be:fà, Betado) (bretclano), 644, 648. 
Rimlnl {Arimano, Bimano) (Ronaagna), 36, 68, 69, 70, 

155, 870. 
Rivaldello, ▼. Remedello. 
Riva di Trento, 25. 44, 135, 154, 214, 257, 259, 268, 

326,400,404,511,680. 
Rivoli {Trioìo, Trioìi) (veronese), 449, 450. 460. 
Rivoltella (BivoUea) (bresciano), 477, 488, 509, 617, 

530, 632, 535, 586, 540, 544, 547. 
Rocca d' Anfo (breacUno), 184, 329, 377. 

Rodi, isola. 158. 

Roma, 10, 11, 13, 26, 28, 35, 37, 67, 85, 86, 96, 101, 
119. 125, 130, 131, 132, 158, 230, 235,239, 
319, 359, 256, 260, 266, 270, 281, 336, 337, 
339,841, 360, 889, 391, 406, 429, 440. 
» Castel Sant' Angelo, 126, 264. 

Romagna, provincia dell* Italia, 35, 128, 231, 498. 

Romano (di Lombardia) (bergamasco), 395. 

Rosazzo (Friuli), 308, 405. 

Rosetta {Boseto) (Egitto), 523. 

Roatot, V. Radstadt. 

Rothamberg, v. Rattenberg. 

Rottenmann (Botiman) (Stiria), 344. 

Rovereto [Bavere) (trentino) 44, 46, 136, 150, 164, 287, 
247, 251, 372, 378, 379, 401, 403, 419, 420, 425, 
435, 449, 515, 517. 

Rovigo {Buigo) (Polesine), 183, 186, 421, 423, 462, 

486. 



Rogo, V. Rovo. 

Ruigo, ▼. Rovigo. 

Rovo {Bugo) (Puglia), 169. 



8 



Sacco iSaco) (trentino), 318. 

Saoile [Sazil] (Friuli), 65, 265. 

Saco, y. Sacco. 

Saint Germaìn en Laye {San Herman), 11. 

Saint Veit [San Vido) (Carintla), 868. 

Salerno .Principato ulteriore), 166, 211, 882, 888, 891, 

411,412. 
Salienze (San Leonzio) (veroneae), 491. 
Salò (bresciano), 24. 26, 42. 67, 162, 154, 295, 237, 269, 
264, 312. 313, 818, 819, 3*32, 874, 378,879. 
394, 404, 410, 449, 475, 476, 480, 482, 485, 
490, 492, 602, 606, 510, 511, 517, 519, 630, 
532, 536, 537, 538, 640, 644, 548. 
» (di) riviera, 67. 166, 189, 190, 210, 247, 251, 267, 
268, 319, 897, 483, 484, 486, 491, 510, 619, 
537, 517, 548. 
Salerno o Salurn (Tìrolo), 150, 814. 
Salzburg {SaHprueh, BoUprueh) (Austria), 60. 221, 

222, 842, 843, 418, 419. 
Sambonìfacio (veronese). 85. 
San Candido (Piiaterthall), 286. 
San Canzian (Friuli), 406. 
Sandrà (veronese)^ 482. 

San Germano o Cassino (Terra di Uvoro), 26, 66, 70. 
San Gervasio d' Adda (bergamasco), 856, 366, 604. 
San Gregorio (milanese), 444. 
Sanguie, Sanguigna, v. Castel di Sangro. 
Sanguìnetto (Sanguanè) (veronese), 426. 
San Horachil, v. S. Eraclio. 
San Leonardo (Puglie), 336. 
San Leonzio, v. Salienze. 
San Michele (Tirolo), 826, 846. 
San Paolo (trentino), 324, 326, 846. 
San Pietro (a Patierno) napoletano), 337. 
San Pietro In Galatlna (Terra d' Otranto) 167, 346. 
San Severo (Capitanata), 66. 70. 72, 86, 87, 88, 89, 

105, 107, 178, 184. 
Santa Giustina di Palazzolo (Palazuol) (veronase), 463, 

464, 463. 
Sant'Alberto (ravennate), 91, 96. 
Santa Moria di Gremin, v. Gr6bmlng. 
Santa Maria di Loredo, v. Loreto. 
Santa Maria di Termedi (Adriatico), 144, 184. 
Sant'Ambrogio di Valpolicella (veronese), 143. 
Sant'Angelo (del Lombardi) (Principato ulteriore). 

168. 
» (lodlgiano) , 4*20, 444, 522, 544. 

» (Lomellina),284. 

Sant' Antonio (Principato ulteriore), 217, 218, 232. 
SanV Anzolo, v. Sant' Angelo. 
Santa Severina, (Calabria), 168. 



599 



ISDICE GEOGRAFICO 



Sant* Eraclio (San Horachii) (Umbria), 13, 61. 

Sant* Eufemia {Santa Fumia) (bresciano), 486. 

San Valentino (Principato citeriore), 169. 

San Zerroan, v. Saint Gcrmain. 

Sardegna, isola, 201, 242. 

Sariat, v. Seriate. 

Sarno (Principato citeriore), 169. 

Saronno [Seron, Serono) (milanese), 202, 833. 

Sassonia {Saxonia), lui. 

Sava fiume, 216. 

Sazonia, v. Sassonia. 

Sasil, V. Saclle. 

Sbabia, v. Svevia. 

Sbeo, Sbez, v. Scbwaz. 

Sboz, y. Scbwaz. 

Sbuo, ▼. Scbwaz. 

Scala (vicentino), 282. 

Scaldasele (pavese), 284. 

Scbio [Schivo) (vicentino), 46, 164, 425. 

Scbladmingr [Slamil, Hamil) (Stlria), 341, 344. 

^\im2^z{Sboz, Sbec, Sbei, Sbuo) (Tirolo), 60, 104, 150, 

221, 222, 250, 272, 283, 342, 358. 
Scbwelnfurtb [Stanfurt] (Franconla) 210. 
Solavataber, v. Slavine e Tabor. 
Sebenico iSibinico) (Dalmazia), 210, 335, 4'?]. 
Secbines, v. Sikino. 
Seclos, V. Szec8{5. 
Segrna (Croazia), 209. 
Sera, v. Serra Capriola. 
Seriate {Sariat) (bergamasco^, 545, 547, 549. 
Serio fiume, 158. 
Sermlone (bresciano), 35, 416, 508, 517, 519, 535, 

536, 540. 
Seron, v. Saronno. 
Serra Capriola [Sera) (Capitanata), 85, 86, 88, 66, 71, 

88, 178, 184. 
Servi, castello nel trentino, 245. 
Sessa (Terra di Lavoro), 168, 351. 
Siblnlco, V. Sebenico. 
Sicilia (Cicilia) (isola), 237, 241, 273, 280, 287, 290, 

303, 328, 388, 392, 468, 493, 508, 529. 
Slena (Toscana^ 28, 336, 390. 
Sikino [Sechines] (isola dell* Arcipelago), 248. 
Simari (Sìmbari) (Calabria), 169. 
Simbari, v. Simari. 
Sinopoli ^Calabria), 169. 
Slavine (Sclavataber) (Carso), 93. 
Soave (veronese^ 35, 371, 398. 
Solesino (padovano), 589. 
Solferino (mantovano», 509. 
Solignano, v. Polignano a maro. 
Solzprucb, V. Salzburg. 
Somma [Suma) (napoletano), 167. 
Sondrio (Valtellina), 300, 301. 
Sorla o Sirla, 515, 523. 
Soriano {Suriano) (Calabria), 169. 
Sorrento [Surente) (napoletano), 338. 



Spagna (Hitpania), 11, 76, 131, 158, 178, 196, 19r^ 

201, 206, 207, 239, 241, 335, 848, 349, 864, 87CO 

384, 466, 467, 474. 
Spalato (Dalmazia), 19, 58, 70. 
Spira (àipaper) (Baviera), 4i9. 
Spirano (bergamasco), 545. 
Spoleto [Spotiti) (Umbria), 68, 86, 870, 487. 
Squillace (^^gm/tfw; (Calabria), 166. 
Stanfurt, v. Scbwelnfurtb. 
Stanga (la) v. Steinecb. 
Staymorch, v. Stirla. 
Steder (?). 342. 

Steinecb (Stanga) (Tirolo), 824. 
Stelnfeld (StanfeU) (Carintia), 221. 
Sterceucb, v. Sterzing. 
Sterzlng [Sterzen, Stereeuch) (Tirolo), 61, 267, 

834. 
Stigliano (Basilicata), 166. 
Stirla o Stelermarch [Staymorch) pcovincla dell' Au 

stria, 236. 
Stradella (pavese), 345. 
Strlgonia, v. Gran. 
Sulmona (Abruzzo), 8, 166. 
Surente, v. Sorrento. 
Suriano, v. Soriano. 

Svevia (Sbabia) (provinola di Germania), 219, 272. 
Szecsò (Sechi) (Ungheria), 122. 



Tabor (Sclavataber) (Carso), 93. 
Tagllacozzo {Tajacozto) (di) contado, 68. 
Taranto (Terra d' Otranto), 188, 868, 529, &80. 
Tauri Tauorn, monti in Carintia, 286, Sii, 348» 

844, 858. 
Tavemelie [Tavarnele) (cremonese), 46. 
Tarvls [TrevUa) (CarinUa), 60, 74, 142, 272, 344. 
Telia, V. Atella. 
Telilo (Tey) (Valtellina), 401. 
Temesvar (Temitvar) (Ungheria), 121. 
Terlago [Trilago) (trentino), 312. 
Termoli [Termini, Termule) (Molise), 85, 86, 87, 88, 

105, 168. 
Terraclna (Terazina) campagna di Roma, 351, 391. 
Terra di Lavoro, provincia d'Italia, 468. 
Terranova (Calabria), 168. « 

Tevere fiume, 849. 
Tey V. Tellio. 

Thelss (Tissa, Tiza) fiume in Ungheria, 14. 
Thoblaco, v. Toblacb. 
Tirolo [Tiruol), 24, 25, 86, 61, 89, 108, 109, 110, 

116, 150, 220, 235. 250, 268, 288, 846, 357, 302, 

401,444,450,515,540. 
Tissa, Tlsa, v. Theiss. 
Toblacb (Thoblacho) (Tirolo), 236. 
Todi (Umbria), 11, 106. 
Tolmczzo [Tulmezoy Tulmetio) (Friuli), 221, 222, 235, 

293, 294, 341, 343, 357, 359, 532. 



608 



INDICE OEOOIUnCO 



604 



Valpolicella (ValpoUsela) (veronese), 143, 161, 414, 

423. 
Valsabbia (bresciano), 291. 
Valsecca (bergramasco), 108. 
Valsolda (comasco), 314. 
Valsugrana (trentino), 44, 189, 216, 278, 284, 325, 

327, 353, 372, 401, 402, 419, 450. 
Valtellina (VaìtoUna), 236, 300, 301. 318, 818, 327, 
332, 346, 358, 368, 365, 871, 373, 374, 400, 401, 
429. 
Val torta (bergamasco), 302. 
Valtrompia (bresciano), 90, 114, 151, 225, 228, 397, 

477. 
Varaadfn {Varadin) (Ungheria), 80. 
Va.sto [Guasto) (Abruzzo), 26, 27, 70, 71, 167, 208, 253. 
Vegevene, v. Vigevano. 
Veglia iVeja) {sola delP Adriatico, 7, 144. 
Venafro (Venafra) (Terra di Lavoro), 168. 
Veja, V. Veglia. 

Venezia (la tetra), 12, 17, 18, 20, 22, 28, 80, 32, 33, 

34, 45, 49, 50, 58, 64, 68, 69, 73, 79, 

80, 81, 82, 83, 85, 9«, 97, 100, 101, 112, 

120, 122, 123, 125, 135. 140, 143, 147, 

149, 155, 172, 173, 178, 190, 192, 208, 

223, 252, 253, 277, 279, 283, 286, 294, 

298. 802, 304, 307, 809, 325, 381, 400, 

411, 414, 416, 447, 463, 476, 477, 488, j 

495, 496, 497. 499, 526, 527, 641. 

» arsenale, 20, 24, 153, 158, 174, 424. 

» beccarla, 463. 

» campo Rusolo, 146. 

» casa Dona alla Giudecca, 178. 

» » del duca. di F<>rrara, 63, 123, 281, 312, 

398, 399, 424, 479, 501. 
» <» Grimanl a s. Marta Formosa, 52, 53, 54. 

» » Marcello, in riva di Biagio, 320. 

o chieae della città. 
» chiesa dei Greci a s. Antonino, 199. 
» » della Carità, 187. 

» j» di s Antonio, 210. 

» »> di 8 Felice, 296. 

» » di 8. Francesco della Vigna, 227. 

» » di 8. Geminiaco (Zuminian), 258. 

» » di 8. Giacomo di Rialto, 210. 

» » di 8. Giobbe {Joò]^ 506. 

» » di 8. Giovanni elemosinarlo, o di Rial- 

to, 63. 
» » di 8. Giovanni e Paolo [Zanepolo), 220. 

» » di 8. Marco, 52, 53, 112, 128, 194, 

209, 210, 213, 217, 220, 242, 258, 
291,298, 480, 546. 
» » di 8. Maria Formosa, 53. 

» » di 8. Nicolò di Lido, 485. 

» » di 8. Polo, 213. 

*> » di 8. Stefano, 194. 

» » di 8. Zaccaria, 220. 

* contrade [contro) o parocchie, 81, 82, 83. 






Venezia contrada della Madonna dell* Orto, 2d3| 861. 

» k> di 8. Agostino, 249. 

» » di 8. Antonino, 199. 

»> »> di 8. Antonio, 178. 

» » di B. Canciano (Cansian), 84, 270. 

» i> di 8. Cassiano [Cassan), 227. 

• » di 8. Croce, 238. 

» 1» di 8. Felice, 263, 265. 

» » di 8. Geremia, 291. 

» » di 8. Giacomo dall' Orio, 295. 

» » di 8. Giobbe [Joòu 294. 424. 

» » di 8. Giovatml e Paolo {Zanepoìo)^ 

83, 84, 178. 

» w di 8. GioTanni in Bragora, 70, 178. 

» » di 8. Giovanni nuovo, 252. 

» i> di 8. Giuliaao {Zulian), 134. 

)» D di 8. Giustina. 93. 

» » di 8. Luca» 212, 227, 252. 

« >» dia. Maria delGigìio(^»^ii^po),411. 

» » di 8. Maria Formosa, 52, 53. 

* » di 8. Maria nuova, 147. 
» » di 8. Marina, 249. 

» o di 8. Moieò, 381. 

>» » di 8. Nicolò dei Mandiooli, 294. 

V » di 8. Patemiano [Potrinian), 60. 

t» » di 8. Polo, 39. 

» • di 8. Severo, 299. 

» corte della Regina a b. Cassiano, 227. 

» fondaco della feirina, 325. 

» » dei tedeBcbl, 42, 128, 125. 

» isola della Giudecca, 84, 178, 463. 

» » di Lido, 69. 

« » di Lazzaretto vecchio. 60, 70, 227» 228, 

287, 448. 

» » di s. Clemente (Ckimento), 282. 

» » di 8. Giorgio in A lega, 463. 

» » di 8. Giorgio maggiore, 320, 965. 

» « di 8. Maria di Grazia, 415. 

» merceria [marzaria], 53, 163. 

» monastero dei Frari, 282. 

» » di 8. Giovanni e Paolo, 873. 

» ospitale degli Incurabili, 84, 210. 

» palazzo ducale, 53. 

» • » prigione della Torresella, 

870, 373, 414. 

» V » saia del Gran Ckmsiglio, 306. 

» piazza di s. Marco, 70, 242. 

» ponti, 81. 

» ponto della Paglia, 188. 

» » di legno a 8. Maria del Giglio, 411. 

i> ^ di Rialto, 42, 71. 

» procuratie, 52, 61. 

» Rialto (centro commerciale delia città), 63, 

68, 80, 82, 149, 463, 528. 

» riva di Biagio, 320. 

» 8. Marco (centro politico della città), 80, S2, 

133, 136, 149, 178, 463, 528. 



605 



INDICE GEOGRAFICO 



606 



Venezia seaola di s. Giovanni Evangelista, 7, 340. 
» sestieri, 30. 
» sestiere di Cannarcgio, 507. 
» » di Doraoduro [Ossoduro), 21, 352, 4G2. 

» » di 8. Croce, 352, 462. 

» » di s. Polo, 352. 

» stendardi in piazza s. Marco, 52. 
» Terr-anuova, 8l. 

Veniezia, Viniexia, v. Venezia. 

Venosa (Basilicata), 212, 215, 242. 

Venosta (Venosa) (trentino), 89(3. 

Venzone (Friuli), 13, 14, <)0, 05, 74, 80, 136, 142, 
185, 210. 221, 272, 418, 501. 532. 

Verona, 19, 20. 40, 67, 78, 90, 101, 102, 103, 101, 
108, 117, 125, 126, 134, 135, 136, 143, 144, 153, 
159, 161, 164, 165, 172. 178, 179, 180, 181, 187, 
189, 197, 207, 203, 213, 214, 218, 228, 231, 235, 
237, 242, 213, 245, 246. 247, iJ53, 25», 255, 257, 
258, 262, 267, 269, 270, 273, 274, 275, 278, 280, 
281, 282, 283, 285, 286, 292, 293, 294, 296, 297, 
298, 299. 303, 305, 806, 308, 312, 313, 314, 318, 
320, 321, 322, 323, 325, 329, 330, 331, 332, 336, 
837, 342, 343, 345, 346, 353, 354, 356. 358, 362, 
363, 365, 366, 371, 372, 373, 374, 375, 377, 378, 
879, 381, 394, 895, 397, 398, 400, 401, 403, 405, 

406, 408, 414, 415, 417, 422, 423, 424, 425, 426, 
428, 431, 436, 437, 438, 440, 441, 412, 444, 449, 
450, 459, 460, 461, 462, 463, 464, 469, 470, 471, 
473, 474, 477, 478, 480, 481, 482, 483, 484, 485, 
486, 488, 489, 490, 491, 492, 496, 497, 499, 500, 
602, 604. 506, 508, 509, 510, 511, 514, 617, 519, 
620, 522, 630, 532, 533, 635, 538, 539, 540, 641, 
645, 646. 

Veronese (cioè contado di Verona), 35, 90, 201, 206, 
214, 259, 268, 280, 313, 328, 357, 373, 395, 396, 

407, 408, 409, 410, 416, 429, 451, 506, 511, 515, 
619. 

Vespare (Polesine di Rovigo), 505. 

Vetvana, v. Avetrana. 

Vicentino (cioè contado di Vicenza), 26, 280, 327, 357, 
373, 414, 449, 611, 538. 

Vicenza, 19, 20, 26, 85, 89, 90, 93, 103, 104, 113, 
115, 120, 134, 135, 149, 150, 154, 179, 187, 196, 
204, 209, 220, 222, 223, 231, 243, 245, 246, 259, 
268, 269, 276, 276, 260, 282, 285, 287, 288, 290, 



298, 303. 306, 307, 313, 314, 321, 323. 325, 328, 
329, 336, 356, 362, 363, 370, 371, 376, 393, 395, 
396. 397, 402, 403, 408, 409, 410, 414, 419, 425, 
428, 437, 444, 449, 461, 470, 72, 484, 485, 496, 
497, 515, 517, 546. 

Vidizolo, V. Guidizzolo. 

Vienna (Austria), 14, 43, 65, 74, 80 1, 121, 122, 142, 
164, 185, 209, 244, 260, 291, 2t2. 

VieBÌQ (Bestize) (Capitanata), 105, 304. 

,Vietri (Acqua Vetri) (Principato citeriore), 382. 

Vigevano ( Vegevene) (pavese), 157, 213, 225, 226, 228, 
266, 268, 284, 504. 

Villaco(Carìntia), 60, 66, 74, 206, 292, 342, 344. 

Villa d' Adda (bergamasco), 393. 

Villafranca (voroucso), 431, 500. 

Vimcrcate {Vilmercato) (milanese), 151. 

Visentìna, v. Vicentino. 

Viterbo (campagna di Roma), 235, 242, 260, 270, 
280, 336, 341, 348, 351, 360, 390, 414. 

Voghera [Vogera) (paveso), 302, 316. 

Vovigaio(?), 216. 

Vuchiancio, v. Buochìanico. 

Vulane, v. Ilanz. 



Xagabria, v. Zagabria. 



Yspruch, V. Inusbruk. 



Zagabria od Agram {Xagabria) (Croazia), 80, 123. 

Zante (Isole Jonie). 269. 

Zara (Dalmazia), 144, 161. 

Zefalonia, v. Cefalonia. 

Zeli {Zeglia) (Austria, Pinzgau), 293. 

Zcnoa, V. Genova. 

Zervia, v. Cervia. 

Zillerthall [Arzilont) (Salzburg), 222. 

Zina, V. Olglnate. 

Zogia, V. Gioja. 

Zudegaria, v. Valle Giudicarle. 



INDICE 



DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



Abbondio Agrosiino^ cancelliere a Venezia di Janna 

Pregoso, 110, 149, 203, 222, 446, 447. 
Aeoia (iifiVi) (d') Giovanni Bernardino, conte di Noja, 

169. 
Aeonrsio Cesare, canonico di Acerra, 279. 
Aoqnaviva d'Aragona, casa nobilissima nel regno di 

Napoli. 
» » Andrea Matteo, duca d'Atri, 

167. * 
» * ' Bellisario, duca di Nardo, [Ne- 

ri to), 167. 
» » Giovanni Antonio Donato, con- 

te di Gioia, 169. 
» » Oinlio Antonio, marchese di 

Bitonto, conte di Conver- 
sano, 167, 169, 304, 839. 
Acquino, y. Aquino. 
Adda (d*J Girolamo, milanese, 555. 
Adorno, famiglia principale e fazione di Genova, 152, 
284, 299, 815. 
« Antoniotto, conte di Rende, fu doge di Ge- 
nova, 169, 197, 201, 206, 462, 486, 505, 
517, 636. 
B N. N., 197. 
Adriano cardinale, v. Castelli. 
Aemilianus, v. Miani. 

Afflitto (d') Giovanni Vincenzo, conte di Tri vento, 169. 
Agnello (dall') Benedetto, agente del marchese di 

Mantova presso T esercito dei veneziani, 533. 
Afelio (di) eonte, v. Siscar Alfonso. 
Aierbo (d*) Michele, conte di Simari, 169. 
Airola (di) conte, v. Carafa Giovanni Vincenzo. 
Alarchon (d") Ferdinando {Arehon) capitano spagnolo, 

86. 
Albanese Giannino, contestabile al servizio dei vene- 
ziani, 97. 
» Teodoro, capo di cavalli leggieri al servizio 
dei veneziani, 36, 88. 

/ Diarii di M. 8anuto. — Tom XL Vii 



Alberti {Alberio)y casa patrizia di Venezia, 
j» Antonio, qu. Giacomo, 57. 
» Francesco, de'Pregadi, qu. Antonio, 566. 

Alberti (di) Girolamo, segretario ducale veneziano, 
426. 

Alberto signor, v. Pio Alberto. 

Aldobrandìni [Aldovrandino) Pietro Maria, di Ra* 
venne, contestabile al servizio dei veneziani, 182, 
472, 474, 490, 492. 

Alessano (di) contessa, v. Balzo (del) Antonicca. 

Aliano (di) conte, v. Caraffa Antonio. 

Alife {AUjfi\ (di) conte, v. Garlon. 

Alonzo, capo di cavalli leggieri, 23. 

Altavilla (di) conte, v. Capua (di) Loise. 

Alvarotto Giacomo dottore, padovano, consigliere del 
duca di Ferrara e suo oratore a Venezia, 52, 62, 123, 
128, 194, 209, 210, 213, 217, 220, 242, 248, 258, 
269, 281, 295, 296, 312, 361, 365, 392, 417, 471, 
480, 484, 513, 533, 546. 

Al Viano Bartolomeo (ricordato), 41, 285. 

Alvito [Oliveto] (di) conte, v. Cardona (de) Ferdi- 
nando. 

Amalfi (di) duca, v. PiccoIom)ni Alfonso. 

Ambrogio N. N , conte, luogotenente del duca d'Ur- 
bino presso Teserei to veneziano in Lombardia, 322. 

Amelfe (di) duca, v. Piccolomini Alfonso. 

Andrea (d') Girolamo, cittadino veneziano, 553. 

Angioina, fazione di Napoli,' 107. 

Annibale cartaginese (ricordato), 230. 

Antioco re (ricordato), 230. 

Antonio signor, v. Leva (de) Antonio. 

Aquino (d*) Lanzalao, marchese di Quarata, 167, 
212. 

Ara (de) Francesco, banchiere, 494. 

Aragona (di) reggente la cancelleria del regno, 469. 
» (d') Ferrante, duca di Montalto, 167. 

Arciduca, v. Austria (di) Ferdinando. 

Arco (d*) conti, nel trentino. 
» Giovanni Battista, 853. 
» Girardo, 44, 45, 62, 150, 154, 184, 214, 
219, 220, 224, 228, 235, 237, 245, 247, 

39 



611 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



612 



251, 257, 268, 269, 278. 282, 283, 293, 
318, 323, 325, 327, 853, 374, 379, 404, 
414, 416, 420, 485, 503, 
Arco (d') Girolamo, 154. 

» N. N., 429. 
ArcoD, ▼. Àlarcbon. 
Arcadi N. N. mercante a Venezia, 329. 
Arena (d*) Giovanni Francesco, conte di Arena, 169. 
Arende o Rende (di) conte, v. Adorno Antoniotto. 
Argrentlno [Arzeniin) Giovanni, vescovo di Concor- 
dia, 53. 
Ariano (di) duca, v. Carafa Alberico. 
Arigino, v. Arrechino. 
Arimino (di) sigfnori, v. Malatesta. 
Arimondo, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea, fa provveditore a Feltre, qn. Si- 

meone, 247. 
* Francesco, fu provveditore al Sale, dei 
Pregradi, qu Nicolò, 39, 54, 103, 562. 
» Girolamo provveditore sopra le biade, qu. 

Fantino, 560. 
» Simeone, di Andrea, qu. Simeone, 264. 
Armer (d*), casa patrizia di Venezia. 
• Alvise, fu capo del Consiglio dei X, qu. Si- 
meone, 56, 507, 508. 
» Giacomo, fu vioesopracomito, di Alvise, 868. 
Arnold! Girolamo, milanese, 555. 

» Marc*AntonÌo, milanese, 559. 
Arrabbiati, fazione in Firenze, 64. 
Arrechino {Arigino) Leone, inviato a Venezia del ea* 

stellano di Musso, 252, 277. 
Arti (delie) corporazioni in Venezia, 296. 
Arzentin, v. Argentino. 
Ascreto Girolamo, cittadino venezlaac, 655. 
Asola (di) Andrea, stampatore in Venezia, 555. 
Astrofort, v. Traundsdorf. 

Atella (di) marcbese, v. Caracciolo Gioito Cesar». 
Ateniesi (diagli) republica, 230. 
Atri (di) duca, v. Acquaviva d'Aragona Andrea 

Matteo. 
Atripalda (di) marcbese, v. Castriotta Alfonso., 
Attems {Attimis) (de) Girolamo, capitano di Gorizia, 

182. 
Aubigni (di) signore, v. Stuart Roberto. 
Auprsburg Simeone, capitano tedesco, 67. 
Augusta od Augsburg (di) vescovo, v. Stadton. 
Aurelio Nicolò, fu cancelliere grande in Venezia, 411. 
Auaprucb, y. Augsbnrg. 

» (di) duca V. Brunswicb. 

Austolpb, V. Traundsdorf. 
Austria (d*) casa, 

Austria (d') Carlo, re di Spagna, duca di Borgogna, 

000 te di Fiandre eoo.. Imperatore elet* 
to e re dei Romani, 8, 10, 11, 12, 19, 
37. 46, 61, 70, 77, 78, 89, 101, 121, 
157, 156, 182, 188, 189, 196, 201, 
909, 805, 907, 908, dll, 212, 219, 



234, 235. 236, 237. 238, 239, 240, 
244, 248, 253, 278, 281, 282. 284, 
290, 291, 305, 313, 315, 325, 326, 
334, 343, 348, 351, 354, 357, 361, 
881, 39^ 400, 401, 412, 415, 4l9, 
437, 449, 459, 466. 467, 469, 470, 
472, 474, 490, 493, 491, 495, 521, 540. 
Austria (d*) Ferdinando, duca di Borgogna, infante di 

Spagna, arciduca d'Austria, re di Boe- 
mia, 14. 15, 25, 42, 43, 44, 46, 47, 
60,61,65, 74, 75, 78, 80, 81, 90, 91, 
100, 101, 108, 116, 121, 122, 123, 
125, 135, 142, 144, 154, 164, 185, 
209, 210, 211, 214, 2^1, 224, 236, 
241, 245, 257, 258, 260, 268, 281, 
282, 291, 292, 294, 299, 327, 309, 
418, 419, 494, 543. 
» Ferdinando (di) moglie, Maria d* Unghe- 
ria, 14, 122, 292. 
n Margherita, arciducbeesa d* Austria, do* 
ohessa di Borgogna, governairioo della 
Fiandra, 116, 197, 829, 335, 364, 474, 
535. 
» Giorgio, vescovo di Bressanone, figlie na* 
turale deir imperatore MantmUieao, 
436. 450. 
» commissario ed* oratore a Venezia delPAr- 

ciduca, V. Bressanone (di) preposto. 
» g7«n cancelliere dell^ imperatore, v. Gat- 

tinara. 
» oratori al Gran Snltano deirarciduca, 335, 

471. 
B oratore a Venesia dell'Imperatore, t. San- 

ehea. 
» oratore in Francia del l'Imperatore, 11, 

248. 
> oratore dell' Imperatore in Inghilterra, y. 
Mendoaa (de) Inigo. 
Avalos d'Aquino (d') Alfonso, marcheae del Vasto e 

di Pescara, gran camerlengo 
del regno di Napoli. 28, 37, 
86, 88, 167, 241, 275, 276, 
294, 297, 336, 248, 350, 883, 
885, 887, 388, 389, 890, 411, 
467, 468. 
» . » Costanza, duebeesa dt Frasca* 

villa. 168. 
Avellino (d\) contessa, v. Cardona (de) Maria. 
Averoldi (di) Altobello, vescovo di Pela» togato poa* 

tiflcio a Veneela, 56, 63, 67, 128, 
180, 194, 209, 210, 917, 880^ 848, 
853, 881, 296, 896, 308. 841, 864, 
392, 898, 899, 403, 406, 470, 480, 
484, 513. 
• » Troiano, 125. 

Avogadro {Avogafo)^ essa magnatiila di Brescia^ pa* 
trilla di Veoeiia. 



J 



613 



nmics DEI NOMI m psRaoxs e di omb 



614 



ATOgradro Antonio Maria, capo di caraill léi^gleri al 

servizio dei veneziani, 856, 383. 
» Bartolomeo, 188, 380. 

» Maro* Antonio* condottiero al aervlzio dei 
veneaianl, 465, 460. 
ATraDcbe(d') vescovo, ▼. Langreao. 
Aaali (d> Baldassare, di Mana {Ifaìo^ A90l, dsl £àloU 
contestabile al servizio del veneslan*» 182, 814, 3d8| 
329, 402, 478, 5i6. 
Azia, y. Accia. 

Azzai ini Balbi GirolamOi veneziano» veaoovo di Qurk, 
186, 199. 



B 



BacbIanI, v. Batbyabi. 
Bada o Batb (di) vescovo, t. Clerk. 
Badoera ^alea (cioè del sopracomlto Badoer}> 824. 
Badoer, casa patriaia di Veneaia. 
» Alessandro, qu. Antonio, 57. 
» Alvise, avvocato per le corti, qu. Bernardino, 

67, 67. 
» An^relo, nfflófale alle Ragioni veccbie, di Pie» 

tro, 55. 
1» Daniele, fb avvocato grande, qu. Bernardino, 

147. 
» Giacomo, fu oonsigliefe, savio aopra reatlmo 
di Venezia, della Giunta, qu. Sebastiano 
eavaliére, 89, 59, 108, 177, 559. 
» Giovanni, dottore e cavaliere, fu capitano a 
Verona, dei X Savi sopra V estimo di Ve« 
nezla, qu. Ralnieri, 40, lOi, 159, 162, 163, 
176, 668. 
a Giovanni Alvise, patrono di una galea di Ales- 
sandria, di Giacomo, 62. 
» Giovanni Francesco, provveditore al Zante, di 

Giaoomo, qn. Sebastiano oavaliere, 269. 
» Girolamo, qu. Angelo, 568. 
a Giuseppe [laepo], capo dei XL, qu. Boroar* 

dino, 58, 263, 270, 314. 
» Pietro, de' Pregadt, qu. Albertino dottore, 54, 
558. 
Baffo, casa patrizia di Venezia. 
» Vincenzo, provveditore del Comune, qu. Bene- 
detto, 55, 556. 
Bafo (di) vescovo, v. Pesaro (da cà da) Giaoomo. 
Bagliool (Baion), famiglia principale e fazione di Pe- 
rugia. 
» Matatesta, capitano delle fanterie ncIT eser- 
cito dei veneziani, 88, 861, 417, 461, 463, 
534. 
» Orazio, 28, 47, 48, 68, 88, 94, 105, 106, 116, 
841, 897, 804, 838, 339, 851, 884, 534, 
537, 548. 
Bafns (di) veseovo, v. Canossa. 
Balabon Lorenzo di Miotto, da Castelletto di Bregan- 
' se, 179. 



Balbi, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise, fu provveditore del Cenatine, dei XLal 

Criminale, qu. Marco, 146, 556. 
a Andrea, tt sopragastaldo, qu. Buataccbio (Stai), 

249. 
» Benedetto, fu podestà a Lonlgo, qu. Pietro, qu» 

Benedetto, lt7, 868, 871. 
» Pranceaoo, qu. Pietro, da $an OiuUano, 358. 
» Marco, fU vloesoprocomlto, qu. Giovanni, qu. 

Glaeofflo, 863. 
a Nicolò, patrono di una galea di Alessandria, 

qu. Zaccaria, 68, 863. 
» Antonio ^cittadino), qu. Alvise, 514. 
» Antonio (cittadino), qn. Nicolò, 861. 
Balchon N. N tedesco, 857. 
Baldo Antonio, v. Falcucci. 
Balzo (dei) Antonlcca, eontesaa di Alesaano, 170. 

n » Francesco {Deìaiiù)^ conte di Ogento, 168. 
Baroberg [Btmhergo) Francesco, tedesco, 553. 
Banchi di Venezia, 886. 
Bande nere, compagnie di Soldati oosl Chiamate, 47, 

139, 1^48, 904, 888, 839, 884, 584. 
Barba (dalla) Bernardino, V. Castellari. 
Barbarigo, casa palritla di Venezia. 

^ Andrea, fu al luogo di Procuratore sopra 

gli atti dei sopragastaldi, dei X savi 

sopra l'eatlmo di Veneaiai qu. Nicolò, 

40, 54, 109, 559. 

» Andrea, qu. Gregorio, qa. Serenissimo 

principe, 57, 146, 865. 
» Andrea, qu. Girolamo, 569. 
» Benedetto, fti provveditore e sindaco In ter- 
raferma, qu. Francesco, 168. 
» Federico [Ferigo)^ ta ufflotale all' anna* 

mento, qu. Francesco, 871. 
» Giovanni, qu. Antonio, qu. Girolamo pro- 
curatore, 56, 431, 568. 
)> Girolamo, capo del Consiglio dei X, con- 
sigliere, qu. Andrea, qu. Serenissimo 
principe, 5, 60, 327, 852, 370, 398, 501, 
558. 
» Girolamo, primicerio della obiesa di san 
Marco, protonotario apostolico, eletto 
eroi vescovo di Cor fu, qu. Antonio, qu. 
Girolamo procuratore, 54, 128, 194, 
209, 810, 858, 895, 896, 484, 485, 546. 
» Lodovico, de' Pregadi, qu. Andrea, 54, 

558. 
» Loreoso, qu. Lorenzo, qu. Girolamo pro- 

curatore, 569. 
é Maro' Antonio, fa podestà e capitano a Ro- 
vigo, de* Pregadi, qu. Francesco, 186, 
562. 
» Marc' Antonio, provveditore sopra le ca- 

mere, qu. Gregorio, qu. Serenissimo 
principe, 55. 
» Vicenzo, qu. Nloolò, 480, 567. 



.1- ' « 



615 



INDICE DQ KOUI DI PERSONE E DI COBE 



616 



Barbarigo Zaccaria, fa affidale air armameoto, qa. 
Fraacesoo, 265. 
» Santo, avvocato, figlio natarale del qa. Pie- 
tro Pranceaco, qa. Sereoisaimo princi- 
pe, 227, 427, 553. 
Barbaro, casa patrixia df Venezia. 

» Almord, savio agli ordini, di Alvise, qa. Zac- 
caria cavaliere e procuratore, 146, 149, 
172, 174; 264, 270, 305, 314. 
• Alvise, fa capo del Consiglio dei X, della 
Giunta, qu. Zaccaria cavaliere e procu- 
ratore, 54, 246, 255, 319, 330, 559 
ù Antonio, podestà a Brescia, di Francesco, qu. 

Antonio, 25, 125, 276, 279, 459. 
w Cornelio, di Al vige, qo. Zaccaria cavaliere e 

procuratore, 57, 373. 
» Daniele, capitano a Verona, qu. Zaccaria ca- 
valiere e procaratore, 19, 153, 172, 187, 
189, 280, 292, 320, 323, 330. 
» Giacomo, auditore nuovo e sindaco in terra- 
ferma, qu. Alvise, 5, 100, 162. 
9 Giovanni Battista, provveditore in Asola, qu. 

Francesco, 448. 518. 
» Girolamo, provveditore a PeschÌ€ra, di Lo- 
renzo, 438, 481. 
» N. N., di Daniele, qn. Zaccaria cavaliere e 

procuratore, 280, 292. 
» Pietro, fa podestà ad Isola, qn. Alvise, 263, 

271. 
» Zaccaria, fd pagatore nell* esercito, fu vlce- 
sopracomito, di Daniele, qu. Zaccaria ca- 
valiere e procaratore, 57, 145, 264, 351, 
353, 428, 437, 451. 
Barbaro Nicolò (cittadino), capitano del lago di Gar- 
da, 24, 36, 67, 101, 104, 108, 117, 135, 
153, 165, 179, 189, 207, 213, 214, 225, 
228, 237, 247, 250. 251, 257, 258, 262, 
267, 268, 269, 280, 292, 299, 300, 312, 
371, 879, 404, 416, 423, 449, 472, 476, 
482, 506, 510, 511, 530, 510. 
Barbo, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise, fu rettore air ufficio delle Cazude, qu. 

Giovanni, 249. 
» Gabriele, podestà e capitano a Bassano, qu. 
Pantaleone, 44, 61, 124, 128, 136, 154, 186, 
253, 260, 296, 298, 353, 363. 
» Giovanni, fu cap« dei XL, qu. Benedetto, qu. 

Marco, 58, 146, 264. 
» Giovanni, fu dei XL al civile, di Alvise, 265, 

271. 
» Marco, rettore e provveditore a Cattare, 160, 
543. 
Bardolino Alvise, dottore, 555. 
Bari (di) arcivescovo, v. Merino. 

» n duchessa, v. Polonia (di) regina. 
Barocio Giovanni, v. Barozzi. 
Barozzi, casa patrizia di Venezia. 



» 



» 
• 



Barozzi Alvise, dei X savi sopra le decime, qu. An- 
gelo, 562. 
» Antonio, qu. Francesco, 130. 
» Giovanni (erroneamente Ant&nio) ecclesiasti- 
co, qu. Francesco, 67, 126, 129, 130, 131, 
132, 133, 145. 
Bartolomio signor, v. Alviano. 
Basadonna (Baaadona), casa patrizia di Venezia. 
Alessandro, qu. Pietro, 264. 
Alvise, qu. Alvise, 57. 
Andrea, qu. Filippo, 366, 566. 
Antonio, dei XL al criminale, qa. Pietro, 
58, 331, 353. 
Filippo, qu. Alvise, 56. 
Giovanni, dottore, luogotenente nella Pa- 
tria del Friuli, di Andr^, 13, 38, 42, 
60. 65, 73, 74, 75, 80. 87, 93, 94, 136, 
141. 158, 182, 183, 185, 210, 220, 221, 
235,272,291,308, 341, 357, 417, 418, 
501,513,532. 
Batb (di) vescovo, ▼. Clerk. 
Bathiani Francesco, bano di Croazia, ISl, 122. 
Baviera (di) duca, Guglielmo, 99, 244, 825, 372, 450. 
Baxadona, v. Basadonna. 
Bajarde Gilberto {SMuh segretario di 8Uto, oratore 

del re di Francia air Imperatore, 10, 248. 
Belgioioso (di), fomiglia magnatizia di Milano (Bar- 

blano). 
» B Lodovico, 16, 17, 120, 202, 266, 429, 

444, 445, 447, 476. 
Bellay (dn) Giovanni, vescovo di Bsjonne, oratore di 

Francia in Inghilterra, 76. 
Belli (di) Bello, da Forlì, capo di fanti al servizio dei 
veneziani, 261, 871, 441, 443, 444, 490, 514, 617, 
530. 
Beltrame, v. Beltran. 

» (df) Giovanni, spagnuolo dimorante a Ve- 
nezia, 554. 
Beltran {Beltrame) Beatrice, oontaasa di Mesagne (àfi- 

gianie), 170. ' 
Belzoloeo, v. Belgioioso. 
Bembo, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise, .qu. Lorenzo, 56. 
« Alvise, fu provveditore degli stradiotti, qu. 

Paolo (erroneamente qu, Giorgio), 246. 
» Alvise, savio agli ordini, qu. Giovanni Bat- 
tista, 67, 147, 172, 337, 338, 424. 
» Antonio, Ai capo del Conaiglio dei X, sa- 
vio sopra la mercanzia e navigazione, del 
Pregadl, qu. Girolamo, 51, '79, 103, 559. 
» Bernardo, qu. Alvise, da santa Maria Nuova, 

147. 

» Domenico, de* Pregadl, qu. Tomaso, 561. 

» Giovanni, sopracomito, di Alvise, 274. 

» Giovanni Matteo (erroneamente Giovanni J/a- 
Ha), Capo dei XL, qu. Alvise, 25, 29, 41, 
58,63,79,84, 115, 127, 129, 146, 162, 265, 



^1 



^'7 mOICB DEI NOMI DI 

^'Hho Paolo, console in Àlenandria, qu. Oirolamo, 
ia $an Giuliano, 522. 
* Zaccaria, fxx provveditore a Baaaano, qu. Fran- 
cesco, 263, 271. 
^ Zaccaria, fti savio a terraferma, qu. Matteo 

(erroneamente qu. Daniele), 246. 
^etti Giovanni Francesco, conduttore dei dasio 
^^el vioo in Venezia, 513. 

^doao, uomo d*armi del marchese di Mantova, 

^K^mo (di) consiglio della comunità, 547. 
^ar<Jioo N. N., ingegnere, 303. 
^K. * » merdaio a Venexia, 556. 

*****«>, <«asa patrizia di Venezia. 

Alvise, de* Pregadi, qu. Pietro, da i. PjIo, 
^ 39, 54, 558. 

Filippo, fu savio a terraferma, de* Prega- 
^ di, qu. Dandolo, 39, 103, 568. 

Francesco, de* Pregadi, provveditore ali*ar- 
mare, bailo a Costantinopoli, qu. Dan- 
^ dolo, 54, 507, 508, 559. 

^ Oirolamo, di Nicolò, da san Polo, 133. 

'^ Maffio, qu. Benedetto, 565. 

MaiBo, qu. Francesco, fu dal Banco, 267, 
» 354. 

Nicolò, savio del Consiglio, dei XV savi 
sopra r estimo di Venezia, della Giunta, 
^et^ t^^ qu. Pietro, 29, 69, 176, 180, 560. 

ftt^^^X:^3 ì monsignore, v. Croy (de) Adriano. 
^^^^^^^ ^ (dJ) Marino, di Salò, 519. 
^J^ljj. ^^Tg (di) duca, V. WUrttemberg. 
^ ^ ^antoy commissario del duca di Milano nel- 
\«xercito della lega, 201. 
p^rtolioo Alessandro, di Tolmezzo, 343. 

» (di) Bernardino, bergamasco, residente a Sa- 
Cile, 65. 
Bertoso, soldato del conte di Cajazzo, 17. 
Beseno [Betem, Bitem) (di) Carlo conte, capo di fanti 

al servizio dell* arciduca d'Austria, 150, 219. 
Bezalù Pietro, spagnuolo dimorante a Venezia, 553. 
Bianco Domenico, qu. Giovanni, 514. 
Bidelnuso, v. Bidennuzio. 

Bidemuzio {Bidelnuzo) Antonio, capitano della comu- 
nità di Venzune, 65, 74, 142, 27d, 418, 419. 
Bigarelli N. N., padrone di nave, 515. 
Bigi {Bi4i] fazione di Firenze, 61. 
Blrago Pietro, 16, 17, 284. 
Biscardo, speziale ali* Insegna della Cerva in Venezia, 

553. 
Btsem, V. Beseno. 
Bisi, V. Bigi. 

Bisignaoo (di) principe, v. Sanseverino Pietro Antonio. 
Bitonte (di) marnbese, v. Acquaviva d'Aragona Giù- 

' Ilo Antonio. 
Blosio N. N., segretario del papa, 171. 
Ek>ccali Costantino, capo di cavalli leggieri, 322, 523. 
j» Teodoro, atradiotto neiresercito imperiale, 369. 



PERSONE E DI COSE 



618 



Bodo Ferencz, capitano ungherese, 122. 
Bolan monsig^nore (di) figlia, v. Boleyn Anna. 
Bolani, casa patrìzia di Venezia. 

9 Antonio, qu. Alvise, qu. Marco procuratore, 
145. 

» Domenico (erroneamente Marco) vlcepagatore 
neiresercito, provveditore a Monopoli.qo. Al- 
vise, qu. Marco procuratore, 217, 314, 436, 
532. 

» Francesco, fu del V alla Pace, qu. Giulio, 264. 

» Francesco, qu. Olroiamo, 56. 

» Maffio, de* Pregadi, qu. Pietro, 39, 102, 558. 

» Nicolò, auditore nuovo, sindaco in terraferma, 
qu. Giovanni, 5, 100, 102. 

» Sebastiano, salinaro a Cbioggia, qu. Giovanni, 
304. 

• Trojano il grande, qu Girolamo, 160, 245, 307. 
Boldù, casa patrizia di Venezia. 

» Angelo, qn. Antonio cavaliere, 57. 

» Benedetto, savio agli ordini, qu. Antonio cava- 
liere, 146, 172, 174, 837, 338, 424. 

» Francesco, fu capo dei XL, qu. Girolamo, 264, 
271. 

» Francesco, fu vicesopraoomito, qu. Girolamo, 
qu. Andrea, 263. 

» Giacomo, dei XL al civile, qu. Girolamo, 271. 

» Leonardo, qu. Pietro, 58. 

» Nicolò, fu savio agli ordini, dei XL al civile, 
qu. Girolamo, qu. Andrea, 149. 

» Pietro, fu podestà e capitano a Crema, savio a 

terraferma, avogadoredel Comune, qu. Leo* 

nardo, 25. 30, 41, 59, 174, 246, 255, 297, 

307, 319, 556. 

Boleyn Anna, figlia di Tomaso visconte di Rocbford, 

n. 

Bollo (da) Gatino, contestabile al servizio dei veneziani, 

807. 
Boltstein (Bolsianer), capitano al servizio deiraroiduca 

d* Austria, 272. 
Bon, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise dottore, avogadore del Comune, qu. Mi- 
cbele, 1 18, 159, 204, 228, 253, 257, 258, 270, 
274. 278, 279, 297. 
» Alvise, qu. Ottaviano, 54, 560. 
» Girolamo, dei X savi, sopra le decime, qu. Alvi- 
se, 55. 
» Ottaviano, di Alvise, 471. 
Bombergo, v. Bamberg. 
Bonaldi (di) Francesco, cittadino veneziano, 555. 

» I» Giovanni Antonio, cittadino veneziano, 

555. 
» » Giovanni [Zanetto) castaruol, 555. 
Bondimier o Bondumier, casa patrizia di Venezia. 

» Alessandro, fu sopracomlto, qu. Francesco, 

264,331,353. 
» Antonio, di Andrea, 161. 204. 

» Andrea, qu. Zanotto, 161, 204. 



619 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



e^ 



Bondimicr BcrnardiDO, provveditore ol Sale, qu. Giro* 
lamo, 560. 
9 Girolamo, de'Preeradi, qu.' Bernardo, 89i 

558. 
» Nicolò, fu sopracomito, di Andrea, 831, 

853. 
» Pietro, de'Preeradi, qu. Girolamo, 559. 

BoDifacio Roberto, marchese di Gira, 168. 
Bontempo Stefano, rag^ionato ali* ufficio dei camerlen- 
ghi del Comune, 809, 810. 
Bonzagrno Giovanni Battista, preposto Varadlnense, 
oratore del re d'Ungheria a Venezia, 52, 77, 122, 
125, 128, 184, 194, 217, 892, 480, 484. 
Bordighello (Bordegelo) Leonardo, 150. 
Borgete, v. Borgro (dal) Borghese. 
Borgia {Borges) Francesco, principe di Squillace, 166. 
Borgo (dai) Andrea, agente deiraroiduoa d'Austria, 
462, 494, 505, 506, 536. 
» (dal) Borghese, contestabile al servigio del ve- 

nesianif 181,282,546. 
» (del) Niooletto, di Valsugana, 401, 402. 
Borgogna (?) (di) duoa, 872. 
Borrello (di) conte, v. Pignatelli Camillo. 
Boeeo Michele, da Lovrana, 77. 
Bosnia (Botsina) (di) sangiacco o pascià, ▼. Usref Beg. 
Botinetto Andrea, cittadino veneziano, di Giovanni, 

555. 
Botoniense vescovo, v. Clerk. 
Botta Bernardino, cittadino renesiano, 555. 
BoTOllno Martino, vicario di Valtellina, 800, 801. 
Braìeoio (BratOt Fortebrazo) Oddo, di Bernardino, 24, 

99, 856. 
Bragadin, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise, de' Pregsdi, qu. Marco, 516. 

» Alvise, di Andrea, 57, 295. 

» Alvise, di Gregorio, 568. 

» Andrea, qu. Alvise procuratore, 54, 296. 

» Daniele, di Andrea, 57. 

» Domenico, fu ufficiale alla Dogana di mare, 

qu. Andrea, 263, 564. 
* Francesco, dei X savi sopra le decime, qu. 
Andrea, qu. Giacomo, da Manta Maria 
Formosa t 564. 
» Francesco, fu capitano delle galee di Bey- 

roth, qu. Vettore, 831,853. 
» Francesco, savio dei Consiglio, qu. Alvise 

procuratore, 29, 174, 176, 177, 234, 
808, 887, 557. 
» ' Giacomo, de' Pregadi, dei X savi sopra 
l'estimo di Venezia, qu. Daniele, 40, 
103, 558. 
» Girolamo, fu capo dei XL, sindaco, qu. An- 
drea, qu. Girolamo da campo Rusoh, 
58, 146, 548. 
» Lorenzo, fu capo del Consiglio dei X, della 

Giunta, qu. Francesco, 55, 846, 859. 
)» Marco, qu. Andrea, da san Severo, 208. 




Bragadiu Nicolò^ provveditore alla Cefalonia, qu. Vii* 

tore, 27, 470. 
» Paolo, qu. Giovanni Alvise, 431, 568. 

Brambis (di) duca, v. Brunswick. 
Bramino, fu capitano delle barche del Cooaiglio dei ^ 

545. 
Brandeburgo (di), casa principesca di Germania. 

» n Gioacchino, maroheae (conte), 8$^ 

879. 
Brandis (da) Lodovico, di Cividale, vicecapitano di Gì 

disoa, 60. 
» » N N , 60. 

Bransbaich o Bransbec (di) duca, v. Brunswick. 
Branswich (di) duca, v. Brunswick. 
Brasaco, v. Brazzaco. 

Brazo (dal) Francesco, cittadino veneziano, 555. 
» » Vincenzo, cittadino veneziano, Cfó5. 
» V. Braccio. 
Brazzaco (di) Antonio, cittadino di Udine, S72. 
Brenaro Jurl, esploratore, 42. 

Brescia (da) Feraclno, contestabile al servizio dei ve- 
neziani, 24, 99, 116, 183, 184, 310, 448, 
477, 491, 504, 509. 518, 544. 
» (di) comunità, 491, 492, 519, 880, 535. 
» (di) consiglio delia comunità, 85, 475, 482, 
491, 492, 503. 
^Bressan Matteo, proto nell'arsenale di Venezia, 827. 
Bressanone (di) preposto, oratore a Venezia dell* arci- 
duca d* Austria, 134, 808. 
» » véscovo, T. Austria (d') Giorgio. 

Bresvich (di) duca, v. Brnnsvick. 
Brexa, Brexan, v. Brescia, Bresean. 
Briani, casa patrizia di Venesia. 
» Marco, qu. Zaccaria, 264. 
Brlsigei soldati, cioè delie compagnie del condottieri 

di Naido di Brisighella, 402. 
Broccardo Giovanni Battista, avvocato dei Procuratori 

di a Marco, 287. 
Bronswich (di) duca, v. Brun8Wi«!k. 
Brucino (di) conte, v. Caracciolo Petrioone. 
Brunswick-Lunebourg (Auspruch, Bransbaich, Bre^ 
xvich, Bransvich, Bransbec, Srettick, Bramèis, 
Bruiovteh, Bronsvich, Ptamisbriceniis, Pronsbii, 
Prausbain, Priunsbaen, Pranwviek, Pftcisburg^ 
Puerslang, Prausbanieh) (di) duca, Enrico, il gio^ 
vane, 61, 62, 90, 214, 216. 219, 235, 844, 851, 
257, 260, 282, 299, 318, 327, 338, 834, 853, d58, 
863, 371. 874, 878, 881, 40.1, 419. 449, 459, 464, 
470, 472, 482, 483, 485, 494, 503, 505, 515, 
530. 
Brunswick (di) figlio del duca, 272. 
Bruzvich (di) duoa, v. Brunswick. 
Bua Mercurio, conte e cavaliere, capo di stradiotU al 
servizio dei veneziani, 116, 118, 119, 183, 124, 
856. 394, 896, 410. 
» Prodano, o Pergomo, capo di stradiotti al servi- 
zio dei veneziani, 856, 519, 518. 



6?l 



IKDICE DEI NO» DI PmSOHt B DI OOn 



G93 



Bncchfanieo (Vuchianefo) (di) marchese» ▼. Caracciolo 
Mariro. 

Bneclno (Brucino) (di) conte, y. Caraoeiolo Petrioone. 

Bacintoro, Davig^Iio di g^ala del do^ e della Signo- 
ria di Venezia, 485. 

Buffalo (di) Angelo, gentilaomo romano, 53, 297. 

Buriollo o Borrello (di) conte, t. Pigoatelli Camillo. 

Jiosicbio Giorgio, capo di strad ietti al servizio del ve- 
neziani, 368. 
>» N. N., di Mestre, 173. 



Cabanillla, t. Cayaniglia. 
Gabriel, v. Gabriel. 

Cadamosto {Cadetto) Ghirardo, agente del duca di Mi- 
lano presso Odetto di Foys, 338, 381, 382, 387, 
389. 
Cadeuo, t. Cadamosto. 

Cagnolin Giuseppe \Iteppo)i cittadino veneziano, 555. 
Gagnolo Mafflo, da Bergamo, capo di fanti al servizio 
de! veneziani, 79, 96, 99, 104, 107, 108, 119, 182, 
855, 529. 
CaiaaBO (di) conte, v. Sanseverino Roberto. 
Gaieiani, v. Gaetani. 
Calabrese, nome di una galea dell* armata imperiale, 

467. 
Calbo, easa patrizia di Venezia. 
» Antonio, fu podestà e capitano a Bacila, qo. Gi- 
rolamo, 265. 
Calepino (da Calappio) Andrea, condottiero, 278. 
Galeae, v. Nicbesola (di) G alese. 
Calva Bartolomeo, cittadino veneziano, 555. 
Calceran Zoppello, spagnnole dimorante a Venezia, 

553. 
Camerino (di) signori, v. Varano. 
Camillo signor, v. Orsini. 

Campagna (di) contessa, di casa Gardena, 170. NB. Nel- 
r anno 1528 era eonte di Campagna Ferrante Orsi- 
ni, il quale ebbe per moglie in prime nozze Beatrice 
di Giacomo Alfonso di Matteo FerriUo, ed in se- 
conde nozze Maria de Vernai Casiriotta Seemder' 
beg ; deve essere quindi incorso errore noU*indÌoare 
il casato della contessa di Campagna. 
Campeggi [Campezo) Alessandro vescovo di Bologna,53. 
• Lorenzo, cardinale prete del titolo di s. To- 
maso in pariek, 13, 158, 336, 889, 406, 
412. 
» N. N., 141. 
Campo Fregoso, t. Fregoso. 
Camponescbi Francesco, figlio di Lodovico Franco fa 

conte di Montorio, 9, 10, 882, 888. 
Canal (da), casa patrizia di Venezia. 
» Agostino, fa provveditore a Romano, qa. 

Paolo, 246, 270. 
» Angelo, di Vincenzo, 665. 

a Bartolomeo, auditore nuovo, aiodaco in 



terraferma, qu. Marino, 5, 100, 118, 
162. 
Canal (da) Giovanni Francesco, capo dei XL, qu. 

Pietro, 58, 146, 172, 174, 351, 853, 
861. 
» Girolamo, castellano a Padova, qu. An- 

tonio, 354. 
» Girolamo, ftk provveditore generale in 

Dalmazia, fu capitano al Golfo, di 
Bernardino, 57, 102, 217, 255, 479, 
483, 490, 496, 500. 
» Nicolò, podestà a Cologna, 26. 

>» Vitale, qu. Marino, 145. 

Canal (da) Girolamo (cittadino), segretario dell' ora- 
tore in Francia Sebastiano QtusliAian, 
364. 
Candiano N. N., 478. 
Canea (della) oratori a Venezia, 67. 
Canossa (di) Lodovico, già vescovo di Tricarico, ve- 
scovo di Bajeuz, oratore di Francia a Venezia, 
36, 52, 184, 188, 194, 200, 201, 209, 213, 217, 
220, 258, 256, 281, 291^ 995, 996, 308, 354, 364, 
365, 366, 373, 378, 392, 393, 413, 426. 
Cantelmo Giovanni, conto di Popoli, 168^ 
Caodivacba, ▼. Capodivacoa. 

Capaccio [Capaw) (di) conto, ▼. Sanse verino Gu- 
glielmo. 
Capello, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise, fti de* Pregadi, provveditore sopra la 
Sanità, qu. Girolamo^ qu. PraaAesco, da 
9ania Maria MaUr Domini, 56, 220, 252, 
556. 
» Antonio, procuratore, qu. Battista, qu. Ma- 
rino, 54, 181, 558. 
» Antonio, qu. Leonardo, 68. 
9 Bernardo, de* Pregadi, di Lorenzo, 661. 
» Carlo, capo del XL, qu. Francesco cavaliere, 
12, 25, 29, 41, 58, 63, 115, 167, 806, 
899, 556. 
» Gristofbro, capitano a Brescia, qu. France- 
sco cavaliere, 296. 
» Domenico, qu. Nicolò, 480, 568. 
» Domenico il grande^ fu Capo del Consiglio 
dei X, della Giunta, qu. Carle, da ian 
Poh, 55, 102, 559. 
» Filippo, savio a torraferma, qu. Lorenzo, qu. 
Giovanni procuratore, 26, 8(>, 35, 40, 41, 
59, 68, 124, 174, 234, 309, 311, 432, 451, 
452, 454, 479, 498, 523, 524, 557. 
» Giovanni, de*Pregadi, qu. Lorenio» 174, 564. 
» Marino, qu. Battista, 295. 
w Nicolò, di Domenico, 57. 
» Paolo, cavaliere, procuratore, qu. Vettore, 

59, 194, 209, 820, 532. 
» Paolo, di Domenico, 480. 
» Pietro, qu. Franoetoo oavaliere^ 147, 178^ 266» 
» Bilvano dal ^aneo, qu. Leopardo, 68. 



623 



INDICE DEI NOMI Di PERSONE E DI OO^E 



Capello Simeone, tu al luo^o di Procaratore sopra 

gli atti dei sopragastaldi, de' Pregadi, qa. 

Domenico, 55, 103, 246, 558. 

» Vincenzo, fu consigliere, capo del Consiglio 

dei X, qu. Nicolò, 55, 161, 172, 557. 

Capodivacca Antonio, dottore e cavaliere, cittadino 

padovano, 19, 26, 531. 
Caprioli (Cavriol) Antonio, bresciano, 281, 282, 383, 

465, 467. 
Capua (di) casa nobile del regno di Napoli. 

» Giovanni Francesco, conte di Falena, 169. 

» Loise, conte di Altavilla, 168. 

» Maria, duchessa di Termoli, 168. 

» arcivescovo, v. Schomberg. 

Caracciolo (Caraioh) casa nobilissima del regno di 

Napoli. 
» Cola Maria, marchese di Castellanetta, 167. 

« Giovanni, principe di Melfi, 183, 212, 214, 

215. 
» Giovanni Battista, duca di Martina, conte 

di Nicastro, 167, 169. 
» Giovanni Francesco, conte di Sani' An- 

gelo, 168. * 
» Giulio Cesare, marchese di Atella, 167. 

» Marino, cavaliere gerosolimitano, protono- 

tarlo apostolico, figlio di Domizio, 494. 
» Marino, marchese di Bucchianico, 167. 

» Petricone, conte di Buccino, 170. 

Carafa, casa nobilissima del regno di Napoli. 
» Alberico, duca di Ariano, 167. 
» Antonio, conte di Aliano, principe di Stiglia» 
no [Stiano), 166, 167, 530. 

• Antonio (di) due figli, 530. 

» Diomede, conte di Maddaloni, 168. 
» Fabrizio, conte di Ruvo, 169. 
» Ferrante, duca di Nocera, conte di Suriano, 
167, 169. 

• Galeotto, conte di Santa Severìfìa, 168. 

» Giovanni Alfonso, conte di Montorio, 169. NB. 
Sotto il nome di conti di Montorio tro- 
vane! ricordati anche i feudatari di casa 
Camponeschi, precedenti ai Carafa. 
» Giovanni Battista, conte di Gretteria, 169. 
» Giovanni Francesco, conte di Montecalvo, 169. 
» Giovanni Tommaso, conte di Cerrito, 170. 
» Giovanni Vincenzo, marchese di Montesar- 

cbio, conte di Airola, 167, 169. 
» PierantoniOy conte di Pollcastro, 169. 
Caravaggio (da) Pietro, vicario di Montechiaro, 520, 

535, 536. 
Carazolo, v. Caracciolo. 
Carbonella, maestro delle poste imperiali a Napoli, 

468. 
Cardinale in Inghilterra, v. Wolsey. 
Cardinali (in generale), e collegi-, 97, 235, 260. 
Cardinet (di) Ferrante, marchese di Lalno, 168. 
Gardena (di) casa nobilissima del regno di Napoli. 



Cardona Antonio, marchese della Padala, conte 
Colisano, 167. 

» Ferdinando, conte di Alvlto, Grande al 
rante del regno, 168. 

» Maria, contessa di Avellino, 170. 
Carlovich Giovanni, conte di Corbavia, 43. 
Caroldo Giovanni Giacomo, segretario ducale vene 

ziano, 249. 
Carpi (di) Alberto, v. Pio. 
Casali (de) [Caxalio), nobile famìglia di Bologna. 



di 



» 



Giovanni Battista, protonotario 
apostolico, oratore, a Vene- 
zia del re d'Inghilterra, 52, 
66, 126, 128, 191, 209, 213, 
217, 2*20, 242, 258, 289, 295, 
296, 298, 392. 417, 426, 470, 
480, 484, 543, 546. 
» » Gregorio , cavaliere , tesoriere 

del re d* Inghilterra e sno 
oratore a Roma, 416, 426. 
Cassim pascià, bilarbeì della Grecia, 47, 380. 
Castellalto* (di) Francesco, conte, capitano di Trento, 
44, 136, 150, 181, 188, 215, 216, 219, 220, 224, 
235, 244, 276, 278, 282, 283, 288, 318, 823, 353, 
372, 401, 402, 425. 
Castellari Bernardino, detto dalla Barba, vescovo di 

Casale in Monferrato, 68, 390. 
Castellanetta (di) marchese, v. Caracciolo Cola Maria. 
Castelli Adriano, cardinale prete del titolo di s. Grì- 

sogono, 53. 
Castello (da) Antonio, colonnello al servizio dei ve- 
neziani, 49, 84, 99, 105, 152, 180, 197, 
« 209, 213, 220, 243, 268, 269, 282, 265, 
354, 365, £94, 395, 396, 422, 427, 429, 
459, 482, 504, 520, 522, 544. 
(da) Antonio, contestabile neir esercito dei 

veneziani, v. Roso, 
(da) Maria o Mariano, o Giovanni Maria, 
contestabile in Brescia, 16, 24, 99, 119, 
124, 448. 
Castelnuovo (da) Battistino, capitano neiresercito im- 

perlaio, 118. 
Castiglione (de) Alvise, v. Gonzaga. 

» (di) Giovanni Girolamo, 382, 384. 

» (di) N. N. presidente di Milano, 202, 207. 

Caation, v. Castiglione. 

Castriotta Scanderbech, casa nobile del regno di 
Napoli. 
» Alfonso, marchese d'Atripalda, 167. 
» Ferrante, duca di s. Pietro In Oalatina, 

167, 368, 369. 
» Giovanna, marchesa di Civita SanVAn* 

gelo, 168. 
o Maria, duchessa di Ferrandina, 168. 
Castro (de) Giovanni Battista, capo di cavalli leer- 
gieri al servizio dei veneziani, 14, 15, 16, 156, 
203, 207, 292, 8)0, 801, 355. 



» 



» 



^5 



KDICE m NOMI DI PERSONE E DI COSE 



626 



CastroTiIIari (di) dnca, ▼. Spinello Ferrante. 
Cattolico re, t. Austria (di) Carlo. 
Carslcanti Bartolomeo, floreiitlno, 386. 
Cavalletto (dal) Guiscardo, cittadino veneziano, 554. 
Cavalli (di), casa patrizia di Venezia. 

» Giovanni, qn. Francesco, 430, 567. 

a Giovanni, qu. Nicolò, 57. 

» Girolamo, qu. Corrado, 178. . 

» Marino, Cattavere, di Sigismondo, 56, 319. 

» Sigismondo, Ai provveditore esecutore 

neir esercito, qu. Nicolò, 246, 255, 
830, 560. 
Ca vaniglia Troiano, conte di Montella, 169. 
Cavaiaa Costantino, segretario ducale veMeziano, 426. 
Cavigni (di) monsignore, li. 
Cavil (da) Filippo, di Valtellina, 400. 
Cavriol, V. Caprioli. 
Cazalio V. Casali. 
Cenami Pandolfo, mercante Inechose a Venezia, 20, 

555. 
Cei»eda (di) vescovo, v. Orimani Giovanni. 
Cere (da) Pietro Giorgio, capo di fanti, 284. 

» Renzo, v. Orsini. 

Cereaari Lodovico (o Girolamo), agente del marchese 
di Mantova nell' esercito del confederati, 9, 10, 26, 
27, 36, 71, 88, 138. 
Cerrito (di) conte, v. CaraAi Giovanni Tommaso. 
Cervia (di) Francesco, fuoruscito, 6. 
» Oardellino, fuoruscito, 6. 

Cesare signor, t. Fregoeo. 
n N. N. mercante milanese, dimorante a Tre* 
viso, 291, 418. 
Cesarea Maestà, o Cesare, v. Austria (d*) Carlo. 
Cesena (di) vescovo, v. Spiriti Cristoforo. 
Cesi Paolo, cardinale diacono del titolo di Sant*Eu- 
staochio, 13, 28, 235, 254, 415. 
» Ottavio (Angelo), vescovo di Cervia, 253, 254. 
Cava (Seva) Doria Giacomo, genovese, 553. 
Challon (di) Filiberto, principe di Grange, 133, 241, 

354, 491. 
Chavi (da) Prospero, v. Colonna Prosperetto. 
Chelani Andrea, v. Chelmi, 

Cbelmi (Chelani) Andrea, capo di atradiotti al servi- 
zio dei veneziani, 365. 
Cberea Franceaoo, lacobese, attore drammatico a Ve* 

nesla, 478. 
Cbiario Nicolò, qu. Giuliano, 861. 
Chiesa (cattolica) o Sede apostolica, 85, 170, 171, 

172, 860, 880. 
Chiodo Aurelio, veronese, 514. 
Cbisamo (di) vescovo, v. Dolce. 
Cbizzola Battista, prete di Brescia, 256. 
Cibo Innocenzo, cardinale diacono del titolo di santa 
Maria in Dominica, Legato in Bologna, 85, 
890. 
» Lorenzo, fratello del cardinale, studente nel- 
I* università di Padova, 6L 

/ Diaria di M. Sàkuto. *- Tom. Il VII 



Cieo Marco, calafato di Monopoli, 533. 
Cicogna {Ziffogna), casa patrizia di Venezia. 

• Sebastiano, savio agli ordini, qu. Marco, 
qu. Francesco, 56. 
Cigrigni Filippo,, cittadino veneziano, qu. Benedetto, 

860. 
Cinami, v. Cenami. 
Cingoli [Siguli] (da) Giovanni Antonio, capo di fanti 

al servizio dei veneziani, 443, 490. 
Cipelli Battista Ignazio, prete e letterato veneziano, 

53. 
Cittadino Evangelista, segretario di Teodoro Trivul- 

zio, 77, 209, 211. 
Civena (Ciena) Francesco, vicentino, 553, 554. 
Civilu, conte di Monturri, v. Zurlo. 
Civita Sant'Angelo (di) marchesa, v. Castriotta Gio- 
vanna. 
Civran [Sivran), casa patrizia di Venezia. 

» Andrea, provveditore degli stradiotti, qu. Pie- 
tro, 137. 246, 324, 366, 367, 465. 
» Bertuccio, de* Pregadi, savio sopra V estimo 
di Venezia, qu. Pietro, 55, 177, 607, 503, 
559. 
» Cristoforo, qu. Pietro, 137, 366, 367. 
» Donato, qu. Pietro, 265. 
» Gaspare, di Andrea, 869. 
Claudio conte, v. Rangoni. 
Clautgrof de Lus (?) tedesco, 380. 
Clerk Giovanni, dottore, vescovo di Bath (di Bada o 
Botoniense) e Wells, oratore straordinario d* In- 
ghilterra in Francia, 197, 240, 474, 534. 
Clero veneto e del dominio, 198, 200, 217, 307, 311, 

312, 393, 398, 899, 501, 525, 526, 527, 539. 
elea (di) Bernardo, vescovo di Trento, 161, 228, 215, 
428. 
» N. N. fratello del vescovo, 228. 

elusone (di) Agostino, contestabile al servizio dei ve- 
neziani, 79, 95, 111, 112, 116, 119, 
182, 195, 202, 203, 259, 284, 354, 
443, 444, 478, 490, 530, 535, 540. 
» Bruno, contestabile al servizio dei vene* 

ziani, 445, 447, 476. 
Cocco, casa patrizia di Venezia. 

n Francesco, qu. Antonio, 430, 568. 
CoiJ (de) don Pietro, capitano neirarmata di Spagna, 

889. 
Colisano (di) conte, v. Gardena (de) Antonio. 
Coloerna (di) consiglio della comunità, 28. 
Colombina (dalla) Matteo, cittadino veneziano, 556. 
Colonna, Colonneai, famìgha principale e fazione di 
Roma, 41, 68. 
» Ascauio, Gran contestabile del regno di Na- 
poli, qu. Fabrizio, 166, 360, 385, 387, 
388, 389, 390, 411, 416, 467, 468. 
n Camillo, qu. Marcello, 380. 
» Isabella, qu. Vespasiano, 2o9, 421, 440. 
» Marzio, qu. Ottaviano, 189. 

40 



627 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE B DI COSE 



698 



Colonna Pompeo, vescovo di Rieti, cardinale prete 
del titolo dei santi Apostoli, qu. Giro- 
laoio, 28, 270, 336, 348, 349, 350, 354, 
859, 360, 389, 391, 406, 412. 
» Prospero (ricordato), 421. 
» Prosperetto, signore di Cave, figlio di Gior- 
dano duca di Maral, 416, 421, 439. 
» Sciarra (Sara), naturale del qu. Fabrizio, 

35, 336, 341, 359, 390, 416, 421, 439. 
» Scipione, vescovo di Rieti, qu. Marcello, 

390. 
» Vespasiano, duca di Tractto, qu. Prospero, 

166, 359, 421. 
» Vespasiano (di) vedova, Giulia di Lodovico 
Gonzaga da Bozzolo, 359. 
Colorno (da) Alessandro, contestabile al servizio dei 

veneziani, qu. Giannone, 330. 
Colpano Tommaso, dottore, oratore a Venezia della 

comunità di Verona, 20. 
Cornino, uomo d'armi del marchese di Mantova, 140. 
Como (da) Battista, qu. Marc' Antonio, esploratore, 

282. 

»• 

Concordia (di) vescovo, v. Argentino. 
Condaiani (di) conte, v. Marnilo. 
Contarini, casa patrizia di Venezia. 
* » Agostino, fa patrono di una galea di Bar- 

barla, di Maro* Antonio, 265. 

n Alessandro , fu capitano delie galee di 
Barbarla, qu. Andrea, qu. Pandolfo, 
331. 353, 499. 

» Ambrogio, fu camerlengo del Comune, 

qu. Andrea, da san Felice, 145, 262, 
270, 314. 

» Antonio, fu podestà a Vicenza, qu. Carlo, 
306. 

» Antonio, qu. Gentile, qu. Andrea procu- 

ratore, 146. 

» Bernardo, qu. Teodosio, 57, 564. 

» Bertuccio, capitano delle galee di Alessan- 
dria; qu. Andrea, 53, 62, 811, 331. 

» Carlo, provveditore generale, di Panfilo, 

60, 90, 93, 101, 103, 101, 117, 134, 135, 
143, 153, 154, 160, 178, 181, 190, 208, 
213, 214, 218, 220, 235, 237, 243, 259, 
268, 209, 280, 281, 282, 285, 292, 293, 
296, 297, 805, 812, 313, 314, 315, 318, 
320, 321, 323, 332, 342, 353, 356, 362, 
863, 365, 371, 374, 888, 404, 408, 414, 
417, 423, -25, 428, 436, 437, 444, 449, 
450, 459, 462, 463, 469, 474, 477, 480, 
481, 485, 490, 496, 500, 602, 514, 517, 
530, 532, 535, 538, 545, 516. 

» Dionisio, qu. Andrea, 568. 

» Domenico, di Marc'Antonio, da san Felice, 
263. 

» Domenico, consigliere, qu. Maffio, 172, 
174, 340, 453, 498, 557. 



Contarini Fantino, qu. Paolo, 563. 

» Federico {Ferigo), qu. Aoibrogìo, 57, 566. 

» Federico [Ferigo), qu. Giovanni Alvise, 57, 

252. 
» Francesco, fu capitano delle galee di Bar- 

barla, qu. Alvise, 499. 
» Francesco, qu. Zaccaria cavaliere, 351, 

565. 
» Gaspare, della Giunta, oratore al Papa, 

qu. Alvise, 55, 305, 364, 892, 399. 405, 
424, 470, 479, 500, 501, 530, 559. 
» Giorgio, fu provveditore sopra gli estimi, 

qu. Lorenzo, 270. 
» Giovanni da Londra, fu podestà a Vicenza, 

de' Pregadi, qu. Alvise, qu. Bertuccio 
procuratore, da tanta Oiuttina, 55, 
160, 179, 245, 307, 561. 

» Giovanni, provveditore dell* armata , di 

Marc* Antonio, detto Cazadiavoli, 127, 
281, 294, 337. 340. 

» Giovanni, qu. Alvise, da sant' Agostino, 
249. 

» Girolamo, provveditore sopra le camere, 
qu. Taddeo, 55, 356, 560. 

» Giulio, dal Znffo, provveditore sopra gli 

uffici e cose del regno di Cipro, qu. 
Giorgio cavaliere, 564. 

» Giusto, provveditore al Sale, qu. Lorenzo, 

qu. Giorgio, 560. 

» Lorenzo, dei Pregadi, qu. Antonio, 55, 
559. 

» Marc* Antonio, dalla Pallada, avogadore 

del Comune, qu. Andrea, 54, 62, 67, 
103, 112, 127, 159, 162, 352, 462, 524, 
563. 

» Marc* Antonio, fu savio a terraferma, qu. 
Michele, 160, 245, 507. 

» Maro* Antonio, qu. Alvise, 179. 

V Marco, qu. Taddeo, qu. Andrea procura- 

tore, 58. 

» Marco, fu provveditore a Peschiera, sin- 
daco, qu. Taddeo, qu. Andrea procu- 
ratore, 499, 543. 

» Marco, qu. Zaccaria cavaliere, 295, 296. 

» Marino, qu. Bartolomeo, 57. 

» Natalino, fu de* Pregadi, provveditore so- 
pra le fabbriche di Padova, qu. Lo- 
renzo, 146. 

• Natalino, fu provveditore al Sale, de^Pre- 

gadi, qu. Girolamo, qu. Stefano procu- 
ratore, 88, 59, 102, 558. 

» Pandolfo, patrono di nave, 248. 

» Paolo, qu. Zaccaria cavaliere, 351. 

» Pietro, fu avogadore del Comune, qu. Al- 
vise, 59, 560. 

9 Ruggiero, fa ufficiale alle Ragioni vec- 
chie, provveditore sopra la sanità, qu. 



629 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



630 



Bernardo, 63, 79, 81, 155, 160, 245, 
307. 
3» Santo, 'capitano a Padova, qu. Stefano. 18, 

42, 254, 361, 539. 
» Sebastiano cavaliere, qu. Sebastiano, 54. 
» Simeone, qu. Alvise, 563. 

» Taddeo, qu. Nicolò, 566. 

» Tommaso, cavaliere, conte del Zaffo, qu. 

Giorgio cavaliere, 54. 
» Tommaso, fu bailo a Costantinopoli, ora- 
tore al Gran Sultano, qu. Michele, 34, 
65, 95, 101, J12, 135, 210, 237, 335, 
471, 507. 
# Tommaso, qu. Alvise, 57. 
Conte (il), V. Boria Filippino. 
Conversano (di) conte, v. Acquaviva d' Aragona Giulio 

Antonio. 
Conia (di) conte, v. Gesualdo Fabrizio. 
Coppo, casa patrizia di Venezia. 

» Nicolò, della Giunta, qu. Giacomo, 556. 
Corbavia (di) conte, v. Carlovicb. 
Cordes (de) Pietro, 553, 554. 
Cordova o Corduba (di) Elvira, duchessa di Sessa, 

168. 
Còrer, v. Correr. 
Corezo, v. Correggio. 
Cormons [Cremons) (da) Cristoforo, 183. 
Corner o Cornaro {Cornelio), casa patrizia di Venezia. 

» » Andrea, abate commendatario deU 

r abbazia di s. Zeno in Verona, 
di Giacomo, qu. Giorgio cava- 
liere e procuratore, 532. 

» » Fantino, dalla Piseopia, de' Prega- 

di, qu. Girolamo, 59, 566. 

» » Filippo, fu giudice di Petizione, dei 

XL al civile, qu. Girolamo, 271, 
298, 332, 499. 

» » Francesco, cavaliere e procuratore, 

creato cardinale del titolo di san 
Pancrazio, qu. Giorgio cavaliere 
e procuratore, 336, 463, 480, 
516, 532. 

» » Giacomo, qu. Giorgio cavaliere e 

procuratore, 329, 532, 563. 

» » Giovanni, qu. Giorgia cavaliere e 

procuratore, 186, 329, 532. . 

9 » Giovanni, fu podestà a Noale, qu. 

Alvise, 263. 

» » Girolamo, capitano in Candia, qu. 

Giorgio cavaliere e procuratore, 
237. 

» » Marc' Antonio, capo dei XL, qu. Ni- 

colò, 361, 433, 556. 

» * Marc' Antonio, dei X savi sopra le 

decime, qu. Giovanni, 561. 

» » Marc' Antonio, fu provveditore del 

Comune, provveditore sopra il 



I 



cottimo di Damasco, qu. Paolo, 
181, 307, 561. 
Corner o Cornaro Marco, abate di s. Stefano di Car<« 

rara, di Girolamo, qu. Giorgio 
cavaliere e procuratore, 532. 
» » Marco, provveditore dei 0)maDe> 

qu. Donato, 55. 
» » Marino, capo del Ck)nsiglio dei X, 

qu. Paolo, 5, 60, 112,558. 
» » Andrea, arcivescovo di Spalato, fi- 

glio naturale di Giorgio cava* 
liere e procuratore, 53, 336,463, 
632. 
9 » Marco, abate di s. Bona in Vidor, 

figlio naturale di Francesco ca- 
valiere e procuratore, 532. 
Corona Francesco, mercante all' insegna della Sirena 

in Venezia, 555. 
Coroneo Giovanni, capo di stradiotti al servizio dei ve- 
neziani, 137, 860. 
Corradino capitano, v. Glurn. 
Correggio {Corezo) (dehAndrea, di Macone, contesta* 

bile al servizio dei veneziani, 182, 355, 501, 522. 
Correr o Corraro, casa patrizia di Venezia. 

» » Angelo, de' Pregadi, qu. Giovanni, 

55,561. 
» » Antonio, qu. Giovanni, 56, 86. 

Corsari dei mari di Levante e dell'Adriatico, 291. 
Corso Andrea, contestabile al servizio dei veneziani, 
504, 522. 
» Mariano, contestabile al servizio dei veneziani, 

181, 237, 442, 443, 490. 
•» Pietro, capo delle barche di Chioggia, 113. 
Pietro Antonio, contestabile al servizio dei ve- 
neziani, 504, 522. 
Corte (da) Benedetto, oratore del duca di Milano a 
Venezia, 29, 52, 62, 73, 85, 93, 96, 
108, 116, 128, 133, 134, 136, 152, 188, 
194,208,209,210, 213, 217, 220, 224, 
242, 248, 258, 273, 295, 296, 320, 328, 
831, 361, 365, 892, 397, 413, 417, 447, 
459, 480, 484, 500, 513, 516, 532, 542, 
543, 546. 
» Matteo, dottore, professore di medicina nel - 

r università di Padova, 136. 
Corteregia {Curteregia) (da) Lodovico, contestabile al 

servizio dei veneziani, 182, 186, 490. 
Cortivo (dal) Andrea, scrivano all' ufficio sopra il re- 
gno di Cipro, 8 i, 179, 190. 
Corto Franceschino, professore neli' università di Pa- 
dova, 194. 
Ck)rus (da) Giovanni Francesco, prete bresciano, 366. 
Cesco (Cono), contestabile al servizio dei veneziani, 
98, 109. 117, 119, 182, 315, 317, 355, 445, 446, 
447, 448, 459, 478, 480, 531, 533, 539. 
Costantini Giovanni Battista, scrivano all' ufficio sopra 
il regno di'Cipro, 84, 179, 190. 



631 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



Coemer, v. Oasmaier. 

Costanza (di) vescovo, v. Maerklin. 

Costanzo (de) Tommaso, capo di cavalli legrgieri al 
servizio dei veneziani, 120. 

Crema (di) consiglio della comunità, 29. 

Cremona (da) Lodovico, capo di fanti al servizio dei 
veneziani, 443, 444. 
» (di) castellano, v. Picenardi. 

Cremons, v. Cormons. 

Crespo Giovanni, duca di Nasso {Nixia)^ 275. 

Cristianissimo re. Cristianissima Maestà, v. Francia. 

Crivelli Lodrisio {Ludrifo), inviato del castellano di 
Musso al provveditore generale neir esercito dei 
yeneziani, 252, 268. 

Crocco (?) capitano di archlbusieri nell' esercito fran- 
cese, 882, 386, 388. 

Croce {Crowe) Francesco, 238. 
» A> (della) Sebastiano, cittadino veneziano, di 

Bartolomeo, 555. 

Croie, V. Croce. 

Croy (de) Adriano, signore di Beaurein {Baroe), 360. 

Canaletto Cecco, di Chioggia, i73. 

Cupi Giovanni Domenico, arcivescovo di Trani, cardi- 
nale del titolo di s. Giovanni ante portam laiinam, 
53, 291, 297. 

Curteregia, v. Corteregia. 

Curtogli {Curiqgoli), corsaro turco, 100, 102. 

Cuzina Zauetto, cittadino veneziano, 555. 



Daja Mancino (Dagi Maclin) capitano nell'armata 

spagnuola, 383, 387, 388. 
Dalbon Francesco, cittadino veneziano, 555. 
Dandolo, casa patrizia di Venezia. 

» Antonio, della Giunta, qu. Girolamo, 55, 367, 

560. 
» Daniele, della Giunta, qu. Andrea, 39, 59, 

559. 
» Francesco, sopracomito, qu. Giovanni, 5, 25, 

134, 331. 
» Giovanni Antonio, savio sopra le acque, qu. 

Francesco, 59, 329, 564. 
» Marc' Antonio, qu. Giovanni, 568. 
» Marco, dottore e cavaliere, savio del Consi- 
glio, qu. Andrea, 51, 160, 172, 173, 174, 
200, 233, 308, 352, 431, 52i, 657. 
» Marco, qu. Paolo, 58. 
Darò Ambrogio, milanese dimorante a Venezia, 555. 
Davalos, v. Avalos. 

Degano, capitano grigione, v. Salis (de) Tegen. 
Delasso, conte di Ogento, v. Balzo (del) Francesco. 
Deliceto (di) marchese, v. Piccolomiol Gio. Batta. 
Dentini Morgante, capitano, 97. 

Depentor (pittore) Francesco, esploratore, 121. 1 

Desser Girolamo, genovese, dimorante a Venezia, 553. { 



Detrico [Tetrico) Nicolò, capo di stradiotti al aerv 

dei veneziani, 355. 
Diedo, casa patrizia di Venezia. 
• Domenico, fu salinaro a Chioggia, qu. Vito, 

264. 
» Francesco, provveditore del Comune, di Al- 
vise, 56. 
» Girolamo, capo di fanti, qu. Giovanni, 261. 
» Girolamo, qu. Andrea, 57. 
» Pietro, qu. Francesco dottore, 559. 

• » Vettore, podestà e capitano a Rovigo, qu. Bal- 

dassare, 421, 423, 462, 486, 536. 
Divara, v. Guevara. 
Dietrichstein [LietUtane] signori in Carintia. 

•» Nicolò V, 224. 

\>o\f»(Bolte) Alessandro, cittadino veneziano, qu. Ago- 
stino, 514. 
» » Andrea, cittadino veneziano, scrivano 
alla Camera dei prestiti, qu. Seba^ 
stiano, 514, 361. 
y» V Daniele, cittadino veneziano, 651. 
» i> Michele, vescovo di Qssamo, 53, 220. 
Doge di Venezia, v. G ritti Andrea. 
Dolfln Delfino, casa patrizia di Venezia. 
» V Al moro, fu camerlengo a Padova, pa« 

gatore neir esercito, qu. Alvisa» 
146, 516. 
» » Alvise, qu. Girolamo, 430, 567. 

» » Andrea, qu. Giovanni, 431, 568. 

» » Daniele, qu. Giovanni, 431, 568. 

• » Giacomo, patrono airarsenale, qu. Al- 

vise, da »anV Angelo, 561. 

• » Giovanni, avogadore del Comune, di 

Lorenzo, 81, 179. 190, 205, 258, 
267, 270. 281, 664. 
» » Girolamo, qu. Marco, 266. 

y> » Vettore, provveditore sopra i dazi, qu. 

Nicolò, 656. 
Dona [Donato), due diverse case patrizie di Venezia. 
• Alessandro, Ux vicesopracomito, qu. Paolo, qa. 
Francesco, da Murano, 265, 271, 274, 287, 
332, 499. 
» Almorò. della Giunta, qu. Pietro, 69, 659. 
» Almorò (di) moglie, 398. 
» Alvise; qu. Girolamo dottore, 133. 
» Antonio, camerlengo e castellano a Cattaro, di 

Marco, 271. 
» Antonio, de'Pregadi, qu. Bartolomeo, 367, 561. 
» Filippo, capitano a Raspo, 141, 209. 
» Francesco cavaliere, consigliere, qu. Alvise, 6, 
29, 33, 41, 59, 115, 161, 163, 164, 172, 337, 
338, 432, 453, 557. 
» Giovanni, camerlengo a Padova, di Vincenzo, 

531. 
» Giovanni, de* Pregadi, qu. Alvise, 565. 
» Marco, qu. Girolamo dottore, qu. Antonio cava- 
liere, 263, 271. 




633 



tMDiCB DO NOMI DI PEBSOMB B DI 0011 



63i 



II 



Dona NIeolò, de*Prefir»d!, qu, Giacomo, W6. 
« Nicolò, fu capitano delle galee di Beyruth, di 
Andrea, qu. Antonio cavaliere, 265, 331, 353, 

499. 

N. N., camerlengo a Verona, 3S0. 
Paolo, fti coMigllere, dell» Giunta, qu. Pietro, 
59, 102, 559. 
> Pietro, de' Pregadi, qu. AUlae, 565. 
» Tommaso, provveditore a Cividale, qu. Nicolò, 

65, 73, 297. 
» Vettore, de' Pregadi, qu. Franoeaco, 367, 656. 
Doria, casa magnatizia di Genova 
» Andrea, capitano di galee, 178, 191, 304, 339, 
847,318, 349, 351, 359, 384, 385, 388, 389, 
890,40<S,4n, 415. 
m Filippino, conte, 152, 328, 859. 381. 382, 885, 
386, 891. 412, 415, 493, 508, 516. 
Dorlmbergo, v. Norimberga. 
Dresano, v. Trisslno. 
Dubio Michele, cittadino veneiiano, 247. 
Duca (II), V. Rovere (della) Francesco Maria. 
Dugnano (da) Gian Giacomo, milanese, dimorante a 

Venezia, 554. 
Dngolin Alvise, cittadino veneziano, 555. 
Duodo, casa patrizia di Venezia. 

» Giovanni Alvise, fti capo del Consiglio dei X, 
della Giunta, qu. Pietro, 177, 180, 559. 
Nicolò (cittadino), qu. Marco, 553, 555. 
Pietro, qu. Francesco, 566. 
Tommaso (cittadino), padrone di na^e, qu. Gi- 
rolamo, 555. 
Duprat Antonio, vescovo di Sena, cardinale del titolo 
di sant'Anastasia, gran cancelliere di Francia, 335, 
364, 474, 484. 
Dttvea Girolamo, mercante a Venezia, 555. 



» 
» 



892, 893, 899, 421, 424, 432, 452, 464, 479, 
485, 490, 496, 500, 602, 514, 517, 530, 532, 
535, 538. 
RrdOd (d') Simeone, vescovo di Zagabria od Agram, 

80, 123. 
Brizzo, casa patrisia di Venetia. 

» Antonio, provveditore sopra la revisione dei 

conti, qu. Battista, 661. 
» Antonio, qu. Sebastiano, 480, 567. 
>» Filippo, qu. Francesco, 69. 
Este (d'), casa del duchi di Ferrara. 

» Alfonso, duca, 62, 123, 188, 197. 269, 812, 
372, 892, 396, 399, 421, 424, 471, 474, 
479, 485, 683. 
» Ercole, figlio primogenito del duca, 62, 

485. 
» oratore del duca a Venezia, v. Alvarotto 

Giacomo. 
Este (da) Nicolo, corriere, 184, 






Ebrei, popolo, 229. 

Egmont (d') Carlo, duca di Gueldrea (Qeldres), 12, 196, 

219, 228, 364. 
Egnatio, V. Cipelll Battista. 
Embralm, v. Ibraim. 
Emiliani, v. Miani. 
Emo, casa patrizia di Venezia. 
» Giovanni, de' Pregadi, di Leonardo, qu. Giovan- 
ni cavaliere, 186. 
]» Giovanni, podestà a Verona, qu. Giorgio procu- 
ratore, 19, 153, ìli, 218, 805, 312, 314, 
323, 330, 332, 349, 353, 856, 362, 863. 365, 
371, 374,878, 394, 398, 404, 4l4. 417, 423, 
428, 436, 437, 444, 449, 450, 462, 463, 469, 
474, 477, 480, 485, 490, 496, 500, 502, 514, 
517, 530, 532, 535, 538, 545. 
» Leonardo, savio del Consiglio, qu. Giovanni 
cavaliere, 8, 29, 59, 159, 172, 174, 198, 200, 
234, 253, 307, 308, 311, 319, 330, 337, 310, 



Fabanl Francesco, notaro In Venezia, 190. 

Facheto Giovanni, cittadino veneziano, 654. 

Facchinetto, esploratore, 450. 

Facodera, v. Focodère. 

Faenza (da) Astor o Hestor, v. Manfredi. 

Falcerlo Giovanni Maria, arciprete di a. Michele di 

Brendola, 29. 
Falcuccl {Faleutio) Ubaldo Antonio dottore, segreta- 
rio a Venezia del duca di Urbino, 94, 168, 173, 
820, 322, 403, 405. 408, 411, 426, 451, 471, 486. 
Falger Andrea, cittadino veneziano, 566. 
Fallar, casa patrizia di Venezia. 
» Giovanni, fu podestà a Montagnana, qu. Ber- 
nardino, 269. 
» Lodovico, del X savi sopra le decime, eletto 

oratore in Inghilterra, qu. Tomaso, 806. 
* Lorenzo, fti provveditore alle biade, del XV 
savi sopra l'eUlmo di Venezia, de' Pregadi, 
qu. Tommaso, 65, 180, 568. 
» Pietro Antonio, qu. Tommaso, 638. 
» Bebastiano, de' Pregadi, qu. Tommaso, 56. 
Fano Lenza, 316. 

Fanteaguzso Stefano, da Cesena, fa contestabile al ser- 
vizio del veneziani, 6, 23. 
Faraldo, v. Toraldo. 
Farfa (di) abate, v. Orsini Napoleone. 
Farfarello, esploratore, 303, 306. 
Farina Cesare, contestabile al servìzio dei venezia- 
ni, 97. 
Farnese Alessandro, vescovo ostiense, cardinale del 
titolo di 8. Ettstacchio, 24, 235, 349. 
» Pietro Luigi, 215. 
Fasan (de) Giorgio, esploratore, 422. 
Fasol [Fasuol) Andrea, massaro alla cancelleria ducale 
di Venezia, qii. Alvise, 361. 









635 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



€36 



Fedeli (Fidel) Giovanni Battista, 69, 70. 
» Matteo, 69, 10. 
» Vincenzo, 465. 
Federicis Demetrio, capo di strad lotti al servizio dei ve- 
neziani, 355. 
Feltre (da) Cornelio, dottore, avvocato, 25. 
Felzer Leonardo, capitano, 226. 
Fen Onorato, uomo d*armi del castellano di Castelnuo- 

vo di Napoli, 469. 
Fenz Giacomo, oste in Draubarg^i 236. 
Feracino, v. Brescia (da) Feracino. 
Feramolin Antonio, da Brescia, contestabile al servizio 

dei veneziani, 98. 
Feramosca, v. Fieramosca. 
Ferdinando, v. Austria (di) Ferdinando. 
Ferino, v. Ferrìllo. 

Ferrandina (di) duchessa, v. Castriotta Maria. 
Ferrara (da) Dan tino, capitano, 184. 

» (di) duca, oratori ecc., v. Este. 
Ferrino Giacomo Alfonso, conte di Muro, 169. 
Ferro, casa patrizia di Venezia. 
» Andrea, fa podestà a Pinguento, qu. Pietro, 265. 
» Giovanni, capitano a Brescia, qu. Antonio, 24, 
25, 36. 99, 114, 118, 155, 197, 206, 215, 
224, 227,206,258, 274, 276, 279, 281, 286, 
299, 300, 313, 323, 326, 332, 333, 334, 362, 
877, 878, 397, 399, 406, 421, 422, 428, 487, 
444, 448, 459. 460, 476, 478, 481, 491, 502, 
503, 508, 518, 535, 543, 544, 547, 549. 
Ferro Domenico, di Chiogrpriai 173. 

» Saladino, nobile di Monopoli, 533. 
Ficardo, capo di fanti al servizio dei veneziani, 261. 
Fioola Giovanni Battista, notare a Monopoli, 533. 
Fidel, V. Fedeli. 

Fieramosca Cardino, vicentino, 29. 
» Cesare, 389, 467, 468. 

» Guido, conte di Mignano, 169. 

» Vincenzo, dottore, oratore a Venezia della 

comunità di Vicenza, 20. 
Fieschi Pietro, fu vescovo di Cervia, 254. 
Filamatl Andrea, ragionato a Venezia, 513. 
Filitene Battista, da Cividale, esploratore, 87. 
Fino (da) Bartolomeo, dottore, avvocato a Venezia, 381. 
Fioravante Lodovico, 475. 

Firenze (di) repubblica (Fiorentini) e Signoria, 10, 64, 

77, 156, 201, 213, 230, 231, 232, 233, 
238, 260, 287, 326, 328, 329, 366, 
392. 396, 899, 403, 417, 464, 470, 
474, 484, 529, 534, 535. 
» clero, 201,260. 

V Vili del governo, 64. 

X di Balìa, 64. 

esercito, 75, 77, 86, 88, 89,94,105, 106, 
217, 403, V. anche Bande negre. 
» gonfaloniere, 64. 

» oratori a Venezia, v. Pazzi (de) Alessandro 

e Gualterotti Bartolomeo. 



» 



» 



Firenze (di) oratore in Francia, v. Sederini Giuliano. 

Flisco, V. Fieschi. 

Focher, v. Fugger. 

Focodòre [Facodera) (de la) monsignore, capitano nel- 

r esercito francese, 10. 
Fonevit Morsit (?s capitano austriaco, 357. 
Fonseca Galeotto, spagnuolo, auditore in Puglia, 869. 
Forn (da) Beilo, v. Belli (di) Bello. 
Foro ecclesiastico, 526, 527. 

» secolare, 526. 
Fortebrazo, v. Braccio. 
Foscari, casa patrizia di Venezia. 
» Agostino, qu. Giovanni, 567. 
» Alessandro, del X savi sopra le decime, qu. 

Urbano, qu. Filippo procuratore, 561. 
» Alvise, provveditore a Ravenna, qu. Nicolò, 
qu. Giacomo, qu. Serenissimo principe, 
5, 8, 23. 68, 85, 94, 123, 155, 354, 367, 
530, 534, 545, 565. 
» Filippo, de' Pregadi, di Francesco, 58. 
» Francesco, de* Pregadi, qu. Nicolò, 563. 
» Francesco, il grande, qu. Filippo procuratore, 

563. 
» Giacomo, de* Pregadi, qu. Nicolò, 565. 
» Girolamo, vescovo di Torcello, di Marco, 53. 
j» Leonardo, qu. Nicolò, 57. 
» Marco, fu oratore alla repubblica di Firenze, 
della Giunta, provveditore generale a Bre- 
scia, qu. Giovanni, qu. Marco, 62, 63, 64, 
79, 233, 256, 258. 261, 270, 297, 305, 
337, 865, 39T, 404, 405, 423, 449, 459, 
475, 478, 492, 508, 620, 530, 586, 538, 
644, 546, 549, 667. 
Foscarini, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea, consigliere, qu. Bernardo, 172, 

174, 204, 406, 432, 453, 557. 
» Antonio, qu. Nicolò, 481, 568. 

» Francesco, qu. Nicolò, qu. Alvise procura- 

tore, 431. 
» Francescoi qu. Pietro, 58. 

» Giovanni Maria, pievano di s. Canciano di 

Monfalcone, 406. 
» Girolamo, di Andrea, 480, 668. 

» Sebastiano dottore, della Giunta, qu. Pie- 

tro, 54, 560. 
Foscolo, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea, della Giunta, qu. Marco, 560. 
» Marco, qu. Zaccaria, 566. 
Fossa (dalla) Giovanni, cittadino veneziano, 555. 
Foys Foix (di), casa principesca di Francia. 

» » Odetto visconte di Lautrech {Luire- 

co) maresciallo di Francia, 8, 9, 
10, 11, 13, 19, 22,26, 27, 28, 
35, 36, 37, 88. 40, 41, 47, 61, 
66, 68, 70, 71, 72, 75, 77, 86, 
87, 88, 89, 105, 106, 107, 123, 
133, 137, 188, 139, UO, 156, 



637 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



638 



ne, 178. 183, 184, 188, 196, 
212, 213, 217, 218, 227, 282, 
234, 240, 342, 248, 275, 280, 
286, 290, 303, 328, 336. 338, 
339, 341, 350, 351, 353, 359, 
363, 366, 367, 381, 382, 384, 
385, 386, 390, 3^1, 39'3, 898, 
415, 463, 493, 491, 508, 530, 
534, 546. 
Francavilla (di) duchessa, v. Avalos d' Aquino Co- 
stanza. 
Franceschi (de) Bartolomeo, cittadino veneziano, 361. 
Francesco (di) Gerardo, mercante di vino a Venezia, 
554. 
» N. N., frate di s. Felice, 296. 
Franche terre di Germania, 80, 358, 394, 419. 
Francia, cioè re di Francia, v. Francesco I. 
» casa reale. 

» re Francesco I, 8, 10, 11, 19, 28, 29, 40, 63, 
76, 77, 78, 80, 107, 126, 157, 165, 184, 
190, 196, 197, 211, 212, 217, 234, 237, 
238, 839, 240, 248, 249, 281, 290, 296, 
308. 816, 317, 326, 330, 834, 335, 345, 
356, 364, 366, 893, 403, 405, 412, 413, 
451, 474, 480, 481, 484, 485, 495, 500, 
504, 534, 543, 519. 
» Francesco, delfino di Francia, 196. 
» Enrico, duca d'Orleans secondogenito di Fran- 
cesco I, 196. 
n Luisa di Savoia duchessa di Anj^ouleme, ma- 
dre del re Francesco I {madama) , 76, 197, 
484. 
1» Renea {Eeniera), figrlia del re Luigri XII, 62, 

485. 
» armata, 241, 347, 349, 381, 382, 386, 387, 

889, 391, 415. 
» esercito, 27, 106, 128, 133, 139, 140, 173, 
184, 208, 279, 335, 347, 348, 349, 350, 
351, 359, 885, 390, 467, 468, 480, 484. 
n ^an cancelliere, v. Duprat. 
» gran maestro, v. Montmorency. 
m gran scudiere, v. GenouìUac. 
» oratore a Venezia, v. Canossa, e Langeac. 
» oratore air Imperatore, v. Bayarde. 
» oratori in Inghilterra, v. Bellay (di) Giovanni 
e Soliers Carlo. 
Franco Girolamo, 212. 

Frassina Cornino o Mino, capo di stradlotti al servi- 
zio dei veneziani, 868. 
» (Frastina) Pietro, capo di cavalli leggieri al 
servizio dei veneziani, qu. Teodoro cava- 
liere, 187, 800, 369. 
Frati benedettini di s. Giustina di Padova, proprie- 
tari del tenimento di Correzzola, 233. 
» di 8. Antonio di Padova, 282. 
» di 8. Cristoforo della Pace in Venezia, 153. 
Fiaandiberg Giorgio [iigngr ZonO^ ospitano di lan** 



zichenechi, 250, 417, 421, 423, 437, 477, 486, 491, 
494, 500, 505, 506, 514, 517, 536. 
Fregoso, o Campofregoso, famiglia principale e fa- 
zione di Genova. 
» » Alessandro, 356, 486. 

» « Annibale, 109, 119, 182, 

259, 284, 285, 302, 315, 
355, 445, 446, 447, 448, 
459,476,478,504. 
» u Cesare, 23, 24, 36, 92, 110, 

111,136,141,149,150, 
151,183,193,194,261, 
304,313,315,323,314, 
356,362,365,374,378, 
395,406,412,413,427, 
439, 482, 537, 538, 544, 
548. 
» » Janus {Zuati Maria), go< 

veroatore deir esercito 
dei veneziani, 13, 14, 
36, 52, 91, 93, 97, 98, 
99, 110, 119, 120, 143, 
151,185,186,196,204, 
252,259,262,284,286, 
299,302,315,333,334, 
344,315,346,374,394, 
395,396,406,412,416, 
427,429,439,446,451, 
452, 522, 547. 
Frizzler Alessandro, cittadino veneziano, qu. Andrea, 

361. 
Fugger [Fucati, Focher) compagnia di banco e com« 

marcio in Augusta, 109, 378. 
Furanti, cioè ladri del pubblico erario in Venezia, 7. 
Fnrlan Toso, contestabile al servizio dei veneziani, 182, 
855, 522. 



e 



Gabinal Antonio, 460. 

Gabriel (Cabriel), casa patrizia di Venezia. 

» Angelo, il grande, fu avogadore del Comu- 
ne, qu. Silvestro, 55, 160, 187, 233, 245, 
306, 307, 319, 662. 
» Cipriano, di Francesco, qu. Bertuccio cava* 

liere, 266. 
» Marco, fu consigliere, capo del Consiglio 
dei X, della Giunta, qu. Zaccaria, 55, 
501, 507, 545, 563. 
» Zaccaria, procuratore (del qu.), commissa- 
ria, 85. 
Gabrieli (di) Nicolò, segretario ducale veneziano, 420. 
Gaetani d* Aragona Giacomo Maria, conte di Morco^ 

ne, 168. 
» f Onorato, duca di Traetto, 167| 

276. 
» » Onorato (di) due figli, 276. 



639 



OlDtCE Dm NOm DI PERSONE B DI COSE 



640C 



Galee TeneziaDe dell' armafA del Levante, ▼. Veoe- 

ziani (dei) armata. 
» » di Alessandria d* Egitto, 53, 62, 103, 

242, 308, SII, 424. 
» » di Beyrnt, 7, 150. 

Oalese, v. Nichesola (di) Oalese. 
Oambara (di), famiglia nobile di Brescia. 
» » Brunoro conte, 291, 426, 521. 

» » Federico, 833. 

» » Gian Galeazzo, 437, 438, 477. 

» » Giovanni Francesco, 481. 

* » Uberto, protonotario apostolico, nunzio 

pontificio in Inghilterra, 67, 126^ 190, 
197, 201, 390, 420, 495. 
Gambetti (di) Briamonte, mercante a Venezia, 555. 
Garlon [Qarolon) Antonio Diaz, conte d' Allfe, 169. 
Garolon, t. Garlon. 

Garzia Pietro, segretario del consiglio imperiale, 468. 
Garzoni, casa patrizia di Venezia. 

» Antonio, dei XL al criminale, qu. Girolamo, 

58, 562. 
» Francesco, provveditore sopra gli uffici e cose 
del regno di Cipro, qu. Marino procura- 
tore, 191. 
» Marco, di Francesco, qu. Marino procurato- 
re, 264, 271. 
» Zaccaria, cavaliere gerosolimitano, commen- 
datore di Sicilia, qu. Marino procuratore, 
54, 532. 
Gasmaier (Qoimaier, Cosmar) Michele, capo di villani 
austriaci fuorusciti al servizio dei veneziani, 210, 
298, 401, 402, 532, 588. 
Gastaldo Giovanni Francesco, o Battista, capitano di 
cavalli leggieri nell'esercito imperiale, 141, 466. 
Gatta Daniele, friulano, 38. 
» (della) Alvise, drappiere a Venezia, guardiano 
della scuola di s. Giovanni- Evangelista, 340, 
554. 
Gattinara (di) Mercurino, gran cancelliere dell' Im- 
peratore, 468. 
Gatto Alberto, agente in Francia, 11. 

» Daniele, esploratore, 60. 
Gazo Girolamo, 17, 50. 
Gelder (di) duca, v. Bgmoot. 
Gelpho, ▼. Guelfo. 

Gennaro (de) Scipione, conte di Martorano, 169. 
Genova (di) doge, v. Adorno Antoniotto. 

» » repubblica, 231. 
Genouillac (de) Giacomo Gourdon, signore d'Acier, 

grande scudiere di Francia, 12. 
Gentili {ZcntiU) Tobia, cittadino veneziano, 555. 
Gentilini {Bentilinui) Giovanni Francesco, canoelliere 

del patriarca di Venezia, 200. 
Gerardo conte, v. Arco. 

Germania (di) principi, 224, 241, 292, 343, 419. 
Gesualdo {/eiualdo} Fabrizio, conte di Ck)nza, 168. 
Ghibellini, fuorusciti di Cervia, 5, 23. 



Ghibertl o Giberti (di) Giovanni Matteo, qu. France — 
SCO, genovese, fu datario, vescovo di Verona, 136,^ 
144, 242, 281, 308, 312, 415, 484. 
Ghisi {Giwiìt casa patrizia di Venezia. 
» Antonio, di Giovanni Pietro, 265. 
Ghisolfi {Qixoifi) Pietro, mercante a Venezia, 554. 
Giacomo (di) Antonio, mercante di sapone [saofur] s^ 

Venezia, 555. 
Gioia (di) conte, v. Acquaviva d' Aragona Giovanna 

Antonio Donato. 
Giovanni Battista, frate francescano osservante di Lo — 
nato, 508, 509. 
» (de) Giacomo, cittadino veneziano, 553, 554. 
» (de) Santo, cittadino veneziano, 555. 
» Gaetano, capitano neir armata spagnuola, 

383, 387, 388. 
» Giacomo, capitano svizzero al servizio dei 

veneziani, 330. 
» Giorgio, capo di stradiotti, v. Grimani Gior- 

gio. 
» Joacbin, v. Passano. 
» N. N. chirurgo di Tolmezzo, 221, 222. 
» N*. N. professore di grammatica, 45. 
» Paolo, notare, 1 90. 
» Pietro, maniscalco a Venezia, 18. 
Gioverà, v. Guevara. 
Giovio Paolo, storico, 391. 
Oirardo conte, v. Arco. 

Girolamo conte N. N., capo di fanti al servisio dei 

veneziani, 262. 

» N. N. padovano, capo di fanti al servizio 

dei veneziani, v. Padova (da) Girolamo. 

Giunta {Zonta) (del) Luca Antonio fiorentino, libraio 

a Venezia, 553, 551. 
Giustiniana galea (cioè del sopraoomito Giustinian), 

324. 
Giustiniani {Jusiinian), casa patrizia di Venezia. 
» Andrea, procuratore, qu. Unfredo, 102, 

180, 582, 567. 
i> Antonio, qu. Fraocesco cavaliere, 431 , 484, 

568. 
» Bernardo, 566. 

i> Daniele, 566. 

» Francesco, di Nicolò, qu. Bernardo, 58, 

264. 
» Francesco, de^Pregadi, qa. Antonio dot- 
tore, 562. 
» Giovanni Francesco, di Girolamo proeura- 

tore, 58. 
» Giovanni Francesco, qu. Beneietto (del qu.) 

figlia, y. Valier Baldassare. 
» Girolamo procuratore, qu. Antonio, 59, 

562. 
» Girolamo, provveditore aopra la Sanità, qu. 

Benedetto, 252, 562. 
» Leonardo, qu. Unfredo, 67, 68. 
» Leonardo, di Girolamo procuratore» 58. 



641 



INDICE DEI NOUl DI PERSONE E DI COSE 



C42 



» 



Giustiniani Leonardo, de' Pregadi, qu. Lorenzo, 55, 
558. 
» Lorenzo, de* Pregadi, qn. Antonio, 58, 86, 

561. 
» Marino, avogadore del Comune, di Seba- 

stiano cavaliere, 56, 84, 179, 186, 190, 
205, 258, 274, 56t. 
» Nicolò, fu rettore e provveditore a Nauplia, 

provveditore sopra le acque, qu. Ber- 
nardo (erroneamente qu. Leonardo e qu. 
Nicolò) y 246, 256, 507. 
» Pancrazio, fu capitano a Ravenna, qu. Ber- 

nardo, 352. 
» Paolo, fu sopracomito, capitano del Iago di 

Garda, qu. Pietro, 57, 246, 499, 506, 
507, 538. 
Pietro, 130, 133. 

Sebastiano cavaliere, oratore al re di Fran- 
cia, consigliere, qu. Marino, 76, 159, 
187, 190, 196, 197, 227, 234, 248, 290, 
326, 334, 335, 352, 363, 364, 405, 412, 
445, 451, 474, 484, 485, 500, 534. 
» Giovanni (cittadino), qu. Antonio, 514. 

Giustiniani Fabrizio, detto t7 gobbo, genovese, capitano 

neir armata imperiale, 383, 386, 387, 388, 411. 
Gizi, ▼. Ghisi. 
Gixolfl, y. Gbisolfl. 
Glum (di) Corradino, capitano di Ianzicbenecbi,385, 

387, 388, 391, 392. 
Gobbo (il), y. Giustiniani Fabrizio. 
Gonella N. N. cittadino veneziano, 424. 
Gonzaga, casa dei marchesi di Mantova. 

» Federico, marchese di Mantova, capitano ge- 
nerale e gonfaloniere della Chiesa, 359, 
399, 426, 437, 438, 439, 485, 487, 488, 
505, 506, 507, 517, 533, 536, 541, 547. 
Ercole, vescovo di Mantova, cardinale dia- 
cono del titolo di s. Maria Nuova, fra- 
tello del marchese, 349, 440. 
Ferrante, fratello del marchese, 139, 140. 
Lodovico, da Bozzolo, qu. Gian fra ncesco, 

515. 
Luigi (Alvise) Rodomonte di Lodovico, si- 
gnore di Gazzuolo, 172, 197, 359, 390, 
421, 439, 440. 
Luigi (Alffise) Alessandro, signore di Ca- 
stiglione (G(i«/iOfi),qu. Rodolfo, 151, 181, 
182, 184, 203, 204, 208, 214, 225, 233, 
244, S05, 405, 431, 437, 438, 475, 477, 
480, 481, 486, 491, 508, 515, 519, 544. 
Frano€BCO, agente del marchese a Roma, 
241, 347, 848, 3l9, 350, 351, 359, 390, 
439. 
Alessandro, signore di Novellerà [Nuvolara) 

qu. Giampietro, 212, 215, 349, 351. 
Pirro (moniignor) qu. Gianfrancesco, da Bof- 
tolo, 480, 491, 515, 647, 548. 

/ Piatii di U. Sakuto. - Tom IlVIl 



» 






» 
» 



» 



Gonzaga Sigismondo, conte di Vescovado, qu. Gio- 
vanni, 547, 548. 
» oratore del marchese a Venezia, v. Mala- 
testi. 
Gorizia (di) capitano, v. Attems (di) Girolamo. 
Gosmaier Michele, v. Gasmaier. 
Goti, popolo, 230. 
Gourdon, v. Genouillac. 

Gradenigo (ffradonicus), casa patrizia di Venezia. 
» Alvise, fu capo del Consiglio dei X, prov- 
veditore sopra le biade, qu. Domenico 
cavaliere, 59, 73, 159, 176, 234, 398, 
545, 548, 558. 
Antonio, qu. Paolo, 568. 
Francesco, de' Pregadi, qu. Bartolomeo, 

564. 
Giovanni, qu. Giovanni Paolo, qu. Giusto, 

205. 
Giovanni Battista, il grande, qu. Taddeo, 

263. 
Girolamo, provveditore a Salò e capitano 
delia Riviera del lago di Garda, qu. 
Federico, 25, 42, 67, 152, 151, 235, 
237, 312, 318, 374, 379, 404, 475, 476, 
480, 492, 502, 506, 510, 530, 538, 540, 
514. 
Leonardo, qu. Bartolomeo, 568. 
Lorenzo, qu. Marino, 58. 
Marco, capo di fanti, qu. Federico, 307. 
Nicolò, qu. Francesco, 570. 
Vincenzo, qu. Bartolomeo, 564. 
Gran cancelliere dell'Imperatore, v. Gattinara. 
» cancelliere di Francia, v. Duprat. 
» maestro di Francia, v. Montmorency. 
» scudiere di Francia, v. Genouillac. 
» signore, o Gran Turco, v. Turchia. 
Grangia (di) monsignore, oratore del re di Francia 
presso i cantoni svizzeri, 80, 05, 96, 99, 157, 164, 
165, 227, 234, 235, 251, 253, 257, 259, 260, 342, 
343. 
Grasolari Pietro, segretario ducale veneziano, 867. 
Grasso {Orosso) Cesare, da Ravenna, contestabile al 

servizio dei veneziani, 443, 472, 474, 490. 
Gravina (di) duca, v. Orsini Ferrante. 
Graziabona (Graiiabona) Agostino, cittadino venezia- 
no, 555. 
» » Leonardo, cittadino venezia- 

no, 555. 
Grecia (di) bliarbeì, v. Cassim pascià. 
Grecopulo Manoli, stradiotto, 102. 
Gregolin Giovanni, cittadino veneziano, dalla Afadon^ 

«flrf<r?rOr/o, 861,514. 
Grian Pietro, mercante a Venezia, 555. 
Grifalconi Francesco, cittadino veneziano, 555. 
Grigionì fanti, 203, 227, 299, 327, 380, 342, 362, 370, 

515, 516, 549. 
Grimaldi, casa nobile di Genova. 

41 



» 



643 



IKDICE DEI NOUI DI PERSONE E DI COSE 



6U 



Grimaldi ADsaldo, 860. 

» Federico , mercante a Venezia, 281, 294, 
551. 
Grimani, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise, fa capo dei XL, qu. Alvise, 57, 263. 

» Antonio, doge (ricordato), 170. 

» Antonio, qu. Girolamo, 569. 

» Benedetto, qu. Marino, 57. 

» Bernardo, sopracomito, qu. Domenico, 274. 

» Bernardo, qu. Girolamo, 57. 

» Domenico, cardinale (ricordato), 170, 308, 405. 

» Francesco, qu. Pietro, 561. 

» Giovanni, vescovo di Ceneda, qu. Girolamo, 

qu. Serenissimo principe, 53. 
» Giovanni Battista, podestà a Cbioggia, qu. 

Girolamo, 295, 565. 
» Girolamo, fu capo del Consiglio dei X, qu. 

Marino, 56, 160, 216, 307, 428, 533, 561. 
» Marc* Antonio, fu savio a terraferma, di Fran- 
cesco, 56. 
» Marco, procuratore, qu. Girolamo, qu. Sere- 
nissimo principe, 54, 61, 356, 513, 531, 
532, 568. 
» Marco, qu. Nicolò, 57. 
» Marino, patriarca di Aquileja, cardinale del 
titolo di 8. Vitale, qu. Gii^olamo, qu. Sere- 
nissimo principe, 52, 58, 51, 133, 170, 171, 
172. 
» Nicolò, qu. Alvise, 57, 852, 565. 
» Pietro, de' Pregadi, di Francesco, 58. 
» Vettore, procuratore, qu. Girolamo, qu. Se- 
renissimo Principe, 20, 22, 52, 54, 558. 
» Vincenzo, de* Pregadi, di Francesco, 58. 
Grimani {Oiovanni) Giorgio, capo di stradiotti al ser- 
vizio dei veneziani, 856, 514, 548. 
G rioni (di) Natale, cittadino veneziano, 555. 
Grison Cesare, contestabile, 182. 
Grisoni, v. Origioni. 
Gritti, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise, fu provveditore a Lonato, qu. France- 
sco, 266. 
» Andrea, doge di Venezia, qu. Francesco, 7, 19, 
41, 44, 52, 53. 63, 67. 69, 77, 85, 93, 100, 
112, 123, 125, 126, 127, 128, 136, 145, 
152, 153, 155, 160, 161, 184, 186, 187, 
188, 194, 198, 199, 200, 204, 208, 209, 
210, 213, 217, 220, 232, 233, 234, 242, 
243, 258, 256, 258, 267, 273, 291, 295, 
296, 297, 298, .299, 309, 810, 319,829, 
880, 331, 344, 345, 352, 854, 860, 361, 
870, 873, 381, 392, 399, 414, 424, 427, 
416, 452, 453, 462, 463, 464, 471, 476, 
480, 483, 484, 485, 487, 498, 501, 506, 
507, 511, 512, 516, 524, 582, 583, 539, 
540, 546, 557. 
» Andrea^ sopracomito, provveditore a Brindisi; 
qu. Fraocescoi 468, 465. 



Gritti Battista, vicesopraoomito, qu. Francesco» 463, 
465, 529. 
» Domenico, fu rettore e provveditore a C&ttaro, 

qu. Francesco, 160, 507, 508. 
» Omobuono (del qu. figli), 25. 
» Pietro, provveditore al Sale, qu. Omobnono, qu. 

Triadano, 367, 556. 
» Sebastiano^ qu. Francesco, 57. 
» Stefano, fu castellano a Verona, qu. Franceaco, 

266. 
» Alvise, figlio naturale di Andrea doge, 135. 
» Lorenzo, figlio naturale di Andrea doge, 424. 
» Lorenzo (di) moglie, figlia di N. N. Gonella, 
424, 425. 
Grosso Cesare, v. Grasso. 
Gruttaria o Gretteria (della) conte, v. Carafa Giovanni 

Battista. 
Guagino Pietro, bergamasco, 223. 
Gualdo Giuseppe, prete vicentino, 29. 
Gualterottl Bartolomeo, dottore, oratore a Venezia 
della repubblica di Firenze, 93, 91, 228, 231, 232, 
238, 237, 242, 253, 258, 295, 296, 320, 328, 329, 
365, 892, 417, 470, 480, 484, 529, 546. 
Guan (de) Uberto, mercante a Venezia, 554. 
Guarnieri Giovanni Francesco, cittadino di Brescia, 

475. 
Guasconi fanti, 217. 

Guastalla (di) contessa, v. Torelli Lodovica. 
Guasto (del) marchese, v. Avalos (d*) Alfonso. 
Gubbio (Ugubio) (da) Gentile, conte, 28. 
Guelfo {Qelpho) Bernardino, di Bassano, 44, 61, 163, 

415. 
Guerrino (de) Mafflo, cittadino veneziano, 551. 
Guevara [Ivara, Divara, Varrà, Oiovara) (de) Gio- 
vanni, conte di Potenza, gran siniscalco 
del regno di Napoli, 168, 276, 350, 383, 
885, 887, 388. 
» (di) figlio, 276', 336, 850. 
Guido conte, v. Rangoni. 
Guisa (di) monsignore, v. Lorena (di) Claudio. 
Guoro, casa patrizia di Venezia. 

» Giusto, capitano a Bergamo, qu. Pandolfo, 
56, 838, 834, 842, 857, 370, 398, 894, 400, 
410, 429, 515, 547. 
Gurzense yescovo, v. Azzalini. 
Gussoni, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea, procuratore, qu. Nicolò, 54, 180, 337, 

.564. 
» Giacomo, qu. Vincenzo, 480, 567. 



H 



Haliense vescovo, 287. 
Hestor signor, da F^aenza, ▼. Manfredi. 
HIppolito signor, ▼. Medici. 
Horatio signori y. Baglioni. 



645 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI OOiB 



646 



I 



Ibraim [Bmhraim, Imbraitn) pascià, 47, 95, 100| 102, 

135, 248, 880, 528, 543. 
leardo, commendatore, ?. Vauri. 
Imbrttim, v. Ibraim. 
Imperatore, v. Austria (di) Carlo. 
Infante (1*), ▼. Austria (di) Ferdinando. 
]ngeg:neri {Infugneri) Ag^ostino, cittadino veneziano, 

qn. Pietro, 860. 
Inghilterra od Anglia, cioè re d' Inghilterra, v. sotto 

Enrico Vili. 
» casa regnante. 

» Borico VII {Tudor) re (ricordato), 289. 

» Arturo, principe di Galles, primogenito di 

Enrico VII (ricordato), li. 
» Enrico Vili (Tudor) re, 10, II, 12, 76, 77, 

78, 196, 197, 211, 212, 240, 254, 289, 
290. 306, 329, 335, 354, 364, 393, 495, 
585. 
» Catterina d* Aragona, regina, 11, 77, 354. 

» cardinale, v. Wolsej. 

» oratore a Roma, t. Casali Gregorio. 

» oratore a Venezia, v. Casali Giovanni Bat- 

tista, 
o oratori in Francia, y. Taylor e Clerk. 

» oratori straordinarii in Francia, v. Clerk, 

Courtenay e Tunstall. 
» segnretari. Inviati a Roma, 77. 

iDDsbruk (di) consiglio dei reggenti, 109, 205, 206. 
Ircino (da) Filippo, capo di fanti nell* esercito impe- 
riale, 195. 
Italiani fanti, 51, 66, 86, 87, 88, 120, 124, 128, 139, 

140, 202, 203, 207, 209, 217, 227, 299, 303, 315, 
827, 337, 342, 350, 884, 411, 422, 429, 494, 548. 

Ivara, v. Guevara. 

Ivori (?) capitano tedesco, 125. 



J 



Janise Virgilio, di Tolmezzo, 221. 
Janus signore, ▼. Fregoso. 
Jesualdo, t. Gesualdo. 
Joachin Giovanni, v. Passano. 
J!istinian, v. Giustiniani. 



Labia, famiglia di Barcellona. 

• Pietro, di Pietro, 79. 
Lac, decano in Boemia, 298. 
Lacedemoni, o Spartani, popolo, 230. 
Ladri del pubblico erario {furanti) proclamati nel gran 

Consiglio di Venezia, 7. 
Lago (di) Garda (del) capitano, v. Barbaro Nicolò. 
Laino (di) marchese, ▼. Cardines (di) Ferrante. 



Landò,- casa patrizia di Venezia. 
» Giovanni, di Pietro, 138. 
» Giovanni, arcivescovo di Candia, 532. 
*» Pietro, capitano generale del mare, qu. Gio- 
vanni, 69, 204, 205, 218, 233, 236, 267, 
269, 275, 287, 290, 313, 31i, 820, 335, 
366, 369, 384, 898, 415, 417, 436, 463, 
465, 493, 515, 529, 537, 543. 
Landverbesser {Lontferbeser) de\ì& Cvltìqììì, 142. 
Lang Matteo, cardinale, vescovo di Salzburg, 221, 

222, 272. 
Langeac {Langiaeh) (de) Giovanni, vescovo di Avran- 
che [Veraus, Grange), oratore di Francia a Ve- 
nezia, 864, 373, 378, 392, 459, 462, 470, 480, 484, 
485, 533, 539, 543, 546. 
Lannoys (de) don Carlo, principe di Sulmona, viceré 

e gran cancelliere del regno di Napoli, 166. 
Lanzichenechi, 8, 9, 12, 13, 17« 18, 24, 38, 50, 66, 
78, 86, 89. 96, 98, 105, 106, 116, 122, 124, 125, 
128, 131, 139, 140, 156, 165, 182, 183, 184, 187, 
194, 202, 203, 204, 208, 215, 217, 218, 227, 234, 
235, 241, 248, 251, 253, 254, 257, 260, 273, 275, 
279, 280, 281, 287, 299, 300, 301, 303, 305, 812, 
317, 823, 326, 827, 328, 329, 330, 334, 337, 889, 
841, 342, 348, 848, 850, 355, 356, 857, 360, 364, 
365, 366, 370, 384, 392, 894, 899, 400, 403, 417, 
421, 424, 439, 449, 451, 460, 462, 471, 474, 480, 
481, 484, 485, 488. 491, 492, 493, 497, 500, 504, 
505,506, 510, 520, 521, 522, 529, 534, 537, 538, 
542, 543, 545, 549. 
Lautrech (di) monsignore, v. Foys (di) Odetto. 
Lazzara N. N., padovano, guardiano nel monastero di 

s. Antonio, 282. 
Lecce (Zeze) (di) barone, fuoruscito napoletano, fu 

oratore di Francia a Venezia, 324. 
Lecco (da) Bortolomeo, mercante a Venezia, 555. 
Legato pontificio a Bologna, ▼. Cibo Innocenzo. 
» » a Venezia, v. Averoldi Altobello. 

» » in Francia, v. Salviati Giovanni. 

Lenzo (da) Annibale, bolognese, capo di cavalli leg- 
gieri al servizio dei veneziani, 13, 261. 
Leon Battista, matematico, 223. 
Leopardi Falcone, da Baiò, contostabile al servizio dei 

veneziani, 340, 448, 477, 491, 504. 
Lercario Girolamo, mercante a Venezia, 554. 
Lesacar Bolchon, boemo, 293. 
Lescut (Liseut) (de) monsignore, siniscalco di Gè- 

nois, 12. 
Lesina (di) vescovo, ▼. Trevisan 2^ccaria. 
Leva Leyva (de) don Antonio, condottiero spagnolo, 

13, 14, 15, 16, 17, 18, 23, 24, 
25,38, 47, 48, 50, 51, 66, 71, 
72, 73, 85, 90, 91, 92, 95, 98, 
99, 109, 125, 150, 152, 156, 
185, 186, 188, 197, 202, 203, 
207, 208, 209, 213, 216, 225, 
226, 244, 258, 259, 266, 274, 



047 



INDICE DEI NOVI DI PERSONE E DI COSE 



ftn, 984, 802, 315, 893, 331, 
345. 870, 371, 406, 408, 416, 
423, 427, 429, 438, 439, 444, 
445, 481, 490, 493, 494, 495, 
500. 504, 506, 510, 518, 519, 
521, 534, 545, 548. 
Leva Leyva (de) Girolamo, cubino di Antonio, 266. 
Leze (di) barone, v. Lecce. 
Lezze (da), casa patrizia di Venezia. 

» Bernardo, fu de' Preg^adi, di Michele, 245. 

» Donato, fu de* Pregadi, di Michele, 160. 

» Francesco, fu al luogo di Procuratore so- 

pra gii atti dei soprag'astaldi, de* Pre- 
sidi, dei X savi sopra V estimo di Ve- 
nezia, qu. Alvise, 53, 55, 102, 867, 
556. 
» Giovanni, di Priamo, 352, 565. 

» Marc* Antonio, de* Pcegadi, qu. Francesco, 

295, 565. 
. » Michele, della Giunta, qu Donato, qu. Lu- 

ca procuratore, J)9, 563. 
» Priamo, fu capo del Consiglio dei X, della 

Giunta, qu. Andrea, 40, 569. 
Licito (di) marchese, v. Piccolomini Gio. Batta. 
Liesna (di) vescovo, v. Trevisan Zaccaria. 
Lietistener, y. Dietrichstein. 
Limburgensis dux, v. Brunswick. 
Lion, casa patrizia di Venezia. 
» Andrea, procuratore, qu. Alvise, qu. Giacomo, 

54, 180, 532, 566. 
» Domenico, podestà a Chioggidi qu. Alvise, 91, 

135, 173. 
» Filippo, qu. Tomaso, 565. 
» Girolamo, de* Pregadi, qu. Francesco, 565. 
» Maffio, de* Pregadi, qu. Lodovico, 55, 559. 
Lion (da) Giovanni Battista, cittadino padovano, 19, 26. 
Lippomano, casa patrizia di Venezia. 

» Alvisf", canonico di Bergamo, 158, 235, 

336,370,389,415. 
» Alvise, fu ufficiale alla dogana di mare, 

qu. Antonio, 266, 271. 
» Francesco, fu provveditore sopra gli uf- 

fici e cose del regno di Cipro, provve- 
ditore sopra il cottimo di Londra, qu. 
Giovanni, 179, 190, 205, 258, 267, 273, 
281,367. 
» Giovanni, di Girolamo, qu. Tomaso, dal 

Banco, 146,421,430,567. 
» Giovanni Francesco, savio agli ordini, qu. 

Nicolò, 147, 172, 174, 337, 338. 
» Tomaso, podestà e capitano a Feltre, qu. 

Bortolomeo <fj/ Banco, 103, 124, 128, 
136, 248, 249, 276, 277, 282, 306, 
325, 353, 356, 372, 875, 401, 450. 
» Zaccaria, di Girolamo, 430, 567. 

Llscut, V. Lescut. 
Lltolfa, V. Tolfa. 



Lodi (da) Francesco, inviato del castellano di Musso 

duca di Milano, 252. 
Lodovici (di) Daniele, segr^etario ducale veneziano, 

393, 426. 
Lodrone (di) conti (Lodroneschi), 224, 235, 378, 400. 
» Antonio, 219. 

» Battista, capitano di lanzichenechi, 62, 67, 
206, 215, 251, 256, 282. 323, 324, 327, 
374, 379, 509, 514, 519, 548. 
m Giorgio, 154. 

» Lodovico, 154, 214, 500, 505, 506, 536. 
» Parisotto, 62, 459. 
Lombardo, casa patrìzia di Venezia. 

» Almorò, fu capo dei XL, qu. Giulio, 146. 
Longhena {longeva) (da) Piero, condottiero al servi- 
zio dei veneziani, 15, 16, 17, 24, 71, 73, 75. 92, 
95,97,98, 99, 110, 111, 112, 113, 117. 119, 124, 
128, 315, 323, 356, 445, 447, 448, 459, 475, 476, 
478, 479, 497, 504, 539. 
Longo, casa patrizia di Venezia. 

» Benedetto, do* Pregadi, qu. Lorenzo, 556. 
» Francesco, fu al luogo di Procuratore sopra 
gli atti dei sopragastaldi, dei X savi so- 
pra 1* estimo di Venezia, de* Pregadi, qu. 
Francesco, 55, 102, 559. 
Lontferbeser, v. Landverbesser. 
Loredan, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea, podestà e capitano a Crema, qu. 
Bernardino, qu. Pietro, 28, 29, 100, 117, 
238, 246, 430, 567. 
» Giovanni, qu. Tomaso, 263, 270. 
» Giovanni Francesco, qu. Marc' Antonio, 505, 

566. 
» Girolamo, fu capitano a Padova, capo del 
Consiglio dei X, qu. Serenissimo Prin- 
cipe, 161, 172, 319. 557. 
» Lorenzo (erroneamente Leonardo) procura- 
tore, savio dei Consiglio, qu. Serenissi- 
mo principe, 29, 59, 128, 174, 191, 209, 
308, 319, 432, 453, 524, 557. 
» Lorenzo, qu. Alvise, 295. 
» Luca, podestà e capitano a Crema, qu. Fran- 
cesco, 100, 157, 178, 194, 266, 450, 451. 
I» Marc* Antonio, fu provveditore a Salò, qu. 

Tomaso, 264. 
» Marco, fu avogadore del Comune, del XX 
SJivi sopra l* estimo di Venezia, • io* 
Pregadi, qu. Domenico, 39, 297, 516, 
556. 
» Marco, qu. Costanzo, 570. 
» Pietro, provveditore sopra gli uffici e coso 
del regno di Cipro, qu. Alvise, qu Pao- 
lo, 179, 190, 205, 563. 
» Vincenzo, qu. Leonardo, 56. 
Lorena (di), casa ducale. 

» » Antonio, duca di Lorena e Bar, 12. 
» » Claudio, signore di Guise {Guisa), 241. 



649 



tHDlCE DB MOVI DI PERSONE E DI COtfE 



650 



Lorena (di) Lnlgi, eonte di Vaudémont [VandimonU], 

S7, 99, 133, 881. 
» » Tfflcontei T. Tureona. 

Loschi [losco) Francesco, dottore e cavaliere, oratore 
a Veoezia delia comuoità di Vicenza, 20. 

Lotterie a Venezia, 373, 454, 455, 456, 457, 458. 

Laca N. N., orefice ali* insega del Diamante in Ve- 
nezia, 554. 

Lncadelli Francesco, cittadino veneziano, 553, 554. 

Ludovici, V. Lodovici. 

Lugo (da) Maro' Antonio, vicepodestà a Portole, 261. 

Lati Tomaso, capo di stradiotti al servizio dei vene- 
ziani, 102. 

Luther Martino, sua setta, sue dottrine e sue opere, 
101, 185, 209, 224, 241, 419. 

Lutrech, ▼. Foys. 

Luzasco Paolo, veronese, condottiero al servizio dei 
veneziani, 23, 24, 48, 49, 50, ti, 118, 156, 194, 
203, 204, 207, 225, 292, 300, 301, 304, 315, 317, 
333, 344, 355, 362, 394, 396, 405, 427, 438, 450, 
451, 460, 463, 461, 469, 478, 483, 486, 488, 490, 
491, 495, 496, 497, 500, 504, 505, 506, 514, 533, 
536, 537, 540, 542. 



Macedonia (di) Ladislao, vescovo di Varadino, 80. 
Macerata (Masarati) (da) Nicolò, contestabile al ser< 

vizio dei yeneziani, 442, 443, 490.' 
Machon (de) Andrea, v. Correggio. 
Madama, v. Francia (di) Luisa. 
Maddaloni (di) conte, v. Carafa Diomede. 
Maerklin Baldassare, vescovo di Costanza, 65. 
Magno, casa patrizia di Venezia. 

» Stefano, dei X savi sopra le decime, qu. An* 

drea, 560. 
» Stefano, podestà e capitano a Treviso, qu. 
Pietro, 19, 242. 
Maich, ▼. Manriqnez. 

Malaciae Lazzaro, cittadino veneziano, 554. 
Malateata, casa dei signori di Rimini, 69. 
» Carlo (ricordato), 538. 

» Malateata, di Pandolfo, 155, 304, 479, 514, 

555. 
» Ginevra, di Pandolfo, 68. 
» Roberto, qu. Carlo, 538. 

» Sigismondo, di Pandolfo, 68, 69, 70. 
» signor, V. Baglioni. 
Malatesti (de) Giovanni Battista, oratore del marchese 
di Mantova a Venezia, 52, 128, 155, 184, 194, 
209, 210, 213, 217, 220, 233, 242, 248, 208, 286, 
295, 296. 299, 305, 392, 337, 413, 417, 426, 4^:0, 
506, 517. 
Malipiero, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise, fu capo del Consiglio deiX, savio 
sopra restimo di Venezia, della Giunta, 
qu. Stefano procuratore, 39, 1*77, 559. 
» Alvise, qu. Pierazzo, 566. 



Malipiero Cipriano, qu. Girolamo, 57. 

;» Gasparo, capo del consiglio del X, qa. Mi- 
chele, 41, 135, 155, 159, 161, 172, 545, 
557. 
» Giovanni, qu. Girolamo, qu. Giovanni, 25, 

431, 568. 
» Giovanni, qa. Paolo, 56. 
• Giovanni Antonio, de* Pregadi, qu. Nicolò, 

qu. Stefano procnratore, 249, 564. 
» Girolamo, qu. Giacomo, 57. 
» Girolamo, qu. Pierazzo, 566. 
» Girolamo (erroneamente Giovanni) sopra- 

comito, di Giovanni, 366. 
» Girolamo, fu cattavere, qu. Pietro, 58, 146, 
» Leonardo, di Girolamo, qu. Pietro, 270. 
» Marco, de* Pregadi , qu. Marino, 55, 563. 
» Marco, qu. Paolo, 565. 
> Marco, qu. Pierazzo, 566. 
» Marino, patrono di fusta armata, qu. Pietro, 

qu. Marino, 68, 94, 210. 
» Michele, qu. Giacomo, 430, 568. 
» Nicolò, fu provveditore alla Cefalonia, qu. 

Tomaso, 27, 470. 
» Nicolò, provveditore sopra le Camere, qu. 

Pietro, qu. Stefano procuratore, 561. 
» Paolo, qu. Giacomo, 54, 430, 568. 
» Pietro, fu al luogo di procuratore sopra gli 
atti dei sopragastatdi, qu. Michele, 39. 
» Priamo, qa. Dionisio, 56. 
» Sebastiano, qu. Troilo, 431, 568. 
» Vincenzo, dei XL al civile, 205, 281 . 
Malombra Lodovico, cittadino trevigiano, 158, 539. 
Malvezzi (di) N. N., cittadino bresciano, 118. 
Manara Bernardo, contestabile al servizio dei vene- 
ziani, 340, 355, 522. 
Manenti Giovanni, sensale di cambi a Venezia, 373, 

454, 456. 
Menerà (di) contessa, v. Mareri. 
Manfredi Antonio, cittadino veneziano, qu. France- 
sco, 361. 
» Astorre, del signori di Faenza, capo di fanti 
al servizio del veneziani, 261,. 363, 371, 
441, 442, 444, 490, 517, 530, 544. 
» Giovanni Battista, segretario in Venezia del 
conte di Calazzo, 17, 50, 51. 
Manfroni, famiglia di Schio, 356. 
Manolesso, casa patrizia di Venezia. 
» Agostino, qu. Lorenzo, 266. 
» Antonio, Cattavere, qu. Antonio, 560. 
» Marco, podestà e capitano a Mestre, qu. 

Marco, l'i3. 
» Orsatto, fu salinaro a Cbioggia, qu. Gia- 
como, 147,264,271. 
Manriquez [Maich) Maria, duchessa di Terranova, ve- 
dova del Gran capitano Consalvo, e madre di El- 
vira di Cordova duchessa di Sessa, 168. 
Mantova (di) marchese, oratori, ecc., v. Gonzaga. 



651 



nOICE OBI NOMI DI PERSOMB E 01 COSI 



652 









Maramaldo Fabrizio, capitano neU' esercito imperialCi 

140, 327. 
Marcella nave (cioè dei Marcello), 515. 
Marcello, casa patrizia di Venezia. 

» Alessandro, qu. Francesco, da «. Marina, 
249. 
Alvise, de' Pregradi, qu. Giacomo, 558. 
Andrea, fu ai luogo di Procuratore sopra 
gli atti dei sopragastaldi, dei XX savi 
sopra r estimo di Venezia, de* Pregadi, 
qu. Antonio, 89, 558. 
Andrea, de' Pregadi, qu. Giacomo, 39, 55, 

558. 
Angelo, il grande, dei XL al criminale, qu. 

Antonio, 367. 
Antonio, canonico di Padova, di Girolamo, 

287. 
Antonio, fu capitano delle galee bastarde, 

qu. Andrea, 274, 515. 
Antonio, qu. Pietro, 566. 
Bernardo, della Giunta, qu. Girolamo, 367. 
Bernardo, fu capo del Consiglio dei X, savio 
sopra r estimo di Venezia, qu. Andrea, 
qu. Bernardo, 177. 
Cristoforo, arcivescovo di Corfù, qu. Giaco- 
mo, da san Toma, 287. 
Donato, qu. Antonio, 320. 
Federico {Ftrigo), qu. Pietro, 566. 
Giacomo, patrono di fusta armata, qu. Pie- 
tro, 110. 
Giovanni, dei X savi sopra le decime, qu. 

Pietro, 367. 
Giovanni Francesco, de' Pregadi, qu. Anto* 

nio, 55, 558. 
Girolamo, qu. Antonio, qu. Giacomo, da san 

Toma, 564. 
Girolamo, fu esattore all'ufficio delle Ra- 
gioni nuove, qu. Fantino, 249. 
Girolamo, sindaco in s. Marco, qu. Galeazzo, 

375, 531. 
Girolamo, qu. Andrea, 515. 
Marco, fu provveditore a Peschiera, qu. Ma- 
rino, 263, 271. 
» Pietro, fu censore della città, qu. Giacomo, 

da san Toma, 111, 564. 
» Pietro, procuratore, qu. Alvise, da santa 

Marina, 537. 
» Valerio, savio a terraferma, della Giunta, 
qu. Giacomo Antonio cavaliere, 30, 41, 
59, 126, 129, 145, 247, 480, 497, 559. 
Marchiò, v. Melchiorre. 
Marconi Bernardo, cittadino veneziano, 361. 
Mareri (de) Costanza, contessa di Mareri {Manera), 

170. 
Margarita madama, v. Austria (di) Margherita. 
Marin, casa patrizia di Venezia. 
» Benedetto, qu. Marco, 56. 






» 






Marin Giacomo, fti auditore nuovo, dei XL ai criml* 
naie, qu. Bartolomeo, 58, 562. 
» Giovanni, fu auditore vecchio, sindaco in San 

Marco, qu. Girolamo, 376, 531. 
» Leonardo, fu savio agli ordini, qu. Tomaso, 

145, 147, 263. 
n Nicolò, qu. Antonio, qu. Giovanni dottore, 265. 
Marin (di) Alvise, segretario ducale veneziano, 426. 
» Bernardo, cittadino veneziano, 555. 
» Giovanni, banchiere in Lombardia, 494. 
» Giovanni Agostino, cittadino veneziano, 554. 
Martina (di) duca, v. Caracciolo Giovanni Battista. 
Martinengo (da), famiglia castellana di Lombardia, 

patrizia di Venezia. 
» Antonio Maria, qu. Bernardino, 273, 274, 

275, 276, 319, 478. 
» Antonio Maria (di) moglie, 273. 

)> Battista, contestabile al servizio dei vene- 

ziani, 181, 275. 333, 356, 409, 478, 
481, 482, 491, 539. 
» Cesare, contestabile al servizio dei vene- 

ziani, 16, 24. 98, 109, 117, 119, 182, 
259, 355, 445, 447, 459, 476, 901, 
581. 
» Gabriele, v. Tadino. 

» Isnardo, 504. 

» Lodovico, 894. 

Martino, savoiardo, capo di fanti austriaci, 210. 
Martorano (di) conte, v. Gennaro (de) Scipione. 
Marnilo Giovanni, conte di Condojanni, 169. 
Marzelo, v. Marcello. 
Masarati, v. Macerata. 
Masser (da cà) Leonardo, cittadino veneziano, porto^ 

ner del Collegio, qu. Francesco, 361. 
Massimiliano conte, v. Pietrapiana. 
Matafori Antonio, capo di cavalli leggieri al servizio 

dei veneziani, 369. 
Mataloni (di) conte, v. Carafa Diomede. 
Mattel Girolamo, 439, 440. 
Matteo N. N. tintore a Venezia, 448. 
Matto Battista (di) fratello, capitano del duca di Mi- 
lano, 521. 
Mauresi Andrea, capo di stradiotti al servizio dei ve- 
neziani, 137, 369. 
Mauro Giovanni, di Pietro, da Pozeco, 182. 
Mauro, o Maurus, v. Moro. 
Mauroceno, v. Morosini. 
Mazataze Angelo, cittadino veneziano, 554. 
Mazzaroli (Mazaruol) Antonio, segretario ducale ve- 
neziano, 226, 33S. 
Medici (de), casa principale e fazione di Firenze, 28, 

64, 93, 94, 157, 197, 287. 
» » Ippolito, 359. 
» » Nioolò, 336, 463, 480. 502. 
Medici (de), famiglia nobile di Milano. 

» » Agostino, fratello del Medeghino, 187, 
194. 



653 



INDICE DEI NOm DI PERSONE E DI OOSB 



654 



Medici (de) Giovanni Giacomo, detto il Medeghino, 

castellano di Masso, 24, 50, 5U 73, 
76, 79, 84, 85, 90, 91, 92, 95, 97, 
98, 99, 107, 109, 109, 112, 116, 117, 
118, 119, 123, 156, 158, 185, 186, 
187, 194, 195, 197, 201, 202, 203, 
207, 208, 209, 224, 225, 228, 235, 
243, 244, 251, 252, 257, 258, 266, 
273, 274. 275, 277, 283, 300, 301, 
302, 315, 318, 833, 348, 863, 518, 
521. 
» » Giovanni Battista, fratello del Medeghi- 
110,50, 133, 156, 158, 186, 194, 202, 
226, 273, 277, 300, 801. 
Medico Marco, di Montag^nana, 31. 
Medina (di) N. N , capitano neir esercito imperiale, 

374. 
Melchiorre (àfarekiò) (de) Bernardino, drappiere a Ve- 

pezia, 555. 
Melfi (di) principe, ▼. Caracciolo Giovanni. 
Melito (di) conte, v. Meadoza (de) Diego. 
Mella N. N., capitano del castellano di Musso, 302. 
Memmo, casa patrizia di Venezia. 

9 Giorgio, fa ufficiale alle Caznde, qo. Loren- 
zo, 266, 430, 567. 
» Giovanni, dei XL al criminale, qu. Tribuno, 

58, 146, 562. 
» Marco, qn. Andrea, 56. 
» Stefano, della Giunta, qu. Giorgio, 556. 
Mendoia (de) Diego, conto di Melito, 168. 

» » Inigo, vescovo di Bnrgos, oratore deU 
rimperatore in InghiUerra, 196. 
Mercanti tedeschi a Venezia, 42. 
Mercurio conto, v. Bua Mercurio. 
Merino Stefano Gabriele, arcivescovo di Bari, 158. 
Mesagoe {Migianie) (di) contessa, v. Bel tran Beatrice. 
Messo N. N., di Valtellina, 400. 
Mezzo (da) Girolamo, bergamasco. 555. 
Mezzo (di), casa patrìzia di Venezia. 
» » Francesco, fu conto alla Brazza, di Luca, 
264. 
Miani {Fmiliani, Aemilianus), casa patrizia di Ve- 
nezia. 
» Agrestino, fu console dei mercanti, di Giovanni 

Francesco, 147. 
» Giovanni, consigliere, qu Giacomo, 6, 29, 38, 
41, 59, 114, 153, 161, 163, 164, 234, 338, 
432, 453, 557. 
» Giovanni Francesco, fu ufficiale alle Ragioni 
vecchie, capo dei XL, qu. Girolamo, 29, 59, 
81, 115, 161, 233, 562. 
» Girolamo, qu. Angelo, 178. 
» Vitale, qu. Paolo Antonio, 264, 271. 
Mioheletto N. N., capitano austriaco delle artiglierie, 

358. 
Kiohiel, casa patrizia di Venezia. 
« Alessandro, di Nicolò dottora 863, 



Michiel Alessandro, fti capo dei XL, qu. Pietro, 58, 
146. 

» Alvise, consigliere, qn. Vettore, qu. Michiele, 
56, 160, 246, 562, 566. 

» Antonio, provveditore sopra le pompe, qu. 
Pietro, 564. 

» Giacomo, fu capo del Consiglio dei X, della 
Giunta, qu. Tommaso, 180, 559. 

» Giacomo, qu. Girolamo, 568. 

» Giovanni, camerlengo del Comune, qu. Pie- 
tro, 565. 

• Giovanni, provveditore del Comune, qu. Fran- 
cesco, 564. 

» Girolamo, qu. Nicolò, 266. 

» Lodovico, fu provveditore a Cividale, qu. Pie- 
tro, da san Polo, 331, 353. 

n Mafflo, podestà a Padova, qu. Nicolò dottore 
cavaliere e procuratore, 18, 161, 364. 

n Marc*Antonio, de'Pregadi, qu. Vettore, 566. 

» Merino, fu castellano a Mestre, qu. Alvise, 
qu. Mafflo, 262. 

• Melchiorre, avogadore del Comune, di To- 

maso, 81, 179, 258, 296, 324. 
» Nicolò, dottore, fu capitano a Bergamo, dei 

XV savi sopra 1* estimo di Venezia, qu. 

Francesco, 41, 54, 160, 179, 565. 
» Pietro Maria, fu camerlengo a Brescia, savio 

agli ordini, qu. Pietro da san Polo, 57, 145, 

146, 147, 172, 174, 337, 338, 424, 557, 558. 

• Stefano, fu sopracomito, qu. Giovanni, 254, 

265. 
» Tommaso, de' Pregadl, qu. Giovanni Matteo, 

55, 558. 
9 Tommaso, provveditore sopra le Camere, qu. 

Francesco, 560. 
9 Vincenzo, governatore delle entrate, qu. Ni- 
colò dottore cavaliere e procuratore, 562, 
566. 
Michiel (de) Stefano, cittedino veneziano, 555. 
Mida Giovanni, 460, 461, 

Migianie o Messgne (di) contessa, v. Beltran Beatrice. 
Mignano (di) conte, v. Fieramosca Guido. 
Milanese Girolamo, capitano, 106. 
Milano (di) doca, v. Sforza Francesco. 

» oratore a Venezia, v. Corto (da) Bene- 

detto. 
9 popolo, 208, 333, 843, 420, 439. 

Milion, di Varo, monsignore, capitano nell'esercito 

imperiale, 839. 
MilloDo Bonifacio, cavaliere di s. Giacomo, dimoranto 

in Venezia, 279. 
Milledonne Angele, cittadino veneziano, qu. Antonio, 

861. 
Minio, casa patrizia di Venezia. 
» Filippo, Signore di Notte, qu. Castellano, 534. 
9 Giovanni Battista, podestà a Monfalcone, 93, 
9i. 



> 



6j5 



IKDICE DEt NOUI DI PERSONE E DI COSE 



a 






?t 



>■ 



Minio Marco, consigliere, qu. Bartolomeo, 6, 29, 33, 
41, 59, 112, 114, 161, 163, 205,267, 273, 
432, 453, 557. 
» Nicolò capo dei XL, qu. Almorò, 58, 146, 

172, 174, 319. 433, 453. 
V Silvestro, luogotenente in Cipro, qu. Andrea, 
190, 200, 523. 
Minotto, casa patrizia di Venezia. 

» Vettore, de'Pregadi, dei XV savi sopra l'e- 
stimo di Venezia, qu. Giacomo, 180, 559. 
Mirandola (da) Marco, frate eremitano, 194. 

» (della) Giovanni Francesco, v. Pico. 

Missolo Ercole, di Pago, 74. 
Mocenigo, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise cavaliere, consigliere, qu. Tom- 

maso, 6, 29, 33, 67, 79, 81, 115, 126, 
127, 129, 145, 159, 161,162,176,234, 
255, 308, 320, 392, 399, 405, 498, 562. 
» Andrea, dottore, de'Pregadi, savio a ter- 
raferma, di Leonardo procuratore, qu. 
Serenissimo principe, 54, 160, 180, 
188, 233, 245, 247, 308, 311, 340, 406, 
432, 454, 524, 5:^9. 
» Andrea, qu. Leonardo, qu. Tomaso procu- 
ratore, 147. 
« Antonio, procuratore, di Alvise cavaliere, 

51, 180. 
» Francesco, fu podestà e capitano a Tre- 
viso, procuratore, qu. Pietro, 56, 186, 
532, 556. 
» Lazzaro, capo del Consiglio dei X, qu. 

Giovanni, 327, 558. 
» Leonardo, procuratore, savio del Consiglio, 
qu. Serenissimo principe, 25, 29, 59, 
63, 174, 176, 209, 213, 308, 431, 453, 
524, 539, 557. 
» Nicolò, fu provveditore al Sale, de'Prega- 
di, dei XV savi sopra l'estimo di Ve- 
nezia, qu. Francesco, 180, 559. 
;» Tommaso, fu capitano in Candia, dei XX 
savi sopra l'estimo di Venezia, di Leo- 
nardo procuratore , qu. Serenissimo 
principe, 39, 55, 159, 162, 163, 233. 
» Vettore, qu. Giacomo, 56. 
» Filippo, figlio naturale del doge Pietro, 
fu priore dell'ospizio della Cà di Dio, 
78. 
Molla (da), casa patrizia di Venezia. 

» Andrea, dal Banco, del Consiglio dei X, 

qu. Marino, da tan Giuliano, 133, 430, 
567. 
» Andrea, fu ufficiale alla Camera dei pre- 

stiti, savio a terraferma, qu. Pietro, 
da sanVAponal, 160, 245, 307, 312, 
432, 557. 
^ Domenico, provveditore sopra il cottimo 

di Alessandria, qo* Bernardino, 556. 



» 



n 



» 






Molin (da) Filippo, provveditore sopra le aque, qa. 

Girolamo, 367, 561. 
Francesco, qu. Bernardino, 133. 
Gaspare, procuratore, di Tomaso, 367, 

513, 531. 
Giacomo, di Pietro, qu. Giacomo dotttye, 

57. 
Giovanni, dei XL al criminale, sindaco, 

qu. Benedetto, 146, 265, 543. 
Giovanni Battista, provveditore in Dal- 
mazia, qu. Girolamo, 19, 102, 217, 
304, 493, 498. 
Giovanni Francesco, provveditore alle 
biado, qu. Pietro da sant'Aponal, 56. 
Girolamo, di Pietro, qu. Giacomo dottore, 

56. 
Marco, procuratore, qu. Alvise procura- 
tore, 64, 180, 209, 320, 367, 513, 531, 
562. 
Marino, consigliere, qu. Giacomo, 6, 29, 
33, 59, 114, 144, 161, 163, 273. 560. 
Nicolò, di Pietro, qu. Giacomo dottore, 51. 
Paolo, qu. Antonio, 566, 
Pietro, fu al luogo di Procuratore sopra 
gli atti dei sopragastaldi, qu. Giro- 
lamo, qu. Paolo, qu. Marco procura- 
tore, 560. 
» Pietro, qu. Giacomo, dottore, 56. 

Monaldini (di) Obizzo, cittadino di Ravenna, 155. 
Moncada (di) don Ugo, capitano dell'Imperatore, vi- 
ceré di Napoli, 87, 178, 201, 217. 383, 385, 386, 
387, 388, 389. 390, 411, 415, 467, 468. 
Monete forestiere a Venezia, 80, 97. 

» veneziane. 97, 446, 516. 
Monopoli (di) oratori a Venezia della comunità, 532, 

533. 
Monsignore illustrissimo, v. Foys. 
Montanes (de) Renale, capitano nel!' armata spa- 

gnuola, 383, 387, 388. 
Montealto (di) duca, v. Aragona (d') Ferrante. 
Monte (del) Giovanni Maria, arcivescovo Sipontino o 
di Manfredonia, presidente o governatore della Ro- 
magna, 123, 501. 
Montecalvi (di) conto, v. Carafe Giovanni PraDceseo. 
Monteleone (di) conte, v. Pignatelli Ettore. 
Montella (di) conte, v. Cavaniglia Troiano. 
Montesarcbio (di) marchese, v. Carafa GiovaoDi Vm- 

cenzo. 
Montmorency (Memoransi) (de) .\nne, primo barone, 
pari, maresciallo e Gran Maestro di Francia, 197, 
405, 474, 484, 534. 
Mon torio (di) conte, v. Carafa Giovanni Alfonso. 
Mon torio Francesco, v. Camponeschi. 
Montuoro [Monturri) (di) conte, v. Zurlo Giovanni 

Bernardino. 
Morcone (di) conte, v. Gaetani d'Aragona Giacomo 
Maria, 



Ó57 



INDICE DCr MOUI DI PERSONE £ DI COSE 



65d 



» 

9 



Mora Antonio, cittadino veneziano, 553, 554. 

» Pasqualino, cittadino Teneziano, 553, 554. 
Moreliano Filippo Giaconoo, di Monopoli 533. 
Morello Giovanni, cancelliere a Venezia di condottieri 

vari, qu, Nicolò, 147, 149, 215, 361, 465, 537. 
Moreta (de la) monsignore, v. SoUiera (di) Carlo. 
Morexini t. Moroslni. 
Moro [Maurus) casa patrizia di Venezia. 
» Agostino, qn. Marino, 568. 
Antonio, di Fantino, 266. 
Bernardo, fu provveditore al Sale, de'Pregadi, 
dei X savi sopra T estimo di Venezia, qu. 
Leonardo, 39, 102, 563. 
Daniele il grande, censore della città, qu. Ma- 
rino, da $. Agostino, 54, 296, 568. 
Gabriele cavaliere, savio a terraferma, qu. An- 
tonio, 30, 41, 59, 64, 79, 83, 136, 188, 233, 

873, 563. 

Giacomo Antonio, fu giudice del Piovego, di 
Lorenzo, qu. Cristoforo, 51, 145, 266. 

Giovanni, fu luogotenente in Friuli, qu. Da- 
miano, 158. 238, 256, 430, 567, 568. 

Giovanni, provveditore dell' armata, qu. Anto^ 
nìo, 97, 144, 193, 205, 275, 335, 337, 866, 

537. 
Giovanni Battista, fu alla custodia di Padova, 

qu. Fantino, 264. • 

Girolamo, provveditore sopra la sanità, provve- 
ditore sopra le pompe, qu. Alvise, 556, 661. 
Marco, fu signore di Notte, qu. Bartolomeo, 

265. 
Pietro Antonio, di Fantino, 67. 
Sebastiano, qu. Damiano, 668. 
Tommaso, provveditore generale nelP esercito, 
qu. Alvise, 5, 13, 15, 23, 36, 38, 47, 66, 71, 
73, 76, 79, 80, 84, 87, 90. 91, 93, 94, 95, 
96. 97, 98, 108, 109, HO, 114, 117, 118, 119, 
125,135, 141, 144, 150, 151, 152, 155, 164, 
1.77, 185, 186, 193, 194, 195, 196, 201, 202, 
207,208, 213, 216, 225, 243, 251, 352, 258, 
259, 260, 268, 274, 277, 284, 292, 298, 800, 
301,302, 315, 322, 334, 340, 342, 343, 344, 
345, 854, 355. 3^2, 365, 367, 874, 378, 394, 
395, 896, 399, 406, 407, 408, 410, 412, 416. 
420, 428, 429, 438, 439, 450, 451, 459, 476, 
478,480, 481, 482, 486, 487, 492, 504, 510, 
518,520, 521. 530, 632, 637, 540, 511, 546, 
647, 648, 549. 
Moron© Girolamo, dottore, fti cancelliere del duca 

Francesco Sfor«a, 86. 
Moroslni [Morexini, Mauroceno), casa patrizia di Ve- 
nezia. 
n Almorò, capitano al Golfo, qu. Antonio, 69, 

103, 124, 194, 208, 267, 417, 529. 
» Andrea, de' Pregadi, di Giustiniano, 68, 

867! 
• Antonio, della Giunta, qu. Michele, 666. 

/ Diarii di M. Sanuto. — Tom. XL VII 






Moroslni Bartolomeo, fu ufficiale alla Dogana di 
mare, qu. Andrea, 249. 
» Bartolomeo, qu. Lorenzo. 430, 568. 
» Carlo, procuratore, del XV savi sopra l' e- 
stimo di Venezia, qu. Battista, da Li-- 
sbona. 54, 179, 329, 532, 563. 
» Cristoforo, governatore delle entrate, qu. 

Nicolò, 56. 
» Domenico, fu podestà a Portogruaro, qu. 
Giovanni, 270. 

« Domenico, patrono di una galea di Beyruth, 
qu. Giacomo, 531. 

» Federico, qu. Cipriano, 669. 

» Federico, qu. Girolamo, 57. 

» Francesco, de' Pregadi, qu. Antonio, 561. 

» Francesco, dottore, qu. Gabriele, 54. 

» Francesco, fu savio a terraferma, fu avo- 
gadore del Comune, podestà e capitano 
a Treviso, de' Pregadi, qu. Nicolò, 55, 
187, 243, 258, 565. 

D Francesco, detto Squatarin, provveditore 
sopra l dazi, qu. Pietro, 399, 501. 

» Giovanni, sopraconsole, qu. Pietro, qu. Si- 
meone, 398. 

1» Giovanni Battista, dei X savi sopra le de- 
cime, qu. Giacomo, 564. 

» Giovanni Francesco, fu consigliere, dei X 
savi sopra l'estimo di Venezia, de' Pre- 
gadi. qu. Pietro, da 8, Cassiano, 177, 558. 

» Giovanni Francesco, qu. Pietro, 55. 

9 Girolamo, di Cristoforo, 135. 

» Girolamo (di) moglie, figlia di Nicolò Ve- 
nler, 135, 155. 

» Girolamo, qu. Pietro, 430, 567. 

» Giustiniano, della Giunta, qu. Marco, 59, 
559. 

» Lorenzo, castellano della Chiusa, 38, 60,- 

341. 

» Marco dottore, podestà a Bergamo, qu. Lo- 
renzo, 54, 295, 297. 

» Marino, de' Pregadi, qu. Pietro, 55, 559. 

» Michele, fu savio a terraferma, qu. Pietro, 
247, 255, 430, 567. 

» Nicolò, de' Pregadi, qu. Zaccaria, 666. 

« Pandolfo, fu podestà a Padova, provvedi- 

tore all'Armare, qu. Girolamo, 40, 58, 
352, 462, 561. 

» Paolo, fu podestà a Muggia, qu. Giovanni 
Alvise, 147,' 263, 271. 

» Paolo, podestà e capitano a Belluno, qu. 
Marco, das, Zanepoìo, 61, 87, 109, 125, 
177, 205, 226, 255, 267, 316, 346, 362, 
435, 436, 642. 

• Pietro, de' Pregadi, qu. Battista, 56. 

]) Pietro, savio a terraferma, qu. Francesco, 
80, 35, 69, 136, 308, 311, 432, 464, 501, 
623, 524, 562. 

42 



659 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSB 



660O4 



Morosioi Pietro, fa sindaco in terraferma, qu. Loren- 
zo, 162, 174. 
» Pietro, podestà e capitano in Capodistria, 

qu. Alvise, 294. 
» Silvestro, de' Pregradi, qu. Giovanni , da 

sanV Aponah &6I. 
Moscoviti, cioè Russi, oratori a Venezia, 8. 
Mosto (da), casa patrizia di Venezia. 
» Benedetto, dei XL al criminale, qu. Pie- 

tro, 58, 562. 
» Benedetto, podestà, a Portole, 261. 

i> Francesco, provveditore sopra 1 banchi, 

qu. Giacomo, 56, 561. 
» Francesco, provveditore a Lonato, qu. 

Pietro, qu. Valerlo, 481, 492, 509, 535. 
Moti (di) Marc' Antonio, cittadino veneziano, 554. 
Mozenigo, v. Mocenigo. 
Mozzanlca (Mozanega) (da) Contino, 100, 117, 190, 

238. 
Mudazzo Muazzo, casa patrizia di Venezia. 
» » Alvise, qu. Pietro, 431, 568. 

» » Andrea, della Giunta, qu. Nicolò, 

559. 
» » Zaccaria, fu castellano a Corfù, 

264. 
Mula (da), casa patrizia di Venezia. 
» Agostino, provveditore dell' armata, qu. 

Paolo, 290, 337, 339, 529. 
» Andrea, de'Pregadi, qu. Nicolò, 89, 55, 

102, 563. 
» Antonio, consigliere, del Consiglio dei X, 

qu. Paolo, 112, 462, 558. 
Muro (di) conte, v. Ferrillo Giacomo Alfonso. 
Mus o Musso (di) castellano, v. Medici (de) Giovanni 

Giacomo detto il Medeghino, 
Muson Paolo, bandito di Cbioggia, 338. 



N 



Nadal, casa patrizia di Venezia. 
» Giovanni, capitano delle galee di Bejrutb, qu. 
Bernardo, 7, 485. 
Naldo (di) condottieri al servizio dei veneziani, 
j» Babone, contestabile, 253. 

» Gere^mia, 253. 

» Giovanni, capo di cavalli leggieri, 6, 290, 

402, 470, 472, 485, 500, 502, 517, 532, 
544. 
» Guido, contestabile, 24, 99, 104, 107, 108, 

117, 119, 152, 163, 182, 253, 355, 378, 
897, 400, 423, 4l9, 504, 522. 
Nana galea (cioè del sopracomito Naai), 529. 
Nani, due case patrizie di Venezia. 
» Agostino, de'Pregadi, di Paolo, 290, 324, 564. 
» Francesco, sopracomito, qu. Giovanni, 529, 548. 
n Paolo, il vecchio, fu capo del Consiglio dei X, 
della Giunta, qa« OiacomOi h^, 319| 562. 



Nani Paolo, fu podestà a Verona, vicecapltano es 
provveditore generale a Verona, del Consi- 
glio dei X, della Giunta, qu. Giorgio, 217. 
253,255,319,880,331, 337, 354, 875, 878, 
394, 398, 404, 414, 417, 423, 428. 496, 487, ' 
444, 449, 450, 460, 462, 463, 464, 469. 474^^ 
477, 480, 485, 490, 496, 500, 502, 5U, 517, 
530, 532, 534, 535, 538, 545, 546, 559- 
NB. A colonna 534 correggasi la punteg- 
giatura leggendo: quale è Prvte 

ditor cenerai in Verona ; savio sora i conti, . 
ni un patsoe : ecc. 
Napoli (da) Giovanni, dimorante a Verona, 214. 
» (di) baroni del regno, 493, 508. 
» seggi, 280. 

» viceré, v. Moncada Ugo. 

Nardo (NeHlo) (di) duca, v. Acquaviva d' Aragona 

Belisario. 
Navagero, casa patrizia di Venezia. 

» Andrea, oratore all'Imperatore, della Giun- 
ta, qu. Bernardo, 867. 
Navaier, v. Navagero. 
Navarra (di) regina, Margherita di Valois, sorella del 

re Francesco I di Francia, 76. 
Navarro Pietro, conte, capitano generale dell' armata 
di Francia, 8, 9, 27, 37, 70, 72, 88, 89, 138, 139, 
% 183, 212, 215, 297, 859, 884. 
Nave (dalla) Cristoforo, cittadino veneziano, 554. 
Negro (del) Giovanni, di Grigno in Valsugana, 163. 
» Girolamo, cittadino veneziano, di Francesco, 

360. 
» Pietro, cittadino veneziano, qu. Alvise, 554. 
Neri (de) Marco {del Nero) fiorentino, oratore ad 

Odetto di Foys, 386. 
Nerito Nardo (di) duca, v. Acquaviva d' Aragona 

Belisario. 
Nicastro (di) conte, v. Caracciolo Giovanni Battista. 
Nicbesola (di) Galese (Calese), veronese, fu vescovo di 

Belluno, 126, 129. 
Nioolosi Lodovico, cittadino veneziano, qu. Nicolò, 360. 
Nicosia (di) arcivescovo, v. Podacataro. 
Nigra (della) Antonio, cittadino veneziano, 554. 

» » Francesco, cittadino veneziano, 554. 
Nixla (di) duca, v. Crespo Giovanni. 
Noale (da) Ahise, dottore, avvocato a Venezia, 555. 
Nobili (di) Francesco, 540. 
Nocera (di) duca, v. Carafa Ferrante. 
Nogarola (da) Alessandro, conte, oratore a Venezia 

della comunità di Verona, 20. 
Noia (di) conte, v. Accia (d') Giovanni Berardino. 
Nola (di) conte, v. Orsini Brrico. 
Non (di) Pietro, conte, 143. 
Nordis (de) Jacopo, vescovo di Urbino, 53. 
Norimberga [Dorimbergo] (da) Raimondo, gentilaomo 

di Gorizia, 182. 
Novara (da) Vincenzo, capo di fan* al servizio dei 

veoesianl, 807. 



661 



INDICE DQ NOMI DI PERSONE E DI COSE 



66Ì 



Norellara (da) eonte, v. Gonzaga Alessandro. 
NoTello (da) Giaoometto, capo di fanti al senrizlo dei 

teoesiani, 143, 144, 181, 237, 441, 442, 444, 473, 

490. 
Navolara, ▼. Novellara. 



Obigni (di) monsignore, t. Stuart Roberto. 
Ogrento (di) conte, v. Balzo (del). Francesco. 
O^io (dall*) Giovanni, di Asiago, 113. 
Gira (di) marchese, v. Bonifacio. 
Oliveto od Àlvito (di) conte, v. Gardena (de) Ferdi- 
nando. 
Onorati [Onorai) Domenico, mercante dì tela [telaruol] 

a Venezia, 551. 
Oppito (di) conte, v. Orsini Roberto. 
Grange (di) principe, y. Challon. 
Gratto, Y. Orazio. 

Oratori delle varie nazioni presso le corti e gli stati, 
V. i nomi delle nazioni rispettive. . 
» vari a Venezia. 52, 53, 128, 209, 210, 217, 

220, 242, 295, 296, 392, 480, 484, 506. 
» vari in Francia, 211, 212, 238, 474. 
» vari air Imperatore, 8, 10, 11, 76, 239. 
Orazio Alessandro, cittadino veneziano, 554. 

» signor, V. Baglioni Orazio. 
Orio, casa patrizia di Venezia. 
» Giacomo Antonio, fb ufficiale alla Camera de! 

prestiti, qu. Giovanni, 160, 245, 807. 
» Pietro, dei XL al criminale, qu. Bernardino ca- 
valiere, 58, 205, 258, 262, 267. 
» Vincenzo, qu. Giovanni, 431, 437, 483. 
» Zaccaria, fu dei XL al civile. Signore di Notte, 
qu. Giovanni, 264, 271, 332, 422, 464, 511, 
514, f3l, 539. 
Orlando N. N, cameriere del papa, 370. 
Orsini, casa principesca romana e fazione, e membri 
di essa, 416. 
» Camillo, 183, 212, 217, 218, 314, 315, 336, 

356, 366, 436. 
» Errico, conte di Noia, 168. 
» Ferrante, duca di Gravina, 167. 
» Franciotto, cardinole diacono del titolo di 

santa Maria in Cosmedin, 13, 28. 
» Giovanni Francesco, 304, 479, 529, 545, 546. 
» Giovanni Paolo, di Lorenzo da Ceri, 360. 
» Lorenzo da Ceri, delT Anguillara, 244. 
w Napoleone, abate commendatario di s. Salva- 
tore di^Farfa, Aglio di Giovanni Giordano, 
68, 416. 
» Nicolò, conte di Pitiglìano (ricordato), 41. 
» Roberto, conte di Oppido, 169. 
I» Valerio, signore di Monterotondo, 26, 303. 



Padavin Giovanni Battista, cittadino veneziano, qu. 

Nicolò, 861. 
Padova (da) o Padoan Girolamo, contestabile al ser- 
vizio dei veneziani, 262, 371, 459, 483, 
493. 
» (di) camera, 496, 498. 
» (di) comonità, 531. 
» (di) consiglio della comunità, 19. 
Padregno, capo di cavalli leggieri nell* esercito im- 
periale, 15, 16. 
Padula (della) marchese, v. Gardena (de) Antonio. 
Pafo (di) vescovo, v. Pesaro (da cà da) Giacomo. 
Pagrain Pietro, di Arzignano, 89. 
Pagan Nicolò, addetto alla corte pontificia, 421. 
Palazzuolo (da) Raffaele, 99. 

Palena (di) conte, v. Capua (di) Giovanni Francesco. 
Paleologo, casa dei marchesi di Monferrato. 

» Anna, figlia di Renato d*AlenQon, mar* 
obesa di Monferrato, 277. 
Paleologo Teodoro, interprete dell* oratore veneziano 

al Gran Sultano, 135, 210. 
Palla N. N. inviato della republica di Firenze, iu 

Francia, 93. 
Palmieri (di) Gottifredo, nobile di Mooopoli, 538. 
Pandone Errico, conte di Venafh), 168. 
Pantheo Giovanni Agostino, autore di an*opera m?/a 

purificatione dell* oro, 40. 
Papa Clemente VII, 5, 6, 8, 11, 13, 23, 24, 28, 53, 
67,68,69,76,77, 85, 94, 96, 97, 119, 123, 
126, 127, 129, 133, 145, 155, 156, 158, 170, 
17i, 196, 197, 200, 201, 210, 235. 242, 248, 
254, 260, 269, 270, 280, 287, 289, 808, 334, 
836, 841, 347, 349, 350, 351, 359, 360, 364, 
366,370, 374, 389, 391, 392, .393, 396, 398, 
399, 403, 405, 414, 416, 426, 429, 437, 438, 
439,440,461,462,463, 464. 469, 474, 479, 
492, 49 1, 495, 498, 500, 501, 517, 529, 580, 
637.. 
» Alessandro III (ricordato], 210. 
9 Giulio II (ricordato), 200. 
» Leone X (ricordato), 287. 
» (del) legato a Venezia, v. Averoldi Altobello. 
« (del) messo air esercito imperiale, 447, 448. 
» (del) oratore in Francia, v. Pucci. 
Parma (da) Agostino, contestabile a Corfù, 67. 
Paso [Pawe) Girolamo, veneziano, SCO, 
Pasquali go, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise, procuratore, qu. Filippo, 59, 209, 

366, 480, 532, 546, 562. 
Francesco, fu capitano delle galee di 
Alessandria, qu. Vettore, 247, 255, 
330, 499. 
Francesco, podestà a Noale, qu. Marc^An- 
tonio, 100, 101, 118. 



» 



663 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



664 



Pasqualig^o Giovanni, fd ufficiale alla dogana di mare, 

qa. Marino, 265. 
» Giovanni Maria, qu. Marco, 57. 

» Lorenzo, procuratore, qu. Filippo, 59, 180, 

866, 566. 
» Nicolò, provveditore aopra i banchi, qu. 

Vettore, 564. 
T% Sebastiano, fu sopracomito, qu. Cosma, 

254. 
Pasqualini Nicolò, cittadino veneziano, 360. 
Passano Giovanni Gioachino, dalla Spezia, sig^nore di 

Vaylos Vaux, 178, 382, 388. 
Patian N. N. di Mestre, 248. 
Patriarca di Venezia, v. Querini Girolamo. 
Paulucci iPauluzi) Antonio, cittadino veneziano, drap- 
piere, 320, 553, 554. 
Paxi, V. Pazzi. 

Pazzi (de) Alessandro, oratore a Venezia della repub- 
blica di Firenze, 29, 52, 77, 93, 125, 128, 194, 
209, 231, 232, 233, 237, 242, 253. 
Pelizon Francesco, cittadino veneziano, 553, 554. 
Pellegrino, corriere di Francia, 363. 
Pereny [Perini) Pietro, voivoda di Transilvanla, figlio 

del fu Conte Palatino d' Ungheria, 15, 122. 
Perini, v. Pereny. 
Permarin, v. Premarin. 
Perpigliana, galea spagnuola, 467. 
Per^enon o Bressanone (di) vescovo, v. Austria (di) 

Giorgio. 
Pesaro '(da cà da), casa patrizia di Venezia. 

V » Alessandro, de* Pregadi, qu. Nicolò, 

40, 55, 565. 
» » Antonio, de* Pregadi, qu. Alvise, 

qu. Angelo, 560. 
» » Antonio, fu podestà e capitano a 

Treviso, qu. Leonardo, dal carro 
di Lizza Fusina, 56, 186. 
» » Benedetto, fU capitano generale 

del mare (ricordato), 287. 
» » Bernardo (erroneamente Zeo»ar(^o), 

capo dei XL, sindaco, di Pie- 
tro, 172, 174, 427, 453, 479, 
511, 512, 524, 525, 539, 543. 
Fantino, qu. Leonardo, 56. 
Francesco, qu. Marco, 566. 
Francesco, qu. Leonardo, 566. 
Giacomo, vescovo di Pafo, qu. 
Leonardo, 53, 128, 194, 209, 
213, 217, 242, 258, 295, 296. 
Giovanni, fu de' Pregadi, qu. Leo- 
nardo, 186. 
Giovanni, qu. Andrea, 57. 
Girolamo, fu al luogo di Procu- 
ratore sopra gli atti dei sopra- 
gastaldi, qu. Nicoìò, 177, 560. 
Girolamo, savio del Consiglio, dei 
XX savi sopra l'estimo di Ve- 



» 







» 



nezia, provveditore air Arse- 
nale, qu. Benedetto procura- 
tore, 89, 159. 162, 168, 172, 
174, 255, 271, 308, 330, 393, 
432, 451, 452, 454, 524^ 557. 
Pesaro (da cà da) Leonardo , rectius Bernardo , v. 

questo nome. 
» » Marco, fu podestà e capitano a 

Bassano, qu. Girolamo {Ca* 
roxof), 246, 255. 
» » Pietro, da Londra, procuratore, 

oratore ad Odetto di Foys, qu. 
Nicolò, 8. 10, 19, 22, 27, 29, 
35, 40, 41, 44, 66, 68. 70, 75. 
86, 103, 105, 113, 136, 145, 
153. 155, 173, 176, 178, 183, 
208, 212, 213, 217, 218, 227, 
232, 234, 273, 274, 290, 303, 
324, 327, 336, 367, 871, 381. 
384, 398, 464, 487, 493, 508, 
529, 534, 541, 546. 
» » Pietro, de* Pregadi, qu. Bernardo, 

558. 
Pescara (di) marchese, v. Avalos. 
Pexaro, v. Pesaro. 
Piagnoni, fazione di Firenze, 64. 
Piatese cavaliere, capitano del marchese di Mantova, 

188, 189, 140, 141. 
Picoolomini (Todeschini), famiglia principale di Siena. 
» Alfonso, duca d'Amalfi [Melfe, Amelflu 

gran giustiziere dei regno di Napoli, 
166. 
» Giovanni Battista, marchese di Deliceto 

(Licito), 167. 
Picenardi (Pizenardo) Annibale, capitano del duca di 
Milano, castellano di Cremona, 315, 317, 439, 521. 
Pico Giovanni Francesco, signore della Mirandola, 

505. 
Piero (di) Giovanni, tintore a Venezia, 655. 
Pietrapiana (da) Juri o Giorgio, capitano dell' arci- 
duca d'Austria, 62. 
» » Massimiliano, capitano dell'arciduca 

d'Austria, 150, 163, 374, 379. 
Pievani delle chiese di Venezia, 82, 83, 253, 
Plgnatelli Camillo, conte di Borrello {BurioUo), figlio 

di Ettore, 169. 
Pignat^i Ettore, conte di Monteleone, viceré dì Si- 
cilia, 168. 
Pio, casa del signori di Carpi. 
» Alberto, oratore del re di Francia a Roma, si- 
gnore di Meldola, 69, 196, 197. 
Pisani due case patrizie di Venezia. 

Alvise, vescovo di Padova, di Giovanni, di Al- 
vise procuratore, 127. 
Alvise, procuratore. Savio del Consiglio, prov- 
veditore generale nell'esercito, qu. Gio- 
vanni, dal Banco, 13, 28, 40, 41, 44, 47, 



» 



n 



^65 



INDICE DEI NOlli DI PERSONE E DI CX)SB 



666 



48, 61, 68, 70, 75, 86, 94, 103, 105, 116, 
156, 176, 178, 184, 212, 213, 217, 218, 227, 
232, 234, 273, 275, 290, 803, 324, 827, 836, 
367, 871, 381, 881, 898, 464, 493, 508. 529, 
534, 546, 562. 
Pisani Bartolomeo, fu castellaoo a Padova, di Gio- 
vanni, 249, 263. 
» Bernardo, fu esattore all'ufficio dei governa- 
tori alle entrate, qu. Francesco dal BancOf 
249. 
» Bertuccio, di Alessandro, 265. 
» Fantino, di Vettore, qu. Giorgio, 265. 
» Francesco, cardinale diacono del titolo di san 
Marco, di Alvise procuratore, 13, 53, 837. 
» Francesco, di Vettore, qu. Francesco, dal Banco, 

265. 
» Giacomo, provveditore sopra la sanità, qu. Do- 
menico cavaliere, 63, 79, 81, 155, 275, 430, 
567. 
» Giovanni, de* Pregadi, procuratore, di Alvise 

procuratore, dal Banco, 220, 533, 562. 
» Giovanni, fu avvocato grande, qu. Benedetto, 

264. 
» Giovanni, podestà a Vicenza, qu. Nicolò, 19, 

89, 969. 
» Ottaviano, qu. Domenico cavaliere, 480, 567. 
» Vettore, fu provveditore sopra la revisione dei 

conti, qu. Giorjrio, 160, 215, 307. 
» Vettore, qu. Francesco, dal Banco, 249, 264. 
Pltigliano (di) conte, v. Orsini Nicolò. 
Piva Giovanni Battista, fuoruscito di Cervia, 6. 
Pisani, V. Pisani. 
Pizinardo, v. Picenardi. 
Pizzamano, casa patrizia di Venezia. 

» Domenico, podestà a Brescia, qu. Marco, 

56, 200. 313, 319, 378. 397, 899, 422, 

488. 448, 459, 476, 477, 481, 482, 492, 

509, 518, 544, 548. 

» Francesco, qu. Giovanni Andrea, 431, 

568. 
» Gregorio, qu. Marco, 99. 101, 135, 166, 

197, 215, 371, 895, 899, 449, 476, 482, 
504. 
Plzzoll (di) Giacomo, cittadino veneziano, 555. 
Pochipani Giacomo Antonio, contestabile al servizio 
dei veneziani, 182, 355, 504, 522. 
» Scipione, capitano di .Valcamonica, 101, 
221. 
Podacataro Livio, arcivescovo di Nicosia, 53. 
Podar N. N. di Drauburg, 293. 
Poeta Ercole, veronese, contestabile al servizio dei 
veneziani, 181,225,280, 898, 404, 414, 422, 428, 
' 431, 443, 478, 490, 498, 540. 
Pela (della) Girolamo, cittadino veneziano, 861. 
Poi ani, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise, al luogo di Procuratore sopra gli atti 
dei sopragastaIdi,.qu. Giacomo, 806, 565 



Polani Girol$imo dottore, fu della Giunta, de* Pre- 
gadi, qu. Giacomo, 54, 153, 283, 559. 
« Marino, provveditore a Veglia, qu. Bernar- 
dino, 144. 
Polenton Francesco, di Enego, 371. 
Policastro (di) conte, v. Carafa Pier Antonio. 
Polignano (di) marchese, v. Toraldo Vincenzo. 
Polo (de) Antonio, stracciaiuolo a Venezia, 553, 554. 
Polonia {Poiana) (di), casa regnante. 

» » » Sigismondo I Jagellons, re di 

Polonia» gran duca di Li- 
tuània, signore di Prussia e 
di Russia ecc., 185, 248. 
» » » regina. Bona Sforza duchessa 

di Bari, 168. 
» n » oratore al gran Sultano, 248. 

Ponte (da) casa patrizia di Venezia. 
» Nicolò, dottore, fu de' Pregadi, di Anto- 

nio, 54. 
Pontirolo (Pontreuil ?) Leonardo, medico francese à 

Venezia, 18. 
Popoli {Vùpulo) (di) conte, v. Cantelmo Giovanni. 
Porcaro Stefano, romano, 836. 
Portello o Porcello, Orlando, di Salò, capitano nel- 

l'esercito imperiale, 324, 515. 
Porto (da), famiglia nobile di Vicenza. 
» Alvise, 149, 222. 

» Antonio, 104. 

» Brunoro, luogotenente di Gian Paolo Man- 

flrone, 120, 815, 355, 445, 447, 478. 
Porto (del) Simeone, trentino, 143. 
Potenza (di) conte, v. Guevara. 
Pozo (dal) Alessandro, qu. Pietro, cittadino veneziano, 
360. 
» » Bernardo, cittadino veneziano, 554. 
» » Leonardo, cittadino veneziano, 554. 
Pramburg (?) (di) conte {ffergrof), 858.^ 
Pramisbrlcense duca, v. Brunswick. 
Pranzvich (di) duca, v. Brunswick. 
Prato (da) Giovanni Andrea, bresciano, cavaliere, 
collaterale generale nell'esercito dei veneziani, 
75, 1 17, 203, 207, 394, 396, 447, 487, 540. 
Prausbanich, Prausbain (di) duca, v. Brunswick. 
Pravil, mudaro in Boemia, 293. 
Preclsburg (di) duca, v. Brunswick. 
Premarin (Permarin), casa patrizia di Venezia. 
» Tommaso, fu patrono di una galea di Fian- 
dra, qu. Nicolò, 264. 
Primicerio di s. Marco, v. Barbarigo Girolamo. 
Principe, v. Gritti Andrea. 

» d'Austria o di Castiglla, v. Austria (di) 

Ferdinando. 
» (d'Orange), v. Cballon (di) Filiberto. 
Priolì V. Priuli. 
Priuli, casa patrizia di Venezia. 
» Almorò, qu. Bernardo, 430, 567. 
Alvise, de* Pregadi-, qu. Marco, 58. 



» 



tffl 



tiOKZ DB NOU DI PERSONE E DI- COSE 



668 



» 



» 
» 






Frinii Alvise, fa proTvediiore al Sale, qa. Fraoee- 
eoo, 56, 245, 490, 567. 
» Andrea, dottore, qa. Pietro, da $. Sofla, 54, 
430, 567. 
Angelo Maria, qn. Pietro Alvise, 57. 
Antonio, dal Banco, fa capo del Conaiglio 
dei X, deTre^di, procuratore, qa. Maroo, 
qa. Francesco, da s. Severo^ 56, 319, 998, 
427, 428, 561, 568. 
Benedetto, qa Francesco, 56, 430, 567. 
Domenico, camerlengo del Cornane, qa. Ni- 
colò, 565. 
Donato, dei XL al criminale, qa. Roberto, 

556. 
Federico, de* Pregadi, qu. Giovanni France- 
sco, 56. 
Francesco, procuratore, provveditore sopra le 
biade, qa. Giovanni Francesco, 54, 78, 
180, 299, 516, 532, 557. 
Francesco (di) figlia, v. Qaerini Francesco. 
Giacomo, provveditore sopra i dazi, qu. Fran- 
cesco, 556. " 
Giacomo, qu. Bernardo, 430, 567. 
Giovanni, fìi capo del consiglio dei X, della 
Giunta, qu. Pietro procuratore, 103, 177, 
560. 
Giovanni, tu dei XL, di Nicolò, da i. Felice, 

265, 271. 
Girolamo, podestà a Bergamo, qu. Lorenso, 

da I. Giacomo dall' Orio, 295, 297. 
Girolamo, sindaco, qu. Giacomo, 543. 
Girolamo, qu. Domenico, 568. 
Lorenzo cavaliere, fu oratore air Imperatore, 

qu. Alvise, qu. Nicolò, 54, 306, 865. 
Marc' Antonio, fa podestà e capitano a Rovigo, 

de* Pregadi, qu. Alvise, 55, 103, 559. 
Nicolò, della Giunta, qu. Giacomo, 562. 
Sebastiano, fU ufficiale alle Cazude, provve- 
ditore sopra il cottimo di Damasco, qu. 
Domenico, 187. 
Vincenzo, qu. Lorenzo, 566. 
Zaccaria, qn. Alvise, 430, 567. 
Priunsbaen (di) duca, v. Brunswick. 
Pronsbit (di) duca, v. Brunswick. 
Pucci Antonio, vescovo di Pistola, 96, 97, 334, 474. 
» Lorenzo, cardinale del titolo dei Santi Quattro 
coronati, toscovo Prenestinense, 354. 
Puerslang (di) duca, v. Brunswick. 
Puglia (di) vfcerò, 215, 824, 968, 869, 465. 
Pulignano (di) marcbese, v. Toraido Vincenzo. 
Puzi, ▼. Paccl. 
Pyro monsignore, v. Gonzaga Pirro. 



» 
» 

» 



» 
» 






Qaarata o Corate (di) marchese, v. Aquino (d*; Lan- 
zalao. 



Quartano Giovanni, padrone di nave, 20. 
Qaerini {Quirini), casa patrizia di Venezia. 



» 



» 



» 
» 



n 

» 



» 






» 
» 



Andrea, fu capo di sestiere, qu. 
Pietro, 249. 

Angelo, qu. Zanotto, 264. 

Francesco, di Antonio, qu. Maroo, 
dalla Madonna dell' Orto, 147, 
263. 

Francesco (Stampella) de* Pregadi, 
qu. Giovanni, 299, 563. 

Francesco (di) moglie, figlia di 
Francesco Priuli, 299. 

Girolamo, de* Pregadi, qa. Fran- 
cesco, 556. 

Girolamo, qu. Giacomo, 58. 

Girolamo, fu savio a terrafernia, 
dei XX savi sopra 1* estimo di 
Venezia, della Giunta, qu. Pie- 
tro, (erroneamente qu, Andrea), 
da santa Marina, 39, 559. 

Girolamo, patriarca di Venezia, qu. 
' Domenico, dai Miracoli, 53, 
l'iS, 179. 

Girolamo, rettore alla Canea, 291. 

Girolamo, qu. Pietro» 55. 

Nicolò, fu patrono di nave, qu. 
Andrea, 265, 271. 

Nicolò, ufficiale alla camera dei 
prestiti, 514. 

Stefano, qu. Pietro, 295. 



Rai il Nicolò, capo di stradiotti al servizio dei veno- 

ztani, 187. 
Ramaszotti (de) Ramazzotto, di Ravenna, 349. 
Rangoni, famiglia nobile di Modena. 

» Claudio, capo di cavalli leggieri al servizio 
del papa. 13, 14, 15, 16, 99, 117, 118, 
119, 181, 195, 355, 362, 391, 396, 479, 
522. 
» Ercole, capo di fanti al servizio dei vene- 
ziani, 24, 71, 73, 75, 95, 99, 119, 141, 
156. NB. A colonna 73 ò erroneameota 
cbiamato Claudio. 
Francesco, 215. 

Guido conte, capitano deir esercito ponti* 
ficio, 106. 
Ravenna (da) Pietro Maria, v. Aldobrandini. 
Redolfl, V. Ridolfi. 
Reggio {Rezo) (da) Andrea, commissario imperiale 

nei trentino, 44. 
Rende (di) conte, v. Adorno Antoniotto. 
Renier, casa patrizia di Venezia. 
» Daniele, consigliere, qu. Costantino, 6, 29, 
59, 79, 161, 163, 164, 205, 267, 273, 432, 
453, 496, 557. 






669 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



670 



Renier Federico, fu avogadore del Comuoe, censore 
della città, qa. Alvise, 54, 159, 296, 297, 
556, 558. 
Renzo signor, v. Orsini Lorenzo. 
Reso, ▼. Reggio. 
Ricardo commendatore, v. Vaurl. 
Ridolfi, casa nobile di Firenze. 

ì> Nicolò, cardinale diacono del titolo del santi 
Vito e Marcello, 133. 
Rieti [Arieti) (da) Giovanni, contestabile al servizio 

dei veneziani, 490, 540. 
Rimlni [Etmano) (da) Battistino, capitano di fanti al 
servizio dei veneziani, 24, 119, 124, 340, 
448, 477, 491, 504, 530. 
» (di) signor], ▼. Malatesta. 
Riva (da), casa patrizia di Venezia. 
» » Alvise, qu. Bernardino, 430, 485, 567. 
» » Girolamo (cittadino), 514. 
Riva (dalla) Antonio (Tognon) veronese, contestabile 
al servizio dei veneziani, 261, 363, 371, 442, 443, 
444, 472, 474, 490, 492, 544, 549. 
Rizan, capitano austriaco, 90. 
Rizzo Vincenzo, cittadino veneziano, qu. Marco, qa. 

Giovanni, 361. 
Robertet Florimondo, bali, tesoriere e segretario del 

re di Francia, 211. 
Rocca (della) Giovanni Antonio, corso, capo di fanti, 

304. 
Rocco, oste in Borgo di Valsugana, 401. 
Rocbandolf, capitano austriaco, 62. 
Roda {Euoda) (dalla) FrancescOi cittadino veneziano, 

553. 
Romano Simeone, barone napoletano, capo di fiintii 

338. 
Ronco di Rivo (de) Antonio, esploratore, 235. 
Roso Antonio, da Castello^ oontestabile al servizio dei 

veneziani, 18, 180, 181, 182, 504, 522. 
Rossi (de), casa nobile di Parma. 
» » Pietro Maria conte di San Secondo, 197. 
» (di) Filippo, cittadino veneziano, di Giovanni, 
360. 
Rosslno, capo di fanti al servizio dei fiorentini, 466. 
Rosso Andrea, segretario ducale veneziano, 295, 308, 

485, 500, 531. ' 

Rota sacra, tribunale ecclesiastico, 97. 

» Alessandro, cittadino veneziano, 555, 
Rovere (della) Francesco Maria, duca di Urbino, ca- 
pitano generale deireseroito dei ve* 
neziani, 1 3, 28, 35, 36, 40, 4 1 , 44, 47, 
&1, 70, 86, 91, 135, 155, 156, 173, 
182, 187, 188, 197, 204, 220, 222, 
223, 243, 257, 259, 268, 269, 277, 
282, 284, 285, 288, 293, 296, 299, 
802, 305, 312, 313, 314, 315, 319, 
320, 322, 824, 332, 335, 337, 342, 
845, 854, 356, 862, 865, 866, 374, 
375, 878, 893, 894, 395, 896, 897, 



898, 399, 400, 403, 405, 406, 407, 
408, 411, 415, 422, 426, 427, 429, 
437, 438, 440, 441, 444, i50, 451, 
452, 460, 462, 464, 469, 470, 471, 
472, 473, 474, 478, 483, 485, 486, 
487, 488, 489, 491, 492, 500, 502, 
503, 504, 506, 514, 517, 522, 530, 
531, 538, 539, 545, 546, 549. 

Rovere (della) Eleonora Gonzaga, duchessa di Urbi- 
no, 155, 173. 
» » oratore a Venezia, v. Falcucci. 

Roveredo (di) capitano, 150. 

Roy N. N., veneziano, 93. 

Roberti (di) Alberto, cittadino veneziano, 514. 

Ruffo Paolo, conte di Sinopoli, 169. 

Ruoda, V. Roda. 

Ruvo [Sugo] (di) conte, v. Carafa Fabrizio. 

Ruzzanotti (di) Liberale, prete di Treviso, 173. 

Ruzzini, casa patrizia di Venezia. 
3è Carlo, qu. Domenico, 430, 568. 
» Marc' Antonio, qu. Domenico, 430, 568. 



8 



Saba N. N. ammiraglio nelle galee di Beyrutb, 150. 
Sagredo, casa patrizia di Venezia. 

» Giovanni, ufficiale alle Ragioni nuovoi qu. 
Pietro, 560. 

» Giovanni Francesco, provveditore a Cerviii 
qu. Pietro, 6, 23^ 500. 

» Pietro, capo di fanti, di Giovanni France- 
sco, 261, 262. 
Sagudino Nicolò, segretario ducale veneziano, qu. Al« 

viso, 426, 471. . 
Salamanca Gabriele, conte di.Ortemburg, gran teso* 

riere deir arciduca d' Austria, 65. 
Salamon, casa patrizia di Venezia. 

» Alvise, fu dei XL al civile, qu. Vito, 263. 

» Alvise, fu dei XL, di Filippo» 265. 

» Filippo, capitano in Cadore, qu. Pietro, 
286, 298, 375. 

» Giovanni Natale, fu savio a terraferma, qu. 
Tommaso, 39, 55, 160. 

» Lorenzo, fu podMtà e capitano a Feltre, qu. 
Pietro, 103. 

» Michele, pagatore airArmamento, di Ni- 
colò, qu. Michele» 263. 

* Nicolò, fu giudice del Mobile, qa* Giro- 
lamo, 265. 

» Nicolò, podestà a Bergamo, qu. Michele, 71, 
104, 108, 112, 123, 128, 187, 547. 

» Pietro, conte a Pela, qu. Vito, 125. 

» Sebastiano, fu ufficiale al dazio del vino, 
qu. Vito, 264. 

» Vettore, qu. Nicolò» da santa Marta For* 
moia, 264. 
Saloroo (di) priocipoi v. Saosevorino Ferrante,' 



671 



INDICE D£l NOMI DI PERSONE E DI COSE 



672 



Salines, capitano nell* armata di Spagna, 383, 387, 

888. 
Salis (de) Tegeno [Degano, Tegaino, Tegine), capita- 
no gpìgrione, 25, 67, 104,215,244, 300, 801, 302, 
313, 318, 323, 827, 332, 342, 343, 3G2, 365, 370, 
871, 378, 394, 400, 416, 429. 
Salm {Solm) Nicolò, eonte, capitano austriaco, 14, 65, 

99. 
Salò (da) Falcone, v. Leopardi. 
» iSalis) Filippino, contestabile, 116, 123, 182, 
355, 504, 522. 
Salazzo (di) marchese, Michele Antonio, 11, 27, 37, 

70, 88, 89, 106. 
Salvazo Alvise, cittadino veneziano, 254. 
Salviati, casa nobile di Firenze. 

» Giacomo, 347. 
Salzgrof (t) (di) figli del duca, e vescovo, 358. 
Salzburg (di) vescovo, v. Lang Matteo. 
Sambernardin Girolamo, cittadino veneziano, 556. 
Sambonlfacio (di) Antonio, di Giovanni, detto t7 Conte, 

carpentiere néir arsenale di Venezia, 
158. 
1) Angela, di Antonio, 158. 

» Franceschìna, di Antonio, 158. 

Sancbez Mosen Alfonso, oratore dell' Imperatore a 

Venezia, 45. 
Sandetti Tuzo, portoner del Collegio in Venezia, 296, 

854, 360. 
San Fior (di) conte, v. Santa Fiora. 
San Pietro In Galatina (di) daca, v. Castriota Scan- 

derbech Ferrante. 
Sanseverino, casa principesca di Napoli e di Lom- 
bardia. 

» Alfonso, duca di Somma, 167. 

» Antonio, cardinale prete del titolo di 

San Giovanni ante portam Latinam, 
13. 

» ' Ferrante, principe di Salerno, 166, 385. 

» Girolamo, capo di fanti al servizio dei 

veneziani, 262, 304. 

» Guglielmo, conte di Capaccio, 168. NB. 

Nel 1528 il feudo di Capaccio era 
già stato confiscato dal Re Cattolico 
a Guglielmo Sanseverino, ed era pos- 
seduto da Bernardo Villamari : i San- 
severino continuavano a portarne il 
titolo. 

» Pietro Antonio, principe di Bisignano, 

166, p29, 530. 

9 Boberto, conte di Caiazzo, qu. Giovanni 

Francesco, 14, 15, 16, 17, 18, 23, 36, 
38,48,49,50, 52, 91, 118, 125, 151, 
166, 164, 180. 181, 191, 203, 207, 
804, 333, 344, 355, 862, 394, 396, 
405, 415, 427, 439, 448, 460, 478, 
504, 522. 
Saota Croeé, Cftpitano nell* esercito imperiale, 885. 



Santa Fiora (San Fior) (de) Borse, conte, v. Sforza 

Bosio 
Sant'Angelo (di). conte, v. Caracciolo Giovanni Fran- 
cesco. 
» lodigiaoo (di) podestà, 420. 

Santa Severina (di) conte, v. Carafa Galeotto. 

» I) (di) arcivescovo, v. Sartorio. 

Santi Quattro cardinale, v. Pucci Lorenzo. 
Sanuta galea (cioè del sopracomito Sanuto), 324. 
Sanuto [Sanudo], casa patrizia di Venezia. 

» » Alvise, sopracomito, qu. Domenico, 

97. 
» *» Antonio, fu podestà a Brescia, dei 

XX savi sopra l'estimo di Ve- 
nezia, della Giunta, qu. Leonar- 
do, 39, 559. 
y> » Francesco, governatore delle en- 

trate, qu. Angelo, qu. France- 
sco, 56, 565. 
» » Giovanni, provveditore sopra la sa- 

nità, qn. Andrea, qu. Matteo, da 
san Silvestro, 63, 79, 81, 155, 
252, 561. 
» » Lorenzo, qu. Angelo, 264, 271, 305, 

314, 332, 365, 449, 450, 461. 
x> » Marc' Antonio, qu. Benedetto, 562. 

» » Marino (lo scrittore dei Diarii), fa 

della Giunta, qu. Leonardo, 53, 
56, 255, 426, 490. 
» » Marino, della Giunta, qu. France- 

sco, 55, 556. 
San Valentino (^i) conte, v. Tolfa (dalla) Giacomo. 
Sanxonla (di) duca, v. Sassonia. 
San Zaccaria (di) Marco, capitano delle barche del 

Consiglio dei X, 545. 
Saona Grazioso, cittadino veneziano, di Andrea, 554. 
Sapa Marco, v. Scarpa. 

Sara Paolo, genovese, mercante a Venezia, 554. 
Sarasin (del) Berto, mercante di vino a Venezia, 555. 
Saratini Giulio, cittadino veneziano, 555. 
Sarno (di) conte, v. Tultavilla. 
Sartorio Giovanni Matteo, arcivescovo di santa Seve- 

verina, 53. 
Sassatello (Sawadelo) Ercole, capitano neli' esercito 

imperiale, 374. 
Sassonia (Sanxonia) (di) duca, Giovanni, 101, 372, 

880, 394, 400, 4)1, 419, 423. 
Savoia [Savoa) (di), casa ducale. 
» » Lodovico di Carlo III, duca, 399. 

» j» Claudio, conte di Tenda, figlio di Re- 

nato, 384. 
Savorgnano [Sovergnan] (di), famiglia castellana del 

Friuli, patrizia di Ve- 
nezia. 
» » » Costantino, 343. 

»' » ]» Girolamo, conte d^Ariia, 

46, 49, 149, 275, 808. 



673 



motCX DO MOA Dt PEtlSONE B Di O0S> 



674 



Savorgnano {Sovergnan) (di) Giulio, di Girolamo, 49. 
Saxadelo, ▼. Sassatello. 
Sazonia ▼. Sassonia. 

Scala (della) Mastioo, fti signore di Verona (ricordato) 
221. 
» Girolamo, cittadino veneziano, 554. 
Scanderbecco, v. Castriotta Scanderbecfa. 
Scarpa {Sapa) Marco, di Cbioggia, 294. 
Scbomberjc Nicolò, arcivescovo di Capo a, 291. 
Scipione V africano (ricordato), 230. 
Scit, V. Sitich. 

Scotti, casa magnatizia di Piacenza. 
» Alberto, di Parfs, 316, 356, 487. 
» Cesare, ]06, 38d, 384. 
Scrofa (della) Girolamo, dottore, vicario in Frinì!, 

238. 
Scuole, confraternite religiose laicbe di Venezia, 296. 
Sebenico (da) Giovanni {Zanetto), famiglio del pode- 

desta di Portole, 261. 
Sechini Giovanni Battista, addetto al Gran Consiglio 

di Venezia, 204. 
Sede apostolica, v. Cblesa. 
Semitecolo, casa patrizia di Venezia. 
» Giacomo, qu. Angelo, 56. 

» Marc' Antonio, qa. Angelo, 266. 

Semitecolo Giovanni Francesco (cittadino) qa. An- 
gelo, 361, 514. 
Seraplca, fu favorito del papa Leone X, 235. 
Serena (dalla) Marco, mercante di Veoeata, 553, 554. 
Serenissimo, ▼. Gritti Andrea. 
Sermogna Francesco, di Conegiiano, 126. 

» Ferina, moglie dt Francesco, 126. 
Serrone, segretario imperiale, 467. 
Serse, re dei Persiani (ricordato), 230. 
Sessft (di) duchessa, t. Cordova (di) Elvira. 
Sassola Domenico, padrone di fasta, 471. 
Seva, Y. Ceva. 

Sforza, casa ducale di Milano. 

» Bona, duchessa di Bari, v. Polonia (di) regina. 

» Francesco Maria II, duca di Bari e di Milano, 

figlio di Lodovico, 26, 62, 68, 6^ 85, 94, 

96, 109, 119, 152, 188, 191, 196, 210, 213, 

225, 248, 252, 257, 258, 259, 292, 300, 

302, 305, 313, 815, 317, 323, 331, 332, 

837, 338, 345, 356, 361, 364, 365, 374, 

875, 378, 387, 389, 394, 395, 396, 397, 

406, 408, 409, 410, 412, 439, 444, 445, 

446, 448, 450, 451, 459, 480, 485, 493, 

494, 500, 501, 505, 510, 511, 521, 522, 

530, 532, 536, 537, 539, 543, 550. 

» fiosio [Bofto)t nipote di Guido conte di Santa 

Fiora e di Francesca Farnese, 539. 
» oratore in Francia del duca, v. Taverna. 
» » a Vmiezia del duca, v. Corte (da) Be* 

nedetto. 
Bleardo N. N. capitano griglone al séfrizlo del teae* 
Biaoli 880. 

/ Diarti a ÌX. SAMtJTO. --'fPM. XLTtl 



Slena (di) repubblica [tenesi), 28. 

» cardinale, v, Piccolomini Giovanni. 

Siet Marco, v. Siticb. 
Siguli, V. Cingoli. 
Sigismondo conte, v. Gonzaga. 
Signor (il) V. Turchia. 

Simbari o Simari (di) conte, v. Alerbo Michele. 
Simitecolo, v. Semitecolo. 
Simon (de) Gabriele, cittadino veneziano, 554. 

» Pietro, mercante di zucchero a Venezia, 554. 
Sinistri (di> Agostino, cittadino veneziano, 554. 
Sinopoli (di) conte, v. Ruffo Paolo. 
Si ponti no arcivescovo, v. Monte (del) Gio. Maria. 
Sisca» Alfonso, conte di Ajello, 170 
Sitich Marco (Sitim, Seith, Siet), capitano austriaco, 
62, 90, 96, 219, 235, 244, 250, 257, 260, 268, 282, 
299, 818, 325, 327, 363, 874, 379, 397. 
Smerigli Antonio, fiorentino, 379, 380. 
Smfrisotil Bolchon, boemo, 293. 
Sederini Giuliano, di Paolo Antonio, vescovo di Vi- 
cenza, oratore della repubblica di Firenze in Fran- 
cia, 238, 474, 534. 
Sogliano (Sogiano) (da) Carlo, conte, capo di colon- 
nello al servizio dei vene^ 
ziani, ,490, 498, 588. 
» » » Malatesta, conte, contestabile 

al servizio dei venaiiani^ 
304, 854, 898, 404, 442^ 
448, 502. 
Bai (dal) Girolamo, cittadino veneziano, 555. 
» » Sebastiano, cittadino veneziano, 555. 
Soldo (dal) Giovanni Aleasandro, castellano alla Gn>a« 

ra, 143. 
Solliers Carlo, signore di Morette, oratore di Fnm« 

eia in Inghilterra, 196, 197. 
Bolm, V. Salm. 

Somma [Summa) (di) duca, v. Sanseverino. 
Somp (di) Pietro, boemo, 393. 
Soncino {Sonzin) (da) Soncltto, uomo d'armi del 

mareheae di Mantova, 141. 
Soranzo, casa patrizia di Venezia. 

» Alessandro, provveditore al Sale, qu. Gia^ 

corno, 560. 
» Alvise, al luogo di Procuratore sopra gii 
atti dei Bopragastaldi, del ZX savi ao- 
pra r estimo di Venezia, qu. Giacomo, 
40, 560. 
» Autonio, qo. MaiBo, qu. Vettore cKTaliefs 6 

procuratore, 145, 147. 
» Francesco, de* ^regàdl, di Giacomo pfoeiH 

ratore, 56. 
9 Francesco, qu. Alvise, 58. 
» Giacomo procuratore, qo. Francesdo, éat 

Banco, 160, 295, 582, 557. 
» Girolamo, fu al luogo di PfoctA'atore so*' 
pra gli atti dei sòpragaataldi, qu* iettcM 
detto 560, 

48 



■. ''.^E*.. ^ .r 



675 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI COSE 



676 



Soranzo Nf afflo, qu. Zaccaria, 58. 

» Pietro, qtt. Giovanni, qa. Vettore, 58, 480, 

567. 
» Vettore, fa savio agli ordini, provveditore 
io Trani, qn. Maffio, qa. Vettore cavalie- 
re e procuratore, 66, 105, 212, 253, 286, 
313, 314, 335, 366, 448. 
» Vettore, qa. Giovanni, qu. Nicolò, qn. Vet- 
tore cavaliere e procuratore, 263. 

Soria (de) Lopez, spagnuolo, 494. 

Spada (dalla) Bartolomeo, cittadino veneziano, qu. 
Graziadio, 361. 

Sovergnan, v. Savorgnan. • 

Spagna (di) armata, 152, 194, 241, 348, 319, 381, 
382, 885, 386, 388, 389, 391, 415, 466. 

Spagnoli, fanti e genti d^armi in Italia [esercito ee^ 
sano), 12, 13, 17, 24, 60, 61, 66, 71, 73, 80, 86, 
87, 88, 97, 123, 124, 127, 128, 129, 131, 133, 140, 
156, 157, 183, 191, 202, 203, 209, 212, 215, 249, 
260, 266, 267, 273, 275, 277, 279, 280, 303, 304, 
305, 307, 334, 336, 337, 339, 348, 350, 351, 853, 
360, 364, 870, 384, 303, 401, 411, 439, 444, 450, 
494, 503. 

Spalato (di) arcivescovo, ▼. Corner Andrea. 

Specianl [Spieiate^ SpUiano, Spieiano) Giovanni Bat- 
tiate, dottore, milanese, 72, 152, 194, 201, 302. 

Sperandlo, oontestebile al servizio dei veneziani, 604. 

Spieiano, t. Specianl. 

Sptn Antonio, pelliciaio (varoter) a Venezia, 655. 

Spinelli Francesco, capo di archlbusieri al servizio 
dei Teneziani, 144, 182, 371, 490. 

Spinello Ferrante, duca di CastrovlUari, protonotarlo 
del regno di Napoli, 167. 

Splneta (?) marchese, capitene nell* esercito impe- 
riale, 422. 

Spiriti Cristoforo, vescovo di Cesena, 370, 873, 374, 
414. 

Splssa (dalla) Giuliano, 494. 

Spitiano, Spiziano, ▼. Specianl. 

Sqnillace (Squilau) (di) principe, t. Borgia Fran- 
cesco. 

StedioQ (de) Cristoforo, vescovo di Augsburg od Au- 
guste, 244. 

Stefer Giorgio, capitano svizzero, 157. 

Staflleo Giovanni Lucio, vescovo di Sebenico, 77, 78. 

Stempa Massimiliano, conte di Melzo, (di) moglie, 
450, 451. 

Stefani (di) Giovanni, padrone di nave, 554. 

Stefano N. N., 461. 

Stella Alvise, fabbricante di coperte (eoìtrer) a Ve- 
nezia, 555. 

Stiano Stigliano (di) principe, v. Carafa Antonio. 

Stich, V. Sitich. 

Stigliano (di) principe, v. Carafa Antonio, 

Stringer, ▼. Siticb. 

Btrofori ?• Traondsdorf. 

Btronl, oaw pobile di Flrenie. 



Strozzi Carlo, 553. 

» Leonardo, 553. 
Stuart Roberto, conte di Beaumont le Roger, signore 

di Aubigni, 484, 534. 
Stuffa (dalla) Giovanni, gentiluomo fiorentino, 390. 
Sugana (de) Giovanni Giacomo, trivigiano, 553. 
Sulmona (di) principe, ▼. Lannoys (de) Carlo. 
Summa (di) duca, v. Sanseverino Alfonso. 
Surian, casa patrìzia di Venezia. 
» Agostino, qu. Michele, 297. 
» Antonio, dottore e cavaliere, oratore alla re> 
pubblica fiorentina, eletto podestà a Ber- 
gamo, qu. Michele, 26, 28, 47, 68. 75, 
93, 116, 128, 156, 201. 213, 260, 287, 297. 
326, 329. 354, 403, 534, 546. 
Suriano (di) conte, ▼. Carafa Ferrante. 
Svizzeri cantoni, 65, 157, 165, 257. 

» cantoni della lega grìgia, 80, 101, 157, 165, 
178, 206, 235, 257, 300, 301, 318, 312. 
394. 
» soldati di ventura, 106, 139, 204, 217, 224, 
227, 234, 299, 312, 330, 384, 504. 
Szapolyal Giovanni, voivoda di Transilvania, t. Un* 
gherìa (di) re. 



Tadino Cfcbriele, da Martinengo, cavaliere gerosoli- 
mitano, priore di Barlette, 378. 
Tagliapietra (da cà), casa patrizia di Venezia. 

» » Bernardino, dei X savi sopra le 

decime, qu. Nicolò, 40, 56. 
» » Francesco, fu provveditore gè- 

rale in Dalmazia, fu rettore 
e provveditore a Catterò, qu. 
Andrea, 246, 507, 508. 
» » Giovanni , fu vicesopracomito, 

qu. Bartolomeo, 271. 
» » Giovanni Antonio, capitano a 

Vicenza, qu. Bernardino, 19, 
90, 113, 116, 150, 154, 187, 
196, 209, 220, 259, 268, 269, 
* 276, 285, 287, 288, 298, 303, 
806, 313, 314, 323, 328, 329, 
836, 366, 863, 370, 371, 376, 
898, 396, 897, 402, 403, 414. 
419, 425, 428, 437, 461, 484, 
515, 517. 
» » Girolamo dottorCj qu. Quintino, 

54. 
» » Girolamo, qu. Alvise, 353. 

» » Sebastiano, dei XL al criminale, 

qu. Nicolò, 58, 556. 
Taglie (Taje) (dalle) Sebastiano, scrivano air ufficio 

sopra le biade, qn. Nicolò, 861. 
Tfljapiera, ▼. Tagliapietra. 
Taleoll Lodovico, otttedino veDesiano, 555, 



677 



INDICE DEI NOMI DI PEftSOMB E DI COSE 



678 



Tasso {de Taisis] Bartolomeo, banchiere, 201, 202, 

206. 207, 493/ 
TaTerna FraDoesco, dottore, senatore, oratore del duca 
di Milano in Francia, 356, 474, 534. 

» Ottaviano, aeg^retario di Antonio de Leva, 
521. 
Tayler Giovanni, Tioecancelliere d'Inghilterra ed 

oratore in Francia, 334, 385, 474, 534. 
Taysil Giovanni, dimorante a Venzone, 501. 
Tealdini Angelo, cittadioo veneziano, di Vinoenxo 247. 

» Antonio, cittadino veneziano, di Vincenzo, 
247. 
Tebentin Cristoforo, di Zara, 145. 
Tegen, v. Salis (de) Tegeno. 
Teleslo Antonio, autore dell'opera de eoloribus, 319. 
Telia od Atella (di) marchese, v. Caracciolo Giulio 

Cesare. 
Telia (della) {Atellano) Scipione, gentiluomo milaneee, 

802, 805, 382. 
Tenda (di) conte, v« Savoia (di) Claudio. 
Teotor Matteo, capo delle barche di Chìoggia, 113. 
Teodoro signor, v. Trivulzio. 
Terlago [Trilago, Tfiìaeo) (di) Paolo, conte, 281, 288, 

818, 346, 416. 
Termoli [Termule\ (di) duchessa, v. Capua (di) Maria. 
Terranova (di) duchessa, v. Manriquez Maria. 
Teein Antonio, dottore, consigliere di Trento, 289. 
Tetsaro Nicolò, esploratore, 871. 
Testa Alvise, cittadino veneslano, qu. Francesooi qa. 

Giacomo, 861. 
Tetrico, v. Detrieo. 
Thilesio, V. Teleslo. 
Tbodaro signor, v. Trivulzio Teodoro. 
Tiepolo, casa patrizia di Venezia. 

» Giovanni, de'Pregadi, qu. Girolamo, 564. 

» Nicolò dottore, savio a terraferma, della 
Giunta, qu. Francesco, 54, 160, 172, 245, 
559. 

» Stefano, qu. Paolo, 296, 430, 567. 

» Tommaso, qu. Francesco, 57. 

» Vincenzo, qu. Francesco, 57. 
Tinto Giovanni Francesco, cittadino veneziano, 514. 
Tis (?) conte, seguace di Lutero, 78. 
Tolfa (della) (Litolfa) Giacomo, conte di s. Valen- 
tino, 169. 
Tolmezzo (di) comunità, 235, 293, 294, 357, 359. 
Toraldo {Faraldo) Vincenzo, marchese di Polignano, 

167. 
Torcello (Torzelo) (di) vescovo, v. Foscari Girolamo. 
Torelli Lodovica, qu. Achille, contessa di Guastalla, 

466. 
Tornar! Giannino, daziere del vino in Candid, 158. 
Torniello, casa nobile di Novara. 
» Cristoforo, 73. 

» Filippo, conte, 17, 266. 
Torre (della), famiglia castellana del Friuli. 
» » Nicolò, capitano di Gradisca, 65. 



Torri (da) Leonardo, esploratore, 293. 

Toscano Giacomo, cittadino veneziano, di Antonio, 

553, 554. ' 
Totavilla, ▼. Tottavilla. 

Tour (de la) Francesco, visconte di Turenna (Lorena) 
oratore straordinario del re di Francia al papa, 
403, 416. 
Traetto (di) duca, v. Gaetani Onorato e Colonna Ve- 
spasiano. 
Treni (di) cardinale, v. Cupi. 
Transilvania (di) voivoda, v. Ungheria (di) re, Gio- 

vanni Szapolay. 
» ' > voivoda, nuovo eletto, v. Pereny. 
Trapp [Trapo) Carlo, capitano di Beseno, 44. 
Tratascholf, v. Traundsdorf. 

Traundsdorf (7Vtfs«/0{/; Transtol/er, Sirqfor, Aitrofort, 
Auitolph, Troeho Astolfo, Trochito\fo, TrautUUH 
pho, Trataseolf) Nicolò, capitano austriaco delle 
artiglierie, 44, 62, 67, 89, 104, 816, 327, 375, 
379. 
Transistopho, v. Traundsdorf. 
Trento (di) vescovo, v. Cles. 
Trevisan, case patrizie due di Venezia. 

» Andrea, cavaliere, savio del Consiglio, qu. 
Tommaso procuratore, 29, 59, 174> 807, 
808, 311, 432, 557. 
» Andrea, qu. Paolo, 56. 
» Daniele, de' Pregadi, qu. Andrea, 40, 55, 

103, 177, 179, 558. 
» Domenico cavaliere, procuratore, savio del 
Consiglio, 29, 59, 128, 174, 176, 194, 
209, 308, 399, 431, 453, 519» 524, 532, 
557. 
» Domenico, fu avogadore del Comune, qu. 

Zaccaria, 258. 
» Domenico, qu. Stefano, 57. 
» Filippo, fu patrono di una galea di Barba- 
ria, 179. 
» Lodovico, qu. Domenico, 57. 
é Michele, avogadore del Comune, qu. Nioolò| 
qu. Tomaso procuratore, 7, 25, 54, 62, 
93, 159, 162, 238, 352, 367, 398, 560. 
» Nicolò, capo del Consiglio dei X, de' Pre- 
gadi, consigliere, qu. Gabriele, 827, 352, 
462, 507, 558. 
» . Nicolò, fu capitano delle galee di Beyruth, 
fu provveditore generale in Dalmazia, 
qu. Pietro, qu. Baldassare, 246, 331, 
353, 499. 
» N. N. abate di s. Cipriano di Murano, 54. 
» Paolo il grande f fu consigliere, dei XV savi 
sopra l'estimo di Venezia, qu. Andrea, 
qu. Paolo, 55, 179. 
» Pietro, fu podestà a Vicenza, de' Pregadi, 

qu. Paolo, 58, 246, 561. 
» Stefano, fu sopracomito, de' Pregadi, qu. 
Nicolò, 331, 353, 561. 



m 



lf0ICB DB NOMI DI PfiBSOKB B DI OOU 



680 



TreviMD Stefano, qn. Baldaatare» 59. 

» Zacoaria, vaaeoTo di Lesina, qa. Olotaimi, 
53. 
TreTlsan Alviie (cittadino) fìi aer!?ano all'officio dalle 
Cainde, 514, 516. 
n Pietro (cittadino) mercante di legname, 555. 
» Secondo (cittadino), qn. Francesco, 361. 
» Zaccaria (cittadino), qa. Fraoeesoo, 514. 
Treviso (di) camera, 159. 

» (di) consiglio della comunità, 19. 
Trilaoo, Trilago (di) conte, ▼. Terlago. 
Tripalda od Atripalda (dì) marchese^ t. Castriotta 

Alfonso. 
Trissino (Drasno) (da) N. K. vicentino, 354. 
Trinisi, v. Trivulzio. 

Trivento (di) ooote, ▼. Afflitto (d*) Giovanni Vinoenso. 
Trivixan, ▼. Trevisan. 

Trivalsio, ftmiglia prinoipale e fanone di Milano. 
» Agostino, cardinale diacono del titolo di 

s. Adriano, 8, 13, 337, 339. 
» Pomponio, 77, 211. 
» Teodoro, maresciallo di Francia, 87, 152f 
316, 413, 413. 
Troobo Astolfo, Trochatolfo, v. Traundsforf. 
Tron (Tpun)f oaaa patrisia di Vanesia. 
» » Angelo, fu provveditore agli Orzinuovl, 

qn. Andrea, 263. 
» » Daniele, provveditore in Anfo, qn. An- 
drea, 134. 
m » Filippo, fa savio a terraferma, della 
Giunta, podestà a Bergamo, qu. 
Priamo, 55, 246, 255, 427, 484, 560. 
» » Luca procuratore, savio del Consi- 
glio, qo. Antonio, 26, 29, 97, 174, 
307, 308, 311, 406, 431, 453, 498, 
516, 524, 557. 
9 » Nicolò, qn. Priamo, 431, 568. 
» 9 Pietro, fu podestà a Verona, fu capo del 
(Consiglio dei X, dei XX savi sopra 
restimo di Veneiia, de*Pregadi, della 
Giunta, qu. Alvise, 40, 41, 246, 329, 
556. 

» » Silvestro, fu sopracomito, qu. Matteo, 

265. 
» 9 Vincenzo , capitano a Bergamo , qu. 

Priamo, 71, 104, 112. 187, 370, 431, 

507, 568. 
Tran, ▼. Tron. 
Turchia (di) casa regnante. 
» » Suleiman, gran sultano, 43, 47, 65, 67, 

77, 90, 95, 101, 118, 123, 142, 216, 

292, 385, 380, 396, 400, 401, 424, 

471, 543. 
9 » esercito, 65, 118, 122, 144, 209, 236, 

297. 
» » gianizseri, 100. 
» » pascià, 101, 102, 380, 424. 



Turdiia (di) Porta, 118, 335, 380, 471. 

Tureich (aliéi Turaeb) Valentino, conte di Teme- 

avar, 121. 
Turena (di) visconte, ▼. Tonr (de la) Francesco. 
Turlon Baldassare, mercante a Venezia, 555. 

» Gaspare, mercante a Venezia, 555. 
TnrssD Alessio, barone ungherese, 122, 123. 
Tussignano Francesco, inviato del duca di Milano a 

Venezia, 332. 
Tottavilla Gerolamo, conte di Samo, 169. 



U 



Ubaldino Vincenzo, capo di fanti al servixio dei ve- 
neziani, 443, 490. 
UgDoan (da) Francesco, esattore della comuMità di 

Vicenza, 20. 
Ugo (don), V. Moncada. 
Ugolini (di) Ugolino, di Chioggia, 173. 
Ugubio, V. Gubbio. 
Ungheria (d*) casa regnante. 

» re Lodovico (ricordato), 47, 216. 

» regina vedova, Bllsabetta d'Austria, 14, 

15, 122, 142. 
» 16 Giovanni Szapoljrai, già voivoda di 

Tranailvania, 14, 15. 25. 42, 43, 46, 
47, 60, 65, 67, 74, 77, 80. 87. 90, 
96, 100, 181, 122, 123, 125, 142, 
185, 210, 211, 214, 221, 236, 248, 
260, 292, 380, 543. 
» baroni, magnati, e prelati, 123. 

» oratore a Venezia, v. Bonzagno. 

9 oratore al Gran Sultano, 100, 1 18, 248. 

Urbino o Urbich (da) Giovacni (Ivara?) capitano 
neireaereito imperiale, 350, 383, 466. 
» (di) duca, V. Rovere (della) Francesco Maria. 
• (di) vescovo, v. Nordis. * 
Ursini o Ursioo, v. Orsini. 
Usref Beg, sangiaoco di Bosnia, 216, 335, 471. 



Vacca Valerio od Oliviero, mercante di olio a Vene* 
zia, 248, 554. 
» Vincenzo (di) figlio, bandito di Desensano, 509. 
Vailate (da) Ottaviano, contestabile al servixio dei ve- 
neziani, 16, 24, 98, 109, 117, 119, 182, 355, 520, 
522. 
Valaresso, casa patrizia di Venezia. 

» Fantino, de' Pregadi, qu. Battista, 556. 
» Federico, de' Pregadi, di Paolo, qu. Fede- 

rico, 56. 
» Paolo il grande, fu podestà a Bergamo, 
de' Pregadi, qu. Gabriele da sant'An- 
gelo, 39, 59, 177, 246, 256, 330, 340, 
558. 
V Paolo, della Giunta, qu. Federico, 560. 



681 



UlDiCB PEI Mìa PI |>SBSOMB B PI OOfll 



682 



TaIar«iBO PaaqaaHno (oSttadlno), eapo dello barche 

di Chlogr^ia, 113. ^ 

Valcamonioa (di) capitano, v. PocbipaDi. 
Valoerca, v. ValBerca. 

Valentino Andrea, cittadino di Venzone, 278. 
Valter, casa patrizia di Venezia. 
« Antonio, di Benedetto, 2&^, 271. 
» Baldassare, di Bartolomeo, 299. 
* Baldassare (di) moglie, figlia del qu. Gio- 
vanni Francesco Giustiniao, 299. 
» Bartolomeo, qu. Vettore, 567, 
a Francesco, fa censore della città, fu capo del 
Consiglio del X, dei XV savi sopra Testi- 
mo di Venezia, qU. Girolamo, 40, 179, 560. 
» N. N. qu. yiehele, 570. 
» Salomone, 518. 

» Valerio, della Giunta, qu. Antonio, 59, 559. 
Valle (della) Fabrizio, 4»9, 440. 
» » Giovanni Pietro, vicentino, 104. 
» » Girolamo, cittadino veneziano, 554. 
Valleve (di) Marcbesino, esploratore, 400. 
Valserca, capitano spagnuolo, 128, 266. 
Valtellina (di) capitano, 4C0. 
Valtrompia (di) Giacomo Antonio, contestabile arger- 
vizio dei veneziani, 114> 119, 124, 340, 448, 481, 
483, 491, 504, 510. 
Vandali, popolo, 280. 

Vandemon o Vandemonte (di) monsignore, v. Lorena 
. (di) Luigi. 
Vandomo, v. Vendome. 

Varadino (di) vescovo, v. Macedonia (di) Ladislao. 
Varano, casa dei signori di Camerino. 

» Rodolfo, naturale di Giovanni Maria, 28, 505. 
Varrà, v. Guevara. 
Vasto (del) marchese, v. AvbIos. 
Vanri leardo, commendatore, spagnuolo, 383, 386, 
387, 388, m. 
» Luigi, castellano di Castelnuovo di Napoli, 468. 
Vaylà, T. Vallate. 

Vayvoda (il), v. Ungheria (di) re Giovanni. 
Vecchi (di) N. N. vicario del vescovo di Trento, 245. 
Vecchia (della) Venturlno, cittadino veneziano, 553, 

551. 
Velami Giovanni, capo di stradiotti al servizio dei 

veneziani, 856. 
Venafra (di) conte, v. Pendone Brrlco. 
Vendome (Bourbon - Vendome), casa principesca di 

Francia. 
» » » (de) Carlo, duca, 12. 

n 1^ » (de) FrancescOiSigno- 

re di Saint Poi, 
12, 484, 485, 500, 
534. 
Vendramin, casa patrizia di Venezia. 
» Alvise, qu. Luca, 57, 63. 

» Andrej, cavaliere gerosolimitano com- 

mendatore di Treviso, qu. Paolo, 532. 






» 
» 



Veodramiti Andrea, qu. Zaccaria» 566. 

» Daniele, de* Pregadi, qu. Nicolò, qu. Se- 

renissimo principe, 565. 
Federico, qu< Leonardo, 564. 
Francesco, qu. Luca, 57, 63. 
Luca, dal banco, qu» Alvise, qu. Sere- 
nissimo principe, 63, 569. 
N. N. qu. Luca, 63. 
Nicolò, qu. Zaccaria, 58, 566. 
Zaccaria, qu. Zaccaria, 57, 563. 
Venesia (da) Bonaventura, frate francescano, 213. 
» Damiano (erroneamente Marco in luogo 

di tnaiitro) fìrate domenicano, 220. 
Venezlai uffici e consigli varii (in generale), 30, 31, 
33, 73, 175, 192, 201, 286, 367, 428, 432, 
484, 485, 511, 612, 513, 525, 527, 531. 
Arsenale, 128, 311, 528. 

» (air) patroni, 424. 
Auditori nuovi delle sentenze, 5. 
Auditori vecchi delle sentenze, 162. 
Avogadori del comune ed A vogarla, 19, 52, 
68, 93. 159, 179, 190, 192, 205, 255, 267, 
270, 273, 274, 277, 287, 297. 867, 497, 
507, 512, 528, 524, 527, 528, 546. 
Beccaria (alla) ufficiali, 2^, 46, 60, 85, 94, 

361, 462. 
Camera dei prestiti (sopra la) provveditori, 

295, 421, 424, 427, 483, 514. 
Camere (sopra le) provveditori, 20, 499. 
Camerlenghi del comune e loro ufficio, 22, 

187, 809, dio, 588. 
Cancelliere grande, v. Dado Girolamo. 
Capi del Consiglio dei X, 5, 52, 59, 60, 63, 

73, 80, 94, 95, 97, 
100,103,111,153, 
161,172,182,194, 
197,271,273,275, 
282,891,296,298, 
806, 308, 320, 327, 
331,354,864,370, 
873, 392, 400, 456, 
459, 463, 543, 545. 
• » » SL, 19, 20, 22, 29, 

59, 79, 102, 115, 
119, 125,153,158, 
162.172,174,175, 
186, 192, 198, 199, 
200,201,254,262, 
270, 297, 298, 305, 
310,354,360,361, 
393,424,427,433, 
434, 435, 452, 462, 
485, 495, 497, 498, 
506,507,513,525, 
527, 528, 533, 538. 
Capitano al golfo, v. Morosini Almorò. 
» delle fanterie^ v, BagUonl Malatesta. 



» 
a 



683 



INDICE DQ NOMI DI PERSONE E DI COSE 



6U 



Venezia Capitano del Lagro di Garda, ▼. Ginstlnian 

Paolo e Barbaro Nicolò. 
» » generale dell* esercito, t. Rovere 

(della) Fraucesco Maria. 
» » generale del mare, v. Landò Pietro. 

» Cazode (delle) ufficio, ed esattori, 201, 249, 

447. 
» Censori della città, 52, 533. 
» Collaterale generale neir esercito, v. Prato 

(da) GioY. Andrea. 
» Collegio, 5, 22, 26, 29, 31, 35, 44, 46, 52, 
60, 63, 67, 75, 81, 85, 93, 94, 95, 100, 
101, 103, 112, 124, 127, 133, 136, 144, 
149, 152, 153, 155, 158, 160, 187, 188, 

190, 193, 194, 197. 204-, 208, 213, 217, 
220, 228, 232, 237, 238, 242, 247, 248, 
253, 354, 255, 258, 273, 282, 291, 294, 
295, 296, 312, 831, 337, 340, 841, 854, 
860, 361, 364, 370, 373, 378, 392, 893, 
406, 413, 424, 426, 433, 447, 460, 462, 
468, 469, 470, 471, 476, 479, 480, 485, 
486, 490, 498, 499, 514, 516, 532, 538,' 
537, 539, 546. 

» Consiglieri ducali [Consieri) 7, 19, 20, 22, 29, 

33, 40, 59, 93, 101, 112, 114, 115, 119, 
125, 144, 153, 158, 159, 161, 172, 173, 
174, 175, 179, 186, 191, 198, 199, 200, 
201, 204, 242, 247, 253, 254, 256, 261, 
262, 270, 273. 287, 296, 297, 298, 805, 
810, 819, 352, 354, 860, 361, 366, 870, 
393, 405, 406, 424, 427, 434, 435, 452, 
453, 462, 495, 497, 498, 501, 506, 507, 
511, 512, 513, 525, 528, 533, 538. 

» Consiglio dei X, semplice e con la Giunta, 
7, 29. 31, 34, 67, 70, 71, 75, 76, 85, 95, 
97, 111, 118, 126, 135, 161, 180, 190, 

191, 204, 238, 248, 273, 275, 282, 291, 
295, 305, 308, 809, 323, 324, 336, 340, 
351, 870, 873, 374, 898, 403, 406, 413, 
415, 424, 433, 444, 445, 447, 463, 471, 
501, 513, 514, 516, 529, 531, 539, 545. 

» Conti (sopra la revisione dei) provveditori, 

112, 115, 144, 352, 534. 
» Cottimo di Damasco (sopra il) provveditori, 

J02, 112, 153, 187. 
» Danari (sopra il ricupero dei) provveditori, 

2o: 

» Decime (sopra le) savi, o X savi in Rialto, 
32, 79, 115, 191, 201, 249, 367. 

» Doge, V. G ritti Andrea. 

» Estimo (di) Venezia [a tansar, oppure rifor- 
mazione della terra) (sopra V) savi, 32, 33, 

34, 38, 163, 177, 179. 

» Fabbriclie di Padova (sopra le) provveditori, 

145, 146. 
« Galee di Alessandria (delle) capitano, t. Con- 

tarini Bertuccio. 



Venezia Galee di Alessandria (delle) patroni, 103. 

» Galee di Beyrut (delle) capitano, 7, ▼. anche 
Nadal Giovanni. 

» Giudicati [Zudegadi) (in generale), 876. 

» Giudici del Procuratore, 192. 

» Giudici del Proprio, 192. 

» Giunta (Zonta) dei Consiglio dei X« ▼. Con- 
siglio dei X. 

» Giunta {Zonta) del Consiglio de* Pregadl, 54. 

» Governatore generale deir esercito, v. Fre- 
goso Jan US. 

» Governatori delle entrate (Govemadori) , 21, 
26. 191, 198. 201, 361, 367, 433, 462, 
499, 501, 507, 512. 

» Gran Consiglio [Mator o Gran Comeio), 6, 
7, 21. 31, 93, 112, 114, 115, 144. 153, 
161, 174, 175, 177, 186, 191, 204, 255, 
295, 297, 310, 351, 397, 421, 424, 427, 
428, 430, 432, 433, 434, 435, 462, 499, 
501, 507, 512, 513, 523, 525, 526, 528, 
533. 

» Mercanzia e navigazione (sopra la) savi, 499. 

» Monte nuovissimo, 21, 433. 

» » nuovo, 21, 295, 433. 

» > veccbio, 21, 295, 433 

» Notte (di) signori, 534. 

» Pagatori n eli* esercito, 145. 

». Pompe (sopra la) provveditori, 115. 

» Pregadi, o Senato (dogati), 8, 12, 18, 20, 22, 
29, 30, 31, 88, 45, 52, 54, 55. 56, 58, 62, 
64, 67, 77, 78, 86, 101, 103, 112, 115, 
124, 129, 136, 144, 153, 155, 161, 162, 
173, 174, 177, 179, 181, 187, 188, 191, 
192, 198, 200, 205, 217, 226, 232, 233, 
243, 253, 258, 260, 262, 269. 271, 273, 
286, 291, 295, 298, 299, 8p5, 306. SIS, 
314, 324, 329, 332, 336, 337, 340, 363, 
364. 365, 367, 370, 392, 397, 403, 406. 
408, 421. 424. 425, 427, 431, 434, 445, 
448, 451. 462, 474, 490, 495, 498, 500. 
506, 507, 511, 512, 516, 517, 524, 525, 
533, 638, 539, 556, 557. 

» Procuratori e procura tie di s. Marco, 31, 79, 
85, 174, 175, 176, 177, 186. 210, 217, 
242, 250, 299, 340. 405, 427. 428, 432, 
513, 523, 524. 525. 532, 533. 

» Provveditore del mare o deirarmata, v. Mu- 
la (da) Agostino. 

» » degli Btradiotti, v. Civrau An- 

drea. 

V » deirarmata, v. Moro Giovanni, 

e Mula (da) Agostino. 

» » generale in Dalmazia, v. Molin 

(da) Giovanni Battista. 

» » generale a Brescia e nel bre- 

sciano, S05, 233, 246, 253, 
V. anche Foscarl Marco. 



685 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI C0S8 



Venesia, Provveditore generate a Verona, 329, 330, 
T. BDcbe Nani Paolo, 
n Provveditori generali netroserclto, 436, v. 
anche Moro Tommaso, e Pi- 

> » del Comune, SG, 361, 463, 499. 
» Quaraatia civile nuova, 112, 1B7. 

> > » veccliia, 153, 179, 186, 190, 

305, 2i8, 261, 281. 
» » criminale, 25, 58, 67, 179, 186. 

187, 190, 191, 205, 238, 258, 
267, 881, 375, 462, 507, 523, 
SS4, 531, 543, 546. 

• Bagriool {BaxoHj nuota Ideile) ufficio, 83, 

191, 201, 201, 249, 
367, 403, 499, 513, 
531. 

« ■ V TGcchie (delle) afficio, 499. 

B Regno di CÌpro-(aopra gli uffici e coae del) 
provveditori o aavi, 179, 201, 2)9. 

» Riformaiione della terra, v. Estimo di Ve- 

> Sale (al) provveditori ed affido, 68, 158. 

> Sanità (Bopra la) provveditori, 8, 35, 70, 79, 

81. 83, 83, 84, 149, 178, 253. 

> Savi (in generale), 12, 18, 19, 20, 40, 67, 

7S, 77, 95, 102, 103, 112, 125, 149, 153, 

173, 181, ISO, 194,200,201,204,210, 
an, 220, 238, 242, 247, 249, 254, 262, 
270, 275, 313, 320, 329, 337, 378, 393, 
405, 423, 424, 451, 452, 462, 464, 469, 
479, 483, 4S4, 485, 486, 497, 498, 499, 
600, 501, 623, 538, 546. 

• Savi agli ordini, 8, 77, 78, 101, 145, 146, 

149, 158, 172, 181, 188, 290, 294, 308, 
310, 424. 

> Savi a t«rra ferma, 8, 20, 22, 25, SO, 10, 

59,77, 101, 144, 158, 159, 160, 172, 175, 

180, 181, 168, 198, 199, 200, 204, 227, 

833, 234, 243, 245, 251, 261, «62, 289, 

290, 304, 307, 308, 309, 310, 337, 310, 

366, 393, 398, 405, 432, 433, 434, 451, 

454, 495, 497, 51), 512, 523, S24, 538, 
539. 

• Savi del Consiglio, 20, 2S, 25, 29, 40, 77, 

78, 101, 144, 153, isti, 159, 173, 173, 

174, 176, 180, 181, 198, 199, 200, 226, 
233, 234, 243, 254, 261, 262, 289, 290. 
996, S98, 304, 305, 307, 308, 310, 337, 
340, 366, 302, 398, 399, 405, Ibi, 432, 
439, 434, 451, 453, 454, 405, 497, SII, 
513. 523, 524, 538, 539. 

» Signoria, o Dominio, o Hepubblica [tignori 
vtnetUni), 5, 8, 10, 12, 18, 19, 20, 21, 
22, 26, 38, 32, 33, 35, 46, 52, 53, 60, 
eS, 67, 66, 69, 78, 75, 79, 80, 85, 86, 90, 
91, », eu, 94, 9S, 98, se, 103, 105, 109, 



110, 111, 113, 111, 119, 122, 123, 124, 
134, 141. 143, 144, 149. 150, 151, 152, 
153, 161, 163, 165, 166, 179. 181, 191, 
186, 188. 190, 191, 192, 193, 191. 196, 
200, 203, 207, 20B, 210, 213, 215, 217, 
218, 220, 223, 228, 231, 232, 333, 212, 
251, 356, 257, 258, 260, 268, 270, 274, 
277, 285, 288, 287, 289, 291, 292, 297, 
298, 300, 301, 302, 303, 305, 309, 310, 
311, 318, 315, 317, 319, 320, 321, 322, 
324, 327, 3V9, 334, 335, 336, S37, 310, 
343, 341,. 352, 3S4, 356, 361, 363, 864, 
365, 366, 368, 377, 378, 379, 383, 393, 
39S, 401, 402. 403, 401, 405, 408, 409, 
410, 412, 413, 416, 417, 420, 424, '426, 
427, 433, 431, 435, 438, 447, 448, 450, 
451, 4E6, 461, 463, 461, 465, 470, 471, 
473, 474, 475, 477, 478, 479, 480, 482, 
483, 481, 487, 489, 492, 493, 495, 497, 
502, SOS, 506, 508, 509, 511, 513, 515, 
516, 517, 521, 523, 524, 526, 528, 533, 
535, 537, 538, 61O, SU, S45, 549. 
Venezia Sindaci io San Marco, 375. 

» io terraferma, 158, 163. 

Sopraoomiti dt galee, 3i0. 

Straordio&ri, 499. 

Tamar (a) aavI, v. Estimo di Venecia. 

Tavola deli' usclU {inUia), 113. 

Zecca, 86, 307, 309, 446. 

Zudegadi, v. Oladieatl. 

Reggimenti rettori, itabill temporanei, 
nei vari poasedimenti di terraferma e di 
mare (in generale), 175, 192, 432, 496, 
497, 525, 527, 628. 

Anto (a) provveditore, v. Tron Daniele. 

■am^m •'■ Barbaro OioTannl 



Bastano (di) podestà e capitano, t. Barbo Ga- 
briele. 
Belluno (a) podestà e capitano, v. Uoroelni 

Paolo. 
Bergamo (di) capitano, v. Tron Vincenio, e 
Ouoro Giusto. 
> » podestà, 295, 297, 427, v. en- 
che Balamoo Nicolò, Moro* 
■ini Marco, PrlDll Girola- 
mo, Suriau Antonio e Tron 
Filippo. 
■ » rettori (il podestà ed il espi* 

tanol,79,95, 99, 107, 110, 
112, 116, 117, 120, 123, 
124, 135, 141, 152, 153, 
lò7, 205, 335, 352, 300, 
801,302,375,394,429,459. 
Breaola (di) capitano, v. Ferro Giovanni e 
Capello Criitofbro. 



é«t 



mOlCE DÉT HOyiì DI lifiRSOf^E È DI COdB 



688 



Venezia Brescia (di) podestà, v. Barbaro Actonio e 

Pizsamafio Domenico. 
» » n rettori (eioò il podestà ed il ca- 

pitano), 18,52,101,117,242, 
253, 275, 337, 397, 405, 423, 
438, 449, 459, 475, 492, 508, 
514, 520, 530, 536, 538, 5l6, 
549. 
» Brindisi (a) provveditore, v. Gritti Andrea. 
» Candia (in) capitano, v. Corner Girolamo. 
» Canea (alla) rettore, v. Queriui Girolamo. 
» Capodistria (a) podestà e capitano, 214, v. an* 

che Morosini Pietro. 
» Cattaro (a) camerlengo e castellano, v. Dona 

Antonio. 
» » » rettore e provveditore, v. Barbo 

Marco. 
» Cefalonia (alla) provveditore, v. Bragadin Ni- 
colò. 
» Cervia (a) provveditore, v. Sagredo Giovanni 

Francesco. 
» Chloggia (a) podestà, v. Lion Domenico e 

Grimani Giovanni Battista. 
» Chiusa (alla) castellano, v. Morosini Lorenzo. 
» Cipro (in) consiglieri, 190, 523, v. anche Dona 

, Giovanni Battista. 
1» » (In) luogotenente, v. Minio Silvestro. 

1 Cividale (a) provveditore, ▼. Dona Tommaso. 
» Cologna (a) podestà, v. Canal Nicolò. 
» Crema (di) podestà e capitano, v. Loredan 

Andrea, e Loredan Luca. 
n Feltre (a) podestà e capitano, v. Lippomano 

Francesco. 
» Friuli (del) luogotenente nella Patria, v. Ba- 

sadoona Giovanni. 
» Grisignana (a) podestà, 204. 
» Lonato (a) provveditore, t. ìlosto (da) Fran- 
cesco. 
» Mestre (a) podestà e capitano» ▼. Manolesso 

Marco. 
» Moofalcone (a) podestà, v. Minio Giovanni 

Battista. 

n Monopoli (a) provveditore, ▼. Bolafii Dome- 
nico. 

» Noale (a) podestà, t. Pasqualigo Francesco. 

» Padova (di) capitano, v. Contarini Santo. 

« » » camerlengo, v. Dona Giovanni. 

t 9 » podestà, 325, v. anche Michiel 

MafSo. 

» 9 » rettori (cioè il capHanio ed il po- 

destà), 287, 364. 

» Peschiera (a) provveditore, v. Barbaro Giro- 
lamo. 

» Pola (a) conte, v. Salamon Pietro. 

» Portole (a) podestà, v. Mosto (da) Benedetto. 

» Raspo (a) capitanOi 77, t. aoehe Dona Fi- 
lippo* 



Venezia Ravenna (a) provveditore, v. Foscari Alvise. 
» Rovigo (a) podestà e capitano, v. Diedo Vet- 
tore. 
» Salò (a) provveditore e capitano della Ri- 
viera, V. Gradenigo Girolamo. 
» Trani (a) provveditore, v. Soranzo Vettore. 
» Treviso (di) podestà e capitano, 153, 187, 
325, V. anche Magno Stefano, Zane 
Francesco, e Morosini Francesco. 
I» Veglia (a) camerlengo e castellano, v. Viaro 

Stefano. 
» Veglia (a) provveditore, v. Polani Marino. 
» Verona (di) capitano, v. Barbaro Daniele. 
» » » rettori (il capitano ed il i)ode8tà), 

19, 117, 136, 144, 161, 197, 
. 242, 243, 273, 275, 280, 286, 
293, 378, 425, 451, 459, 500. 
« Vicenza (di) capitano, v. Tagliapietra Gio- 
vanni Antonio. 
» » » podestà, 825, v. anche Pisani 

Giovanni. 
» » » rettori (il capitano ed il pode- 

stà), 20, 26, 243, 282, 285, 
470. 
» Zante (al) provveditore, v. Badoer Giovanni 

Francesco. 
» Zara (a) rettori (il oonteed il capitano), 145. 
» Oratori presso le corti e segretari in missione. 
» » a Roma, 399, v. anche Contarini Ga- 

spare. 
» » alla repubblica di Firenze, v. Surian 

Antonio. 
9 » al Gran Signore, v. Contarini Tom- 

maso. 
» » al duca di Milano, v. Venier Ga- 

briele. 
n » in Inghilterra, 254,271,806, v. an- 

che Venier Marc' Antonio, e Fa- 
lier Lodovico. 
» » in Inghilterra (segretario), v. Spi- 

nelli Gaspare. 
9 » in Francia, v. Giustiniani Seba- 

stiano. 
» » in Francia (segretario), v. Canal (da) 

Girolamo. 
» Balli e consoli air estero. 
» » Alessandria d'Egitto (In) console, v. 

Bembo Paolo. 
» » Costantinopoli (a) bailo, 95, 424, 427, 

434, 435, 507, v. anche Zeno Pietro. 
Veneziani ctttadini o popolari, 30, 83, 82, 83, 201, 
309, 512. 
» gentiluomini o patrizi, 30, 33, 59, 71, 73, 
82, 88, 126, 181, 187, 188, 191, 201, 
205. 209, 218, 220, 242, 254, 258, 291, 
292, 299, 809, 853, 370, 459, 512. 
jp (dai) armata, 97, 108, 144, 114, 218, 287, 



689 



WDICB DEI NOMI PI PERSONE E j^t COSE 



690 



S90, SU, 834, 828, ^86, 898, 463, 465, 
493, 589, 530, 546. 
Veneziani (dei) eeeroito, soldati, fanti, esenti d' armi, 
40, 47, 48, 61, no, 73, 86, 97, 105, 
106, 120, 121, 125, 150, 151, 185, 194, 
196, 204, 213. Sl'9v 218, 243, 273, 303, 
314, 317, 321, 322, 338, 335, 345, 374, 
395, 413, 417, 422, 439, 445, 480, 490, 
509, 520, 531, 537, 548, 544, 545, 546, 
549, 550. 
Venier {Venerio), casa patrizia di Venezia. 

» Antonio, fa oonsierliere, dei XX savi sopra 
restimo di Venezia, della Giunta, qu. Ma- 
rino procuratore, 39, 329, 563. 
» Antonio, provveditore sopra le biade, qu. Gio- 
vanni, 416. 
» Daniele, dei X savi sopra le decime, qu. Ago- 
stino, 560. 
» Domenico, fu oratore a Roma, qo. Andrea prò* 

curatore, 126, 129. 
» Francesco, fU savio agli ordini, di Pellegrino, 

146. 
» Francesco, qu. Giovanni, 564. 
» Gabriele, oratore al dnoa di* Milano, qu. Do* 
mantoo, da san Giovanni decollata, 26, 62, 
68, 85, 119, 196, 210, 259, 802, 315, 356, 
865, 866, 396, 407, 412, 420, 444, 445, 
480, 498, 581, 536, 549. 
Giovanni Antonio, qu. Qiaoomo Alvise, 565. 
Leonardo, qu. Moisè, 480, 567. 
Leonsfdo, fa provveditore al Sale, de* Pregadi, 

qu. Bernardo, 39, 558. 
Maro* Antonio, dottore, oratore in Inghilterra, 
qu. Cristoforo, qu. Francesco procuratore, 
76, 196, 248, 254, 289, 290, 335, 364, 405, 
474, 535. 
Maro' Antonio, signore di Sangoinetto, qu. 

Pellegrino, qu. Alessandro, 57, 426. 
Marco, fo vioedomlno nel Fondaco dei Tede- 
sebi, qu. Lauro, 266. 
Nicolò, capo del ConsIgUo dei X, qu. Girola- 
mo, qu. Benedetto procuratore, 5, 60, 97, 
135,155,446,561. 
Nicolò (di) figlia, V. Morosini Girolamo. 
Sebastiano, avvocato dei prigionieri, qu. Gio- 
vanni, 238. 
» Sebastiano, qu. Moisè, 430, 567. 
Venier Pietro, cittadino ed esattore della comunità di 

Vicenza, 20. 
Vento Giorgio, genovese, 553, 554. 
Venzone (da) Nicolò, esploratore, 291. 

« (di) capitano della comunitìt, v. Bidenrazio. 
» (di) comunità, 65, 74, 80, 142, 185, 272, 
418, 419. 
Verans od Avrancbe (di) vescovo, v. Langeac. 
Veri o Millon (?) (di) monsignore, 870. 
Verona (da) Giacomo Antonio, daziere di Padova, 174. 

/ DiaHi di M. Sanuto. — Tom. U VII. 









Vemazaio o Vernagaro Giacoma, cittadino veneziano, 

558, 554. 
Verona (di) camera, 497. 

» » consiglio della comunità, 19, 78. 
» » (di) vescovo, V. Ghiberti. 
Vozza (da) Giovanni, di Giacomo, 124. 
Vianuol Giacomo, cittadino veneziano, 554. 
Vlaro, casa patrizia di Venezia. 
» Antonio, dei XL al criminale, sindaco, qu. Gio- 
vanni, 59, 367, 543. 
» Stefano, camerlengo e castellano a Veglia, qu. 
Giovanni, 7. 
Vicenza (di) camera, 496, 497. 
» » comunità, 286. 
» » consiglio della comunità, 19. 
Viceré dell* Abbruzzo. 9, 10, 37. 
» di Napoli, V. Lanooy e Moncada. 
» di Puglia, 107, 314. 
» di Sicilia, V. Pignatelli. 
Vico (da) Domenico, cittadino veneziano, 555. 
Vioovaro ( Vieoaro, Vigcvaro) Giacomo, capo di cavalli 
leggieri al servizio del veneziani, 13, 302, 315, 
355, 445, 447, 478, 548. 
Vide Daniele, notare alla cancelleria ducale di Vene- 
aia, 201, 511, 512. 
Vigovaro, v. Vicovaro. 
Villan Pielaro, uomo di consiglio nelle galee di Bey- 

rutb, 150. 
Villi (?) (di) monsignore, oratore di Francia a Firen* 

ae, 287, 
Vimercate [Vilmercato) Andrea, mercante milanese a 

Venezia, 553, 555. 
Visconti, fiimiglia magnatizia di Milano. 

» Filippo Maria, duca di Milano (ricordato), 
231. 

« Galeazzo Maria, duca di Milano (ricordato), 
231. 
Vitelli, famiglia principale di Castello. 

» Alessandro, condottiero del papa, 156. 
Vi trino (?) (di) abate, 185. 
V4tturi, casa patrizia di Venezia. 

» Francesco, fu castellano a Traù, qu. Ralnieri, 
264. 

» Giovanni, fa provveditore generale neireser- 
cito, della Giunta, qu. Daniele, 273, 558. 

» Rainieri, qu. Pietro (di) vedova, 161, 249. 

» Zaccaria, di Benedetto, qu. Giovanni, 265. 
Viviano, corriere, 384. 

Voivoda (il) (di Transil venia), v. Ungberia (di) re Gio- 
vanni. 
Volpe (della) .Taddeo, cavaliere di Imola, condottiero 

al serv&io dei veneziapl, 304, 484. 
Vucbiancio (di) marcbese, v. Caracciolo Marino. 



W 



Wolsey Tommaso, vescovo di York od Bboracense, 

44 



691 



INDICE DEI NOMI DI PERSONE E DI CX)SE 



693 



cardinale prete del titolo di e. Cecilia, legato in 
Inghilterra, 196, 240, 248, 289, 290, 364, 474. 
Wurttemberg ( Verhmberg, Birtimherg) (di) duca, Ul- 
rico, 219, 857. 



Zagabria (di) yescovo, v. Brd5d (d*) Simeone. 



ZaflRgirdo Cristoforo, 605. 
Zagabria (di) vescovo, v. Erd5d (d*) Simeone. 
Zalo (da) Baldassare, v. Azzali. 
Zanca N. N., segretario dei papa, 411. 
Zane, casa patrizia di Venezia. 
» Albano, fu capo dei XL, qu. Andrea, 264. 
» Bartolomeo, fu provveditore sopra la Camera 
dei prestiti, savio a terraferma, qu. Giro- 
lamo, 160, 172, 174, 309, 311, 432, 451, 
454, 479, 498, 524, 557. 
» Francesco, podestà e capitano a Treviso, qu. 

Girolamo, da i. Polo, 153. 
^ Giovanni, podestà in Umago, qu. Alvise, 263. 
» Girolamo, fu podestà e capitano in Capodistria, 
de*Pregadi, qu. Bernardo, qu. Marco pro- 
curatore, da sanV AgoftinOi 55, 103, 558. 
» Vincenzo, qu. Giovanni, 57. 
Zanetto Paolo, di Mauthen, 221. 

m negoziante allMnsegna dei Tre San Marchi 
in Venezia, 554. 
Zanibon Bartoiomeo, vicentino, 104. 
Zanobi (di) Pietro, mercante fiorentino a Norimberga, 

di Bartolomeo, 379. 
Zantani, casa patrizia di Venezia. 

» Leonardo, fu provveditore sopra la Camera 
dei prestiti, qu. Antonio (erroneamente 
qu. Marco), 245, 307. 
» Marco, fu podestà e capitano a Treviso, de* 

Pregadi, qu. Antonio, 40, 55, 564. 
» Vincenzo, fu capitano delle g^alee di Alessan- 
dria, qu. Giovanni, 331, 353. 
» Zaccaria, fu camerlengo in Cipro, qu. Gio- 
vanni, 270, 431, 568. 
Zanussi Gasparino, cittadino di Udine, 272. 
Zeno o Zen, casa patrizia di Venezia. 



Zeno Zen Filippo, qu. Bartolomeo, 263. 
» Francesco, qu. Alvise, 56. 

» Girolamo, qu. Simeone, 431, 568. 

» Marc* Antonio, provveditore sopra il cot- 

timo di Damasco, qu. Alessandro, 
181, 264. 
» Pietro, vicebailo a (Costantinopoli, della 

Giunta, qu. Cattarino cavaliere, 46, 
95, 99, 118, 248, 367, 380, 424, 484, 
443. 
Zeno Zen N. N., figlio naturale, di Vincenzo, 67. 
» Giovanni Antonio, vicentino, oapitaoio 

del bargello {devedo), 371, 393, 420, 
425, 516, 517. 
Zentili, V. Gentili. 
Zentilinus, v. Gentilini. 
Zero (da) Renzo, v. Orsini Lorenzo. 
Zervia, v. Cervia. 
Zigogna, V. Cicogna. 
Zivran, v. Civran. 
Zonta, v. Giunta. 
Zoppello Calzeran, mercante spagnuolo a Venezia, 

351. 
Zorzi, casa patrizia di Venezia. 
» Antonio, qu. Francesco, 480, 567. 
» Bernardo, fu provveditore sópra la revisione 

dei conti, di Nicolò qu. Bernardo, 568. 
» Giovanni Battista, fu camerlengo a Treviao, di 

Nicolò, 265. 
» Girolamo, qu. Francesco, 480, 667. 
» Marino, dottore, della Giunta, qu. Bernardo, 

337, 565. 
» Nicolò, fu duca in Candia, qu. Bernardo, 39, 
59, 246, 568. 
Zorzi, V. Giorgio. 

» signor, V. Fraundsberg. 
Zotto Agostino, qu. Paolo, da Paluzza, 293. 
Zuane, v. Giovanni. 

Zucaro o Ciucharo, capitanò spagnuolo, 23. 
Zulian, casa patrizia di Venezia. 

» Benedetto, qu. Girolamo, 670. 
Zurlo [CMlu) Giovanni Bernardino, conte di Mon- 

tuoro, 169. 
Zuzi, soldato tedesco, 630. 
Zustinian o Zustignan, v. Giustinian. 



FINE DEL VOLUME QUADRAGESIIIO SETTIMO 



PREZZO L. 19.50 



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